Salve sono Concetta e vi chiedo un parere per aiutarmi a gestire una situazione relazionale spiacevo

24 risposte
Salve sono Concetta e vi chiedo un parere per aiutarmi a gestire una situazione relazionale spiacevole. Qualche anno fa sul lavoro ho conosciuto un collega con cui ho legato molto, più grande di me di qualche anno e pur avendo due famiglie con le quali a volte ci siamo anche frequentati, ci siamo sempre stimati e voluti un gran bene restando nella sfera amicale. Da un paio di anni non laboriamo più assieme perché lui ha dovuto trasferirsi contro voglia a causa di problemi lavorativi con un'altra persona che oggettivamente lo infastidiva. Io ho sempre avuto ottimi rapporti con tutti e tutte dopo l'esperienza lavorativa trascorsa assieme, lui invece ci ha chiuso le porte in faccia e a me dispiace molto perché proprio con lui ci siamo stimati veramente tanto, insomma gli vogliamo bene. Quando si è trasferito, dopo una prima fase in cui ci sentivamo con regolarità, un po' alla volta si è allontanato sparendo del tutto. Sembra un'altra persona rispetto a prima. Era dolce, affettuoso, gentile, sorridente, collaborativo, sempre pronto a un abbraccio, una sua presenza in caso di bisogno non necessariamente lavorativo, adesso che l'ho risentito a distanza di tempo è diventato scontroso ed evitante. Gli ho fatto pervenire anche una lettera scritta per farmi rispondere, ma ho dovuto insistere abbastanza e in un primo momento mi ha risposto in modo gentile, breve ma deciso sulla chiusura del rapporto perché non si era sentito apprezzato materialmente e quindi erano cambiate un po' le cose nei nostri confronti. Quando poi onestamente gli ho detto che secondo me non stava bene e che andrà all'inferno perché non ci si comporta così con chi gli vuol bene solo perché non lavoriamo più assieme, allora mi ha risposto lasciandomi impietrita. In pratica si aspettava da quelli a lui più vicini una presa di posizione nei confronti di chi lo mortificava rendendogli la vita lavorativa complicata, definendoci gente ignava. Si aspettava un intervento che tutelasse soprattutto il nostro rapporto da chi lo minava, questo devo ammetterlo, cercando di emarginarlo. Sostiene che siamo stati in silenzio e ha anche evidenziato di come non lo contattassimo più per poterci rivedere come facciamo con altri ex, solo perché abbiamo timore della reazione di quella persona, che l'affetto non è solo una parola ma anche nei gesti concreti. Sono trascorsi molti mesi da questo suo sfogo, ho riflettuto molto, poi gli ho mandato un vocale di auguri di buon natale ma purtroppo senza risposta. Io sono sicura che l'affetto per me e gli altri con cui ci trattavamo sia sempre vivo e anche io gli voglio un gran bene, ci sono rimasta assai male e non saprei proprio come poter ricucire.
Dott.ssa Patrizia Buscaino
Psicologo clinico, Psicologo
Nubia
Cara Concetta, il rapporto con il tuo ex collega è cambiato anche per una necessità sia essa logistica, sia essa affettiva o altro; del resto lo hai sottolineato tu stessa "un buon collega dolce e collaborativo, rimanendo sempre nella sfera amicale.
questo vuol dire che cambiando lavoro, ambiente e quant'altro lui non è tenuto a continuare un rapporto amicale con una ex collega; non sappiamo se nel frattempo qualcosa nella sua vita anche privata sia cambiato e non riesce piu' a coltivare un legame con i suoi ex collaboratori (colleghi) tra l'altro negli ultimi tempi la sua vita lavorativa si era incrinata, peggiorando l'intero rapporto con la maggior parte di loro.
Essendo quindi amareggiato preferisce prendere le distanze da quel periodo; svoltare pagina e naturalmente gli viene difficile riallacciare il rapporto con tè; anche se questo non vuol dire che ti abbia dimenticata o non era sincero in quel momento.
D.ssa Patrizia Buscaino

