Salve ogni giorno mi capitano diverse cose: una sorta di brivido improvviso con irrigidimento delle
24
risposte
Salve ogni giorno mi capitano diverse cose: una sorta di brivido improvviso con irrigidimento delle spalle, senza motivo apparente. Quando rientro in camera al buio, sento il bisogno di chiudere la porta di corsa e spesso salto, come per scaricare una tensione. Controllo più volte se ho fatto certe cose (ad esempio se ho chiuso la serranda), anche se so di averlo fatto: il mio cervello non si dà pace finché non verifico. Mi capita anche di lavarmi le mani dopo aver toccato cibo o oggetti che mi danno fastidio o disgusto, anche se non sono sporchi. Questi comportamenti mi sembrano automatici e mi danno disagio, anche se razionalmente li riconosco come eccessivi. grazie mille cosa potrebbe essere?
salve, mi dispiace per queto suo disagio, immagino che le crei molta ansia. alcuni atteggiamenti che descrive potrebbero ricordare una leggera forma di disturbo ossessivo compulsivo, nel quale si tendono a ripetere dei rituali per abbassare la tensione interna o fisica, sono relativamente automatici, ma un buon punto di partenza è che già li riconosca come eccessivi. E' impossibile e poco professionale fare una diagnosi senza delle visite specialistiche, ma esistono comunque delle terapie efficaci per capire da dove ha origine il disturbo, e gestirlo al meglio!
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Buon pomeriggio, questi sembrerebbero dei comportamenti che potremmo definire "compulsioni" e dei pensieri "ossessivi". Questi sarebbero riconducibili al disturbo ossessivo-compulsivo, nello specifico riguardo igiene, pulizia e paura dello sporco...
Naturalmente questa risposta non può e non vuole essere in alcun modo essere una diagnosi del disturbo, in quanto non La conosco sufficientemente e potrebbero essere solo delle forme o manifestazioni, però Le suggerisco di farvi attenzione e di chiedere aiuto ad un professionista nel caso in cui la situazione dovesse peggiorare, magari creandole sempre più disagio.
Buona giornata, resto a Sua disposizione!
Naturalmente questa risposta non può e non vuole essere in alcun modo essere una diagnosi del disturbo, in quanto non La conosco sufficientemente e potrebbero essere solo delle forme o manifestazioni, però Le suggerisco di farvi attenzione e di chiedere aiuto ad un professionista nel caso in cui la situazione dovesse peggiorare, magari creandole sempre più disagio.
Buona giornata, resto a Sua disposizione!
Gentile utente,
comprendo quanto questi pensieri e comportamenti possano generare disagio e confusione, soprattutto quando si manifestano in modo automatico e persistente, pur rendendosi conto della loro natura eccessiva. La presenza di sensazioni improvvise e rituali di controllo ripetuti possono essere segnali di un disagio che merita attenzione e ascolto.
Le consiglierei di rivolgersi a un* professionista della salute mentale, che possa aiutarti a comprendere meglio cosa sta vivendo e accompagnarla nell’individuare strategie efficaci per affrontare queste difficoltà.
Un caro saluto,
Dott.ssa Alice Brichetto
comprendo quanto questi pensieri e comportamenti possano generare disagio e confusione, soprattutto quando si manifestano in modo automatico e persistente, pur rendendosi conto della loro natura eccessiva. La presenza di sensazioni improvvise e rituali di controllo ripetuti possono essere segnali di un disagio che merita attenzione e ascolto.
Le consiglierei di rivolgersi a un* professionista della salute mentale, che possa aiutarti a comprendere meglio cosa sta vivendo e accompagnarla nell’individuare strategie efficaci per affrontare queste difficoltà.
Un caro saluto,
Dott.ssa Alice Brichetto
Ciao, grazie per aver condiviso apertamente ciò che stai vivendo — è un passo importante e coraggioso.
Da quanto descrivi, sembrano esserci **comportamenti e sensazioni legate all’ansia**, in particolare **manifestazioni che rientrano nell’ambito del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)**, oppure di un quadro ansioso con elementi ossessivi. Ti spiego meglio:
Cosa sta succedendo?
* **Brividi improvvisi e irrigidimento**: possono essere picchi di attivazione del sistema nervoso autonomo, spesso collegati a una forma di ipervigilanza o reazioni automatiche a un livello di ansia di fondo.
* **Controlli ripetuti** (es. serrande, porte): sono tipici comportamenti compulsivi usati per ridurre l’ansia o il dubbio.
* **Eviti eccessivi e lavaggi**: anche se razionalmente sai che le mani non sono sporche, il disgusto o l’inquietudine ti spingono a pulirti comunque. Questo è spesso un modo per “rassicurare” se stessi, ma purtroppo mantiene attivo il ciclo ansia–compulsione.
* **Reazioni improvvise al buio o al rientro in camera**: potrebbero essere collegate a una risposta automatica legata al bisogno di sicurezza, o a esperienze passate (non per forza traumatiche, ma comunque significative).
Cosa potrebbe significare?
Questi segnali non vanno letti come "strane manie" o debolezze, ma come **strategie che la tua mente sta mettendo in atto per gestire qualcosa che le provoca disagio**. Il fatto che tu **sia consapevole dell’irrazionalità di alcuni gesti**, ma ti senta comunque spinta a compierli, è tipico delle forme ossessivo-compulsive.
Non significa che tu “sia malata”, ma che **la tua mente ha bisogno di aiuto per trovare altri modi più sani di rassicurarsi e gestire l’incertezza o il controllo**.
Cosa puoi fare ora?
1. **Inizia un percorso con uno psicoterapeuta**, preferibilmente con approccio cognitivo-comportamentale (CBT), che ha mostrato grande efficacia in questi casi.
2. **Non reprimere, ma osserva con curiosità**: ogni volta che senti l’impulso a controllare o lavarti, prova a chiederti “Cosa sto cercando di proteggere o evitare?”.
3. **Segna i comportamenti ricorrenti** su un quaderno, cercando di capire se aumentano in certi momenti o situazioni. Questo è utile anche da portare in terapia.
4. **Non colpevolizzarti**: questi gesti sono tentativi (disfunzionali, ma umani) di stare meglio. Non sono debolezze.
Un messaggio finale
Il tuo disagio **non definisce chi sei**, è solo un momento che può essere affrontato con gli strumenti giusti. La buona notizia è che **questi meccanismi possono cambiare** e che tante persone, con supporto psicologico adeguato, sono riuscite a ridurre o superare del tutto i comportamenti compulsivi.
