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Esperienze

Su di me

Benvenuto sul mio profilo. In queste poche righe cercherò di sintetizzare chi sono, quello che rappresenta per me la Psicologia e come sia arrivato a ...

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Formazione

  • Università degli Studi di Roma - La Sapienza
  • CEIPA - Roma
  • AIPG - Roma

Specializzazioni

  • Psicologia Clinica
  • Psicologia giuridica
  • Psicodiagnostica

Tirocini

  • Centro Diurno e Comunità Santa Fecitola - DSM ASL Latina - 2006/2007

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  • Italiano,
  • Inglese

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Puntualità, ascolto, disponibilità, gentilezza e capacità di metterti a tuo agio.

F
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Eccellente capacità di mettere a proprio agio sin da subito, puntuale e cortese. Fa riflettere moltissimo.. non vedo l'ora di tornare per un'altra seduta.

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A.V. Alla prima visita,ho trovato un clima tranquillo, grazie al dottore che mi ha fatto sentire a mio agio ho spiegato la mia storia al momento ci vorrà un po’per conoscermi ma non volevo andare via quando sono entrato volevo rifare un’altra terapia, dottore molto preparato, puntuale è molto disponibile. Non vedo l’ora di tornare.


F
Presso: Studio Psicologico colloquio psicologico

Gran professionista. Mi ha messo subito a mio agio; è stato chiaro e obbiettivo fin dalla prima seduta. Fondamentale per chi cerca risposte…ma soprattutto se stesso. Consiglio.


R
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Presso: Studio Psicologico colloquio psicologico

Mi sono bastati pochi appuntamenti per risolvere il mio problema, ha saputo cogliere immediatamente il mio problema e farmi rendere conto della mia problematica.


A
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Presso: Studio Psicologico colloquio psicologico

É molto empatico, con lui mostro facilmente le mie emozioni e mi fa riflettere tanto


A
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Presso: Studio Psicologico colloquio psicologico

Sono diversi mesi che frequento il suo studio, devo dire che ho iniziato a vedere le cose diversamente grazie a Raffaele. Precisione, puntualità è grande empatia sono indubbiamente i suoi pronti di forza. Ha la capacità di portarmi diritto al punto senza troppi giri di parole. Sono molto soddisfatto


M
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Presso: Studio Psicologico colloquio psicologico

Che dire... Si va via dall'incontro col desiderio di tornare...
E credo che questo non sia cosa da poco!


M
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Presso: Studio Psicologico colloquio psicologico

Ti fa sentire a proprio agio, mi ha dato un senso di sicurezza, grande professionista, e lo consiglierò certamente.


A
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Presso: Studio Psicologico colloquio psicologico

Sono veramente contento di essere stato dal dottore. Professionale ed empatico, sa fornire chiavi di lettura che aiutano ad affrontare le avversità. Ogni volta esco dallo studio leggero e sorridente.


