salve, a seguito di un lutto molto doloroso ed improvviso in famiglia avvenuto circa 1 anno fa, mia

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salve, a seguito di un lutto molto doloroso ed improvviso in famiglia avvenuto circa 1 anno fa, mia moglie ha accusato periodi di forte depressione ed ansia con attacchi di panico che ci hanno portato anche all'ospedale in quanto la sintomatologia non era mai al principio chiara. A seguito di questi episodi di accesso al PS l’analisi medica non riscontrava vai problemi fisici e negli ultimi episodi si e’ riconosciuta (da triage al PS) una componente di matrice psicosomatica e quindi mia moglie ha intrapreso un percorso con un medico psichiatra che le ha constatato bipolarismo ed ha prescritto alcuni farmaci (dopakin) e xanax negli episodi piu acuti. in precedenza ci eravamo anche rivolti ad un consulto psicologico, il quale constatando lo stesso tipo di malessere, e un comportamento ossessivo ci ha pero’ consigliato uno psichiatra. Dopo circa 1 mese e mezzo di cura, a mio avviso i farmaci stanno rivelando utilita limitata, in quanto mia moglie non riesce comunque a riprendersi ancora la sua vita normale di prima, e cade lo stesso in periodi in cui non riesce a curarsi dei figli e della famiglia e si chiude in se stessa dormendo tutto il giorno, alternandoli a periodi di esplosiva energia e cura della famiglia. Premetto che abbiamo 2 figli in fase pre adolescenziale e la situazione e’ complessa. Da quello che posso constatare anche io, fenomeni di sbalzi di umore ci sono e ci sono sempre stati (anche prima del lutto), in quanto il regime normale di mia moglie e’ sempre stato di iper attivita, ma caratterizzato anche da seppur limitati e saltuari episodi di “crollo” , mai diagnosticati sotto il profilo medico a seguito di accessi al PS (quindi il malessere mai diagnosticato essere riconducibile a patologie di chiara origine “fisica”). Oltre a questo c’e’ una componente ossessiva, con manie verso aspetti futili della vita che non dettaglio ma che secondo me (e della psicologa) sono sempre andati un po oltre la normale e dovuta cura di se stessi. Questi comportamenti nel passato, e da una mia rilettura della ns.” avventura umana” - stiamo insieme da 20 anni- trovavano la naturale cura e assecondamento nel rapporto con il genitore venuto a mancare improvvisamente, rapporto costante nel quotidiano e “ viziato” (figlia unica)., che aveva sempre assecondato ogni desiderio ed era il quotidiano ascolto di cui mia moglie aveva bisogno e che io capisco posso colmare solo parzialmente.
Ora vorrei poterci affidare ad uno psicoterapeuta bravo e disponibile ad aiutarci con la giusta empatia anche per vincere la diffidenza che penso un po mia moglie abbia verso questa sfera della medicina e psicologia, mentre a me ha sempre incuriosito e ne riconosco una necessita’ dato il periodo che stiamo vivendo. Quello che porta ansia e depressione a mia moglie e’ la paura di non riuscire ad affrontare le cose quotidiane come la gestione dei figli, la scuola, il lavoro, ec ogni cosa e’ riconosciuta come stress; ovvero nel suo linguaggio ricorrente siamo spesso noi che gli stiamo vicino a stressarla (figli marito etc) e quindi proietta fuori il suo malessere. Vorrei sinceramente aiutarla, non si merita di buttare via cosi questi anni della vita che sono i piu belli ed e’ una persona che, quando sta bene , sa voler bene e farsi apprezzare da tutti, ed e’ ovviamente la figura centrale per. figli e la famiglia e che non deve mancare! Ho letto anche dell’ ipnosi, ma non saprei se sia piu efficace ed idoneo a mia moglie quel metodo o altri metodi di psicoterapia.
Grazie dell’ascolto( per essere arrivati fin qui…:)) un consiglio o un'indicazione. Personalmente, cerco un medico psicoterapeuta , possibilmente a Genova...
Salve, Mi spiace molto per la situazione del disagio espresso e comprendo il disagio sperimentato. Ritengo importante che ja signora possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare Quei pensieri rigidi e disfunzionali che le impediscono al benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto.
