Prendo Tavor da 40 anni insonnia da qualche mese ,avendo glaucoma avanzato e vista in peggioramento

24 risposte
Prendo Tavor da 40 anni insonnia da qualche mese ,avendo glaucoma avanzato e vista in peggioramento non potendomi curare come si deve per inefficienza delle strutture ospedaliere qui in zona,come faccio ad essere serena? Aiuto
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, ritengo fondamentale che lei possa rivolgere tale domanda ad un medico, figura professionale più competente in materia. Tenga presente che la letteratura scientifica e Concorde nel sostenere l'efficacia dell'approccio combinato ossia costituito da farmaco più psicoterapia dunque la invito a
ritagliarsi uno spazio per esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto. Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso con la genesi della sofferenza in atto. Resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL

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Dott.ssa Teresa Aprile
Psicologo, Psicoterapeuta
Rosolini
Salve, credo che un consulto medico sia fondamentale per verificare l'efficacia della terapia farmacologica. Tuttavia la invito a considerare la possibilità di affiancare alla terapia farmacologia una psicoterapia. Attraverso il supporto psicoterapico il suo dolore può acquistare senso ed essere più serena.
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, sarebbe opportuno confrontarsi con il suo medico di fiducia.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dott. Antonio Panza
Psicoterapeuta, Psicologo
Marano di Napoli
Buonasera, per un eventuale aggiustamento della terapia farmacologica le consiglio di rivolgersi ad un medico; tuttavia le consiglio di prendere in considerazione anche l'idea di rivolgersi ad uno psicologo per un sostegno alla sua difficile condizione. per ulteriori chiarimenti sono a sua disposizione, può scrivermi in privato. Cordiali saluti. Dott. Antonio Panza
Dott.ssa Silvia Abbà
Psicoterapeuta, Psicologo, Terapeuta
Torino
Buona sera, per la valutazione e l'aggiustamento della terapia farmacologica le consiglio di rivolgersi al suo medico.
Per la serenità di cui parla le consiglio un processo terapeutico che le consenta di rivisitare la propria storia e poter comprendere che significati ha dato lei all'essere sereni e cosa, in questo momento le impedisce di sentirsi tale. Farlo in un luogo sicuro, all'interno di una relazione terapeutica le consente di avere il supporto necessario per attraversare questo momento così delicato per lei.
Resto a disposizione, un caro saluto. Silvia Abbà
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Gentile utente di mio dottore,

sarebbe opportuno contattasse il suo medico prescrivente per verificare l'efficacia della terapia farmacologica. Aggiungo inoltre che dovrebbe affiancare al trattamento farmaco-terapico la psicoterapia; grazie a quest'ultima il suo dolore può individuare un senso e rimandarle un senso di maggior integrità ed equilibrio emozionale.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Antea Viganò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pessano con Bornago
Gentilissima, capisco la sua situazione e comprendo i dubbi e le paure che sta vivendo. Per quanto riguarda la parte farmacologica, le consiglio di rivolgersi al suo medico curante. Credo inoltre che un percorso di terapia potrebbe aiutarla nella gestione di questa difficile situazione
A disposizione!
AV
Dott.ssa Sonia Cannavò
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Torino
Buongiorno, per le sue necessità potrebbe sentire il parere di uno psichiatra anche per valutare la terapia farmacologica più adatta per il suo glaucoma. Le potrebbe essere utile anche intraprendere contemporaneamente anche un percorso psicoterapeutico per indagare il disagio legato all'insonnia e i sintomi ansiosi per i quali sta assumendo del Tavor. Resto a disposizione per ulteriori necessità, un caro saluto.
Prof. Antonio Popolizio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, deve parlarne col medico che le ha prescritto il farmaco. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Gentile utente, i farmaci sono un valido aiuto ma per risolvere le difficoltà è necessario affiancare un percorso di psicoterapia. Ne cerchi uno privato sul portale, oppure richieda alle strutture che la seguono.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Claudia Castellani
Psicologo, Psicoterapeuta
Forte dei Marmi
Buonasera

Visiti il sito enpap.vivere meglio.it che offre a tutti i cittadini supporto psicologico gratuito .
Saluti
Dott.ssa Claudia Castellani


Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Vizzolo Predabissi
Buongiorno,
Mi spiace per tutto quello che sta provando
Sono disponibile ad aiutarla anche online
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Dott.ssa Greta Tovaglieri
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Buonasera.
Laddove la medicina non aiuta e fallisce, una cura psi può supportarla, non certo a guarire il suo male fisico, ma ad assumerlo in modo differente.
Ci pensi.
Coraggio.
Greta Tovaglieri
Dott.ssa Luciana Gori
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Salve, comprendo il suo malessere e l’ansia che ne deriva. Dovrebbe affiancare un percorso terapeutico alla cura farmacologica che le dia supporto e la indirizzi a trovare un senso di sé più forte ed equilibrato. Pensare in questa direzione le farà scoprire nuovi punti di forza e risorse. Sono disponibile anche online. Cordiali saluti
Dott. Gregorio Bonomo
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Modica
Salve, il primo passo da fare è quello di rivolgersi al proprio medico di famiglia. Spesso, infatti, la terapia farmacologica può causare effetti collaterali (l'insonnia è uno di questi). Assumendo la terapia da 40 anni è anche probabile l'effetto REBOUND nel caso in cui lei abbia interrotto bruscamente la terapia (il riacutizzarsi del sintomo originario).
Il secondo passo è quello di valutare di rivolgersi ad uno specialista per l'eventuale rimodulazione della terapia farmacologica (psichiatra o neurologo).
Infine, il terzo passo è quello che personalmente reputo il più importante ed anche il più sottovalutato: rivolgersi ad un bravo psicoterapeuta: ricordi, infatti, che i farmaci curano quasi sempre i sintomi, ma non l'intera sintomatologia. Quest'ultima può essere causata da un'inifinità di aspetti, come ad esempio traumi irrisolti, difficoltà ad elaborare le proprie emozioni, ma anche difficoltà relazionali. Spero di essere stato un po' d'aiuto.
Dott.ssa Valentina Iacuzio
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Sessuologo
Inzago
Buongiorno, credo che per un aggiotnwmenyo della Sua terapia sia opportuno consultare il suo medico curante. Sicuramente intraprendere un percorso psicologico può aiutare nell'affrontare la Sua situazione.

Cordialmente

Valentina
Dott.ssa Valeria Sicari
Psicologo, Psicoterapeuta
Vicenza
Gentile utente grazie per averci rivolto questa domanda le consiglio di rivolgersi al suo medico di base o a chi ha prescritto lo zoloft e sopratutto al medico che ce l'ha in cura per il glaucoma informandolo della cura con lo zoloft. Poi se vuole può valutare se è il caso di affiancare una psicoterapia personale per l'insonnia e per gestire e affrontate la situazione. Un caro saluto Dott.ssa Valeria Sicari
Dott.ssa Valeria Maggiore
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Palermo
buonasera credo sia opportuno che si rivolga ad un professionista , come ino psichiatra che possa valutare la terapia farmacologica opportuna alle sue esigenze
Dott.ssa Rossana Cuomo
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Angri
Immagino che la sua situazione di salute la stia mettendo molto alla prova, di solito il sonno nei momenti di stress è la prima cosa che viene intaccata. Le consiglio di affidarsi ad uno specialista per una giusta cura farmacologica per trovare sollievo più facilmente, inoltre oltre al farmaco le consiglio di lavorare molto sui suoi pensieri che di notte si fanno più acuti e non le permettono di stare serena. Un saluto
Dott.ssa Valentina De Chiara
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Brescia
v
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua esperienza. Per un eventuale adattamento della terapia farmacologica le consiglio di consultare un medico. Inoltre, le suggerisco di considerare un consulto psicologico, così da esplorare più a fondo la situazione e affrontare i pensieri e le emozioni legati ad essa, con l’obiettivo di trovare maggiore serenità.
Resto a disposizione anche per consulenze online.
Un caro saluto,
Dott.ssa Valentina De Chiara
Dr. Jacopo Modoni
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera,
la sua fatica è comprensibile: convivere con una condizione cronica come il glaucoma, soprattutto se avanzato, e al tempo stesso con l’insonnia e un senso di abbandono da parte del sistema sanitario, può generare un carico emotivo enorme.

Il Tavor, se assunto da così tanti anni, può purtroppo perdere efficacia nel tempo e contribuire a una maggiore vulnerabilità dell’umore e del sonno. È importante, dove possibile, valutare con uno specialista (psichiatra o geriatra) se esistono strategie di sospensione graduale e alternative più efficaci e sicure, anche in relazione al glaucoma.

Inoltre, se l’aspetto medico le sta togliendo serenità, può essere utile iniziare un supporto psicologico mirato: non per “cambiare i fatti”, ma per trovare risorse interiori e strumenti di gestione emotiva che possano alleggerirle il peso quotidiano. Anche in situazioni oggettivamente difficili, si può imparare a convivere meglio con ciò che non possiamo controllare.

Ha tutto il diritto di chiedere aiuto e riceverlo in modo rispettoso e dignitoso. Non è mai troppo tardi per provare a migliorare la propria qualità di vita.

