Salve Dottori, sono una ragazza in crisi universitaria e mi sento molto confusa per il mio futuro. H
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Salve Dottori, sono una ragazza in crisi universitaria e mi sento molto confusa per il mio futuro. Ho 24 anni, studio medicina e sto per concludere il secondo anno ma non sono sicura di questo percorso. Mi trovo davanti ad un bivio e non so cosa voglia fare perchè da una parte da diversi mesi provo insoddisfazione, mi sento un po' chiusa in gabbia e non sento che stia vivendo, tanto che spesso mi domando quale sia il senso dell'esistenza; dall'altra ho un forte desiderio di viaggiare, di stare a contatto con la natura, di scoprire, provare altro e di fare altre esperienze. In generale mi piace quello che studio anche se non tutte le materie e ho sempre avuto una vocazione nell'aiutare gli altri ma al solo pensiero di rimanere "bloccata" in un solo posto a studiare per molteplici anni non mi sento serena e tendo a provare un senso di ingabbiamento. Diciamo anche che non mi sto vivendo bene questo percorso perchè in una città molto diversa dalla mia (dove mi trovo ora riscontro una mancanza di stimoli) ma anche perchè, nonostante abbia conosciuto molte persone nella mia università, non ho mai creato legami stabili e profondi con qualcuno, sentendomi molto sola. Al contrario, nella mia città di origine ho molte amicizie con cui uscivo molto spesso.. insomma sono passata da un estremo ad un altro e qui dove mi trovo mi sento sola. Per quanto riguarda gli esami ho avuto un trauma forte per l'esame di anatomia e per la prima volta ho sperimentato l'attacco di panico, tutto questo avvenuto a novembre 2024. Dopo questo avvenimento ho provato una grande repulsione verso questa materia (che in realtà avevo amato da subito) e ho perso tutti i piani che mi ero creata per preparare anche altri esami portandomi a confusione generale. (In più attualmente ho esami arretrati che non riesco a farmi piacere e quindi a preparare.) Dopo la repulsione per anatomia a febbraio 2025 ho ripreso in mano la situazione e l'ho preparata senza difficoltà passandola subito.. il fatto di passarla non mi ha fatto provare soddisfazione. Non so se questi aspetti possano essere correlati ai miei dubbi, so solo che attualmente non sono più sicura di questo percorso e non so se riesco a vedermi nel futuro come medico. Ho paura però di pentirmene se dovessi lasciare ed un altro lato che considero è quello familiare. Infatti ci sono e ci sono sempre state molte aspettative nei miei confronti. Da quando sono piccola sono stata indirizzata verso questa strada (soprattutto da mio padre) anche se non ne ero proprio convinta perchè vedendo mia mamma e mio nonno, anche loro medici, ho riscontrato da parte loro un senso di impegno costante e mancanza di tempo per la propria famiglia. Infatti dopo il diploma ho preso altre strade ma alla fine sono finita a fare medicina ed ora non so che scelta prendere. Vi ringrazio in anticipo per l'attenzione.
Cara ragazza,
il tuo vissuto riflette un momento di grande importanza e vulnerabilità, che merita ascolto e rispetto. Ti trovi in un passaggio delicato della vita, in cui le scelte universitarie e professionali si intrecciano con i tuoi bisogni più profondi, le aspettative familiari, i sogni personali e il desiderio di libertà, esplorazione e autenticità.
È naturale sentirsi smarriti quando ciò che stiamo vivendo non corrisponde più (o non ha mai corrisposto pienamente) a ciò che desideriamo. Da quanto scrivi, emergono chiaramente una forte sensibilità, un grande desiderio di contatto umano e autenticità, un bisogno di stimoli vitali e connessioni profonde. Al tempo stesso, mostri una notevole capacità di impegno e riflessione, anche nelle difficoltà.
Il tuo percorso in medicina, pur avendo solide basi (hai superato esami impegnativi e continui a impegnarti), sembra essersi intrecciato con pressioni familiari e modelli di riferimento che ti hanno forse allontanata dal tuo sentire autentico. Il trauma legato all’esame di anatomia, l’attacco di panico e la mancanza di soddisfazione nonostante il superamento, sono segnali importanti che indicano un disagio che va oltre il semplice “non mi piace studiare”.
Anche il senso di solitudine nella nuova città, il cambiamento nel tuo stile di vita sociale e il sentimento di essere “ingabbiata” ci parlano di un bisogno più ampio: quello di riconnetterti con te stessa, con ciò che ti fa sentire viva, libera, in armonia.
Non esiste una risposta unica o immediata al tuo dubbio: proseguire o cambiare strada. Ma ciò che può aiutarti davvero è prenderti uno spazio protetto dove esplorare queste emozioni e domande, al di là delle aspettative altrui, con uno sguardo centrato su di te, sui tuoi valori, desideri, risorse.
