Salve avrei bisogno di un chiarimento se gentilente qualcuno potrà rispondermi, da circa un anno ho

20 risposte
Salve avrei bisogno di un chiarimento se gentilente qualcuno potrà rispondermi, da circa un anno ho intrapreso un percorso psicologico che mi sta dando grandi benefici, vedendo che mi sento meglio mia cugina che da qualche tempo sta passando un brutto periodo mi ha detto che vorrebbe rivolgersi alla stessa professionista a cui mi sono rivolto io, però il suo fidanzato le ha detto che non sarebbe possibile fare ciò, per cui chiedo la seguente cosa anche a voi visto che non ho trovato risposte esaustive in merito al momento, può mia cugina intraprendere un percorso di psicoterapia con la mia stessa terapeuta ? È tenuta a far presente che anche io sono in cura presso di lei ? Perchè io sto ancora affrontando il mio percorso e non vorrei dover interromperlo per far spazio a lei ne passare per quello che impedisce la felicità a mia cugina ecco, mi sento un pò tra l'incudine e il martello.
Grazie ancora se mi sapreste rispondere.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, effettivamente sarebbe complicato per un professionista effettuare una psicoterapia con un parente stretto di un ex paziente. Provi a rivolgersi direttamente alla professionista per capire come procede in questi casi: ormai su questo noto che c'è una diversificazione di opinioni.
Altrimenti non esiti a rivolgersi a qualche collega magari suggerito dalla stessa professionista.
Cordialmente, dott FDL

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Dott.ssa Francesca Di Costanzo
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Salve cara,
la ringraziamo per aver scritto sul nostro portale.
Per ragioni etiche sarebbe preferibile che un terapeuta non segua pazienti che abbiano tra loro vincoli familiari o amicali al fine di non compromettere la libertà espressiva o emotiva. Tuttavia il proprio terapeuta può essere la figura più valida e indicata per reperire il riferimento di un collega stimato a cui poter inviare la persona cara a cui vorremmo suggerire il supporto.
Sperando possa essere un’utile indicazione rimaniamo disponibili.
Un saluto cordiale!
Dott.ssa Emanuela Carosso
Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Gentile amica, credo che la cosa migliore sarebbe che lei stessa ponesse la questione alla sua terapeuta, la quale probabilmente le darà il riferimento di qualche collega con cui è in sintonia a cui potrà rivolgersi sua cugina.
Cordialità,

