Salve dottori. Il problema principale che mi affligge da ormai quasi 5 anni é il fatto che non riesc

24 risposte
Salve dottori. Il problema principale che mi affligge da ormai quasi 5 anni é il fatto che non riesca a farmi degli amici. Vi spiego meglio e saró il piú completo possibile. Durante la scuola non avevo mai avuto un telefono e non potevo venire a conoscenza della tematica dell‘"amicizia anche fuori scuola". Per me lo stare con gli "amici" si fermava dentro la scuola. Poi fuori scuola io l unica cosa che facevo era l uscire ogni tanto con i miei genitori, non ero proprio a conoscenza degli altri miei compagni che nel frattempo uscivano ogni giorno facendo esperienza col mondo esterno. Poi peró ottenni il mio primo telefono e cambiai paese, quindi non conoscevo piu nessuno. Ero un ragazzo un po strano e stravagante perche ero ancora nella mia fase immatura dove non pensavo a come mi avrebbero giudicato gli altri. Dico solo che oltre a essere stravagante ero anche molto timido, quando abitavo da mia nonna se facevamo una passeggiata e vedevo dei ragazzi chiedevo a lei di tornare indietro. Insomma, stavo pian piano acquisendo questo mutismo verso gli estranei. Inoltre i miei genitori non sono persone disposte anche ora a farmi uscire con ragazzi che loro non conoscono. Vidi mio cugino, piu grande di me, avere instagram e supplicai i miei di farmelo avere, accettarono ma fu un grande errore: diventai lo zimbello di tutti, pubblicavo troppe foto che imitavano le storie dei miei compagni ma erano molto piu cringe, sembravano proprio delle caricature. Non pensavo alla conseguenza dei miei errori. Ora, a distanza di 3 anni, sono cambiato, non mi da piu fastidio nessuno, ma il punto é quello: sono rimasto solo, e gli unici 5-6 amici che mi ero fatto prima, ora non ci sono piu, ma sono arrivato alla conclusione del motivo che non mi chiamano mai é perche non gli conviene. Tutti se la stanno spassando uscendo con le loro conoscenze, andando a ballare, e io sono sempre qui, solo. Non del tutto solo, perche ho degli amici che ho conosciuto un po di tempo fa a scuola, ma rispecchiano solo al 30% le mie preferenze di amicizia, sono solo molto immaturi rispetto a me. Nel periodo in cui ero lo zimbello, iniziai a vedere video molto depressi, ero sempre triste, poi peró, l anno scorso iniziai a pensare a tutte le mie azioni, ho iniziato a vedere video sulla crescita personale, e ho fatto passi da gigante devo dire. Ma non ho migliorato per niente il mio relazionarmi alle persone. Penso che il motivo per cui non piaccio ai miei conoscenti é perche non sono simpatico a volte, forse si ricordano il me di anni fa che parlava sempre troppo. Vorrei che mi aiutaste a trovare una soluzione su come farmi piacere da certe persone, e a migliorare il mio carattere e situazione.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Caro ragazzo,

innanzitutto ti ringrazio per aver condiviso una parte così personale della tua storia. È evidente che tu stia vivendo un momento molto delicato, in cui emozioni intense come l'amore, il senso di colpa, il dubbio e il desiderio di fare la cosa giusta si intrecciano profondamente.

Il senso di colpa che provi sembra andare oltre l'episodio in sé: non riguarda solo quella frase detta agli amici o l’incontro con la tua ex, ma sembra affondare le radici in un tuo schema più ampio, legato al bisogno di essere sempre "giusto", coerente, forse anche perfetto agli occhi delle persone che ami. Questo è qualcosa di molto comune tra le persone particolarmente sensibili e riflessive come te.

È importante ricordare che, nel periodo in cui sei uscito con la tua ex, non eri impegnato in una relazione. Non hai mancato di rispetto né infranto promesse. I pensieri e i desideri che hai avuto in quel momento, per quanto possano sembrarti incoerenti oggi, facevano parte di un tuo tentativo legittimo di andare avanti e proteggerti da un dolore. La frase detta agli amici era probabilmente un modo scherzoso, un po’ impulsivo, di raccontare un'esperienza che avevi bisogno di elaborare.

