Mia sorella si è ammalata di depressione maggiore dall’inizio di quest’anno. Io vivo all’estero e so

18 risposte
Mia sorella si è ammalata di depressione maggiore dall’inizio di quest’anno. Io vivo all’estero e sono tornata per un mese per aiutare i miei che ormai sono molto vecchi e stanchi. La situazione dura da più di 6 mesi e nonostante la terapia psicoanalitica che sta seguendo, non accenna a migliorare. Tra qualche giorno dovrò partire, ma in me ci sono sentimenti contrastanti. Da una parte non vedo l’ora di scappare da questo ambiente tossico, dall’altra mi sento in colpa a lasciare tutto sulle spalle dei miei genitori. Come fare a prendere la giusta decisione? Se vado via, sono egoista?
Buonasera,
mi dispiace molto per al situazione che sta vivendo. è sempre difficile prendere la decisione giusta in queste circostanze. Non deve sentirsi in colpa se vuole fuggire da un ambiente che la fa star male. Questo non significa che lei non voglia bene alla sua famiglia. Sono certa che lei ha fatto il possibile. Se dovesse sentirne la necessità, potrebbe intraprendere un percorso di supporto psicologico per affrontare la sua situazione.
Rimango a disposizione.
Dott.ssa Veronica Savio

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Buonasera, posso immaginare quanto possa essere difficile stare accanto ad una persona cara che soffre ed è inevitabile che tutta la famiglia sia coinvolta in questo dolore. Mettere confini per tutelare la propria salute psicologica è una scelta funzionale per il suo benessere, ma spesso è difficile farlo perchè ciò evoca vissuti emotivi intensi e contrastanti (senso di colpa, paura di perdere un legame etc.). Potrebbe esserle utile rivolgersi ad un professionista al fine di poter avere uno spazio di ascolto che le consenta di accogliere ciò che prova rispetto alla situazione che sta vivendo. Solo accogliendo i suoi vissuti emotivi potrà decidere come andare avanti in questa situazione. Uno degli ostacoli più grandi all'accettazione del proprio sentire è proprio l'autocritica, il giudizio costante di quel che si prova e di come ci si dovrebbe sentire. Quindi è importante lei possa ascoltare quali sono i suoi bisogni e di conseguenza capire come comportarsi senza che questo comprometta la relazione con sua sorella e la sua famiglia, ma soprattutto l'immagine che lei ha di se stessa. Può essere un modo per esplorare come poter mantenere la relazione in modo funzionale, rispettando i suoi confini e la sua salute psicologica. Rimango a sua disposizione, anche online. Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Salve,
la invito a riflettere sulla possibilità di mettere la "giusta distanza" da una situazione. Non è detto che andando via lei non possa più essere d'aiuto. Anzi, potrebbe avere una visione più neutra, esterna, razionale che a volte rischia di mancare in un "ambiente tossico".
Ha quindi l'opportunità di avere una visione differente ed importantissima per gestire anche le ripercussioni che tale malattia genererà nei suoi genitori.
Per qualunque chiarimento sono disponibile online.
Cordialmente
dott.ssa Elena Rolfo
Buongiorno,
mi dispiace per quanto sta vivendo e la ringrazio per la condivisione. Non deve essere facile stare accanto a sua sorella in una situazione di sofferenza ed è comprensibile, oltre che funzionale, sentire la necessità di allontanarsi e riprendere la sua routine quotidiana. Ciò non la rende egoista. Sono certa abbia fatto il possibile per sua sorella.
Purtroppo il percorso psicoterapico ha i suoi tempi e sicuramente la figura che sta seguendo sua sorella saprà supportarla in questo momento difficile della sua vita. Sua sorella continuerà ad avere anche il suo supporto e quello dei vostri genitori.
Le faccio i miei più sentiti auguri per sua sorella e la sua famiglia.
Dott.ssa Giorgia Colombo
Carissima
Dal suo racconto trapela la sofferenza che sta vivendo a causa della depressione di sua sorella e per il senso di colpa nel dover lasciare i suoi genitori soli in questa situazione. I confini fisici ed emotivi però non andrebbero vissuti con tale angoscia perché in realtà è giusto metterli proprio al fine di preservare il proprio spazio di benessere ,, potrebbe anche cercare di seguire la situazione a distanza e assicurarsi che la rete di professionisti intorno a sua sorella possa essere effettivamente di aiuto.
