Salve,chiedo se è normale litigare col proprio terapeuta,lui a volte è superficiale con me e tende a
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Salve,chiedo se è normale litigare col proprio terapeuta,lui a volte è superficiale con me e tende a minimizzare i miei disagi,non è affettuoso o non mi supporta come vorrei ma anzi mi sento a tratti giudicato con certe sue parole, allora gli ho mandato un messaggio dove dico in modo acceso quello che penso e lui si è offeso e dice di essersi sentito sotterrato dalle mie parole e continua su questa strada di rancore nonostante io gli avessi chiesto scusa e di andare avanti.Gli avevo persino detto di non continuare con lui la terapia perché non è in grado di curarmi ma poi ho cambiato idea.Io se ho detto quelle parole ,era solo per rabbia e frustrazione ma non volevo offendere perché sono una persona buona e sensibile,come faccio a riacquistare la sua stima e fiducia,ho sbagliato?
Salve, direi che piuttosto finalmente è cambiato qualcosa in questa terapia.
Se sarà possibile non allontani quello che è successo dalla sua mente.
Ne parli invece con il suo terapeuta, aprendo così un confronto sano e maturo.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Se sarà possibile non allontani quello che è successo dalla sua mente.
Ne parli invece con il suo terapeuta, aprendo così un confronto sano e maturo.
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Buongiorno, è molto difficile rispondere ad una domanda come questa perché qualsiasi risposta rischierebbe di essere superficiale o presuntuosa. Non credo che la quantità di informazioni sia sufficiente per esprimersi sull'operato del suo terapeuta. Le consiglio caldamente di continuare a lavorare su questo problema relazionale e di valutare con il suo terapeuta i pro e i contro di un'interruzione del percorso o un invio ad altro professionista.
Buongiorno, le emozioni che ha espresso sono valide e possono riflettere il suo desiderio di essere ascoltata e compresa. È importante ricordare che la relazione terapeutica è un processo complesso e può includere momenti di tensione. La comunicazione aperta è fondamentale, quindi continui a esprimere i suoi sentimenti e preoccupazioni in modo onesto provando ad esplorare insieme questi sentimenti durante le prossime sedute. Ricordi che la terapia è un processo e che i conflitti possono anche portare a una crescita personale e relazionale significativa.
Gentile utente, senza entrare nel contenuto del conflitto resterei più sul fattore relazionale. Lei ed il suo terapeuta per quanto siate in un rapporto di ruoli distinti, siete comunque due persone. Ciò che è accaduto potrebbe aprire importanti spunti di riflessione su di lei. Provi a riparlarne con il suo terapeuta, per esplorare insieme a lui cosa è successo. Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo
Buongiorno. È comprensibile sentirsi frustrati durante un percorso terapeutico, soprattutto quando si percepisce che il terapeuta non sta rispondendo alle proprie esigenze emotive. I conflitti in terapia non sono necessariamente un segno che la relazione terapeutica sia destinata a fallire, anzi, possono essere occasioni per lavorare sulle dinamiche interne che emergono anche in altri contesti della vita.
Nel suo caso, sembra che ci sia stata una rottura nella comunicazione. Il fatto che abbia espresso la sua frustrazione è importante, ma forse il modo in cui l’ha fatto ha generato una reazione negativa nel terapeuta. Anche se ha chiesto scusa, è altrettanto fondamentale che il terapeuta abbia l'opportunità di elaborare le sue emozioni e di parlare insieme a lei di ciò che è accaduto, per poter ricostruire un dialogo autentico.
Ecco alcuni suggerimenti per gestire la situazione:
Affrontare il conflitto in terapia: La terapia è il luogo giusto per discutere di questi sentimenti e tensioni. Portare alla luce ciò che è accaduto, spiegando sinceramente le ragioni della sua rabbia e frustrazione, potrebbe aiutarla a capire meglio se stessa e la relazione terapeutica.
Essere aperti al confronto: Riconoscere i propri sentimenti di rabbia e spiegare come e perché sono emersi, senza cercare di nasconderli, potrebbe creare uno spazio per una conversazione sincera con il terapeuta. Anche lui dovrebbe essere in grado di accogliere queste difficoltà come parte del processo.
Lavorare sul perdono reciproco: Entrambi siete esseri umani e, in quanto tale, il terapeuta dovrebbe essere disposto a lavorare su questa difficoltà insieme a lei, senza rancore, ma con l'intenzione di migliorare la relazione terapeutica.
Se la situazione continua a non migliorare e si sente ancora incompreso, potrebbe essere utile considerare un altro terapeuta, ma prima provi a lavorare su questo episodio come parte del percorso.
Il punto chiave è che, anche se ha avuto un momento di rabbia, non ha sbagliato nel sentire o esprimere i suoi sentimenti.
