Salve. Ho 23 anni. Da 4 anni vivo con mia sorella,mantenendoci da sole. Fortunatamente lavorando non

18 risposte
Salve. Ho 23 anni. Da 4 anni vivo con mia sorella,mantenendoci da sole. Fortunatamente lavorando non abbiamo nessun problema ne economico ne di autogestione. Sono la 5 di 6 figli( 4 fratelli più grandi e mia sorella più piccola di me di un anno). Problemi con mio padre sono andata via di casa dopo la morte di mia madre avvenuta 5 anni fa. La mia vita mi soddisfa, non ho problemi a socializzare e mi sono finalmente iscritta all'università di psicologia. Ora futuri colleghi ho una domanda da fare: perché i miei fratelli ,nonostante siano più grandi,non riescono a rispettare i miei limiti?
Mi spiego meglio; voglio molto bene ai miei fratelli anche se molte volte(sempre) me la sono dovuta cavare da sola. Sono sempre stata disponibile ad aiutarli sia economicamente che mentalmente senza chiedere mai nulla. Loro però non rispettano i miei limiti es.: anche se io non sono a casa mia loro pretendono che io dia di buon grado le mie chiavi per farli stare da me. Ovviamente io rifiuto e loro mi fanno sentire in colpa. Non mi sono mai permessa di entrare a casa loro senza che loro non fossero presenti,per me è una questione di rispetto degli spazi altrui. Ma loro pensano che siccome sono la sorella si possono permettere questo ed altro.non so ditemi voi se sto esagerando. E sopratutto potete spiegarmi perché mi sento in colpa ogni volta che rifiuto?
Carissima
Dalle parole che scrive emerge una persona che ha tante risorse, nonostante un contesto difficile. La domanda che presenta è del tutto valida ma la definizione degli spazi parte dalla fermezza del singolo quando li afferma. Ovviamente, se fatto in modo civile, non c'è niente da rimproverarsi. Infatti io partirei da questo senso di colpa per poi analizzare meglio il rapporto e le dinamiche che ha con i fratelli. Rimango a disposizione anche online.
GM

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Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Mi spiace molto anche per la morte di sua mamma.
Ritengo utile che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli ed elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione anche online Cordialmente dott FDL
Salve. Credo che sia innanzitutto importante riconoscere che se lei ha necessità di salvaguardare i suoi spazi, questo sia sano e conseguente alla sua maturità. Maturità e abbondanza di risorse che si evincono dal suo racconto.
Il senso di colpa è qualcosa di complesso e penso non ci sia quasi mai una risposta univoca al perché lo proviamo, nelle diverse situazioni. Sembra che i suoi fratelli diano per scontata la sua disponibilità e ci si può sentire poco considerati, non visti, quando gli altri ci danno per scontati. Il senso di colpa che prova potrebbe essere legato alle dinamiche che caratterizzano le relazioni con i suoi fratelli e, ancora prima, il modo in cui lei vive il rapporto con loro. Ripeto, è una questione complessa che merita uno spazio e un tempo di approfondimento che la psicoterapia più di ogni altro strumento può concederle.
Resto naturalmente a disposizione, qualora volesse approfondire tali aspetti ed acquisire maggior consapevolezza.
Cari saluti,
Dott. Pagliarulo Eugenio
Buongiorno, grazie per la condivisione.
Rispondere a una situazione descritta in poche righe non è semplice, tuttavia da ciò che scrive si possono ipotizzare vari elementi. Lei sembra molto consapevole di se stessa, del suo percorso e dei suoi obiettivi. Sembra che abbia chiaro il modo in cui si sente e si rende conto di ciò che ha bisogno. Ha provato a parlarne chiaramente coi suoi fratelli, in modo sincero e delicato? Spesso si creano fraintendimenti e situazioni poco chiare, a causa di assenza di dialogo. Provando a esporre le sue ragioni e anche facendosi valere sui propri bisogni, trovo sia importante che lei in questo modo faccia presente dei limiti. Rispetto ai sensi di colpa, il discorso è più complesso. Forse lei potrebbe sentire che mettere dei limiti e dire di no alle richieste dei fratelli, la renderebbe una "cattiva" sorella? La mia è solo una delle innumerevoli possibili ipotesi ovviamente, solo lei può ascoltare se stessa e cercare di capire l'origine di questo senso di colpa.
Provi a capire quali pensieri le sorgono legati ai sensi di colpa, provi ad ascoltarsi.
Cordialmente, Dott.ssa Ilaria Truzzi
Buongiorno, quando in famiglia i confini non sono stati chiari e definiti, è possibile che sia più difficile gestire i propri spazi e rischiare l'invadenza (o la chiusura). Lei mi sembra abbastanza lucida rispetto a quello che considera un limite giustamente da non superare rispetto ai suoi fratelli, ma si sente in colpa probabilmente perché, mentre razionalmente riesce a mettere un confine, internamente questo le costa un certo impegno, e infatti esprime questo suo mettere un confine con la parola "rifiuto". Il mio vuole essere solo uno spunto e non so se ho colto il punto della questione, le consiglierei di intraprendere un percorso per raggiungere più consapevolezza di sé e della sua storia e gestire al meglio la situazione. Le servirà anche per il suo futuro lavoro!
Buonasera,

