Salve, soffro di langinofobia a periodi: diversi anni fa non sono riuscita a mangiare granche per
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Salve,
soffro di langinofobia a periodi: diversi anni fa non sono riuscita a mangiare granche per 2 settimane per questa mia paura ma poi mi sono riregolata, non ricordo bene come.
La scorsa settimana questo disturbo è tornato, e putroppo mi trovo in difficoltà a mangiare granchè, sto inserendo solo preparati liquidi o estratti di frutta e verdura.
Vado da una psicologa da diversi anni per gestire i miei problemi di ansia, e questo periodo è stato molto difficile per me quindi il mio stress e la depressione sono tornati alla carica.
Purtroppo razionalmente cerco di aiutarmi ad uscirne ma non vedo molti risultati. Ho proprio una fobia di soffocare, causata anche da un trauma di diversi anni fa.
Non so a quale specialista rivolgermi per trovare aiuto ma avrei proprio bisogno di capire come muovermi. Ho ovviamente contattato anche la mia dottoressa di base ma ad ora mi sento abbastanza disperata e vorrei avere pareri diversi su come fare. Potreste darmi qualche indicazione?
Grazie.
soffro di langinofobia a periodi: diversi anni fa non sono riuscita a mangiare granche per 2 settimane per questa mia paura ma poi mi sono riregolata, non ricordo bene come.
La scorsa settimana questo disturbo è tornato, e putroppo mi trovo in difficoltà a mangiare granchè, sto inserendo solo preparati liquidi o estratti di frutta e verdura.
Vado da una psicologa da diversi anni per gestire i miei problemi di ansia, e questo periodo è stato molto difficile per me quindi il mio stress e la depressione sono tornati alla carica.
Purtroppo razionalmente cerco di aiutarmi ad uscirne ma non vedo molti risultati. Ho proprio una fobia di soffocare, causata anche da un trauma di diversi anni fa.
Non so a quale specialista rivolgermi per trovare aiuto ma avrei proprio bisogno di capire come muovermi. Ho ovviamente contattato anche la mia dottoressa di base ma ad ora mi sento abbastanza disperata e vorrei avere pareri diversi su come fare. Potreste darmi qualche indicazione?
Grazie.
Salve, il sintomo ansioso che in lei prende la forma di langinofobia si autogenera fin tanto che la condizione emotiva sottostante non cambia. Come tutti i sintomi ha un andamento non lineare ma risponde al tipo di stabilità emotiva che di volta in volta si genera nel corso dell'esistenza.
Se è in terapia prosegua e riporti i suoi vissuti alla psicologa.
Dott.ssa Camilla Ballerini
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Buongiorno, se veramente ha un'origine traumatica potrebbe essere trattato con l'EMDR, che è una tecnica apposita, che funziona molto bene in questi casi. Ad oggi è il trattamento di elezione per il disturbo post traumatico da stress, ma permette di affrontare anche eventi meno traumatici oggettivamente ma che lo rimangono soggettivamente. Sfrutta un meccanismo neurofisiologico già esistente che entra in gioco normalmente durante i sogni.
Buonasera ,ne parli con la sua terapeuta.Potrebbe provare la tecnica EMDR ,funziona per disturbo post traumatico da stress.Un caro augurio Dottssa Luciana Harari
Buonasera, un disagio che prende la sfera relazionale. La difficoltà di poter mangiare è sicuramente invalidante. Mi chiedo come mai parla di psicologa, ovviamente le direi di affrontare una psicoterapia ma forse lo sta già facendo. Avrei tante domande da farle, prende dei farmaci? Se vuole mi rendo disponibile per un confronto costruttivo. Saluti dott.ssa Maria Lombardo
Salve, dalla lettura della sua nota emerge che lei "Vado da una psicologa da diversi anni" pertanto può essere sicuramente una buona possibilità analizzare con questa professionista i temi che condivide. Questa professionista sicuramente avrà una visione approfondita della sua situazione certamente molto più dettagliata rispetto a quella che si ricava dai pochi dati che emergono nella sua nota. Ora se decide di scrivere su un sito dove rispondono degli specialisti in psicoterapia sicuramente avrà delle buone ragioni ma nonostante questo è utile per lei ed il vostro lavoro parlare di questi temi con il suo attuale terapeuta. Ovviamente lei è libera di fare le sue scelte e queste devono essere rispettate. Un cordiale saluto
Gentile utente,
Può sicuramente parlarne con la sua psicoterapeuta, anche per chiederle un’indicazione rispetto a cos’altro si può fare per gestire al meglio questa fobia (es. una maggiore frequenza delle sedute di psicoterapia se la sua angoscia si è intensificata in questo periodo, l’invio da uno psichiatra per un eventuale trattamento anche farmacologico o ad un altro professionista psicologo per l’apprendimento di tecniche psicocorporee di rilassamento o altro).
