Mio marito soffre di infertilità maschile. In una icsi3 anni fa ho avuto2gemelli. Penso continuament

24 risposte
Mio marito soffre di infertilità maschile. In una icsi3 anni fa ho avuto2gemelli. Penso continuamente ad un terzo figlio (spero sia del sesso oppost)ma non riesco a buttarmi su un nuovo percorso perché provo senso di colpa nei confronti del mio corpo (abusato da farmaci) e dei miei figli come se non mi bastassero. Perché mi sento così? cosa devo fare?
Dott. Sergio Borrelli
Psicologo, Psicologo clinico
Tradate
La sua esperienza è già stata caricata di aspetti notevolmente pesanti per il corpo e per il suo mondo emotivo. Credo che il suo stato emotivo attuale sia comprensibile.
Spero che anni fa, quando avete seguito i programmi definiti in genere di PMA, siate stati seguiti anche da psicologi. Potrebbe essere utile tornare da questi psicologi per parlare di quello che accade oggi, tra desideri, progetti, emozioni.

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Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Grazie per aver condiviso la tua esperienza così personale e delicata.

Il desiderio di un altro figlio, soprattutto dopo un percorso complesso come l’ICSI, può generare emozioni intense e contrastanti. Da un lato, senti il forte desiderio di completare o ampliare la tua famiglia; dall’altro, emergono sensi di colpa sia verso il tuo corpo – che ha già affrontato trattamenti invasivi e stressanti – sia verso i tuoi figli, come se desiderarne altri significasse non essere pienamente soddisfatta o grata per ciò che hai.

È importante sapere che questi sentimenti non sono insoliti. La fertilità medicalmente assistita può lasciare tracce non solo fisiche, ma anche emotive e psicologiche: la fatica dei trattamenti, la paura di nuove delusioni, i dubbi morali o relazionali. Inoltre, il desiderio che il prossimo figlio sia di un sesso diverso può far parte di una fantasia di “equilibrio” familiare, ma può anche alimentare ulteriori pressioni interne.

Ti senti così perché sei combattuta tra bisogni profondi e paure altrettanto forti: la voglia di maternità si scontra con il timore di non farcela fisicamente o emotivamente, e con la sensazione di dover “proteggere” ciò che hai già. Spesso, il senso di colpa nasce dall’idea – non sempre realistica – di dover essere una madre perfetta, completamente appagata e senza “altri desideri”.

Cosa fare? Il primo passo è concederti di parlare di queste emozioni senza giudicarti. Riconoscere e legittimare il tuo desiderio (e anche le tue paure) è fondamentale per capire se vuoi davvero intraprendere un nuovo percorso di procreazione medicalmente assistita o se ci sono altri modi per sentirti completa e serena.

Sarebbe utile e consigliato per approfondire questi aspetti rivolgersi ad uno specialista.

Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buonasera, il desiderio di un altro figlio e il senso di colpa vanno analizzati con un professionista perché possono essere associati ad altro materiale di natura emotiva. Le suggerisco pertanto di approfondirlo.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Margherita Atzori
Psicologo, Psicologo clinico
Aprilia
Buonasera. Il desiderio di un altro figlio può convivere con tanti altri sentimenti, anche contraddittori: senso di colpa, paura di non bastare, fatica fisica ed emotiva. Tutti questi vissuti meritano di essere ascoltati, non giudicati.
Il sentirsi ‘in colpa’ verso il proprio corpo o verso i figli già presenti non deve costringerti a pensare che ci sia qualcosa di sbagliato in te. Forse stai solo cercando un equilibrio tra il tuo desiderio e te stessa, tra chi c’è già e chi potrebbe arrivare.
È possibile accogliere questo desiderio con delicatezza, senza affrettare risposte né doverlo zittire e, in questo, un percorso di ascolto psicologico può aiutarti a dare voce a tutte queste parti: quella che desidera, quella che teme, quella che si sente stanca o ‘in debito’. Buona riflessione!
Dott. Gaetano Marino
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Novara
Gentile utente, grazie per la condivisione di questo suo disagio. Le consiglio di iniziare un percorso terapeutico dove poter approfondire le dinamiche di cui ha parlato. Ho un orientamento analitico transazione e il mio approccio consiste in una prima videocall della durata di 10-15 minuti gratuita a cui far seguire un percorso psicologico in presenza oppure online. Per ulteriori delucidazioni non esiti a contattarmi. Cordialità dott. Gaetano Marino
Dott. Luca Rochdi
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, le consiglio di intraprendere un percorso di supporto psicologico che possa aiutarla ad approfondire gli aspetti emotivi legati al concepimento, esplorando le emozioni che ha vissuto e sta vivendo.
Sarei felice di accompagnarla in questo percorso.
Se dovesse avere dei dubbi, può contattarmi premendo il tasto 'messaggio' sul mio profilo.
Resto a disposizione attraverso consulenze online.
Dott. Luca Rochdi
Dott.ssa Susanna Scainelli
Psicologo, Psicologo clinico, Neuropsicologo
Albino
Buonasera, a mio parere le potrebbe essere di aiuto iniziare un percorso di supporto psicologico per riuscire ad elaborare i sensi di colpa che descrive. Se avesse bisogno sono a sua disposizione in presenza o online, per una terapia di tipo relazionale integrata, con il supporto di varie tecniche personalizzate in base al paziente, ai suoi bisogni ed obiettivi con evidenza scientifica. Dott.ssa Susanna Scainelli
Dott. Dario Martelli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
La sensazione è che questo desiderio di avere figli le prenda decisamente la mano, tanto da non permetterle di rispettare il suo corpo. Forse fermarsi un attimo e provare a capire fino infondo questo desiderio e che cosa la spinge può essere utile. se ha bisogno, a disposizione, anche online. Saluti. Dario Martelli
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,