Le dinamiche e gli equilibri familiari talvolta sono complesse e generano emozioni e reazioni inaspettate e poco comprese anche da noi stesse come il senso di colpa.

Queste dinamiche meritano di essere comprese e districate e un percorso con un professionista potrebbe aiutarla a comprenderle.

Qualora ne avesse o ne aveste il desiderio resto a disposizione, anche online, per approfondire insieme la situazione.

Un caro saluto,
Martina Malesani
Buonasera, lei chiede di spiegarle perché si sente in colpa quando fa un rifiuto, questa è una dinamica importante che avrebbe bisogno di essere adeguatamente approfondita. Non esiste una risposta che vada bene per tutti, come sa, ognuno ha la sua storia e comprenderla profondamente ci permette anche di liberarci dal senso di colpa. Le suggerisco di riflettere sulla possibilità di darsi un'occasione per intraprendere un percorso di conoscenza e scoperta del vero Sè. Un caro saluto
Buonasera, ha posto delle riflessioni lecite in quanto lei sembra aver chiaro il concetto di spazi personali e limiti.
Sarebbe importante approfondire i suoi vissuti, per poterle dare un quadro esaustivo del suo senso di colpa, in quanto questo emerge in base alle personalità e alle vicende di ognuno.
Da ciò che scrive potrei ipotizzare che dietro al suo senso di colpa si nasconda la paura di sembrare una brutta persona? Il bisogno di essere considerata sempre in un certo modo? Ripeto, sono solo ipotesi che andrebbero indagate.
Potrebbe parlare apertamente con i suoi fratelli dell'importanza che ha per lei la sua privacy, il suo spazio, cercando di far capire loro che l'affetto non è direttamente collegato al poter invadere i suoi spazi.
Tutto, però, dipende dall'idea che le persone hanno rispetto a questi concetti, che non è per tutti uguale, questo lo tenga presente, come per tutte le cose.
Potrebbe esserle utile uno spazio psicologico dove poter approfondire queste dinamiche, questi suoi sensi di colpa, i suoi vissuti personali che credo siano densi di emozioni e anche di sofferenza, per aiutarla a vivere in modo più funzionale se stessa e il modo di gestire certe situazioni e dinamiche relazionali.
Resto a disposizione per qualunque chiarimento, lavoro anche on line, un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Gentile utente, grazie per aver raccontato parte della sua storia.
Innanzitutto complimenti per la sua capacità di gestire e superare situazioni che, da come descrive, non devono esser state semplici e per l'inizio del suo percorso universitario.
E' difficile individuare le cause del senso di colpa che lei prova senza un'accurata analisi dei propri vissuti e delle dinamiche familiari.
Mi viene però da porle delle domande che potrebbero attivare una serie di riflessioni: innanzitutto se il senso di colpa quando dice no si manifesta anche in altri contesti o solo in rapporto ai suoi fratelli? Questo senso di colpa è legato all'immagine e al ruolo che lei sente di ricoprire all'interno delle dinamiche familiari? Mi spiego meglio: quando dice di no, si sente una cattiva sorella?
Dalle sue parole emerge che lei è sempre stata molto disponibile con loro, sia materialmente che affettivamente e questo, spesso, fa credere all'altro di poter avere la pretesa di chiedere sempre e dover ottenere sempre si.
In ultima analisi, si interroghi se l'invadenza dei suoi spazi non sia anche legata ad una forma di controllo da parte dei suoi fratelli.
In ogni caso le consiglio, da un lato, di restar ferma sulle sue posizioni ed esser chiara con la sua famiglia circa i limiti da rispettare, e dall'altro, di intraprendere un percorso di supporto psicologico per poter analizzare in maniera più approfondita il malessere e il senso di colpa di cui parla, per scoprirne le cause ed imparare a "gestirlo".
Resto a disposizione anche online.
Dott.ssa Barbara Piscitelli
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Carissima,
Dietro Il senso di colpa di solito si nasconde la paura di non essere approvati.
Quando lo sperimenti puoi provare a chiederti:
Perché mi sento così?
Cosa racconta di me questa emozione?
Qual è il valore morale che ho appreso in famiglia, che sto trasgredendo?

