Salve cari dottori, sono la mamma di due bambini di 6 e 4 anni. Il mio figlio maggiore non vuole far

24 risposte
Salve cari dottori, sono la mamma di due bambini di 6 e 4 anni. Il mio figlio maggiore non vuole fare la pipì a scuola durante tutto il giorno. Dice che vuole farla solo a casa, gli dà fastidio essere visto dagli altri bambini e anche dall'insegnante. Ha paura di essere sgridato dall'insegnante se rimane troppo tempo in bagno e ha anche paura di bagnare il pavimento...

Ad agosto dello scorso anno abbiamo perso la nostra casa, dove abbiamo vissuto negli ultimi 4 anni, perché siamo stati sfrattati. Il bimbo ha sofferto tanto, non voleva andare al bagno dell'altro alloggio, poi con tanta pazienza abbiamo risolto questo problema, adesso a casa fa tutto bene, ma a scuola niente. Negli ultimi mesi abbiamo affrontato due traslochi e abbiamo cambiato scuola.

Il bambino non beve a scuola per non fare la pipì, spesso non mangia a pranzo perché non gli piace. Quando torna a casa è molto nervoso, piange, ha problemi intestinali e dorme male. Una volta non è riuscito a trattenere l'urina più di 6-7 ore, stava a scuola più di 2 ore con pantaloni bagnati, era disperato, non sapeva cosa fare, ma non è andato al bagno a scuola, solo a casa. Mi prega di non portarlo a scuola per l'intera giornata.

In questo caso si può portare il bambino a scuola per l'intera giornata durante tutta la settimana?
Come posso aiutarlo?

Grazie. Saluti. Veronica
Dott.ssa Minerva Medina-Diaz
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Salve.
Lei se né accorta ormai che la situazione di forte instabilità che vivete sia con la casa sia con la scuola non va per niente bene per i bambini. Non si sentono al sicuro. Il trasferimento di casa forzato è stato traumatico non solo per i bimbi ma anche per i genitori. I nostri figli guardano noi genitori per sapere quanto la situazione è sicura o è pericolosa. Il mio consiglio è anzitutto di parlare con loro, con un linguaggio adatto a loro di questi cambiamenti, se voi siete ora lo sufficientemente tranquilli per farlo, ma idealmente dovreste rivolgervi a un professionista specializzato in trauma infantile che vi possa aiutare a elaborare l'accaduto.

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Dott.ssa Camilla Ballerini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, probabilmente suo figlio sta vivendo un momento di disagio dovuto ai molti cambiamenti avvenuti nella vostra vita. Potrebbe intanto chiedere aiuto alle maestre comunicando le paure e difficoltà di suo figlio, così che loro possano trovare la strategia giusta per accompagnarlo in bagno. Così come per i pasti, forse avere un punto di riferimento adulto che lo aiuti e lo incoraggi nelle routine scolastiche potrebbe migliorare la situazione. Chieda un confronto con le insegnanti anche su come si trovi suo figlio all'interno della classe con i compagni.
Resto a disposizione, anche online.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, mi dispiace molto per la situazione che sta vivendo, immagino non facile. Purtroppo, soprattutto i bambini, nel momento in cui ci sono cambiamenti intorno a loro ne risentono ed esternalizzano le loro emozioni anche attraverso questi comportamenti che suo figlio sta mettendo in atto. Le consiglio di parlare innanzitutto con le insegnanti, per farsi spiegare meglio la situazione e capire di più e di contattare uno psicologo esperto in età evolutiva per prendersi cura del bambino e cercare di capire l'origine di questi suoi comportamenti.
Può scrivermi per qualsiasi informazione.
Se sentisse il bisogno di contattarmi per questo suo stato di preoccupazione, resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
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Dott.ssa Deborah Loddo
Psicologo, Psicologo clinico
Forlì
Innanzitutto grazie per aver condiviso l'esperienza sua e dei suoi bambini. Per un genitore non è semplice vedere il proprio bambino in difficoltà senza sapere come affrontare la situazione. Non è facile nemmeno affidarsi e affrontare il timore del giudizio, ma credo che la cosa migliore da fare sia cercare l'aiuto di un professionista esperto nelle tematiche legate all'età infantile, per esplorare insieme al bambino e alle figure adulte di riferimento le dinamiche sottostanti alle paure mostrate dal bambino e contemporaneamente valutare strategie che possano essere attuate da lei e dalle altre figure di riferimento, per permettere al bambino di sperimentare un senso di maggiore sicurezza nel contesto scolastico e che lo aiutino a migliorare il suo benessere nelle altre aree interessate dal suo disagio. Auguro di tutto cuore a lei e al suo bambino di trovare l'aiuto che serve e di poter recuperare la serenità che ora sembra mancare.
Dott. Andrea Moro
Psicologo, Psicologo clinico
Alghero
Salve Veronica, comprendo le preoccupazioni riguardanti tuo figlio. È importante affrontare questa situazione con delicatezza e professionalità. Consiglio di consultare un pediatra e, se possibile, uno psicologo infantile per valutare la situazione e individuare il supporto adeguato. Inoltre, è consigliabile stabilire una comunicazione aperta con gli insegnanti per collaborare nella gestione di questa difficoltà. Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti e supporto.