Dr.ssa Emanuela Carosso
psicologa - psicoterapeuta.
Dott.ssa Martina Panerai
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Roma
Gentile utente, al fine di non compromettere quello che lei percepisce (ed in effetti è) uno spazio intimo, privato e personale risulterebbe più opportuno valutare l’apporto di un professionista diverso. Attraverso la sua stessa terapeuta, che potrebbe consigliarle un collega di fiducia alternativo, o attraverso un canale come questo, sua cugina potrà sicuramente trovare il giusto professionista cui affidarsi e con cui strutturare uno spazio adeguatamente riservato e personale. Le auguro una buona serata
Dott. Gian Piero Grandi
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista clinico
Torino
Buon giorno e grazie per la sua domanda. Concordo con i colleghi che sarebbe opportuno rivolgere questa domanda direttamente alla sua terapeuta e discuterne con lei. Cordialmente
Dott.ssa Giada Bruni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Buongiorno, io personalmente con prendo in trattamento nè parenti, nè amici dei miei pazienti che hanno il diritto di sentire il loro spazio protetto e sicuro.
Cordiali saluti,
Giada Bruni
Dott.ssa Maria Teresa Miletta
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno. Seppur capaci di rispettare la privacy delle persone, i loro segreti, le loro confidenze, so che ogni persona sente lo spazio terapeutico così intimo e privato che sente il bisogno sano di proteggerlo e tenerlo al sicuro. E' comprensibilissimo e io mi prenderei il sano diritto di farsi consigliare un collega dalla sua terapeuta.
Dott.ssa Roberta Croatti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Santarcangelo di Romagna
In accordo con i colleghi chiederei al suo terapeuta indicazioni per rivolgersi ad un collega. I rapporti di parentela possono interferire sulla terapia .
Dott. Devis Mattioli
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno.Sono d'accordo con i colleghi,in merito al fatto che la.stessa professionista non potrebbe eticamente seguire persone che abbiano parentele strette con ex pazienti.Poi è sempre il professionista a decidere con il paziente.Di regola sarebbe il caso di indicare un/una collega in modo da evitare tali difficoltà.
Dott.ssa Giuseppina Cavallo
Psicologo, Psicoterapeuta
Pieve di Cento
Gentilissima,
per ragioni etiche , deontologiche e puramente
" terapeutiche" non è corretto prendere in terapia parenti dei propri pazienti... Si andrebbe ad " inquinare " il suo spazio d' ascolto e di elaborazione, che va tutelato. La sua terapeuta certamente le indicherà una collega a cui potrà affidarsi sua cugina. Un caro saluto
Giuseppina Cavallo
Pieve di Cento ( Bo)
Un caro saluto
Dott.ssa Marika Fiori
Psicologo, Psicoterapeuta
Forlì
Buongiorno, credo che la decisione principalmente spetti a lei e al professionista che la segue. Se per lei non mina lo spazio di riservatezza e intimità creato, perché no.
Adottssa Marika Fiori
Dott.ssa Elisa Manfredi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Come vede, nell'esempio da lei portato, ogni professionista valuta, in scienza e coscienza, come comportarsi. Questa valutazione professionale deve tenere certamente in conto i suoi legittimi dubbi e vissuti. Parlatene. Un caro saluto.
Dott.ssa Maria Nasti
Psicologo, Psicoterapeuta
Roccarainola
Non è affatto giusto che lei interrompa il suo percorso per fare spazio a sua cugina; ne parli con la sua terapeuta che senz'altro saprà come comportarsi in questo caso.
Un caro saluto
Dott.ssa Silvia Bianchi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Buon giorno, concordo pienamente con i miei colleghi che le hanno consigliato di dire apertamente al suo professionista la difficoltà in cui si trova e chiedere eventualmente il riferimento alla sua psicoterapeuta/o di un'altro professionista per sua cugina. Mi permetterei di aggiungere che ,nonostante per alcuni colleghi sia una prassi quella di prendere più persone vicine/intime in psicoterapia( purtroppo conosco diverse situazioni così o mi sono state riportate da pazienti in difficoltà proprio per questo ) , e nonostante che alcuni colleghi sappiano( o pensino di sapere ) gestire bene la cosa, nella deontologia professionale dello psicologo-psicoterapeuta è piuttosto chiaro che questa eventualità và evitata. Certo, a volte, in alcune circostanze è impossibile( ad es si scopre dopo anni che si ha in terapia sia una persona che un'altra e che si conoscono in modo intimo, non lo sapevamo prima, e quindi a quel punto và scelto il male minore visto che abbandonando uno dei due pazienti si rischia di fare un danno più grande che non continuando il percorso con entrambi, se il terapeuta è esperto e se la sente , o aiutato dalla supervisione ,può essere, a quel punto fattibile ) Ciononostante và evitato tutte le volte che è possibile sopratutto se una delle due psicoterapie non è ancora iniziata e quindi è facile indicare un altro professionista a chi deve ancora iniziare la psicoterapia. Discorso diverso và fatto per gli psicoterapeuti che hanno una impostazione Sistemico-Relazionale-Famigliare: nel loro modello e modo di lavorare non solo è utile ma a volte indispensabile: spesso sono loro stessi a chiamare tutti i componenti della famiglia( chiedendo al paziente in carico ovviamente), l'obiettivo è sempre il paziente preso in carico ma a volte/spesso viene presa in carico tutta la famiglia e/o altre persone vicino al paziente. A parte questi casi specifici la deontologia dello psicologo psicoterapeuta suggerisce di evitare situazioni simili a quelle che desidererebbe sua cugina che forse guidata invece nel modo giusto a trovare il professionista adatto a lei ( la cucina) potrebbe fare il suo percorso senza rischiare di mettere in difficoltà Lei( chi fa la domanda), ed eventualmente anche la sua psicoterapeuta e la vostra psicoterapia e quindi poi rischiando di sentirsi anche lei( la cugina) poi a disagio per questo. Cordiale saluti
Dott.ssa Arianna Corotti
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Salve. Non è deontologicamente corretto che la sua terapeuta segua un suo parente stretto ma ci sono anche casi controversi in cui di fatto accade. Le consiglio di chiedere alla professionista che la segue e che saprà indicarle un altro nominativo. A sua disposizione.
Dott.ssa Silvia Ragni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentilissima, concordo con i colleghi che le hanno suggerito di parlarne direttamente con la sua psicoterapeuta. Dipende anche da che grado di frequentazione (passata e futura), abbia lei con questa cugina, quanto le vostre vite siano intrecciate. La questione è soprattutto questa (e sarebbe quella che io come terapeuta porrei a lei): come lo vivrebbe lei il fatto che sua cugina fa contemporaneamente il suo percorso con la sua stessa psicoterapeuta ? Che effetto le farebbe sedere sulla stessa sedia a parlare dei fatti vostri? Sicuramente la psicoterapeuta avrebbe la distanza emotiva per gestire la situazione, ma non so quanto questo fatto potrebbe influenzare lei che sta facendo un percorso con piena soddisfazione.
Già per la sola richiesta di sua cugina lei si sta facendo dei problemi (addirittura sua interruzione o causare l'infelicità di sua cugina), figuriamoci dopo... e perchè deve farsi questo proprio ora che sta meglio? Ultima osservazione: così come i vestiti non ci stanno alla stessa maniera, ma un sarto li personalizza sulle nostre forme, così una psicoterapia che fa miracoli per una persona non li fa ad un'altra. Perchè la relazione che si crea è unica e personalizzata, perchè dipende da come reagiscono le persone. Esistono tanti psicoterapeuti nel mondo...Si prenda cura di sè come sta facendo e segua i suoi bisogni, non quelli degli altri. Mi dispiace essere stata molto diretta, ma è un tema molto importante. Parli con la sua psicoterapeuta e difenda i suoi confini!!! Rimango a disposizione, cordiali saluti dott.ssa Silvia Ragni
Prenota subito una visita online: Consulenza online - 70 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Dott.ssa Violeta Raileanu
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Buongiorno, capisco la sua preoccupazione, ed è un quesito legittimo. In linea generale, non c'è una regola assoluta che impedisca a due persone della stessa famiglia di rivolgersi allo stesso terapeuta, ma ci sono alcune considerazioni etiche che la terapeuta potrebbe prendere in esame.

