Salve dottori, sono qui a esporvi oggi un mio problema riguardante l’esagerata apprensività dei miei
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Salve dottori, sono qui a esporvi oggi un mio problema riguardante l’esagerata apprensività dei miei suoceri verso il loro figlio (mio compagno e padre di mia figlia), e vorrei porvi una domanda sulla questione, ma prima vi spiego la situazione… sono delle persone che qualsiasi movimento c’è sia del figlio sia nostro come famiglia vogliono essere aggiornati, se usciamo cosa facciamo quando torniamo, mandano messaggi e se non hanno una risposta in tempo breve da lui diventano insistenti chiamando e capita che chiedono a me, ma io non rispondo perché ho questo pensiero che sono fatti nostri, e a me questa cosa causa abbastanza fastidio e malessere…perché la vedo invadenza, non la reputo una cosa necessaria avvisare i genitori perché non siamo più piccoli siamo una famiglia a parte…ho esposto questo mio disagio al mio compagno più di una volta, ma senza riscontri, poiché lui essendo il figlio la percepisce diversamente la situazione e anche se ammette che a volte possano essere esagerati pensa di sentirsi quasi in dovere di aggiornare i suoi e tenerli tranquilli visto che si carattere si preoccupano facilmente e hanno ormai una certa età … considerato che il mio compagno ha continuato sempre ad assecondarli nonostante gli abbia tenuto presente questa cosa, vorrei porvi una domanda… secondo voi sarebbe il caso di farla presente anche a loro la situazione spiegando come la vivo io, sperando che possano comprendere e limitarsi? So che il problema dovrebbe essere in primis gestito ed esposto dal figlio, ma se ciò non accade?
Salve, l’invadenza percepita dai suoceri, seppur motivata da preoccupazione, può generare disagio e mettere a dura prova il confine tra i ruoli e gli spazi personali della coppia. Il fatto che il suo compagno percepisca diversamente questa dinamica complica la comunicazione e il trovare un accordo condiviso. Dal punto di vista psicologico, soprattutto in un’ottica di analisi bioenergetica o psicoterapia umanistica, è importante riconoscere e rispettare il proprio disagio senza sminuirlo. Esprimere il proprio limite è fondamentale per tutelare il benessere della coppia e della famiglia.
Se il dialogo con il compagno non ha portato a un cambiamento, potrebbe valutare di parlare con gli suoceri in modo delicato, spiegando come si sente, senza accusare ma ponendo l’attenzione sul bisogno di spazio e autonomia. Farlo con calma e rispetto può aiutare a ridurre tensioni e malintesi.
Naturalmente, è fondamentale che questa comunicazione non sostituisca il ruolo del figlio, ma sia un supporto a favorire un equilibrio più sano per tutti. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Se il dialogo con il compagno non ha portato a un cambiamento, potrebbe valutare di parlare con gli suoceri in modo delicato, spiegando come si sente, senza accusare ma ponendo l’attenzione sul bisogno di spazio e autonomia. Farlo con calma e rispetto può aiutare a ridurre tensioni e malintesi.
Naturalmente, è fondamentale che questa comunicazione non sostituisca il ruolo del figlio, ma sia un supporto a favorire un equilibrio più sano per tutti. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
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Gentile utente, comprendo il disagio che descrive e il senso di invasione degli spazi personali che può derivarne. In una situazione come questa, idealmente dovrebbe essere il suo compagno a mediare tra i bisogni dei genitori e quelli della nuova famiglia. Tuttavia, se questo non avviene e lei continua a vivere un malessere, è comprensibile pensare di voler esprimere il proprio punto di vista in prima persona. Nel farlo, può essere utile adottare un tono pacato e centrato sui suoi vissuti. Più che chiedere un cambiamento, può essere efficace condividere come si sente, con l'obiettivo di favorire una maggiore consapevolezza e, auspicabilmente, un'evoluzione della dinamica relazionale. Un cordiale saluto
Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Credo che se il suo compagno non riesce a parlare ai suoi genitori, ma lei continua a soffrire per questa situazione, aprire un dialogo aperto con loro per spiegare come si sente e qual è il suo bisogno sia fondamentale, anche per preservare un buon rapporto con loro. Credo che dapprima sia importante stabilire un'alleanza con il suo compagno, spiegandogli che lei vive questa situazione come problematica e che è molto importante trovare una soluzione e cambiare qualcosa, parlando apertamente con i suoi genitori. Se il suo compagno l'appoggia potrebbe essere utile parlare entrambi con i suoceri, in modo che lui senta di avere il suo appoggio, in alternativa potreste trovare insieme una modalità con cui lei possa interfacciarsi con loro. Un dialogo aperto e sincero, costruito in un contesto costruttivo e di ascolto, è sempre la soluzione migliore. Se avesse bisogno di un supporto nel risolvere questa situazione mi trova a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Capisco bene il tuo disagio, e mi fa piacere che tu lo abbia portato qui con tanta chiarezza.
Da come descrivi la situazione, quello che vivi è una tensione tra due bisogni: da un lato il bisogno dei tuoi suoceri di sentirsi rassicurati e vicini al figlio (un bisogno che, come dici, deriva forse dalla loro età e dalla loro apprensività), e dall’altro il tuo bisogno di proteggere la vostra autonomia come coppia e come nuova famiglia, senza sentire una costante invasione nello spazio personale.
Il fatto che tu provi fastidio e malessere è significativo: il corpo e le emozioni ti stanno dicendo che i tuoi confini vengono superati. Allo stesso tempo, noti come il tuo compagno viva questa dinamica in modo diverso: per lui è quasi naturale assecondarli, e probabilmente sente un senso di dovere o di colpa nel “lasciarli in pensiero”. Questo crea una dissonanza tra voi due: tu desideri più libertà e protezione della vostra intimità, lui tende a mantenere un legame stretto con i genitori.
La tua domanda è molto centrata: “dovrei dirlo io direttamente ai suoceri, se lui non lo fa?”
Qui ci sono alcuni aspetti da considerare:
Il canale privilegiato dovrebbe restare il figlio: nei rapporti familiari, di solito funziona meglio se è il “proprio” figlio a dare i confini ai genitori. Questo evita che tu venga percepita come “la nuora che divide”, un ruolo che potrebbe irrigidire le difese e complicare ulteriormente il rapporto.
La possibilità di un dialogo diretto: ciò non significa che tu non possa mai esprimere il tuo vissuto. Ma sarebbe importante che questo avvenga in un clima sereno, non come rimprovero, e partendo da come tu ti senti (“mi pesa, mi mette ansia, mi sento invasa”) più che da ciò che “loro sbagliano”. In questo modo non stai attaccando, ma condividendo la tua esperienza emotiva.