Un caro saluto
Dott. Moro
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Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Cara utente, lei stessa riconosce che gli innumerevoli cambiamenti sono stati per suo figlio una grande fatica. Suo figlio nel non fare la pipì esprime il suo profondo malessere. Ciò che mi sento di consigliarle e di parlare in prima battuta con la scuola, così che si possa lavorare in modo unito e sinergico per cercare di rendere il contesto scolastico il più sicuro possibile per il suo bambino. Inoltre potrebbe informarsi se vicino al vostro domicilio è presente un consultorio familiare o una UONPIA di zona che vi possa dare il supporto di cui avete bisogno per comprendere l'origine del malessere e trattare questo momento di grande fatica nel migliore dei modi. Cordialmente dott.ssa Alessia D'Angelo
Dott.ssa Alessia Supino
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Formia
Gentile utente grazie per averci scritto.
Penso che come ha ben evidenziato anche lei il suo piccolo ha subito molti cambiamenti non forse elaborati nel modo giusto.
Ed ora per paura trattiene tutte le sue emozioni come lo fa per la pipi'.
Chieda aiuto ad uno psicologo infantile. Può contattarmi anche per un colloquio affinché posso darle le giuste chiarificazioni.
La ringrazio anticipatamente
Saluti
Dott.ssa supino alessia
Dott. Daniele D'Amico
Psicologo, Psicologo clinico
Torre del Greco

Gentile Veronica,

mi dispiace molto sentire che suo figlio sta attraversando un periodo così difficile a scuola. Comprendo che le sue resistenze e le difficoltà alimentari stiano avendo un impatto notevole sulla sua vita quotidiana.

È evidente che le esperienze recenti, come il trasloco e il cambio di scuola, stiano influenzando profondamente suo figlio. È importante affrontare questa situazione con sensibilità e comprensione. Prima di prendere decisioni drastiche, potrebbe considerare alcune possibilità.

Inizi parlando con l'insegnante di suo figlio e il personale scolastico. Condivida con loro le preoccupazioni e spieghi la situazione, in modo che possano essere pienamente consapevoli delle sfide che suo figlio sta affrontando. La collaborazione con la scuola è essenziale per trovare soluzioni adeguate.

Potrebbe essere utile coinvolgere uno psicologo esperto in supporto alla genitorialità. Questo professionista potrebbe aiutare sia lui che lei a gestire lo stress derivante dai recenti cambiamenti. La consulenza familiare potrebbe anche essere un'opzione da considerare per affrontare le emozioni legate a questo periodo di transizione.

Crei rituali di transizione positivi prima che suo figlio vada a scuola. Possono trattarsi di piccole attività o gesti che rendono l'esperienza più piacevole e rassicurante per lui. Inoltre, cerchi di coinvolgere suo figlio nel processo decisionale riguardo alle sue abitudini a scuola, in modo che si senta più controllato e coinvolto.

Infine, cerchi di comprendere profondamente le paure e le ansie di suo figlio. Offra un ambiente sicuro per permettergli di esprimere i suoi sentimenti e ascolti attentamente. Questo può contribuire a rafforzare il legame emotivo e a creare una base per affrontare insieme le difficoltà.