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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d’ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Sara Rocco
Psicologo, Psicologo clinico
Ossi
Buongiorno, la sua reazione è facilmente comprensibile, gli abbandoni lasciano sempre una grande amarezza soprattutto quando in un rapporto si è investito tanto e c'è stata anche cordialità e rispetto. D'altra parte non possiamo giudicare la reazione del suo amico perchè il dolore e il dispiacere è personale e intimo e bisogna solo rispettarlo. Ognuno di noi percepisce le situazioni in maniera differente quindi possiamo solo cercare di capire e accettare quello che prova il suo amico. Rispetti il suo dolore e tenga sempre con sè i ricordi migliori. Le situazioni possono sempre cambiare.
Spero di essere stata utile.
Cordilai saluti.
Dott.ssa Sara Rocco
Dott. Tommaso Giovannetti
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Ciao Concetta, grazie per aver condiviso questa situazione così delicata. Posso immaginare quanto tu ti sia sentita ferita e confusa dal cambiamento improvviso di questo collega, che per te è stato più di un semplice compagno di lavoro: una persona con cui hai condiviso affetto, stima e una relazione significativa.
Il suo vissuto non cancella il tuo affetto né il valore della vostra amicizia. Il problema non è che non gli vuoi bene, ma che state leggendo la stessa storia con due prospettive molto diverse.
Se senti che questa situazione ti pesa troppo, potrebbe essere utile parlarne in un contesto terapeutico, per trovare il modo più sereno di affrontarla. Un percorso terapeutico ti potrebbe aiutare a gestire il senso di colpa e la frustrazione legata alla perdita del rapporto, a lavorare sulle dinamiche relazionali, per comprendere meglio come gestire i conflitti e le aspettative altrui senza farti carico di pesi eccessivi e ad accettare che non tutto dipende da te e che, a volte, le persone scelgono di allontanarsi per motivi che vanno oltre il nostro controllo.

Dott. Tommaso Giovannetti
Dott.ssa Irini Tikhonova
Psicologo, Neuropsicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile Concetta,
La ringrazio per aver condiviso la sua esperienza e per la fiducia nel raccontare una parte così significativa della sua vita.

L’amicizia è un legame profondo, dinamico, che si sviluppa nel tempo e si modella in base alle esperienze vissute. Comprendere il cambiamento di una relazione, soprattutto quando si manifesta come una rottura inaspettata, può essere doloroso e complesso.

Il vissuto della perdita e della distanza

Dal punto di vista fenomenologico, ciò che sta vivendo può essere interpretato come la trasformazione di un legame che non riesce più a riconoscere nella sua forma originaria. Il dolore che prova non è soltanto legato all’assenza della persona, ma anche alla mutazione del significato che questa amicizia aveva per lei.

L’amicizia, come ogni esperienza umana, non è statica ma fluida: evolve nel tempo e si adatta alle circostanze. Il suo ex collega, invece, sembra aver attribuito alla relazione un significato strettamente legato al contesto lavorativo e a determinati valori, quali il supporto, il riconoscimento e la protezione reciproca. Nel momento in cui ha percepito di non aver ricevuto quel sostegno, la sua percezione del legame è mutata, portandolo ad allontanarsi.

Libertà e responsabilità nel legame

Ogni relazione è fondata sulla libertà e sulla responsabilità reciproca. L’affetto non è solo una condizione emotiva, ma anche una scelta che si manifesta attraverso azioni concrete. Il suo amico, a quanto sembra, attribuisce a lei e agli altri colleghi la responsabilità di non averlo difeso in un momento per lui critico. Questa percezione tocca un nodo esistenziale centrale: il riconoscimento e il senso di appartenenza.

La sua sofferenza, invece, nasce dalla volontà di mantenere un legame che sente ancora autentico, ma che, per l’altro, ha perso il suo valore originario.

Karl Jaspers, ad esempio, sosteneva che l’esistenza autentica implica la capacità di affrontare la frattura nelle relazioni e di accettare che gli altri possano vivere esperienze e significati differenti dai nostri.


Il risentimento e la percezione dell’ingiustizia

La reazione del suo amico potrebbe essere compresa anche attraverso il concetto di risentimento, analizzato da Friedrich Nietzsche, secondo cui tale sentimento nasce dalla percezione di aver subito un’ingiustizia e dalla difficoltà di trasformare questa esperienza in un’occasione di crescita.

In questo caso, il suo ex collega ha maturato l’idea di aver subito un torto e ha deciso di chiudere i rapporti, forse per proteggersi da un ulteriore dolore.
Secondo Paul Ricoeur, il perdono e la riconciliazione sono processi che richiedono tempo e non possono essere imposti. Se il suo amico continua a percepire un’ingiustizia irrisolta, ogni tentativo di riavvicinamento forzato potrebbe risultare inefficace o addirittura controproducente.

Le aspettative nella relazione

Analizzando la situazione da una prospettiva neutra, emergono due visioni differenti:

Lei sembra avere l’aspettativa che l’amicizia possa resistere ai cambiamenti esterni e che l'affetto sia un valore stabile, indipendente dal contesto.

Lui, invece, sembra considerare il sostegno ricevuto nei momenti difficili come la dimostrazione tangibile dell’affetto e del riconoscimento.