La coppia come squadra: il punto cruciale resta trovare un allineamento con il tuo compagno. Non per forza deve pensarla esattamente come te, ma è importante che riconosca la tua fatica e che possiate insieme decidere quali limiti porre. Senza questo passaggio, rischi che un tuo intervento diretto venga recepito come “fuori posto”.
Forse potrebbe essere utile dirgli non solo che “ti dà fastidio”, ma anche come ti fa stare: il senso di invasione, la difficoltà a rilassarti, la paura che la coppia non abbia i propri confini. Spesso quando si sposta il discorso dall’“opinione” all’“emozione vissuta”, l’altro riesce a comprendere più a fondo.
Quello che mi porti ha molto senso, perché non stiamo parlando solo dei tuoi suoceri, ma di come tu vivi le relazioni, i confini e il bisogno di protezione della tua intimità familiare.
Il fatto che tu ti chieda se parlarne direttamente con i tuoi suoceri rivela che senti il bisogno di affermare la tua posizione, ma anche che hai paura che questo possa complicare i rapporti. E questo conflitto interno — tra il desiderio di autonomia e il timore di incrinare i legami — è proprio un materiale prezioso da esplorare in terapia.
grazie resto a disposizione
un saluto
Gj
Da come descrivi la situazione, quello che vivi è una tensione tra due bisogni: da un lato il bisogno dei tuoi suoceri di sentirsi rassicurati e vicini al figlio (un bisogno che, come dici, deriva forse dalla loro età e dalla loro apprensività), e dall’altro il tuo bisogno di proteggere la vostra autonomia come coppia e come nuova famiglia, senza sentire una costante invasione nello spazio personale.
Il fatto che tu provi fastidio e malessere è significativo: il corpo e le emozioni ti stanno dicendo che i tuoi confini vengono superati. Allo stesso tempo, noti come il tuo compagno viva questa dinamica in modo diverso: per lui è quasi naturale assecondarli, e probabilmente sente un senso di dovere o di colpa nel “lasciarli in pensiero”. Questo crea una dissonanza tra voi due: tu desideri più libertà e protezione della vostra intimità, lui tende a mantenere un legame stretto con i genitori.
La tua domanda è molto centrata: “dovrei dirlo io direttamente ai suoceri, se lui non lo fa?”
Qui ci sono alcuni aspetti da considerare:
Il canale privilegiato dovrebbe restare il figlio: nei rapporti familiari, di solito funziona meglio se è il “proprio” figlio a dare i confini ai genitori. Questo evita che tu venga percepita come “la nuora che divide”, un ruolo che potrebbe irrigidire le difese e complicare ulteriormente il rapporto.
La possibilità di un dialogo diretto: ciò non significa che tu non possa mai esprimere il tuo vissuto. Ma sarebbe importante che questo avvenga in un clima sereno, non come rimprovero, e partendo da come tu ti senti (“mi pesa, mi mette ansia, mi sento invasa”) più che da ciò che “loro sbagliano”. In questo modo non stai attaccando, ma condividendo la tua esperienza emotiva.
La coppia come squadra: il punto cruciale resta trovare un allineamento con il tuo compagno. Non per forza deve pensarla esattamente come te, ma è importante che riconosca la tua fatica e che possiate insieme decidere quali limiti porre. Senza questo passaggio, rischi che un tuo intervento diretto venga recepito come “fuori posto”.
Forse potrebbe essere utile dirgli non solo che “ti dà fastidio”, ma anche come ti fa stare: il senso di invasione, la difficoltà a rilassarti, la paura che la coppia non abbia i propri confini. Spesso quando si sposta il discorso dall’“opinione” all’“emozione vissuta”, l’altro riesce a comprendere più a fondo.
Quello che mi porti ha molto senso, perché non stiamo parlando solo dei tuoi suoceri, ma di come tu vivi le relazioni, i confini e il bisogno di protezione della tua intimità familiare.
Il fatto che tu ti chieda se parlarne direttamente con i tuoi suoceri rivela che senti il bisogno di affermare la tua posizione, ma anche che hai paura che questo possa complicare i rapporti. E questo conflitto interno — tra il desiderio di autonomia e il timore di incrinare i legami — è proprio un materiale prezioso da esplorare in terapia.
grazie resto a disposizione
un saluto
Gj
Buongiorno... purtroppo a quanto capisco sembra una dinamica che è cominciata e va avanti da quando il figlio è piccolo per cui è difficile cambiarla ora, soprattutto se per il suo compagno non è un problema e anzi continua ad assecondarla. E' probabile che questi genitori sentano il bisogno di tenere il controllo (magari inconsapevolmente) sulla vita del figlio e facciano fatica a tagliare "il cordone".
Proporrei inizialmente un tentativo intermedio: potrebbe provare a parlare di nuovo con il suo compagno, dicendo che ok che per lui non ci sono problemi, però dal momento che questa loro "apprensività" non è rivolta solamente al figlio ma anche verso di voi come coppia e famiglia e che lei la vive con disagio, potrebbe, nel rispetto della vostra storia e di lei come persona e compagna, cominciare a limitarsi nell'aggiornarli su tutto.
Proporrei inizialmente un tentativo intermedio: potrebbe provare a parlare di nuovo con il suo compagno, dicendo che ok che per lui non ci sono problemi, però dal momento che questa loro "apprensività" non è rivolta solamente al figlio ma anche verso di voi come coppia e famiglia e che lei la vive con disagio, potrebbe, nel rispetto della vostra storia e di lei come persona e compagna, cominciare a limitarsi nell'aggiornarli su tutto.
Gentile utente, la situazione che descrive tocca dinamiche relazionali complesse, che coinvolgono confini familiari, percezioni diverse tra partner e bisogni di autonomia. È comprensibile che si senta a disagio e inascoltata, specialmente quando i suoi tentativi di comunicazione non trovano accoglienza.
Domandarsi se parlarne direttamente con i suoi suoceri è legittimo, ma prima di agire potrebbe essere utile esplorare più a fondo come lei vive questa esperienza e quali significati assume per lei, anche in relazione al suo compagno e al modo in cui vi state costruendo come famiglia.
Un percorso psicoterapeutico può offrirle uno spazio sicuro in cui portare questi vissuti, chiarirli e orientarsi rispetto a decisioni importanti, nel rispetto di sé e degli altri. Se desidera intraprendere questo cammino, resto a disposizione per qualsiasi dubbio o chiarimento, ho aderito anche al programma bonus psicologico e sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
Domandarsi se parlarne direttamente con i suoi suoceri è legittimo, ma prima di agire potrebbe essere utile esplorare più a fondo come lei vive questa esperienza e quali significati assume per lei, anche in relazione al suo compagno e al modo in cui vi state costruendo come famiglia.