Ritengo altresì molto utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della Sofferenza in atto. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL

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Gentile Utente, ha descritto la situazione con lucidità e delicatezza, il problema di cui ci racconta è chiaro, e capisco che per lei e i suoi figli sia difficile osservare una moglie e una mamma che dal lutto sembra funzionare a corrente alternata. È probabile che sua moglie avesse già una base preesistente di tipo ossessivo e ciclotimico ma che poi alla morte della madre si sia slatentizzata. Il gold standard in questi casi è di un intervento combinato psicoterapia + terapia farmacologica, ma se la seconda viene accettata per l’immediatezza, la prima viene spesso evitata, un po’ per disinformazione e un po’ perché mettersi in discussione non è facile per nessuno. È importante che riesca a problematizzare con sua moglie i momenti di down, in modo non accusatorio, perché i momenti di up vendono un euforia che non ammette repliche. Il problema non sta tanto negli anni persi, quanto nella difficoltà di sua moglie nel riconoscere che in quei momenti la sua vita finisce in pausa e si riduce allo stare nel letto. Eventualmente consideri la possibilità di iniziare lei che ci scrive un percorso, finalizzato a capire come porsi a fronte degli input di sua moglie, e ad includerla col tempo, poiché vedendo lei per primo muoversi potrebbe sentirsi rassicurata rispetto alla diffidenza. Un caro saluto
Buongiorno, mi dispiace per.la.situaziine di sofferenza che lei e la sua famiglia state vivendo, sicuramente abbinare una psicoterapia allo psichiatra è fondamentale. Si devono indagare le cause profonde di ciò che porta questo malessere. Potrebbe essere buono anche fare una.terapia familiare, alternata con incontri individuali per sua moglie. Sicuramente è indispensabile trovare empatia con il/la terapia.
Proceda con fiducia
Un saluto
Claudia m
Buonasera. Mi sembra molto chiara la descrizione che fa della difficile situazione che state vivendo in famiglia per via delle problematiche che sua moglie sta manifestando dopo la perdita improvvisa di uno dei suoi genitori. A mio avviso, come lei stesso dice, è opportuno che sua moglie affianchi alla cura farmacologica un percorso psicologico con uno/a psicoterapeuta, al fine di poter gradualmente ritrovare il proprio equilibrio psichico ed il proprio benessere. Inoltre, se ne sentisse la necessità, valuti anche la possibilità di rivolgersi lei stesso ad un/a professionista per avere un proprio spazio di ascolto, di supporto e di elaborazione dell'esperienza che sta vivendo indirettamente. Infine, è opportuno confrontarsi direttamente con lo psichiatra che ha prescritto la terapia farmacologica a sua moglie per avere maggiori informazioni in merito agli effetti limitati che al momento la cura sta avendo, e potreste richiedere allo stesso psichiatra i contatti di professionisti psicoterapeuti che lavorano su Genova, oltre a ricercarli su questa piattaforma con l'utilizzo dei filtri per area geografica. In bocca al lupo e un saluto, Dott. Felice Schettini
Buonasera. Mi spiace per la situazione che state vivendo. Molto spesso dopo la mancanza di persone significative ci sono scompensi importanti. Per sua moglie è importante elaborare questo lutto e imparare un nuovo modo di regolare le sue emozioni, in maniera più autonoma. La psicoterapia è imprescindibile. Sono disponibile per un consulto o indicazione, on line, se avete bisogno.
Buongiorno , le suggerirei uno psicoterapeuta che si occupa di lutti e che sappia praticare l' Emdr. In tal modo una elaborazione dell'eventi morte e un depotenziamento delle emozioni potrebbero produrre un netto miglioramento. Può cercare sul portale di mio dottore, lì troverà una vasta scelta di professionisti con relative informazioni e recensioni.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente di mio dottore,

è opportuno che sua moglie cominciasse un percorso di psicoterapia accompagnato da un trattamento farmacologico adeguato. Allo stesso tempo non posso non riscontrare il fatto che sia lei a scrivere e le chiedo quanto sua moglie sia motivata ad iniziare un trattamento psicoterapico. La volontà di iniziare un percorso dovrebbe partire da lei, in quanto un paziente portato da uno specialista senza che abbia minimamente intenzione di affrontare un lavoro terapeutico su di sé non produrrebbe alcun genere di risultato.