*Con l’aiuto giusto puoi ritrovare la serenità, senza dover combattere ogni giorno contro la tua mente.*
Se vuoi, sono qui per darti altri suggerimenti su come iniziare questo percorso.
Un caro saluto,
*una psicologa che ti ascolta senza giudizio*
Da quanto descrivi, sembrano esserci **comportamenti e sensazioni legate all’ansia**, in particolare **manifestazioni che rientrano nell’ambito del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC)**, oppure di un quadro ansioso con elementi ossessivi. Ti spiego meglio:
Cosa sta succedendo?
* **Brividi improvvisi e irrigidimento**: possono essere picchi di attivazione del sistema nervoso autonomo, spesso collegati a una forma di ipervigilanza o reazioni automatiche a un livello di ansia di fondo.
* **Controlli ripetuti** (es. serrande, porte): sono tipici comportamenti compulsivi usati per ridurre l’ansia o il dubbio.
* **Eviti eccessivi e lavaggi**: anche se razionalmente sai che le mani non sono sporche, il disgusto o l’inquietudine ti spingono a pulirti comunque. Questo è spesso un modo per “rassicurare” se stessi, ma purtroppo mantiene attivo il ciclo ansia–compulsione.
* **Reazioni improvvise al buio o al rientro in camera**: potrebbero essere collegate a una risposta automatica legata al bisogno di sicurezza, o a esperienze passate (non per forza traumatiche, ma comunque significative).
Cosa potrebbe significare?
Questi segnali non vanno letti come "strane manie" o debolezze, ma come **strategie che la tua mente sta mettendo in atto per gestire qualcosa che le provoca disagio**. Il fatto che tu **sia consapevole dell’irrazionalità di alcuni gesti**, ma ti senta comunque spinta a compierli, è tipico delle forme ossessivo-compulsive.
Non significa che tu “sia malata”, ma che **la tua mente ha bisogno di aiuto per trovare altri modi più sani di rassicurarsi e gestire l’incertezza o il controllo**.
Cosa puoi fare ora?
1. **Inizia un percorso con uno psicoterapeuta**, preferibilmente con approccio cognitivo-comportamentale (CBT), che ha mostrato grande efficacia in questi casi.
2. **Non reprimere, ma osserva con curiosità**: ogni volta che senti l’impulso a controllare o lavarti, prova a chiederti “Cosa sto cercando di proteggere o evitare?”.
3. **Segna i comportamenti ricorrenti** su un quaderno, cercando di capire se aumentano in certi momenti o situazioni. Questo è utile anche da portare in terapia.
4. **Non colpevolizzarti**: questi gesti sono tentativi (disfunzionali, ma umani) di stare meglio. Non sono debolezze.
Un messaggio finale
Il tuo disagio **non definisce chi sei**, è solo un momento che può essere affrontato con gli strumenti giusti. La buona notizia è che **questi meccanismi possono cambiare** e che tante persone, con supporto psicologico adeguato, sono riuscite a ridurre o superare del tutto i comportamenti compulsivi.
*Con l’aiuto giusto puoi ritrovare la serenità, senza dover combattere ogni giorno contro la tua mente.*
Se vuoi, sono qui per darti altri suggerimenti su come iniziare questo percorso.
Un caro saluto,
*una psicologa che ti ascolta senza giudizio*
Gentile utente,
grazie per aver condiviso la sua esperienza.
I comportamenti e le sensazioni che descrive – come i brividi improvvisi con irrigidimento, la necessità di chiudere rapidamente la porta al buio, i controlli ripetuti nonostante la consapevolezza di aver già svolto l’azione, e il lavarsi le mani dopo contatti percepiti come sgradevoli – possono essere indicativi di una condizione ansiosa con tratti ossessivo-compulsivi.
In particolare, la presenza di rituali ripetitivi, pensieri persistenti, comportamenti compulsivi e una certa ipersensibilità agli stimoli esterni sono segnali che meritano attenzione. Il fatto che lei riconosca l’irrazionalità di certi gesti ma senta comunque il bisogno di compierli, è tipico del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) o di una vulnerabilità ansiosa che si esprime attraverso questi automatismi.
Questi vissuti possono generare disagio e influire sul benessere quotidiano, ma è importante sapere che esistono strumenti efficaci per comprendere e affrontare queste dinamiche.
Sarebbe utile e consigliato approfondire la situazione con uno specialista, per ottenere una valutazione accurata e, se necessario, avviare un percorso terapeutico personalizzato.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
grazie per aver condiviso la sua esperienza.
I comportamenti e le sensazioni che descrive – come i brividi improvvisi con irrigidimento, la necessità di chiudere rapidamente la porta al buio, i controlli ripetuti nonostante la consapevolezza di aver già svolto l’azione, e il lavarsi le mani dopo contatti percepiti come sgradevoli – possono essere indicativi di una condizione ansiosa con tratti ossessivo-compulsivi.
In particolare, la presenza di rituali ripetitivi, pensieri persistenti, comportamenti compulsivi e una certa ipersensibilità agli stimoli esterni sono segnali che meritano attenzione. Il fatto che lei riconosca l’irrazionalità di certi gesti ma senta comunque il bisogno di compierli, è tipico del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) o di una vulnerabilità ansiosa che si esprime attraverso questi automatismi.
Questi vissuti possono generare disagio e influire sul benessere quotidiano, ma è importante sapere che esistono strumenti efficaci per comprendere e affrontare queste dinamiche.
Sarebbe utile e consigliato approfondire la situazione con uno specialista, per ottenere una valutazione accurata e, se necessario, avviare un percorso terapeutico personalizzato.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Ciao,
grazie per aver condiviso così chiaramente quello che stai vivendo — da come lo descrivi, ci sono segnali che richiamano un possibile disturbo ossessivo-compulsivo (DOC).
Innanzitutto va fatto un poo di chiarezza:
I “brividi improvvisi” e il salto quando chiudi la porta possono essere una scarica di tensione o ansia anticipatoria: il corpo reagisce con automatismi per “neutralizzare” qualcosa che senti come minaccioso, anche se non lo è davvero.
Il bisogno di controllare più volte anche quando sai di averlo già fatto è un tipico comportamento compulsivo: la mente non si calma finché non esegue un’azione che dà (temporaneamente) sollievo.
L’evitamento o il lavaggio dopo aver toccato oggetti “sgradevoli” è spesso legato a una ipersensibilità al disgusto o al “contaminato”, che non ha nulla a che fare con la realtà oggettiva ma è spinta da pensieri ossessivi.