Un percorso psicoterapeutico può offrirle uno spazio sicuro in cui portare questi vissuti, chiarirli e orientarsi rispetto a decisioni importanti, nel rispetto di sé e degli altri. Se desidera intraprendere questo cammino, resto a disposizione per qualsiasi dubbio o chiarimento, ho aderito anche al programma bonus psicologico e sono disponibile anche per terapie online. Un caro saluto, d.ssa Cristina Sinno
Buonasera ritengo che abbia agito in modo adeguato parlandone in primis con il proprio compagno, credo che sia opportuno continuare a farlo.
E il suo compagno che deve mettere i confini con la propria famiglia di origine, nonostante spesso sia molto faticoso farlo. Sicuramente non sarà una cosa semplice e ci vorrà del tempo, ma occorre che nonostante il rapporto con la famiglia di origine del compago venga coltivata, non continui ad essere vissuta come invadenza.
Quando e se il suo compagno avrà compreso l'importanza del non essere più solo un figlio, ma anche un compagno potrebbe essere funzionale che insieme ne parliate con i suoi genitori.
Rassicurandoli del fatto che non li "abbandonerete" ma che avete bisogno di vivere dei momenti solo tra voi tre come famiglia.
Augurandomi di esserle stata di aiuto, la saluto cordialmente.
E il suo compagno che deve mettere i confini con la propria famiglia di origine, nonostante spesso sia molto faticoso farlo. Sicuramente non sarà una cosa semplice e ci vorrà del tempo, ma occorre che nonostante il rapporto con la famiglia di origine del compago venga coltivata, non continui ad essere vissuta come invadenza.
Quando e se il suo compagno avrà compreso l'importanza del non essere più solo un figlio, ma anche un compagno potrebbe essere funzionale che insieme ne parliate con i suoi genitori.
Rassicurandoli del fatto che non li "abbandonerete" ma che avete bisogno di vivere dei momenti solo tra voi tre come famiglia.
Augurandomi di esserle stata di aiuto, la saluto cordialmente.
Buongiorno, comprendo perfettamente il disagio che stai vivendo in questa situazione così delicata e complessa. Quello che descrivi è un esempio molto comune di confini familiari poco definiti, dove l'autonomia della coppia fatica a essere riconosciuta e rispettata. La tua percezione di invadenza è assolutamente legittima e comprensibile.
Il tuo compagno si trova in una posizione particolarmente difficile, strappato tra due sistemi familiari con esigenze diverse. Da un lato sente il dovere filiale di rassicurare i genitori, dall'altro dovrebbe proteggere l'autonomia della sua nuova famiglia. Questa ambivalenza è molto frequente e spesso genera tensioni importanti nella coppia.
Riguardo alla tua domanda se parlare direttamente con i suoceri, devo dirti che questa strategia presenta dei rischi, perchè potresti essere percepita come "quella che allontana il figlio", creando ulteriori conflitti e polarizzazioni, inoltre, aggirare il tuo compagno potrebbe indebolire la vostra alleanza di coppia proprio nel momento in cui avreste più bisogno di essere uniti.
Il problema centrale non sono tanto i suoceri quanto il fatto che il tuo compagno non sta assumendo il ruolo di "ponte" tra le due famiglie. È lui che dovrebbe mediare, stabilire i confini e comunicare ai genitori i cambiamenti necessari e finché non comprende questa responsabilità, qualsiasi intervento esterno rischia di essere inefficace o addirittura controproducente.
la cosa che potrebbe esservi utile è un percorso di coppia per definire insieme dei confini chiari e condivisi e trovare strategie comunicative efficaci per gestire questa transizione familiare. In alternativa, un percorso individuale potrebbe aiutarti a sviluppare strumenti per gestire il tuo stress e a comunicare in modo più efficace i tuoi bisogni al partner.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Il tuo compagno si trova in una posizione particolarmente difficile, strappato tra due sistemi familiari con esigenze diverse. Da un lato sente il dovere filiale di rassicurare i genitori, dall'altro dovrebbe proteggere l'autonomia della sua nuova famiglia. Questa ambivalenza è molto frequente e spesso genera tensioni importanti nella coppia.
Riguardo alla tua domanda se parlare direttamente con i suoceri, devo dirti che questa strategia presenta dei rischi, perchè potresti essere percepita come "quella che allontana il figlio", creando ulteriori conflitti e polarizzazioni, inoltre, aggirare il tuo compagno potrebbe indebolire la vostra alleanza di coppia proprio nel momento in cui avreste più bisogno di essere uniti.
Il problema centrale non sono tanto i suoceri quanto il fatto che il tuo compagno non sta assumendo il ruolo di "ponte" tra le due famiglie. È lui che dovrebbe mediare, stabilire i confini e comunicare ai genitori i cambiamenti necessari e finché non comprende questa responsabilità, qualsiasi intervento esterno rischia di essere inefficace o addirittura controproducente.
la cosa che potrebbe esservi utile è un percorso di coppia per definire insieme dei confini chiari e condivisi e trovare strategie comunicative efficaci per gestire questa transizione familiare. In alternativa, un percorso individuale potrebbe aiutarti a sviluppare strumenti per gestire il tuo stress e a comunicare in modo più efficace i tuoi bisogni al partner.