Forse potrebbe essere utile riflettere sul momento in cui questa specifica angoscia si intensifica: perché ora? La sua fobia va e torna per conto proprio? E’ un momento particolare in cui nella sua vita sta succedendo qualcosa di nuovo o di specifico? Spero possa essere uno spunto di riflessione.
Un caro saluto,
dott.ssa Adelina Detcheva
Può sicuramente parlarne con la sua psicoterapeuta, anche per chiederle un’indicazione rispetto a cos’altro si può fare per gestire al meglio questa fobia (es. una maggiore frequenza delle sedute di psicoterapia se la sua angoscia si è intensificata in questo periodo, l’invio da uno psichiatra per un eventuale trattamento anche farmacologico o ad un altro professionista psicologo per l’apprendimento di tecniche psicocorporee di rilassamento o altro).
Forse potrebbe essere utile riflettere sul momento in cui questa specifica angoscia si intensifica: perché ora? La sua fobia va e torna per conto proprio? E’ un momento particolare in cui nella sua vita sta succedendo qualcosa di nuovo o di specifico? Spero possa essere uno spunto di riflessione.
Un caro saluto,
dott.ssa Adelina Detcheva
Gentile paziente,
dopo aver escluso cause organiche, è necessario ricorrere al trattamento d’elezione dell’anginofobia: la psicoterapia. Tra i diversi modelli di psicoterapia, la Psicoterapia Breve Strategica rappresenta un modello d’intervento particolarmente efficace nel trattamento dei disturbi fobici e ossessivi in generale, e nel caso specifico nella cura dell’anginofobia sia in pazienti adulti che bambini, in quest’ultimo caso attraverso una terapia indiretta.
A partire dalla prima seduta sarà necessario capire come si presenta il problema: Se presenta una serie di pensieri con componente ossessiva legati al cibo e al momento del pasto? se vi è un vissuto di terrore rispetto a ciò che potrebbe accadere a seguito della deglutizione da trasformare il pasto in qualcosa di rigidamente strutturato e iper-controllato o il momento del pranzo/cena avviene naturalmente? I momenti precedenti al pasto sono vissuti con ansia anticipatoria o con naturalezza? L'aver eliminato i cibi come carne, pasta la fa stare bene o male? Nel tempo la paura è aumentata o diminuita? la sua paura si è estesa anche verso nuovi alimenti che in precedenza erano ritenuti sicuri? L'aver cambiato la sua alimentazione ha influito o meno sulla sua vita sociale? La sua fobia probabilmente sta peggiorando drammaticamente la sua vita sociale oltre che la sua salute, questo perché Spesso la paura di un male ci conduce ad un male peggiore (N. Boileau).
Rispetto ad un disturbo fortemente impedente e pervasivo come questo, che può avere preoccupanti ricadute sulla possibilità di nutrirsi, la caratteristica di efficienza di una psicoterapia (capacità di ottenere risultati in tempi ragionevolmente brevi, ovvero mesi e non anni) e quella di efficacia (capacità del modello di risoluzione del problema e mantenimento dei risultati nel tempo) sono un requisito di primaria importanza perché rappresentano la possibilità per il paziente di tornare ad alimentarsi e riappropriarsi della propria vita, per questo le consiglio un approccio breve strategico, che le permetterà di ottenere dei cambiamenti significativi entro 10 sedute,
a disposizione.
Saluti.
dr. Germi
dopo aver escluso cause organiche, è necessario ricorrere al trattamento d’elezione dell’anginofobia: la psicoterapia. Tra i diversi modelli di psicoterapia, la Psicoterapia Breve Strategica rappresenta un modello d’intervento particolarmente efficace nel trattamento dei disturbi fobici e ossessivi in generale, e nel caso specifico nella cura dell’anginofobia sia in pazienti adulti che bambini, in quest’ultimo caso attraverso una terapia indiretta.