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Risposte ai pazienti

ha risposto a 57 domande da parte di pazienti di MioDottore

Cari dottori,
Sicuramente mi dilungherò, me ne scuso anticipatamente, ma scrivere con la consapevolezza che forse qualcuno potrà rispondere in qualche modo mi conforta. Purtroppo al momento la mia situazione economica non mi permette di avviare una terapia con uno psicoterapeuta, ma sono consapevole di dover intraprendere un percorso prima o poi.
Sono una ragazza di 27 anni, ho sempre avuto una vita sociale praticamente inesistente, mi capitava di fare qualche uscita con amici (non che ne avessi molti) ogni tanto, sono stata in vacanza con amiche più di una volta, e poi mi sono ritrovata sola.
Ho avuto un periodo di enorme chiusura (non era il primo che mi capitava) in cui non avevo nessuna voglia di interagire, questo periodo di down per me, è stato, al contrario, un periodo molto felice per la mia più cara amica che aveva appena iniziato una nuova relazione, ed era in procinto di laurearsi.
Come ho già scritto, non ho mai avuto tanti amici, per cui mi ero un po' "ancorata" a questa mia amica, il nostro era un rapporto bellissimo, ci siamo sempre sostenute a vicenda, ci siamo state l'una per l'altra nei momenti belli e nei momenti di difficoltà, è una di quelle persone che gioiscono per i tuoi traguardi più di quanto non faccia tu, una persona davvero rara.
Fatto sta che ho iniziato a chiudermi anche con lei, vedevo che era felice, e avevo paura di "rovinare" quel momento di spensieratezza che finalmente aveva raggiunto, considerando che non sono esattamente la persona più ottimista e positiva del mondo. Ed ero in un momento no, per di più.
Questa mia chiusura ha provocato inevitabilmente un distacco, che è cresciuto sempre di più quando ho percepito un disinteresse da parte sua, stava bene, e non era più interessata a come stessi io, o almeno non mi ha dimostrato interesse. So che è un ragionamento immaturo, considerato anche che sono stata io a fare un passo indietro, ma in quel momento per me così difficile il sentirmi "abbandonata" mi ha fatto tremendamente male. È naturale che ognuna abbia la propria vita e i propri spazi, e magari non era facile affrontare il "dramma interiore" che stavo attraversando, ma l'ho sentita lontana, indifferente, e posso capirla, non è tenuta ad ascoltare le lamentele continue e costanti degli altri, sono consapevole di essere molto pesante sotto questo punto di vista, ma non ho ricevuto neanche quelle piccole attenzioni che riuscivamo a regalarci l'un l'altra, un messaggio del buongiorno, una foto scema alle 3 di notte, meme sui social. È stato come se al mio chiudermi emotivamente si fosse attivata una saracinesca che ha tagliato fuori tutto il resto. Cosa per cui mi sento tutt'ora, a distanza di un anno, profondamente in colpa.
Nel tempo ci sono stati riavvicinamenti, e riallontanamenti. Nell'ultimo periodo era tutto così perfetto che mi ero illusa fosse tornato tutto a posto, che fosse tutto come prima. Ci scrivevamo come sempre, alternando discorsi seri e faceti, non mi sentivo di disturbo. Mi ha chiesto una mano per portare a termine un lavoro che aveva da fare, e sono stata molto felice di aiutarla, come era sempre stato, ma dal giorno in cui ha consegnato quel lavoro non ci siamo più sentite, avevamo intenzione di vederci, e avevamo già deciso una data, considerando che lei sta fuori città, e al suo rientro avrebbe avuto molti impegni, ma non mi ha più contattata. Né l'ho contattata io, un po' perché stizzita, un po' perché avevo paura di disturbarla, e non volevo metterla in difficoltà nel caso in cui dimenticandosi della nostra uscita avesse preso altri impegni. Mi ha scritto quasi un mese dopo, avevo pubblicato un post ironico circa il mio stato di salute, e lei mi ha chiesto qualche chiarimento, le ho spiegato che sto facendo molti esami ultimamente, spiegandole nel dettaglio la mia situazione, ma sono stata liquidata da un frettoloso "vediamo come va con questa terapia", dopo una settimana mu ha contattata per augurarmi buon compleanno, e sì, lo so, non è molto maturo, ma non me la sono sentita di risponderle.
Parallelamente a tutti questi alti e bassi, ho conosciuto un ragazzo, non stiamo insieme, ma abbiamo dei rapporti occasionali, in teoria nessuno dei due ha altri partner, quindi ci siamo dati questa "esclusiva". All'inizio mi faceva stare veramente bene, è arrivato in un momento di forte preoccupazione per la salute di un mio familiare, mi faceva sentire protetta in qualche modo, ci conoscevamo poco, ma riusciva a rassicurarmi sempre, anche smorzando la mia tensione con qualche battuta. Ci siamo visti e abbiamo avuto rapporti per mesi, ma nell'ultimo periodo lui è diventato altalenante, prima ci scrivevamo continuamente, ora sembra quasi lo faccia forzatamente, sono poche le volte in cui abbiamo una conversazione vera e propria. In questo periodo, come avrete capito, ho alcuni problemi di salute, per cui non possiamo avere rapporti, io mi sento molto in colpa ma lui dice che non fa nulla, di stare tranquilla. A volte è di supporto, sdrammatizza e mi fa sentire coccolata e voluta; altre volte sparisce, di solito quando non mi scriveva lui magari lo contattavo io, e mi ha sempre risposto, adesso invece non ci sentiamo da tre giorni, gli ho scritto, ma mi ha ignorata, l'ultima volta lo avevo aggiornato sulla mia salute, e sul fatto di non poter ancora avere rapporti, e lui era stato molto rassicurante, tanto che dallo scrivere quasi in lacrime per il senso di colpa ho finito per ridere di gusto perché abbiamo iniziato a scherzarci su insieme.
Sono consapevole che questo rapporto che abbiamo sia poco sano, almeno per come lo sto vivendo io. Siamo entrambi d'accordo sul fatto che si tratti solo di sesso, tutto il contorno emotivo è sempre venuto da sé in modo del tutto naturale. Ma mi pesa molto quando si riduce a "solo sesso", mi pesa moltissimo essere ignorata dopo aver ricevuto tante attenzioni, non perché mi si debbano dare attenzioni, ma perché c'è una discordanza, le sue reazioni alle mie azioni sono sempre diverse. E questa cosa mi destabilizza molto. Inoltre, sin da subito, gli ho più volte ed esplicitamente chiesto di non "sparire", che avrei preferito mi dicesse se, per qualsiasi motivo" voleva chiudere, ci siamo anche scontrati un paio di volte su questa cosa. Gli ho detto di questa mia fragilità, della paura di restare sospesa, visto che tendo a farlo, ma a lui evidentemente non è interessato molto.
Eppure mi peserebbe anche non vederlo più, chiudere io perché non mi fa bene. Forse perché è l'unico che mi abbia fatto staccare un po' mentalmente, sono stata bene con lui, e ci sto bene tutt'ora quando ci vediamo; per quanto la cosa sia molto triste, è la figura più simile ad un amico che io abbia nella mia vita al momento.
Sento un grande vuoto e una grande solitudine, in più tutte queste analisi che devo fare, e il malessere fisico, contribuiscono a farmi vivere ormai in un costante stato di stress e ansia che mi corrodono, sono rari i momenti in cui riesco a distrarmi da tutto e non pensare davvero a nulla. Ormai non mi aiuta più neanche l'arte, disegnare, che tante volte mi aveva offerto una via di fuga, mi risulta difficile ormai, non ho nessuna ispirazione, ci ho provato e riprovato, ho cercato spunti ovunque, ma mi ritrovo sempre a fissare il foglio bianco con la matita in mano, per poi mettere via tutto e annegare nei social in totale apatia.