Ciò che conta oggi è il presente, e la sincerità che già stai dimostrando nel voler costruire qualcosa di autentico con la tua attuale ragazza. Il bisogno che senti di raccontarle tutto potrebbe nascere più da un desiderio di alleggerire te stesso che da un reale bisogno nella relazione. Prima di parlarne con lei, può essere utile chiederti: lo sto facendo per rafforzare la nostra fiducia o per calmare la mia ansia e il mio senso di colpa?

Spesso, quando il senso di colpa è eccessivo o ricorrente, ha poco a che fare con l'evento specifico e molto di più con il modo in cui siamo abituati a vivere le emozioni e a giudicare noi stessi.

Per questo motivo sarebbe davvero utile e consigliato approfondire questa tematica con l’aiuto di uno specialista, che possa accompagnarti nel comprendere meglio il tuo senso di colpa e aiutarti a gestirlo in modo sano, senza che diventi un ostacolo nelle tue relazioni affettive.

Con affetto e professionalità,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa








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Dott.ssa Melissa Marchionni
Psicologo, Psicologo clinico
Colleverde
Gentile paziente,
c'è da dire che il cambio paese in una fase così delicata della propria vita non è proprio una cosa facilissima. Lei ha comunque deciso di mettersi in discussione e questo è un primo passo importante. Tuttavia, sembra che nel proprio discorso non stia mettendo in conto che magari ci sono moltissime persone che avrebbero interesse e voglia di passare il tempo con lei. Queste persone vanno trovate ma è importante farlo a partire dai suoi interessi e non quelli degli altri.
Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, grazie per la tua condivisione. Il mio consiglio è di provare ad esplorare un po' meglio e con l'aiuto di qualcuno l'area delle relazioni: sicuramente la tua fatica nello stringere delle amicizie ha un'origine e un motivo, ma bisogna scoprire quale, e io credo che sia importante provare a farlo partendo dalla storia di tutte le tue relazioni, familiari e non. Credo che un lavoro di conoscenza e consapevolezza di te potrebbe aiutarti tantissimo a capire come avvicinare e legare con persone che ti somigliano di più, senza doverti "accontentare" di qualcuno che ti rispecchia solo al 30%. C'è però bisogno di andare un po' in profondità: l'idea non è certo quella di "cambiarti" per poterti rendere più interessante, ma che tu ti possa conoscere, capire, scoprendo come mai prima ti comportavi in un certo modo, come adesso invece sei cambiato, e che influenza ha avuto la tua storia familiare e relazionale su questo aspetto. Se volessi approfondire di più la questione mi trovi a disposizione, in presenza e online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Dott.ssa Elvira Prezioso
Psicologo, Psicologo clinico
Casoria
Gentile utente,
le sue parole esprimono con chiarezza non solo un profondo desiderio di vicinanza e connessione con gli altri, ma anche una sofferenza autentica, che merita di essere accolta con rispetto e senza giudizio. La solitudine che racconta non è una condizione superficiale: tocca dimensioni importanti della vita emotiva e relazionale.

Spesso, davanti a questo tipo di vissuto, si è portati a cercare soluzioni immediate o “preconfezionate”. Tuttavia, credo che sarebbe riduttivo e poco rispettoso proporle delle risposte standard. Lei è una persona unica, con una storia unica, e il fatto di aver cambiato Paese rappresenta un’esperienza profonda, che può aver inciso su molti aspetti della sua esistenza: relazioni, identità, sicurezza emotiva.

Riconoscere queste difficoltà, prima ancora di cercare di “risolverle”, è già un passo importante. Farlo senza giudicarsi, con gentilezza verso sé stessi, può aprire uno spazio nuovo di consapevolezza e accoglienza.

Ritengo possa esserle utile affrontare questo percorso non da solo, ma in un contesto in cui possa condividere liberamente le sue emozioni, sia quelle dolorose che quelle di soddisfazione, in uno spazio sicuro che sia soltanto suo. Un percorso psicologico può offrirle questo luogo, dove ritrovare senso, ascolto e risonanza.