A partire dalla prima seduta sarà necessario capire come si presenta il problema: Se presenta una serie di pensieri con componente ossessiva legati al cibo e al momento del pasto? se vi è un vissuto di terrore rispetto a ciò che potrebbe accadere a seguito della deglutizione da trasformare il pasto in qualcosa di rigidamente strutturato e iper-controllato o il momento del pranzo/cena avviene naturalmente? I momenti precedenti al pasto sono vissuti con ansia anticipatoria o con naturalezza? L'aver eliminato i cibi come carne, pasta la fa stare bene o male? Nel tempo la paura è aumentata o diminuita? la sua paura si è estesa anche verso nuovi alimenti che in precedenza erano ritenuti sicuri? L'aver cambiato la sua alimentazione ha influito o meno sulla sua vita sociale? La sua fobia probabilmente sta peggiorando drammaticamente la sua vita sociale oltre che la sua salute, questo perché Spesso la paura di un male ci conduce ad un male peggiore (N. Boileau).
Rispetto ad un disturbo fortemente impedente e pervasivo come questo, che può avere preoccupanti ricadute sulla possibilità di nutrirsi, la caratteristica di efficienza di una psicoterapia (capacità di ottenere risultati in tempi ragionevolmente brevi, ovvero mesi e non anni) e quella di efficacia (capacità del modello di risoluzione del problema e mantenimento dei risultati nel tempo) sono un requisito di primaria importanza perché rappresentano la possibilità per il paziente di tornare ad alimentarsi e riappropriarsi della propria vita, per questo le consiglio un approccio breve strategico, che le permetterà di ottenere dei cambiamenti significativi entro 10 sedute,
a disposizione.
Saluti.
dr. Germi
Gentile utente di mio dottore,
la sintomatologia da lei descritta esprime un disturbo di ansia specifico. Come tutti i disturbi d ansia può esser trattato attraverso la combinazione di farmacoterapia e psicoterapia. I farmaci potrebbero allentare la morsa del malessere sino a che la sintomatologia si presenterà in forma acuta, mentre la psicoterapia le consentirebbe di guardare ad benessere più a lungo termine. Continui il percorso cominciato, vedrà che insieme ad un buon trattamento farmacologico le consentirà di star meglio e di vivere più serenamente.
Cordiali saluti.
Dottor Diego Ferrara
la sintomatologia da lei descritta esprime un disturbo di ansia specifico. Come tutti i disturbi d ansia può esser trattato attraverso la combinazione di farmacoterapia e psicoterapia. I farmaci potrebbero allentare la morsa del malessere sino a che la sintomatologia si presenterà in forma acuta, mentre la psicoterapia le consentirebbe di guardare ad benessere più a lungo termine. Continui il percorso cominciato, vedrà che insieme ad un buon trattamento farmacologico le consentirà di star meglio e di vivere più serenamente.
Cordiali saluti.
Dottor Diego Ferrara
Buongiorno, questo tipo di problematiche hanno decorsi instabili e possono ripresentarsi in modo più importante durante alcuni periodi della nostra vita. Ovviamente è il sintomo di qualcosa di più " nascosto " ed è proprio lì che bisogna intervenire per risolvere il sintomo ma le assicuro che un buon percorso psicologico, accompagnato dalle dovute tecniche del caso, risolvono con certezza il suo problema. Saluti. Professor Antonio Popolizio
Cara utente, capisco i sentimenti che può provare adesso ma il sintomo le vuole dire qualcosa. Si dia la possibilità di ascoltarlo in terapia e vedrà che piano piano migliorerà. è sulla strada giusta. Un saluto
Dott.ssa Antonella Abate
Dott.ssa Antonella Abate
Salve. Nella mia esperienza, nelle problematiche come la sua, oltre a un vissuto d'ansia, spesso è presente una disfunzione deglutitoria con eccessiva tensione di alcuni gruppi muscolari e poca tonicità di altri. Io integro il lavoro psicoterapeutico per il vissuto d'ansia con esercizi mirati a riequilibrare la funzionalità muscolare a livello deglutitorio. Distinti saluti
Gentile utente, se sente di essere sopraffatta da questa fobia, potrebbe essere utile accompagnare alla psicoterapia una terapia farmacologica (può rivolgersi ad uno psichiatra o neuropsichiatra), in modo da acuire la fase acuta, e riuscire a seguire meglio anche la psicoterapia. Cordiali saluti Dott.ssa Papi
Buonasera,
come altri colleghi anch’io mi sento di consigliarLe la terapia EMDR. Se all’origine della Sua difficoltà vi è il trauma a cui accenna, allora la sua rielaborazione consentirebbe di risolvere i disagi e i sintomi da esso derivati.