lei qui porta un tema molto importante che potrebbe meglio esser sviscerato all'interno di uno spazio di ascolto più ampio che solo una psicoterapia potrebbe fornirle. Si apra alla possibilità di affidarsi ad uno specialista, la aiuterà a trovare le risposte che cerca.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott.ssa Claudia Mesto
Psicologo, Psicologo clinico
Bari
Le emozioni che sente sono assolutamente normali in contesti così personali e significativi come la maternità. Parlarne con un professionista potrà aiutarla ad elaborare queste sensazioni, nel trovare serenità e chiarezza rispetto i suoi desideri.
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, quello che sta vivendo è un conflitto interiore molto profondo e umano. Da un lato il desiderio autentico e legittimo di accogliere un nuovo figlio, dall’altro il senso di colpa, la stanchezza accumulata e il timore che questo desiderio possa in qualche modo sminuire o mettere in discussione l’amore per i suoi bambini o la cura per sé stessa.

Vorrei dirle con chiarezza che ciò che sente non è né strano né sbagliato. È normale, soprattutto dopo un percorso come quello della procreazione medicalmente assistita, che il corpo e la mente portino ancora addosso le tracce della fatica, della speranza, della paura, dei sacrifici. Sono esperienze che lasciano un’impronta profonda, e a volte, anche a distanza di anni, generano ambivalenze: una parte di sé vorrebbe rivivere l’esperienza della maternità, mentre un’altra si sente fragile, spaventata, forse anche “colpevole” di chiedere ancora, quando si ha già tanto.

Il senso di colpa, in queste situazioni, spesso non riguarda solo i figli, ma anche sé stesse: si può avere la sensazione di tradire il proprio corpo, di metterlo nuovamente alla prova, o di non essere abbastanza riconoscenti per quello che già si ha. Ma desiderare un altro figlio non significa che i suoi gemelli non le bastino. Significa semplicemente che dentro di lei c'è ancora spazio, un desiderio di completamento, forse anche un bisogno di chiudere un ciclo con più libertà e meno sofferenza rispetto al passato.

Si senta libera di esplorare questo desiderio senza fretta e senza doverlo subito trasformare in una scelta concreta. Prima ancora di decidere “cosa fare”, può essere utile comprendere meglio cosa rappresenti per lei questo possibile terzo figlio. È un bisogno di riparazione? Un sogno non del tutto realizzato? Un modo per riscrivere un’esperienza che l’ha provata? Oppure è semplicemente amore che ancora ha bisogno di spazio per esprimersi?

Parlare di questi vissuti in uno spazio protetto può aiutarla a dare un senso a tutto ciò, ad accogliere il suo desiderio senza giudizio e a prendere una decisione che tenga insieme non solo ciò che vuole, ma anche ciò di cui ha bisogno.

