Mi chiamo Patrizia e ho sedici anni. Ho iniziato a stare male dopo aver visto un video su cosa potre
20
risposte
Mi chiamo Patrizia e ho sedici anni. Ho iniziato a stare male dopo aver visto un video su cosa potrebbe esserci dopo la morte. Come mio solito, ho iniziato a pensarci veramente troppo, infatti è diventato un pensiero ossessivo da allora. Non tanto cosa c'è dopo la morte, ma il fatto che potrebbe accadere in ogni istante, rendendo tutto inutile. Quando studio penso "e se muoio domani? che senso ha studiare?", oppure sto leggendo un libro e penso al fatto che potrei non finirlo. O vorrei guardare delle serie tv che mi interessavano, ma non lo faccio perché penso "che senso ha farlo se si muore?". Devo vivere un altro giorno con questa l'ansia e il pensiero di inutilità di tutto perché c'è la morte? Non ne parlo con nessuno perché ho paura che potrebbero iniziare ad avere le mie stesse ansie. Non riesco più a vivere normalmente, perché ho realizzato che tutto potrebbe finire da un momento all'altro e quindi che nulla ha senso. Ora, di qualsiasi cosa, penso sempre "e cosa lo faccio a fare se si muore? che senso ha la vita?". Sono consapevole che sono solo ansie, e delle volte riesco a essere lucida e a ricordarmelo, ma spesso questi pensieri prendono di nuovo il sopravvento e non riesco a pensare a nulla se non a questo ipotetico "non-senso" dell'esistenza.
kCCara Patrizia, mi sembra tanto importante per lei a 16 anni interrogarsi sul senso della vita. Le ansie e ci sono e invece di fare finta che non ci siano o che non abbiano senso vale la pena raccoglierne il significato profondo. C'è un messaggio nell'ansia che aspetta di essere decodificato. Perché eludere la domanda, o il mistero? Ho sempre pensato che l'angoscia di morte sia proporzionale alla non vita in cui si è immersi. In ogni paura della morte, c'è una strepitosa domanda vitale, un troppo di vita che non trova appagamento. Perché non soffermarsi sulle sue ansie anziché pensare che non abbiano senso? Un percorso psicologico può aiutare a fare chiarezza e a vivere appieno la cita
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Cara utente, i pensieri intrusivi posso essere assai disturbanti per la persona che ne rimane intrappolata. Data la sua giovane età credo che prima di tutto sia importante che lei ne parli con i suoi genitori, o con un adulto di riferimento di cui si fida e si sente accolta e compresa. Chiedere aiuto in modo tempestivo potrebbe essere centrale e fondamentale. Comprendere come mai proprio in questo momento si è innescata tale preoccupazione intensa e come mai non riesce a lasciare andare tali pensieri sarebbe importante per lei. Chiedere aiuto è un atto d'amore e cura verso di sè. Rimango a sua disposizione Dott.ssa Alessia D'Angelo
cara Patrizia,
le dico subito che le domande che lei si fa sono "esistenziali" e si inizia proprio alla sua età a farsele; il percorso che inaugurano queste domande però, nel suo caso, sembra subito ostacolato da una eccessiva presenza di pensieri intrusivi e di angoscia collegata che potrebbe innescare un circolo vizioso di pensieri ridondanti e ripetitivi.
Non credo che lei possa "contagiare" con le sue ansie gli altri se glie ne parlasse: sia gli adulti, che i suoi coetanei sono un punto di riferimento necessario adesso per poter almeno condividere questi timori. Dopodiché le consiglierei di fare un colloquio psicologico, chiedendo ai suoi genitori di parlare con qualcuno senza dover necessariamente dire che l'argomento è la paura della morte. Potrà prendersi il tempo che le serve per comunicarlo alla persona che incontrerà e cha saprà aiutarla.