Tu stesso/a dici: “razionalmente so che sono eccessivi” → questo è un punto fondamentale. Nel DOC c’è consapevolezza dell’irrazionalità dei pensieri o dei gesti, ma non si riesce comunque a fermarli.
Se i sintomi causano forte disagio o interferiscono con la tua vita quotidiana, potrebbe essere utile una valutazione psichiatrica, per capire se è il caso di associare una terapia farmacologica.
Non mi sentirei di consigliarti una visita psichiatrica senza prima consultare uno psicologo che potrebbe aiutarti a risolvere la problematica senza ausilio di farmaci.
Se lo reputi opportuno puoi prenotare una consulenza, trovi su google il mio numero di telefono per sentirci direttamente (non posso pubblicarlo qui per policy).
La buona notizia è che il DOC si può trattare molto bene, soprattutto se preso in tempo. E il fatto che tu sia già consapevole e motivato/a è un ottimo punto di partenza.
Ti consiglio di non restare solo/a in questa cosa in quanto spesso e volentieri, soprattutto in età adulta, il DOC tende a cronicizzare molto in fretta... non è colpa tua, e non sei sbagliato/a.
Chiamami quando vuoi.
Dott. Dario Papa.
grazie per aver condiviso così chiaramente quello che stai vivendo — da come lo descrivi, ci sono segnali che richiamano un possibile disturbo ossessivo-compulsivo (DOC).
Innanzitutto va fatto un poo di chiarezza:
I “brividi improvvisi” e il salto quando chiudi la porta possono essere una scarica di tensione o ansia anticipatoria: il corpo reagisce con automatismi per “neutralizzare” qualcosa che senti come minaccioso, anche se non lo è davvero.
Il bisogno di controllare più volte anche quando sai di averlo già fatto è un tipico comportamento compulsivo: la mente non si calma finché non esegue un’azione che dà (temporaneamente) sollievo.
L’evitamento o il lavaggio dopo aver toccato oggetti “sgradevoli” è spesso legato a una ipersensibilità al disgusto o al “contaminato”, che non ha nulla a che fare con la realtà oggettiva ma è spinta da pensieri ossessivi.
Tu stesso/a dici: “razionalmente so che sono eccessivi” → questo è un punto fondamentale. Nel DOC c’è consapevolezza dell’irrazionalità dei pensieri o dei gesti, ma non si riesce comunque a fermarli.
Se i sintomi causano forte disagio o interferiscono con la tua vita quotidiana, potrebbe essere utile una valutazione psichiatrica, per capire se è il caso di associare una terapia farmacologica.
Non mi sentirei di consigliarti una visita psichiatrica senza prima consultare uno psicologo che potrebbe aiutarti a risolvere la problematica senza ausilio di farmaci.
Se lo reputi opportuno puoi prenotare una consulenza, trovi su google il mio numero di telefono per sentirci direttamente (non posso pubblicarlo qui per policy).
La buona notizia è che il DOC si può trattare molto bene, soprattutto se preso in tempo. E il fatto che tu sia già consapevole e motivato/a è un ottimo punto di partenza.
Ti consiglio di non restare solo/a in questa cosa in quanto spesso e volentieri, soprattutto in età adulta, il DOC tende a cronicizzare molto in fretta... non è colpa tua, e non sei sbagliato/a.
Chiamami quando vuoi.
Dott. Dario Papa.
Buonasera, ho letto ora il suo messaggio e vorrei risponderle.
Grazie di aver scritto qui, mi rendo conto che non sia la sede più adeguata per approfondire e pertanto le dico già che eventualmente avesse bisogno resto a disposizione.
Ho capito, mi dispiace che si senta così. Mi sembra di capire che questo la porti a vivere una condizione di disagio che non le permette di sentirsi in serenità come probabilmente e comprensibilmente vorrebbe. Emerge una certa consapevolezza da parte sua e anche la volontà di approfondire. Sono aspetti importanti che possono permetterle di affrontare adeguatamente un percorso su di sé.
Resto a disposizione, buona serata.
Grazie di aver scritto qui, mi rendo conto che non sia la sede più adeguata per approfondire e pertanto le dico già che eventualmente avesse bisogno resto a disposizione.
Ho capito, mi dispiace che si senta così. Mi sembra di capire che questo la porti a vivere una condizione di disagio che non le permette di sentirsi in serenità come probabilmente e comprensibilmente vorrebbe. Emerge una certa consapevolezza da parte sua e anche la volontà di approfondire. Sono aspetti importanti che possono permetterle di affrontare adeguatamente un percorso su di sé.
Resto a disposizione, buona serata.
Buonasera, sono pochi gli elementi per poter definire la difficoltà. Potrebbe sembrare inizialmente un disturbo ossessivo-compulsivo in cormobilità con qualcos'altro. Le consiglio, se questa cosa non la fa stare bene, provare a parlarne con un terapeuta, in modo tale da "inquadrare" meglio la situazione e provare a capire come poterne fare fronte
Salve, da quel che scrive si percepisce già che lei ha una buona consapevolezza di questi comportamenti e che li osserva con lucidità, nel loro prendere troppo spazio e ingombro nella sua vita, anche se poi a livello corporeo ed emotivo fa ancora fatica a regolarli. Da come lo descrive, sembrerebbe che si stiano attivando dei meccanismi ossessivo-compulsivi, in cui il corpo e la mente mettono in atto delle azioni che servono a scaricare una tensione interna.
Possiamo forse vedere questi automatismi come strategie che, a un certo punto della storia personale, hanno probabilmente avuto anche una funzione di protezione. Il punto non è tanto bloccarli di colpo, quanto capire che senso hanno per lei oggi, cosa sta succedendo nella sua vita da quando sono comparsi o ricomparsi, e lavorare pian piano sulla loro regolazione. Il fatto che tutto questo le crei disagio e che lei lo possa riconoscere è un importante punto di partenza.
Un percorso terapeutico può aiutare molto: non solo per ridurre i comportamenti, ma soprattutto per lavorare sul significato che questi hanno per lei, sulle emozioni che vi stanno sotto, e sulla possibilità di regolare in un modo meno “scomodo” la tensione interna.
Le suggerisco di cuore di non restare da solo con questa fatica e di valutare un percorso adatto, che potrebbe essere non solo efficace ma anche soddisfacente. Un saluto,
Giada Bossi
Possiamo forse vedere questi automatismi come strategie che, a un certo punto della storia personale, hanno probabilmente avuto anche una funzione di protezione. Il punto non è tanto bloccarli di colpo, quanto capire che senso hanno per lei oggi, cosa sta succedendo nella sua vita da quando sono comparsi o ricomparsi, e lavorare pian piano sulla loro regolazione. Il fatto che tutto questo le crei disagio e che lei lo possa riconoscere è un importante punto di partenza.