Ricordi che ogni bambino è un individuo unico, e trovare la soluzione giusta richiederà tempo e pazienza. Consultare uno psicologo potrebbe offrire un supporto specifico e adeguato alla situazione di suo figlio.

Le auguro il meglio nel supportare suo figlio attraverso questo periodo difficile. Resto a sua disposizione per ulteriori domande o chiarimenti. Un caro saluto, dott. Daniele D'Amico.
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Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Salve Veronica. Comprendo che tuo figlio abbia paura di fare la pipì a scuola e che si senta a disagio ad essere visto dagli altri bambini. I recenti cambiamenti, come la perdita della casa e i traslochi, possono aver contribuito a questa ansia. È importante cercare di rassicurarlo, incoraggiandolo ad esprimere i suoi sentimenti e cercando di capire le sue paure. Potrebbe essere utile coinvolgere l'insegnante e lavorare insieme per creare un ambiente confortevole per tuo figlio a scuola. Potrebbe essere anche opportuno consultare uno psicologo per ulteriori suggerimenti. Rimango a disposizione, Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Dott.ssa Veronica Savio
Psicologo, Psicologo clinico
Medolla
Buongiorno, posso percepire la sua forte preoccupazione e ne sono molto dispiaciuta. Le consiglio di rivolgersi ad un* psicolog* dell'età evolutiva per intraprendere un percorso di supporto alla genitorialità. In questo modo potrà esporre la situazione in maniera dettagliata, condividere i suoi dubbi, le sue paure e le sue perplessità. Il professionista accoglierà tutte le sue emozioni e lei riceverà indicazioni mirate e specifiche, che potranno creare un ambiente confortevole al bambino. Infine consiglio fortemente di coinvolgere nel percorso le sue insegnanti, dato che il problema si presente fuori casa. La collaborazione con la scuola è fondamentale per creare un clima confortevole anche al di fuori delle mura domestiche. Rimango a disposizione. Dott.ssa Veronica Savio
Dott. Stefano Recchia
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Roma
Gentile utente grazie per aver condiviso la sua situazione. Suo figlio sta vivendo un momento di disagio dovuto ai cambiamenti che lei stessa ha menzionato. Se non l'ha già fatto, parlare con le insegnati spiegando la situazione vissuta dalla famiglia potrebbe essere d'aiuto. una loro maggiore attenzione al bambino sarebbe importante. Provate anche voi genitori a rassicurarlo e a spiegargli che non c'è motivo di provare vergogna. In base alle sue risposte e a quelle degli insegnanti si potrebbe anche capire se esiste, invece, un disagio dovuto al comportamento del gruppo classe. Rimango a disposizione per qualunque chiarimento. La ringrazio. Un caro saluto. Dott. Stefano Recchia
Buonasera, signora. Da come descrive il problema, sembra che il bambino stia comunicando, attraverso la difficoltà a urinare e a defecare, un disagio legato, probabilmente, a una difficoltà di adattamento, dovuta all'evento traumatico da lei descritto. Ha pensato di rivolgersi a uno psicologo/psicoterapeuta infantile? Il narrare, anche attraverso il gioco, potrebbe aiutare suo figlio a elaborare il distacco repentino che avete dovuto subire. Nella mia esperienza clinica, offrire spazio di ascolto, non solo al bambino ma all'intero nucleo familiare, ha consentito una nuova narrazione degli eventi traumatici. Non è un caso, infatti, se mi rivolgo anche a lei: mi sto chiedendo, infatti, come stia. I bambini assorbono il nostro stato emotivo e divengono, da qui, il "sintomo", di uno stress generalizzato.
A disposizione, la saluto cordialmente
Dottoressa Francesca Carubbi
Dott.ssa Cristina Longo
Psicologo, Psicologo clinico
Sesto San Giovanni
Cara Sig.ra Veronica grazie per la sua condivisione. Da come ha potuto osservare lei stessa le conseguenze dei cambiamenti possono essere vissute da ciascuno di noi in modo estremamente diverso, specialmente nei più piccoli. La sua preoccupazione è tangibile e assolutamente comprensibile e da non sottovalutare. Valuti di chiedere aiuto ad uno psicoterapeuta dell'età evolutiva che possa aiutare suo figlio e allo stesso tempo di trovare qualcuno che possa supportare anche lei.