Resto a disposizione,
un caro saluto.
Dott.ssa Angela Ritella
Psicologo, Psicologo clinico
Turi
Mi rendo disponibile ad approfondire l'argomento con Lei e a trovare, insieme, il modo di agire per migliorare questa situazione.
Ha sicuramente tante qualità da scoprire e portare a galla!
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Ciao, grazie per la fiducia con cui hai raccontato la tua esperienza. È evidente che in questi anni hai fatto un percorso di crescita personale importante: sei diventato più consapevole, riflessivo e attento a come ti relazioni agli altri. Questo è un grande punto di forza, anche se oggi ti senti ancora bloccato su alcuni aspetti.

Il senso di solitudine che descrivi è molto doloroso, soprattutto quando sembra che gli altri vadano avanti, si divertano e costruiscano legami, mentre tu resti “fermo”. Ma il tuo “ritardo” non è un fallimento: è una storia diversa, fatta di limiti imposti, scelte familiari restrittive e mancate occasioni. E non è colpa tua.

Essere stato preso in giro per le cose che pubblicavi sui social, o non essere stato capito, può averti portato a chiuderti ancora di più. Spesso quando ci sentiamo esclusi, iniziamo a pensare che il problema sia il nostro carattere, che dobbiamo “piacere di più” o diventare diversi per essere accettati. Ma la vera svolta nelle relazioni arriva quando smettiamo di inseguire approvazione e iniziamo a cercare connessioni sincere, anche se poche.

Ti consiglierei di spostare il focus da “come faccio a farmi piacere” a “dove posso trovare persone con cui mi sento libero di essere me stesso?”. Potresti cominciare da attività che ti piacciono davvero: corsi, sport, volontariato, gruppi con interessi comuni. Qui le relazioni nascono in modo più spontaneo e meno giudicante. E se hai ancora difficoltà a sentirti a tuo agio, un percorso psicologico potrebbe aiutarti a rafforzare la tua autostima e sciogliere quei blocchi relazionali legati al passato.

Non sei solo nelle tue emozioni. La tua voglia di migliorare è già il segnale più chiaro che puoi costruire qualcosa di nuovo, anche se un passo alla volta. E le relazioni più profonde spesso arrivano proprio quando iniziamo a volerci bene davvero.
Buongiorno, desidero ringraziarti per il tuo messaggio che mostra in modo sincero e franco delle tematiche molto attuali: le difficoltà relazionali tra i giovani, la solitudine e la difficoltà a stabilire i rapporti di amicizia. Capisco come queste esperienze possano essere frustranti e dolorose. La timidezza, il mutismo verso gli estranei, il fatto di non giudicarsi simpatico, di parlare troppo andrebbero approfonditi per comprendere meglio le origini e il contesto in cui sono nate. Cosa ti blocca o rende difficile stabilire nuove relazioni? Si tratta della paura del giudizio degli altri o forse di una scarsa di fiducia in te stesso? Ciascuno di noi possiede talenti e risorse personali da mettere in campo nelle situazioni di difficoltà. Sono certa che anche tu le hai, ma non so se riesci a utilizzarle nel modo migliore e a metterle a frutto nelle relazioni sociali. Penso che un percorso personale di crescita possa aiutarti a riflettere su tutte queste tematiche. Potrebbe essere utile lavorare sull’ autostima, riflettere sulle esperienze negative del passato e sull’impatto che hanno avuto. Aprirsi all’opportunità di incontrare nuove persone significa anche imparare a gestire le emozioni legate ai nuovi incontri tra cui il timore di essere giudicato e di non piacere. A piccoli passi si possono raggiungere grandi traguardi. Rimango a disposizione.

