Salve, ho attacchi d ansia da domenica scorsa, in passato ne ho sofferto quando frequentavo le super
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Salve, ho attacchi d ansia da domenica scorsa, in passato ne ho sofferto quando frequentavo le superiori, ero al secondo anno, il primo giorno di scuola durante il pomeriggio senti come una botta improvvisa allo stomaco, da li ho iniziato a disperarmi e a fissarmi su tante cose sempre diverse, una volta pensavo di essere malata, un altra di non essere più etero ( pur essendo fidanzata da anni ) e iniziai a evitare foto o cose sui social riguardanti il stesso sesso perché io non volevo e a me questa cosa e piu ci ragionavo piu la mente era in tilt.. Poi mi passò questa fissa e mi fissai sulla scuola, prima sui professori poi sui compagni. Insomma l’ansia mi torturava la mente con continue trappole in cui io puntualmente cadevo e cedevo. La scuola mi è sempre piaciuta tant è che ero contenta di iniziarla quel giorno. Poi con la fine di essa poiché mi ero convinta che forse era quello piano piano si tolse, non ricordo nemmeno più perché e come. Ogni tanto mi è capitato di averla ma un ansia normale come quella per il lavoro o un esame, una cosa del momento. Fino a domenica scorsa. Ora ho 23 anni quasi e sono fidanzata con un altro ragazzo da piu di un anno, con lui mi trovo benissimo e abbiamo un bellissimo rapporto che tutti invidiano, abitiamo vicino e siamo praticamente uguali, lui mi piace tantissimo sia caratterialmente che esteticamente. Domenica torniamo da 8 giorni di vacanza dopo 24 ore su 24, ed ero molto malinconica a pensare di non stare piu in casa con lui per tutto il tempo nonostante abitiamo uno di fronte l’altro e passo tanto con lui. Così mi venne da piangere e pensai fosse meglio perché mi liberavo ma poi mi accorsi che era ansia e da quel giorno non c’è stata una mattina in cui non mi sveglio così, oggi non sono andata neanche a lavoro perché mi sono scocciata di dover far finta di niente e di dovermi distrarre e pensare Che passerà, perché non funziona ce l’ho sempre. Ormai mi sono abbattuta e scocciata di lottare. Mi chiedo solo perché devo stare cosi, vorrei la mia vita di hna settimana fa, ero una ragsolare che scherzava con tutti e che va d’accordo con tutti. Inoltre ho molta paura delle fisse del passato, di fissarmi su qualcosa che non voglio e disperarmi. Mi vergogno anche a dire certi pensieri ma mi sono sfogata con il mio ragazzo settimana scorsa a riguardo e mi ha rassicurata un po. Non so più cosa fare. Non voglio prendere medicine di cui diventare dipendente ma vorrei tanto essere aiutata oppure prendere qualcosa che me la fa passare.
Buongiorno, le possibilità di un'attenuazione dell'ansia risiedono proprio in quei pensieri che la rendono "irregolare", poiché lì avviene qualcosa di particolare, di suo: lì prendono forma le particolarità.
Provi a non ricacciare questi pensieri, queste fisse, come lei le chiama: provi a parlarne con un professionista, tenendo presente che una psicoterapia non è una confessione, ma una pratica orientata dalla clinica. SM
Provi a non ricacciare questi pensieri, queste fisse, come lei le chiama: provi a parlarne con un professionista, tenendo presente che una psicoterapia non è una confessione, ma una pratica orientata dalla clinica. SM
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Buonasera lei più cerca di scacciare un pensiero e questo più torna . ha mai iniziato un percorso psicoterapeutico? se no potrebbe iniziarlo e sicuro troverà giovamento fino ad arrivare alla soluzione del Problema . per qualsiasi informazione resto a sua disposizione . cordiali saluti
Gentile signora, da quanto scrive mi sembra di capire che in tutto questo tempo ha lasciato le sue ansie e i suoi pensieri meno felici in una zona d'ombra, senza dedicargli mai il giusto ascolto e l'attenzione che meritano. In altre parole ha negato a se stessa la possibiita`di comprendere e di accogliere questi segnali di malessere, di interpretarli e di potersene separare. Forse questo e`un buon momento per provare a cambiare le cose, a lungo termine.