Grazie a tutti coloro che sono arrivati fino alla fine, mi scuso ancora per essermi dilungata tanto, scrivere mi ha fatto in qualche modo sfogare un po'.
Ringrazio anticipatamente tutti i dottori che vorranno gentilmente esprimere un proprio parere, se ne avranno piacere.
Buona giornata.

Buonasera. Non è semplice dare una risposta esaustiva ai vissuti che ha esposto. Dalle sue parole ho percepito sia la sofferenza, ma anche una difficoltà nel riconoscersi delle risorse personali. Di fatto, è sembrato che i momenti più significativi del suo racconto (in positivo o in negativo) siano sempre legati alla presenza o assenza di qualcuno nella sua vita (la sua amica, il ragazzo che ha frequentato, ecc). Questo aspetto lo ritengo, dalle informazioni dedotte, centrale, poiché è "rischioso" consegnare la propria "serenità" (o felicità) solo e soltanto nelle mani dell'altro. Credo che ripartire da lei, mettendo al centro sé stessa e facendo un lavoro votato all'autostima, all'auto-efficacia, alla consapevolezza, ma anche all'espressione dei propri vissuti, possa giovarle. Un percorso terapeutico può essere oneroso, ma il benessere psichico è un bene primario e mi sento di consigliarle di intraprenderne uno, quando sarà possibile. Le risposte alle domande che si pone e alle quali sembra non trovare oggi delle soluzioni plausibili, sono in qualche modo già dentro di lei e con una guida esperta potrebbe ritrovarle. Infondo, uno degli obiettivo di un percorso terapeutico è quello di intraprendere il processo di individuazione al quale ognuno di noi dovrebbe prenderne parte. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento in merito. Cordialmente, dott. RC