La terapia EMDR si distingue per la rapidità dei cambiamenti innescati, rilevabili già dopo qualche seduta.
Per ulteriori informazioni e per trovare un terapeuta esperto nel campo, può consultare il sito dell’Associazione per l’EMDR in Italia.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Sara Tezza
come altri colleghi anch’io mi sento di consigliarLe la terapia EMDR. Se all’origine della Sua difficoltà vi è il trauma a cui accenna, allora la sua rielaborazione consentirebbe di risolvere i disagi e i sintomi da esso derivati.
La terapia EMDR si distingue per la rapidità dei cambiamenti innescati, rilevabili già dopo qualche seduta.
Per ulteriori informazioni e per trovare un terapeuta esperto nel campo, può consultare il sito dell’Associazione per l’EMDR in Italia.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Sara Tezza
Buongiorno, per le fobie la terapia più indicata è la psicoterapia cognitivo comportamentale.
Cerchi uno specialista che possa aiutarla qui sul portale.
Dott Tealdi
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Buongiorno, intanto mi dispiace per il suo forte disagio in questo particolare periodo, la scelta di andare da uno psicoterapeuta è difficile ma giusto perchè è il primo passo per prendere consapevolezza del problema e la volontà di risolverlo. Per quanto riguarda la sua fobia mi trovo d'accordo con i colleghi psicoterapeuti di un approccio cognitivo comportamentale che si basa sul concetto che le risposte comportamentali ed emotive sono fortemente influenzate da idee, pensieri, convinzioni e credenze relative agli eventi del vissuto. La psicoterapia cognitivo comportamentale fornisce gli strumenti per individuare gli schemi distorti di ragionamento e d'interpretazione della realtà, quindi li integra con pensieri e convinzioni funzionali e positive. Di queste sue ansie ne parli con la sua psicologa che sicuramente saprà aiutarla e se non si sentirà accolta e se riterrà necessario cambiare psicoterapeuta si senta libera di farlo. Le auguro che presto riesca a risolvere questo suo problema per qualsiasi chiarimento mi rendo disponibile Dottoressa Onofri
Buonasera, è essenziale che lei prosegua con un trattamento psicoterapeutico, potrebbe rivolgersi ad un professionista che pratichi emdr.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Mi dispiace che stia attraversando questo periodo difficile. La sua situazione sembra essere legata a un disturbo fobico che si è manifestato in momenti di forte stress e ansia, e non è raro che questo tipo di paura si acutizzi in situazioni di disagio emotivo. La Terapia Breve Strategica potrebbe essere molto utile in questi casi, poiché si concentra sulla risoluzione rapida del problema, lavorando direttamente sulla paura di soffocare attraverso un approccio pratico e mirato. Il terapeuta potrebbe aiutarla a modificare il suo comportamento automatico, legato al cibo e alla paura, attraverso tecniche mirate a interrompere il ciclo di ansia e a ripristinare un rapporto più sereno con l'alimentazione. Inoltre, potrebbe essere utile approfondire con uno specialista come uno psicoterapeuta esperto in fobie e traumi, per lavorare anche sulle radici emotive di questa paura.
Salve,
grazie per aver condiviso la sua esperienza con tanta franchezza. Capisco quanto possa essere difficile gestire la langinofobia, soprattutto in un periodo di elevato stress e ansia. Le sue preoccupazioni sono assolutamente valide e affrontarle è un passo importante verso il miglioramento del suo benessere.
Comprendere la Langinofobia
La langinofobia, ovvero la paura di soffocare, è una fobia specifica che può avere un impatto significativo sulla qualità della vita, influenzando l'alimentazione e generando ansia. La sua esperienza passata e il trauma subito possono aver contribuito a rafforzare questa paura, rendendo difficile il superamento del disturbo.
Approccio Terapeutico
Terapia Cognitivo-Interpersonale: questa forma di terapia si concentra sulle interazioni e sulle relazioni interpersonali, esplorando come i problemi di ansia e stress si manifestano nelle relazioni quotidiane. Il terapeuta può aiutarla a identificare i pattern relazionali che contribuiscono alla sua fobia e a sviluppare strategie per modificarli.