Se sua cugina decidesse di intraprendere il percorso con la sua terapeuta, quest'ultima valuterebbe se può garantire la privacy e il benessere di entrambi. Potrebbe essere possibile che la terapeuta lavori con voi due, purché non ci siano conflitti d'interesse o rischi per la vostra privacy e per l'efficacia della terapia. Non è obbligatorio che sua cugina faccia presente che lei è in cura dalla stessa professionista, ma è probabile che la terapeuta stessa discuta la questione una volta che ne venga a conoscenza.

È importante che non si senta costretto a interrompere la sua terapia per questo motivo. La priorità è il suo benessere e il mantenimento del percorso che sta già facendo. Potrebbe essere utile che sua cugina consulti direttamente la terapeuta per vedere se sia possibile iniziare un percorso, e se per voi due questa situazione possa funzionare.

Un caro saluto.
d.ssa Raileanu
Dr. Michele Scala
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Padova
Salve, la situazione che descrive è comprensibile, ma c'è una precisazione importante. Un professionista della salute mentale, come uno psicoterapeuta, può generalmente trattare più di una persona della stessa famiglia, ma è essenziale che non vi siano conflitti di interesse o che il terapeuta non si trovi in una posizione di conflitto etico. La terapia con più membri della stessa famiglia potrebbe risultare difficile se ci sono dinamiche familiari che potrebbero influire sul processo terapeutico. Per quanto riguarda la domanda se la sua terapeuta debba essere informata della sua terapia, non è obbligatorio, ma è utile per evitare potenziali conflitti o disagi nel trattamento. È importante che sua cugina abbia un colloquio iniziale con la terapeuta per capire se la relazione terapeutica può funzionare senza interferire con il suo percorso. Inoltre, non è sua responsabilità impedire a sua cugina di intraprendere la terapia; la decisione finale spetta al terapeuta, che valuterà la situazione.
Dr. Alessio Aloi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
salve, concordo con l'orientamento per il quale sia inopportuno che si intraprendano percorsi psicologi psicoterapeutici con professionisti che seguono già un parente o un conoscente. Le consiglierei dunque di parlare alla sua terapeuta della richiesta di sua cugina e, se la collega è d'accordo, provare a proporre a sua cugina di poterle dare il contatto di un/una collega pensato dalla sua terapeuta per sua cugina.
Saluti
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, è comprensibile il suo senso di confusione e anche il desiderio di tutelare sia il proprio percorso che il benessere di sua cugina. La risposta, in linea generale, è che non esiste un divieto assoluto che impedisca a due persone della stessa famiglia di intraprendere un percorso con la stessa terapeuta. Tuttavia, molto dipende dall’etica professionale della psicoterapeuta e dalla specificità del caso.
In situazioni di questo tipo, è la terapeuta stessa a valutare se vi siano conflitti di interesse, sovrapposizioni relazionali o dinamiche familiari che potrebbero compromettere l’efficacia o la neutralità del lavoro terapeutico. Non è detto che lei debba interrompere il proprio percorso, né che sua cugina non possa essere seguita: è la professionista che valuterà se può garantire lo spazio e la neutralità per entrambi, o se è opportuno orientare sua cugina verso un altro collega. Sua cugina, se decide di contattarla, può accennare spontaneamente al legame familiare, ma non è obbligata a farlo. Sarà comunque la terapeuta, per correttezza professionale, a gestire la questione con trasparenza.
Il fatto che si stia ponendo il problema con tanta attenzione dimostra quanto tenga al suo percorso. In una cornice come quella della psicoterapia umanistica, l’ascolto e il rispetto per le relazioni restano centrali, e non dovrebbe sentirsi “in mezzo” né colpevole.
Saluti, dott.ssa Sandra Petralli

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.