Salve Dottori, sono qui per chiedervi un consiglio, per favore. Sono un ragazzo e in passato ho gi

17 risposte
Salve Dottori,
sono qui per chiedervi un consiglio, per favore.
Sono un ragazzo e in passato ho già fatto un percorso di psicoterapia, e ora sto cercando lavoro per cominciare un'altra terapia, poiché ne ho bisogno.
Il mio dilemma è, semplicemente, se dirlo o no alla mia famiglia. Sono un giovane adulto, per cui avrei tutto il diritto di andare in terapia senza necessità di dirlo a nessuno. Anzi, la mia voglia di indipendenza, che è qualcosa che mi è sempre mancata e su cui ho lavorato molto in terapia, mi spingerebbe a farlo. Dall'altro lato però, ben due considerazioni mi spingono a rivelarlo. Prima considerazione, mi faccio dei veri scrupoli a tenerlo nascosto ai miei genitori perché mi immagino loro che dicono "perché ce lo hai tenuto nascosto"? (Questo bisogno di continue conferme e approvazione in loro è qualcosa su cui ho lavorato molto quando ero in terapia). Dall'altro lato, se anche riuscissi a non farmi un problema nel tenerglielo nascosto, a quel punto dovrei "giustificare" in qualche modo quella volta a settimana in cui mi recherei a fare terapia, dal momento che ho bisogno della macchina per andarci e, di conseguenza, i miei genitori ne sarebbero informati comunque. Infatti, in famiglia noi abbiamo due macchine, per cui qualunque persona della famiglia che prende la macchina lo dice, poiché gli altri si regolano di conseguenza con i loro servizi.
Se loro mi chiedono "dove devi andare", non posso mica mentirgli ogni volta!
Ringrazio molto tutti i Dottori che leggeranno e auguro loro una buona prosecuzione.
Salve,
comprendo il suo desiderio di avere riservatezza in merito, che è anche uno dei primi passi per fare scelte in autonomia. La dinamica che lei descrive è comune, in alcune fasi della vita, e iniziare a rifletterci sopra, o proseguire, come è il suo caso, riprendendo una psicoterapia, credo possa esserle utile. Bicchi

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Buongiorno, come giustamente esplicita è un suo diritto non comunicare a nessuno di andare in terapia. Tuttavia non è detto che questa sia la scelta giusta per lei, né che dirlo ai suoi genitori voglia dire avere meno autonomia da loro! Ovviamente il tema è complesso e a mio parere andrebbe meglio approfondito per capire come mai è così importante.
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
È un suo diritto poter esprimere o meno le sue scelte ma non deve mai vergognarsi delle sue fragilità, fanno parte dell'essere umano ed è sinonimo di coraggio e forza interiore.
Ritengo utile che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente è comprensibile il suo desiderio di autonomia e di scegliere cosa condividere o meno con i genitori. Potrebbe ricontattare il suo terapeuta e fare un colloquio online e con lui confrontarsi con questa sua difficoltà se dire o meno ai genitori la sua necessità di riprendere la psicoterapia.
Spero di averle dato qualche utile spunto di riflessione.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Verena Elisa Gomiero
Buonasera ,credo che potrebbe non dirlo a suoi genitori ,per i primi tempi , successivamente avrà iniziato a parlarne con la terapeuta che la guiderà nella scelta ,conoscendola più a fondo .Un caro augurio Dottssa Luciana Harari
Salve, le consiglio di esprimere il suo dilemma al terapeuta che la seguirà, per capire come fronteggiare la situazione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Giulia Proietti
Buonasera, mi sembra che la richiesta sia fortemente connessa ad un suo forte desiderio di autonomia e distacco dalla sua famiglia di origine.
quello che potrebbe forse esserle utile e' valutare in quali aspetti della relazione familiare lei non sente davvero di essere autonomo, per sentirsi davvero adulto come dice dovrebbe interrogarsi su quali sono gli aspetti che non le consentono in questo momento una autonomia di pensiero che le permetterebbe di dire, senza per questo sentirsi in difficolta', di avere questa necessita'.
in bocca al llupo
Silvia Nuzzo
Credo che la risposta alla sua domanda potrà venire da lei, dopo essersi confrontato con il /la terapeuta che l'accompagnerà e dopo aver valutato insieme i pro e contro di ogni scelta. Buona serata. Bruno Ramondetti
Gentile utente, non dire ai genitori che intraprende un nuovo percorso di psicoterapia la fa sentire autonomo e indipendente e trovo corretta la sua "separazione" e "individualizzazione". In mezzo c'è il DUBBIO,
e l'altro lato è costituito da emozioni di colpa e paura sulle conseguenze che ne possono derivare se non lo dice. Inoltre, la sua volontà pare che sia impedita da fatti pratici (l'uso dell'autovettura). Se risolvesse i fatti pratici risparmierebbe l'informazione alla sua famiglia? Suggerisco di essere fedele ai suoi bisogni emotivi e di pensare insieme al suo terapeuta il motivo per cui rispettare i suoi bisogni la fa stare male. Resto disponibile . Saluti
Dott.ssa Silvana Zito
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Salve sicuramente il tema di cui parla sarà molto importante per il lavoro che farete e riportare questo tema all'interno della relazione con il suo terapeuta le sarà utile. La questione non è se andare o meno in macchina ma che significa per lei non dire tutto ai genitori ovvero a ciò che rappresentano sul piano emotivo ma questo lei lo ha già intuito. Un cordiale saluto
Gentile utente mio dottore,