Qualunque sia la direzione che sceglierà, sarà più facile percorrerla se sostenuta da una maggiore consapevolezza e da un ascolto gentile verso sé stessa.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Chiara Biasi
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno, capisco il senso di colpa e il dubbio che non le danno tregua, d'altro lato lei ha un desiderio molto forte e delle questioni dall'altro lato che lo impediscono. Penso che potrebbe essere utile per lei intraprendere un percorso per comprendere al meglio i suoi sentimenti e l'origine di questo desiderio
Dott.ssa Francesca Casolari
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
salve, questo richiede una terapia poichè è difficile in questo contesto, comunque faccia i pro e i contro di un 3 figlio grazie
Cara Signora,
le emozioni che sta vivendo sono profonde e del tutto legittime, dal momento che ha già affrontato precedentemente un percorso mentalmente e fisicamente impegnativo per ottenere il concepimento dei suoi due gemelli. Il desiderio di un altro figlio, tuttavia, non sminuisce l’amore per quelli che ha già, né rende meno validi i dubbi, la stanchezza o il senso di colpa verso il proprio corpo. A volte, dare uno spazio a questi pensieri con l’aiuto di un professionista può permettere di fare chiarezza e portare sollievo. Se lo desidera, sarò felice di accompagnarla in un percorso di ascolto e consapevolezza, nel rispetto dei suoi tempi e dei suoi bisogni.
Un caro saluto,
Dott.ssa Chiara Patricia Bonaventura.
Dott.ssa Aurora Corso
Psicologo, Psicologo clinico
Rescaldina
Gentile utente, è normale avere dubbi e sentimenti contrastanti in queste situazioni. Prendersi tempo per riflettere è importante. Se ne sente il bisogno, un supporto psicologico potrebbe sicuramente aiutarla a chiarire i suoi pensieri. Dott.ssa Aurora Corso.
Dott.ssa Maria Betteghella
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Salerno
Salve, il senso dicolpa può nascere da vari stimoli esterni.E' un sentimento familiare per lei? suo marito come vive la sua infertilità? ci sarebbero diverse questioni da approfondire, inclusa la relazione tra i farmaci e il suo corpo.
per un consulto online resto a disposizione.
Dott.ssa Federica Zunino
Psicologo, Psicologo clinico
Albisola Superiore
Buongiorno,