Rimango a disposizione anche on line
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Margutti
Gentile utente, la domanda che può farsi ma se resta la depressione di sua sorella di risolve? Probabilmente no perché ci vuole tempo, in questo mese magari ha sollevato un po’ i suoi genitori ma lei deve vivere la sua vita in maniera indipendente vista la sua età, sua sorella ha iniziato un percorso in ogni caso che ha bisogno de suo tempo per trovare una svolta ma se lo frequenta con costanza …è già un passo, capisco il suo “senso di colpa”nel voler andarsene ma può continuare a sentire la sua famiglia anche da lontano facendo sentire la sua presenza in questo modo è organizzando un eventuale altro viaggio più avanti. Le auguro ogni bene.
Buonasera, comprendo il tormento ed il peso della decisione. Le giro la domanda: di che cosa è e non è responsabile, lei? Nel vostro sistema familiare lei è figlia, ricopre questo ruolo. In quanto tale è giusto agire per quelli che sono i suoi bisogni e desideri di figlia.
Gentile signora, posso immaginare la fatica ed il dolore di una situazione così difficile: da una parte il suo ritornare per prendersi cura dei genitori vecchi e stanchi e dall'altra la consapevolezza che questa stanchezza è legata anche alla depressione di sua sorella che rimane 'sulle spalle" dei suoi genitori. Il conflitto che vive è veramente pesante e faticoso da sostenere. La decisione può liberarla da una parte e legarla dall'altra ed i nodi dei sensi di colpa sicuramente rendono ancora più difficile la scelta. Discuterne in terapia potrebbe aiutarla a fare chiarezza dentro di lei e sostenerla nella decisione che si sentirà di prendere. Un caro saluto e a disposizione anche on line.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Gentile utente, grazie per la sua condivisione. Posso dirle che quando sia ha una persona cara che soffre di un disturbo così grave, è più che normale provare sentimenti contrastanti quali rabbia, senso di inadeguatezza o di colpa. Purtroppo lei questa situazione non l'ha scelta e deve comunque farci i conti poiché, con il ruolo che ricopre, si trova in una posizione scomodissima. Se sua sorella è già seguita lei non deve fare altro che accudire se stessa più che può, anche in vista di situazioni di emergenza o che richiedono il suo aiuto. Le consiglio di appoggiarsi ad un professionista che la aiuti in questo, non può fare tutto da sola o rischia di perdersi.
Spero tanto di esserle stata utile , non si scoraggi.
Cordialmente,
Dott.ssa ledda
Buonasera, grazie per aver condiviso i suoi stati d'animo. Prima di tutto voglio dirle che avere preso un mese libero per stare vicino alla sua famiglia è un gesto importante e da valorizzare. Ora sicuramente per lei non è semplice ragionare in maniera lucida e sente il peso per il dolore di tutti e la fatica dei suoi genitori nella gestione della situazione di sofferenza di sua sorella.Tornando a casa, all'estero, potrà rielaborare meglio la situazione e fermarsi a riflettere con calma. Potrebbe anche valutare di prendere uno spazio per sé e iniziare un percorso psicologico, un sostegno per "ricentrarsi", attraversare questo momento che anche per lei è motivo di sofferenza (anche lei può avere bisogno di supporto) e arrivare alla decisione più saggia con una certa serenità e maturità. Forse le sarà utile analizzare meglio il suo ruolo in famiglia, entrare in contatto con ciò che sente in questo momento, accogliendo anche quei sentimenti meno positivi ma naturali che potrebbe provare. Nei momenti di transizione come la malattia, la morte, la nascita ..in famiglia, emergono i conflitti più latenti, spesso anche in modo incontrollato. Da qui parte un processo che dal cambiamento, motivato dall'evento, procede verso una ri-organizzazione del sistema che può essere capace di generare nuove soluzioni o restare in un blocco/stallo. Non si assuma tutte le responsabilità e provi a valutare che anche lei può essere accompagnata in questo momento difficile. Cordiali saluti,

Dott.ssa Elena Lattanzi ricevimento a Quinto di Treviso e online. «Lo strumento più importante nel mio lavoro si chiama relazione ed ogni teoria o tecnica sottostanti agiscono in funzione e a servizio di essa.»