Per questo motivo sarebbe utile e consigliato per approfondire la situazione rivolgersi ad uno specialista, che possa accompagnarti in questo percorso di chiarezza, ascolto e scelta.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
il tuo vissuto riflette un momento di grande importanza e vulnerabilità, che merita ascolto e rispetto. Ti trovi in un passaggio delicato della vita, in cui le scelte universitarie e professionali si intrecciano con i tuoi bisogni più profondi, le aspettative familiari, i sogni personali e il desiderio di libertà, esplorazione e autenticità.
È naturale sentirsi smarriti quando ciò che stiamo vivendo non corrisponde più (o non ha mai corrisposto pienamente) a ciò che desideriamo. Da quanto scrivi, emergono chiaramente una forte sensibilità, un grande desiderio di contatto umano e autenticità, un bisogno di stimoli vitali e connessioni profonde. Al tempo stesso, mostri una notevole capacità di impegno e riflessione, anche nelle difficoltà.
Il tuo percorso in medicina, pur avendo solide basi (hai superato esami impegnativi e continui a impegnarti), sembra essersi intrecciato con pressioni familiari e modelli di riferimento che ti hanno forse allontanata dal tuo sentire autentico. Il trauma legato all’esame di anatomia, l’attacco di panico e la mancanza di soddisfazione nonostante il superamento, sono segnali importanti che indicano un disagio che va oltre il semplice “non mi piace studiare”.
Anche il senso di solitudine nella nuova città, il cambiamento nel tuo stile di vita sociale e il sentimento di essere “ingabbiata” ci parlano di un bisogno più ampio: quello di riconnetterti con te stessa, con ciò che ti fa sentire viva, libera, in armonia.
Non esiste una risposta unica o immediata al tuo dubbio: proseguire o cambiare strada. Ma ciò che può aiutarti davvero è prenderti uno spazio protetto dove esplorare queste emozioni e domande, al di là delle aspettative altrui, con uno sguardo centrato su di te, sui tuoi valori, desideri, risorse.
Per questo motivo sarebbe utile e consigliato per approfondire la situazione rivolgersi ad uno specialista, che possa accompagnarti in questo percorso di chiarezza, ascolto e scelta.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
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Buonasera, mi dispiace innanzitutto per il malessere che sta vivendo in questo periodo. Sono tematiche importanti, ne parli con uno/a psicoterapeuta e vedrà che trovetere insieme un modo per stare meglio col tempo e sbloccare alcuni "nodi". Le auguro il meglio, un saluto
Buongiorno,
è difficile poter trovare delle risposte ai suoi dubbi così su due piedi. Le sarebbe molto utile poter intraprendere un percorso di psicoterapia per riuscire a capire meglio questi dubbi e perchè lei possa capire effettivamente quello che vuole per davvero, potendo anche trovare un modo per gestire nella maniera adeguata le aspettative.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Francesca Torelli
è difficile poter trovare delle risposte ai suoi dubbi così su due piedi. Le sarebbe molto utile poter intraprendere un percorso di psicoterapia per riuscire a capire meglio questi dubbi e perchè lei possa capire effettivamente quello che vuole per davvero, potendo anche trovare un modo per gestire nella maniera adeguata le aspettative.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Francesca Torelli
Buongiorno signorina. Quello che ha scritto mi ha ricordato una mia paziente che poi si è laureata in medicina l’anno scorso. Anche lei per tutti gli anni del liceo aveva coltivato il desiderio di fare medicina ma qualche anno fa si è bloccata. Un po’ per il passaggio allo studio universitario più indipendente ma anche per la differenza tra la vita del paese a quella di una grande città ed al conseguente senso di solitudine nelle amicizie. Siamo riusciti a superare la difficoltà prima che causasse un blocco concentrandoci sul “qui ed ora” dell’esame volta per volta. Ogni persona è diversa dalle altre però credo che la facoltà di Medicina sia particolare anche per la sua lunghezza. Spero di aver risollevato il suo umore. Anche di poco.
Gentile ragazza,
la sua situazione è complessa e carica di emozioni contrastanti. È normale sentirsi confusi e in crisi in un periodo di grande cambiamento come quello universitario, ma la sua insoddisfazione e il desiderio di esplorare nuovi orizzonti sono segnali importanti da ascoltare. Medicina è un percorso impegnativo che richiede dedizione e passione. Tuttavia, se si sente bloccata e priva di stimoli, potrebbe essere utile riflettere su ciò che realmente desidera dalla vita. Inoltre il desiderio di viaggiare e di connettersi con la natura indica una necessità di libertà e scoperta, elementi che possono sembrare in conflitto con il rigore degli studi medici.