Un cordiale saluto,
Dott.ssa Marzia Mazzavillani
Psicologa clinica - Voice Dialogue - Mindfulness - Dreamwork
Salve, capisco bene il suo disagio e la fatica che prova nel trovarsi in una situazione in cui sente di non avere il giusto spazio come coppia e come famiglia autonoma. È naturale percepire invadenza quando le richieste di aggiornamento da parte dei suoceri diventano frequenti e pressanti, soprattutto se toccano momenti della vita quotidiana che lei vorrebbe rimanessero riservati. È altrettanto comprensibile che il suo compagno, essendo cresciuto in quella dinamica, possa viverla in modo diverso e sentire quasi un senso di dovere nel rassicurare i genitori, anche a costo di non accogliere del tutto il suo bisogno di confini più chiari. In queste situazioni non esiste una soluzione unica valida per tutti, ma è importante partire dal riconoscere che il suo sentire è legittimo. Non è segno di egoismo volere che la vostra famiglia abbia un equilibrio proprio, con regole e spazi condivisi che non devono necessariamente coincidere con le aspettative dei suoceri. A volte, quando ci si trova a vivere queste differenze, il rischio è di trasformare la questione in uno scontro diretto con i genitori del partner, ma questa strada raramente porta benefici: può alimentare tensioni e mettere il compagno in una posizione difficile di mediazione. Può essere utile invece concentrarsi sul rafforzare il dialogo con il suo compagno. Anche se finora non ha portato grandi cambiamenti, mantenere aperta la comunicazione è essenziale. Esprimere come si sente, senza accusare, ma descrivendo l’impatto che questa situazione ha sul suo benessere e sulla vostra vita di coppia, può aiutare gradualmente a renderlo più consapevole. In termini pratici, è spesso più efficace dire “quando succede questo mi sento in questo modo” piuttosto che “loro sbagliano” o “tu sbagli”, perché così l’altro percepisce meno giudizio e più condivisione di un vissuto emotivo. Riguardo al parlarne direttamente con i suoi suoceri, può essere una scelta possibile, ma è bene riflettere attentamente sul modo e sul momento. Se decide di farlo, la comunicazione dovrebbe essere calma, rispettosa e centrata sul proprio vissuto, non su accuse o rimproveri. Più che chiedere loro di cambiare radicalmente atteggiamento, può spiegare come lei vive quelle richieste insistenti e che cosa le provoca a livello di stress, sottolineando che il suo bisogno non è escluderli, ma avere uno spazio più sereno e meno pressante. È probabile che la reazione dipenda molto dalla sensibilità personale e dal legame che hanno con il figlio, ma anche solo avviare un confronto con toni pacati può aiutare a piantare un seme di consapevolezza. Allo stesso tempo, può essere utile anche lavorare su se stessa per non sentirsi completamente invasa da situazioni che non dipendono dal suo controllo diretto. Quando i suoceri scrivono o chiamano, scegliere consapevolmente di non rispondere o di non farsi coinvolgere è già un modo per stabilire un limite personale. È importante che lei percepisca di avere potere di scelta: non è obbligata a sostenere un ruolo che non le appartiene. Piccoli gesti di autoregolazione, come prendersi un momento per respirare e ricordarsi che il bisogno di controllo appartiene a loro e non a lei, possono alleviare parte del peso. In definitiva, la questione centrale non è solo se parlarne direttamente con loro, ma come costruire, insieme al suo compagno, un equilibrio condiviso che tenga conto dei bisogni di tutti. Il confronto con i suoi suoceri può avere senso se si sente pronta, ma sempre mantenendo chiaro che il suo obiettivo non è accusarli, bensì far capire che il rispetto degli spazi è un valore importante per la serenità della vostra famiglia. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentile Signora,
comprendo il disagio che questa situazione le genera, soprattutto quando la necessità di autonomia familiare si scontra con un’eccessiva apprensività. È importante riconoscere il diverso punto di vista del suo compagno, che si sente responsabile nei confronti dei suoi genitori.
Se il confronto diretto tra vostro compagno e i suoceri non si dovesse concretizzare o non portasse a un miglioramento, sono disponibile a supportarvi nel trovare insieme modalità alternative per comunicare e gestire questa dinamica in modo più sereno e rispettoso per tutti.
Dott.ssa Barcella
comprendo il disagio che questa situazione le genera, soprattutto quando la necessità di autonomia familiare si scontra con un’eccessiva apprensività. È importante riconoscere il diverso punto di vista del suo compagno, che si sente responsabile nei confronti dei suoi genitori.
Se il confronto diretto tra vostro compagno e i suoceri non si dovesse concretizzare o non portasse a un miglioramento, sono disponibile a supportarvi nel trovare insieme modalità alternative per comunicare e gestire questa dinamica in modo più sereno e rispettoso per tutti.
Dott.ssa Barcella
le consiglio di usare una comunicazione assertiva con i genitori in modo d limitare le loro azioni e anche con il suo compagno poichè è lui in primis che dovrebbe farlo grazie
Salve e grazie per aver condiviso con chiarezza la vostra situazione che comprensibilmente le sta creando disagio.
Vivere la propria quotidianità in questo modo può risultare invasivo e pesante.
È comprensibile che per il suo compagno la questione appaia diversa: i legami con i genitori sono profondi ed avere comunicazioni che lui può vivere come “naturali”.
Il fatto che lei abbia già espresso i suoi sentimenti a lui è molto importante ma dovrebbe essere il figlio a porsi come mediatore con i suoi genitori, proprio per tutelare voi come nuova famiglia.
Se però questo non accade e lei sente che il malessere cresce, parlarne direttamente con i suoi suoceri potrebbe anche essere un passo possibile, ma da valutare attentamente e purché fatto con delicatezza e senza toni accusatori, ma condividendo il suo punto di vista e i suoi bisogni (“per me è importante avere spazi più liberi”, “mi fa stare meglio sapere che ci fidiamo a vicenda”). In questo modo non si tratta di mettere in discussione il loro affetto o la loro preoccupazione, ma di trovare un equilibrio che rispetti anche il suo benessere e i suoi spazi.
Infine, potrebbe esserle utile valutare un supporto psicologico per sé o come coppia per trovare insieme al suo compagno una linea comune da mantenere con i genitori.
Le sue sensazioni sono legittime: avere dei confini chiari non significa mancare di rispetto, ma prendersi cura della propria serenità familiare.
Un caro saluto
Dott.Marziani
Vivere la propria quotidianità in questo modo può risultare invasivo e pesante.
È comprensibile che per il suo compagno la questione appaia diversa: i legami con i genitori sono profondi ed avere comunicazioni che lui può vivere come “naturali”.
Il fatto che lei abbia già espresso i suoi sentimenti a lui è molto importante ma dovrebbe essere il figlio a porsi come mediatore con i suoi genitori, proprio per tutelare voi come nuova famiglia.
Se però questo non accade e lei sente che il malessere cresce, parlarne direttamente con i suoi suoceri potrebbe anche essere un passo possibile, ma da valutare attentamente e purché fatto con delicatezza e senza toni accusatori, ma condividendo il suo punto di vista e i suoi bisogni (“per me è importante avere spazi più liberi”, “mi fa stare meglio sapere che ci fidiamo a vicenda”). In questo modo non si tratta di mettere in discussione il loro affetto o la loro preoccupazione, ma di trovare un equilibrio che rispetti anche il suo benessere e i suoi spazi.
Infine, potrebbe esserle utile valutare un supporto psicologico per sé o come coppia per trovare insieme al suo compagno una linea comune da mantenere con i genitori.
Le sue sensazioni sono legittime: avere dei confini chiari non significa mancare di rispetto, ma prendersi cura della propria serenità familiare.