Dott. Raffaele Cuomo

Buonasera a tutti, mi chiamo Michele, ho 22 anni e vivo a Roma.
Nell’ultimo periodo mi sto trovando davvero in difficoltà, in balia di due persone a me molto vicine. Qualche mese fa mi sono fidanzato con una ragazza (S) con la quale mi trovavo molto bene, ridevamo, scherzavamo, insomma con lei ero me stesso. Il fatto è che la sua migliore amica (G) (che è anche la mia trall’altro), è sempre stata nei miei pensieri e per farvela breve tra noi due c’è sempre stata un’attrazione reciproca (repressa da sempre). Io e G ci conosciamo da quando siamo piccoli, siamo cresciuti insieme e col tempo si è instaurato quasi un legame fraterno, ci vogliamo un bene dell’anima. Il fatto è che io per tutti i mesi del fidanzamento/frequentazione con S non ho fatto altro che pensare alla mia migliore amica, e cercavo di scacciare questo pensiero perché mi faceva sentire estremamente in colpa.
Nel corso dei mesi G ha avuto un paio di problemi con il suo fidanzato, si sono lasciati e quindi ha cercato appoggio verso di me, che io le ho dato perché da amico ci sono e ci sarò sempre per lei. Purtroppo è capitato che una sera siamo usciti insieme in un pub, ci siamo ubriacati e abbiamo passato la notte insieme presi forse dalla foga del momento. La mattina seguente per me è stato uno shock ritrovarmi lì con lei, il senso di colpa mi stava uccidendo ma allo stesso tempo non riuscivo a dimenticarmi di quanto ero stato bene, perché io ero fortemente attratto da lei e lei da me.
Mi sono sentito uno schifo, un mostro, un essere immondo e non riuscivo più a guardare in faccia quella che era la mia “fidanzata”.
So di essere una persona pessima, un fidanzato orribile, ma al cuore non si comanda ed io penso di essermi messo con S per cercare di dimenticare G e della mia attrazione verso di lei, perché essendo la mia migliore amica avevo paura che il nostro rapporto si rovinasse per via del mio sentimento.
P.S. Io e S ci siamo lasciati poco tempo fa in seguito ad alcuni messaggi che ho visto sul suo telefono e che raffigura lei che si scriveva con un altro ragazzo. In seguito a ciò io e G abbiamo cominciato a frequentarci assiduamente e non c’è giorno in cui non stiamo insieme, che ci sentiamo o ci scriviamo. Io sono innamorato di lei, e credo di esserlo sempre stato, purtroppo è questa la verità.
Voi che consigli mi date? Scrivo anche a nome di G che si sente in colpa di star facendo “questo” alla sua migliore amica, ma pure lei la pensa come me e non riesce a reprimere il sentimento che prova nei miei confronti.
Scusate per il disturbo, grazie in anticipo per le risposte che mi darete

Gentile Michele, si percepisce nel suo racconto la sofferenza provata, dovuta probabilmente al conflitto interiore tra ciò che è "giusto" e ciò che "si vuole". C'è il rischio, però, che il "senso di colpa" possa alla lunga logorare anche la sua relazione con G. Personalmente non amo molto la parola "colpa", poiché nasconde in sé un'accezione negativa. Invece, apprezzo molto la parola "responsabilità", la quale ha in sé un grande potere, il potere di renderla protagonista della propria vita. Per vivere pienamente la vostra relazione, dovete farvi carico della vostra responsabilità e affrontare ciò che vi spaventa . Le vorrei porre una domanda: perché ha scelto S, quando nel profondo voleva G? Sarebbe interessante se riuscisse a darsi una risposta in merito. Avere una maggiore consapevolezza di chi si è, di cosa si vuole, ma soprattuto di cosa non si vuole, l'aiuterebbe a non cadere in situazioni simili in futuro. Un percorso terapeutico potrebbe essere funzionale per il raggiungimento di tali obiettivi, ma anche per superare le difficoltà del momento. Resto a disposizione per qualsiasi informazione in merito. Cordialmente, dott. RC

Dott. Raffaele Cuomo

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