Quando le aspettative non vengono soddisfatte, possono insorgere sentimenti di delusione e frustrazione, portando a una ridefinizione della relazione. Il comportamento, che sembra risultare evitante, adottato dal suo amico potrebbe essere una strategia difensiva per gestire il dolore derivante dalla sua delusione.

Come affrontare la situazione?

Di fronte a un cambiamento relazionale così significativo, potrebbe essere utile:

Accettare la sua scelta senza viverla come un rifiuto personale. Egli potrebbe non essere pronto, o semplicemente avere una visione diversa del rapporto.

Riconoscere il suo vissuto senza giudizio. Può essere utile validare la sua esperienza anziché contrastarla. Una frase come: "Capisco che si sia sentito poco supportato e mi dispiace per questo, anche se non era mia intenzione farla sentire sola" potrebbe aiutarlo a sentirsi compreso.

Dare spazio e tempo. Il suo risentimento potrebbe attenuarsi con il tempo, ma non si può forzare una riconciliazione.

Evitare di insistere. Ulteriori tentativi di contatto potrebbero essere vissuti come un’intrusione. Se lui vorrà riprendere il rapporto, sarà una sua libera scelta.

Rielaborare il significato della relazione per sé stessa. Se lui ha deciso di chiudere, potrebbe essere il momento di riflettere su ciò che questa amicizia ha rappresentato per lei e su come possa mantenere il valore di questa esperienza senza dipendere dalla sua presenza attiva.

Le relazioni umane sono complesse, poiché intrecciano aspettative, bisogni e vulnerabilità. La chiave per affrontare questa situazione potrebbe essere quella di accettare che entrambi viviate il rapporto in modo diverso, senza cercare di controllare la percezione o le scelte dell’altro.

Se il suo amico, con il tempo, elaborerà il proprio vissuto e sarà disposto a riavvicinarsi, il vostro incontro sarà comunque nuovo, diverso da prima. Se ciò non accadrà, significherà che questa amicizia ha esaurito il suo percorso, ma che il suo valore rimane comunque nella crescita personale che le ha permesso di raggiungere.

Un caro saluto,
Dott.ssa Irini Tikhonova
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno Concetta, posso capire quanto questa situazione le provochi dolore e senso di smarrimento. Quando si costruisce un legame di stima e affetto con qualcuno, specialmente in un contesto lavorativo dove si condividono sfide e successi quotidiani, vederlo cambiare drasticamente può generare un forte senso di ingiustizia e frustrazione. È naturale voler comprendere il motivo di questo distacco e trovare un modo per recuperare quel rapporto così importante per lei. Dal suo racconto emerge come il suo ex collega abbia vissuto il trasferimento non solo come una semplice separazione lavorativa, ma come una vera e propria rottura emotiva, probabilmente con sentimenti di abbandono e risentimento. Il suo sfogo rivela che si è sentito poco supportato in un momento per lui molto difficile, e sembra che la sua interpretazione della situazione sia stata filtrata attraverso questa sofferenza. Quando ci sentiamo feriti, spesso tendiamo a leggere le azioni (o le mancate azioni) degli altri come segnali di disinteresse, anche quando non era questa l’intenzione. Ciò che può aiutarla in questo momento è riconoscere due aspetti fondamentali. Il primo è che il suo affetto per questa persona è sincero, e ha fatto già diversi tentativi per dimostrarglielo. Il secondo è che, nonostante questo, il suo collega sembra non essere ancora pronto a ricucire. Quando qualcuno prova rancore o delusione, il bisogno di protezione e chiusura può prevalere su qualsiasi tentativo di riavvicinamento, almeno finché quella ferita non è stata elaborata. Da un punto di vista cognitivo-comportamentale, potrebbe essere utile per lei concentrarsi sul suo margine di azione: ha fatto tutto ciò che era nelle sue possibilità per dimostrare il suo affetto, ma il risultato non dipende esclusivamente da lei. Questo non significa che il legame fosse falso o che il suo ex collega non provi ancora affetto per lei, ma solo che, in questo momento, il suo vissuto emotivo non gli permette di tornare indietro. Accettare questa realtà può aiutarla a ridurre il senso di colpa o il bisogno di trovare una soluzione immediata. Se il suo desiderio è quello di lasciare aperta una porta per il futuro, potrebbe considerare di inviargli un ultimo messaggio in cui ribadisce con serenità il suo affetto e la sua disponibilità, senza aspettarsi necessariamente una risposta. Per esempio, potrebbe dirgli che comprende il suo punto di vista, che si dispiace sinceramente per come sono andate le cose e che, nonostante tutto, per lei il bene nei suoi confronti resta immutato. In questo modo gli offre la possibilità di tornare quando sarà pronto, senza pressioni. Infine, è importante anche che lei protegga il suo benessere emotivo. Si dia il permesso di provare tristezza per questa perdita, ma senza farla diventare un’ossessione o una colpa personale. Le relazioni, anche le più profonde, a volte attraversano fasi di distanza che non possiamo controllare, ma questo non significa che i sentimenti provati siano stati inutili o che tutto sia perduto per sempre. Se e quando il suo ex collega sarà pronto a rivedere il suo punto di vista, saprà di avere davanti una persona che, nonostante tutto, ha scelto di rispettare il suo tempo e i suoi sentimenti. Cari saluti, Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Laura Lanocita
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile Concetta,
la sua situazione relazionale suscita una profonda riflessione sui legami e su come le dinamiche della vita, incluse le relazioni professionali, possano influenzare i rapporti affettivi. È comprensibile sentirsi ferita e confusa di fronte al comportamento del suo ex collega, che sembra aver cambiato drasticamente il suo atteggiamento. Potrebbe essere utile considerare che il suo allontanamento potrebbe non riguardare solo il rapporto tra voi due, ma anche il malessere che lui sta vivendo in un contesto più ampio. Spesso, le persone reagiscono all'estraniamento con disorientamento e chiusura, specialmente quando si sentono vulnerabili o assediate dal sentirsi non adeguate rispetto alle aspettative degli altri. Il suo desiderio di mantenere un legame affettivo genuino dimostra una grande sensibilità e un forte attaccamento alla relazione. Potrebbe tentare di avvicinarlo nuovamente, ma senza forzare la comunicazione, rispettando il suo bisogno di spazio. È importante che lui possa vedere che il suo affetto è reale e non condizionato da fattori esterni. Un ascolto profondo senza giudizio potrebbe aiutarlo a sentirsi accolto in ciò che sta vivendo. Se desidera elaborare ulteriormente questa situazione e trovare un modo per affrontare in modo costruttivo le sue emozioni, non esiti a contattarmi.
Sarò qui per offrirle uno spazio sicuro in cui sentirsi compresa e sostenuta.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Cara Concetta,