Un percorso terapeutico può aiutare molto: non solo per ridurre i comportamenti, ma soprattutto per lavorare sul significato che questi hanno per lei, sulle emozioni che vi stanno sotto, e sulla possibilità di regolare in un modo meno “scomodo” la tensione interna.
Le suggerisco di cuore di non restare da solo con questa fatica e di valutare un percorso adatto, che potrebbe essere non solo efficace ma anche soddisfacente. Un saluto,
Giada Bossi
Capisco benissimo il tuo disagio e la preoccupazione che provi per questi comportamenti che descrivi come automatici e irrazionali. Le esperienze che riporti, come il brivido improvviso con irrigidimento delle spalle senza motivo apparente, la necessità di chiudere la porta di corsa e il salto per scaricare una tensione quando rientri al buio, i controlli ripetuti anche quando sai di aver già fatto qualcosa, e il lavarti le mani dopo aver toccato oggetti o cibi che ti disgustano pur non essendo sporchi, sono tutti elementi che spesso rimandano a una condizione di ansia o stress sottostante.
Il brivido improvviso e l'irrigidimento delle spalle potrebbero essere manifestazioni fisiche di un'attivazione del sistema nervoso simpatico, la risposta di "lotta o fuga" del corpo. Questo può accadere in momenti di tensione interna, anche se non c'è una minaccia esterna evidente. È come se il tuo corpo si stesse preparando a reagire a qualcosa che percepisce come un pericolo, anche se la tua mente cosciente non ne è pienamente consapevole. Il bisogno di chiudere la porta di corsa al buio e il salto per "scaricare la tensione" suggeriscono una sensazione di vulnerabilità o un timore di essere colto di sorpresa in un ambiente non illuminato. L'atto di chiudere la porta e il movimento fisico potrebbero essere meccanismi per cercare di ripristinare un senso di sicurezza e controllo in una situazione percepita come minacciosa o ansiogena.
I controlli ripetuti, come quello della serranda, sono un comportamento tipico che si osserva in chi soffre di disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) o presenta tratti ossessivi. La tua mente ti spinge a verificare anche quando sai di aver già fatto una cosa, perché non riesce a raggiungere una sensazione di certezza e tranquillità. È una vera lotta interna tra la tua consapevolezza razionale e un impulso irrefrenabile a controllare per placare un'ansia sottostante, spesso legata al dubbio o alla paura che qualcosa possa andare storto se non verifichi. Anche il lavaggio delle mani dopo aver toccato cibi o oggetti che ti disgustano, pur non essendo sporchi, rientra in un quadro di comportamenti compulsivi, spesso associati a fobie specifiche (in questo caso, legate alla contaminazione o al disgusto) o al DOC. Anche qui, la tua mente ti impone un'azione specifica per ridurre un'ansia generata dal contatto con qualcosa che percepisci come "sbagliato" o "impuro", indipendentemente dalla pulizia oggettiva.
Alla luce di quanto descrivi, questi comportamenti potrebbero indicare la presenza di tratti ansiosi significativi o, in un quadro più strutturato, un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). Nel DOC, le persone sperimentano ossessioni (pensieri, immagini o impulsi ricorrenti e persistenti che causano ansia e disagio) e compulsioni (comportamenti ripetitivi o atti mentali che ci si sente costretti a eseguire in risposta a un'ossessione, per ridurre l'ansia o prevenire un evento temuto). Nel tuo caso, i controlli e il lavaggio delle mani rientrano chiaramente nelle compulsioni, mentre i "brividi" o la sensazione di tensione al buio potrebbero essere risposte a ossessioni o a un'ansia generalizzata.
È fondamentale che tu sappia che non sei solo in questa esperienza e che esistono percorsi di aiuto efficaci. Riconoscere questi comportamenti come "eccessivi" e provare disagio è un passo importante. Ti suggerisco vivamente di consultare un professionista della salute mentale, come uno psicologo o uno psichiatra. Un consulto specialistico ti permetterà di ottenere una valutazione accurata della situazione e di intraprendere un percorso terapeutico mirato. Un percorso terapeutico può davvero aiutarti a recuperare serenità e controllo sulla tua vita.
Il brivido improvviso e l'irrigidimento delle spalle potrebbero essere manifestazioni fisiche di un'attivazione del sistema nervoso simpatico, la risposta di "lotta o fuga" del corpo. Questo può accadere in momenti di tensione interna, anche se non c'è una minaccia esterna evidente. È come se il tuo corpo si stesse preparando a reagire a qualcosa che percepisce come un pericolo, anche se la tua mente cosciente non ne è pienamente consapevole. Il bisogno di chiudere la porta di corsa al buio e il salto per "scaricare la tensione" suggeriscono una sensazione di vulnerabilità o un timore di essere colto di sorpresa in un ambiente non illuminato. L'atto di chiudere la porta e il movimento fisico potrebbero essere meccanismi per cercare di ripristinare un senso di sicurezza e controllo in una situazione percepita come minacciosa o ansiogena.
I controlli ripetuti, come quello della serranda, sono un comportamento tipico che si osserva in chi soffre di disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) o presenta tratti ossessivi. La tua mente ti spinge a verificare anche quando sai di aver già fatto una cosa, perché non riesce a raggiungere una sensazione di certezza e tranquillità. È una vera lotta interna tra la tua consapevolezza razionale e un impulso irrefrenabile a controllare per placare un'ansia sottostante, spesso legata al dubbio o alla paura che qualcosa possa andare storto se non verifichi. Anche il lavaggio delle mani dopo aver toccato cibi o oggetti che ti disgustano, pur non essendo sporchi, rientra in un quadro di comportamenti compulsivi, spesso associati a fobie specifiche (in questo caso, legate alla contaminazione o al disgusto) o al DOC. Anche qui, la tua mente ti impone un'azione specifica per ridurre un'ansia generata dal contatto con qualcosa che percepisci come "sbagliato" o "impuro", indipendentemente dalla pulizia oggettiva.