La sua esperienza con l’ansia e la repulsione verso l’anatomia meritano attenzione. Potrebbe essere utile esplorare questi sentimenti più a fondo, magari attraverso il supporto di un professionista, per comprendere come affrontarli e rielaborarli.
Le aspettative familiari possono pesare, eccome, ma è fondamentale che la scelta del suo futuro venga fatta in base ai suoi desideri e valori. Prendersi del tempo per riflettere, magari anche facendo esperienze diverse o viaggi, potrebbe aiutarla a chiarire le sue idee.
Un terapeuta può supportarla in questo percorso di esplorazione e comprensione di sé. È importante che lei si senta a suo agio e motivata nel cammino che sceglierà di intraprendere. Se lo desidera, può prenotare un incontro per analizzare insieme la situazione. Ogni fase difficile può aprire la porta a nuove possibilità! Rimango a disposizione, un caro saluto!
la sua situazione è complessa e carica di emozioni contrastanti. È normale sentirsi confusi e in crisi in un periodo di grande cambiamento come quello universitario, ma la sua insoddisfazione e il desiderio di esplorare nuovi orizzonti sono segnali importanti da ascoltare. Medicina è un percorso impegnativo che richiede dedizione e passione. Tuttavia, se si sente bloccata e priva di stimoli, potrebbe essere utile riflettere su ciò che realmente desidera dalla vita. Inoltre il desiderio di viaggiare e di connettersi con la natura indica una necessità di libertà e scoperta, elementi che possono sembrare in conflitto con il rigore degli studi medici.
La sua esperienza con l’ansia e la repulsione verso l’anatomia meritano attenzione. Potrebbe essere utile esplorare questi sentimenti più a fondo, magari attraverso il supporto di un professionista, per comprendere come affrontarli e rielaborarli.
Le aspettative familiari possono pesare, eccome, ma è fondamentale che la scelta del suo futuro venga fatta in base ai suoi desideri e valori. Prendersi del tempo per riflettere, magari anche facendo esperienze diverse o viaggi, potrebbe aiutarla a chiarire le sue idee.
Un terapeuta può supportarla in questo percorso di esplorazione e comprensione di sé. È importante che lei si senta a suo agio e motivata nel cammino che sceglierà di intraprendere. Se lo desidera, può prenotare un incontro per analizzare insieme la situazione. Ogni fase difficile può aprire la porta a nuove possibilità! Rimango a disposizione, un caro saluto!
Cara utente, le tue parole raccontano un momento di grande confusione ma anche di consapevolezza e profondità. Stai vivendo un bivio importante, dove da una parte senti il peso di una scelta che forse non ti rispecchia più completamente, e dall’altra il desiderio di scoperta, di libertà e di vivere pienamente la tua vita. È del tutto comprensibile sentirsi disorientati quando ciò che si è scelto inizia a stare “stretto”, o quando non ci si sente più in sintonia con l’ambiente in cui si vive e studia. La solitudine, il peso delle aspettative familiari e un’esperienza emotivamente forte come quella dell’attacco di panico possono rendere ancora più difficile capire cosa desideri davvero per te. Ma è proprio in questi momenti che può essere utile fermarsi, prendersi uno spazio per ascoltarsi in profondità e dare voce a ciò che senti. Se vuoi, possiamo prenderci un tempo insieme per comprendere meglio quello che stai attraversando. Non per trovare subito “la risposta giusta”, ma per esplorare con calma ciò che ti muove dentro, i tuoi bisogni, i tuoi desideri e anche le tue paure. A volte, solo parlando con qualcuno che ti ascolta senza giudizio, iniziano ad aprirsi nuove possibilità.
Se ti fa piacere, possiamo fissare un primo incontro. Sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
Se ti fa piacere, possiamo fissare un primo incontro. Sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
Buongiorno! Considerato i limiti del contesto e dello strumento, proverò ad offrire un piccolo contributo di pensiero. Mentre leggevo, avevo la sensazione di essere alle prese con una sorta di volantino di protesta, qualcosa di importante da esprimere e condividere, ma implicitamente “illegale” e soggetto alla minaccia di una punizione. Ho immaginato si sentisse sola, nessuno a cui mostrarsi fragile, ma è arrivato forte anche il senso di colpa per questo fermento vitale. Mi sono chiesto di lei, della sua adolescenza, del suo futuro. C'è l’investitura ricevuta “da quando sono piccola”, un’eredità preziosa, ma anche faticosa, limitante, vincolante. Come se si sentisse fagocitata da aspettative che l’hanno costretta a mettere da parte desideri, paure, emozioni. Come se non ci fosse spazio e disponibilità a lasciarla essere sé stessa. È una situazione scomoda, lo capisco, ma non deve prendere una decisione in questo momento. Lei ha fatto quello che poteva, raggiungendo obiettivi importanti di cui può e deve essere orgogliosa. C’è del lavoro da fare, un lavoro complesso, delicato, preciso. Ho l’impressione che la questione non sia tanto la scelta universitaria in sé (giusta o sbagliata), ma tutto quanto sulla scelta universitaria si è appoggiato, trovando finalmente la possibilità di esprimersi anche se in modo magmatico. Spero sentirà presto il desiderio di affidarsi ad una seconda mente, che la accompagni a ri-pensare e ri-significare la sua storia, affinché possa fare le sue future scelte ad “emozion veduta”, sentirle genuine e vivere una vita piena e serena. È molto giovane, ne ha diritto. In bocca al lupo
Gentile utente,
le sue parole trasmettono con lucidità il momento di smarrimento che sta vivendo, fatto di dubbi sul percorso universitario, senso di costrizione, solitudine e desiderio di esperienze diverse. È comprensibile che tutto questo generi confusione, soprattutto se a ciò si aggiungono aspettative familiari e segnali di malessere come la perdita di motivazione o episodi di panico.