mi dispiace molto per la situazione che stai vivendo, perché è evidente quanto questo rapporto fosse per te significativo. Da quello che racconti, il tuo collega ha vissuto il trasferimento e il distacco in modo molto doloroso, interpretandolo come una mancanza di sostegno nei suoi confronti. Spesso, in situazioni di conflitto e di cambiamento, le persone possono provare emozioni intense come il senso di abbandono o il risentimento, portandole a chiudersi per proteggersi.

È possibile che lui abbia sviluppato un'interpretazione degli eventi molto diversa dalla tua, vedendo il mancato supporto come una sorta di tradizione. Purtroppo, quando le percezioni sono così distanti, può diventare difficile trovare un punto d'incontro senza un dialogo sincero e aperto, che però sembra non essere al momento possibile.

Se il tuo desiderio è davvero quello di ricucire il rapporto, l'unica cosa che puoi fare è rispettare il suo stato d'animo ei suoi tempi, lasciandogli spazio ma facendogli sapere che sei disponibile se mai vorrà riaprire un contatto. A volte, però, dobbiamo accettare che non tutto dipende da noi e che alcune relazioni, per quanto preziose, possono prendere strade diverse.

Per comprendere meglio le dinamiche di questa situazione e trovare il modo più sano per gestire i tuoi sentimenti in merito, sarebbe utile e consigliato approfondire con uno specialista.

DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Dott.ssa Raffaella Tardi
Psicologo, Psicologo clinico
Acerra
Ciao Concetta, mi arriva tutta la tua amarezza per una relazione che per te ha avuto un grande valore e che ora sembra irrimediabilmente compromessa. Il dolore che provi è comprensibile, perché quando c'è stato un legame profondo è difficile accettare che l’altro scelga di allontanarsi, soprattutto senza un confronto aperto e sereno.

Da quello che racconti, il tuo collega sta vivendo questa rottura con una visione diversa dalla tua. Sembra che per lui il rapporto non fosse solo fatto di affetto e momenti condivisi, ma anche di un riconoscimento concreto nei momenti difficili. Il suo dolore, espresso con durezza, nasce dal sentirsi lasciato solo proprio dalle persone che considerava più vicine. Questo non significa che tu abbia sbagliato qualcosa, ma che lui ha interpretato la situazione in un modo che ha cambiato la sua percezione del vostro legame.