Un caro saluto
Dott.ssa Laura Soldati
La soluzione non è qualcosa che ( purtroppo ) può essere data in maniera diretta, ti serve qualcosa di più strutturato e continuo di un semplice consiglio. E' importante che te abbia già fatto autocritica sui tuoi comportamenti passati e sulle tue amicizie, ma probabilmente avresti bisogno di un percorso con uno psicologo per trovare insieme dei comportamenti adeguati e delle modalità più sane di relazionarti a te stesso e agli altri! Non ti trascurare e se hai bisogno, puoi scrivermi
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve, la ringrazio davvero per aver condiviso in modo così aperto e sincero la sua storia. Raccontare vissuti così intimi, fatti di emozioni complesse e a tratti dolorose, richiede coraggio. Già il solo fatto di essersi espresso in questo modo dimostra che dentro di lei c’è una forte volontà di comprendersi meglio e di migliorare la propria vita relazionale. Ciò che descrive, in realtà, è una traiettoria che molte persone vivono, seppure con sfumature diverse. Il senso di esclusione, la paura del giudizio altrui, il rimuginare su errori del passato e la difficoltà a costruire relazioni autentiche e durature sono esperienze umane molto comuni, anche se spesso vissute in solitudine. La sua consapevolezza rispetto a come alcuni comportamenti passati possano aver influito sul modo in cui viene percepito dagli altri oggi è un punto molto importante: essere in grado di riflettere su se stessi, senza autoaccusarsi ma con lucidità, è un passo fondamentale in un percorso di crescita. In una prospettiva cognitivo-comportamentale, si lavora molto sulla relazione tra pensieri, emozioni e comportamenti. Quando lei dice, ad esempio, che pensa di non piacere agli altri perché "non è simpatico", sta attivando un pensiero automatico che genera emozioni di tristezza o sconforto e probabilmente la spinge anche a chiudersi, a evitare contatti o a mostrarsi in modo più rigido o trattenuto. Questo può innescare un circolo vizioso, perché gli altri, percependo questa chiusura, possono realmente prenderne le distanze, rinforzando così il suo pensiero iniziale. Questo tipo di schema si chiama in psicologia "profezia che si autoavvera". Il lavoro terapeutico, in casi come il suo, si concentra sia sull’esplorazione di questi pensieri ricorrenti, aiutandola a riconoscerli e modificarli, sia sull’attivazione di comportamenti nuovi, più funzionali, che possano migliorare la qualità delle sue relazioni. Un aspetto fondamentale è l’autocompassione: ha fatto degli errori, come tutti noi, e da quei momenti ha tratto consapevolezza e cambiamento. Ha iniziato un percorso di crescita personale, ha ampliato la sua visione del mondo e ha sviluppato una maggiore maturità. Questi sono risultati preziosi. Tuttavia, può capitare che, anche dopo aver cambiato tanto dentro di sé, ci si scontri con la lentezza del cambiamento nelle relazioni sociali. Gli altri possono avere un’immagine di noi che si è cristallizzata nel passato, e non sempre sono pronti a vederci per quello che siamo diventati. Ma questo non significa che lei debba fermarsi. Cercare di piacere agli altri è un desiderio umano naturale, ma bisogna stare attenti che questo desiderio non diventi un’ossessione o un criterio per valutare il proprio valore. Piuttosto che chiedersi “come faccio a farmi piacere da certe persone?”, le propongo di cambiare prospettiva e chiedersi: “come posso esprimere me stesso in modo autentico, rispettando chi sono oggi e creando spazi per essere conosciuto davvero?” Lavorare sull’assertività, sulla capacità di comunicare i propri pensieri e bisogni con rispetto e chiarezza, è uno strumento molto utile in questo processo. Così come allenare la flessibilità cognitiva, cioè la capacità di considerare più interpretazioni e scenari alternativi a quelli negativi che la mente tende a proporci automaticamente. Inoltre, è importante considerare che non tutte le persone saranno compatibili con lei, e va bene così. L’obiettivo non deve essere piacere a tutti, ma creare connessioni vere, profonde, con chi risuona davvero con i suoi valori, interessi e modi di essere. Questo richiede tempo e anche un po’ di pazienza. Le suggerirei di valutare, se le è possibile, l’inizio di un percorso psicoterapeutico, proprio per lavorare su questi aspetti specifici. La terapia cognitivo-comportamentale offre strumenti molto concreti per affrontare le difficoltà relazionali, per superare i pensieri negativi su di sé e per imparare a costruire relazioni sane e soddisfacenti. Lei non è solo, anche se in certi momenti può sembrarlo. Sta già facendo molto per se stesso, e da qui può partire per costruire una rete di relazioni più in linea con la persona che è oggi. E questa rete esiste, anche se ancora non l’ha trovata. Continui a cercarla con fiducia, e se vorrà, può farlo anche accompagnato da qualcuno che la aiuti a vedere le risorse che già ha dentro di sé. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno. Quali sono i tuoi interessi? Ci sono delle attività a cui ti piacerebbe dedicarti? Praticare ciò che ti fa stare bene può aiutarti ad aprirti più facilmente perché all’interno di un gruppo di persone con interessi comuni. Il punto non è quanti amici hai intorno ma quali.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Eva Donnini
Psicologo, Psicologo clinico
Grosseto
Buongiorno, sarebbe utile sapere la sua età per essere più precisi, ad ogni modo concordo con lei che un percorso psicologico la aiuterebbe a rispondersi a molte domande che si sta facendo, tuttavia la chiamerei "crescita personale" ma più un viaggio dentro se stessi che la aiuti a capire come e che cosa l'ha portata alla situazione che vive oggi e che cosa potrebbe migliorare con l'aiuto dello specialista. Si ricordi che per stare bene con gli altri il primo ingrediente è stare bene con se stessi. Lei come sta con se stesso?
Ci pensi, Resto a disposizione
Buongiorno caro utente. Sfortunatamente non esiste un elenco puntato di azioni giuste da fare per conquistarsi gli amici. La vita non è così schematicamente preimpostata.
Le consiglio di intraprendere un percorso personale di profonda conoscenza di sé, il quale la aiuterà ad acquisire migliore padronanza di se stesso e del mondo. Nel mentre del percorso, probabilmente avverrà il cambiamento desiderato. Un caro saluto!
Dr. Lorenzo Cella
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Torino
grazie per aver condiviso in modo così aperto e dettagliato il suo vissuto. Il modo in cui racconta la sua esperienza rivela una profonda capacità di riflessione su di sé, sui propri comportamenti e sul modo in cui questi si sono sviluppati nel tempo. È evidente che lei ha già compiuto un percorso importante di consapevolezza, e questo rappresenta un punto di partenza molto prezioso.

