Salve. Sono una ragazza di 26 anni ipocondriaca e mi sono fissata con le malattie autoimmuni. Non ri

19 risposte
Salve. Sono una ragazza di 26 anni ipocondriaca e mi sono fissata con le malattie autoimmuni. Non riesco a vivere serena. Mio padre ha il pitting alle unghie delle mani e io mi sono messa in testa che mi verrà qualcosa di brutto(lupus o sclerodermia, questi qui più gravi oltre alla psoriasi). Quello che mi crea tanta ansia è l'essere predisposta alla psoriasi e all'artrite psorisica. È sabato sera e sono rinchiusa in camera mia a piangere invece di stare serena e felice come tutti i ragazzi della mia età. Non riesco a tranquillizzarmi, ho cominciato il percorso dalla psicoterapeuta ma mi ha sbolognato dopo 6 sedute perché dice che io sposto il problema dell'obesità qui e mi ha consigliato di andare in un centro per disturbi alimentari. Ma il mio problema non è l obesità, io non ho paura di morire d'infarto, ma l essere predisposta a una malattia autoimmune che, anche se con combatti, non andrà mai via. Sto vivendo con oddio in futuro ti può venire la psoriasi che ti porta l'artrite che ti può portare al lupus o alla Sclerodermia grave... Non ne posso più, per non sentire questo peso, preferisco farla finita con il mondo. Non riesco più a vivere con tutta questa ansia, nodo alla gola, stomaco gonfio, depressione e tante tante lacrime. I miei familiari non mi capiscono, dicono che sono stupida a preoccuparmi di qualcosa che mi potrebbe venire... Ma io non riesco a tornare tranquilla e serena come ero 5 anni fa prima che mi arrivassero tutte queste paure x le malattie autoimmuni.
Non ne. Posso più, aiutatemi! Voglio tornare a vivere la mia vita, non mi riconosco più... Prima ero felice e sempre sorridente, ora sono triste e piango sempre.
Non so più come fare. Come si supera questa paura?
Gentilissima, questa paura si può superare con un percorsi di psicoterapia che valuti i suoi sintomi sulla base della sua storia personale e degli eventuali eventi scatenanti. I sintomi che descrive sono sicuramente da prendere in considerazione all'interno di una relazione terapeutica, che le permetta di ritrovare la serenità desiderata.
Cordialmente
Alessia Montefusco

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Carissima, mi sembra chiaro che tu non voglia affrontare da sola questo tuo malessere ( e questo è un punto a tuo favore) e che è forte il desiderio di essere vista dai tuoi cari anche in questa tua fragilità di oggi... Non camminare da sola, ma continua a chiedere un sostegno psicologico. In due il viaggio è più sicuro e alla fine vedrai anche più interessante. in bocca al lupo. Dott.ssa Scifo
Buongiorno. Dalle sue parole si vede che si sta già condannando a una vita da malata. Ma cosa è accaduto alcuni anni fa, che ha determinato questa sua variazione nel modo di vivere la vita? Sarebbe interessante capire cosa si muove dietro tutto questo, quali paure prendono la forma della paura di una malattia autoimmune. E quali sono anche le paure che la bloccano a uscire e vivere la sua giovane vita.
Un discorso psicologico che comprende il peso e il rapporto con il cibo non esclude quanto lei descrive oggi. I due aspetti sono anzi integrati. Non rifiuti un tipo di aiuto immaginandolo troppo specialistico. Cerchi Ancora un professionista che sente empatico e professionale.
Si prenda cura di sé.
Mara Gallo
Salve, con tanta intensità comunica il suo stato di angoscia e il corredo di sintomi che si collega al suo stato di agitazione e di malessere.
Già che comunica in un sito di terapisti ci è favorevole: sta cercando un aiuto specialistico e specifico per affrontare un problema che attualmente le sembra insuperabile e le sta risucchiando ogni energia vitale; ma che nel tempo diventerà una risorsa e una chance per ampliare la sua visione di se stessa e del mondo circostante. È importante che si affidi a qualcuno in grado di decodificare insieme a lei il suo malessere, laddove già autonomamente è in grado di dare indicazioni di ottimo livello. Ha compreso che il suo problema non è l’obesità, ma l’enorme stato di precarietà che la opprime e la conduce inesorabilmente in uno stato di allerta ipocondriaca e di autogestione dell’angoscia anche, e non solo, attraverso il cibo.