La psicoterapia le fornira` gli strumenti per farlo.
Non esiti,
saluti dott.ssa Genitore
La psicoterapia le fornira` gli strumenti per farlo.
Non esiti,
saluti dott.ssa Genitore
Salve, nel suo caso specifico le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia, al fine di trovare le risposte che cerca.
Inoltre, non si deve vergognare dei problemi che al momento riscontra, siamo esseri umani e le difficoltà fanno parte della vita.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Inoltre, non si deve vergognare dei problemi che al momento riscontra, siamo esseri umani e le difficoltà fanno parte della vita.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Gentile Signora non si limiti a chiedere un consiglio prosegua e analizzi con uno psicoterapeuta le ragioni ed i significati di questo suo modo di affrontare la realtà Non si fermi qui continui su questa strada e prosegua trovando una persona con cui lavorare. Solitamente le persone che lo fanno trovano dei vantaggi nel capire le ragioni di questi comportamenti e nel lavorare su questi vissuti. Perché rimanere in questa condizione quando esistono delle possibilità di cambiamento? Un cordiale saluto
Buonasera, da quanto leggo mi sembra di capire che la tendenza a "fissarsi" sia come una modalità di tentata gestione dell'ansia che tuttavia al tempo stesso la alimenta. Ritengo possa essere prezioso dare voce e significato ai pensieri che alimentano il tuo malessere. Per questo ti invito a contattare uno psicologo che possa offrirti uno spazio di ascolto a te dedicato. La negazione come hai potuto osservare in questi anni, non è funzionale. Rimango a disposizione, un caro saluto
Buongiorno, qualcosa si sta smuovendo dentro di lei. I percorsi di cambiamento generano paure, o ansie, a seconda che avvertiamo un “pericolo” proveniente dall’interno o dall’esterno. Scacciare i Propri pensieri può alimentare la confusione, e l’ansia spesso ce lo ricorda. Provi a consultare uno psicoterapeuta per mettere un pochino di ordine nei suoi vissuti e trovare significati che le possano dare la percezione di essere, sempre, una ragazza “solare, che scherza e va d’accordo con tutti”. Un caro saluto Dottsa Elisa Galantini
I pensieri intrusivi non si possono semplicemente scacciare, ma sicuramente esistono delle modalità di gestione dell'ansia che lei potrebbe apprendere durante un percorso psicologico. Ideale sarebbe un percorso terapeutico che non la aiuti solo a gestire l'ansia ma a comprenderne le cause così che questa non abbia più ragione di esistere (almeno nelle forme che lei descrive).
Gentile utente, i sintomi che descrive - in particolare l'ansia ed i pensieri intrusivi - per quanto assurdi possano sembrarle potrebbero comunque trovare un senso se guardati attraverso la lente del suo "piano di vita". Un percorso psicoterapeutico potrebbe aiutarla a raggiungere una maggiore consapevolezza di sè e della sua identità, fornendole al tempo stesso gli strumenti necessari per garantirsi una vita soddisfacente. Resto a sua disposizione per qualunque chiarimento. Un cordiale saluto. sr
Salve,
le suggerisco di esplorare questi vissuti all'interno di un percorso con un professionista.
Un saluto,
MMM
le suggerisco di esplorare questi vissuti all'interno di un percorso con un professionista.
Un saluto,
MMM
Salve,
dal suo lungo racconto si capisce quanto sia stanca di dover vivere con l'ansia, che tanto la limita. Questo le sta procurando anche una certa tristezza, che non fa che aggravare il suo malessere.
Sono d'accordo con lei: è il momento di prendersi cura di questo suo disagio, e di risolverlo. Definitivamente.
