Salve,sono una ragazza di 32 anni,ho una paralisi ostetrica al braccio dx causata ovviamente dalla n

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Salve,sono una ragazza di 32 anni,ho una paralisi ostetrica al braccio dx causata ovviamente dalla nascita.A settembre scorso ho avuto un esperienza che mi ha un pò traumatizzato,ho avuto una gravidanza extrauterina che mi hanno dovuto togliere d urgenza tramite laparoscopia.Parlo di trauma,ansia stress,perchè praticamente fino a otto settimane non si è mai vista la camera gestazionale e ne il feto o il battito...ma solo la presenza di miomi che sto curando e forse dovrò togliere....comunque dalla notizia che era una extrauterina svenni e da quel momento non ho capito più niente ,perche il giorno dopo mi operarono in anestesia totale,,,ma da quando mi sono svegliata ho sempre la sensazione di intontimento alla testa,quasi come se volessi di nuovo svenire.Comunque da settembre ad oggi la situazione era transitoria,poi in queste ultime due settimane ho iniziato a preoccuparmi perchè i sintomi li sono maggiori e mi iniziano a prendere anche un pò l occhio dx tipo come se mi volessi assentare,e non avessi ogni tanto la vigilanza.Lunedi decisi di andare da un neurologo,mi ha dato la diagnosi di ansia depressiva e mi ha segnato efexor capsule 37,5mg a Rp,xanax e samyr....solo che già dal secondo giorno ho delle nausee che non mi fanno mangiare bene,ed ogni tanto mi fa una sensazione di irritazione cutanea,volevo sapere è normale?perchè il neurolo dove sono andata dice che è una mia suggestione.
La terapia farmacologica che le è stata prescritta mi pare in generale adeguata. Certamente vanno valutate le reazioni allergiche. Tuttavia penso che la situazione che lei descrive andrebbe affrontata anche con un approccio psicoterapeutico e non solo farmacologico.

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Salve,
mi spiace per la sua situazione, non certo facile da gestire. La risposta alle sue domande può essere un percorso terapeutico, affiancato a quello farmacologico, in modo da dare un contenitore protettivo alla sua "eventuale" ansia.
Concordo pienamente col collega: un percorso psicoterapico sarebbe decisamente opportuno. I sintomi sono la manifestazione tangibile del nostro disagio e una terapia farmacologica,comunque necessaria, non può aiutarla da sola a "risolvere" il suo problema. E' un po' come prendere la pillola contro il mal di denti senza eliminare poi la causa.
Ha raccontato al neurologo il suo vissuto legato alla gravidanza extrauterina? Si tratta sicuramente di un evento altamente stressante e traumatico, che fa pensare ad un disturbo post-traumatico da stress, per il quale conviene che si faccia aiutare e seguire da uno psicoterapeuta, il quale potrà guidarla nella conoscenza del sintomo che oggi "viaggia" in lei e che vuole comunicarle qualcosa. Coraggio!
Un abbraccio,

dott.ssa Vincenza Lomartire
Quando una donna vive un'esperienza come l' aborto e quindi l'interruzione di un progetto di vita, immaginato, pensato, rappresenta un'esperienza traumatica, sia fisico che psicologico. E' un lutto che lei deve elaborare per evitare paure e angoscie per il futuro. Le conseguenze psicopatologiche possono portare ad una depressione post-aborto (anche se spontaneo), disturbi d'dansia, rabbia, sensi di colpa e sfiducia. Se lei vuole, mi occupo di consulenze a distanza.

La situazione da Lei descritta è sicuramente delicata e problematica da molteplici punti di vista, ma chiaramente non insormontabile con ausilio farmacologico e psicoterapico adeguato alla circostanza.