Puoi provare a rispondere a queste domande su un quaderno, senza censurati, senza badare alla forma, sentendoti libera di scrivere quello che ti balza alla mente.
La radice del senso di colpa risiede spesso in modelli educativi basati sui ricatti morali ( se TU non fai questo, allora IO… starò così o cosa’).

Quanto allo spazio della tua casa e alle entrate a gamba tesa dei tuoi fratelli, mi interrogherei sui miei confini. Se non sono chiari, se non li ho delineati in modo che possano essere visibili a tutti, gli altri possono sentirsi autorizzati a oltrepassarli.
Di solito quando gli altri violano i nostri confini è perché abbiamo del lavoro da fare per disegnarli e definirli.
Se lascio la porta di casa aperta, non posso arrabbiarmi con chi, passando di li, pensa che questo sia un invito ad entrare..
In bocca al lupo per tutto.

Dott.ssa Stefania Ludovici
Grazie per avere condiviso con noi le sue riflessioni, le sue paure e le sue domande.
La vita in qualche modo è un connobuio del tutto personale tra appartenenza ed esplorazione individuale. L'appartenenza ha le sue regole, i suoi ruoli, è fatta di un NOI che può includere tutto o anche niente, che ha rispetto dei confini o meno. Lei sta cercando di trovare la sua strada e la dovrà trovare partendo da questa appartenenza, senza sentirsi in colpa ma anche senza sentirsi di dover 'partire da sola, lasciando tutto il resto dietro'. In bocca al lupo.
M
Gentilissima futura collega (chissà!), come anticipato da altri colleghi il vissuto di colpa che riporta andrebbe esplorato in seduta perché si possono nascondere emozioni, pensieri e vissuti molto differenti.
Estrapolo una frase dalla narrazione che ci ha portato rispetto alla situazione che sta vivendo: "loro non rispettano i miei limiti". Le chiedo, sono i suoi fratelli che non rispettano i suoi limiti oppure i suoi fratelli non vedono limiti perché non riesce a stabilirli (o se li stabilisce sono molto labili)?
Comunque vada e qualsiasi scelta faccia in merito a questo momento di fatica, le auguro di trovare la sua serenità e di proseguire il suo percorso a vele spiegate!
Dott.ssa Conti Francesca
Gentile utente, le relazioni familiari si strutturano in base alla necessità del sistema famiglia attraverso la creazione di ruoli specifici che hanno come fine quello di soddisfare i bisogni consapevoli o quelli meno consapevoli dei genitori, in primis, e il mantenimento dell'equilibrio delle necessità dei singoli altri membri.
Il senso di colpa che emerge dalla sua situazione sembra provenire dalla mancata soddisfazione dei desideri dei suoi fratelli, che potrebbero comportarsi come un bambino onnipotente che tutto vuole e tutto ottiene, piuttosto che da una sua mancanza egoistica verso di loro.
Stabilire dei limiti precisi all'interno del rapporto coi familiari potrebbe aiutarla. Le consiglio di leggere "Famiglie e terapia della famiglia" di Salvador Minuchin per fare luce sulla faccenda.
Gentile utente, le relazioni familiari a volte si strutturano su confini poco chiari e non ben definiti, lei sembra essersi allontanata da queste dinamiche ed è giusto e sano esigere i propri spazi, se riesce ne parli con i suoi fratelli in modo che anche loro possano comprendere come la fa sentire questa violazione. Per quanto riguarda il senso di colpa non è facile rispondere, ognuno di noi attribuisce un significato a ciò che esperisce quindi le chiedo cosa dice di lei questa emozione? Sarebbe utile poterlo approfondire in terapia ;)
Rimango a disposizione, saluti.
dott.ssa Martina Bernusso
Capisco che la situazione con i tuoi fratelli possa essere frustrante e che ti senta in colpa quando rifiuti le richieste che superano i tuoi limiti personali. È importante riconoscere che hai il diritto di stabilire confini e aspettarti che vengano rispettati, indipendentemente dal fatto che siano i tuoi fratelli.