Le medicine possono aiutarla, ma non saranno da sole risolutive. Le occorre un po' di coraggio per guardarsi dentro, in una psicoterapia. Scoprirà molte cose di sé, che la sorprenderanno, e potrà ritrovare il gusto di essere la protagonista della sua vita.
con i migliori auguri,
Dr. Ventura
dal suo lungo racconto si capisce quanto sia stanca di dover vivere con l'ansia, che tanto la limita. Questo le sta procurando anche una certa tristezza, che non fa che aggravare il suo malessere.
Sono d'accordo con lei: è il momento di prendersi cura di questo suo disagio, e di risolverlo. Definitivamente.
Le medicine possono aiutarla, ma non saranno da sole risolutive. Le occorre un po' di coraggio per guardarsi dentro, in una psicoterapia. Scoprirà molte cose di sé, che la sorprenderanno, e potrà ritrovare il gusto di essere la protagonista della sua vita.
con i migliori auguri,
Dr. Ventura
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Buongiorno, il rientro dalle vacanze e la ripresa della quotidianità confronta spesso le persone con un sentimento di conclusione, di finitezza e soprattutto di separazione. Alcuni nodi irrisolti forse in questo momento stanno riaffiorando e più che soffocarli con un farmaco che tamponerebbe l'ansia potrebbe essere utile parlarne con un professionista.
Ci pensi.
Buona giornata.
Ci pensi.
Buona giornata.
Cara utente
Comprendo ciò che dice e mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Molti degli aspetti che riguardano i pensieri e il malessere descritto fanno parte del ciclo dell’ansia. Sarebbe opportuno che affrontasse questo disagio con un professionista per essere informata su cosa sta vivendo e inquadrare i suoi sintomi in un quadro più preciso che possa restituirle il significato di ciò che ora vive come “malessere”.
Può valutare anche l’opportunità di una consulenza online !
A presto!
Comprendo ciò che dice e mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Molti degli aspetti che riguardano i pensieri e il malessere descritto fanno parte del ciclo dell’ansia. Sarebbe opportuno che affrontasse questo disagio con un professionista per essere informata su cosa sta vivendo e inquadrare i suoi sintomi in un quadro più preciso che possa restituirle il significato di ciò che ora vive come “malessere”.
Può valutare anche l’opportunità di una consulenza online !
A presto!
Buongiorno. Dal suo racconto emerge quanto sia pesante la convivenza con l'ansia e le "fisse". Alle volte, dopo aver vissuto esperienze molto appaganti e positive (come passare molto tempo con una persona alla quale si è legati da una forte intesa e passione, ad esempio), si può "cadere" nella trappola inconscia che queste non possano tornare. Così, alle volte, la sensazione di malinconia, che ne consegue, può far riemergere alcune fragilità messe a tacere. Quello che le consiglio è di confrontarsi con un professionista (Psicologo/Psicoterapeuta) per affrontare, in uno spazio individuale, questi aspetti che oggi non le permettono di vivere con serenità. Cordialmente, dott. RC
Buongiorno,
credo che lo sfogo sia un indizio del bisogno di esprimere tutto quello che la spaventa. Un percorso di psicoterapia le potrà dare gli strumenti non solo per identificare le possibili cause degli attacchi d'ansia, ma anche quelli necessari per la loro gestione.
Un caro saluto
credo che lo sfogo sia un indizio del bisogno di esprimere tutto quello che la spaventa. Un percorso di psicoterapia le potrà dare gli strumenti non solo per identificare le possibili cause degli attacchi d'ansia, ma anche quelli necessari per la loro gestione.
Un caro saluto
Buongiorno. L'ansia, al pari delle altre emozioni, ha un ruolo specifico nella nostra vita: ci aiuta ad attivarci in preparazione di una situazione sfidante. Questo quando non si verificano due condizioni: l'intensità di questa emozione è troppo forte o la sua tollerabilità è troppo bassa.
Sarebbe utile comprendere sia da dove origina la sua emozione di ansia, sia quali strumenti ha imparato ad utilizzare per gestirla. Da quello che scrive si leggono indizi di modalità di evitamento, in relazione a situazioni che potrebbero essere provanti, e la tendenza "fissarsi" sul suo pensiero. Questo, tuttavia, rinforza la concezione che l'ansia sia un mostro da combattere o, al più, evitare.