Per quanto possa esserle utile (immagino poco) però, è importante che lei consideri l'ansia che le viene del pericolo che da un momento all'altro possa succedere qualcosa di brutto è sintomo di un attacco di ansia e come tale va trattato, non è quindi una reale percezione di pericolo della sua mente. Saluti
le dico subito che le domande che lei si fa sono "esistenziali" e si inizia proprio alla sua età a farsele; il percorso che inaugurano queste domande però, nel suo caso, sembra subito ostacolato da una eccessiva presenza di pensieri intrusivi e di angoscia collegata che potrebbe innescare un circolo vizioso di pensieri ridondanti e ripetitivi.
Non credo che lei possa "contagiare" con le sue ansie gli altri se glie ne parlasse: sia gli adulti, che i suoi coetanei sono un punto di riferimento necessario adesso per poter almeno condividere questi timori. Dopodiché le consiglierei di fare un colloquio psicologico, chiedendo ai suoi genitori di parlare con qualcuno senza dover necessariamente dire che l'argomento è la paura della morte. Potrà prendersi il tempo che le serve per comunicarlo alla persona che incontrerà e cha saprà aiutarla.
Per quanto possa esserle utile (immagino poco) però, è importante che lei consideri l'ansia che le viene del pericolo che da un momento all'altro possa succedere qualcosa di brutto è sintomo di un attacco di ansia e come tale va trattato, non è quindi una reale percezione di pericolo della sua mente. Saluti
Salve la ringrazio per la sua condivisione. Lei sta affrontando una delle tematiche centrali nella vita dell'uomo e riflettere su di essa da sola è controproducente, proprio perché si affronta un tema cosi delicato. Questa sua mancanza di confronto può alimentare l'ansia e la paura rispetto al tema affrontato. Riesce a individuare una persona con cui discuterne serenamente?
Cordiali saluti.
Dott.Salvatore Augello
Cordiali saluti.
Dott.Salvatore Augello
Cara Patrizia a sedici anni le domande sul "senso" della vita, gli interrogativi di natura esistenziale si fanno spazio al fine di trovare le proprie personali risposte, che guidino in maniera piena e creativa il proprio progetto di vita.
Da quello che scrivi emerge un vissuto pieno di angoscia che non lascia, al momento, spazio alla spinta vitale. Ti suggerisco di approfondire questi temi in psicoterapia, così da scoprire, forse riscoprire, e portare fuori, il tuo senso della vita.
Resto disponibile,
Giuditta Di Meo
Da quello che scrivi emerge un vissuto pieno di angoscia che non lascia, al momento, spazio alla spinta vitale. Ti suggerisco di approfondire questi temi in psicoterapia, così da scoprire, forse riscoprire, e portare fuori, il tuo senso della vita.
Resto disponibile,
Giuditta Di Meo
Buongiorno Patrizia
Le domande che lei si pone sono quelle che hanno caratterizzato tutte le filosofie e le religioni della storia, si tratta dunque di un argomento molto profondo e che comprensibilmente può produrre ansie. Da quello che ho capito per lei la questione va oltre la speculazione filosofica, per trasformarsi in pensieri intrusivi e fastidiosi che non le permettono di concentrarsi. Questo avviene perché la società di oggi ci porta spesso a essere iper focalizzati sul controllo, proiettando la mente sempre avanti rispetto al qui ed ora, che è in realtà l'unico momento che possiamo vivere pienamente. È infatti adesso che noi attribuiamo un senso alla nostra esistenza, cercando di compiere azioni che forse ricorderemo in futuro che qualcuno ci ricorderà, la cosa importante è attribuire a queste azioni il giusto valore con il cuore e con la mente. In questo senso il pensiero della morte rappresenta per eccellenza ciò che sfugge al nostro controllo perché non può essere compresa ma solo accettata, come una parte fondamentale della vita, che accomuna tutti gli esseri viventi. Quindi forse quello che la spaventa non è esattamente la morte, ma solo l'idea di non poter controllare ciò che ci accadrà. Quello che posso consigliarle quindi è di nutrire la sua mente e il suo cuore: vedere film, ascoltare musica andare a teatro o ad un concerto, visitare una mostra o un museo, andare nei posti che la fanno stare bene..o può anche semplicemente godersi, ogni momento concentrandosi su quello che le accade intorno o che accade ai suoi cari, regalare loro un pò di ascolto e di dedizione che la allontani da inutili pensieri su un futuro che , in gran parte, ci è ignoto. Esprimere se stessa attraverso l'arte o qualsiasi azione che la aiuti a concentrarsi sulle sue emozioni per comunicarle.