Gentile utente non si senta in colpa: per aiutare gli altri bisogna stare prima bene con se stessi. Potrebbe consigliare a sua sorella una psicoterapia ad orientamento psicocorporeo, nello specifico di tipo Neofunzionale, efficacissima nel trattamento della depressione.
Sono a sua disposizione per chiarimenti e dubbi.
Saluti dottoressa Mariarosaria Cerbone
Salve,

La situazione che ha descritto è sicuramente complessa e emotivamente gravosa. Trovarsi di fronte a una malattia come la depressione maggiore in famiglia può essere estremamente difficile da gestire, specialmente se ci si trova lontani e con altre responsabilità.

Prima di tutto, è importante ricordare che la cura e il sostegno per una persona affetta da depressione maggiore richiedono tempo e pazienza. La terapia psicoanalitica, come molte altre forme di terapia, può necessitare di tempo prima di mostrare miglioramenti significativi.

Riguardo al suo conflitto interiore, è naturale provare sentimenti contrastanti. Da un lato, c'è il desiderio di prendersi cura della propria famiglia, dall'altro c'è il bisogno di proteggere il proprio benessere e la propria vita.

Non è egoista voler cercare un equilibrio tra il prendersi cura di sé e il sostenere gli altri. Potrebbe essere utile riflettere sulle seguenti domande: Quali sono le mie priorità in questo momento della mia vita? In che modo posso supportare mia sorella e i miei genitori, pur mantenendo il mio benessere? Ci sono altre risorse o supporti esterni a cui la mia famiglia può attingere per aiuto?

Forse, potrebbe anche considerare di consultare uno psicologo o un counselor nel paese in cui vive attualmente, per ricevere una guida durante questo periodo difficile e avere una prospettiva esterna sulla situazione.

Le decisioni che dovrà prendere saranno personali e basate sulle sue esigenze e circostanze uniche. Ciò che è fondamentale è assicurarsi che ogni scelta venga fatta tenendo a mente sia il benessere personale che quello della famiglia.

Cordialmente,

Ilaria.
Buongiorno,
sicuramente la situazione non è facile e comprendo il suo senso di colpa, ma non è egoista se se ne va via. La responsabilità di sua sorella non è sua e lei ha già fatto abbastanza per lei. Se non mettiamo il nostro benessere al primo posto, non riusciremo nemmeno ad aiutare gli altri.
Un caro saluto,
Dott.ssa Giorgia Ferrucci
Gentile utente,
la sofferenza di una persona cara può comportare in noi emozioni contrastanti. Il suo volersi allontanare da una situazione che la causa malessere è un bisogno legittimo, perchè prima di poter fornire adeguato sostegno e supporto alla sua famiglia deve avere le risorse per farlo. Qualora dovesse sentirne il bisogno, potrebbe intraprendere un percorso di sostegno psicologico per poter affrontare la sua situazione.
Un caro saluto.
Dott.ssa Angelica Surdo
Gentile utente, mi spiace molto per la situazione, capisco che possa essere difficile convivere con questo dubbio. La situazione che sta affrontando è certamente complessa, ma si ricordi che non è da egoisti tenere in considerazione anche i propri bisogni. Potrebbe provare ad indagare se anche sua sorella non sentisse alcun beneficio dal trattamento in corso. Nel caso in cui foste concordi, si potrebbe pensare di cambiare percorso o di coinvolgere altri professionisti.
Cordiali saluti.
Buongiorno, è comprensibile avere sensazioni contrastanti in una situazione familiare come quella che descrive.
La depressione maggiore come patologia non ha effetti solo su chi la soffre ma anche su chi deve accudire la persona in difficoltà. Dunque la domanda che si pone sembra essere piuttosto lecita e coerente con il contesto che vive. Sua sorella dovrà comunque prendersi cura di se stessa, e i suoi genitori in quanto tali hanno un ruolo. Il dubbio riguarda il suo percorso personale e pertanto le consiglio di farsi aiutare in separata sede, rispetto alla sua famiglia, facendo un suo percorso, se questo è un peso troppo grande da portare, qualsiasi decisione decida di prendere.
Per ogni altra informazione, sono qui.
Dott.ssa Salvati Lavinia
Non è mai facile prendere una decisione simile e posso immaginare il senso di colpa di cui parla. Non penso che lei sia un'egoista se decide di andare via: ha fatto il possibile e c'è chi si sta seguendo sua sorella nel suo percorso di cura. Ascolti quello che sente e non metta da parte i suoi bisogni!

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