Alla luce di quanto descrivi, questi comportamenti potrebbero indicare la presenza di tratti ansiosi significativi o, in un quadro più strutturato, un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC). Nel DOC, le persone sperimentano ossessioni (pensieri, immagini o impulsi ricorrenti e persistenti che causano ansia e disagio) e compulsioni (comportamenti ripetitivi o atti mentali che ci si sente costretti a eseguire in risposta a un'ossessione, per ridurre l'ansia o prevenire un evento temuto). Nel tuo caso, i controlli e il lavaggio delle mani rientrano chiaramente nelle compulsioni, mentre i "brividi" o la sensazione di tensione al buio potrebbero essere risposte a ossessioni o a un'ansia generalizzata.
È fondamentale che tu sappia che non sei solo in questa esperienza e che esistono percorsi di aiuto efficaci. Riconoscere questi comportamenti come "eccessivi" e provare disagio è un passo importante. Ti suggerisco vivamente di consultare un professionista della salute mentale, come uno psicologo o uno psichiatra. Un consulto specialistico ti permetterà di ottenere una valutazione accurata della situazione e di intraprendere un percorso terapeutico mirato. Un percorso terapeutico può davvero aiutarti a recuperare serenità e controllo sulla tua vita.
Buongiorno, mi dispiace per ciò che sta vivendo. Ne parli con una terapeuta e approfindisca i sintomi e le difficoltà, cosi da capire come poter stare meglio. Un saluto
Buongiorno,
le poche righe che scrive non sono sufficienti per fare una valutazione puntuale. Sicuramente delle idee fisse e persistenti, e di conseguenza la messa ripetuta in atto dei medesimi comportamenti come conseguenza di tanta "attività cerebrale", la fanno comprensibilmente star male, ma per evitare che questo malessere possa andar ad influire su diverse aree della sua vita e del suo funzionamento, può innanzitutto fare una visita. Uno psicologo professionista, può sicuramente fare una buona psicodiagnosi, che potrà essere un punto di partenza per un percorso da valutare insieme. Auguri per la sua vita,
Dott.ssa G.T.
le poche righe che scrive non sono sufficienti per fare una valutazione puntuale. Sicuramente delle idee fisse e persistenti, e di conseguenza la messa ripetuta in atto dei medesimi comportamenti come conseguenza di tanta "attività cerebrale", la fanno comprensibilmente star male, ma per evitare che questo malessere possa andar ad influire su diverse aree della sua vita e del suo funzionamento, può innanzitutto fare una visita. Uno psicologo professionista, può sicuramente fare una buona psicodiagnosi, che potrà essere un punto di partenza per un percorso da valutare insieme. Auguri per la sua vita,
Dott.ssa G.T.
Buongiorno gentile Utente, grazie per aver condiviso con tanta chiarezza e lucidità ciò che sta vivendo. La descrizione che fornisce evidenzia una serie di manifestazioni che sembrano avere una componente ansiosa e compulsiva: brividi improvvisi associati a tensione muscolare, reazioni rapide e automatiche legate a situazioni di apparente normalità (come rientrare in una stanza al buio), la necessità di controllare più volte alcune azioni, e comportamenti di evitamento o "neutralizzazione" come lavarsi frequentemente le mani dopo aver toccato oggetti percepiti come sgradevoli.
Il fatto che lei riconosca questi comportamenti come irrazionali o eccessivi, pur non riuscendo a farne a meno, è un aspetto significativo. Questo tipo di consapevolezza è spesso presente in condizioni che appartengono alla sfera del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) o ad alcune sue varianti più lievi. Le compulsioni (cioè le azioni ripetute) e le ossessioni (pensieri o impulsi ricorrenti e disturbanti) possono svilupparsi proprio come tentativi del nostro cervello di ridurre l’ansia, contenere l’incertezza o tenere sotto controllo il senso di pericolo, anche se quest’ultimo è solo percepito e non reale.
È importante sottolineare che questi meccanismi non parlano di debolezza, ma spesso sono strategie mentali apprese nel tempo per gestire emozioni forti, paure o tensioni interiori che magari non trovano un altro canale espressivo. A volte possono anche essere il risultato di un carico emotivo accumulato nel tempo, di periodi di stress intenso o di esperienze passate che hanno lasciato una traccia profonda nel modo in cui si relaziona con la realtà.
Il fatto che questi comportamenti le generino disagio e che se ne accorga è già un segnale importante: significa che ha una buona capacità di riflessione su di sé e che qualcosa dentro di lei desidera cambiare. Un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarla a comprendere meglio le radici di questi automatismi, a trovare modalità più sane per gestire l’ansia e soprattutto a ritrovare un senso di libertà nei gesti quotidiani.
Si tratta di un tipo di disagio che può essere affrontato con ottime possibilità di miglioramento, specialmente se seguito da un professionista che integri approcci evidence-based come la terapia cognitivo-comportamentale con altri strumenti che aiutino a lavorare in profondità su emozioni e significati.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Il fatto che lei riconosca questi comportamenti come irrazionali o eccessivi, pur non riuscendo a farne a meno, è un aspetto significativo. Questo tipo di consapevolezza è spesso presente in condizioni che appartengono alla sfera del disturbo ossessivo-compulsivo (DOC) o ad alcune sue varianti più lievi. Le compulsioni (cioè le azioni ripetute) e le ossessioni (pensieri o impulsi ricorrenti e disturbanti) possono svilupparsi proprio come tentativi del nostro cervello di ridurre l’ansia, contenere l’incertezza o tenere sotto controllo il senso di pericolo, anche se quest’ultimo è solo percepito e non reale.
È importante sottolineare che questi meccanismi non parlano di debolezza, ma spesso sono strategie mentali apprese nel tempo per gestire emozioni forti, paure o tensioni interiori che magari non trovano un altro canale espressivo. A volte possono anche essere il risultato di un carico emotivo accumulato nel tempo, di periodi di stress intenso o di esperienze passate che hanno lasciato una traccia profonda nel modo in cui si relaziona con la realtà.
Il fatto che questi comportamenti le generino disagio e che se ne accorga è già un segnale importante: significa che ha una buona capacità di riflessione su di sé e che qualcosa dentro di lei desidera cambiare. Un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarla a comprendere meglio le radici di questi automatismi, a trovare modalità più sane per gestire l’ansia e soprattutto a ritrovare un senso di libertà nei gesti quotidiani.
Si tratta di un tipo di disagio che può essere affrontato con ottime possibilità di miglioramento, specialmente se seguito da un professionista che integri approcci evidence-based come la terapia cognitivo-comportamentale con altri strumenti che aiutino a lavorare in profondità su emozioni e significati.
Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Da quanto descrivi, i sintomi che stai sperimentando — come:
brividi improvvisi con tensione muscolare,comportamenti di controllo ripetuto (serrande, porte, ecc.),lavaggi frequenti delle mani per sensazioni di disgusto,impulsi improvvisi di “chiusura” o scarico corporeo della tensione (saltare, scappare),consapevolezza che queste azioni sono eccessive, ma difficili da fermare… sembrano inquadrarsi in un quadro compatibile con sintomi ossessivo-compulsivi e ansia associata. Avere questi sintomi non significa essere “malati”, ma avere un funzionamento mentale momentaneamente sopraffatto dall’ansia e dal bisogno di controllo. Non ignorare questi segnali. Il fatto che tu li riconosca già come eccessivi è un punto di forza: vuol dire che sei consapevole, e puoi lavorarci. Evita il giudizio verso te stesso. Non sei "strano", e questi comportamenti non definiscono chi sei. Sono espressioni di un disagio interiore che può essere capito e trattato. Se vuoi, possiamo fare un primo passo insieme
brividi improvvisi con tensione muscolare,comportamenti di controllo ripetuto (serrande, porte, ecc.),lavaggi frequenti delle mani per sensazioni di disgusto,impulsi improvvisi di “chiusura” o scarico corporeo della tensione (saltare, scappare),consapevolezza che queste azioni sono eccessive, ma difficili da fermare… sembrano inquadrarsi in un quadro compatibile con sintomi ossessivo-compulsivi e ansia associata. Avere questi sintomi non significa essere “malati”, ma avere un funzionamento mentale momentaneamente sopraffatto dall’ansia e dal bisogno di controllo. Non ignorare questi segnali. Il fatto che tu li riconosca già come eccessivi è un punto di forza: vuol dire che sei consapevole, e puoi lavorarci. Evita il giudizio verso te stesso. Non sei "strano", e questi comportamenti non definiscono chi sei. Sono espressioni di un disagio interiore che può essere capito e trattato. Se vuoi, possiamo fare un primo passo insieme
Ciao! Grazie per aver condiviso con me questa tua esperienza. Capisco quanto possa essere fastidioso e stressante vivere con questi comportamenti e sensazioni, anche se li riconosci come eccessivi. Questi sintomi potrebbero essere legati a un livello di ansia o a un bisogno di controllo, ma per avere una valutazione più precisa e trovare insieme le strategie più adatte, ti invito a prenotare una visita con me. Sarò felice di aiutarti a capire meglio cosa sta succedendo e a lavorare insieme per alleviare il disagio. Se vuoi, puoi contattarmi per fissare un appuntamento. Un caro saluto!
Dott.ssa Labriola Chiara Rita
Dott.ssa Labriola Chiara Rita
caro utente i comportamenti che lei descrive sembrano identificare un'ansia di base che lei deve gestire dovendo ripetere alcuni comportamenti come controllare una serratura oppure lavarsi le mani. Potrebbe essere l'insorgenza di un disturbo ossessivo compulsivo ma per avere effettivamente una diagnosi bisognerebbe rivolgersi ad uno psicologo che possa raccogliere informazioni più specifiche e aiutarla a comprendere cosa stia succedendo per poi creare una terapia mirata che le permetta di lavorare su di sè e tornare ad uno stato di equilibrio e serenità. Cordialmente Dott.ssa Valentina Mestici
Salve, la ringrazio per aver condiviso ciò che sta vivendo. Da come descrive le sue esperienze quotidiane, emerge una sofferenza concreta, che la mette a disagio, ma anche una notevole consapevolezza. Riconoscere che alcuni comportamenti sono eccessivi e sentirsi disturbati da essi è un passo molto importante, perché dimostra che ha già una certa distanza critica rispetto a ciò che sta succedendo dentro di lei. Questo è spesso il primo passaggio per poter affrontare con efficacia il problema. I sintomi che riporta, come il bisogno di controllare più volte ciò che ha già fatto, i lavaggi delle mani ripetuti, la tensione fisica improvvisa, il bisogno urgente di chiudere la porta, possono rientrare nel quadro clinico di un disturbo ossessivo-compulsivo. Questo tipo di disturbo si caratterizza proprio per la presenza di pensieri intrusivi, spesso irrazionali e percepiti come estranei o eccessivi, seguiti da comportamenti (le cosiddette compulsioni) che la persona mette in atto per cercare di ridurre l’ansia che quei pensieri provocano. Nel suo caso, la sensazione di dover ricontrollare qualcosa anche se sa di averlo già fatto, o l’esigenza di lavarsi le mani in risposta al disgusto, rappresentano probabilmente strategie che il suo cervello ha sviluppato per ottenere un senso momentaneo di sollievo o sicurezza. Tuttavia, proprio perché queste azioni tendono a ripetersi e diventano automatiche, finiscono per rinforzarsi da sole e si cronicizzano, rendendo la quotidianità più faticosa e caricando la mente di una tensione continua. Va sottolineato che il disturbo ossessivo-compulsivo non è un segno di debolezza o di mancanza di forza di volontà. Si tratta di un funzionamento mentale molto specifico, con basi psicologiche, ma anche neurobiologiche, che ha bisogno di essere trattato con un approccio mirato. La terapia cognitivo-comportamentale è tra le più indicate per affrontare questo tipo di difficoltà, perché lavora sia sui pensieri che mantengono il circolo vizioso ansia-compulsione, sia sui comportamenti disfunzionali. Attraverso tecniche come l'esposizione con prevenzione della risposta e la ristrutturazione cognitiva, è possibile gradualmente ridurre la necessità di mettere in atto certe azioni e imparare a tollerare l'incertezza e il disagio in modo più efficace. Inoltre, la sua descrizione dei brividi e dell'irrigidimento potrebbe anche essere collegata a uno stato di iperattivazione ansiosa. Il corpo, in queste situazioni, risponde come se ci fosse un pericolo imminente, anche in assenza di un motivo reale, ed è per questo che può sentire la necessità di “scaricare” la tensione saltando o chiudendo la porta di scatto. Questi sono segnali che il sistema nervoso autonomo sta operando in modalità di allerta costante, come se cercasse continuamente di proteggersi da qualcosa. Affrontare tutto questo da sola può essere molto faticoso, ma ci sono strumenti concreti per affrontarlo. La invito a considerare seriamente la possibilità di intraprendere un percorso con uno psicoterapeuta cognitivo-comportamentale, con il quale esplorare questi meccanismi, comprenderli in profondità e lavorare per ridurne l’impatto nella sua vita quotidiana. Il benessere che oggi le sembra lontano, può diventare un obiettivo realistico e raggiungibile con il giusto supporto. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentile utente,
da quanto descrive, sembra che stia vivendo un disagio legato a pensieri ricorrenti e comportamenti ripetitivi, che percepisce come eccessivi ma difficili da controllare. Potrebbero essere segnali riconducibili a una problematica ansiosa o ossessivo-compulsiva, ma per comprendere meglio la situazione sarebbe importante approfondire.