Ora sei di fronte a un bivio: da un lato il tuo desiderio di ricucire, dall’altro il rispetto per la sua scelta di chiudere. Se dentro di te senti che vuoi provare ancora a tendere una mano, potresti farlo con un messaggio che non chieda nulla in cambio, ma che sia solo un’espressione sincera del tuo affetto, senza aspettative. Un semplice "Ci tengo a te e ci tengo a dirti che, nonostante tutto, il mio affetto resta lo stesso" potrebbe essere un modo per lasciare aperta una porta, senza spingere. Ma è anche importante accettare che lui possa non essere pronto o non voler più riavvicinarsi, e in quel caso l’unico gesto possibile è lasciarlo andare con il rispetto che merita la storia che avete condiviso. Anche questo può essere un atto d’amore.
Un abbraccio.
Dott.ssa Marina Bonadeni
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve, da quanto racconta il suo collega si è sentito tradito dal resto dei colleghi in quanto non supportato e difeso. E' comprensibile il suo rancore, ma bisognerebbe entrare meglio nel contesto, in quanto in un ambito lavorativo non sempre si possono rivendicare i propri punti di vista, nonché diritti, in quanto il rischio è quello di avere ripercussioni. Per ricucire lo strappo bisogna essere in due a volerlo e mi sembra che lei abbia già fatto i suoi passi. Sembrerebbe invece più urgente l'osservare il affiorare di un senso di colpa da riconoscere e su cui poter lavorare. In questo senso le suggerirei una terapia cognitivo comportamentale. Un cordiale saluto.
Dott.ssa Marina Bonadeni
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Concetta, comprendo quanto questa situazione le stia a cuore e quanto possa essere difficile accettare l'allontanamento di una persona con cui ha condiviso un rapporto di stima e affetto sincero. Il dolore che prova per questa distanza e il desiderio di ricucire il legame sono del tutto comprensibili, soprattutto considerando l'importanza che ha avuto per lei questa amicizia.

Dal suo racconto emerge come il suo collega abbia vissuto il passato lavorativo in modo molto intenso, percependo una mancanza di supporto che lo ha ferito profondamente. Le sue aspettative nei confronti di chi gli era vicino lo hanno portato a interpretare il silenzio o la mancata presa di posizione come una forma di abbandono o di mancanza di lealtà. È possibile che il suo allontanamento sia stato il risultato di una sofferenza non elaborata, piuttosto che di un reale disinteresse nei vostri confronti.

A volte, quando una persona si chiude in sé stessa e si irrigidisce in una posizione di dolore e risentimento, può diventare difficile raggiungerla, anche con le migliori intenzioni. Ha fatto un gesto molto significativo nel cercare di comunicare con lui, sia attraverso la lettera che con il messaggio di auguri, e questo dimostra il valore che dà al vostro legame. Tuttavia, se al momento lui non è disposto a riavvicinarsi, forse la cosa più saggia è rispettare i suoi tempi e lasciare che sia lui, eventualmente, a fare un passo quando sarà pronto.

Non è detto che il legame tra voi sia definitivamente spezzato, ma forzare un riavvicinamento potrebbe rischiare di alimentare ulteriore chiusura. Forse può essere utile per lei accettare che, al di là di quanto sia doloroso, alcune persone attraversano fasi in cui hanno bisogno di distanza per proteggersi dalle loro stesse ferite. Questo non significa che i sentimenti provati reciprocamente siano cancellati, ma semplicemente che, per ora, lui non è in grado di gestire quel rapporto come lo era un tempo.

Si conceda il diritto di sentire il dispiacere per questa perdita, ma non si colpevolizzi per qualcosa che non dipende interamente da lei. Se in futuro ci sarà spazio per un chiarimento, probabilmente avverrà in modo più naturale, quando lui sarà più disposto ad accoglierlo.