Ora, però, può essere un'opportunità per riflettere e affrontare questi conflitti in modo costruttivo.
d.ssa Raileanu
Nel suo caso, sembra che ci sia stata una rottura nella comunicazione. Il fatto che abbia espresso la sua frustrazione è importante, ma forse il modo in cui l’ha fatto ha generato una reazione negativa nel terapeuta. Anche se ha chiesto scusa, è altrettanto fondamentale che il terapeuta abbia l'opportunità di elaborare le sue emozioni e di parlare insieme a lei di ciò che è accaduto, per poter ricostruire un dialogo autentico.
Ecco alcuni suggerimenti per gestire la situazione:
Affrontare il conflitto in terapia: La terapia è il luogo giusto per discutere di questi sentimenti e tensioni. Portare alla luce ciò che è accaduto, spiegando sinceramente le ragioni della sua rabbia e frustrazione, potrebbe aiutarla a capire meglio se stessa e la relazione terapeutica.
Essere aperti al confronto: Riconoscere i propri sentimenti di rabbia e spiegare come e perché sono emersi, senza cercare di nasconderli, potrebbe creare uno spazio per una conversazione sincera con il terapeuta. Anche lui dovrebbe essere in grado di accogliere queste difficoltà come parte del processo.
Lavorare sul perdono reciproco: Entrambi siete esseri umani e, in quanto tale, il terapeuta dovrebbe essere disposto a lavorare su questa difficoltà insieme a lei, senza rancore, ma con l'intenzione di migliorare la relazione terapeutica.
Se la situazione continua a non migliorare e si sente ancora incompreso, potrebbe essere utile considerare un altro terapeuta, ma prima provi a lavorare su questo episodio come parte del percorso.
Il punto chiave è che, anche se ha avuto un momento di rabbia, non ha sbagliato nel sentire o esprimere i suoi sentimenti.
Ora, però, può essere un'opportunità per riflettere e affrontare questi conflitti in modo costruttivo.
d.ssa Raileanu
Gentile utente,
sicuramente non è semplice fornire una risposta alla sua domanda. La relazione terapeutica è un processo complesso e come tutte le relazioni è fatta dall'alternanza di alti e bassi, da momenti estremamente costruttivi e momenti di difficoltà. Oltretutto la dinamica della relazione può fornire spunti significativi che possono essere approfonditi e segnare delle importanti svolte nel processo di miglioramento. Cambiare professionista è sempre possibile ma è sicuramente utile un confronto sereno e costruttivo con lui prima di prendere una decisione. Su queste basi sarà il professionista stesso a fornire il consiglio migliore.
Dott. Marco Albertoni
sicuramente non è semplice fornire una risposta alla sua domanda. La relazione terapeutica è un processo complesso e come tutte le relazioni è fatta dall'alternanza di alti e bassi, da momenti estremamente costruttivi e momenti di difficoltà. Oltretutto la dinamica della relazione può fornire spunti significativi che possono essere approfonditi e segnare delle importanti svolte nel processo di miglioramento. Cambiare professionista è sempre possibile ma è sicuramente utile un confronto sereno e costruttivo con lui prima di prendere una decisione. Su queste basi sarà il professionista stesso a fornire il consiglio migliore.
Dott. Marco Albertoni
Gentile utente, la sua esperienza è molto comune e comprensibile nel contesto di una relazione terapeutica. È normale avere momenti di conflitto o disaccordo con il proprio terapeuta, soprattutto quando ci si sente vulnerabili e si affrontano temi delicati. Le emozioni che ha espresso, come rabbia e frustrazione, sono parte integrante del processo di esplorazione di se e possono emergere in diverse forme durante il percorso terapeutico. È importante riconoscere che il modo in cui ci si sente nei confronti del terapeuta può riflettere non solo la dinamica della relazione attuale, ma anche esperienze passate e modelli di interazione che possono influenzare il modo in cui ci si relaziona con gli altri. La comunicazione aperta e onesta è fondamentale in una relazione terapeutica, e il fatto che lei abbia espresso i suoi sentimenti, anche se in modo acceso, è un passo verso la comprensione reciproca. Per quanto riguarda il suo desiderio di riacquistare la stima e la fiducia del suo terapeuta, potrebbe essere utile riflettere su come desidera procedere. Potrebbe considerare di chiedere un confronto diretto con lui, in un contesto in cui possa esprimere ciò che ha vissuto e come si è sentita. Condividere la sua vulnerabilità e il desiderio di lavorare insieme per superare questo momento può aiutarlo a comprendere le sue intenzioni e a ripristinare un clima di fiducia. Inoltre, è importante ricordare che nessuno è perfetto, e anche i terapeuti possono avere reazioni emotive. La sua volontà di scusarsi e di continuare la terapia dimostra un impegno verso il suo percorso di crescita personale, il che è un elemento positivo. La invito a prendersi del tempo per riflettere su ciò che desidera veramente da questa relazione terapeutica e su come può esprimere le sue esigenze in modo costruttivo. La comunicazione è un processo, e affrontare le difficoltà può portare a una maggiore comprensione e a una relazione più profonda. Le auguro di trovare una via per esprimere i suoi sentimenti e di continuare il suo percorso con maggiore chiarezza e supporto. Cordialmente, Dott.ssa Marina Tadic
Buongiorno. È davvero impossibile entrare nel merito del rapporto clinico che riferisce. Tuttavia, nel corso di un lavoro psicoterapeutico è possibile sperimentare sentimenti di ostilità o rifiuto verso il terapeuta o verso la psicoterapia nel suo complesso. Come per qualunque altro sentimento ed esperienza, anche l’ostilità è oggetto di analisi e può aiutare a capire come e perché si sia verificata, promuovendo una migliore comprensione di sé nel rapporto con le persone. Naturalmente, perché ciò avvenga occorre che la funzione terapeutica possa sopravvivere a simili turbolenze. SG
Buongiorno, rispondere a questo quesito non è semplice. Ma capita spesso che durante una terapia si possa mettere in discussione il tipo di relazione costruita o la motivazione a proseguire il percorso. La chiave è confrontarsi con il proprio terapeuta riguardo a questi vissuti in modo sincero ed educato.