Alcune reazioni descritte in seguito all' utilizzo di alcuni farmaci sono abbastanza comuni, come la nausea e spesso vanno via dopo qualche settimana, e il sintomo può essere alleviato prendendo il farmaco nello specifico a stomaco pieno (ma questo le sarà stato di certo prescritto), le reazioni cutanee, invece, non vanno sottovalutate. Andrebbero ben comprese l' entità dell' irritazione, la durata, la localizzazione e la durata.
Per fare questo vi é bisogno di un riscontro diagnostico diretto o col suo curante o con chi ritiene opportuno.
La saluto cordialmente
Dott.ssa Desiree' De Salvo
Buongiorno, sicuramente sarebbero da fare approfondimenti per escludere qualsiasi aspetto organico e magari consultare uno psichiatra per la terapia farmacologica. Concordo con i colleghi che suggeriscono un approccio psicoterapeutico di sostegno (in affiancamento ad una terapia farmacologica/medica) e di esplorazione dei significati che del peso che tutta la situazione ha avuto su di lei, per alleggerire i sintomi più psicologici.
Buongiorno,
lei stessa nella sua domanda parla di Traumi, traumi che nella sua vita a subito sin dalla nascita. E' probabile che la gravidanza extrauterina abbia in qualche modo risvegliato lontani traumi che sembravano superati ma che invece sono riaffiorati sotto forma di sintomi vari: intontimento alla testa, svenimenti, ansia, l'occhio dx che pare non voglia vedere. I farmaci possono essere utili per tenere a bada i sintomi che la disturbano, ma sarebbe anche utile probabilmente un percorso che la aiuti a ricostruire i passaggi importanti della sua vita. Spero di esserle stata utile
vedo che lei ha già ricevuto un sacco di ri siposte, cque non capisco bene il sintomo all'occhio, se è uno spasmo o che cosa..nel senso che lei ne parla in modo che non è chiarissimo" come se mi volessi assentare "..etc però in che cosa consista il sintomo non mi è chiaro, il vissuto sì..perchè non si fa prescrivere un EEG dal medico di base? e tutti esami ematochimici?
avendo quel referto possiamo poi valutare l'insieme. Io lavoro a Torino dove esercito, lei non so dove viva... se èa Torino mi può contattare.. impossibiile fare diagnosi via mail...lei capisce...Circa l'efexor può dare nausea...
intanto la saluto, dott.ssa ivana nannini- medico psichiatra e psicoterapeuta.
Salve. Aggiungo solo che la nausea è un comune effetto collaterale che compare transitoriamente nei primi giorni di terapia con Efexor. Di solito scompare entro una settimana.
Gentile signora cerchi uno psicologo clinico o uno psicoterapeuta che sia disposto a lavorare in collaborazione con i medici che la seguono per aiutarla nel miglior modo possibile.
Gentile Signora, mi dispiace per quello che le è successo. Per noi donne un aborto è sempre una esperienza dolorosa e traumatica specie nelle circostanze da lei descritte. Nella sua richiesta mi sembra di cogliere dei dubbi sulla diagnosi. Per arrivare a formulare una diagnosi di ansia depressiva il neurologo avrà accertato che non ci siano problemi neurologici. Inizialmente i farmaci possono dare dei problemi per questo è necessario continuare a sentire il neurologo per rivedere i dosaggi e insieme arrivare a mettere a punto la cura. Parallelamente, le consiglierei di iniziare una psicoterapia per potere elaborare questo penoso evento. Non sottovaluti l'importanza della psicoterapia, quando il dolore non viene adeguatamente vissuto trova altre strade per potersi esprimere e, oltre al malessere che procura, rischia di bloccare l'esistenza. I miei migliori auguri
In generale visto che la terapia farmacologica l'ha inziata da pochi giorni quei sintomi potrebbero essere in parte legati a quello, per quel che riguarda la sensazione di "svenire", se dovesse persistere farei comunque un EEG, e certamente nel corso di tale percorso anche la psicoterapia può essere uno strumento più che valido.