Se tutto questo non dovesse bastare prenda in considerazione di intraprendere un percorso di mindfulness o di meditazione, questi strumenti hanno saputo aiutare molte persone sono certo che potranno fare breccia anche in un animo sensibile come il suo.
Spero di cuore di essere stato utile. buona continuazione
Le domande che lei si pone sono quelle che hanno caratterizzato tutte le filosofie e le religioni della storia, si tratta dunque di un argomento molto profondo e che comprensibilmente può produrre ansie. Da quello che ho capito per lei la questione va oltre la speculazione filosofica, per trasformarsi in pensieri intrusivi e fastidiosi che non le permettono di concentrarsi. Questo avviene perché la società di oggi ci porta spesso a essere iper focalizzati sul controllo, proiettando la mente sempre avanti rispetto al qui ed ora, che è in realtà l'unico momento che possiamo vivere pienamente. È infatti adesso che noi attribuiamo un senso alla nostra esistenza, cercando di compiere azioni che forse ricorderemo in futuro che qualcuno ci ricorderà, la cosa importante è attribuire a queste azioni il giusto valore con il cuore e con la mente. In questo senso il pensiero della morte rappresenta per eccellenza ciò che sfugge al nostro controllo perché non può essere compresa ma solo accettata, come una parte fondamentale della vita, che accomuna tutti gli esseri viventi. Quindi forse quello che la spaventa non è esattamente la morte, ma solo l'idea di non poter controllare ciò che ci accadrà. Quello che posso consigliarle quindi è di nutrire la sua mente e il suo cuore: vedere film, ascoltare musica andare a teatro o ad un concerto, visitare una mostra o un museo, andare nei posti che la fanno stare bene..o può anche semplicemente godersi, ogni momento concentrandosi su quello che le accade intorno o che accade ai suoi cari, regalare loro un pò di ascolto e di dedizione che la allontani da inutili pensieri su un futuro che , in gran parte, ci è ignoto. Esprimere se stessa attraverso l'arte o qualsiasi azione che la aiuti a concentrarsi sulle sue emozioni per comunicarle.
Se tutto questo non dovesse bastare prenda in considerazione di intraprendere un percorso di mindfulness o di meditazione, questi strumenti hanno saputo aiutare molte persone sono certo che potranno fare breccia anche in un animo sensibile come il suo.
Spero di cuore di essere stato utile. buona continuazione
Sarebbe importante valutare molti fattori. Spesso un disturbo di tipo ossessivo si può innescare in un periodo particolare della nostra vita di maggior fragilità, sarebbe utile, attraverso un percorso terapeutico, riuscire a raggiungere una maggior consapevolezza del proprio mondo emotivo. Trovo rilevante anche approfondire le motivazioni per cui non si sente di condividere questi pensieri con le altre persone, ovviamente ci vuole tempo per capire il significato individuale. Le auguro di trovare presto una strada per cui possa vivere in maniera più positiva la sua quotidianità.
Ciao Patrizia il pensiero della morte rimane lontano finché non si comincia a crescere e fare i conti con il tempo che passa. Crescendo non si è più bambini, tutto cambia, il corpo, il carattere quindi crescere è un po' come "morire" rispetto al passato. Infatti proprio in adolescenza si comincia a fare i conti con questo tema ma nel tuo caso il pensiero della morte sembra stia diventando fisso e rischia di bloccarti nel tuo processo evolutivo. Ti consiglio di parlarne con i tuoi genitori e rivolgerti ad un professionista che possa sostenerti in questo difficile momento. Un saluto...