Dott. Luca Vocino
Dr. Fabio Ricardi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Mi sembra dal suo racconto che lei abbia ancora delle possibilità "per ricucire" che non ha ancora esplorato.Nella sua ultima lettera il suo ex collega e amico spiega molto bene i motivi della sua freddezza: ritiene che anche da parte di lei, e non solo da parte degli altri colleghi,sia mancato un impegno per difenderlo dall'emarginazione in cui il collega malevola voleva cacciarlo. Dicendo queste cose, il suo ex collega si è finalmente aperto.Se vuole "ricucire", deve mettersi in sintonia con tutto questo, per es. cercando di spiegare i motivi per cui lei non è intervenuta, o per lo meno non abbastanza.E se ritiene di aver mancato in qualcosa, ammetterlo sinceramente. Il suo ex collega deve essere ancora molto preso emotivamente da tutta la vicenda. Un augurio di buon Natale, per quanto sia un buon pensiero, non riesce a sciogliere il senso di offesa che questa persona evidentemente sente ancora.
Dott.ssa Francesca Casolari
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
salve, da qui si nota la mancanza di autonomia emotiva e verbale del proprio collega, poichè riporta in lei tutto il fardello della non comunicazione e di azione del proprio collega della situazione lavorativa e per non farlo pesare a se stesso, lo fa pesare a lei, con comportamenti evitanti nei suoi confronti. Ed è difficile ricucire un rapporto se lui in primis non cambia questa difficoltà interna.
Ciao Concetta,
Capisco perfettamente quanto questa situazione ti stia facendo soffrire. Quando una relazione che è stata importante, fondata sulla stima e sull'affetto, subisce un cambiamento improvviso, il disorientamento e la tristezza sono reazioni naturali. Soprattutto quando non riusciamo a comprendere pienamente le motivazioni dietro il comportamento di una persona a cui teniamo molto.
Da quello che racconti, sembra che il tuo collega stia attraversando un periodo di difficoltà emotiva e relazionale che ha influenzato il suo comportamento verso di te e gli altri. Le sue parole, in particolare quella riguardante la "mancanza di presa di posizione" nei suoi confronti e il fatto che non vi siate opposti a chi lo emarginava, rivelano che lui potrebbe sentirsi tradito o abbandonato. La sua reazione potrebbe essere un modo per proteggere se stesso da un dolore che, probabilmente, associa alla fine della sua esperienza lavorativa e alla difficoltà di sentirsi supportato.
La sensazione di non essere apprezzato materialmente, e la richiesta di un gesto concreto di sostegno, sono segnali che indicano un bisogno di conferme e di sostegno che non è stato soddisfatto come si aspettava. Le persone, quando si trovano in difficoltà, spesso reagiscono in modo difensivo e a volte, se il supporto che cercano non arriva nel modo che desiderano, si sentono deluse e disilluse. Questo potrebbe spiegare il cambiamento nel suo comportamento e la sua chiusura.
Dall'altra parte, la tua frustrazione e il tuo dolore per non essere riuscita a mantenere quella connessione affettuosa è altrettanto comprensibile. Quando una persona a cui teniamo ci allontana senza spiegazioni chiare, è difficile non sentirsi inadeguati o incapaci di "aggiustare" la situazione.
Se senti che il desiderio di ricucire il rapporto è ancora presente, un passo che potresti fare è rispondere con empatia alla sua visione delle cose. Potresti scrivergli una lettera o un messaggio che riconosca il suo dolore e la sua frustrazione, senza accusarlo, ma piuttosto mostrando comprensione per la sua posizione. Riconoscere il suo punto di vista potrebbe aiutarlo a sentirsi visto e ascoltato, e magari a riaprire uno spazio per una comunicazione più sincera.
Tuttavia, è anche importante che tu rispetti i tuoi limiti e le tue emozioni. Se lui continua a essere evitante, potrebbe essere il momento di accettare che, per quanto tu possa volere ricucire, il cambiamento non dipende solo da te. In alcuni casi, è necessario fare i conti con l'impossibilità di ripristinare un legame che è stato compromesso, anche se è doloroso.
In ogni caso, prenditi il tempo per riflettere su ciò che questa relazione ti ha insegnato e su come poter gestire simili situazioni in futuro. Le dinamiche relazionali sono complesse, ma ognuna di esse ci offre l’opportunità di crescere emotivamente.
Ti auguro di trovare serenità e chiarezza in questa situazione, e di sentire che, qualunque sia l'esito, il tuo impegno e il tuo affetto siano sempre validi, anche se non sempre ricambiati come sperato.
Dott.ssa Laura Messina
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Salve Concetta, la situazione che descrive è sicuramente complessa e densa di emozioni. È evidente quanto tenga a questa persona e quanto la distanza emotiva che si è creata tra voi la stia facendo soffrire. Quando le relazioni significative mutano improvvisamente, è normale sentirsi confusi e disorientati. In questo caso, il collega sembra aver vissuto il periodo lavorativo in modo molto intenso, probabilmente con un vissuto di delusione e senso di abbandono che ha lasciato ferite profonde. Il suo sfogo evidenzia il bisogno di essere tutelato e sostenuto emotivamente, un bisogno che forse non è stato pienamente soddisfatto dal suo punto di vista.
Il risentimento che mostra e il suo atteggiamento evitante possono essere un modo per proteggersi dal dolore o dalla delusione. Può capitare che, di fronte a certe situazioni, alcune persone preferiscono chiudersi per evitare ulteriori sofferenze, anche se l'affetto di fondo rimane vivo.
Se desidera ricucire il rapporto, potrebbe essere utile rispettare i suoi tempi e il suo spazio, continuando a mostrarsi disponibile ma senza insistere. A volte, lasciare un canale di comunicazione aperto, anche con piccoli gesti non invasivi, può essere più efficace di un confronto diretto. Potrebbe anche riflettere sull'importanza di accettare i cambiamenti nelle relazioni e sulla possibilità che questo legame, pur rimanendo significativo, possa evolversi in una forma diversa.
In ogni caso, non sottovaluti l'impatto emotivo che questa situazione sta avendo su di lei. Parlarne con uno psicologo potrebbe aiutarla a elaborare meglio questa esperienza e a trovare strategie per affrontare il senso di perdita e la gestione delle relazioni complesse. Un caro saluto.
Buonasera Concetta, tu hai fatto tutto quello che era sotto il tuo controllo ossia contattarlo in tutti i modi, su di lui non si può avere nessun tipo di controllo purtroppo. Dobbiamo accettare, anche se è molto difficile, che le persone cambiano, ma questo non vuole dire che magari prima o poi ritorni nei suoi passi. Un saluto
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gentile Concetta buonasera,
Capisco il dispiacere, ma... cosa sta cercando davvero? Che lui torni com'era prima?
Secondo lei forse sarebbe utile riflettere su ciò che sta realmente accadendo dentro di lui?
È interessante come l’affetto possa essere percepito come “concreto” solo quando qualcuno si aspetta una risposta specifica.
Cosa pensa che stia cercando veramente da parte sua?
Sono a disposizione per consulenze su Bologna, Lecce ed anche online.