Le consiglio di consultare uno psicologo in grado di fornire adeguato supporto per chiarire le aspettative e la fattibilità dei suoi progetti familiari alla luce del benessere personale e dell'intera famiglia.
Rimango a disposizione per qualsiasi integrazione e/o chiarimento
Dott.ssa Federica Zunino
Il fatto che lei senta di volere un terzo figlio non significa che i suoi figli non le bastano. Il suo è un desiderio lecito, tuttavia, essendo consapevole della complessità dell'iter richiesto, non si sente pronta ad affrontare il percorso. Ciò che sente sono due spinte opposte, in questo caso non c'è da "fare", ma è meglio "stare" in questa confusione per poter arrivare ad una risposta che sia in contatto con la sua autenticità.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Comprendo bene la delicatezza e la profondità del momento che sta vivendo. Le sue parole raccontano una tensione forte tra un desiderio molto intimo, che sente ancora vivo dentro di sé, e un senso di colpa che la frena e la confonde. Questo conflitto può diventare faticoso da portare ogni giorno, perché la fa sentire divisa: da una parte la speranza di accogliere un altro figlio, dall’altra la paura di tradire il suo corpo e di non onorare abbastanza ciò che ha già. È importante riconoscere innanzitutto che il desiderio di avere un altro bambino non significa in alcun modo che lei non ami profondamente i figli che già ha. Non è un segnale di ingratitudine né di insoddisfazione. È piuttosto un bisogno che appartiene a una parte profonda di sé, che forse ha a che fare con un progetto di maternità che sente ancora incompiuto o con un’immagine della sua famiglia che nella sua mente e nel suo cuore è ancora aperta a nuove possibilità. Questo è del tutto umano e merita ascolto, anche se non è detto che debba necessariamente tradursi in una nuova gravidanza. Dal punto di vista psicologico, la colpa che prova verso il suo corpo e verso i suoi figli può avere radici in pensieri automatici rigidi, come l’idea che un buon genitore debba bastare ai figli che ha, oppure che mettere ancora sotto sforzo il corpo significhi abusarne o non rispettarlo abbastanza. Ma questi pensieri non tengono conto di un aspetto importante: il corpo non è solo un luogo di sacrificio, è anche lo spazio in cui lei ha dato vita, ha nutrito, ha custodito e protetto. Il fatto che porti ancora segni di fatica, di farmaci, di procedure mediche, parla del suo coraggio, della sua dedizione e della forza che ha mostrato per diventare madre. Non è raro che dopo percorsi di procreazione medicalmente assistita le donne si trovino in un misto di gratitudine e paura. La gratitudine per ciò che è stato possibile, la paura di rivivere la stessa intensità di cure, controlli, speranze e delusioni. Ed è normale anche sentirsi in colpa: si teme di chiedere troppo al proprio corpo e alla vita stessa, come se la felicità fosse una risorsa limitata da non sprecare. Credo possa esserle utile provare a osservare questi pensieri senza giudicarli subito come giusti o sbagliati, ma trattandoli come segnali che le indicano un bisogno più profondo. Si chieda di cosa ha davvero bisogno oggi: è davvero un altro figlio, o forse la sensazione di dare ancora forma a una parte di sé, di sentirsi viva in un progetto di crescita, di futuro? A volte dietro al desiderio di un altro bambino si nasconde la voglia di ritrovare una dimensione di intimità, di accudimento, di speranza che non deve per forza passare da una nuova gravidanza. Allo stesso tempo, può essere utile dare spazio anche alla paura. Se non riesce a “buttarsi” in un nuovo percorso non è segno di debolezza, ma forse è un segnale di ascolto del suo limite. Se prova a vedere questo freno non come un ostacolo, ma come un messaggio del suo corpo che la invita a chiedersi se è davvero ciò di cui ha bisogno ora, forse potrà trovare una risposta più serena. Può essere molto utile parlare di questo conflitto anche con suo marito, se non lo ha già fatto. Condividere con lui il peso di questa decisione può aiutarla a non sentirsi sola, a dare un nome a paure, dubbi, ma anche a sogni che ancora abitano la vostra coppia. Se sente che i sensi di colpa sono troppo forti e la bloccano, un percorso psicologico mirato può aiutarla a mettere ordine tra pensieri, emozioni e desideri, così da arrivare a una decisione più consapevole e libera da condizionamenti di paura o giudizio verso sé stessa. Non c’è una risposta giusta o sbagliata. C’è la sua risposta, quella che onora la sua storia, il suo corpo, i suoi figli e ciò che desidera per la sua famiglia. Ciò che conta è che qualsiasi scelta faccia sia radicata in un ascolto autentico di sé, non nella spinta di un senso di colpa che spesso confonde più di quanto guidi. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gent.ma,
la sua domanda tocca aspetti profondi e complessi dell’esperienza emotiva e genitoriale, e la ringrazio per averla condivisa con tanta autenticità.
Il desiderio di un altro figlio, soprattutto dopo un percorso faticoso come quello della procreazione medicalmente assistita, può portare con sé emozioni contrastanti: da un lato un sogno ancora vivo, dall’altro sensi di colpa, stanchezza emotiva e un senso di “non legittimità” del desiderio stesso. È comprensibile che il suo corpo, sottoposto a trattamenti intensi, abbia lasciato un’impronta profonda anche sul piano psicologico. Il fatto che si chieda se “i suoi figli le bastano” non è un segno di disamore, ma un conflitto interiore tra il senso di gratitudine per ciò che ha e il diritto di desiderare ancora.
Quello che sente non è sbagliato: è il segnale di un momento di passaggio, in cui il suo desiderio si intreccia con la storia del suo corpo, con il carico emotivo della PMA e con l’immagine di sé come madre. È importante dare spazio a questo sentire senza giudizio.
Le suggerisco di esplorare questi vissuti con un supporto psicologico individuale, anche breve, che possa aiutarla a dare un significato nuovo al suo desiderio, sciogliendo i nodi del senso di colpa e restituendole piena libertà di scelta, qualunque essa sia.
Ascoltarsi con rispetto è già il primo passo per decidere, con consapevolezza, quale sarà il suo prossimo capitolo.
Un caro saluto
Dott.ssa Stefania Conti
Psicologo, Psicologo clinico
Palermo
Buongiorno, È normale sentirsi così: il desiderio di un altro figlio si mescola a sensi di colpa legati al passato e alle responsabilità attuali. La fatica fisica e emotiva dei trattamenti, unita all’amore per i tuoi figli, può generare conflitti interiori profondi. Prova a concederti gentilezza e tempo, senza giudicarti. Parlare con uno psicologo specializzato in fertilità può aiutarti a elaborare queste emozioni, capire cosa desideri davvero e trovare un equilibrio tra i tuoi bisogni e quelli della tua famiglia. Non sei sola in questo percorso
Mi può contattare se lo desidera per trovare uno spazio di ascolto e di supporto professionale
Dott.ssa Stefania Conti, Psicologa
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Gentile,
quello che racconta è un dolore sottile e profondo, fatto di desideri contrastanti e di un senso di colpa che la tiene bloccata. Desidera un terzo figlio, ma allo stesso tempo si sente divisa tra l’amore per i suoi bambini, la fatica vissuta dal suo corpo e il timore di non poter dare tutto ciò che vorrebbe.
Spesso, quando il corpo ha attraversato tanto, nasce dentro un conflitto tra il bisogno di andare avanti e la paura di “esaurirsi”, di non essere più abbastanza per sé e per gli altri. Quel senso di colpa non è un giudice, ma un messaggio da ascoltare: le dice che qualcosa dentro di lei aspetta di essere riconosciuto, compreso, forse anche accolto con più gentilezza.
Le chiedo: cosa significherebbe per lei “buttarsi” in questo nuovo percorso? Quali paure e quali desideri si intrecciano in questa immagine?
Dott. Leonardo Iacovone
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Caro utente, desiderare un altro figlio non significa necessariamente essere insoddisfatti di quelli già avuti. Vorrei approfondire le sue condizioni legate a questo abuso di farmaci di cui parla così da poter affrontare insieme le sue preoccupazioni. Se desidera, possiamo fissare un colloquio conoscitivo. Un caro saluto

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