Buon giorno. Concordo con i colleghi che Le hanno suggerito di abbinare alla terapia farmacologica un percorso di psicoterapia. Da quello che scrive mi sembra possibile notare sintomi post traumatici, compresa la "sensazione di volersi assentare" . Un metodo efficace utilizzato da alcuni psicoterapeuti, per il superamento dei traumi è E:M:D:R. ( elaborazione e desensibilizzazione dei traumi attraverso il movimento oculare). Gli eventi spiacevoli, emotivamente molto forti e improvvisi,che ci accadono nella vita, se non vengono elaborati adeguatamente, non rimangono nel passato. Essi continueranno a interferire nel presente attraverso vari sintomi. La saluto cordialmente dott.ssa Carmen Scantamburlo
Efexor puo dare questi effetti collaterali,sopratutto i primi giorni di terapia.Se l'ansia non cessa le potrebbe essere utile una psicoterapia.
Buongiorno, il farmaco da lei indicato può causare nausea come effetto collaterale, che scompare dopo le prime settimane di trattamento. Per quanto riguarda le reazioni cutanee sono da monitorare, soprattutto nel corso dell'aumento del dosaggio farmacologico.
L'integrazione con una psicoterapia sarebbe, nel suo caso, la cura d'elezione.
Buongiorno. Della sua esposizione mi ha colpito particolarmente che fin dalla sua nascita (paralisi al braccio) e poi più di recente con la gravidanza exatrauterina, l'assenza di tracce della camera gestazionale e infine la presenza di miomi da tenere sotto controllo, il trauma per lei sembra essere collocabile in maniera ripetitiva proprio negli eventi connessi al nascere. Il trauma non elaborato (quello relativo alla sua nascita?) tende per sua natura a riproporsi nel tempo perché la mente ha bisogno di dargli un senso per andare oltre. Perlomeno dagli elementi del racconto le cose per lei sembrano andare così. Il trauma è uno strappo repentino al nostro normale vissuto; qualcosa che ci accade, non conosciuto, che ci vede impotenti. I sintomi all'occhio che lei descrive come 'se mi volessi assentare' mi fanno poi pensare al bisogno di sottrarsi alla percezione consapevole di una realtà che teme di non poter cambiare. Ad un livello non consapevole forse c'è il desiderio di avere un bambino ma il timore di non poter averlo sano? Non saprei ma l'ho pensato. Le mie sono tutte ipotesi che mi sono venute spontanee leggendo ma va da se che dovrei conoscerla meglio. La psicoterapia psicoanalitica la può aiutare a lavorare su questi aspetti perché va nella direzione di elaborare il/i traumi vissuti liberandola dalla ripetitività. Cordialmente
Marcella Dittrich
Buongiorno
la risposta ai farmaci è sempre soggettiva, in particolare per i farmaci che agiscono sulla psiche. Ritengo opportuno un cambiamento della terapia farmacologia, cui affiancherei l'agopuntura vibrazionale (agopuntura con diapason) molto efficace in questi disturbi.
Salve, inizialmente la terapia farmacologica da Lei assunta può causare effetti collaterali come i fastidi da Lei riportati. Di solito passano dopo pochi giorni di assunzione. Le consiglio di ricontattare il Suo medico curante o un altro specialista per maggiori chiarimenti e eventuali aggiustamenti del dosaggio o cambiamenti dei farmaci. Inoltre Le consiglio vivamente di prendere in considerazione un percorso psicoterapeutico per affrontare il Suo vissuto traumatico e per risolvere a fondo il Suo disagio.
Salve, da quello che ho capito il neurologo esclude un problema organico facendo una diagnosi di ansia depressiva. A parte la terapia farmacologica ha pensato di iniziare una psicoterapia? Lei parla di trauma e di una serie di sintomi che si sono scatenati in seguito a questo trauma. Sarebbe opportuno seguire due strade, quella farmacologica e quella della psicoterapia. Rispetto agli effetti indesiderati dei farmaci non saprei darle una risposta, non mi compete, la rimando al medico che le ha prescritto la terapia.