Contatti il suo terapeuta e chieda di fare un colloquio con lui per confrontarsi vista questa sua difficoltà se dire o meno ai genitori la sua necessità di riprendere la psicoterapia. Cordiali saluti. Dott. Diego Ferrara
Buonasera,
il suo desiderio di autonomia e la voglia di avere una dimensione privata da non condividere con la sua famiglia è certamente sintomo di crescita e di autoaffermazione.
Sono certa che potrebbe trovare una soluzione alla difficoltà dell'auto in condivisione, che appare psicologicamente un modo silenzioso per poter sapere tutti cosa fanno tutti.
Non si lasci scappare la la sua voglia di trovare nuovamente uno spazio solo suo in psicoterapia.
Sono certa che il terapeuta che sceglierà l'aiuterà a capire come comportarsi in merito.
In bocca al lupo
Dott.ssa Anna Maria Casale
Buongiorno, grazie per la sua condivisione che può essere di aiuto alle persone che vivono i suoi stessi dubbi e bisogni. Non esiste la decisione giusta in assoluto. Esiste la decisione giusta per Lei. Il /la sua terapeuta potrà certamente accompagnarla anche in questa scoperta. Un caro saluto.
Non credo che faccia molta differenza in fondo... Che loro lo sappiano o che ne siano ignari l'importante è che lei riesca a comunicare chiaramente che NON LI RIGUARDA!!! O forse il suo timore è che possono in qualche modo impedirgli di andare, sindacare in qualche modo o esprimere un parere negativo? Che non diventi una forzatura, qualsiasi cosa lei decida
Salve, condivido e supporto la sua scelta di iniziare una nuova terapia se ne sente il bisogno. Decidere se dirlo ai suoi genitori o meno è una scelta che deve fare lei ma non da questo dipende la sua indipendenza o meno dalla sua famiglia perché si tratta di una semplice informazione logistica e non deve influire sulla sua scelta. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno,
indubbiamente è un suo pieno diritto quello alla riservatezza e, spesso, quando si è in una fase di svincolo dalla famiglia, è un tema centrale.
Tuttavia, non è detto che questa sia la scelta strategicamente migliore.
Il mio consiglio è definire la situazione descrivendo questa dinamica al terapeuta che la seguirà.
Cordialmente, EP
Buongiorno, la fragilità è nel sentirsi in dovere di dire dove va ogni settimana con una macchina di uso comune. Non basta, a quanto pare dire semplicemente che le serve quel giorno e in quell'ora. Teme domande intrusive? È proprio sicuro che gliele faranno? Si sente in colpa nel risoondere, eventualmente,
che le serve? Sono tutte domande da fare a se stesso. Ritengo comunque che la sua decisione di ricominciare il percorso sia ottima. Qualunque sia stato il "motivo" scatenante, da ciò che scrive emerge che c'è ancora qualche ombra nella sua totale autonomia di adulto.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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