Avere una rete di supporto ci fa sentire meno soli.
Dott.ssa Cristina Longo
Dott.ssa Matilde Ciaccia
Psicologo, Psicologo clinico
Padova
Buongiorno, mi dispiace per la situazione che sta descrivendo. Il bambino sta presentando delle difficoltà che paiono esprimere un disagio emotivo e psicologico, perciò le consiglierei di rivolgersi ad un professionista dell'età evolutiva che possa aiutare il bambino a superare le sue paure e ad indirizzare lei nell'aiutarlo.
Un caro saluto,
dott.ssa Matilde Ciaccia
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Dr. Roberto Prattichizzo
Psicologo, Psicoterapeuta
Napoli
Ciao, mi dispiace sentire che tuo figlio sta affrontando queste difficoltà a scuola. È comprensibile che possa sentirsi a disagio, specialmente dopo l'esperienza del trasloco e dei cambiamenti che avete affrontato come famiglia.
Potresti parlare con l'insegnante di tuo figlio e spiegarle la situazione. Fornisci loro una comprensione completa del problema e delle preoccupazioni di tuo figlio. Chiedi se possono trovare un modo per supportarlo e creare un ambiente confortevole per lui durante l'uso del bagno a scuola. Cerca di stabilire una routine per tuo figlio in modo che sappia quando è il momento di andare in bagno a scuola. Ad esempio, potresti incoraggiarlo a provare ad andare in bagno prima di andare a scuola, durante la pausa pranzo, o in momenti specifici durante la giornata scolastica. Sii paziente e rassicurante con tuo figlio. Fagli capire che è normale dover andare in bagno durante la giornata e che l'insegnante e gli altri bambini non si preoccuperanno o lo sgrideranno. Incoraggialo a comunicare con l'insegnante se ha bisogno di andare in bagno o se ha paura di bagnare il pavimento. Chiedi all'insegnante di coinvolgere tuo figlio nella gestione del problema. Continua a fornire supporto emotivo a tuo figlio.
Spero che questi suggerimenti possano esserti utili.
Dr. Roberto Prattichizzo
Dott.ssa Thelma D'Amico
Psicologo, Neuropsicologo, Psicologo clinico
Torino
Cara Veronica, mi dispiace molto leggere il suo racconto, immagino quanta impotenza e frustrazione possa sentire nel non sapere come aiutare il suo bambino. Avete affrontato molti cambiamenti negli ultimi tempi, cambiamenti che saranno sicuramente stati fonte di ansia e agitazione anche per voi adulti, figuriamoci per i piccoli. Durante questa fase dello sviluppo, possiamo immaginare i bambini come delle spugne che assorbono il più possibile dai genitori, emozioni negative comprese. Questa non è una colpa genitoriale, perché non possiamo sapere in ogni momento reagire bene anche nelle situazioni più difficili. Probabilmente il suo bambino ha bisogno di un luogo sicuro per sentirsi libero di vivere la sua intimità e fare la pipì in un luogo percepito come imbarazzante potrebbe comprensibilmente essere difficile per lui. Le consiglio di coinvolgere le insegnanti, spiegando le difficoltà, e di intervenire al più presto coinvolgendo una figura professionale nella gestione della situazione, onde evitare che possano strutturarsi in lui convinzioni di sé negative. Sono disponibile, anche online, per ulteriori chiarimenti o per approfondire insieme. Vi auguro il meglio, dott.ssa Thelma D'Amico
Dott.ssa Nunzia Giustiniani
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, grazie per la condivisione. I grandi cambiamenti destabilizzano noi adulti, immaginiamo un bambino! Per cui è importate riuscire a rassicurarlo e seguirlo nel nuovo riadattamento. Se vuole sono ben felice di poterla aiutare a gestire la situazione ma ho bisogno di maggiori informazioni a riguardo. Buona giornata Dott.ssa Nunzia Giustiniani
Dott.ssa Giulia Pelini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente,
purtroppo i cambiamenti frequenti e improvvisi, come cambio di casa o scuola, per i bambini possono essere molto dolorosi perché vengono a mancare stabilità e sicurezza. Questo sicuramente potrebbe avere a che fare con le problematiche di suo figlio a stare a scuola, a mangiare o fare la pipì. Le suggerisco di rivolgersi ad uno psicologo dell'età evolutiva e anche ad un neuropsichiatra infantile. In quanto genitore, questo è il miglior modo per poterlo aiutare, oltre al fatto di tenere un dialogo comprensivo, aperto e non giudicante con suo figlio, in modo da farlo sentire al sicuro e protetto in questo momento di disagio. Un caro saluto, dott.ssa Giulia Pelini