Le consiglio di rivolgersi ad un professionista, in presenza o online, per delineare un percorso.
dott. De Rosa Saccone
Sarebbe utile comprendere sia da dove origina la sua emozione di ansia, sia quali strumenti ha imparato ad utilizzare per gestirla. Da quello che scrive si leggono indizi di modalità di evitamento, in relazione a situazioni che potrebbero essere provanti, e la tendenza "fissarsi" sul suo pensiero. Questo, tuttavia, rinforza la concezione che l'ansia sia un mostro da combattere o, al più, evitare.
Le consiglio di rivolgersi ad un professionista, in presenza o online, per delineare un percorso.
dott. De Rosa Saccone
Cara utente, le vacanze sono come una realtà parallela, dove tutto è tagliato fuori ed è presente solo il qui ed ora. Il ritorno alla vita quotidiana può essere dura, ma escludo che sia stata la vacanza in sé ad aver scatenato questo suo disagio. Potrebbe forse essere che ciò che ha provato in vacanza le ha aperto la consapevolezza a bisogni a cui non si sente ancora pronta a far fronte. Purtroppo sebbene sia stata accurata nella descrizione del suo stato, non ci sono abbastanza elementi per verificare questa ipotesi. Sicuramente alcuni colloqui psicologici potrebbero approfondire più a fondo i suo disagio.
Salve, mi spiace per la situazione ed il disagio espresso. A mio avviso sarebbe essenziale intraprendere un percorso di supporto psicologico che possa identificare e riconoscere cause e fattori di mantenimento dei suoi sintomi.
Cordialmente, dott. FDL
Cordialmente, dott. FDL
Buonasera, penso che potrebbe esserle utile prendersi uno spazio nel quale fare chiarezza ed approfondire questi vissuto. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Buongiorno, in primo luogo le consiglio di consultare il suo medico curante al fine di valutare se sussistono delle cause organiche e fisiologiche al suo disagio.
Accertato che queste non sussistono Le consiglio di intraprendere un percorso con un professionista al fine di valutare i fattori scatenanti del disagio che vive ( da quanto tempo si manifesta c’è stata una particolare situazione un particolare pensiero che lo ha innescato?) fattori di mantenimento (in quali stazioni si manifesta questo disagio? Quali pensieri ho in quel momento? Quali conseguenze teme che potrebbero accadere?)
Un percorso con un professionista può aiutarla a comprendere meglio il suo disagio Ed affrontarlo nel miglior modo possibile. Cordiali saluti Dottor Luca Ferretti
Accertato che queste non sussistono Le consiglio di intraprendere un percorso con un professionista al fine di valutare i fattori scatenanti del disagio che vive ( da quanto tempo si manifesta c’è stata una particolare situazione un particolare pensiero che lo ha innescato?) fattori di mantenimento (in quali stazioni si manifesta questo disagio? Quali pensieri ho in quel momento? Quali conseguenze teme che potrebbero accadere?)