Può essere utile prendersi del tempo per esplorare con l’aiuto di uno psicoterapeuta queste ambivalenze, dare voce ai suoi desideri, comprendere meglio cosa significhi per lei “vivere” e come ritrovare un senso nel proprio presente, che sia dentro o fuori dalla medicina. Il bivio in cui si trova non va risolto in fretta, ma accompagnato con cura. Se lo desidera, rimango disponibile ad accoglierla in uno spazio di ascolto dedicato solo a lei, per aiutarla a fare chiarezza senza giudizio.
Un caro saluto.
le sue parole trasmettono con lucidità il momento di smarrimento che sta vivendo, fatto di dubbi sul percorso universitario, senso di costrizione, solitudine e desiderio di esperienze diverse. È comprensibile che tutto questo generi confusione, soprattutto se a ciò si aggiungono aspettative familiari e segnali di malessere come la perdita di motivazione o episodi di panico.
Può essere utile prendersi del tempo per esplorare con l’aiuto di uno psicoterapeuta queste ambivalenze, dare voce ai suoi desideri, comprendere meglio cosa significhi per lei “vivere” e come ritrovare un senso nel proprio presente, che sia dentro o fuori dalla medicina. Il bivio in cui si trova non va risolto in fretta, ma accompagnato con cura. Se lo desidera, rimango disponibile ad accoglierla in uno spazio di ascolto dedicato solo a lei, per aiutarla a fare chiarezza senza giudizio.
Un caro saluto.
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso il momento complesso che sta attraversando. Le sue parole esprimono una forte consapevolezza e un desiderio autentico di comprendersi più a fondo, in un passaggio della vita in cui è naturale sentirsi smarriti.
Le emozioni che descrive, quali il senso di insoddisfazione, la solitudine, il dubbio rispetto al futuro, meritano attenzione e ascolto. Non si tratta di trovare subito una risposta, ma di concedersi il tempo per esplorare ciò che sente, al di là delle aspettative esterne.
In questo percorso, uno spazio di ascolto psicologico potrebbe offrirle un sostegno prezioso, aiutandola a orientarsi con maggiore chiarezza e gentilezza verso se stessa.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Vittoria Tescaro
la ringrazio per aver condiviso il momento complesso che sta attraversando. Le sue parole esprimono una forte consapevolezza e un desiderio autentico di comprendersi più a fondo, in un passaggio della vita in cui è naturale sentirsi smarriti.
Le emozioni che descrive, quali il senso di insoddisfazione, la solitudine, il dubbio rispetto al futuro, meritano attenzione e ascolto. Non si tratta di trovare subito una risposta, ma di concedersi il tempo per esplorare ciò che sente, al di là delle aspettative esterne.
In questo percorso, uno spazio di ascolto psicologico potrebbe offrirle un sostegno prezioso, aiutandola a orientarsi con maggiore chiarezza e gentilezza verso se stessa.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Vittoria Tescaro
Ciao, grazie per aver condiviso con così tanta chiarezza e profondità il tuo vissuto.
Le parole che usi restituiscono un’esperienza di grande confusione, ma anche di grande consapevolezza. C’è una parte di te che sembra chiedere spazio, libertà, contatto con ciò che ti fa sentire viva, e un’altra che si confronta con aspettative, percorsi già tracciati, doveri.
Nel lavoro terapeutico gestaltico si dà molta attenzione a ciò che accade nel “qui e ora”: come ti senti, cosa senti nel corpo, cosa si muove mentre parli di certe scelte. Spesso, quando ci sentiamo “ingabbiati”, come tu stessa scrivi, può essere utile fermarsi e ascoltare con onestà quel senso di costrizione, senza giudicarlo o cercare subito una soluzione.