Gentilissima Veronica, la storia che racconta è molto delicata soprattutto per la tenera età del suo bambino.
Il cambio repentino di casa che, da quello che emerge dal suo racconto è stato traumatico per tutti, ha sicuramente inciso su questa situazione.
Il controllo della pipì è una funzione fisiologica che coinvolge il sistema nervoso e il muscolo detrusore della vescica. Uno o più eventi traumatici possono alterare per periodi brevi o duraturi questo funzionamento.
Come lei ha già ben descritto nel suo racconto, il bambino mostra comportamenti di ansia che gli impediscono di vivere serenamente la sua normale routine scolastica; il fatto che non riposi bene influisce negativamente sulla sua qualità di vita.
Il mio suggerimento è quello di non attendere e intervenire con urgenza facendosi supportare da un professionista esperto di età evolutiva e iniziare un percorso di parent training.
Involontariamente e sebbene con le migliori intenzioni, accade che i genitori contribuiscano ad alimentare il problema dei bambini creando un circolo vizioso da cui diventa difficile uscire da soli.
È importantissimo in questo momento che voi genitori apprendiate strumenti utili a guidare il piccolo fuori da questa situazione così faticosa per lui.
Un caro saluto
Buonasera Veronica, lei ci descrive un periodo connotato da profondi cambiamenti che sembrano essere stati faticosi e il vissuto del suo bambino mostra una certa sofferenza. E' difficile valutare le cose, e soprattutto avere un'idea chiara di quello che può determinare i comportamenti di suo figlio, da alcune righe. Il mio consiglio è di affidarsi ad un/a professionista che lavori con l'età evolutiva per aiutare il bambino ed esprimere la propria sofferenza e che aiuti lei nella gestione delle sue difficoltà.
Dott. Giacomo Cresta
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera Veronica, grazie per aver condiviso la sua situazione. Il comportamento di suo figlio potrebbe essere legato allo stress per i cambiamenti recenti, come lo sfratto e i traslochi. La paura di essere giudicato o di fare la pipì davanti agli altri potrebbe riflettere un'ansia sociale. Per aiutarlo, è importante parlarne con serenità, spiegandogli che non c'è nulla di cui vergognarsi, e cercando di ridurre il suo senso di ansia. Potrebbe anche essere utile parlare con la scuola per trovare soluzioni che possano rassicurarlo, come accompagnarlo in bagno o dargli più tempo senza pressione. Inoltre, creare una routine serena a casa e lode per i piccoli progressi può aiutare a diminuire il disagio. Se la situazione non migliora, potrebbe essere utile un consulto con uno psicologo infantile.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Salve Veronica, Comprendo profondamente la sua preoccupazione per il benessere di suo figlio e per le difficoltà che sta attraversando in questo momento. La situazione che descrive è molto delicata e va affrontata con grande comprensione e pazienza. Partiamo da un aspetto importante: i bambini sono come delle spugne, assorbono tutto ciò che accade intorno a loro, anche quando non sembrano esprimere apertamente le loro emozioni. I numerosi cambiamenti che avete affrontato nell’ultimo anno, come lo sfratto, i traslochi e il cambio di scuola, possono aver avuto un impatto significativo sulla sua sicurezza emotiva. I bambini hanno bisogno di stabilità e prevedibilità, e quando questi elementi vengono meno, possono sviluppare ansie o paure che si manifestano in modi diversi, come nel suo caso con la difficoltà ad andare in bagno a scuola. Il fatto che suo figlio abbia paura di essere osservato dagli altri bambini o dall’insegnante e il timore di essere sgridato indicano una forte componente ansiosa. Inoltre, il suo comportamento di trattenere l’urina, non bere e non mangiare a scuola suggerisce un livello di stress elevato, che andrebbe esplorato con attenzione. La scuola è per lui un ambiente che attualmente percepisce