Un percorso con un professionista può aiutarla a comprendere meglio il suo disagio Ed affrontarlo nel miglior modo possibile. Cordiali saluti Dottor Luca Ferretti
Salve,
Capisco quanto possa essere difficile affrontare questa situazione, soprattutto quando sembra che l'ansia sia tornata all'improvviso, senza una spiegazione chiara. Quello che descrive è un ciclo tipico dell'ansia: si manifesta in un momento specifico, magari legato a un cambiamento o a una situazione di stress, e poi inizia a prendere il controllo, generando una serie di pensieri intrusivi e preoccupazioni che sembrano impossibili da fermare. Dalle sue parole emerge un aspetto molto importante: il timore che l'ansia possa "agganciarsi" a qualcosa, creando delle fisse o delle ossessioni. Questo meccanismo è comune in chi soffre di ansia, soprattutto quando c'è una forte tendenza a controllare i propri pensieri e le proprie emozioni. Più si cerca di evitare certi pensieri o di scacciarli, più questi sembrano prendere forza, proprio come è successo in passato. L'ansia funziona spesso così: si nutre della nostra attenzione e del nostro tentativo di combatterla. Ora si trova in un momento in cui l'ansia è tornata con forza, ma è importante ricordare che non significa che sarà sempre così. È già successo che passasse, anche se magari non ricorda esattamente come. Questo significa che il suo cervello è in grado di ritrovare un equilibrio, e che anche questa fase può essere superata. Il fatto che sia tornata dopo la vacanza potrebbe non essere un caso. A volte, quando viviamo un periodo particolarmente positivo e intenso, come nel suo caso con il suo ragazzo, il ritorno alla normalità può generare una sorta di "vuoto" emotivo. È possibile che abbia percepito quel cambiamento come una perdita, anche se in realtà non lo è, e che questo abbia scatenato l'ansia. In altre parole, non è il fatto in sé a creare il problema, ma il significato che, senza rendersene conto, il suo cervello gli ha attribuito. Ora si sente abbattuta e stanca di lottare, e questo è comprensibile. Combattere l'ansia è faticoso, soprattutto quando sembra che nulla funzioni. Ma forse la chiave non è tanto "lottare", quanto cambiare il modo in cui la affronta. Invece di cercare di scacciarla o evitarla, potrebbe provare a osservarla con maggiore distacco, senza darle troppa importanza. L'ansia è fastidiosa, ma non è pericolosa. Il suo corpo sta reagendo come se ci fosse una minaccia, ma in realtà non c'è nessun pericolo reale. Più riesce a lasciare che ci sia, senza darle troppa attenzione, più perderà forza da sola. Capisco che non voglia prendere farmaci, ed è una scelta personale che va rispettata. Esistono però tecniche e percorsi terapeutici molto efficaci che possono aiutarla a gestire meglio l'ansia senza bisogno di medicinali. La terapia cognitivo-comportamentale, per esempio, lavora proprio su questi meccanismi, aiutandola a riconoscere i pensieri intrusivi per quello che sono (semplici pensieri, non realtà) e insegnandole strategie per ridurre il loro impatto sulla sua vita. Potrebbe essere utile anche lavorare sulla consapevolezza del momento presente, ad esempio con tecniche di mindfulness o respirazione controllata, che possono aiutarla a calmare il corpo e la mente quando sente che l'ansia sta prendendo il sopravvento. Il fatto che abbia parlato con il suo ragazzo e che lui l'abbia rassicurata è molto positivo. Non deve vergognarsi dei suoi pensieri, perché non definiscono chi è. L'ansia può far sembrare tutto più grande e più spaventoso di quello che è realmente, ma non significa che ciò che pensa sia vero o che debba per forza avere un peso. Anche se ora si sente bloccata, questo non significa che sarà sempre così. Ha già superato momenti difficili in passato e può farlo di nuovo, magari con un aiuto più mirato. Il primo passo potrebbe essere proprio quello di rivolgersi a un professionista specializzato in disturbi d'ansia, che possa aiutarla a trovare gli strumenti giusti per gestire questa situazione e ritrovare la serenità che desidera.