Il tema della difficoltà nel costruire relazioni significative tocca aspetti profondi dell’identità e del modo in cui ciascuno di noi si è sentito riconosciuto e accolto nel tempo. Nella sua storia emerge come, in alcune fasi della crescita, le siano mancate occasioni per fare esperienza dell'amicizia in contesti liberi e spontanei, fuori dalle strutture scolastiche o familiari. Questo può aver influenzato il modo in cui si è percepito all’interno dei gruppi e la fiducia nelle proprie capacità relazionali.

A volte, quando si cresce con pochi spazi di esplorazione sociale, può accadere che ci si senta “in ritardo” rispetto agli altri o si abbia la sensazione di essere rimasti indietro. Ma ciò che conta davvero non è tanto il “quando”, quanto il “come” si decide di prendersi cura delle proprie relazioni oggi. Lei dimostra di volersi mettere in gioco, di voler comprendere cosa ostacola il suo modo di entrare in contatto con gli altri e di migliorare sé stesso: questo è già un segnale di cambiamento in atto.

La sensazione di essere giudicato in base a come si era in passato è comprensibile. Spesso, quando si attraversano fasi in cui si è più fragili o ci si sente goffi, può restare dentro un senso di vergogna o di paura del rifiuto. Ma le persone cambiano, come è cambiato anche lei. Ed è possibile – con il tempo e con le giuste condizioni – permettere anche agli altri di vedere chi è oggi, e non solo chi è stato.

Lei si chiede come farsi piacere dalle persone. È una domanda legittima, ma forse sarebbe più utile partire da un’altra prospettiva: quali aspetti di sé vorrebbe poter mostrare di più, e in quali contesti sente di potersi esprimere in modo autentico? Le relazioni più significative spesso si costruiscono quando non ci si sforza di “essere simpatici” a tutti i costi, ma quando si riesce a stare con gli altri sentendosi sufficientemente sicuri nel proprio modo di essere.
Dott.ssa Giulia Sedda
Psicologo clinico, Terapeuta, Psicologo
Roma
Caro utente, la costruzione delle relazioni con gli altri parte e nasce da una sana e buona relazione con sé. E' inevitabile, essendo esseri relazionali, che l'insoddisfazione nelle proprie relazioni significative porti a sentimenti di tristezza e smarrimento. Bisognerebbe approfondire l'immagine che lei ha di sè e degli altri. Dalle sue parole colgo una buona consapevolezza di sé e del suo problema quindi mi sento senz'altro di consigliarle l'inizio di una terapia proprio per poter comprendere in che modo e come potersi aprire a una relazionalità nuova e più piena. Resto a disposizione per qualsiasi domanda. Un caro saluto
Dott.ssa Ilenia Colasuonno
Psicologo, Psicologo clinico
Cerveteri
Ciao, grazie per aver condiviso così apertamente la tua esperienza. È evidente che stai cercando di affrontare e comprendere delle difficoltà che, purtroppo, sono comuni a molte persone, ma che non per questo sono facili da superare. La solitudine, la difficoltà nel creare legami e il senso di non appartenere possono essere davvero dolorosi, e affrontare tutto ciò richiede molta forza, che mi sembra tu stia trovando gradualmente.

