Salve, Da quasi 4 mesi mi sono chiusa in casa, non avevo un vero e proprio stato depressivo ma da u

15 risposte
Salve,
Da quasi 4 mesi mi sono chiusa in casa, non avevo un vero e proprio stato depressivo ma da una parte la paura di mettermi in gioco con un nuovo lavoro che difatti non stavo neanche cercando (attualmente sono disoccupata e percepisco la naspi) dall'altra per evitare un ragazzo di cui non sono innamorata ma che dopo pochissimo tempo già parlava di convivenza matrimonio etc.
Mi chiedo se in tal senso si possa parlare di simulazione della depressione data dal fatto che non ho i sintomi della depressione (rabbia pianto dormire tutto il giorno etc) ma apatia rifiuto isolamento volontario e fuga dalla realtà .
Aggiungo che seguo una terapia farmacologica.
Salve, Mi spiace molto per la situazione che descrive perché posso comprendere il disagio connesso. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico da affiancare alla terapia farmacologica già in atto Al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare Quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendole il benessere desiderato. Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico Connesso con la genesi della Sofferenza in atto. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL

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Buongiorno, sarebbe utile fare luce sui sentimenti che riporta, per capire con maggiore chiarezza che momento sta passando.
La depressione o l'apatia possono essere indice di qualcosa che va avanti da tempo e che degenera nella perdita di energia.
Un caro saluto
Gentilissima,
grazie per aver qui condiviso
Sicuramente, isolarsi per 4 mesi è un dato importante: forse è il caso di parlarne anche con i servizi sociali della sua zona
Ci tenga aggiornati, un cordiale saluto
Dr Eliana Nola
Gentile utente, grazie per la sua condivisione. Sicuramente una chiusura di 4 mesi mi sembra abbastanza significativa che andrebbe indagata per capirne le cause. Insieme ad un trattamento farmacologico sarebbe opportuno anche un colloquio psicologico per parlare della sua chiusura.
Cordiali saluti
Dott Paolo Lippi
buongiorno!
è interessante che lei parli di simulazione di una psicopatologia, in quanto ciò, presuppone una conoscenza totale di ciò che si vuol simulare. Mi chiedo e le chiedo se la paura di cui lei parla sia paura di un possibile fallimento. Ciò che in questi casi può rivelarsi molto utile è stabilire una solida alleanza terapeutica, per riuscire ad approfondire, attraverso l'utilizzo di accurate tecniche (EMDR) le ragioni dell'isolamento emotivo, forse di origine traumatica, per riuscire così a ritrovare fiducia in sè e raggiungere uno stato di benessere psicologico.
Cordialmente Dott.ssa E. Mura
Buongiorno, i dati che ha riportato sono un po' pochi per poter capire bene la situazione; comprendo però una paura di fondo e altri sentimenti ed emozioni non ben chiari e definibili al momento attuale. Le consiglierei di continuare la terapia farmacologica e il percorso con il suo medico e di aggiungere anche una terapia di tipo psicologico per esplorare al meglio ciò che ha riportato e le crea dubbi e timori.

A disposizione
Dott.ssa Manuela Lai
Gentile paziente, il termine depressione è sicuramente il più usato e abusato degli ultimi vent’anni, poiché attraverso di esso si indica una serie di differenti stati dell’umore di una persona. Lei si trova ad affrontare una situazione particolarmente stressante e dolorosa al quale reagisce manifestando sintomi quali: apatia (non avere voglia di fare niente) ritiro dalla vita sociale incapacità di provare piacere Questi sintomi sono naturali reazioni a eventi e situazioni problematiche. Attraverso la ricerca intervento svolta al Centro di Terapia Strategica di Arezzo, si è arrivati ad individuare come la depressione sia quasi sempre secondaria e conseguente ad un evento traumatico (per esempio ad un lutto o ad una separazione o ad un altro tipo di patologia). E’ facile che la persona affetta, ad esempio, da un disturbo d'ansia molto invalidante possa arrivare a sviluppare un senso di difficoltà e di incapacità tali da assumere le forme di una vera e propria depressione grave; d’altro canto l’incapacità a costruire delle buone relazioni interpersonali, a interagire adeguatamente con l’ambiente esterno porta inevitabilmente a chiudersi. Nello specifico gli atteggiamenti che caratterizzano lo stato depressivo sono: la rinuncia. Quando qualcosa ci colpisce e ci ferisce, ponendoci di fronte alla realtà di non poterci fare nulla, è facile gettare le armi. Se il nemico è troppo forte, arrendersi sembra la soluzione più ovvia. L’attenzione è rivolta solo a ciò che non va. Come risultato della sensazione di impotenza, ci convinciamo che non sappiamo reagire. Ed è una profezia che inevitabilmente si avvera. Rinunciare diventa allora la prova concreta dell’impotenza. Si constata che il mondo è meraviglioso per gli altri o è talmente “marcio” da voler chiamarsi fuori da esso. Il problema è che spesso per una battaglia persa decidiamo di rinunciare a tutta la guerra. Oppure, quando in quella guerra è stata sancita la nostra sconfitta, ci arrendiamo alla vita intera. la delega delle responsabilità ad altri, il far fare agli altri. Ovvio che gli altri, dato che ci vogliono bene, sono pronti a fare per noi anche le piccole cose. Ma ogni qual volta si sostituiscono a noi è come se ci confermassero che noi non siamo in grado. Ciò non fa altro che consolidare la credenza di essere incapaci, alimentando uno stato di frustrazione e depressione. il vittimismo, ossia il lamentarsi con tutti coloro che ci stanno intorno. Uno degli scopi della lamentela è quello di avvicinare le cure e le attenzioni degli altri. Ma c’è un limite di sopportazione. Non possiamo pretendere che ascoltino le nostre lamentele per lungo tempo: alzeranno delle difese protettive. E più forte strilleremo, più alte si faranno le loro difese. E noi ci sentiremo ancora più soli e incapaci. Attualmente Lei è isolata da 4 mesi, un dato importante, sarebbe utile come già menzionato dai colleghi un percorso psicologico per individuare li disagi di fondo che portano alla Sua rinuncia, e guidarla a recuperare tutti gli aspetti importanti della vita. Si è sconfitti solo quando ci si arrende! A disposizione, Saluti
Gentilissima, grazie per la condivisione. Credo che data la difficoltà che sta vivendo, in unione con la terapia farmacologica, potrebbe esserle d'aiuto intraprendere dei colloqui di terapia, in modo da esplorare e comprendere a fondo quelle che sono le motivazioni sottostanti la sua sofferenza.
Resto a disposizione!
AV
Buongiorno, Capisco che tu stia attraversando un periodo difficile e che si stia interrogando sulla tua situazione. Vorrei iniziare dicendole che la sua esperienza è comune a molte persone che si trovano ad affrontare situazioni complesse e stressanti, come la perdita del lavoro e l'incertezza per il futuro.