Un caro saluto,

Dr. Giorgio De Giorgi
Dott.ssa Ilenia Colasuonno
Psicologo, Psicologo clinico
Cerveteri
Ciao Concetta, comprendo molto bene la tua frustrazione e delusione. La situazione che descrivi è dolorosa perché coinvolge non solo un cambiamento nel comportamento del tuo ex collega, ma anche una serie di aspettative non soddisfatte che hanno portato a una rottura emotiva. Quando una persona si allontana improvvisamente, soprattutto dopo aver condiviso un legame profondo, può essere difficile capire le ragioni dietro a questo cambiamento e gestire il senso di colpa o di incomprensione che ne deriva.

Il fatto che lui abbia menzionato la mancanza di sostegno nei confronti della sua situazione lavorativa difficile indica che si è sentito tradito o non supportato da chi considerava vicino, e questo ha influenzato la sua percezione dei rapporti, compreso quello con te. Non è raro che una persona reagisca con rabbia o chiusura quando si sente abbandonata o non sufficientemente protetta, soprattutto se ci sono stati problemi interpersonali legati alla sua vita lavorativa.

La tua reazione iniziale, di esprimere delusione e frustrazione attraverso parole forti, potrebbe averlo ulteriormente allontanato, anche se comprensibile nel contesto di un forte dispiacere. A volte, una persona che sta attraversando un periodo di conflitto emotivo ha bisogno di più tempo per elaborare i suoi sentimenti e affrontare la situazione in modo diverso. La mancanza di risposte potrebbe significare che, per ora, non è pronto o disposto ad aprirsi di nuovo.

Per cercare di ricucire questo rapporto, sarebbe utile partire dalla comprensione del suo punto di vista. Forse il passo migliore potrebbe essere un tentativo di riavvicinamento più delicato, che dimostri sincerità e comprensione, ma senza forzare o pressare per una risposta immediata. Potresti riflettere su come mostrare empatia verso la sua esperienza, anche se difficile, senza metterlo sotto pressione. Un messaggio che faccia sentire che, indipendentemente da ciò che è accaduto, tu comprendi il suo dolore e sei disposta ad ascoltarlo potrebbe aprire una porta al dialogo, ma senza aspettarti troppo in cambio.

Infine, ricordati che, sebbene tu possa desiderare di recuperare il rapporto, non possiamo sempre controllare la risposta degli altri. Se lui non è pronto o non desidera più continuare la relazione, è importante rispettare i suoi tempi e i suoi sentimenti, anche se ciò è doloroso. La chiusura può anche essere un'opportunità per te di riflettere su come puoi mantenere l'affetto per lui, pur rispettando la sua scelta di allontanarsi.