Un caro saluto
Dott.Marziani
Buongiorno, capisco bene il disagio che descrivi. La situazione che vivi con i suoceri è comune quando i confini tra la famiglia d’origine e la nuova famiglia non sono ben definiti. È normale sentire fastidio quando si percepisce invadenza, soprattutto se i tuoi bisogni di autonomia e privacy non vengono rispettati.
Se la situazione ti causa malessere, può essere utile esprimere in modo chiaro e rispettoso come vivi la cosa, senza accusare, ma spiegando il tuo punto di vista e i tuoi bisogni. L’obiettivo non è creare conflitto, ma favorire comprensione e rispetto reciproco dei confini. In parallelo, continuare a confrontarti con il tuo compagno e cercare insieme strategie comuni può aiutare a gestire meglio la situazione, evitando che la responsabilità ricada solo su di te. Se senti il bisogno di un supporto maggiore, resto a disposizione. Dott. Paolo Andreani
Se la situazione ti causa malessere, può essere utile esprimere in modo chiaro e rispettoso come vivi la cosa, senza accusare, ma spiegando il tuo punto di vista e i tuoi bisogni. L’obiettivo non è creare conflitto, ma favorire comprensione e rispetto reciproco dei confini. In parallelo, continuare a confrontarti con il tuo compagno e cercare insieme strategie comuni può aiutare a gestire meglio la situazione, evitando che la responsabilità ricada solo su di te. Se senti il bisogno di un supporto maggiore, resto a disposizione. Dott. Paolo Andreani
Capisco bene il disagio che provi perché avere dei suoceri molto presenti può generare la sensazione di non avere spazi propri.
Il bisogno costante di aggiornamenti da parte loro nasce probabilmente dall’ansia e dal desiderio di sentirsi ancora parte della vita del figlio
Tu vivi questa abitudine come una forma di controllo che toglie serenità e autonomia alla vostra nuova famiglia mentre il tuo compagno tende a giustificare i genitori perché da figlio percepisce naturale assecondarli per quieto vivere e senso di dovere
Questa differenza di prospettiva crea inevitabilmente tensione e rischia di lasciare te senza il suo sostegno nei momenti più delicati.
Sarebbe preferibile che fosse lui a stabilire i confini con i genitori perché questo avrebbe più forza e legittimità ma se lui non interviene puoi comunque comunicare il tuo punto di vista con toni delicati e centrati sulle tue emozioni.
Puoi usare frasi come “mi sento sotto pressione quando ricevo molte chiamate” al posto di “siete invadenti”.
Trasmetti il tuo vissuto senza colpevolizzare e lasci aperta la possibilità di comprensione reciproca.
È importante che tu e il tuo compagno costruiate un’alleanza interna perché senza il suo appoggio la tua voce rischia di sembrare isolata.
Ricorda che cambiare abitudini radicate in anni non è semplice e richiede pazienza e fermezza insieme.
Il bisogno costante di aggiornamenti da parte loro nasce probabilmente dall’ansia e dal desiderio di sentirsi ancora parte della vita del figlio
Tu vivi questa abitudine come una forma di controllo che toglie serenità e autonomia alla vostra nuova famiglia mentre il tuo compagno tende a giustificare i genitori perché da figlio percepisce naturale assecondarli per quieto vivere e senso di dovere
Questa differenza di prospettiva crea inevitabilmente tensione e rischia di lasciare te senza il suo sostegno nei momenti più delicati.
Sarebbe preferibile che fosse lui a stabilire i confini con i genitori perché questo avrebbe più forza e legittimità ma se lui non interviene puoi comunque comunicare il tuo punto di vista con toni delicati e centrati sulle tue emozioni.
Puoi usare frasi come “mi sento sotto pressione quando ricevo molte chiamate” al posto di “siete invadenti”.
Trasmetti il tuo vissuto senza colpevolizzare e lasci aperta la possibilità di comprensione reciproca.
È importante che tu e il tuo compagno costruiate un’alleanza interna perché senza il suo appoggio la tua voce rischia di sembrare isolata.
Ricorda che cambiare abitudini radicate in anni non è semplice e richiede pazienza e fermezza insieme.
Capisco bene quanto questa situazione ti pesi. Da come la descrivi, per te si tratta di un’invadenza che toglie libertà e intimità alla tua famiglia, mentre per il tuo compagno è quasi una forma di “dovere affettivo” verso i suoi genitori, che percepisce come fragili e bisognosi di rassicurazioni. È normale quindi che tu senta frustrazione: non solo per l’atteggiamento dei tuoi suoceri, ma anche perché lui sembra non riconoscere fino in fondo il tuo malessere.
Il nodo principale sta nell’alleanza di coppia. Prima di pensare a parlarne direttamente con i tuoi suoceri, sarebbe utile che tu e il tuo compagno chiariste bene come volete gestire insieme questo confine. Non come “problema tuo” da sopportare, ma come questione che riguarda la vostra autonomia come famiglia. Se però lui continua a non muoversi, è comprensibile che tu senta la tentazione di affrontare la cosa in prima persona. In quel caso la chiave sarebbe farlo con grande delicatezza, non accusando i tuoi suoceri di essere invadenti, ma spiegando con sincerità che a volte ti senti sotto pressione e che per te sarebbe importante avere un po’ più di spazio.
Prima di decidere se parlarne direttamente con loro, può esserti utile chiederti se questo gesto rafforzerebbe il senso di libertà nella tua famiglia o rischierebbe invece di creare distanza e tensione con il tuo compagno. In altre parole, la vera scelta non è solo “dire o non dire ai suoceri”, ma capire come costruire un fronte comune con il partner e quanto lui sia disposto a sostenerti in questo.
Il nodo principale sta nell’alleanza di coppia. Prima di pensare a parlarne direttamente con i tuoi suoceri, sarebbe utile che tu e il tuo compagno chiariste bene come volete gestire insieme questo confine. Non come “problema tuo” da sopportare, ma come questione che riguarda la vostra autonomia come famiglia. Se però lui continua a non muoversi, è comprensibile che tu senta la tentazione di affrontare la cosa in prima persona. In quel caso la chiave sarebbe farlo con grande delicatezza, non accusando i tuoi suoceri di essere invadenti, ma spiegando con sincerità che a volte ti senti sotto pressione e che per te sarebbe importante avere un po’ più di spazio.
Prima di decidere se parlarne direttamente con loro, può esserti utile chiederti se questo gesto rafforzerebbe il senso di libertà nella tua famiglia o rischierebbe invece di creare distanza e tensione con il tuo compagno. In altre parole, la vera scelta non è solo “dire o non dire ai suoceri”, ma capire come costruire un fronte comune con il partner e quanto lui sia disposto a sostenerti in questo.