La crisi che descrivi può diventare uno spazio prezioso per riconoscere meglio chi sei ora, a 24 anni, e distinguere i tuoi desideri più autentici da quelli che ti sono stati trasmessi o suggeriti. Non per forza per “scegliere subito” o “decidere tutto”, ma per iniziare a sentire cosa ti fa bene, cosa ti manca, cosa vuoi coltivare.
Il senso di solitudine, il trauma legato all’esame, la mancanza di stimoli nel contesto in cui vivi ora… sembrano segnali importanti. Non da interpretare come segnali di debolezza, ma come bussola per orientarti.
Potresti trovare giovamento da un percorso psicoterapeutico che ti accompagni a esplorare questi poli opposti — sicurezza vs. libertà, aspettative vs. autenticità — aiutandoti a trovare una posizione più centrata, più tua.
A volte non si tratta di scegliere “o questo o quello”, ma di scoprire una terza via che tenga conto dei tuoi bisogni profondi.
Ti auguro di poterti ascoltare con gentilezza, senza fretta, e di trovare uno spazio in cui poter essere pienamente te stessa.
Un caro saluto.
Le parole che usi restituiscono un’esperienza di grande confusione, ma anche di grande consapevolezza. C’è una parte di te che sembra chiedere spazio, libertà, contatto con ciò che ti fa sentire viva, e un’altra che si confronta con aspettative, percorsi già tracciati, doveri.
Nel lavoro terapeutico gestaltico si dà molta attenzione a ciò che accade nel “qui e ora”: come ti senti, cosa senti nel corpo, cosa si muove mentre parli di certe scelte. Spesso, quando ci sentiamo “ingabbiati”, come tu stessa scrivi, può essere utile fermarsi e ascoltare con onestà quel senso di costrizione, senza giudicarlo o cercare subito una soluzione.
La crisi che descrivi può diventare uno spazio prezioso per riconoscere meglio chi sei ora, a 24 anni, e distinguere i tuoi desideri più autentici da quelli che ti sono stati trasmessi o suggeriti. Non per forza per “scegliere subito” o “decidere tutto”, ma per iniziare a sentire cosa ti fa bene, cosa ti manca, cosa vuoi coltivare.
Il senso di solitudine, il trauma legato all’esame, la mancanza di stimoli nel contesto in cui vivi ora… sembrano segnali importanti. Non da interpretare come segnali di debolezza, ma come bussola per orientarti.
Potresti trovare giovamento da un percorso psicoterapeutico che ti accompagni a esplorare questi poli opposti — sicurezza vs. libertà, aspettative vs. autenticità — aiutandoti a trovare una posizione più centrata, più tua.
A volte non si tratta di scegliere “o questo o quello”, ma di scoprire una terza via che tenga conto dei tuoi bisogni profondi.
Ti auguro di poterti ascoltare con gentilezza, senza fretta, e di trovare uno spazio in cui poter essere pienamente te stessa.
Un caro saluto.
Buonasera, credo che i dubbi e la confusione vadano accolti ed ascoltati, più che giudicati. Sembrano, i suoi, interrogativi di carattere esistenziale, legati cioè alla persona che vuole diventare piuttosto che al percorso di studi e di carriera. Un percorso con un professionista la potrà aiutare a far luce su se stessa, sulle sue paure e su i suoi desideri per poter individuare ciò che sentirà appartenerle pienamente. In bocca al lupo!
Buongiorno, grazie per la tua condivisione. Credo tu possa avere bisogno di attivare un percorso che possa sostenerti in questa scelta, aiutandoti a conoscerti e capirti di più: credo ci sia bisogno di capire qual è il peso delle aspettative a cui sei stata sottoposta fin da piccola, e se queste aspettative ti hanno ostacolato nel chiederti cosa volessi fare veramente. Non devi assolutamente farti spaventare, è normale e sano alla tua età ma nella vita in generale farsi delle domande, interrogarsi, chiedersi "ma è questa la condizione di vita che voglio davvero?", questo ci aiuta a rimanere autentici e presenti davvero nelle nostre scelte. Penso che non debba esitare nell'appoggiarti a qualcuno che possa ispirarti fiducia, e che possa darti una mano a guardarti dentro per capire quale direzione vuoi veramente prendere, al netto delle aspettative e del giudizio degli altri (e sappiamo quanto quello della nostra famiglia conti). Se avessi bisogno di approfondire la questione mi trovi a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Buongiorno.
Nella sua fase evolutiva, quella della giovane età adulta, è piuttosto comune provare sentimenti di confusione circa la propria identità e la strada da intraprendere nella vita.
Ciononostante, le cose che scrive vanno prese con la massima serietà. Questa sua crisi rappresenta un'opportunità per approfondire non solo questa sua sensazione di insoddisfazione, non solo il peso delle aspettative che sente di portare, ma anche le sue personali aspettative per se stessa, al fine di trovare un significato che dia compimento alla sua vita e gratificazione. Un percorso di psicoterapia ad orientamento psicodinamico può aiutare in questo.