Potrebbe essere utile riflettere su alcuni fattori che potrebbero contribuire a questa dinamica. Innanzitutto, potrebbe essere che i tuoi fratelli si siano abituati a dipendere da te o a ricevere aiuto da te in passato, creando una sorta di aspettativa che continui ad essere disponibile in ogni momento. Potrebbero non capire completamente la tua necessità di riservare il tuo spazio e il tuo tempo per te stessa, poiché sono abituati al tuo sostegno.

Inoltre, potrebbe esserci una mancanza di comunicazione chiara riguardo ai tuoi bisogni e ai tuoi limiti. Potrebbe essere utile avere una conversazione aperta con i tuoi fratelli per spiegare in modo calmo e assertivo come ti senti riguardo alla tua privacy e al tuo bisogno di tempo per te stessa. Esprimi i tuoi limiti in modo chiaro e fermo, e spiega che hai bisogno che vengano rispettati per il bene del tuo benessere e della tua crescita personale.

Tuttavia, è importante anche considerare che i tuoi fratelli potrebbero avere le loro ragioni per comportarsi in questo modo. Potrebbero sentirsi soli, bisognosi di supporto o potrebbero avere difficoltà a comprendere appieno le tue esigenze e i tuoi desideri. Potrebbe essere utile cercare di comprendere le loro prospettive e trovare un equilibrio che soddisfi entrambe le parti. Potresti suggerire alternative per il supporto reciproco, come incontrarsi in luoghi pubblici o trovare altri modi per trascorrere del tempo insieme che siano rispettosi dei tuoi confini.

Ricorda che è normale sentirsi in colpa quando si impongono dei limiti, specialmente quando si tratta di familiari. Tuttavia, è importante ricordare che il tuo benessere e la tua autonomia sono fondamentali. Fai affidamento sul tuo diritto di prenderti cura di te stessa e cerca di superare questa sensazione di colpa, sapendo che stai facendo ciò che è meglio per te.

Se la situazione continua a essere difficile da gestire o se le discussioni con i tuoi fratelli non portano a un cambiamento positivo, potrebbe essere utile cercare il supporto di un professionista, come uno psicologo, che può aiutarti a esplorare queste dinamiche familiari complesse e trovare strategie per affrontarle in modo sano ed efficace.