come poco sicuro e, sebbene il cambiamento di casa sembri essere stato in parte elaborato, è possibile che ora la sua ansia si sia spostata su questa nuova situazione. Un aspetto importante da considerare è l’ambiente scolastico: le maestre e i compagni possono avere un ruolo nel suo disagio? A volte, basta un episodio di vergogna o una piccola critica per far nascere una paura che poi si rafforza nel tempo. Potrebbe essere utile parlare con le insegnanti per capire meglio il clima della classe e se ci sono stati episodi che hanno aumentato la sua ansia. È importante che a scuola si senta accolto e compreso, senza pressioni. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, la paura di andare in bagno a scuola potrebbe essersi trasformata in un meccanismo evitante: suo figlio, per proteggersi da un’ansia che percepisce come insopportabile, ha sviluppato la strategia di non bere e di trattenere i bisogni fino al ritorno a casa. Più evita, più la paura si rafforza, creando un circolo vizioso difficile da interrompere. Cosa può fare concretamente per aiutarlo? Innanzitutto, può lavorare sulla sua sicurezza emotiva, trasmettendogli il messaggio che capisce le sue paure, ma che queste possono essere affrontate. Potrebbe provare a normalizzare il momento del bagno a scuola attraverso il gioco, magari con delle storie o pupazzi che affrontano situazioni simili. Un altro approccio utile è esporlo gradualmente alla situazione che teme: per esempio, accompagnarlo in bagno a scuola in un momento di tranquillità, facendogli vedere che è un posto sicuro, o concordare con le insegnanti dei momenti più riservati per andare in bagno, magari prima o dopo la ricreazione. Riguardo alla domanda se sia opportuno portarlo a scuola per l’intera giornata, è importante valutare il suo livello di stress. Se stare a scuola tutto il giorno lo mette in una condizione di forte ansia e disagio, potrebbe essere utile procedere per gradi, aumentando progressivamente il tempo trascorso in classe fino a quando non si sentirà più sicuro. Forzarlo completamente potrebbe aumentare la sua ansia e il suo senso di impotenza. Inoltre, sarebbe utile coinvolgere un professionista che possa aiutarlo a gestire questa ansia in modo più funzionale, magari con tecniche di rilassamento o strategie per affrontare la paura del bagno a scuola. La terapia cognitivo-comportamentale con i bambini è molto efficace perché lavora su pensieri e comportamenti disfunzionali, aiutandoli a sviluppare nuove strategie per affrontare le proprie paure. La cosa più importante è fargli sentire che è compreso e che può superare questa difficoltà con il suo tempo e il vostro supporto. A volte, la soluzione a un problema è più semplice di quanto si pensi, e potrebbe essere proprio una maggiore tranquillità e comprensione da parte degli adulti a permettergli di superare questa difficoltà più facilmente di quanto sembri. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Aurora Corso
Psicologo, Psicologo clinico
Rescaldina
Salve Veronica, quello che descrive è una reazione comprensibile a molti cambiamenti che il suo bambino ha vissuto, come la perdita della casa, i traslochi e il cambio di scuola. La sua difficoltà a usare il bagno a scuola può essere legata a ansia, paura del giudizio e insicurezza.
Per aiutarlo, è importante: dare tempo e pazienza, senza forzarlo; collaborare con gli insegnanti per creare un ambiente rassicurante e rispettoso dei suoi tempi; valutare, se necessario, un supporto psicologico per aiutarlo a elaborare le paure e migliorare la sua serenità.
Riguardo alla scuola, evitare l’intera giornata può essere una soluzione temporanea, ma l’obiettivo è aiutarlo a sentirsi sicuro e gradualmente a superare questa difficoltà.
Se vuole, può contattarmi per approfondire e trovare strategie personalizzate.
Un caro saluto,
Dott.ssa Aurora Corso.
Ciao Veronica, il bambino ha subito molti cambiamenti, e questo hanno portato ad un disagio. Bisogna lavorare su di lui insieme scuola e famiglia in modo da farlo sbloccare e soprattutto far capire lui che anche la scuola é la sua confort zone. Grazie del racconto.

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