Spero che questa risposta le possa essere utile.
Nella sua fase evolutiva, quella della giovane età adulta, è piuttosto comune provare sentimenti di confusione circa la propria identità e la strada da intraprendere nella vita.
Ciononostante, le cose che scrive vanno prese con la massima serietà. Questa sua crisi rappresenta un'opportunità per approfondire non solo questa sua sensazione di insoddisfazione, non solo il peso delle aspettative che sente di portare, ma anche le sue personali aspettative per se stessa, al fine di trovare un significato che dia compimento alla sua vita e gratificazione. Un percorso di psicoterapia ad orientamento psicodinamico può aiutare in questo.
Spero che questa risposta le possa essere utile.
Buongiorno,
a volte, le crisi che emergono nel percorso universitario non parlano solo del corso di studi, ma di qualcosa di più ampio: il bisogno di dare un senso al proprio impegno, di sentirsi coerenti con ciò che si è e si desidera, e di non perdersi in una strada che sembra “giusta” solo agli occhi degli altri. La sensazione di essere “ingabbiata” o di non riuscire a provare soddisfazione, anche quando si superano gli ostacoli, è un segnale importante che merita ascolto.
In momenti stressanti in cui non siamo sicuri se la strada che stiamo percorrendo sia quella giusta, un passo importante è prendersi del tempo per confrontarsi con sé stessi, cercando di mettere da parte, per quanto possa essere difficile, le influenze esterne e le aspettative altrui. Questo permette di capire meglio cosa vogliamo noi, quali sono i nostri bisogni e desideri, e, se non sono ancora chiari, di costruirli gradualmente, con cura.
Per questo motivo, uno spazio neutrale come quello della psicoterapia può rivelarsi prezioso: un luogo personale, protetto, non soggetto a giudizi o pressioni esterne, dove poter esplorare con più libertà ciò che si sente e orientarsi con maggiore consapevolezza.
Qualunque scelta prenderà, non è obbligata a farlo adesso né da sola.
Un saluto, Dott. Gianluca Pignatelli
a volte, le crisi che emergono nel percorso universitario non parlano solo del corso di studi, ma di qualcosa di più ampio: il bisogno di dare un senso al proprio impegno, di sentirsi coerenti con ciò che si è e si desidera, e di non perdersi in una strada che sembra “giusta” solo agli occhi degli altri. La sensazione di essere “ingabbiata” o di non riuscire a provare soddisfazione, anche quando si superano gli ostacoli, è un segnale importante che merita ascolto.
In momenti stressanti in cui non siamo sicuri se la strada che stiamo percorrendo sia quella giusta, un passo importante è prendersi del tempo per confrontarsi con sé stessi, cercando di mettere da parte, per quanto possa essere difficile, le influenze esterne e le aspettative altrui. Questo permette di capire meglio cosa vogliamo noi, quali sono i nostri bisogni e desideri, e, se non sono ancora chiari, di costruirli gradualmente, con cura.
Per questo motivo, uno spazio neutrale come quello della psicoterapia può rivelarsi prezioso: un luogo personale, protetto, non soggetto a giudizi o pressioni esterne, dove poter esplorare con più libertà ciò che si sente e orientarsi con maggiore consapevolezza.
Qualunque scelta prenderà, non è obbligata a farlo adesso né da sola.
Un saluto, Dott. Gianluca Pignatelli
grazie per aver condiviso con tanta chiarezza e profondità il suo vissuto. Quello che descrive è un momento delicato e complesso, che coinvolge più dimensioni: la scelta del percorso universitario, il senso di identità, la solitudine, le aspettative familiari e il bisogno di libertà e autenticità.
Da quello che scrive emergono con forza alcuni punti:
• Un conflitto tra ciò che desidera profondamente (esperienze, natura, relazioni, libertà) e un percorso scelto anche per rispondere a aspettative esterne.
• Un vissuto di solitudine e disconnessione, che può amplificare i dubbi e la fatica quotidiana.
• La presenza di episodi d’ansia e panico, che segnalano un sovraccarico emotivo importante.
Tutti questi segnali meritano di essere ascoltati con attenzione, non solo per “decidere” se continuare o meno medicina, ma per riconnettersi con ciò che le dà senso, direzione e respiro.
Le suggerisco di iniziare un percorso psicologico individuale, uno spazio protetto dove esplorare:
• i suoi bisogni autentici e le sue paure,
• il rapporto con le aspettative familiari,
• strategie per affrontare l’ansia da prestazione e i blocchi,
• e soprattutto, un orientamento verso ciò che può renderla davvero viva e centrata.
Se lo desidera, possiamo fissare un primo colloquio. A volte non si tratta di cambiare tutto, ma di ritrovare sé stessi nelle scelte che si fanno.