Nel caso resto disponibile anche on-line.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buonasera, è una situazione complessa che merita di essere discussa di persona.
Se ha piacere di avere una consultazione sono disponibile.
Mi trova a Genova in galleria Mazzini
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Buongiorno, gentilissimo colgo nella sua descrizione una complessità di lettura e molta ansia da parte sua, comprendo la preoccupazione per ciò che sta vivendo....sicuramente un mese e mezzo di terapia farmacologica è molto poco e sostenere il percorso intrapreso è importante. Potrebbe chiedere un consulto con il medico psichiatra che la segue per esporre le sue perplessità ed eventualmente chiedere un percorso di psicoterapia individuale/familiare perchè giustamente come lei rileva a soffrire di questa fragilità possono essere anche i figli. Rimango a disposizione cordialmente Dott.ssa Mirella pepi.
Buongiorno,
comprendo la sua preoccupazione poiché, come da lei constatato, il farmaco ha un potere limitato, sicuramente serve a gestire meglio alcuni sintomi ma non agisce sulle origini del problema. A questo punto del percorso, se sua moglie se la sente sarebbe utile incontrare di nuovo uno psicoterapeuta affinché sua moglie possa lavorare sulle cause del suo malessere. Rimango a disposizione. Cordiali Saluti Dr.ssa Michela Campioli
Buonasera, cerchi sul sito associazione emdr italia un terapeuta, meglio se practitioner o supervisore, su Genova. il lutto sarà stato un fattore precipitante e credo che sua moglie possa fare un buon lavoro. Cordiali saluti dott.ssa Adriana Casile
Sicuramente una situazione seria. Non mi preoccuperei dello scarso risultato dei farmaci,nessun farmaco guarisce,sono utilissimi e a volte anche io li suggerisco,ma solo per un temporaneo contenimento dei sintomi. Per il resto è sempre necessario,la’ dove possibile,un serio lavoro psicoterapeutico.
La diagnosi di disturbo bipolare sta diventando un po’ una moda,probabilmente è corretta, maio proverei a ricevere un altro parere almeno,anche perché se così fosse si dovrebbe provare con altri farmaci,il depakine forse non è il migliore in questo caso. Ma soprattutto deve essere sua moglie a preoccuparsi della propria situazione,lei al posto suo non serve a molto
Buongiorno Utente da Genova,
il Suo sembra proprio essere un SOS, purtroppo destinato a non sortire effetto fin quando non sarà sua moglie a chiedere aiuto. Potrà sembrare paradossale, ma nella mia esperienza la consapevolezza di poter farsi carico del proprio dolore in prima persona è la Prima Risorsa necessaria per intraprendere una psicoterapia. Personalmente lo dico sempre ai miei pazienti: "Io non ho mai guarito nessuno!" Ma so come agevolare l'accesso alle più profonde risorse interiori che sono la fonte (metaforica e reale) del processo di autoguarigione.
Saluti sua moglie per me, questa risposta la dedico principalmente a LEI.
Cordialmente.
Dr Ivano Ancora
Gentile utente, mi spiace per la situazione che sta affrontando, il suo disagio è comprensibile. Sicuramente per sua moglie potrebbe essere molto utile intraprendere un percorso di terapia in abbinamento a un percorso farmacologico. Quello che mi sento di suggerirle è di considerare anche lei che ci scrive di ritagliarsi uno spazio di ascolto per sè in cui elaborare questa difficile situazione. Un saluto, dott.ssa Marcella Boscolo
Buongiorno, mi dispiace per la situazione complessa che state vivendo.
Sua moglie ha sicuramente bisogno del supporto di una terapia farmacologica affiancata da un percorso di terapia che possa aiutarla non solo nella gestione dei sintomi, ma anche nell'affrontare le cause del malessere. Suggerisco però anche a lei una terapia che possa prima di tutto sostenerla in questo momento di fatica e che possa anche aiutarla a trovare le strategie più efficaci per sostenere sua moglie in questa situazione.
Le auguro il meglio.
Dottoressa Monica Mellone

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