Per quanto riguarda la sua domanda sulla simulazione della depressione, è importante ricordare che la depressione non si manifesta sempre con gli stessi sintomi in tutte le persone e che non è sempre facile riconoscerla. L'apatia, il rifiuto, l'isolamento e la fuga dalla realtà sono sintomi che possono essere presenti anche nella depressione, ma non sono necessariamente gli unici.

La terapia farmacologica, prescritta da uno specialista, può essere un supporto importante per alleviare alcuni dei sintomi della depressione e per migliorare il suo stato di salute generale. Tuttavia, le consiglio di parlare con un professionista della salute mentale per valutare la sua situazione specifica e per trovare le strategie più adeguate per affrontare le sue difficoltà. Resto a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Nicoletta Pinna

Un professionista esperto può aiutarti a fare chiarezza sulla tua situazione e a individuare le giuste soluzioni per te. Ti invito quindi a prenderti cura di te e a cercare il supporto che ti serve per superare questo periodo.
Gentilissima, grazie per averci contattato. Le consiglierei di intraprendere un percorso psicoterapeutico per superare questo periodo in cui fatica a gestire le aree del lavoro e delle relazioni affettive, al di là che si tratti di una depressione o meno, questione che potrà chiarire proprio grazie al supporto di un professionista. Il supporto farmacologico può aiutare ma non è sufficiente da solo per risolvere le sue attuali difficoltà. Resto a disposizione per ulteriori necessità, le auguro di ritrovare la serenità al più presto, un caro saluto.
Buongiorno, penso che oltre alla terapia farmacologica, la quale sicuramente può rappresentare una buona stampella, potrebbe esserle di grande aiuto una psicoterapia, per ragionare sulle cause e sulle motivazione che la hanno portata a questi vissuti di apatia e di isolamento.
Qualora volesse, resto a disposizione.
Un saluto,
Dott. Alessandro D'Agostini
Salve, indubbiamente l'isolamento sociale così lungo è sintomo di qualcosa di importante. Le consiglio di contattare uno psicologo per affrontare e risolvere la cosa al fine di riacquistare una vita serena . Non esiti, lo merita. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Salve, sarebbe importante per lei poter affiancare un percorso di terapia al trattamento farmacologico, non sappiamo se sia o meno depressione ma sicuramente in questo momento lei sente di essere bloccata in una situazione che le genera del malessere e che limita lo svolgimento delle sue mansioni abituali.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Flaminia Iafolla
Buongiorno, i suoi dubbi sono legittimi. Una psicoterapia è consigliata perché, se da una parte "guarisce" gli stati d'animo che non la fanno stare bene, dall'altro "educa" alla consapevolezza e alla conoscenza di sé. La conseguenza di questa "educazione" è che poi lei è in grado di fronteggiare tutto ciò che la vita ci riserva quotidianamente, in modo adeguato. Se non trova riscontro con lo psicoterapeuta che sta frequentando o dovesse frequentare, conviene cambiare. Ognuno ha un suo metodo di lavoro e non è detto che quel metodo vada bene per lei.
Ovviamente non entro nel merito della terapia farmacologica.
A disposizione per qualsiasi chiarimento, la saluto cordialmente.
dr.ssa Elena Santomartino, psicologa psicoterapeuta
Salve, lei parla di uno stato di ritiro e isolamento, quindi, aldila' se si tratti di depressione o meno, sarebbe importante per lei capirne le ragioni più profonde. La terapia farmacologica aiuta, ma quella psicologica è necessaria per sbloccarsi e riprendere la sua vita. Cari saluti

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