Innanzitutto, è importante riconoscere quanto tu sia già cresciuto e cambiato nel corso di questi anni. Il fatto che tu abbia iniziato a riflettere sulla tua crescita personale e a cercare di capire le tue azioni è un passo importantissimo. La consapevolezza è sempre il primo passo verso il cambiamento. Hai lavorato su te stesso e hai visto dei progressi, ma la relazione con gli altri è un ambito che può richiedere tempo e, a volte, un supporto esterno.

Capisco il tuo desiderio di migliorare la tua capacità di relazionarti con gli altri e di sentirti più integrato nei gruppi. A volte, l'idea di voler essere "piacevole" agli altri può farti sentire sotto pressione, ma è importante ricordare che le vere amicizie si basano sulla sincerità e sulla connessione autentica. Non devi cercare di piacere a tutti, ma di trovare quelle persone che sono in grado di apprezzarti per chi sei. La chiave per migliorare le tue relazioni è lavorare su di te stesso, ma anche imparare a comprendere gli altri e come ti relazioni con loro.

Non è mai facile modificare certi comportamenti, come quelli che hai descritto riguardo alla timidezza o al modo in cui ti sei relazionato in passato con gli altri. Può essere utile lavorare su alcune piccole abitudini quotidiane. Per esempio, cerca di uscire dalla tua zona di comfort, anche con piccoli gesti. Puoi iniziare con interazioni quotidiane, come salutare i vicini, fare piccole chiacchierate con compagni di classe o di lavoro, senza aspettarti che diventino subito grandi amicizie. Non forzarti a diventare qualcun altro, ma semplicemente prova ad essere più aperto, a dare spazio agli altri per conoscerti.

A volte, però, il punto cruciale sta nel migliorare la relazione con te stesso. Se ti senti bene con te stesso, gli altri sentiranno naturalmente questa sicurezza. Più ti accetti e più la tua autostima crescerà. Lavorare su come ti vedi, sul tuo valore e sulla tua autenticità ti aiuterà a migliorare il modo in cui ti relazioni. Se ti accetti per come sei, gli altri saranno più propensi a farlo.

Considera anche di cercare supporto psicologico, se senti che le difficoltà persistono o che i pensieri sulla tua solitudine ti appesantiscono troppo. Un terapeuta potrebbe aiutarti a esplorare le cause profonde delle tue difficoltà relazionali e lavorare su strategie specifiche per migliorare la tua vita sociale.