Resto a disposizione
Dott. Andrea Boggero
Capisco quanto possa essere difficile affrontare questa situazione, soprattutto quando sembra che l'ansia sia tornata all'improvviso, senza una spiegazione chiara. Quello che descrive è un ciclo tipico dell'ansia: si manifesta in un momento specifico, magari legato a un cambiamento o a una situazione di stress, e poi inizia a prendere il controllo, generando una serie di pensieri intrusivi e preoccupazioni che sembrano impossibili da fermare. Dalle sue parole emerge un aspetto molto importante: il timore che l'ansia possa "agganciarsi" a qualcosa, creando delle fisse o delle ossessioni. Questo meccanismo è comune in chi soffre di ansia, soprattutto quando c'è una forte tendenza a controllare i propri pensieri e le proprie emozioni. Più si cerca di evitare certi pensieri o di scacciarli, più questi sembrano prendere forza, proprio come è successo in passato. L'ansia funziona spesso così: si nutre della nostra attenzione e del nostro tentativo di combatterla. Ora si trova in un momento in cui l'ansia è tornata con forza, ma è importante ricordare che non significa che sarà sempre così. È già successo che passasse, anche se magari non ricorda esattamente come. Questo significa che il suo cervello è in grado di ritrovare un equilibrio, e che anche questa fase può essere superata. Il fatto che sia tornata dopo la vacanza potrebbe non essere un caso. A volte, quando viviamo un periodo particolarmente positivo e intenso, come nel suo caso con il suo ragazzo, il ritorno alla normalità può generare una sorta di "vuoto" emotivo. È possibile che abbia percepito quel cambiamento come una perdita, anche se in realtà non lo è, e che questo abbia scatenato l'ansia. In altre parole, non è il fatto in sé a creare il problema, ma il significato che, senza rendersene conto, il suo cervello gli ha attribuito. Ora si sente abbattuta e stanca di lottare, e questo è comprensibile. Combattere l'ansia è faticoso, soprattutto quando sembra che nulla funzioni. Ma forse la chiave non è tanto "lottare", quanto cambiare il modo in cui la affronta. Invece di cercare di scacciarla o evitarla, potrebbe provare a osservarla con maggiore distacco, senza darle troppa importanza. L'ansia è fastidiosa, ma non è pericolosa. Il suo corpo sta reagendo come se ci fosse una minaccia, ma in realtà non c'è nessun pericolo reale. Più riesce a lasciare che ci sia, senza darle troppa attenzione, più perderà forza da sola. Capisco che non voglia prendere farmaci, ed è una scelta personale che va rispettata. Esistono però tecniche e percorsi terapeutici molto efficaci che possono aiutarla a gestire meglio l'ansia senza bisogno di medicinali. La terapia cognitivo-comportamentale, per esempio, lavora proprio su questi meccanismi, aiutandola a riconoscere i pensieri intrusivi per quello che sono (semplici pensieri, non realtà) e insegnandole strategie per ridurre il loro impatto sulla sua vita. Potrebbe essere utile anche lavorare sulla consapevolezza del momento presente, ad esempio con tecniche di mindfulness o respirazione controllata, che possono aiutarla a calmare il corpo e la mente quando sente che l'ansia sta prendendo il sopravvento. Il fatto che abbia parlato con il suo ragazzo e che lui l'abbia rassicurata è molto positivo. Non deve vergognarsi dei suoi pensieri, perché non definiscono chi è. L'ansia può far sembrare tutto più grande e più spaventoso di quello che è realmente, ma non significa che ciò che pensa sia vero o che debba per forza avere un peso. Anche se ora si sente bloccata, questo non significa che sarà sempre così. Ha già superato momenti difficili in passato e può farlo di nuovo, magari con un aiuto più mirato. Il primo passo potrebbe essere proprio quello di rivolgersi a un professionista specializzato in disturbi d'ansia, che possa aiutarla a trovare gli strumenti giusti per gestire questa situazione e ritrovare la serenità che desidera.
Resto a disposizione
Dott. Andrea Boggero
Buongiorno, le consiglio un percorso psicologico per la gestione dell'ansia. Cordiali saluti.
Salve, grazie per aver trovato il coraggio di raccontare tutto questo con tanta onestà. Quello che descrive mostra una mente molto sensibile, vivace, che quando si spaventa tende ad aggrapparsi ai pensieri e a cercare di controllarli… e più prova a controllarli, più l’ansia stringe. Non c’è nulla di “sbagliato” in lei: queste ondate possono tornare nei momenti di passaggio emotivo, e spesso non lo fanno perché stiamo male nella vita reale, ma proprio perché ci teniamo, stiamo bene e temiamo di perdere quello che abbiamo costruito. Il rientro da un periodo così pieno, immerso nella vicinanza e nella sicurezza affettiva, può aver riattivato un vecchio schema di paura e controllo, un po’ come è successo ai tempi della scuola, quando l’ansia “cercava un appiglio” per giustificarsi e il pensiero diventava un nemico da cui difendersi.