Saluti
DR
Buongiorno, lei ha ragione a parlare di trauma perchè il trauma non è solo quello che viene generato da cause generalmente ritenute eccezionali, ma anche eventi ritenuti dalla persona stessa importanti. Non posso dare un parere sulla terapia farmacologica. Concordo, comunque, con i miei colleghi che è utile associare anche un percorso psicoterapico.Sono a disposizione.Cordialmente, AMR Masin
Buonasera, mi chiamo Laura Porry e sono psicologa, consulente sessuologa e psicoterapeuta. Mi rendo conto, da quello che scrive, di quanto complesso possa essere il momento che ha e che sta attraversando. La nostra mente ha un grande potere, soprattutto quando si trova ad aver vissuto esperienze traumatiche che cerca poi di cancellare, focalizzando l'attenzione su altre parti del corpo; o dandole disturbi fisici simili allo smettere di pensare o di vedere/rivedere quanto accaduto (svenimenti, simili alla perdita di coscienza e lucidita e dolore all'occhio come se così poterre limitare la vista).
Credo che la terapia prescritta dal collega sia un'ottima strada e ha fatto sicuramente bene a rivolgersi ad uno specialista; allo stesso tempo però, credo che intraprendere un percorso di supporto e sostegno psicologico possa essere la strada giusta affinchè possa superare il trauma vissuto, riprendendo la sua vita con la piena e giusta padronanza della stessa.
Io sono disponibile qualora avesse il desiderio di cominciare questo lavoro/viaggio terapeutico e resto a disposizione per qualsiasi domanda o delucidazione.
I miei migliori saluti, dott.ssa Laura Porry
Buongiorno,
ho letto la sua travagliata storia che ha bisogno di uno spazio in cui essere raccontata emotivamente, le consiglio di rivolgersi uno psicologo-psicoterapeuta che senza giudizio la aiuterà a capirsi. Per quando riguarda la parte farmacologica le suggerisco di farsi spiegare dal suo medico di fiducia i farmaci dati dallo specialista.
Infine concordo con i miei colleghi di associare un percorso psicologico con la terapia farmacologica
Cordialmente la saluto
Dott.ssa Monica Bertolini

Buongiorno, posso solo immaginare quanto sta vivendo. Devono essere stati momenti terribili e il voler quasi prendere una pausa da quanto ha vissuto e sta vivendo e così racconta le sensazioni che prova: "come se volessi di nuovo svenire" e poi ancora "come se mi volessi assentare". C'è però anche il comprensibile bisogno di trovare un'altra via d'uscita al suo malessere e così ha coraggiosamente chiesto aiuto al neurologo e ora scrivendo qui. Ha tante buone risorse che la sosteranno nel superare questo momento. Un percorso psicologico, unito alla terapia farmacologica, sarà un aiuto prezioso per riprendere in mano la propria vita. Le faccio i miei migliori auguri, Dott.ssa Colucci
Buongiorno. Poiché gli psicofarmaci sono farmaci specifici e da monitorare nella loro assunzione, credo opportuno che lei ri-contatti il suo neurologo richiedendo un terapia farmacologica alternativa. Ogni individuo reagisce diversamente ai principi attivi; nel caso la risposta nel neurologo non la soddisfacesse può sempre chiedere una consulenza a un altro professionista; questo per ciò che riguarda la terapia famacologica.
Per quanto concerne aspetti più specificatamente psicologici ho l'impressione, e posso solo fare un'ipotesi visto che non la conosco, che si possa trattare di un disturbo di ordine traumatico; mi sento di indirizzarla a chiedere di uno psicoterapeuta esperto in MDR.
Le auguro il meglio. Dr. C. Aldrisi
Salve,
I farmaci che prende hanno bisogno di tempo per avere effetto e possono inizialmente dare i sintomi che dice di avere. La risposta è comunque soggettiva.