Ricorda che l’abilità di relazionarsi con gli altri non è qualcosa che si acquisisce da un giorno all’altro, ma è un processo continuo che richiede pazienza con te stesso. Inizia con piccole azioni, sii gentile con te stesso e lascia che le cose accadano in modo naturale. Gli amici giusti arriveranno quando sarai pronto.
Dott.ssa Federica Bovi
Psicologo, Psicologo clinico
Perugia
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso la sua storia e le sue difficoltà. Il fatto che abbia deciso di chiedere aiuto e di riflettere sul suo modo di relazionarsi agli altri è un segnale molto positivo e importante: dimostra che possiede una forte motivazione a lavorare su se stesso e a migliorare la sua vita sociale. Questa volontà di cambiamento è una risorsa preziosa che le sarà sicuramente di grande aiuto nel percorso che sta intraprendendo. Mi ha colpito la lucidità con cui descrive il cambiamento rispetto al passato che testimonia una grande crescita, anche se questo ai suoi occhi in questo momento non le appare sufficiente perché sente ancora una distanza tra ciò che vorrebbe e ciò che vive. Vorrei quindi offrirle qualche riflessione e suggerimento, che possa aiutarla a orientarsi in questo percorso. Come prima cosa le consiglio di ripartire da sè stesso, dai cambiamenti che in parte sono già avvenuti perché la persona che è oggi non è più quella di qualche anno fa. È importante che impari a riconoscere e valorizzare il percorso che ha fatto; questo le permetterà di affrontare le relazioni con maggiore fiducia, sapendo di avere dentro di sé risorse significative. Un altro suggerimento che mi sento di darle è di scegliere le relazioni in cui si sente accolto senza necessariamente voler essere accettato da chi in realtà non lo fa stare bene; in questo caso potrebbe essere utile chiedersi: “Con chi posso e riesco ad essere me stesso senza sentirmi giudicato?” “Che tipo di relazioni desidero costruire?” “Quali valori cerco negli altri?”. È comprensibile che, dopo alcune esperienze dolorose, si sviluppi una certa difficoltà nel lasciarsi andare con gli altri. In questo senso, un percorso psicologico potrebbe aiutarla a liberarsi da questi blocchi interiori e a sentirsi più sicuro. Le auguro di proseguire questo percorso con la stessa motivazione che già ha dimostrato. Resto a disposizione se desidera confrontarsi ancora o approfondire qualche aspetto.
Dr. Marco Cenci
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno,
Cercare di trovari dei modi per piacere in maniera innaturale alle persone potrebbe essere addirittura controproducente perchè non le permetterebbe di creare dei rapporti autentici. Quello che potrebbe fare, con l'aiuto di un collega, è rielaborare questi vissuti e cercare un'espressione più autentica del suo Sè.
Dott. Marco Cenci
Dr. Giacomo Bonetti
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, è difficile trovare soluzioni che possano aiutarla davvero senza avere modo di parlare direttamente con lei per capire meglio tutte le dinamiche.
La invito a rivolgersi ad uno psicologo, che saprà certamente aiutarla a risolvere le sue difficoltà relazionali.
Dott. Giacomo Bonetti
Dott.ssa Noemi Anna Savoca
Psicologo clinico, Psicologo
Napoli
Ciao, grazie davvero per aver condiviso tutto questo.

Da quello che scrivi si sente tanta consapevolezza: hai fatto un percorso importante, anche se doloroso, e oggi riesci a raccontarti con lucidità e sincerità.

Capisco quanto possa pesare sentirsi soli, soprattutto dopo aver provato a cambiare. A volte le persone ci ricordano per chi eravamo, non per chi siamo diventati — ed è frustrante. Ma il fatto che tu stia riflettendo su te stesso, che ti stia facendo domande vere, che cerchi relazioni più affini a te, dice già tanto di quello che stai costruendo.

Lavorare sulle relazioni richiede tempo, ma non sei sbagliato: sei in cammino. E se ti va, possiamo rifletterci insieme, passo dopo passo.
Forse può essere utile, ora, avere uno spazio tutto tuo in cui rimettere insieme questi pezzi, guardarli con più tenerezza e meno giudizio. Non per correggere chi sei, ma per darti la possibilità di iniziare davvero a incontrare gli altri, partendo da te!
Dott. Giorgio De Giorgi
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Gentile,
che viaggio intenso ha raccontato! Sembra proprio che si sia fatto da solo un lavoro di “crescita personale” notevole! Ma se oggi le relazioni restano difficili, non è che forse il nodo non è chi è lei, ma come si guarda?
Mi contatti pure.