Cara Patrizia,
Quello che stai vivendo è un momento molto delicato e carico di emozioni intense. I pensieri che descrivi, legati alla consapevolezza della mortalità, possono essere difficili da gestire, soprattutto quando diventano invadenti e ossessivi, come nel tuo caso. È naturale, a volte, interrogarsi sul senso della vita e sulla fragilità dell'esistenza, ma quando queste riflessioni si trasformano in un'ansia pervasiva e limitante, come tu descrivi, è importante non sottovalutarle.
Il fatto che tu riconosca questi pensieri come "ansie" e che a volte riesca a essere lucida è un segnale positivo: dimostra una capacità di auto-osservazione che può essere molto utile nel percorso verso il benessere. Tuttavia, affrontare da solo questo carico emotivo e mentale può essere davvero faticoso.
Questi pensieri potrebbero essere il segnale di una difficoltà più profonda, che merita di essere compresa e affrontata con l'aiuto di uno specialista. Parlare con uno psicologo o psicoterapeuta può sfruttare uno spazio sicuro in cui esplorare queste emozioni, trovare nuove prospettive e imparare strategie per gestire i pensieri intrusivi. Un professionista può aiutarti a ritrovare serenità e ridare senso alle tue giornate, permettendoti di vivere pienamente il presente.
Ti invito caldamente a rivolgerti a uno specialista per approfondire questa situazione e trovare il sostegno di cui hai bisogno.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Quello che stai vivendo è un momento molto delicato e carico di emozioni intense. I pensieri che descrivi, legati alla consapevolezza della mortalità, possono essere difficili da gestire, soprattutto quando diventano invadenti e ossessivi, come nel tuo caso. È naturale, a volte, interrogarsi sul senso della vita e sulla fragilità dell'esistenza, ma quando queste riflessioni si trasformano in un'ansia pervasiva e limitante, come tu descrivi, è importante non sottovalutarle.
Il fatto che tu riconosca questi pensieri come "ansie" e che a volte riesca a essere lucida è un segnale positivo: dimostra una capacità di auto-osservazione che può essere molto utile nel percorso verso il benessere. Tuttavia, affrontare da solo questo carico emotivo e mentale può essere davvero faticoso.
Questi pensieri potrebbero essere il segnale di una difficoltà più profonda, che merita di essere compresa e affrontata con l'aiuto di uno specialista. Parlare con uno psicologo o psicoterapeuta può sfruttare uno spazio sicuro in cui esplorare queste emozioni, trovare nuove prospettive e imparare strategie per gestire i pensieri intrusivi. Un professionista può aiutarti a ritrovare serenità e ridare senso alle tue giornate, permettendoti di vivere pienamente il presente.
Ti invito caldamente a rivolgerti a uno specialista per approfondire questa situazione e trovare il sostegno di cui hai bisogno.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Cara Patrizia, è molto importante che sia stata in grado di condividere quello che prova, e la ringrazio per averlo fatto. Mi sembra che quel video abbia aperto una finestra su una assenza (di senso, di significato) che forse ha proprio bisogno di essere ascoltata. Quando dice "è solo ansia" è sicuramente funzionale a ridimensionare questi pensieri così intrusivi e totalizzanti (tanto da sembrare anche contagiosi), ma sarebbe davvero importante consultare un@ psicolog@ per capire cosa c'è dietro a tutta questa angoscia paralizzante. La fase della vita in cui si trova è già di per sé molto delicata, e a volte attraversarla può non essere facile, soprattutto quando si è persone dotate di una grande sensibilità, non sempre facile da gestire (e le sue parole mi fanno pensare a lei in questo modo). Mi sembra che il pensiero della morte spazzi via il valore di ogni tentativo di vivere (studiare, leggere, guardarsi una serie, impegnarsi nelle relazioni...), sembra prendere il sopravvento in un momento in cui lei sta mettendo in piedi un piano di vita che la accompagni nel futuro, e parlarne con qualcuno la aiuterà a ridare senso e vitalità alle cose della vita. Le faccio i miei auguri, e resto a sua disposizione se avesse bisogno.