Questi confronti, se gestiti in modo costruttivo, rafforzano il legame terapeutico, agevolano la reciproca conoscenza e forniscono elementi aggiuntivi utili al trattamento.
Un saluto
Veronica Vanerio
Questi confronti, se gestiti in modo costruttivo, rafforzano il legame terapeutico, agevolano la reciproca conoscenza e forniscono elementi aggiuntivi utili al trattamento.
Un saluto
Veronica Vanerio
Salve, comunque sia andata, questo è un evento che dà una direzione alla terapia. Ne parli con il suo terapeuta, favorisca un dialogo costruttivo.
E' un'opportunità per far emergere aspetti importanti del suo carattere ed avviare una comprensione e una consapevolezza maggiori. Cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
E' un'opportunità per far emergere aspetti importanti del suo carattere ed avviare una comprensione e una consapevolezza maggiori. Cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
È comprensibile che tu stia vivendo sentimenti di frustrazione e rabbia nel contesto della tua terapia. È normale che nella relazione terapeutica emergano emozioni intense, e talvolta possono verificarsi conflitti o incomprensioni con il terapeuta.
Il fatto che tu percepisca il tuo terapeuta come superficiale o giudicante potrebbe indicare dinamiche relazionali profonde che meritano di essere esplorate insieme. Queste sensazioni possono offrire importanti spunti per il lavoro terapeutico, aiutandoti a comprendere meglio te stesso e i tuoi schemi di relazione.
È importante che tu condivida apertamente con il tuo terapeuta come ti senti, inclusi i tuoi sentimenti di rabbia e frustrazione. La terapia è uno spazio sicuro dove esprimere queste emozioni può portare a una maggiore comprensione reciproca e a rafforzare l'alleanza terapeutica.
Per quanto riguarda il tuo desiderio di riacquistare la sua stima e fiducia, potrebbe essere utile affrontare direttamente la questione in seduta, riconoscendo le tue emozioni e ascoltando anche la sua prospettiva. La riparazione di una rottura nella relazione terapeutica può essere un momento cruciale per il tuo percorso di crescita personale.
Non sentirti in colpa per aver espresso i tuoi sentimenti; l'importante è utilizzare questa esperienza come opportunità per approfondire il lavoro su te stesso e migliorare la comunicazione con il tuo terapeuta.
Il fatto che tu percepisca il tuo terapeuta come superficiale o giudicante potrebbe indicare dinamiche relazionali profonde che meritano di essere esplorate insieme. Queste sensazioni possono offrire importanti spunti per il lavoro terapeutico, aiutandoti a comprendere meglio te stesso e i tuoi schemi di relazione.
È importante che tu condivida apertamente con il tuo terapeuta come ti senti, inclusi i tuoi sentimenti di rabbia e frustrazione. La terapia è uno spazio sicuro dove esprimere queste emozioni può portare a una maggiore comprensione reciproca e a rafforzare l'alleanza terapeutica.
Per quanto riguarda il tuo desiderio di riacquistare la sua stima e fiducia, potrebbe essere utile affrontare direttamente la questione in seduta, riconoscendo le tue emozioni e ascoltando anche la sua prospettiva. La riparazione di una rottura nella relazione terapeutica può essere un momento cruciale per il tuo percorso di crescita personale.
Non sentirti in colpa per aver espresso i tuoi sentimenti; l'importante è utilizzare questa esperienza come opportunità per approfondire il lavoro su te stesso e migliorare la comunicazione con il tuo terapeuta.