Ricorda che meriti di avere confini e rispetto nella tua vita, e che puoi trovare un equilibrio che ti consenta di mantenere relazioni significative con i tuoi fratelli pur mantenendo la tua autonomia e il tuo benessere personale.Spero che la mia risposta le sia stata utile e le abbia fornito le informazioni di cui aveva bisogno.
Inoltre, se avesse ulteriori domande o desidera approfondire l'argomento in modo più dettagliato, la invito a contattarmi tramite chat privata. Sarà un piacere rispondere alle sue domande e fornirle ulteriori informazioni su ciò di cui ha bisogno.
Grazie ancora per aver condiviso la sua situazione, e spero di sentirla presto!
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Gentile giovane Utente,
ci tengo a chiarire in primis che la tua non mi sembra un'esagerazione, è comprensibile il tuo bisogno di affermare uno spazio personale in cui esprimere a pieno il tuo senso di autonomia. Altresì è fondamentale che i limiti di questo tuo spazio vengano definiti e rispettati. Il tuo essere comprensiva e disponibile nei confronti delle esigenze altrui è una cosa positiva e dice molto su di te, ma è anche importante conquistare un equilibrio tra le loro richieste e quelle che sono le tue esigenze e il tuo benessere. Sarebbe utile esplorare in modo più approfondito questo vissuto di colpa che sperimenti e che riporti in relazione al rifiuto delle richieste mosse dall'esterno. D'altronde le esperienze familiari modellano anche il mondo in cui poi ci relazioniamo nella realtà e con persone che sono al di fuori dei confini familiari, delieando un po' il nostro stile di relazionarci. E noi non dovremmo essere invase nei nostri confini legittimi in nessuna relazione, giusto?
La perdita vissuta è sicuramente un episodio straziante e che ha un impatto considerevole sugli aspetti che ho appena menzionato. Ritengo che un supporto psicologico possa esserti di aiuto e possa contribuire a dare forma concreta a quello spazio personale che hai tanto bisogno di affermare. Hai anche doveri nei confronti di te stessa: il dovere di prenderti cura di te e di non metterti da parte.
Per qualsiasi cosa puoi contattarmi.
Dr.ssa Simona Costantino
Gentile utente, da quanto lei scritto si potrebbe azzardare l'ipotesi che forse essendo sempre stata così presente per loro forse si siano abituati a poter usufruire del suo aiuto in qualsiasi momento, ovviamente questa è solo una supposizione. Mettere dei limiti certo non è facile, soprattutto con dei parenti ed è normale sentirsi in colpa. Però non mettendo dei limiti si rischia di finir completamente assorbiti dalle richieste dell'altro. Lei non deve mettere dei limiti con i suoi fratelli perché non vuole aiutarli, anzi è proprio in virtù del fatto che a loro ci tiene che è importante che imparino anche a rispettare i suoi spazi e cavarsela da soli.

Distinti saluti, dott. Morgione Massimo
Gentilissima utente ringrazio tanto il fatto che condivide con noi questo momento così difficile.
È comprensibile che ti senta in colpa quando rifiuti i tuoi fratelli, specialmente se sei abituata ad aiutarli e a essere disponibile nei confronti loro. Tuttavia, è importante ricordare che hai diritto a imporre i tuoi limiti e a far rispettare i tuoi spazi personali.
Il comportamento dei tuoi fratelli potrebbe essere il risultato di abitudini passate, in cui eri sempre disponibile ad aiutarli senza chiedere nulla in cambio. Potrebbero considerare naturale chiederti di condividere i tuoi spazi, senza rendersi conto che stai cercando di stabilire dei confini sani e rispettosi.
Per risolvere questa situazione, potresti provare a parlare con i tuoi fratelli in modo sincero e aperto. Spiegagli i tuoi sentimenti, i tuoi bisogni e i tuoi limiti, e cerca di far loro capire che hai bisogno di essere rispettata nei tuoi spazi personali. Potresti anche proporre soluzioni alternative, come creare un sistema di condivisione delle chiavi o stabilire dei giorni e degli orari in cui possono venire da te.
Ricorda che è importante ascoltare anche le loro ragioni e cercare di trovare un compromesso che sia accettabile per entrambi. Tuttavia, è fondamentale che tu non ti senta obbligata a fare qualcosa che va contro i tuoi desideri e i tuoi bisogni.
Inoltre, potrebbe essere utile cercare il supporto di un terapeuta o di un consulente familiare per affrontare questa situazione in modo costruttivo e per trovare strategie efficaci per far rispettare i tuoi limiti e mantenere una relazione sana con i tuoi fratelli. Rimango a sua disposizione per una eventuale consulenza.
Dott. Cordoba

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