Dott.ssa Eleonora Donatelli
Dott.ssa Eleonora Donatelli
Buongiorno! Sono consapevole di non avere una risposta alle sue paure e ai suoi dubbi, ma condividerò qualche pensiero. Non si senta sola, perché da sempre l'incontro con la morte è inquietante, destabilizzante. Per quanto banale sia a LIVELLO LOGICO l'affermazione che "tutti siamo mortali", nessuno la considera come tale e l'idea della nostra mortalità resta estranea a LIVELLO INCONSCIO. Poiché è molto faticoso concepire la propria morte, è altrettanto difficile accettare la scomparsa dei nostri cari (essenziali nel processo di costruzione della nostra identità). Un'accettazione resa ancor più complicata dall'intensità delle emozioni che suscita la scomparsa di una persona amata, il dolore, la rabbia, la disperazione. Mi chiedo se, a parte il video, non sia accaduto qualcosa che possa averla sollecitata. Ho l'impressione che la difficoltà nel recuperare il "senso - non senso" delle cose, dello studio, della vita richiami un po' la fatica di integrare le diverse spinte dell'adolescenza verso un sé intero e maturo. Si prenda il tempo di cui ha bisogno e non abbia timore di confrontarsi. È importante avere una seconda mente con cui ri-pensare le esperienze più dolorose, i pensieri più disturbanti, le emozioni più forti. In bocca al lupo
Ciao Patrizia. Il tuo post è molto interessante. Le domande che poni possono essere attribuite a molte persone ma voglio evidenziare alcuni aspetti: la morte è la tappa finale di ogni essere vivente e parlarne sarebbe molto utile per tutti Noi. Sapere che la Vita finirà dovrebbe indurci a vivere al meglio e fare ciò di cui abbiamo realmente bisogno e, quindi, vivere il presente godendo della meraviglia di questo mondo. L'ossessività dei tuoi pensieri è legata all'importanza che gli dai. Lascia andare questi pensieri, osservali con leggerezza, consapevole che nessuno di Noi può fare nulla rispetto agli eventi della Vita. Vuoi continuare a farti domande alle quali nessuno potrà mai dare risposte?
Grazie per il tuo post.
Grazie per il tuo post.
Buongiorno Patrizia. Alla tua età ila vera questione è occuparsi del futuro e delle opportunità che ti offre, invece di concentrarti sulla fine che è ancora lontanissima. Lo occasioni di incontrare il bello e di di stupirsi delle meraviglie che ogni giorno potrebbe regalarti sono il primo pensiero che dovrebbe svegliarti la mattina, puoi credermi che tutto questo è più facile da realizzare di quanto pensi. Se fossi in te parlerei con i genitori di questa tua preoccupazione, e discutere assieme a loro se fosse il caso di chiedere aiuto ad una persona esperta per darti una mano, ti auguro una buona giornata
Salve, tu sei in una fase delicata dell'esistenza, la fase della presa di consapevolezza. Cerca di convincere i tuoi a farti supportare da un esperto per un po' e vedrai che le tue ansie, in lieve misura comuni a tutti, si ridimensioneranno e tu tornerai ad essere più spensiarata. Un caro saluto
Cara Patrizia,
è normale alla tua età confrontarti con i temi più profondi dell'essere e dell'esistere. Ti invito a non aver timore delle tue riflessioni, sono comuni ed indice di un buon funzionamento cognitivo. Tuttavia, se ritieni di avere paure o angosce che rendono la vita di tutti i giorni, ti conviene chiedere un supporto professionale che possa accompagnarti in questo particolare periodo della tua adolescenza. Un caro saluto
è normale alla tua età confrontarti con i temi più profondi dell'essere e dell'esistere. Ti invito a non aver timore delle tue riflessioni, sono comuni ed indice di un buon funzionamento cognitivo. Tuttavia, se ritieni di avere paure o angosce che rendono la vita di tutti i giorni, ti conviene chiedere un supporto professionale che possa accompagnarti in questo particolare periodo della tua adolescenza. Un caro saluto
Patrizia, ciò che stai vivendo è un'esperienza molto comune tra chi, come te, riflette profondamente su temi esistenziali. La paura della morte e l'apparente "non-senso" della vita possono diventare pensieri invadenti e difficili da gestire, specialmente in momenti di maggiore vulnerabilità.