Resto a disposizione
Da quello che scrive emergono con forza alcuni punti:
• Un conflitto tra ciò che desidera profondamente (esperienze, natura, relazioni, libertà) e un percorso scelto anche per rispondere a aspettative esterne.
• Un vissuto di solitudine e disconnessione, che può amplificare i dubbi e la fatica quotidiana.
• La presenza di episodi d’ansia e panico, che segnalano un sovraccarico emotivo importante.
Tutti questi segnali meritano di essere ascoltati con attenzione, non solo per “decidere” se continuare o meno medicina, ma per riconnettersi con ciò che le dà senso, direzione e respiro.
Le suggerisco di iniziare un percorso psicologico individuale, uno spazio protetto dove esplorare:
• i suoi bisogni autentici e le sue paure,
• il rapporto con le aspettative familiari,
• strategie per affrontare l’ansia da prestazione e i blocchi,
• e soprattutto, un orientamento verso ciò che può renderla davvero viva e centrata.
Se lo desidera, possiamo fissare un primo colloquio. A volte non si tratta di cambiare tutto, ma di ritrovare sé stessi nelle scelte che si fanno.
Resto a disposizione
Buongiorno, grazie per aver condiviso con tanta onestà quello che stai attraversando. Le tue parole raccontano un momento delicato, in cui si intrecciano confusione, aspettative, desideri profondi e un senso di solitudine che può rendere tutto ancora più difficile da decifrare. È comprensibile sentirsi in crisi quando si ha la sensazione di vivere un percorso che, pur avendo delle basi solide, non riesce più a risuonare davvero con chi si è oggi. Ciò che stai vivendo non parla solo di dubbi sullo studio, ma anche del bisogno di ritrovare libertà, connessione e un senso autentico di sé. Spesso, quando sentiamo di essere “bloccati” in qualcosa, non è necessariamente perché quella strada sia sbagliata, ma perché manca spazio per respirare, per esplorare, per ascoltarsi davvero senza il peso delle aspettative esterne. Non esiste una risposta giusta in assoluto, ma esiste la possibilità di darsi il permesso di fermarsi, di ascoltare ciò che emerge — anche il disagio — come una bussola che può aiutare a chiarire cosa desideri, cosa ti fa bene, cosa senti davvero tuo. A volte, parlare con qualcuno in uno spazio sicuro e non giudicante può fare la differenza: non per ricevere una soluzione pronta, ma per trovare insieme una direzione più allineata con chi sei oggi, al di là dei condizionamenti e delle paure. Ti auguro di non smettere di cercare ciò che ti fa sentire viva, anche se questo significa fare domande scomode. Dentro quelle domande, spesso, c’è già l’inizio della risposta.
Un caro saluto e un augurio di chiarezza e fiducia nel tuo cammino.
Dott.ssa Cinzia Pirrotta
Un caro saluto e un augurio di chiarezza e fiducia nel tuo cammino.
Dott.ssa Cinzia Pirrotta
Buongiorno Cara,
il suo momento è delicato e significativo. Ci parla di aspettative su di lei, di fatica e di un shock : il confronto con la morte.
Mi lascia sempre perplessa la superficialità con cui voi giovani medici siete mandati ad affrontare tematiche così delicate senza rete !
ll suo tema mi risuona molto ho lasciato medicina al terzo anno per esperienze simile alle sue, ma comunque ad oggi mi occupo di traumi e disturbi funzionali in ospedale.
E' necessario a mio giudizio affrontare in terapia i suoi disagi e le sue titubanze affinchè lei possa esprimere al meglio e libera da esperienze traumatiche la sua vocazione per essere un medico preparato ed empatico, o in alternativa comprendere con libertà se questo percorso davvero le appartenga o se è frutto di una scelta obbligata.
l'ipnosi e la terapia emdr offrono un punto di vista unico e risolutivo in grado di riprogrammare la sua mente e orientarla secondo il suo più profondo Se'.
La saluto con affetto dr.ssa Mina Mastropietro
il suo momento è delicato e significativo. Ci parla di aspettative su di lei, di fatica e di un shock : il confronto con la morte.
Mi lascia sempre perplessa la superficialità con cui voi giovani medici siete mandati ad affrontare tematiche così delicate senza rete !
ll suo tema mi risuona molto ho lasciato medicina al terzo anno per esperienze simile alle sue, ma comunque ad oggi mi occupo di traumi e disturbi funzionali in ospedale.
E' necessario a mio giudizio affrontare in terapia i suoi disagi e le sue titubanze affinchè lei possa esprimere al meglio e libera da esperienze traumatiche la sua vocazione per essere un medico preparato ed empatico, o in alternativa comprendere con libertà se questo percorso davvero le appartenga o se è frutto di una scelta obbligata.
l'ipnosi e la terapia emdr offrono un punto di vista unico e risolutivo in grado di riprogrammare la sua mente e orientarla secondo il suo più profondo Se'.