Gentilissima, ogni famiglia ha bisogno dei propri spazi e dei propri confini, è legittimo il discorso che lei fa. Ma non è facile far cambiare un'abitudine che persiste da sempre, specialmente con persone che hanno ormai una certa età e che vogliono accertarsi, forse, che il figlio non li 'abbandoni', diventando, senza volere, piuttosto invadenti. Il paletto andava messo subito .... Giustamente, sarebbe il suo compagno a dover parlare con i suoi, ma è umano che lei voglia far arrivare a loro il suo pensiero. Tutto dipende però dal modo in cui lo fa e dal tipo di rapporto che avete ...
I miei migliori auguri
dott.ssa Miculian
I miei migliori auguri
dott.ssa Miculian
Salve,
la situazione che descrivi è piuttosto comune in famiglie dove i genitori hanno difficoltà a rispettare i confini dei figli adulti. Dal tuo racconto emerge chiaramente che l’invadenza dei suoceri ti provoca fastidio e malessere, mentre il tuo compagno percepisce diversamente la situazione e tende ad assecondarli per rispetto e senso del dovere verso di loro.
In questi casi è importante distinguere due livelli: da un lato il bisogno di confini chiari all’interno della vostra famiglia; dall’altro il ruolo del figlio adulto, che normalmente dovrebbe mediare tra genitori e partner. Idealmente, sarebbe lui a parlare con i genitori, perché un messaggio diretto da parte tua potrebbe essere percepito come una critica e rischiare di creare tensione. Tuttavia, se il tuo compagno non interviene e tu continui a sentirti invasa, può essere utile esprimere il tuo punto di vista in modo rispettoso, chiarendo come vivi la situazione e quali comportamenti ti creano disagio.
È fondamentale che questo venga fatto senza accusare, ma piuttosto condividendo le tue sensazioni (“Quando ricevo messaggi insistenti mi sento…”) e sottolineando il desiderio di mantenere un rapporto sereno, chiedendo un minimo di spazio per la vostra autonomia familiare. In questo modo si apre un dialogo costruttivo, senza forzare né scontrarsi, ma cercando comprensione reciproca.
In ogni caso, considerata la complessità della dinamica familiare e il malessere che questa situazione ti provoca, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgerti ad uno specialista.
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
la situazione che descrivi è piuttosto comune in famiglie dove i genitori hanno difficoltà a rispettare i confini dei figli adulti. Dal tuo racconto emerge chiaramente che l’invadenza dei suoceri ti provoca fastidio e malessere, mentre il tuo compagno percepisce diversamente la situazione e tende ad assecondarli per rispetto e senso del dovere verso di loro.
In questi casi è importante distinguere due livelli: da un lato il bisogno di confini chiari all’interno della vostra famiglia; dall’altro il ruolo del figlio adulto, che normalmente dovrebbe mediare tra genitori e partner. Idealmente, sarebbe lui a parlare con i genitori, perché un messaggio diretto da parte tua potrebbe essere percepito come una critica e rischiare di creare tensione. Tuttavia, se il tuo compagno non interviene e tu continui a sentirti invasa, può essere utile esprimere il tuo punto di vista in modo rispettoso, chiarendo come vivi la situazione e quali comportamenti ti creano disagio.
È fondamentale che questo venga fatto senza accusare, ma piuttosto condividendo le tue sensazioni (“Quando ricevo messaggi insistenti mi sento…”) e sottolineando il desiderio di mantenere un rapporto sereno, chiedendo un minimo di spazio per la vostra autonomia familiare. In questo modo si apre un dialogo costruttivo, senza forzare né scontrarsi, ma cercando comprensione reciproca.
In ogni caso, considerata la complessità della dinamica familiare e il malessere che questa situazione ti provoca, sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgerti ad uno specialista.
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Gentile Utente, buongiorno e grazie per aver scelto di condividere qui queste sue riflessioni e il suo sentire. Ciò che pensa e avverte, le sue emozioni, sono di primaria importanza.
Nel momento in cui ci si crea una famiglia, si inizia a definire uno spazio in cui lei e suo marito cooperate e siete i protagonisti delle scelte relative alla vostra famiglia appunto. Con questo, non significa che la famiglia di provenienza non abbia più importanza, ma che inevitabilmente quando si viene a creare una famiglia nuova, si vengono a definire priorità e limiti, proprio perchè si viene a creare un nucleo familiare nuovo.
Non si tratta di escludere, ma di proseguire con la propria vita. Non si tratta di allontanare, ma di dare delle priorità, porre dei limiti. Nel farlo, è importante che ci sia condivisione tra lei e suo marito, non solo relativamente a tutte le scelte che vi riguardano come famiglia, ma esprimendo a vicenda come vi sentite riguardo a tutto ciò che capita quotidianamente e che per voi è importante, come, ad esempio la gestione del rapporto con le rispettive famiglie di origine.
Dover condividere qualsiasi vostra scelta e/o movimento e/o spostamento, è un tema importante su cui riflettere, perchè pone in secondo piano l'importanza dei confini, e possono conseguirne tensioni tra lei e suo marito, appunto.
Una comunicazione aperta e distesa tra voi, in cui si confronta con suo marito su questi punti, può darle giovamento ed essere il primo passo per ridefinire gli spazi e allentare le tensioni tra voi e con la famiglia allargata. In seguito, si confronti con suo marito in merito all'utilità di condividere con i suoceri queste vostre riflessioni, con modalità comunicative e evitando di alimentare tensioni tra voi, ma chiarendo il vostro punto di vista e le vostre necessità.
Consideri che le emozioni sono informatori importanti sempre, accoglierle e cercare di comprenderle è sempre un buon punto di partenza, quindi potrebbe beneficiare di un supporto psicologico/psicoterapeutico qualora lo ritenesse necessario.
Resto a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Letizia Turchetto
Nel momento in cui ci si crea una famiglia, si inizia a definire uno spazio in cui lei e suo marito cooperate e siete i protagonisti delle scelte relative alla vostra famiglia appunto. Con questo, non significa che la famiglia di provenienza non abbia più importanza, ma che inevitabilmente quando si viene a creare una famiglia nuova, si vengono a definire priorità e limiti, proprio perchè si viene a creare un nucleo familiare nuovo.
Non si tratta di escludere, ma di proseguire con la propria vita. Non si tratta di allontanare, ma di dare delle priorità, porre dei limiti. Nel farlo, è importante che ci sia condivisione tra lei e suo marito, non solo relativamente a tutte le scelte che vi riguardano come famiglia, ma esprimendo a vicenda come vi sentite riguardo a tutto ciò che capita quotidianamente e che per voi è importante, come, ad esempio la gestione del rapporto con le rispettive famiglie di origine.
