Salve dottori da 1 mese ormai,vivo un forte stato d ansia e stress attualmente in cura da psicologo
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Salve dottori da 1 mese ormai,vivo un forte stato d ansia e stress attualmente in cura da psicologo che ha individuato in me una “cardiofobia”. Avverto sintomi come mancanza d aria in alcuni momenti della giornata,debolezza,stanchezza… diciamo che sono un po’ di strascichi di attacchi di panico accaduti ultimamente. Il mio corpo agisce in modo strano perché fuori casa sto sempre male ho palpitazioni e mancanza d aria mentre in casa i miei problemi sembrano risolversi. Oppure ultimamente ho paura di svenire perché mi sento molto debole quindi non mi muovo dal divano e quando mi alzo mi sento sempre in affanno e battiti che si alzano. Ho fatto tutte visite cardiologiche e analisi un mese fa nella norma. Mi potete confermare che è tutto un problema di testa e ansia invece che qualcosa di più serio? Grazie e scusate per la lunga domanda
Ciao, capisco quanto possano essere frustranti questi sintomi, specialmente quando sembrano emergere in modo così imprevedibile. È positivo che tu abbia già affrontato delle visite cardiologiche, il che aiuta a escludere patologie fisiche. Il fatto che i sintomi si manifestino maggiormente fuori casa e migliorino quando sei nel tuo ambiente potrebbe suggerire che l'ansia gioca un ruolo determinante nel generare queste sensazioni di disagio.
La "cardiofobia" di cui parli è un tipo di ansia che può concentrarsi su sintomi fisici, come palpitazioni o difficoltà respiratorie, e renderli ancora più intensi, portandoti a temere che siano segnali di un problema più grave. La mente e il corpo sono strettamente collegati, quindi l'ansia può scatenare reazioni fisiche molto reali, anche se non ci sono problemi cardiaci o fisici significativi.
È importante che tu continui il percorso con il tuo psicologo per imparare a gestire queste sensazioni e affrontarle in modo più sereno. A volte, riconoscere che questi sintomi sono legati all'ansia è il primo passo per ridurne l'intensità. Se lo desideri, potresti esplorare ulteriormente tecniche per gestire l'ansia e imparare a vivere con maggiore serenità. Ogni passo, anche piccolo, può portare a un miglioramento significativo nel tempo.
La "cardiofobia" di cui parli è un tipo di ansia che può concentrarsi su sintomi fisici, come palpitazioni o difficoltà respiratorie, e renderli ancora più intensi, portandoti a temere che siano segnali di un problema più grave. La mente e il corpo sono strettamente collegati, quindi l'ansia può scatenare reazioni fisiche molto reali, anche se non ci sono problemi cardiaci o fisici significativi.
È importante che tu continui il percorso con il tuo psicologo per imparare a gestire queste sensazioni e affrontarle in modo più sereno. A volte, riconoscere che questi sintomi sono legati all'ansia è il primo passo per ridurne l'intensità. Se lo desideri, potresti esplorare ulteriormente tecniche per gestire l'ansia e imparare a vivere con maggiore serenità. Ogni passo, anche piccolo, può portare a un miglioramento significativo nel tempo.
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Salve, i suoi suoi sintomi, per quanto spaventosi, sono estremamente comuni tra le persone che soffrono di ansia o attacchi di panico. ll fatto che migliorino in casa e che gli esami medici siano nella norma è un’ulteriore prova che il problema non è fisico, ma legato alla sfera emotiva. Le consiglio di proseguire con il percorso di supporto psicologico che ha già iniziato, così da imparare a gestire la sua sintomatologia.