Gentile utente, la costruzione e lo sviluppo dell'alleanza terapeutica è un processo complesso e delicato e, come ogni altra relazione, vede dei fisiologici momenti di crisi. La invito a dare spazio a questi sentimenti di rabbia e frustrazione nella stanza di terapia, poiché potrebbero essere una svolta nel vostro rapporto terapeutico. Provare tali emozioni non la rende una persona cattiva e insensibile, la rende un essere umano con dei bisogni e delle aspettative. Se lei si sente poco accolta, non sostenuta e talvolta giudicata dal suo terapeuta, ha la libertà (e la responsabilità) di portare autenticamente queste percezioni in seduta. Resto a sua disposizione. Un caro saluto! Dott.ssa Federica Bertucci
È comprensibile che lei si senta confuso e frustrato riguardo a quanto accaduto con il suo terapeuta. I conflitti nella relazione terapeutica, come in qualsiasi altra relazione significativa, possono diventare momenti importanti per esplorare dinamiche profonde e lavorare su temi relazionali cruciali.
Ciò che sta vivendo può divenire un'opportunità per comprendere meglio in che modo gestire le dinamiche relazionali specialmente nei momenti di difficoltà o di frustrazione. Il modo in cui hai espresso la sua rabbia può dirci qualcosa su come vive e gestisce i sentimenti di insoddisfazione o delusione. La rabbia, spesso, è una reazione a bisogni insoddisfatti o al sentirsi non visti, e potrebbe essere utile approfondire cosa c’è dietro questa sua emozione.
Detto questo, è importante ricordare che il terapeuta è un essere umano e, come tale, può essere toccato dalle parole e dalle interazioni che si verificano durante il percorso terapeutico. Se il terapeuta ha espresso di essersi sentito "sotterrato" dalle sue parole, questo potrebbe essere uno spunto di riflessione sulla comunicazione e su come affrontare la rabbia in modo che non comprometta la relazione stessa.
Hai già fatto un passo importante chiedendo scusa e riconoscendo di aver agito per rabbia e frustrazione. Questo gesto di apertura e vulnerabilità è fondamentale per ricostruire la fiducia. Tuttavia, è altrettanto importante "concedersi" di esplorare ciò che lo ha indotto a reagire in quel modo e come questa dinamica possa ripresentarsi in altre relazioni della sua vita.
Il suo desiderio di "riacquistare la sua stima e fiducia" è un segnale che attribuisci valore alla relazione terapeutica, ma potrebbe essere utile discutere apertamente con il suo terapeuta di come entrambi avete vissuto questo momento. La terapia è uno spazio sicuro dove poter elaborare questi conflitti senza cercare di evitare il disagio o di tornare a una "normalità" forzata. In effetti, affrontare queste tensioni potrebbe sicuramente essere un aspetto utile alla relazione terapeutica.
Riguardo al sentirti "giudicato" o al percepire il terapeuta come "superficiale", è possibile che queste percezioni riflettano dinamiche più complesse, sia all'interno del suo vissuto sia nella relazione con il terapeuta. È fondamentale che lei si senta libero di esprimere ciò che prova nel contesto terapeutico, e il fatto che lei abbia cambiato idea sulla terapia può essere un’opportunità per chiarire e lavorare insieme su queste difficoltà.
E' utile affrontare affrontare ognuna delle sue emozioni con il suo terapeuta, ciò potrebbe aiutare a costruire un dialogo più aperto e una maggiore comprensione reciproca.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Annalisa Calabrese
Ciò che sta vivendo può divenire un'opportunità per comprendere meglio in che modo gestire le dinamiche relazionali specialmente nei momenti di difficoltà o di frustrazione. Il modo in cui hai espresso la sua rabbia può dirci qualcosa su come vive e gestisce i sentimenti di insoddisfazione o delusione. La rabbia, spesso, è una reazione a bisogni insoddisfatti o al sentirsi non visti, e potrebbe essere utile approfondire cosa c’è dietro questa sua emozione.
Detto questo, è importante ricordare che il terapeuta è un essere umano e, come tale, può essere toccato dalle parole e dalle interazioni che si verificano durante il percorso terapeutico. Se il terapeuta ha espresso di essersi sentito "sotterrato" dalle sue parole, questo potrebbe essere uno spunto di riflessione sulla comunicazione e su come affrontare la rabbia in modo che non comprometta la relazione stessa.
Hai già fatto un passo importante chiedendo scusa e riconoscendo di aver agito per rabbia e frustrazione. Questo gesto di apertura e vulnerabilità è fondamentale per ricostruire la fiducia. Tuttavia, è altrettanto importante "concedersi" di esplorare ciò che lo ha indotto a reagire in quel modo e come questa dinamica possa ripresentarsi in altre relazioni della sua vita.