Un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla a dare un significato a ciò che sta vivendo e ad acquisire strumenti per gestire meglio queste sensazioni.
Rimango a disposizione per qualunque chiarimento.
Dott.ssa Veronica Savio
da quanto descrive, sembra che stia vivendo un disagio legato a pensieri ricorrenti e comportamenti ripetitivi, che percepisce come eccessivi ma difficili da controllare. Potrebbero essere segnali riconducibili a una problematica ansiosa o ossessivo-compulsiva, ma per comprendere meglio la situazione sarebbe importante approfondire.
Un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla a dare un significato a ciò che sta vivendo e ad acquisire strumenti per gestire meglio queste sensazioni.
Rimango a disposizione per qualunque chiarimento.
Dott.ssa Veronica Savio
Gentile Utente,
la ringrazio per aver descritto con tanta precisione quello che le succede: è evidente che c’è una parte di lei molto lucida che osserva questi comportamenti e ne coglie il senso di disagio che le provocano.
Da ciò che racconta, sembra che lei stia vivendo alcune manifestazioni ansiose e comportamenti ripetitivi che potremmo definire “automatici”, come il bisogno di controllare, lavare le mani più volte o reagire in modo molto sensibile a certe situazioni (come entrare in una stanza buia o avvertire brividi e tensioni fisiche improvvise). Il fatto che lei riconosca l'eccesso e che questi gesti la disturbino, è un segnale importante: la sua parte razionale è ben presente, ma allo stesso tempo sente che qualcosa la “spinge” a compiere questi gesti.
Questo tipo di esperienza potrebbe rientrare in un quadro ansioso, con possibili tratti ossessivo-compulsivi, ma è fondamentale approfondire il tutto in un contesto protetto e professionale, senza cercare risposte immediate o etichette che rischierebbero di semplificare troppo una realtà complessa.
Ti invito quindi a considerare l’idea di iniziare un percorso con uno psicologo, per esplorare questi vissuti e trovare strumenti efficaci per gestirli.
Resto volentieri a disposizione se vuole parlarne ancora.
Un caro saluto,
Dott.ssa Farese Lucrezia
la ringrazio per aver descritto con tanta precisione quello che le succede: è evidente che c’è una parte di lei molto lucida che osserva questi comportamenti e ne coglie il senso di disagio che le provocano.
Da ciò che racconta, sembra che lei stia vivendo alcune manifestazioni ansiose e comportamenti ripetitivi che potremmo definire “automatici”, come il bisogno di controllare, lavare le mani più volte o reagire in modo molto sensibile a certe situazioni (come entrare in una stanza buia o avvertire brividi e tensioni fisiche improvvise). Il fatto che lei riconosca l'eccesso e che questi gesti la disturbino, è un segnale importante: la sua parte razionale è ben presente, ma allo stesso tempo sente che qualcosa la “spinge” a compiere questi gesti.
Questo tipo di esperienza potrebbe rientrare in un quadro ansioso, con possibili tratti ossessivo-compulsivi, ma è fondamentale approfondire il tutto in un contesto protetto e professionale, senza cercare risposte immediate o etichette che rischierebbero di semplificare troppo una realtà complessa.
Ti invito quindi a considerare l’idea di iniziare un percorso con uno psicologo, per esplorare questi vissuti e trovare strumenti efficaci per gestirli.
Resto volentieri a disposizione se vuole parlarne ancora.
Un caro saluto,
Dott.ssa Farese Lucrezia
Salve, grazie per aver condiviso con tanta chiarezza quello che stai vivendo. I comportamenti che descrivi, come il bisogno di controllare più volte, i brividi improvvisi, la tensione corporea, la necessità urgente di chiudere la porta o lavarti le mani, sembrano avere una componente compulsiva e un forte legame con la gestione dell’ansia e del controllo. Il fatto che tu li riconosca come “eccessivi” ma senta comunque il bisogno di compierli è un elemento importante e molto comune in alcune condizioni psicologiche, come i disturbi d’ansia o i disturbi ossessivo-compulsivi (DOC), anche se per una valutazione corretta è sempre necessario un approfondimento clinico individuale.
Questi meccanismi non sono “stranezze” né colpe personali, ma strategie automatiche che la mente mette in atto per cercare sicurezza e sollievo. Il problema nasce quando queste strategie diventano rigide, frequenti o limitanti nella quotidianità, generando disagio.
Ti invito a contattarmi se desideri affrontare questi vissuti in uno spazio sicuro e professionale: lavorare insieme può aiutarti a comprenderne le radici, ridurre il disagio e costruire nuove modalità di risposta, più libere e serene. Il fatto che tu ne stia parlando è già un primo, importante passo verso il cambiamento.
Questi meccanismi non sono “stranezze” né colpe personali, ma strategie automatiche che la mente mette in atto per cercare sicurezza e sollievo. Il problema nasce quando queste strategie diventano rigide, frequenti o limitanti nella quotidianità, generando disagio.
Ti invito a contattarmi se desideri affrontare questi vissuti in uno spazio sicuro e professionale: lavorare insieme può aiutarti a comprenderne le radici, ridurre il disagio e costruire nuove modalità di risposta, più libere e serene. Il fatto che tu ne stia parlando è già un primo, importante passo verso il cambiamento.
Gentile utente, dalla situazione che descrive potrebbe trattarsi di un disturbo ossessivo-compulsivo, ma la sua condizione va certamente approfondita e accertata da uno specialista.
Il mio consiglio è di effettuare un consulto psicologico. Un percorso di psicoterapia può aiutare a gestire sintomi come i suoi e ritrovare la serenità.
Cordiali saluti, Dott.ssa Claudia Torrente Cicero
Il mio consiglio è di effettuare un consulto psicologico. Un percorso di psicoterapia può aiutare a gestire sintomi come i suoi e ritrovare la serenità.
Cordiali saluti, Dott.ssa Claudia Torrente Cicero
comprendo quanto possa essere destabilizzante avvertire una serie di sensazioni e azioni che sembrano sfuggire al controllo, pur riconoscendo razionalmente la loro eccessività. Il brivido improvviso con irrigidimento delle spalle, la necessità di chiudere la porta di corsa o di verificare più volte ciò che sa di aver già fatto, così come il bisogno di lavarsi le mani dopo determinati contatti, paiono accomunati da un medesimo denominatore: la ricerca di sollievo da una tensione interna che si manifesta all’improvviso e spinge ad agire per placarla.