Gentile utente, posso solo immaginare la sua intensa preoccupazione e malessere. Dice di essere in cura già da un collega, come mai la diagnosi che le è stata data non la rende serena e sente il bisogno di ricercare ulteriori rassicurazioni e conferme da altri professionisti? Forse questo è un altro elemento caratterizzante della sua sintomatologia ansiosa. La continua ricerca di conferme e rassicurazioni che nulla di spaventoso o terribile ci stia accadendo è tipico nei soggetti che soffrono come lei di sintomi ansiosi. Si affidi al professionista che la sta seguendo. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Gentile Signora, il termine "cardiofobia" mi sembra un po' insolito, intendo dire che non rientra nelle diagnosi elencate dal DSM, o manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali. Inoltre fa riferimento a distrurbi non psicologici. E' probabile che non vi sia nulla di preoccupante, però a mio modesto avviso manca una diagnosi precisa. Senza voler esprimer alcun giudizio, non è raro che sia difficile giungere ad una diagnosi esatta. Il fatto che le analisi siano nella norma esclude un problema serio, ma questo non esclude altre possibilità come una distonia neurovegetativa. Per rimanere nel mio campo, ovvero psicologico e non medico, prima di porre una diagnosi effettuerei una accurata anamnesi valutando se nella storia pregressa sono emersi elementi di ansia o depressione. Fatto questo procederei ad effetuare un profilo di personalità mediante il test MMPI-2RF. Non posso entrare in dettagli tecnici. Se questo non offre alcun aiuto, procederei ad approfondire altri elementi. Non è raro che una carenza di ferro, di magnesio o di calcio possa influire nel quadro. Non posso per motivi di spazio dettagliare gli esami utili. Resto a disposizione. Cordialmente dr. Tacchini
Salve,
quello che descrive è compatibile con i sintomi dell'ansia e della cardiofobia, una condizione in cui la paura persistente di avere problemi cardiaci può amplificare la percezione di sintomi fisici come palpitazioni, mancanza d'aria e debolezza. È importante ricordare che ansia e stress possono avere un impatto significativo sul corpo, simulando o esacerbando sensazioni fisiche che spesso ci spaventano.
Il fatto che lei abbia effettuato visite cardiologiche e analisi che hanno dato esito negativo è un punto rassicurante e suggerisce che i suoi sintomi siano di origine psicologica. L'ansia, infatti, può attivare il sistema nervoso autonomo, generando sintomi fisici che si attenuano in situazioni percepite come più sicure, come la casa, e si intensificano in ambienti vissuti come più minacciosi.
Detto ciò, è normale avere dubbi e sentirsi confusi, soprattutto quando i sintomi persistono. Proseguire il percorso con il suo psicologo è fondamentale, ma sarebbe utile approfondire ulteriormente il lavoro sulle cause del suo malessere e sulle strategie per gestire i sintomi. Tecniche come la consapevolezza, la respirazione consapevole o, se indicate, l'EMDR possono essere molto efficaci per affrontare il disagio legato ai sintomi fisici e ridurre l'impatto dell'ansia sulla quotidianità.
Le consiglio di continuare a lavorare con uno specialista per affrontare con serenità questa situazione e ritrovare il suo equilibrio.
Un caro saluto,
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
quello che descrive è compatibile con i sintomi dell'ansia e della cardiofobia, una condizione in cui la paura persistente di avere problemi cardiaci può amplificare la percezione di sintomi fisici come palpitazioni, mancanza d'aria e debolezza. È importante ricordare che ansia e stress possono avere un impatto significativo sul corpo, simulando o esacerbando sensazioni fisiche che spesso ci spaventano.
Il fatto che lei abbia effettuato visite cardiologiche e analisi che hanno dato esito negativo è un punto rassicurante e suggerisce che i suoi sintomi siano di origine psicologica. L'ansia, infatti, può attivare il sistema nervoso autonomo, generando sintomi fisici che si attenuano in situazioni percepite come più sicure, come la casa, e si intensificano in ambienti vissuti come più minacciosi.
Detto ciò, è normale avere dubbi e sentirsi confusi, soprattutto quando i sintomi persistono. Proseguire il percorso con il suo psicologo è fondamentale, ma sarebbe utile approfondire ulteriormente il lavoro sulle cause del suo malessere e sulle strategie per gestire i sintomi. Tecniche come la consapevolezza, la respirazione consapevole o, se indicate, l'EMDR possono essere molto efficaci per affrontare il disagio legato ai sintomi fisici e ridurre l'impatto dell'ansia sulla quotidianità.
Le consiglio di continuare a lavorare con uno specialista per affrontare con serenità questa situazione e ritrovare il suo equilibrio.
Un caro saluto,
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Gentile utente, grazie per la condivisione.
Lo stato che descrive pare essere un forte stato di ansia, che affievolisce nel momento in cui torna a casa perchè probabilmente si sente "al sicuro" . Quando è fuori casa probabilmente teme di svenire (o perdere il controllo) e che non ci sia nessuno ad aiutarla?
Continui con la terapia psicologia che ha già iniziato in modo da lavorare su questi vissuti e queste sensazioni che tendono a crearle uno stato di ansia e panico.