Questa sensazione di svegliarsi già con l’ansia addosso, la fatica mentale, la paura delle vecchie fisse, il timore di diventare intrappolata nei pensieri… sono esperienze più comuni di quanto immagina, e non significano che sta “regredendo” o che qualcosa si è rotto. Le fobie di contenuto (come dubbi sull’identità, sulla relazione, sulla salute) non raccontano la verità su di lei, raccontano la paura di perdere controllo e sicurezza interiore. E il fatto che lei riconosca tutto questo, e che desideri tornare a quella serenità, è già un segnale di grande risorsa.
Capisco anche la stanchezza. Quando si lotta da giorni, arriva un punto in cui si sente di non voler più “resistere”. Più che combattere, però, serve imparare a stare dentro queste sensazioni con più gentilezza, facendo spazio al corpo, al respiro, al presente, lasciando che la mente non debba risolvere tutto subito. E non significa necessariamente prendere farmaci, soprattutto se questa non è una strada che sente sua in questo momento: spesso un percorso psicologico strutturato aiuta proprio a disinnescare l’ansia alla radice, a riconoscere i pensieri ansiosi senza esserne trascinati e a recuperare fiducia nella propria stabilità interna.
Lei ha già attraversato questa fase una volta e ne è uscita, è importante ricordarselo: il suo sistema sa come ritrovare equilibrio, e ora ha anche più consapevolezza di allora. Questo è un momento, non la sua identità. E la vulnerabilità che sente ora non la rende fragile: è un segnale che la sua mente sta chiedendo ascolto, non giudizio.
Se lo desidera, possiamo lavorare insieme per aiutarla a ritrovare quella serenità mentale e quella leggerezza che sente di aver perso, imparando a gestire l’ansia senza che questa prenda il timone. Con un percorso mirato possiamo esplorare questi schemi e darle strumenti pratici, recuperando sicurezza e fiducia nei suoi tempi e con il suo stile. Quando vuole, sono qui.
Questa sensazione di svegliarsi già con l’ansia addosso, la fatica mentale, la paura delle vecchie fisse, il timore di diventare intrappolata nei pensieri… sono esperienze più comuni di quanto immagina, e non significano che sta “regredendo” o che qualcosa si è rotto. Le fobie di contenuto (come dubbi sull’identità, sulla relazione, sulla salute) non raccontano la verità su di lei, raccontano la paura di perdere controllo e sicurezza interiore. E il fatto che lei riconosca tutto questo, e che desideri tornare a quella serenità, è già un segnale di grande risorsa.
Capisco anche la stanchezza. Quando si lotta da giorni, arriva un punto in cui si sente di non voler più “resistere”. Più che combattere, però, serve imparare a stare dentro queste sensazioni con più gentilezza, facendo spazio al corpo, al respiro, al presente, lasciando che la mente non debba risolvere tutto subito. E non significa necessariamente prendere farmaci, soprattutto se questa non è una strada che sente sua in questo momento: spesso un percorso psicologico strutturato aiuta proprio a disinnescare l’ansia alla radice, a riconoscere i pensieri ansiosi senza esserne trascinati e a recuperare fiducia nella propria stabilità interna.
Lei ha già attraversato questa fase una volta e ne è uscita, è importante ricordarselo: il suo sistema sa come ritrovare equilibrio, e ora ha anche più consapevolezza di allora. Questo è un momento, non la sua identità. E la vulnerabilità che sente ora non la rende fragile: è un segnale che la sua mente sta chiedendo ascolto, non giudizio.
Se lo desidera, possiamo lavorare insieme per aiutarla a ritrovare quella serenità mentale e quella leggerezza che sente di aver perso, imparando a gestire l’ansia senza che questa prenda il timone. Con un percorso mirato possiamo esplorare questi schemi e darle strumenti pratici, recuperando sicurezza e fiducia nei suoi tempi e con il suo stile. Quando vuole, sono qui.
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