Pensi ad un corpo (ma anche la sua mente) che già è stato messo alla prova da tutto quello che lei descrive e che ora deve di nuovo adattarsi ad una nuova situazione. L'assimilare i farmaci appunto.
Le suggerisco di continuare a farsi monitorare dal suo medico, ma credo che anche un supporto psicologico potrebbe supportarla ed accompagnarla a trovare un nuovo equilibrio.
Un saluto
Buongiorno, questa è una situazione molto complessa da affrontare che richiede anche un intervento psicologico. Le consiglio di iniziare una psicoterapia
Buongiorno,
credo che la scelta di unire alla terapia farmacologica un percorso di psicoterapia possa essere d'aiuto, con una lente particolare sul trauma e sugli effetti delle memorie psico-fisiche dello stesso.
L’EMDR è un metodo psicoterapico strutturato che facilita il trattamento di diverse psicopatologie e problemi legati sia ad eventi traumatici, che a esperienze più comuni ma emotivamente stressanti. Resto a sua disposizione per ulteriori informazioni.

Cordialmente

Buongiorno. Probabilmente quella che il neurologo ha definito "suggestione " potrebbe essere un sintomo ansioso da imputare anche ad alcuni accadimenti traumatici che ha vissuto in passato, lei parla di una gravidanza extrauterina che sicuramente è un vero e proprio lutto . Un colloquio psicologico potrebbe esserle utile per approfondire le implicazioni psichiche di questa sua sintomatologia .
Salve. dal suo racconto la sua storia è costellata di eventi traumatici che hanno colpito il suo corpo e anche la sua mente. La gravidanza Extrauterina, oltre a mettere a rischio serio la vita della partoriente, puo' rappresentare una ferita narcisistica profonda.
ha fatto benissimo ad affidarsi ad uno specialista per lenire i suoi sintomi. Non saprei dirle nulla sugli effetti collaterali dei farmaci in quanto non sono un medico; molto probabilmente debbono "stabilizzarsi" ed entrare nei delicati meccanismo del suo organismo per darle sollievo. Come tutti i colleghi che le hanno scritto, penso sia il caso che lei cerchi anche di fare un percorso di sostegno psicologico. il forte stress a cui è stata esposta puo' essere elaborato piu' velocemente se coniuga il supporto farmacologico a quello psicologico.
Le auguro di riprendersi presto, un saluto. Dottor Grilli
Buongiorno, la nausea è un frequente effetto collaterale dello psicofarmaco che sta assumendo; la sintomatologia cutanea probabilmente è di natura allergica; non è chiara la sintomatologia oculare; visto l'aggravarsi delle sue condizioni dovrebbe sottoporsi ad esame neurologico segmentario, sarà il neurologo, sulla base delle risultanze della visita, a chiedere ulteriori esami strumentali e a prescrivere terapia adeguata. La saluto cordialmente, Maurizio Luppi.
È possibile che alcuni dei disturbi che lamentando siano una maledizione fisiologica dell'ansia . Se non te sotto controllo mediante farmacie la situazione delle belle tornare nella norma . In caso contrario sarebbe opportuno che si rivolgesse ad uno specialista
Buongiorno, mi dispiace per la situazione in cui si è trovata. Per quanto riguarda la cura farmacologica, la invito fortemente a contattare il medico che le ha prescritto il trattamento affinché possiate individuare il farmaco più adatto a lei. Le anticipo, però, che è ancora presto per vedere gli effetti benefici del farmaco, si manifestano solitamente nel primo mesetto. Mi sento, inoltre, di invitarla a riflettere sulla possibilità di iniziare un percorso psicologico dato che ha affrontato un evento traumatico e rischioso per la sua salute: è impossibile che la situazione vissuta non abbia un impatto sul suo benessere. L'elaborazione e la comprensione emotiva dell'evento potrebbe migliorare la sua qualità di vita. Sono a disposizione per ulteriori chiarimenti. Un saluto. Dott.ssa Alessandra D'Antonio

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