Di solito questi comportamenti si impongono in automatico, quasi fossero un riflesso volto a ridurre l’ansia nel minor tempo possibile; non c’è nulla di “strano” nel desiderio di liberarsene, né nel disagio che ne deriva quando ci si accorge di ripeterli più volte nell’arco della giornata. È significativo il fatto che lei sia già in grado di riconoscerli come sproporzionati: questo passo di consapevolezza è prezioso, perché apre la strada a un’indagine più profonda sui fattori che alimentano la tensione di fondo.
Potrebbe essere utile iniziare a registrare, magari su un taccuino o sul telefono, i momenti in cui queste sensazioni compaiono: l’orario, il contesto, i pensieri che le attraversano la mente e l’intensità dell’impulso ad agire. A volte osservare il fenomeno con sguardo analitico riduce la pressione emotiva, permettendo di cogliere schemi o situazioni ricorrenti che, a caldo, sfuggono. Se nota che il brivido, la corsa verso la porta o il bisogno di controllare seguono periodi di particolare stanchezza, stress o preoccupazione, ciò potrà offrirle indizi preziosi per intervenire su quelle condizioni di base.
Altrettanto importante è sperimentare piccole strategie di contenimento: respirazioni lente e profonde prima di cedere all’impulso di ricontrollare, contare mentalmente fino a dieci, o spostare l’attenzione su un dettaglio concreto dell’ambiente (il colore di un oggetto, la texture di un tessuto). Sono esercizi semplici che, ripetuti con costanza, talvolta aiutano a interrompere il circuito automatico tra tensione interna e azione di scarica.
Qualora questi segnali dovessero persistere o intensificarsi, la invito a considerare un colloquio con uno psicologo: uno spazio di ascolto professionale potrebbe supportarla nell’esplorazione delle radici emotive di tali impulsi, fornendo strumenti mirati per gestirli con maggiore serenità.
Resto a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.
Un cordiale saluto.
Di solito questi comportamenti si impongono in automatico, quasi fossero un riflesso volto a ridurre l’ansia nel minor tempo possibile; non c’è nulla di “strano” nel desiderio di liberarsene, né nel disagio che ne deriva quando ci si accorge di ripeterli più volte nell’arco della giornata. È significativo il fatto che lei sia già in grado di riconoscerli come sproporzionati: questo passo di consapevolezza è prezioso, perché apre la strada a un’indagine più profonda sui fattori che alimentano la tensione di fondo.
Potrebbe essere utile iniziare a registrare, magari su un taccuino o sul telefono, i momenti in cui queste sensazioni compaiono: l’orario, il contesto, i pensieri che le attraversano la mente e l’intensità dell’impulso ad agire. A volte osservare il fenomeno con sguardo analitico riduce la pressione emotiva, permettendo di cogliere schemi o situazioni ricorrenti che, a caldo, sfuggono. Se nota che il brivido, la corsa verso la porta o il bisogno di controllare seguono periodi di particolare stanchezza, stress o preoccupazione, ciò potrà offrirle indizi preziosi per intervenire su quelle condizioni di base.
Altrettanto importante è sperimentare piccole strategie di contenimento: respirazioni lente e profonde prima di cedere all’impulso di ricontrollare, contare mentalmente fino a dieci, o spostare l’attenzione su un dettaglio concreto dell’ambiente (il colore di un oggetto, la texture di un tessuto). Sono esercizi semplici che, ripetuti con costanza, talvolta aiutano a interrompere il circuito automatico tra tensione interna e azione di scarica.
Qualora questi segnali dovessero persistere o intensificarsi, la invito a considerare un colloquio con uno psicologo: uno spazio di ascolto professionale potrebbe supportarla nell’esplorazione delle radici emotive di tali impulsi, fornendo strumenti mirati per gestirli con maggiore serenità.
Resto a disposizione per ogni ulteriore chiarimento.
Un cordiale saluto.
Ciao, grazie per aver condiviso quello che stai vivendo. I sintomi che descrivi — brividi improvvisi, bisogno di chiudere porte di corsa, controlli ripetuti e lavaggi frequenti delle mani — possono essere segnali di una tensione o disagio interiore che il tuo corpo e la tua mente cercano di gestire. Anche se questi comportamenti ti sembrano automatici e fastidiosi, è importante riconoscerli come segnali di qualcosa che merita attenzione. Ti consiglierei di parlarne con un professionista che possa aiutarti a capire meglio e a trovare modi utili per affrontarli. Se vuoi, possiamo anche iniziare a parlarne insieme per supportarti in questo momento.
Gentile utente,
da quanto descrive, sembra che in certi momenti provi una tensione interna che la porta a compiere gesti o controlli ripetuti, anche quando sa di aver già fatto ciò che doveva. Questi comportamenti possono diventare faticosi e creare disagio, soprattutto se percepiti come automatici o difficili da interrompere.
Può essere utile parlarne con uno psicologo o psicoterapeuta, che potrà aiutarla a comprendere meglio cosa accade in quei momenti e a trovare strategie pratiche per gestire la tensione e ridurre la frequenza di questi gesti. In attesa di farlo, può provare a rallentare, respirare profondamente e osservare cosa succede nel corpo prima di compiere l’azione, così da iniziare a conoscerne il meccanismo.
Affrontare presto questi segnali è importante, e con il giusto supporto si può arrivare a gestirli in modo più sereno.
Dott.ssa Sara Petroni
da quanto descrive, sembra che in certi momenti provi una tensione interna che la porta a compiere gesti o controlli ripetuti, anche quando sa di aver già fatto ciò che doveva. Questi comportamenti possono diventare faticosi e creare disagio, soprattutto se percepiti come automatici o difficili da interrompere.
Può essere utile parlarne con uno psicologo o psicoterapeuta, che potrà aiutarla a comprendere meglio cosa accade in quei momenti e a trovare strategie pratiche per gestire la tensione e ridurre la frequenza di questi gesti. In attesa di farlo, può provare a rallentare, respirare profondamente e osservare cosa succede nel corpo prima di compiere l’azione, così da iniziare a conoscerne il meccanismo.
Affrontare presto questi segnali è importante, e con il giusto supporto si può arrivare a gestirli in modo più sereno.
Dott.ssa Sara Petroni
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.