Resto a disposizione
Dr.ssa Marina Dattoma
Lo stato che descrive pare essere un forte stato di ansia, che affievolisce nel momento in cui torna a casa perchè probabilmente si sente "al sicuro" . Quando è fuori casa probabilmente teme di svenire (o perdere il controllo) e che non ci sia nessuno ad aiutarla?
Continui con la terapia psicologia che ha già iniziato in modo da lavorare su questi vissuti e queste sensazioni che tendono a crearle uno stato di ansia e panico.
Resto a disposizione
Dr.ssa Marina Dattoma
Buonasera, purtroppo non potremmo risponderle meglio di chi la sta attualmente seguendo.
Buongiorno, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Per rispondere alla sua domanda, le consiglio di osservare con attenzione cosa succede ogni volta che si sente male fuori casa. Le suggerisco di provare a individuare:
- L’antecedente, ovvero il momento o la situazione specifica in cui iniziano i sintomi. Cosa sta facendo? Cosa accade intorno a lei?
-I pensieri collegati, cioè ciò che le passa per la mente in quei momenti. Ad esempio, potrebbe chiedersi: "Cosa penso quando inizio a sentirmi così?"
Questo tipo di auto-osservazione può aiutarla a comprendere meglio i meccanismi che alimentano l’ansia e i sintomi fisici, permettendole di affrontarli in modo più efficace.
Detto ciò, il percorso psicoterapeutico che sta seguendo è il luogo migliore per esplorare e approfondire queste dinamiche. La invito a continuare il lavoro con il suo psicologo, che potrà guidarla nel trovare strategie personalizzate per gestire questi stati di malessere. Un saluto, Dott.ssa Roberta Crestini
- L’antecedente, ovvero il momento o la situazione specifica in cui iniziano i sintomi. Cosa sta facendo? Cosa accade intorno a lei?
-I pensieri collegati, cioè ciò che le passa per la mente in quei momenti. Ad esempio, potrebbe chiedersi: "Cosa penso quando inizio a sentirmi così?"
Questo tipo di auto-osservazione può aiutarla a comprendere meglio i meccanismi che alimentano l’ansia e i sintomi fisici, permettendole di affrontarli in modo più efficace.
Detto ciò, il percorso psicoterapeutico che sta seguendo è il luogo migliore per esplorare e approfondire queste dinamiche. La invito a continuare il lavoro con il suo psicologo, che potrà guidarla nel trovare strategie personalizzate per gestire questi stati di malessere. Un saluto, Dott.ssa Roberta Crestini
Salve, se dai controlli eseguiti non é emersa alcuna patologia fisica sembra logico supporre che il problema sia di natura psicologica, tant'é che in casa non si verificano gli stessi sintomi di quando esce. Inoltre la paura degli svenimenti e delle altre sintomatologie diventa una profezia che si autoavvera: mi aspetto che si verifichino e in automatico mi vengono. La costante paura di sintomi fisici non fa altro che aumentarne la presenza, poiché é il tentativo di tenere sotto controllo queste sensazioni che porta a perdere il controllo. Come probabilmente le avrà già accennato il collega da cui é in cura, queste ricerche di rassicurazioni non portano che ad alimentare la paura di questa problematica.
Buon proseguimento di percorso!
Buon proseguimento di percorso!
I sintomi che descrive, come palpitazioni, affanno e debolezza, sono comuni nei disturbi d’ansia, come la cardiofobia, e non indicano problemi cardiaci, considerando gli esiti normali delle visite mediche. È importante sapere che questi sintomi derivano dall’ansia e non sono pericolosi. Continuare la terapia psicologica, usare tecniche di rilassamento e affrontare gradualmente le situazioni che le creano disagio possono aiutarla a riprendere il controllo. Il suo corpo sta reagendo allo stress, non a una condizione fisica più seria.
Gentile, se le visite mediche hanno escluso cause fisiologiche e i sintomi persistono soprattutto in situazioni di stress o fuori casa, è probabile che si tratti effettivamente di sintomi legati all'ansia, come il panico che ha già individuato. La terapia cognitivo-comportamentale potrebbe essere molto utile per aiutarla a gestire questi stati d’ansia, imparando a riconoscere e modificare i pensieri e comportamenti che alimentano il suo disagio. Questo tipo di terapia offre strumenti concreti per affrontare la paura e migliorare la qualità della vita quotidiana.
Resto a sua disposizione qualora lo desiderasse, un caro saluto.