Esposizione Graduale: l'esposizione graduale consiste nell'affrontare la paura in modo controllato e progressivo. Inizialmente, potrebbe essere utile lavorare su esercizi di respirazione e tecniche di rilassamento. Successivamente, si può passare a esporsi in modo graduale alle situazioni che scatenano la paura, sempre con il supporto professionale.
Mindfulness e Tecniche di Rilassamento: praticare la mindfulness e tecniche di rilassamento come la meditazione guidata o la respirazione diaframmatica può aiutarla a gestire meglio l'ansia e lo stress quotidiano. Queste tecniche possono essere integrate nella sua routine quotidiana per migliorare il suo benessere generale.
Supporto Nutrizionale: dato che attualmente si trova in difficoltà a mangiare cibi solidi, potrebbe essere utile consultare un nutrizionista. Questo specialista può aiutarla a pianificare una dieta bilanciata con preparati liquidi e a introdurre gradualmente cibi solidi in modo sicuro e controllato.
Strategie di Auto-Aiuto
Oltre al supporto che già sta ricevendo, può essere utile adottare alcune strategie di auto-aiuto per gestire meglio la fobia e l'ansia:
Tecniche di Respirazione: Esercizi di respirazione profonda possono aiutare a calmare la mente e ridurre i sintomi di ansia.
Attività Fisica: l'attività fisica regolare può contribuire a ridurre lo stress e migliorare l'umore generale.
Supporto Sociale: parlare con persone di fiducia delle sue paure e preoccupazioni può offrirle un ulteriore sostegno emotivo.
Conclusione
Affrontare la langinofobia richiede tempo e pazienza, ma con il giusto supporto è possibile fare progressi significativi. La invito a continuare a lavorare con la sua psicologa e a considerare l'idea di integrare altre forme di supporto professionale. Ogni passo avanti, per quanto piccolo, è un successo verso il raggiungimento del suo benessere.
Le auguro il meglio nel suo percorso di guarigione.
Cordiali saluti.
grazie per aver condiviso la sua esperienza con tanta franchezza. Capisco quanto possa essere difficile gestire la langinofobia, soprattutto in un periodo di elevato stress e ansia. Le sue preoccupazioni sono assolutamente valide e affrontarle è un passo importante verso il miglioramento del suo benessere.
Comprendere la Langinofobia
La langinofobia, ovvero la paura di soffocare, è una fobia specifica che può avere un impatto significativo sulla qualità della vita, influenzando l'alimentazione e generando ansia. La sua esperienza passata e il trauma subito possono aver contribuito a rafforzare questa paura, rendendo difficile il superamento del disturbo.
Approccio Terapeutico
Terapia Cognitivo-Interpersonale: questa forma di terapia si concentra sulle interazioni e sulle relazioni interpersonali, esplorando come i problemi di ansia e stress si manifestano nelle relazioni quotidiane. Il terapeuta può aiutarla a identificare i pattern relazionali che contribuiscono alla sua fobia e a sviluppare strategie per modificarli.
Esposizione Graduale: l'esposizione graduale consiste nell'affrontare la paura in modo controllato e progressivo. Inizialmente, potrebbe essere utile lavorare su esercizi di respirazione e tecniche di rilassamento. Successivamente, si può passare a esporsi in modo graduale alle situazioni che scatenano la paura, sempre con il supporto professionale.
Mindfulness e Tecniche di Rilassamento: praticare la mindfulness e tecniche di rilassamento come la meditazione guidata o la respirazione diaframmatica può aiutarla a gestire meglio l'ansia e lo stress quotidiano. Queste tecniche possono essere integrate nella sua routine quotidiana per migliorare il suo benessere generale.
Supporto Nutrizionale: dato che attualmente si trova in difficoltà a mangiare cibi solidi, potrebbe essere utile consultare un nutrizionista. Questo specialista può aiutarla a pianificare una dieta bilanciata con preparati liquidi e a introdurre gradualmente cibi solidi in modo sicuro e controllato.
Strategie di Auto-Aiuto
Oltre al supporto che già sta ricevendo, può essere utile adottare alcune strategie di auto-aiuto per gestire meglio la fobia e l'ansia:
Tecniche di Respirazione: Esercizi di respirazione profonda possono aiutare a calmare la mente e ridurre i sintomi di ansia.
Attività Fisica: l'attività fisica regolare può contribuire a ridurre lo stress e migliorare l'umore generale.
Supporto Sociale: parlare con persone di fiducia delle sue paure e preoccupazioni può offrirle un ulteriore sostegno emotivo.