La saluto con affetto dr.ssa Mina Mastropietro
La ringrazio per aver condiviso il suo vissuto. È comprensibile sentirsi confusa e in difficoltà quando ci si confronta con scelte importanti, soprattutto se accompagnate da aspettative esterne e da emozioni intense.
In questi momenti può essere utile esplorare più a fondo come i pensieri legati al futuro, al dovere e al senso di identità stiano influenzando le sue emozioni e il senso di insoddisfazione che descrive. Allo stesso modo, può essere prezioso riflettere su quanto le aspettative familiari abbiano orientato finora le sue scelte e cosa significhi per lei riconnettersi con i propri bisogni autentici e desideri, anche in termini di vita quotidiana e immagine di sé nel futuro. Un percorso psicoterapeutico può aiutarla a mettere a fuoco questi aspetti, lavorando sia sulla chiarezza dei propri obiettivi sia su strategie utili per affrontare l’ansia e il senso di blocco che descrive. Resto a disposizione, un cordiale saluto.
In questi momenti può essere utile esplorare più a fondo come i pensieri legati al futuro, al dovere e al senso di identità stiano influenzando le sue emozioni e il senso di insoddisfazione che descrive. Allo stesso modo, può essere prezioso riflettere su quanto le aspettative familiari abbiano orientato finora le sue scelte e cosa significhi per lei riconnettersi con i propri bisogni autentici e desideri, anche in termini di vita quotidiana e immagine di sé nel futuro. Un percorso psicoterapeutico può aiutarla a mettere a fuoco questi aspetti, lavorando sia sulla chiarezza dei propri obiettivi sia su strategie utili per affrontare l’ansia e il senso di blocco che descrive. Resto a disposizione, un cordiale saluto.
buongiorno,
per rispetto della complessità della situazione da lei descritta, La invito a contattarmi in modo da parlarne direttamente.
cordialmente, Chiara Dottoressa Rogora
per rispetto della complessità della situazione da lei descritta, La invito a contattarmi in modo da parlarne direttamente.
cordialmente, Chiara Dottoressa Rogora
gentile utente,
dal suo racconto emergono molti temi, separati, ma al contempo collegati: una riflessione esistenziale, le difficoltà legate al trasferimento in altra città, il rapporto con il mandato familiare lavorativo, la 'traumaticità' del confrontarsi con un lavoro sempre a contatto con la sofferenza altrui, le difficoltà nel percorso di studi e più in generale con un contesto universitario molto diverso dagli altri come è quello delle facoltà di medicina. Già solo queste suggestioni farebbero pensare ad un momento di forte 'crisi' individuale nella quale poter decidere cosa fare anche solo rispetto all'università rischia di essere una risposta riduttiva a domande più articolate.
Le consiglierei di rivolgersi, se c'é, ad un centro di counselling universitario che si occupa nello specifico delle difficoltà nel percorso di studi e può, in alternativa, indirizzarla ad altri professionisti ove necessario.
Mi lasci dire che fa bene a decidere in questo momento, con coraggio e seppur con fatica, a cercare un aiuto poiché il rischio (che si riscontra spesso nei suoi coetanei) potrebbe essere di bloccarsi per lungo tempo, anche anni, nel percorso di studi o maturativo e ritrovarsi a cercare aiuto nella comprensione dei motivi delle proprie difficoltà alle soglie dei trenta anni.
Un saluto
dal suo racconto emergono molti temi, separati, ma al contempo collegati: una riflessione esistenziale, le difficoltà legate al trasferimento in altra città, il rapporto con il mandato familiare lavorativo, la 'traumaticità' del confrontarsi con un lavoro sempre a contatto con la sofferenza altrui, le difficoltà nel percorso di studi e più in generale con un contesto universitario molto diverso dagli altri come è quello delle facoltà di medicina. Già solo queste suggestioni farebbero pensare ad un momento di forte 'crisi' individuale nella quale poter decidere cosa fare anche solo rispetto all'università rischia di essere una risposta riduttiva a domande più articolate.
Le consiglierei di rivolgersi, se c'é, ad un centro di counselling universitario che si occupa nello specifico delle difficoltà nel percorso di studi e può, in alternativa, indirizzarla ad altri professionisti ove necessario.
Mi lasci dire che fa bene a decidere in questo momento, con coraggio e seppur con fatica, a cercare un aiuto poiché il rischio (che si riscontra spesso nei suoi coetanei) potrebbe essere di bloccarsi per lungo tempo, anche anni, nel percorso di studi o maturativo e ritrovarsi a cercare aiuto nella comprensione dei motivi delle proprie difficoltà alle soglie dei trenta anni.
Un saluto
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