Resto a sua disposizione qualora lo desiderasse, un caro saluto.
buonasera, dovrebbe approfondire meglio l'origine della sua ansia e se può esserci qualche riferimento ad un evento in particolare. ne parli con il suo psicologo
Gentile Utente, comprendo che avvertire sintomi come palpitazioni, affanno e debolezza possa far subito pensare a dei problemi di natura cardiaca e generare preoccupazione per la loro presenza. Come ci scrive però ha effettuato delle visite mediche a riguardo che escludono una patologia organica, inoltre la “scomparsa” dei sintomi a casa fa pensare, come lei ipotizza, a una difficoltà di natura psicologica. Sarà certamente importante comprendere, nel contesto di terapia, che cosa ha scatenato la loro insorgenza e in quali situazioni si vengono a manifestare i sintomi, così come fondamentale sarà comprendere i pensieri che ha quando è fuori casa e cosa contribuisce a mantenere attiva la sintomatologia. Un caro saluto, dott.ssa Ambra Marzoli
Buonasera, grazie per aver condiviso la sua esperienza. È comprensibile che la situazione che sta vivendo le crei molta preoccupazione e disagio. Da ciò che descrive, i sintomi fisici che percepisce, come la mancanza d’aria, la debolezza, le palpitazioni e il senso di affanno, possono effettivamente essere collegati a uno stato di ansia e stress elevato. I risultati normali delle visite cardiologiche e delle analisi mediche sono un dato molto rassicurante: indicano che non ci sono problematiche organiche a livello cardiaco.
Questi sintomi, infatti, possono essere legati a una condizione che il suo psicologo ha descritto come "cardiofobia" ed a episodi di attacchi di panico, che spesso generano una percezione intensa e sgradevole di pericolo imminente, anche in assenza di un reale rischio fisico. L’ansia può amplificare le sensazioni corporee, portando a una sorta di circolo vizioso: più ci si focalizza su di esse, più sembrano aumentare.
Il fatto che a casa si senta meglio è un elemento significativo. Potrebbe indicare che in un ambiente per lei rassicurante e familiare l’ansia si riduce, mentre fuori casa i pensieri legati alla paura di star male (ad esempio svenire) tendono ad aumentare, attivando maggiormente il sistema di allarme del corpo.
Il consiglio che posso darle è di continuare a lavorare con il suo psicologo su questi aspetti, in particolare sull’identificazione e la gestione dei pensieri legati alla paura per la sua salute e sulle tecniche di rilassamento o di esposizione graduale a situazioni che ora percepisce come difficili. Se i sintomi persistono o si intensificano, potrebbe essere utile integrare il percorso con una consulenza psichiatrica per valutare se ci siano strategie aggiuntive che possano supportarla.
Si ricordi che è un percorso, e già il fatto di essersi affidat* a un professionista e di cercare risposte è un passo molto importante verso il benessere.
Questi sintomi, infatti, possono essere legati a una condizione che il suo psicologo ha descritto come "cardiofobia" ed a episodi di attacchi di panico, che spesso generano una percezione intensa e sgradevole di pericolo imminente, anche in assenza di un reale rischio fisico. L’ansia può amplificare le sensazioni corporee, portando a una sorta di circolo vizioso: più ci si focalizza su di esse, più sembrano aumentare.
Il fatto che a casa si senta meglio è un elemento significativo. Potrebbe indicare che in un ambiente per lei rassicurante e familiare l’ansia si riduce, mentre fuori casa i pensieri legati alla paura di star male (ad esempio svenire) tendono ad aumentare, attivando maggiormente il sistema di allarme del corpo.
Il consiglio che posso darle è di continuare a lavorare con il suo psicologo su questi aspetti, in particolare sull’identificazione e la gestione dei pensieri legati alla paura per la sua salute e sulle tecniche di rilassamento o di esposizione graduale a situazioni che ora percepisce come difficili. Se i sintomi persistono o si intensificano, potrebbe essere utile integrare il percorso con una consulenza psichiatrica per valutare se ci siano strategie aggiuntive che possano supportarla.
Si ricordi che è un percorso, e già il fatto di essersi affidat* a un professionista e di cercare risposte è un passo molto importante verso il benessere.
Salve, come avrà già compreso con l’aiuto dello psicologo che la segue, ciò che sta provando ha una grande attinenza con gli attacchi di panico che ha avuto di recente. Chiaramente in questo spazio non è possibile addentrarsi in questioni diagnostiche, ma vale la pena che lei possa esplorare la questione con il suo psicologo.