Cerchi un professionista che abbia desidero di collaborare con lei per affrontare la propria fragilità e riconquistare il suo stato di felicità e di apertura alla vita: serve un lavoro serio e appassionato, che autonomamente non può essere svolto.
È giovane e può affrontare il suo malessere, ora si trova di fronte a un crocevia che la esorta a fare scelte importanti per la sua crescita armonica.
Le auguro di cercare e incontrare un terapeuta che la aiuti a proseguire nella sua vita, per ricominciare a viverla.
Gentile utente, la sua emozione di paura interviene per proteggerla da qualcosa che sente come potenzialmente pericoloso, di presente ma anche passato.
Dalle cose che ci ha raccontato si evincono diversi episodi di malattie nella sua famiglia che possono averla traumatizzata. A volte non riusciamo ad elaborare tutto ciò che ci succede e nel tempo le cose passate non elaborate si riattivano attraverso episodi recenti.
Le consiglio di svolgere una terapia con la tecnica EMDR focalizzata sulle problematiche del ‘trauma’. Rimango a sua disposizione
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Gentile Signora le questioni di cui parla solitamente trovano un cambiamento attraverso le psicoterapie. Valuti l'opportunità di contattare un professionista presente su questo sito. Un cordiale saluto
Buongiorno, cercare un percorso psicoterapeutico è nel suo caso la soluzione più utile. Le consiglio di non attendere oltre perché la sua qualità di vita è molto compromessa. Un caro saluto. Dr.ssa Daniela Benvenuti
Gentile ragazza deve sapere che non è così raro che una psicoterapia si interrompa perché non c'è sintonia fra terapeuta e paziente. E quando ciò avviene sicuramente non è facile da superare, ma la nostra professione è particolare, non esiste uno psicoterapeuta che va bene per tutti e dunque può capitare di doverne cambiare fino a trovare quello giusto. Le consiglio allora di non smettere di cercare il supporto psicologico di cui sicuramente necessita. Certamente dentro di lei sta crescendo un disagio forte di cui è necessario andare a scoprire l'origine, un disagio che si esprime sul piano emotivo con queste paure ipocondriache e con un senso di precarietà dello stato di salute, mentre sul piano comportamentale influiscono sulla condotta alimentare.
Il mio consiglio è di cercare uno psicologo che possa aiutarla ad avere risposte, perché merita una vita più serena e deve andarsela a prendere. Per qualsiasi informazione o chiarimento resto a sua disposizione. Un affettuoso saluto. Dott.ssa Amati Maria
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È importante il suo grido di aiuto ed è arrivato forte e chiaro, anche se attraverso una piattaforma.
Non si arrenda, cerchi un'altra persona che sappia aiutarla e sostenerla. Il coraggio e la voglia di stare meglio sono le prime risorse che deve mettere in gioco. Il resto sarà una costruzione insieme ad una/un terapeuta che potranno risolleverla.
Cari saluti
Buongiorno, credo che alla sua età abbia ancora molto tempo davanti per cambiare le cose, così come per trovare uno psicoterapeuta che non la "sbologni" e che possa accogliere le sue paure e le sue ansie in un percorso costruttivo, che la aiuti a recuperare un pò della felicità perduta.
Un caro saluto
Dott. Alessandro Moneta
Cara ragazza, mi dispiace molto per la sua sofferenza. Lei ha una paura irrazionale che sta invadendo la sua vita. ha il timore che il suo corpo impazzisca ed il suo sistema immunitario le crei una malattia. Ma chi le ha detto che è predisposta? Questa è l'eredità del suo papà? La sua famiglia ed il suo papà cosa pensa della sua paura.
L'obesità e la paura delle malattie autoimmuni si possono affrontare insieme all'interno di una stessa psicoterapia, infondo entrami le situazione la pongono a riflettere sul suo rapporto con il corpo. Capisco bene che è molto spiacevole essere mandate via da una psicoterapia, ma lei ci deve riprovare, assolutamente. Forza.