Il suo desiderio di "riacquistare la sua stima e fiducia" è un segnale che attribuisci valore alla relazione terapeutica, ma potrebbe essere utile discutere apertamente con il suo terapeuta di come entrambi avete vissuto questo momento. La terapia è uno spazio sicuro dove poter elaborare questi conflitti senza cercare di evitare il disagio o di tornare a una "normalità" forzata. In effetti, affrontare queste tensioni potrebbe sicuramente essere un aspetto utile alla relazione terapeutica.
Riguardo al sentirti "giudicato" o al percepire il terapeuta come "superficiale", è possibile che queste percezioni riflettano dinamiche più complesse, sia all'interno del suo vissuto sia nella relazione con il terapeuta. È fondamentale che lei si senta libero di esprimere ciò che prova nel contesto terapeutico, e il fatto che lei abbia cambiato idea sulla terapia può essere un’opportunità per chiarire e lavorare insieme su queste difficoltà.
E' utile affrontare affrontare ognuna delle sue emozioni con il suo terapeuta, ciò potrebbe aiutare a costruire un dialogo più aperto e una maggiore comprensione reciproca.
Cordiali Saluti
Dott.ssa Annalisa Calabrese
Gentile utente da quello che scrive ci sono sentimenti davvero contrastanti all'interno di questa relazione terapeutica: quasi fossero di amore e odio. Quello che lo consiglio è di parlare apertamente di queste emozioni contrastanti terapeuta, di chiarirsi e di delimitare magari dei confini che potrebbero essere sicuramente proficui per il proseguo della vostra relazione terapeutica. Cordialità dott. Gaetano Marino
Gentile utente, l'alleanza terapeutica, essendo uno scambio diadico, è sensibile, come ogni altro scambio relazionale, a momenti di rottura e auspicabilmente riparazione. Pertanto, trovo arricchente portare in maniera assertiva questi vissuti in seduta favorendo un'interazione quanto più autentica. Questo le consentirà, tra l'altro, di scoprire qualcosa in più sul suo funzionamento rapportato all'altro.
Resto a disposizione - un saluto cordiale Dott.ssa Michelle Borrelli
Resto a disposizione - un saluto cordiale Dott.ssa Michelle Borrelli
Buongiorno,
credo che in questa situazione si sia creato un rapporto che non è più funzionale, a lei. Penso che possa, fare le sue valutazioni, in base a quel che si aspetta dalla terapia e tirare le dovute conclusioni.
Un saluto cordiale
Dott.ssa Marzia Sellini
credo che in questa situazione si sia creato un rapporto che non è più funzionale, a lei. Penso che possa, fare le sue valutazioni, in base a quel che si aspetta dalla terapia e tirare le dovute conclusioni.
Un saluto cordiale
Dott.ssa Marzia Sellini
l conflitto con il terapeuta è una cosa che può accadere e, in realtà, fa parte del percorso terapeutico. Non è raro che emergano sentimenti intensi, come rabbia o frustrazione, che riflettono esperienze più profonde. Quello che hai descritto sembra un momento delicato, ma anche un'opportunità di crescita. Quando ti sei sentito non compreso, probabilmente stavi esprimendo un bisogno di maggiore supporto o accoglienza, e la rabbia è emersa proprio perché quelle emozioni erano forti. Il fatto che tu abbia chiesto scusa dimostra quanto ci tieni alla relazione terapeutica, e anche il desiderio di andare avanti.
D'altra parte, la reazione del tuo terapeuta, sentirsi "sotterrato" dalle tue parole, è importante da esplorare. Può essere utile capire insieme perché quelle parole hanno avuto un tale impatto su di lui, e come queste dinamiche tra di voi rispecchiano magari altre relazioni o esperienze nella tua vita. Questo non significa che tu abbia "sbagliato", ma piuttosto che questo momento di tensione può essere affrontato per capire meglio cosa ti ha spinto a esprimerti in quel modo e come entrambi potete gestire meglio tali situazioni in futuro.
Il processo di riacquistare la fiducia, da entrambe le parti, richiede tempo e comunicazione. Spesso, i momenti di rottura nella terapia possono portare a una comprensione più profonda e a un legame terapeutico ancora più forte, se affrontati con apertura. Quindi, il fatto che tu voglia continuare è un passo importante. Questo può diventare un momento prezioso per comprendere di più te stesso e come relazioni importanti nella tua vita si evolvono attraverso il conflitto.
D'altra parte, la reazione del tuo terapeuta, sentirsi "sotterrato" dalle tue parole, è importante da esplorare. Può essere utile capire insieme perché quelle parole hanno avuto un tale impatto su di lui, e come queste dinamiche tra di voi rispecchiano magari altre relazioni o esperienze nella tua vita. Questo non significa che tu abbia "sbagliato", ma piuttosto che questo momento di tensione può essere affrontato per capire meglio cosa ti ha spinto a esprimerti in quel modo e come entrambi potete gestire meglio tali situazioni in futuro.