Per quanto riguarda la questione medica, ha già ricevuto risposta a tal proposito dai risultati delle analisi. E a seguito di ripetuti attacchi di panico non è insolito avere questo tipo di sensazioni nei periodi successivi, sensazioni su cui è comunque importante lavorare affinché non si cronicizzino.
Cordialmente,
dott.ssa Onorato
Per quanto riguarda la questione medica, ha già ricevuto risposta a tal proposito dai risultati delle analisi. E a seguito di ripetuti attacchi di panico non è insolito avere questo tipo di sensazioni nei periodi successivi, sensazioni su cui è comunque importante lavorare affinché non si cronicizzino.
Cordialmente,
dott.ssa Onorato
Salve, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Comprendo quanto possa essere difficile convivere con questi sintomi e il dubbio che possano esserci cause fisiche sottostanti. È importante sapere che ha già eseguito visite cardiologiche e analisi approfondite, e il fatto che siano risultate nella norma è un segnale rassicurante. Questo suggerisce che i sintomi che descrive siano effettivamente legati a una condizione di ansia, come la cardiofobia, piuttosto che a un problema fisico. L’ansia può manifestarsi in modo molto intenso attraverso il corpo, generando sintomi come palpitazioni, affanno, debolezza e stanchezza. Questi sintomi non sono "solo nella testa" ma rappresentano una risposta del sistema nervoso, che entra in uno stato di iperattivazione a causa della percezione di pericolo, anche se questo pericolo non è reale. ll fatto che si senta meglio in casa e più vulnerabile fuori è tipico delle condizioni in cui il cervello associa certi ambienti a una maggiore sicurezza, mentre altri luoghi possono sembrare più minacciosi. Questo fenomeno può essere affrontato gradualmente con il supporto del suo psicologo, magari con tecniche specifiche come l’esposizione controllata o esercizi di rilassamento e respirazione per gestire i sintomi fisici. Il percorso che ha intrapreso con il suo psicologo è già un ottimo passo avanti. Continuare a lavorare su questi aspetti le permetterà di ridurre l’intensità dei sintomi e di recuperare una maggiore serenità nel tempo. Se sente la necessità di ulteriori strumenti o vuole approfondire il suo stato, può parlarne apertamente con il suo terapeuta, che potrà adattare il trattamento alle sue esigenze.
Buonasera, scartare a priori problematiche mediche è sicuramente imprudente. Viste però le visite già effettuate potrebbe effettivamente essere una problematica prettamente psicologica. Dovrebbe lavorare con il suo psicologo per capire "a cosa servono" a lei questi sintomi. Spesso sintomi fisici come quelli che ha descritto hanno un'utilità nella nostra vita che però è impossibile a noi vederla senza l'aiuto di un professionista. Grazie al professionista però si può individuare l'utilità nella sua vita di questi sintomi e trovare delle strategie più funzionali e che non la facciano stare male del problema sottostante.
Rimango a disposizione per chiarimenti e eventualmente un colloquio.
Le auguro una buona serata.
Dott.ssa Martina Belotti
Rimango a disposizione per chiarimenti e eventualmente un colloquio.
Le auguro una buona serata.
Dott.ssa Martina Belotti
Buonasera,
grazie mille della sua condivisione. Se dal punto di vista organico come lei dice è tutto nella norma probabilmente ha moltissima ansia. Ne parli con il suo psicoterapeuta e vedrà che facendo un lavoro introspettivo riuscirà a gestire meglio i sintomi (nel tempo ovviamente). Ricordiamoci che i sintomi ci "servono", arrivano per proteggerci (sicuramente in modo disfunzionale) da altro che forse ci potrebbe ferire ulteriormente. Buon viaggio nella psicoterapia. In bocca al lupo!
grazie mille della sua condivisione. Se dal punto di vista organico come lei dice è tutto nella norma probabilmente ha moltissima ansia. Ne parli con il suo psicoterapeuta e vedrà che facendo un lavoro introspettivo riuscirà a gestire meglio i sintomi (nel tempo ovviamente). Ricordiamoci che i sintomi ci "servono", arrivano per proteggerci (sicuramente in modo disfunzionale) da altro che forse ci potrebbe ferire ulteriormente. Buon viaggio nella psicoterapia. In bocca al lupo!