Perché accade:
Ipersensibilità esistenziale: Sei probabilmente una persona molto riflessiva, e il tuo cervello cerca risposte a domande complesse. Questo, però, può portarti a una sorta di "sovraccarico mentale".
Ansia e controllo: La morte rappresenta l'ultima incognita e può scatenare un forte senso di impotenza, che il tuo cervello cerca di gestire concentrandosi su di essa.
Pensieri ossessivi: Quando un pensiero ci spaventa, diventa difficile lasciarlo andare, perché il nostro cervello lo percepisce come qualcosa da risolvere urgentemente.
Cosa puoi fare:
Accetta i pensieri senza giudicarli:
Ricorda che avere questi pensieri non significa che siano veri o che definiscano la realtà. Sono solo il frutto di un momento di ansia.
Puoi dirti: "È normale avere paura della morte, ma non devo lasciare che questo pensiero mi blocchi."
Riconnettiti al presente:
Prova tecniche di mindfulness, come concentrarti su ciò che stai facendo ora, ad esempio sentire il tuo respiro o osservare i dettagli intorno a te.
Quando pensi: "Che senso ha studiare se potrei morire domani?", prova a spostarti su ciò che stai imparando ora, senza proiettarti nel futuro.
Trova significato nelle piccole cose:
Anche se tutto sembra privo di senso, ricorda che il significato della vita non è fisso: lo crei tu. Le piccole gioie – leggere un libro, vedere una serie, parlare con qualcuno – valgono il loro momento.
Parla con qualcuno di fiducia:
È importante condividere ciò che provi, magari con un familiare, un amico o il tuo terapeuta, se ne hai uno. Non temere di trasmettere le tue ansie: le persone possono supportarti senza "assorbire" i tuoi pensieri.
Consulta uno specialista:
Se senti che questi pensieri ti bloccano e rendono difficile vivere serenamente, un terapeuta può aiutarti. Tecniche come la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) sono molto efficaci nel gestire i pensieri ossessivi.
Ricorda:
È normale avere paura della morte, ma non sei sola. Con il giusto supporto, puoi imparare a vivere con queste domande senza che ti sovrastino. Hai il diritto di goderti il presente, anche se il futuro è incerto.
Perché accade:
Ipersensibilità esistenziale: Sei probabilmente una persona molto riflessiva, e il tuo cervello cerca risposte a domande complesse. Questo, però, può portarti a una sorta di "sovraccarico mentale".
Ansia e controllo: La morte rappresenta l'ultima incognita e può scatenare un forte senso di impotenza, che il tuo cervello cerca di gestire concentrandosi su di essa.
Pensieri ossessivi: Quando un pensiero ci spaventa, diventa difficile lasciarlo andare, perché il nostro cervello lo percepisce come qualcosa da risolvere urgentemente.
Cosa puoi fare:
Accetta i pensieri senza giudicarli:
Ricorda che avere questi pensieri non significa che siano veri o che definiscano la realtà. Sono solo il frutto di un momento di ansia.
Puoi dirti: "È normale avere paura della morte, ma non devo lasciare che questo pensiero mi blocchi."
Riconnettiti al presente:
Prova tecniche di mindfulness, come concentrarti su ciò che stai facendo ora, ad esempio sentire il tuo respiro o osservare i dettagli intorno a te.
Quando pensi: "Che senso ha studiare se potrei morire domani?", prova a spostarti su ciò che stai imparando ora, senza proiettarti nel futuro.