Il processo di riacquistare la fiducia, da entrambe le parti, richiede tempo e comunicazione. Spesso, i momenti di rottura nella terapia possono portare a una comprensione più profonda e a un legame terapeutico ancora più forte, se affrontati con apertura. Quindi, il fatto che tu voglia continuare è un passo importante. Questo può diventare un momento prezioso per comprendere di più te stesso e come relazioni importanti nella tua vita si evolvono attraverso il conflitto.
Gentile utente,
litigare con il proprio terapeuta o sentirsi in conflitto con lui può essere più comune di quanto si pensi. Le relazioni terapeutiche sono intense e a volte possono emergere emozioni forti come rabbia, frustrazione o delusione. È normale che lei possa aver sentito il bisogno di esprimere le sue emozioni in un momento di difficoltà, ma ciò che è importante è come queste emozioni vengono gestite all'interno della terapia.
In primo luogo, non deve sentirsi colpevole per avere espresso il suo disagio. In una terapia, è essenziale poter essere sinceri con il proprio terapeuta riguardo a ciò che si prova, anche quando le emozioni sono negative. Il terapeuta dovrebbe essere in grado di accogliere anche questi momenti di tensione e aiutarla a esplorare le motivazioni profonde che stanno dietro a quelle reazioni.
Tuttavia, è altrettanto importante riflettere su come è avvenuta questa comunicazione. Se ha percepito superficialità o giudizio da parte del suo terapeuta, è fondamentale esplorare insieme queste sensazioni. Forse non si è sentito sufficientemente accolto o compreso in alcuni momenti della terapia. Questi aspetti possono essere discussi direttamente in seduta per cercare di migliorare la relazione terapeutica e riportare l’attenzione sui suoi bisogni.
Provi a parlare direttamente con il suo terapeuta delle emozioni che ha provato quando si è sentito giudicato o minimizzato. È importante che il terapeuta sappia come lei si sente, senza che il dialogo si fermi a quel momento di rabbia.
Anche la relazione terapeutica, come qualsiasi relazione umana, può attraversare momenti di tensione. È possibile che ciò che ha sperimentato sia parte di un processo di crescita, per entrambi.
Se ha reagito con rabbia o frustrazione, questo potrebbe essere un aspetto che vale la pena esplorare nella terapia stessa. Quali emozioni l’hanno portata a esprimersi in quel modo? Cosa ha scatenato la sua reazione? Questo potrebbe essere un tema su cui lavorare insieme al terapeuta.
Se ha chiesto scusa e vuole proseguire con lui, cerchi di concentrarsi su come ricostruire la fiducia nella relazione. Il terapeuta, da parte sua, dovrebbe essere disposto a lavorare su questo aspetto e accogliere il suo desiderio di continuare il percorso. La terapia è un luogo sicuro per esplorare anche questi momenti di difficoltà, ed è possibile che attraverso il dialogo si possa arrivare a un nuovo equilibrio.
Se il terapeuta non sembra disposto ad andare oltre l'accaduto o se continua a farla sentire giudicato, potrebbe essere utile discutere della possibilità di consultare un altro professionista, anche se cambiare terapeuta non è sempre la prima opzione. L'importante è che si senta supportato e compreso all'interno della terapia.
Rimango a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento o riflessione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Pinella Chionna
litigare con il proprio terapeuta o sentirsi in conflitto con lui può essere più comune di quanto si pensi. Le relazioni terapeutiche sono intense e a volte possono emergere emozioni forti come rabbia, frustrazione o delusione. È normale che lei possa aver sentito il bisogno di esprimere le sue emozioni in un momento di difficoltà, ma ciò che è importante è come queste emozioni vengono gestite all'interno della terapia.
In primo luogo, non deve sentirsi colpevole per avere espresso il suo disagio. In una terapia, è essenziale poter essere sinceri con il proprio terapeuta riguardo a ciò che si prova, anche quando le emozioni sono negative. Il terapeuta dovrebbe essere in grado di accogliere anche questi momenti di tensione e aiutarla a esplorare le motivazioni profonde che stanno dietro a quelle reazioni.
Tuttavia, è altrettanto importante riflettere su come è avvenuta questa comunicazione. Se ha percepito superficialità o giudizio da parte del suo terapeuta, è fondamentale esplorare insieme queste sensazioni. Forse non si è sentito sufficientemente accolto o compreso in alcuni momenti della terapia. Questi aspetti possono essere discussi direttamente in seduta per cercare di migliorare la relazione terapeutica e riportare l’attenzione sui suoi bisogni.
Provi a parlare direttamente con il suo terapeuta delle emozioni che ha provato quando si è sentito giudicato o minimizzato. È importante che il terapeuta sappia come lei si sente, senza che il dialogo si fermi a quel momento di rabbia.