Gent.mo,
Capisco molto bene, quello che descrive sembra effettivamente essere legato a un forte stato di ansia, che può manifestarsi anche con sintomi fisici molto intensi, come palpitazioni, mancanza d'aria e sensazione di debolezza. Il fatto che le sue analisi cardiologiche siano state nella norma è un buon segno, e conferma che dal punto di vista fisico non ci sono problemi rilevanti. La mente e il corpo sono strettamente connessi, e spesso l’ansia può scatenare reazioni fisiche molto forti. Se il suo psicologo ha già parlato di "cardiofobia", significa che il suo corpo sta rispondendo con una sorta di "allerta" a situazioni che percepisce come minacciose, anche se non lo sono. Continuando il percorso con il suo terapeuta, potrà imparare a gestire meglio queste sensazioni e a ridurre la paura. Con il supporto giusto, è possibile superarlo.
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
Capisco molto bene, quello che descrive sembra effettivamente essere legato a un forte stato di ansia, che può manifestarsi anche con sintomi fisici molto intensi, come palpitazioni, mancanza d'aria e sensazione di debolezza. Il fatto che le sue analisi cardiologiche siano state nella norma è un buon segno, e conferma che dal punto di vista fisico non ci sono problemi rilevanti. La mente e il corpo sono strettamente connessi, e spesso l’ansia può scatenare reazioni fisiche molto forti. Se il suo psicologo ha già parlato di "cardiofobia", significa che il suo corpo sta rispondendo con una sorta di "allerta" a situazioni che percepisce come minacciose, anche se non lo sono. Continuando il percorso con il suo terapeuta, potrà imparare a gestire meglio queste sensazioni e a ridurre la paura. Con il supporto giusto, è possibile superarlo.
Un caro saluto,
Dr. Giorgio De Giorgi
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente di mio dottore, le manifestazioni di cui parla sono l'espressione di un disturbo ansioso. I disturbi d' ansia possono essere trattati con successo attraverso l' ausilio congiunto della farmacoterapia e della psicoterapia. Affianchi alla psicoterapia anche un trattamento farmacologico, parlandone ovviamente prima con il suo psicoterapeuta, vedrà che riuscirà ad uscire dalla morsa dei suoi sintomi. Cordiali Saluti Dott. Diego Ferrara
Salve gentile Utente, capisco quanto possa essere difficile convivere con questi sintomi, soprattutto quando si manifestano in modo così intenso e limitante. È importante innanzitutto riconoscere che sta già facendo dei passi nella direzione giusta, rivolgendosi a uno psicologo e indagando le cause di questo disagio. La "cardiofobia" è una condizione che spesso si associa a un circolo vizioso: l'ansia genera sintomi fisici come palpitazioni, affanno e debolezza, e questi sintomi a loro volta alimentano la paura che ci sia qualcosa di grave, intensificando ulteriormente l'ansia.
Il fatto che abbia già effettuato visite cardiologiche e analisi con esiti nella norma è un elemento molto rassicurante. Questo permette di concentrare l'attenzione sul lavoro psicologico, che sarà fondamentale per affrontare e ridurre i sintomi che sta vivendo. L'ansia, infatti, può avere un impatto significativo sul corpo, causando sensazioni come mancanza d'aria, battito accelerato, debolezza muscolare e una percezione alterata del proprio stato fisico. Questi sintomi non indicano necessariamente un problema fisico sottostante, ma sono il risultato del sistema nervoso attivato in risposta a uno stato di allarme.
Il fatto che in casa i sintomi si attenuino potrebbe indicare che associa l'ambiente domestico a un luogo di sicurezza e controllo, mentre fuori casa emergono pensieri e paure che innescano il disagio. Questa dinamica è tipica nei disturbi legati all'ansia, come il panico o le fobie, e con il tempo e il giusto approccio terapeutico può essere affrontata con successo.
Le consiglio di continuare a lavorare con il suo psicologo su tecniche di rilassamento e gestione dell'ansia. Strategie come la respirazione diaframmatica, la mindfulness o esercizi di grounding possono aiutarla a gestire i sintomi acuti. Inoltre, un passo importante sarà affrontare gradualmente le situazioni che attivano l'ansia, in modo da ridurre l'associazione tra l'uscire di casa e il disagio fisico.
Se i sintomi dovessero persistere o diventare invalidanti, potrebbe anche valutare, in accordo con il suo medico, un supporto farmacologico temporaneo per gestire l'ansia più intensa. Ricordi, però, che il fulcro del lavoro è continuare a comprendere e trasformare le dinamiche mentali che alimentano la paura.