Trova significato nelle piccole cose:
Anche se tutto sembra privo di senso, ricorda che il significato della vita non è fisso: lo crei tu. Le piccole gioie – leggere un libro, vedere una serie, parlare con qualcuno – valgono il loro momento.
Parla con qualcuno di fiducia:
È importante condividere ciò che provi, magari con un familiare, un amico o il tuo terapeuta, se ne hai uno. Non temere di trasmettere le tue ansie: le persone possono supportarti senza "assorbire" i tuoi pensieri.
Consulta uno specialista:
Se senti che questi pensieri ti bloccano e rendono difficile vivere serenamente, un terapeuta può aiutarti. Tecniche come la Terapia Cognitivo-Comportamentale (CBT) sono molto efficaci nel gestire i pensieri ossessivi.
Ricorda:
È normale avere paura della morte, ma non sei sola. Con il giusto supporto, puoi imparare a vivere con queste domande senza che ti sovrastino. Hai il diritto di goderti il presente, anche se il futuro è incerto.
comprendo le tue ansie cara Patrizia, non sono per nulla banali, ti interroghi sulla vita e porsi delle domande è sempre un ottimo punto di partenza per comprendere i nostri bisogni. capisco che non sia semplice ma posso garantirti che l'ansia non è contagiosa e parlarne potrebbe davvero aprirti a nuovi spazi di riflessione. ti suggerisco di consultare un terapeuta esperto nella presa in carico di adolescenti, ti garantirà ascolto e supporto.
Ciao Patrizia,
I pensieri che descrivi, legati all'incertezza della vita e alla paura della morte, sono abbastanza comuni, ma quando diventano così ripetuti possono risultare molto difficili da gestire da soli. È comprensibile che tu ti senta sopraffatta dalla sensazione che nulla abbia senso, soprattutto quando il pensiero della morte ti accompagna in ogni momento.
Il fatto che tu riconosca che questi pensieri sono legati all'ansia è già un passo importante. Esistono modalità per affrontarli e ridurne l'impatto, riportando l'attenzione su ciò che accade nel presente e trovando valore anche nelle piccole cose quotidiane. La psicoterapia potrebbe esserti utile per esplorare questi temi in modo più sereno e trovare un modo per gestire questi pensieri.
Rimango a disposizione,
Un saluto,
Diana Sala
I pensieri che descrivi, legati all'incertezza della vita e alla paura della morte, sono abbastanza comuni, ma quando diventano così ripetuti possono risultare molto difficili da gestire da soli. È comprensibile che tu ti senta sopraffatta dalla sensazione che nulla abbia senso, soprattutto quando il pensiero della morte ti accompagna in ogni momento.
Il fatto che tu riconosca che questi pensieri sono legati all'ansia è già un passo importante. Esistono modalità per affrontarli e ridurne l'impatto, riportando l'attenzione su ciò che accade nel presente e trovando valore anche nelle piccole cose quotidiane. La psicoterapia potrebbe esserti utile per esplorare questi temi in modo più sereno e trovare un modo per gestire questi pensieri.
Rimango a disposizione,
Un saluto,
Diana Sala
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Ciao Patrizia, è comprensibile che i pensieri sulla morte possano diventare opprimenti, soprattutto a una giovane età. Quello che stai vivendo è un tipo di ansia esistenziale, che molte persone affrontano in vari momenti della vita. Questi pensieri, purtroppo, possono sembrare insormontabili, ma non sono un segno di debolezza. La paura della morte e l’incertezza sul senso della vita sono comuni, ma il fatto che tu ne sia consapevole è già un passo importante. Per affrontare questi pensieri, prova a concentrarti su ciò che ti piace fare, anche se sembra difficile, e ricorda che la vita è fatta anche di momenti piccoli e significativi. Non devi farlo da sola: parlare con qualcuno di fiducia o un professionista può darti strumenti per gestire meglio questi pensieri. La vita, anche se incerta, può comunque avere valore nelle piccole cose che ci arricchiscono ogni giorno.
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.