Anche la relazione terapeutica, come qualsiasi relazione umana, può attraversare momenti di tensione. È possibile che ciò che ha sperimentato sia parte di un processo di crescita, per entrambi.
Se ha reagito con rabbia o frustrazione, questo potrebbe essere un aspetto che vale la pena esplorare nella terapia stessa. Quali emozioni l’hanno portata a esprimersi in quel modo? Cosa ha scatenato la sua reazione? Questo potrebbe essere un tema su cui lavorare insieme al terapeuta.
Se ha chiesto scusa e vuole proseguire con lui, cerchi di concentrarsi su come ricostruire la fiducia nella relazione. Il terapeuta, da parte sua, dovrebbe essere disposto a lavorare su questo aspetto e accogliere il suo desiderio di continuare il percorso. La terapia è un luogo sicuro per esplorare anche questi momenti di difficoltà, ed è possibile che attraverso il dialogo si possa arrivare a un nuovo equilibrio.
Se il terapeuta non sembra disposto ad andare oltre l'accaduto o se continua a farla sentire giudicato, potrebbe essere utile discutere della possibilità di consultare un altro professionista, anche se cambiare terapeuta non è sempre la prima opzione. L'importante è che si senta supportato e compreso all'interno della terapia.
Rimango a disposizione per qualsiasi ulteriore chiarimento o riflessione.
Un caro saluto,
Dott.ssa Pinella Chionna
Gentile utente, la ringrazio per la sua apertura e capisco le sue difficoltà. La relazione terapeutica è la base per un sano e funzionale percorso psicologico. L'assenza del giudizio da parte del terapeuta è essenziale per l'efficacia dell'instaurarsi della relazione terapeutica. Le consiglierei di affrontare questi temi con il suo terapeuta affinché non diventi un peso per lei questa situazione. Spero di essere stato d'aiuto. Cordiali saluti, dott. Luca Demuro
Buongiorno, ia terapia è un percorso emotivo e, a volte, può portare a conflitti o a malintesi. È del tutto normale sperimentare tensioni con il proprio terapeuta, poiché si tratta di una relazione in cui vengono esplorati temi profondi e vulnerabili. Le sue reazioni e le sue emozioni, comprese la rabbia e la frustrazione, sono valide e rappresentano aspetti importanti del suo processo di cura. È significativo notare che, nonostante le sue parole siano state pesanti e abbiano causato un'offesa, lei riconosce di aver agito in un momento di rabbia e che non intendeva ferire. Questo tipo di consapevolezza è fondamentale nel lavoro terapeutico. Costruire e mantenere la fiducia in una relazione terapeutica richiede tempo e comunicazione. È importante affrontare il momento con sincera apertura, riconoscendo sia il suo stato d'animo sia la reazione del terapeuta. Potrebbe essere utile chiedere un colloquio per esprimere nuovamente il suo desiderio di continuare il percorso, condividendo come si sente rispetto alla sua reazione e sottolineando l'importanza della relazione per il suo percorso di guarigione. In questo dialogo, la sua sincerità e il riconoscimento delle sue emozioni potrebbero favorire una ripresa dei legami di fiducia.
Cordiali saluti, Dott.ssa Laura Lanocita
Cordiali saluti, Dott.ssa Laura Lanocita
Allora...è possibile litigare con un terapeuta, si tratta di una relazione e il litigio è una delle possibilità. L'atteggiamento che state avendo non sembra funzionale invece. Non ti trovi bene con lui? Ok, questione di compatibilità, puoi provare altri professionisti. Vuoi piacergli? Perchè è così importante per te avere la sua stima? Dovresti essere tu a fidarti di lui, non lui di te. La vostra relazione sembra compromessa, in base alle tue parole.
Un abbraccio.
Un abbraccio.
Buonasera, all'interno del contesto terapeutico possono accadere momenti in cui non ci si senta compresi o supportati come si desidererebbe. L'unico modo per superarli è parlare in seduta col suo terapeuta esprimendo liberamente il suo sentire.