Conclusione
Affrontare la langinofobia richiede tempo e pazienza, ma con il giusto supporto è possibile fare progressi significativi. La invito a continuare a lavorare con la sua psicologa e a considerare l'idea di integrare altre forme di supporto professionale. Ogni passo avanti, per quanto piccolo, è un successo verso il raggiungimento del suo benessere.
Le auguro il meglio nel suo percorso di guarigione.
Cordiali saluti.
Buonasera,
da come scrive è già seguita da una psicoterapeuta da diversi anni. Mi chiedo se è riuscita a parlarne con lei di queste ricadute in quanto potrebbe essere utile. Il trauma passato sarà stato trattato, ma probabilmente ha bisogno di essere approfondito. La paura di soffocare mentre deglutisce, probabilmente è legato ad un blocco esofageo e limita tutte le sue funzioni naturali. Un lavoro psico-corporeo potrebbe essere indicato per sentire, diventare consapevoli e regolare quella paura che ad oggi la blocca. L'analisi bioenergetica lavora sul respiro e sui blocchi psico-corporei.
Dott.ssa Virginia Mancini
da come scrive è già seguita da una psicoterapeuta da diversi anni. Mi chiedo se è riuscita a parlarne con lei di queste ricadute in quanto potrebbe essere utile. Il trauma passato sarà stato trattato, ma probabilmente ha bisogno di essere approfondito. La paura di soffocare mentre deglutisce, probabilmente è legato ad un blocco esofageo e limita tutte le sue funzioni naturali. Un lavoro psico-corporeo potrebbe essere indicato per sentire, diventare consapevoli e regolare quella paura che ad oggi la blocca. L'analisi bioenergetica lavora sul respiro e sui blocchi psico-corporei.
Dott.ssa Virginia Mancini
Salve, la fobia di soffocare può essere particolarmente invalidante, soprattutto quando legata a un evento traumatico. In questi casi, oltre a un lavoro sul contenimento dell’ansia, può essere utile una rielaborazione più profonda dell'esperienza traumatica che l’ha innescata. L’approccio EMDR, ad esempio, è particolarmente indicato nel trattamento di fobie specifiche con una radice traumatica, perché lavora direttamente sulle memorie disturbanti, aiutando a ridurre la carica emotiva associata.
Anche la psicoterapia umanistica può offrire strumenti importanti per accogliere e dare voce alle emozioni che sta vivendo, aiutandola a riscoprire le sue risorse interiori in un momento di forte vulnerabilità. Potrebbe valutare, se già non lo sta facendo, di affiancare al lavoro con la sua psicologa delle sedute più focalizzate su questi aspetti specifici, magari con un terapeuta formato in EMDR. Nel frattempo, le pratiche di Mindfulness possono rappresentare un aiuto nel regolare l’ansia, ridurre l’ipercontrollo e ritrovare fiducia nella propria esperienza corporea, senza cercare di forzarla. È importante che non affronti questa difficoltà da sola: il supporto di un* psicologo psicoterapeuta esperto in disturbi d’ansia e fobie potrebbe aiutarla a impostare un percorso mirato. Infine, nel caso la restrizione alimentare dovesse proseguire ancora a lungo o peggiorare, le suggerisco di confrontarsi anche con uno psichiatra, in accordo con la sua dottoressa, per valutare se sia il caso di integrare un supporto farmacologico. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Anche la psicoterapia umanistica può offrire strumenti importanti per accogliere e dare voce alle emozioni che sta vivendo, aiutandola a riscoprire le sue risorse interiori in un momento di forte vulnerabilità. Potrebbe valutare, se già non lo sta facendo, di affiancare al lavoro con la sua psicologa delle sedute più focalizzate su questi aspetti specifici, magari con un terapeuta formato in EMDR. Nel frattempo, le pratiche di Mindfulness possono rappresentare un aiuto nel regolare l’ansia, ridurre l’ipercontrollo e ritrovare fiducia nella propria esperienza corporea, senza cercare di forzarla. È importante che non affronti questa difficoltà da sola: il supporto di un* psicologo psicoterapeuta esperto in disturbi d’ansia e fobie potrebbe aiutarla a impostare un percorso mirato. Infine, nel caso la restrizione alimentare dovesse proseguire ancora a lungo o peggiorare, le suggerisco di confrontarsi anche con uno psichiatra, in accordo con la sua dottoressa, per valutare se sia il caso di integrare un supporto farmacologico. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
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