La sua domanda, più che lunga, riflette un desiderio legittimo di comprensione e chiarezza, ed è un passo prezioso per tornare a sentirsi in controllo della propria vita. Abbia fiducia nel processo terapeutico e, soprattutto, in se stesso: il miglioramento è possibile, anche se richiede pazienza e costanza.
Dott. Luca Vocino
Il fatto che abbia già effettuato visite cardiologiche e analisi con esiti nella norma è un elemento molto rassicurante. Questo permette di concentrare l'attenzione sul lavoro psicologico, che sarà fondamentale per affrontare e ridurre i sintomi che sta vivendo. L'ansia, infatti, può avere un impatto significativo sul corpo, causando sensazioni come mancanza d'aria, battito accelerato, debolezza muscolare e una percezione alterata del proprio stato fisico. Questi sintomi non indicano necessariamente un problema fisico sottostante, ma sono il risultato del sistema nervoso attivato in risposta a uno stato di allarme.
Il fatto che in casa i sintomi si attenuino potrebbe indicare che associa l'ambiente domestico a un luogo di sicurezza e controllo, mentre fuori casa emergono pensieri e paure che innescano il disagio. Questa dinamica è tipica nei disturbi legati all'ansia, come il panico o le fobie, e con il tempo e il giusto approccio terapeutico può essere affrontata con successo.
Le consiglio di continuare a lavorare con il suo psicologo su tecniche di rilassamento e gestione dell'ansia. Strategie come la respirazione diaframmatica, la mindfulness o esercizi di grounding possono aiutarla a gestire i sintomi acuti. Inoltre, un passo importante sarà affrontare gradualmente le situazioni che attivano l'ansia, in modo da ridurre l'associazione tra l'uscire di casa e il disagio fisico.
Se i sintomi dovessero persistere o diventare invalidanti, potrebbe anche valutare, in accordo con il suo medico, un supporto farmacologico temporaneo per gestire l'ansia più intensa. Ricordi, però, che il fulcro del lavoro è continuare a comprendere e trasformare le dinamiche mentali che alimentano la paura.
La sua domanda, più che lunga, riflette un desiderio legittimo di comprensione e chiarezza, ed è un passo prezioso per tornare a sentirsi in controllo della propria vita. Abbia fiducia nel processo terapeutico e, soprattutto, in se stesso: il miglioramento è possibile, anche se richiede pazienza e costanza.
Dott. Luca Vocino
Salve, grazie per aver condiviso la sua esperienza, che comprendo possa essere molto difficile da vivere. È evidente che si trovi in un momento di grande disagio, e il fatto che abbia già intrapreso un percorso con uno psicologo è un passo molto importante per affrontare ciò che sta accadendo. Da quello che racconta, i sintomi che sta vivendo sembrano legati a un livello elevato di ansia e alla condizione che il suo psicologo ha definito come "cardiofobia". Questa è una forma di ansia focalizzata sulla salute del cuore, in cui ogni segnale del corpo, come palpitazioni, affanno o sensazione di debolezza, viene interpretato come qualcosa di pericoloso, anche quando le visite mediche confermano che il cuore è sano. Questa condizione può essere estremamente impattante perché il corpo e la mente iniziano a rinforzare un circolo vizioso: l'ansia intensifica i sintomi fisici, e questi sintomi, a loro volta, alimentano l'ansia. Il fatto che in casa si senta meglio mentre fuori percepisce un peggioramento dei sintomi è un indizio molto utile. Probabilmente, casa rappresenta per lei un luogo sicuro, dove si sente protetta e dove i livelli di stress sono più bassi. Quando esce, invece, l'ansia aumenta e il suo corpo entra in uno stato di allerta, generando quei sintomi di cui parla: battiti accelerati, mancanza d’aria, affaticamento. Questo non significa che ci sia qualcosa di "sbagliato" nel suo corpo, ma piuttosto che il sistema nervoso sta reagendo come se fosse in presenza di un pericolo, anche quando in realtà non ce n'è uno reale. È importante ricordare che l'ansia può davvero essere molto potente e influire sul corpo in modi che sembrano fisicamente debilitanti. Ad esempio, quando il nostro corpo è sotto stress, il sistema nervoso simpatico si attiva e può causare i sintomi che descrive: aumento della frequenza cardiaca, respiro più veloce o superficiale, debolezza muscolare. Ma questi sintomi, per quanto fastidiosi e spaventosi, non sono segno di un problema fisico