Dover condividere qualsiasi vostra scelta e/o movimento e/o spostamento, è un tema importante su cui riflettere, perchè pone in secondo piano l'importanza dei confini, e possono conseguirne tensioni tra lei e suo marito, appunto.
Una comunicazione aperta e distesa tra voi, in cui si confronta con suo marito su questi punti, può darle giovamento ed essere il primo passo per ridefinire gli spazi e allentare le tensioni tra voi e con la famiglia allargata. In seguito, si confronti con suo marito in merito all'utilità di condividere con i suoceri queste vostre riflessioni, con modalità comunicative e evitando di alimentare tensioni tra voi, ma chiarendo il vostro punto di vista e le vostre necessità.
Consideri che le emozioni sono informatori importanti sempre, accoglierle e cercare di comprenderle è sempre un buon punto di partenza, quindi potrebbe beneficiare di un supporto psicologico/psicoterapeutico qualora lo ritenesse necessario.
Resto a disposizione. Un caro saluto, Dott.ssa Letizia Turchetto
Salve, le tue ragioni sono assolutamente comprensibili e insindacabili: è normale provare fastidio e malessere di fronte a un’invadenza che intacca il vostro spazio di coppia, la vosta autonomia e la vostra serenità. Il tuo vissuto interno è importante e va preso sul serio: non si tratta di essere esagerati, ma di riconoscere che la tua percezione della situazione merita attenzione.
Come coppia, è fondamentale avere confini chiari tra voi e la famiglia di lui - poiché tu hai una relazione con lui, e non con la sua famiglia - in modo che la vostra vita familiare abbia lo spazio necessario per svilupparsi senza interferenze costanti. Tuttavia, questi confini spettano a lui stabilirli: sono i suoi genitori e la responsabilità di gestire il rapporto con loro ricade su di lui, non su di te.
Il passo più efficace è continuare a comunicare apertamente con il tuo compagno, spiegando come ti fa sentire la situazione, senza cercare di “gestire” direttamente i suoi genitori - rischieresti di sostituirti al ruolo del tuo compagno nella sua famiglia. Spiegagli ulteriormente la situazione, come ti senti e quanto sia un peso per te questa invadenza che limita non solo te ma voi come coppia. In questo modo lui può assumersi la responsabilità di porre i limiti necessari e tutelare insieme a te lo spazio della vostra famiglia, rispettando sia i suoi legami familiari sia il vostro equilibrio come coppia.
Il tuo vissuto merita attenzione e spazio: resto a disposizione per qualsiasi cosa, se vorrai approfondire.
Dott.ssa Marika Fiengo.
Come coppia, è fondamentale avere confini chiari tra voi e la famiglia di lui - poiché tu hai una relazione con lui, e non con la sua famiglia - in modo che la vostra vita familiare abbia lo spazio necessario per svilupparsi senza interferenze costanti. Tuttavia, questi confini spettano a lui stabilirli: sono i suoi genitori e la responsabilità di gestire il rapporto con loro ricade su di lui, non su di te.
Il passo più efficace è continuare a comunicare apertamente con il tuo compagno, spiegando come ti fa sentire la situazione, senza cercare di “gestire” direttamente i suoi genitori - rischieresti di sostituirti al ruolo del tuo compagno nella sua famiglia. Spiegagli ulteriormente la situazione, come ti senti e quanto sia un peso per te questa invadenza che limita non solo te ma voi come coppia. In questo modo lui può assumersi la responsabilità di porre i limiti necessari e tutelare insieme a te lo spazio della vostra famiglia, rispettando sia i suoi legami familiari sia il vostro equilibrio come coppia.
Il tuo vissuto merita attenzione e spazio: resto a disposizione per qualsiasi cosa, se vorrai approfondire.
Dott.ssa Marika Fiengo.
Buongiorno, la situazione che descrive riguarda il delicato equilibrio tra famiglie d’origine e nuova famiglia. È comprensibile provare disagio di fronte a comportamenti che si percepiscono come invasivi. In questi casi, il primo passo ideale sarebbe che fosse il partner — in quanto figlio — a mediare, ma se questo non accade, è legittimo chiedersi se sia il caso di esporsi direttamente.
Farlo può essere utile, ma è importante valutare il modo: un confronto sereno, centrato sui propri vissuti (senza accusare), può aiutare a far emergere il bisogno di rispetto reciproco. Tuttavia, è altrettanto importante lavorare col partner sulla costruzione di confini condivisi, altrimenti il rischio è che ci si senta soli nella gestione del problema. La comunicazione è fondamentale, ma lo è anche il sostegno all’interno della coppia.
Valuti un percorso individuale o anche di coppia: resto a disposizione. Dott.ssa Farese Lucrezia
Farlo può essere utile, ma è importante valutare il modo: un confronto sereno, centrato sui propri vissuti (senza accusare), può aiutare a far emergere il bisogno di rispetto reciproco. Tuttavia, è altrettanto importante lavorare col partner sulla costruzione di confini condivisi, altrimenti il rischio è che ci si senta soli nella gestione del problema. La comunicazione è fondamentale, ma lo è anche il sostegno all’interno della coppia.
Valuti un percorso individuale o anche di coppia: resto a disposizione. Dott.ssa Farese Lucrezia
Dovreste parlarne voi due come coppia di questa cosa, e poi eventualmente andare a parlarne con i tuoi suoceri per riprenderli e ridefinire i ruoli.
Direi che questo è fondamentale proprio per sottolineare la distinzione tra i due nuclei, ma anche e soprattutto perché senza la partecipazione del tuo compagno, il cambiamento durerebbe ben poco.
Il problema quindi dovrebbe essere affrontato da voi due come coppia, e poi gestito come meglio credete, eventualmente anche parlando con loro. Ma il primo passo da fare è trovare tra voi una vera comprensione del modo così diverso con cui vivete questa situazione.
Direi che questo è fondamentale proprio per sottolineare la distinzione tra i due nuclei, ma anche e soprattutto perché senza la partecipazione del tuo compagno, il cambiamento durerebbe ben poco.
Il problema quindi dovrebbe essere affrontato da voi due come coppia, e poi gestito come meglio credete, eventualmente anche parlando con loro. Ma il primo passo da fare è trovare tra voi una vera comprensione del modo così diverso con cui vivete questa situazione.
Buon pomeriggio carissima,
grazie per aver condiviso con tanta chiarezza il tuo vissuto. Quello che descrivi — la percezione di invadenza, il bisogno di proteggere la vostra autonomia familiare, il disagio per l’insistenza — è comprensibile e merita ascolto, non minimizzazione.