In ogni caso, se senti che questa situazione ti sta pesando molto, parlare con un terapeuta potrebbe darti degli strumenti per affrontare i tuoi sentimenti, capire meglio le dinamiche della relazione e come gestire il dispiacere.
Dott.ssa Marina Corazzi
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Roma
Buongiorno Concetta, penso che lei abbia fatto tutto il possibile per riallacciare un rapporto interrotto. Però è necessario accettare e rispettare che l'altro non lo voglia fare.
Credo che lei possa lavorare sul motivo per il quale è così difficile lasciar andare.
La saluto e resto a disposizione.
Dott.ssa Marina Corazzi
Dott.ssa Giada Casumaro
Psicologo, Terapeuta, Professional counselor
Rovereto sulla Secchia
Buonasera, ci sono diverse azioni che potrebbe intraprendere per provare ad aprirsi nei suoi confronti senza però aspettarsi nulla. Non abbiamo potere sull'altro o sulle sue reazioni o sentimenti.
Se vuole rimango a disposizione per capire meglio i suoi sentimenti e aiutarla nel comunicare quello che sente e vorrebbe, accettando che l'altro possa non risponderle o decidere di riallacciare i rapporti. sicuramente anche questa persona avrà avuto un periodo difficile come il suo, diverso almeno.
Rimango a disposizione per qualunque cosa,
Dott.ssa Giada Casumaro
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, credo che ciò che è accaduto abbia ferito entrambi per ragioni diverse. Il collega/amico di cui parla si è probabilmente sentito poco tutelato e questo lo ha molto colpito. Dall'altro canto c'è lei che credo, non avesse tale intenzione, e non si immaginava tutto questo. Detto questo lei sicuramente può spiegare al suo amico come si sente, e che le dispiace, ma se questa persona non vuole più ricucire il rapporto, lei potrà anche metter il filo ma se l'altro non da l'ago non si ricuce molto. Può comunicare ma non può obbligare. Ad un certo punto le toccherà accettare quello che c'è. Quello che c'è non cancella il passato, ci dice solo che oggi le cose sono diverse. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Simona Vanetti
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Salve Concetta. Grazie per aver condiviso questa tua esperienza di vita. Gli ambienti lavorativi spesso portano a dinamiche di relazione non sempre semplice da comprendere e gestire. Sopratutto quando si è dentro e si è coinvolti. Se dal punto di vista lavorativo è comprensibile la tua posizione, ossia avere ottimi rapporti con tutti e con tutte così da poter lavorare con tranquillità, dal punto di vista del codice dell'amicizia e dell'affetto ci si potrebbe aspettare qualcosa di diverso, ossia prendere posizione di fronte a delle ingiustizie che l'amico collega vive. La persona di cui parli è stato molto chiaro e sincero nel dirti che cosa si aspettava. E questo è prezioso. Probabilmente lui ha messo davanti a tutto fra di voi il codice dell'amicizia per come lui lo intende, piuttosto che quello del collega di lavoro. In questo momento lui è ferito e comprendere lo spazio in cui è può essere il primo passo per provare a trovare un nuovo modo di starvi vicini. Ogni amicizia funziona quando è bilaterale e reciproca. Per questo occorre che ci sia l'intento da parte di entrambi. Su questo tu non puoi avere controllo. Però puoi comportarti come vorresti agisse un vero amico con te. E se non arriverà la risposta che ti aspetti da lui, stai certa che la dedizione che dai tornerà a te comunque, anche se magari sotto forma di un altro rapporto. Ti auguro il meglio. Un caro saluto. Dott.ssa Simona Vanetti
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Cara Concetta,

Comprendo la sua frustrazione e il desiderio di recuperare un'amicizia preziosa. Il comportamento del suo ex collega sembra dettato da un profondo senso di delusione e tradimento. Le sue aspettative di un intervento a suo favore, e il sentirsi "ignavi", rivelano un dolore significativo.
Dott.ssa Angela Borgese
Psicologo, Psicologo clinico
Gravina di Catania
Buonasera, nel suo racconto emerge una cosa chiara: ciò che oggi la fa soffrire non è solo la distanza del suo collega, ma il fatto che lui le attribuisca un posto che lei non sapeva di occupare. Si aspettava un gesto, una presa di posizione, un “schierarsi” in suo nome. E quando questo non è avvenuto, la ferita che ha sentito ha chiuso il rapporto.
Non è detto che questo parli dell’affetto che provava per voi, ma del suo modo di vivere il legame: come qualcosa che va difeso anche sul piano simbolico, quasi come una prova di lealtà.
Il punto è che questa aspettativa era nella sua testa — non in ciò che voi avevate effettivamente promesso o concordato.
Per questo oggi ogni tentativo di ricucire sembra cadere nel vuoto: lui resta agganciato alla sua lettura della storia.
In questi casi non si tratta di “insistere” o trovare le parole giuste, ma di accettare che l’altro ha scelto una posizione che non dipende più da ciò che lei fa o dice.
Il lavoro da fare è piuttosto sul suo lato: capire perché sente così forte il bisogno di recuperare questo legame e perché fatica a lasciare che l’altro abbia la sua scelta, anche quando è dolorosa.

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