grave, come hanno confermato le sue analisi e le visite cardiologiche. Nel percorso cognitivo-comportamentale, un obiettivo è aiutarla a riconoscere e spezzare questo circolo vizioso. Si lavora su due livelli: Il primo riguarda i pensieri. È possibile che, di fronte a un sintomo come un'accelerazione del battito, la sua mente interpreti immediatamente questo segnale come qualcosa di pericoloso, generando paura. Imparare a riconoscere e mettere in discussione questi pensieri catastrofici può essere un passo importante. Ad esempio, potrebbe chiedersi: "Sto confondendo una sensazione temporanea con un pericolo reale? Cosa mi dicono le evidenze, come i risultati delle visite mediche?" Il secondo riguarda il corpo. L’ansia spesso si alimenta della nostra attenzione e dei comportamenti che mettiamo in atto per cercare di evitare il disagio. Ad esempio, rimanere sul divano per paura di svenire potrebbe, a lungo termine, mantenere il problema, perché il corpo non ha modo di "disabituarsi" alla paura di alzarsi. Iniziare a fare piccoli passi, graduali e sostenibili, per muoversi di più e affrontare situazioni che attivano l'ansia può essere utile. Anche tecniche di rilassamento, come esercizi di respirazione profonda o di rilassamento muscolare progressivo, potrebbero aiutarla a calmare il corpo nei momenti di maggiore tensione. Le sue preoccupazioni sono comprensibili, e non c’è nulla di sbagliato nel desiderare una rassicurazione in questo momento. Tuttavia, le confermo che ciò che sta vivendo è coerente con uno stato d’ansia e non con un problema fisico serio, considerando che i controlli medici non hanno rilevato anomalie. Il fatto che ne stia già parlando con uno specialista dimostra il suo impegno nel voler stare meglio, e questo è un segnale molto positivo. Se lo desidera, possiamo approfondire qualche tecnica pratica da integrare al suo lavoro con lo psicologo. Lei non è sola in questo percorso, e con il tempo, imparando a gestire i sintomi e le paure che li accompagnano, potrà tornare a sentirsi più libera e serena. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Dalle sue parole emerge un forte disagio legato all'ansia e ai sintomi fisici che sta sperimentando. È positivo che lei abbia già effettuato controlli medici approfonditi, i cui risultati nella norma offrono rassicurazione sulla sua salute fisica.
Il fatto che questi sintomi si attenuano in casa e si intensificano fuori è un segnale tipico di come l'ansia possa influenzare il corpo, legandosi a una percezione di sicurezza o debolezza nei diversi contesti. Anche la paura di svenire e l'evitamento delle attività fisiche potrebbero rinforzare il circolo vizioso dell'ansia, amplificando il disagio.
Il lavoro che sta già facendo con il suo psicologo sarà cruciale per aiutarla a riconoscere e gestire questi meccanismi. Le consiglio di continuare a collaborare con il professionista, esprimendo apertamente le sue preoccupazioni ei suoi sintomi. Con il tempo e il giusto supporto, potrai trovare strategie efficaci per superare questa fase e ritrovare una maggiore serenità. Un caro saluto.
Il fatto che questi sintomi si attenuano in casa e si intensificano fuori è un segnale tipico di come l'ansia possa influenzare il corpo, legandosi a una percezione di sicurezza o debolezza nei diversi contesti. Anche la paura di svenire e l'evitamento delle attività fisiche potrebbero rinforzare il circolo vizioso dell'ansia, amplificando il disagio.
Il lavoro che sta già facendo con il suo psicologo sarà cruciale per aiutarla a riconoscere e gestire questi meccanismi. Le consiglio di continuare a collaborare con il professionista, esprimendo apertamente le sue preoccupazioni ei suoi sintomi. Con il tempo e il giusto supporto, potrai trovare strategie efficaci per superare questa fase e ritrovare una maggiore serenità. Un caro saluto.
Buonasera, se ha fatto tutti gli accertamenti, molto probabilmente si tratta di sintomi psicogeni. Non si può, ovviamente, fare una valutazione in questa sede, ma i sintomi che lei descrive e che scompaiono all'interno della "sicurezza delle mura domestiche", mi fanno pensare ad un probabile disturbo ansioso. Le suggerisco di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per una valutazione del caso.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
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