Dr. Giorgio De Giorgi
Dott.ssa Alessia Vianello
Psicologo, Psicologo clinico
Mirano
Ti consiglio un supporto psicologico in modo tale che il terapeuta possa rifigurarti quello che hai vissuto e capire più nel dettaglio il tuo modo di affrontare le difficoltà e la tua chiave di lettura, cercando anche di capire i tuoi genitori che ruolo effettivamente hanno avuto in tutto ciò. Ora sei una persona diversa, e ti consiglierei di capire cosa vuoi e chi sei davvero, in modo tale da prefigurarti degli obiettivi reali da poter raggiungere. Come hai scritto tu, prima eri in un modo e ora sei in un altro. forse un pochino dovrai discostarti dall'immagine che hai di te passata in modo tale da vedere la persona che sei oggi, come sei cambiato e cosa vuoi per te, senza pensare al passato!
Dott.ssa Tania Zedda
Psicologo, Psicologo clinico
Quartu Sant'Elena
Ciao,
il modo in cui racconti la tua storia fa capire subito che ci hai pensato tanto, e che non stai cercando solo risposte veloci, ma qualcosa di più profondo. E già questo, credimi, dice molto di te. Non tutti hanno il coraggio e la lucidità di guardarsi indietro, riconoscere i propri errori, mettere a fuoco cosa è successo e cosa si prova davvero. Tu lo stai facendo.
La sensazione di essere rimasto solo mentre gli altri vanno avanti, fanno esperienze, si divertono… è dura. Ti può far sentire come se ci fosse una distanza impossibile da colmare, come se fosse “tardi” per recuperare. Ma non è così. Non sei in ritardo. Sei solo in un punto diverso del percorso, e non c’è una tabella di marcia che valga per tutti.
È vero che alcune cose ti sono mancate: occasioni per socializzare, per sbagliare, per crescere nei rapporti con gli altri. Ed è anche vero che alcune esperienze dolorose — come sentirti preso in giro, sentirti giudicato — possono lasciare dentro un’impronta che poi ti fa dubitare di te, anche quando le cose iniziano a cambiare.
Ma tu sei cambiato. Lo dici chiaramente. Hai fatto un lavoro profondo su di te. Sei passato da una fase in cui ti sentivi smarrito e triste a un momento in cui hai cominciato a chiederti chi sei davvero, cosa vuoi, come stare meglio. E anche se ora ti sembra di non aver risolto tutto, questa trasformazione c’è stata. C’è ancora. E conta tantissimo.
Quello che ti manca adesso, forse, non è un “modo per farti piacere agli altri”, ma la possibilità di sentirti accolto per quello che sei oggi. Non per una versione più simpatica, più “giusta” o più adattata di te… ma proprio per te. E questo non si ottiene cambiando il carattere, limandosi addosso per rientrare nei gusti degli altri. Si ottiene stando con persone con cui si può respirare, parlare senza filtri, non sentirsi sotto esame.
E queste persone esistono. A volte arrivano in modo inatteso, a volte in spazi diversi da quelli a cui sei abituato. Ma esistono.
Non c’è un manuale per essere più amati. Ma se posso dirti qualcosa, da fuori si vede che hai tante risorse: sensibilità, profondità, voglia di capire e di migliorare. Non ti servono maschere. Ti serve solo tempo, e forse un po’ di gentilezza in più verso te stesso. Anche nei giorni in cui ti senti fuori posto.
Le cose possono cambiare, ma non perché devi diventare qualcun altro. Cambiano quando inizi a vedere valore in quello che sei già diventato.
E da qui, poco alla volta, iniziano anche relazioni nuove. Più vere. Più sane. Più tue.
Dott.ssa Sara Mannarino
Psicologo
Mestre
Gentilissimo Utente,
ti ringrazio per aver condiviso un pezzo della tua storia.
Sicuramente è essenziale capire e concentrarti sul piacere a te stesso più che sul compiacere gli altri. Il vero mutamento e crescita non risiedono nel conformarsi alle aspettative e agli ideali altrui, ma nello sviluppare una propria autenticità e scoprire i propri punti di forza per metterli in risalto e brillare di luce propria. Le persone che rimangono ancorate a una percezione e descrizione del te del passato, non avranno la possibilità di ammirare, invece, la nuova versione di te stesso che sta e avrà il tempo di fiorire. Sarai proprio tu a doverti definire e accettare nella tua rinascita interiore, apprezzarti e riconoscerti senza il timore del giudizio e della critica degli altri e di te stesso. Solo così potrai essere apprezzato e amato in modo sincero e creare legami duraturi che si basano sul rispetto e sull' onestà reciproca. La persona che eri 3 o 5 anni fa, non è la persona che sei oggi e non lo sarà in futuro, perchè sarai in continua evoluzione e cambiamento. Sicuramente un percorso psicologico ti sarà di supporto per riscoprirti e indagare meglio le radici alla base delle tue difficoltà, riconoscere le tue risorse, ricostruire la stima e fiducia in te stesso e sviluppare una serie di abilità sociali e comunicative che ti permetteranno di relazionarti con gli altri con la massima serenità e naturalezza.

Saluti!

Per qualsiasi dubbio o richiesta, resto a disposizione per una consulenza online.
Psicologa Clinica e Scolastica- Mannarino Sara

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