Salve, la ringrazio per il coraggio con cui ha scritto queste parole, così cariche di emozione e onestà. È evidente quanto lei tenga alla relazione terapeutica, e quanto questo conflitto l’abbia turbata. Quello che sta vivendo non è raro, ma anzi, fa parte di ciò che in psicoterapia chiamiamo “alleanza terapeutica”: un legame umano che, pur con le sue peculiarità, può attraversare momenti di tensione, incomprensione e anche rottura temporanea. Litigare col proprio terapeuta, seppur doloroso, non è automaticamente segno che la terapia non funziona o che lei ha sbagliato tutto. Nella cornice cognitivo-comportamentale, i momenti di crisi nel rapporto terapeutico sono considerati un’opportunità importante per esplorare schemi relazionali, modalità emotive, bisogni insoddisfatti e modelli di comunicazione appresi nel tempo. In questo senso, anche un litigio può diventare uno strumento terapeutico potente, se entrambi i membri della relazione (lei e il suo terapeuta) decidono di affrontarlo con sincerità, rispetto e spirito costruttivo. Lei ha sentito frustrazione, delusione, forse anche dolore. Si è sentito non ascoltato, giudicato, e ha reagito con rabbia. La rabbia non è mai fine a se stessa, ma quasi sempre nasce da un bisogno insoddisfatto: essere compreso, riconosciuto, rispettato nei propri vissuti. E mi colpisce profondamente il modo in cui, nonostante la rabbia, lei ora rifletta su ciò che ha detto, si interroghi, cerchi un ponte per ricostruire. Questo non solo parla della sua sensibilità, ma anche della sua volontà di crescere attraverso il dialogo, nonostante le difficoltà. Ora, è importante distinguere tra due livelli: il suo comportamento e la risposta del terapeuta. Lei ha avuto un'esplosione emotiva, ha espresso pensieri forse duri, ma lo ha fatto, come ha chiarito, in un momento di vulnerabilità. Ha anche riconosciuto questo passaggio e ha chiesto scusa, offrendo un’apertura al confronto. Questo è già un segnale di maturità emotiva. Dall’altro lato, se il terapeuta ha reagito con chiusura, sentendosi “sotterrato” e portando avanti il rancore, può essere utile che anche lui si interroghi sulla sua posizione professionale. Non perché non abbia diritto a sentirsi toccato come persona, ma perché nella relazione terapeutica, proprio nei momenti difficili, il compito del professionista è quello di mantenere uno spazio sicuro in cui il paziente possa sentirsi accolto, anche nella sua parte più arrabbiata o confusa. La psicoterapia non è una relazione paritaria in senso stretto. Lei porta i suoi vissuti, le sue fragilità, e il terapeuta è lì per offrirle un contenimento, uno spazio stabile in cui esplorarli, non per restituire colpo su colpo. Se lui è ancora nella posizione di difesa, può essere utile chiedersi se sia disposto a lavorare insieme su questa frattura oppure no. Se lo è, allora potreste usare questo episodio per analizzare i significati che entrambi avete dato al conflitto, come lei vive le delusioni relazionali, come affronta il senso di colpa, e come può imparare a esprimere le sue emozioni in modo più efficace. Se invece lui non riesce a uscire da un atteggiamento giudicante o distaccato, forse è legittimo per lei valutare se questa relazione è davvero lo spazio migliore per la sua crescita. Lei ha chiesto come può riacquistare la sua stima. In realtà, ha già fatto ciò che era più autentico e sano: ha riconosciuto i propri limiti, ha chiesto scusa, ha mostrato desiderio di andare avanti. Più che riconquistare qualcosa, forse ora è il momento di chiedersi se quella stima c’è davvero da parte del terapeuta, e se è disposta ad accogliere lei nel suo percorso, con tutte le sue parti: forti, sensibili, arrabbiate, impaurite. La vera cura non nasce solo dalla tecnica, ma da una relazione in cui ci si sente accolti anche nei momenti peggiori. Si dia il diritto di essere umano. Anche un litigio può insegnarle qualcosa su di sé, e sul valore del dialogo autentico. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Capisco la tua frustrazione, ma è importante chiarire un punto: non è normale che tra paziente e terapeuta si crei un clima di ostilità, risentimento o giudizio reciproco.
In terapia possono emergere conflitti, certo, ma dovrebbero essere gestiti come materiale clinico, non come uno scontro personale...
Quando un terapeuta minimizza, appare distaccato o giudicante, o risponde con rancore dopo un confronto acceso, significa che qualcosa nella relazione terapeutica non sta funzionando come dovrebbe.
Il terapeuta non dovrebbe offendersi, né vivere il confronto come un attacco personale: dovrebbe aiutarti a esplorare cosa ha generato quella reazione, con professionalità e neutralità.
Il fatto che tu ti sia scusato e abbia provato a rimettere le cose in equilibrio è comprensibile, ma non devi assumerti tutta la responsabilità; nella relazione di cura, la gestione del conflitto spetta al professionista, non al paziente.
In terapia possono emergere conflitti, certo, ma dovrebbero essere gestiti come materiale clinico, non come uno scontro personale...
Quando un terapeuta minimizza, appare distaccato o giudicante, o risponde con rancore dopo un confronto acceso, significa che qualcosa nella relazione terapeutica non sta funzionando come dovrebbe.
Il terapeuta non dovrebbe offendersi, né vivere il confronto come un attacco personale: dovrebbe aiutarti a esplorare cosa ha generato quella reazione, con professionalità e neutralità.
Il fatto che tu ti sia scusato e abbia provato a rimettere le cose in equilibrio è comprensibile, ma non devi assumerti tutta la responsabilità; nella relazione di cura, la gestione del conflitto spetta al professionista, non al paziente.
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