Buongiorno. Purtroppo da qui è veramente difficile avere un quadro chiaro della sua situazione. Leggendo la sua lettera provo una certa confusione, come se ci fossero dei pezzi mancanti, dei vuoti, che lei stessa non riesce ad affrontare. Anche il vissuto di espulsione che ci riporta andrebbe compreso meglio, altrimenti si rischia di scambiare il sintomo (ipocondria) con il funzionamento globale della sua persona
Buongiorno, è toccante l'intensità con cui comunica il suo stato di angoscia e il corredo di sintomi che si collega al suo stato di agitazione e di malessere. Dalle sue parole sembra che si sia già condannata una vita da malata, che abbia già segnato il suo destino. Ma cosa le è accaduto che ha determinato questo suo modo di vivere la vita? Sarebbe interessante capire cosa si nasconde dietro tutto questo, quali timori prendono la forma della paura di una malattia autoimmune e quali sono le paure che la bloccano nell'uscire e vivere la sua giovane vita. Un percorso psicologico che prenda in considerazione anche l'obesità e il rapporto disfunzionale con il cibo non esclude quanto lei descrive. Non rifiuti un tipo di aiuto immaginandolo troppo specialistico. Cerchi ancora un professionista che sente empatico e professionale. Si prenda cura di sé.
Cara ragazza,
La problematica da lei esposta va affrontata con uno psicoterapeuta intraprendendo un percorso di psicoterapia. Scelga uno specialsta a cui rivolgersi ed affidarsi che non la invii altrove magari proprio mediante la piattaforma mio dottore, vedrà che col tempo potrà riprendere in mano la sua vita.

Un caro saluto
Dott. Diego Ferrara
Gentile signora/signorina. Dal suo racconto si percepisce un grande desiderio di conoscersi, capirsi e migliorarsi. Si pone molte domande su di sé e su quello che le accade in questo momento della sua vita. Un percorso di psicoterapia aiuta a trovare un tempo e uno spazio per farlo insieme. Per riscoprire un nuovo equilibrio. Ci sono tanti spunti che mi fanno pensare che ha risorse e capacità resilienti per affrontare questa nuova fase, forse non da sola. Le auguro di trovare il posto in cui si senta accolta e accompagnata con sguardo fiducioso. Saluti. Francesca Lorusso
Ciao, mi piacerebbe chiamarti per nome; leggo una etichetta ("ipocondriaca") che poco ha rilevanza davanti ad una ragazza che ha tanto altro da portare con sé con il quale definirsi. Felice e sorridente e che non ha problemi con la propria obesità. Sei molto di più di una etichetta e questo tuo coraggio e desiderio di affrontare questa situazione ti aiuteranno. Affidati ad un altro professionista, più per dare una possibilità a te stessa che alla nostra professione. Un abbraccio. Resto disponibile. Dott.ssa Cinzia Borrello
Mi dispiace per la relazione interrotta con la terapeuta, purtroppo bisogna mettere in conto che anche un farmaco può dare reazioni avverse e a volte ci vuole più di un tentativo per trovare quello che funziona con noi; ma capisco che ricominciare tutto da capo non debba essere una passeggiata.
Riguardo alla paura, a volte quelle invalidanti non derivano da grossi traumi subiti ma si insinuano attraverso il seme del dubbio legittimo nel terreno delle nostre legittime preoccupazioni, in questo caso l’ereditarietà per una condizione clinica, che non è certo una condanna ma è certamente un fattore di rischio. Il modo che abbiamo di reagire alla paura solitamente basta a gestire la situazione ma, se non basta, il rischio è che proprio queste modalità di reazione si rivelino disfunzionali e diano vita in maniera subdola a un problema ancora più grande di quello originario, un circolo vizioso che a questo punto si mantiene da sé, nutrendosi delle reazioni che ci provoca. Come si supera questa paura? la strada migliore di cui disponiamo passa per uno studio dettagliato di ciò che mantiene attivo il problema e delle strategie idonee al suo superamento, per aprire lo spazio a una visione della realtà che risponda meglio ai propri bisogni; ma una visione chiara del problema può venire solo da un esterno, chi vi è annegato dentro ha la visione distorta come quando ci immergiamo in mare senza occhialini e perdiamo i punti di riferimento.
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Cara,
grazie per aver condiviso con noi la sua disperazione.
La sua storia mi fa pensare al controllo e alla necessità di mantenerlo a tutti i costi. Abbiamo imparato forse che condividere emozioni non serviva a nulla? Mostrare tristezza non portava alla consolazione, rabbia al contenimento, felicità alla condivisione gioiosa? Dico questo perchè mi capita di vedere pazienti con un passato deludente che li ha spinti al controllo e al blocco emotivo. Ora, se fosse così, è il nostro scopo è proteggerci da tutto attraverso il controllo, capisco la paura di non riuscire a controllare qualcosa che arriva dal nostro corpo e non dall'esterno. Non mi concentrerei sulle paure in terapia, ma sul desiderio di controllo. In bocca al lupo

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