È naturale che i genitori si preoccupino, soprattutto con l’avanzare dell’età, ma questo non dovrebbe mai andare a discapito del benessere della vostra nuova famiglia, né diventare un’abitudine che crea tensione o senso di controllo.
Probabilmente il compito di “mediazione” spetterebbe al tuo compagno, ma se questo non avviene o non è sufficiente, può essere utile pensare a un confronto diretto, purché sia fatto con tono calmo, assertivo e rispettoso. Se senti che la situazione si ripete nel tempo e ti sta logorando interiormente, potresti parlarne all’interno di uno spazio protetto che può aiutarti a trovare la modalità comunicativa più adatta a te, e a gestire le emozioni che ne derivano, senza dover sempre “tenere dentro”. Se sei interessata puoi trovare il mio profilo su Mio Dottore. Un caro saluto Dott.ssa Ilaria Redivo
grazie per aver condiviso con tanta chiarezza il tuo vissuto. Quello che descrivi — la percezione di invadenza, il bisogno di proteggere la vostra autonomia familiare, il disagio per l’insistenza — è comprensibile e merita ascolto, non minimizzazione.
È naturale che i genitori si preoccupino, soprattutto con l’avanzare dell’età, ma questo non dovrebbe mai andare a discapito del benessere della vostra nuova famiglia, né diventare un’abitudine che crea tensione o senso di controllo.
Probabilmente il compito di “mediazione” spetterebbe al tuo compagno, ma se questo non avviene o non è sufficiente, può essere utile pensare a un confronto diretto, purché sia fatto con tono calmo, assertivo e rispettoso. Se senti che la situazione si ripete nel tempo e ti sta logorando interiormente, potresti parlarne all’interno di uno spazio protetto che può aiutarti a trovare la modalità comunicativa più adatta a te, e a gestire le emozioni che ne derivano, senza dover sempre “tenere dentro”. Se sei interessata puoi trovare il mio profilo su Mio Dottore. Un caro saluto Dott.ssa Ilaria Redivo
Capisco bene il tuo disagio: sentirsi sotto controllo continuo può togliere serenità e intimità alla vostra vita di coppia. Potresti condividere ancora con lui come questa situazione influisce su di te e sulla vostra famiglia, cercando insieme un compromesso. Stabilire limiti chiari è importante, ma è fondamentale che partano da lui, per non alimentare conflitti inutili.
Gentile utente,
la situazione che descrive è molto comune nelle coppie dove i confini tra la nuova famiglia e quella d’origine non sono ancora del tutto definiti. Ciò che lei prova — fastidio, senso di invadenza, bisogno di spazio — è assolutamente legittimo: non nasce da mancanza di rispetto verso i suoi suoceri, ma dal desiderio di vivere la propria quotidianità senza sentirsi costantemente sotto osservazione.
Il suo compagno, invece, sembra trovarsi in una posizione di mediazione affettiva: da un lato comprende il suo disagio, dall’altro teme di deludere o preoccupare i genitori. Questo può accadere soprattutto se è cresciuto in un contesto familiare in cui la preoccupazione era una forma di amore. In questi casi, interrompere la dinamica senza senso di colpa può essere difficile.
Per rispondere alla sua domanda: in linea generale, è preferibile che sia lui a porre i limiti con i propri genitori, perché il messaggio provenendo da lei rischierebbe — anche involontariamente — di essere percepito come un’ingerenza o come una critica. Tuttavia, se lui continua a evitare il confronto, può valutare di parlarne con i suoceri solo in modo molto delicato e rispettoso, evitando di dare toni di rimprovero, ma partendo da come lei si sente (“Mi rendo conto che a volte fatico a stare dietro a tutti i messaggi e mi sento un po’ in difficoltà, vorrei solo trovare un modo per farvi sapere che va tutto bene senza dovervi far preoccupare”).
In parallelo, può lavorare con il suo compagno per definire insieme una modalità condivisa di comunicazione: ad esempio, che sia lui a scrivere un messaggio ogni sera o a fare una chiamata breve per rassicurarli, ma che nel resto del tempo la vostra vita di coppia e di famiglia resti autonoma.
Questo tipo di equilibrio si costruisce lentamente: non serve creare uno scontro, ma dare il messaggio che l’affetto non coincide con la costante presenza. Mettere confini chiari, ma gentili, è una forma di cura verso tutti: verso di lei, verso il suo compagno e anche verso i suoi suoceri, che potranno imparare gradualmente a fidarsi di più del vostro modo di gestire la vita familiare.
Dott.ssa Sara Petroni
la situazione che descrive è molto comune nelle coppie dove i confini tra la nuova famiglia e quella d’origine non sono ancora del tutto definiti. Ciò che lei prova — fastidio, senso di invadenza, bisogno di spazio — è assolutamente legittimo: non nasce da mancanza di rispetto verso i suoi suoceri, ma dal desiderio di vivere la propria quotidianità senza sentirsi costantemente sotto osservazione.
Il suo compagno, invece, sembra trovarsi in una posizione di mediazione affettiva: da un lato comprende il suo disagio, dall’altro teme di deludere o preoccupare i genitori. Questo può accadere soprattutto se è cresciuto in un contesto familiare in cui la preoccupazione era una forma di amore. In questi casi, interrompere la dinamica senza senso di colpa può essere difficile.
Per rispondere alla sua domanda: in linea generale, è preferibile che sia lui a porre i limiti con i propri genitori, perché il messaggio provenendo da lei rischierebbe — anche involontariamente — di essere percepito come un’ingerenza o come una critica. Tuttavia, se lui continua a evitare il confronto, può valutare di parlarne con i suoceri solo in modo molto delicato e rispettoso, evitando di dare toni di rimprovero, ma partendo da come lei si sente (“Mi rendo conto che a volte fatico a stare dietro a tutti i messaggi e mi sento un po’ in difficoltà, vorrei solo trovare un modo per farvi sapere che va tutto bene senza dovervi far preoccupare”).
In parallelo, può lavorare con il suo compagno per definire insieme una modalità condivisa di comunicazione: ad esempio, che sia lui a scrivere un messaggio ogni sera o a fare una chiamata breve per rassicurarli, ma che nel resto del tempo la vostra vita di coppia e di famiglia resti autonoma.
Questo tipo di equilibrio si costruisce lentamente: non serve creare uno scontro, ma dare il messaggio che l’affetto non coincide con la costante presenza. Mettere confini chiari, ma gentili, è una forma di cura verso tutti: verso di lei, verso il suo compagno e anche verso i suoi suoceri, che potranno imparare gradualmente a fidarsi di più del vostro modo di gestire la vita familiare.
Dott.ssa Sara Petroni
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