Un caro saluto,
Dott. Jacopo Modoni
Dott.ssa Arianna Amatruda
Psicologo, Psicologo clinico
Nocera Inferiore
Comprendo quanto possa essere difficile affrontare il peso dell’insonnia e del peggioramento della vista, soprattutto in un contesto in cui ti senti trascurata dal sistema sanitario. Hai bisogni di spazi di sicurezza, ascolto e contenimento. Potresti cercare supporto anche in strutture territoriali o associazioni per ipovedenti, dove sentirti vista e meno sola può fare la differenza.
Dott.ssa Cecilia Cicchetti
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano


Da una prospettiva psicodinamica, la tua insonnia e la sensazione di soffocamento potrebbero riflettere un conflitto interiore profondo. L'ansia che provi potrebbe essere legata a un senso di impotenza e alla paura della perdita, in questo caso della tua vista, che ti fa sentire vulnerabile e senza risorse.

Il Tavor è stato un modo per cercare di gestire questa ansia e incertezza, ma l’insonnia potrebbe essere un segnale che ci sono emozioni represse o difficoltà non ancora completamente affrontate. Il corpo e la mente sembrano "bloccati", come se non riuscissi a "respirare" emotivamente.

Il lavoro psicodinamico ti potrebbe aiutare a esplorare queste paure inconsce e elaborare i conflitti che le scatenano, permettendoti di ridurre il bisogno di controllo e trovare una nuova serenità, nonostante le difficoltà esterne. La consapevolezza e l’accettazione di ciò che non puoi cambiare possono portare a una gestione più sana dell'ansia.
In psicoterapia, potremmo esplorare questi temi, cercando di ridurre la dipendenza dal farmaco e di trovare risorse interne per affrontare la paura e il dolore emotivo.
Dott.ssa Tonia Caturano
Psicoterapeuta, Sessuologo, Psicologo
Pioltello
Capisco quanto tu possa sentirti stanca, fragile e forse anche spaventata. Quando il corpo comincia a cedere in un punto così prezioso come la vista, e quando il sonno — che dovrebbe essere il porto sicuro — smette di proteggerti, ogni cosa diventa più pesante. È come camminare su un terreno che non senti più stabile, e intorno a te sembra non esserci l’aiuto che meriteresti.
E poi c’è quel Tavor che ti accompagna da quarant’anni, come un vecchio compagno di viaggio: familiare, prevedibile, e nello stesso tempo sempre meno capace di offrirti davvero il riposo che cerchi.
La tua domanda — *“come faccio ad essere serena?”* — non è una richiesta ingenua: è il bisogno profondissimo di ritrovare un punto fermo mentre tutto intorno si muove.
E nessuno può biasimarti per questo.
La verità è che la serenità, in un momento così, non è una vetta da conquistare a colpi di forza di volontà; è più simile a una stanza dentro cui puoi entrare un pochino alla volta, anche solo per qualche minuto, e sentire che lì non devi lottare. Non serve negare la paura, né fare finta di non vedere la fatica: serve riconoscere ciò che stai vivendo, perché è reale e merita rispetto.
A volte, quando un problema medico non trova risposte adeguate — come il glaucoma che avanza o l’insonnia che ritorna dopo anni — si rischia di restare intrappolati nella sensazione di non avere più controllo. E allora la serenità sembra qualcosa che ti sfugge proprio perché fuori di te non trovi sostegno.
Ma esiste uno spazio, magari piccolo all’inizio, in cui puoi ancora respirare: quello in cui non sei la malattia, non sei la stanchezza, non sei la paura di perdere la vista. Sei una persona che sta attraversando un momento difficile, e che ha diritto a una guida, a un aiuto, a un ascolto vero.
Se senti che potresti avere bisogno di rimettere ordine nelle emozioni, di trovare un modo per affrontare l’insonnia senza sentirti sopraffatta, di gestire il senso di solitudine che può nascere quando le strutture non ti offrono ciò che ti spetta, posso offrirti uno spazio dedicato.
Un **colloquio conoscitivo**, sereno, senza impegni né giudizi, dove poter raccontare ciò che ti pesa e trovare un modo più gentile di attraversarlo.
Non per toglierti magicamente i problemi — sarebbe ingiusto prometterlo — ma per aiutarti a non affrontarli da sola, e a sentire che anche dentro la paura può esistere una piccola zona di quiete.
Tu meriti di sentirti meno sola e di ritrovare un po’ di pace, anche solo un passo alla volta. Quando vuoi, possiamo cominciare da lì.

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Riccardo Rustichelli

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