"Mettiti l'anima in pace, rimarrai sempre un ansioso ed un fobico, con l'ansia dovrai imparare a con

17 risposte
"Mettiti l'anima in pace, rimarrai sempre un ansioso ed un fobico, con l'ansia dovrai imparare a conviverci. Smettila di combatterla e accettala." Queste sono state le ultime parole dell'ultimo in contro con il mio terapeuta. Sono un ragazzo di 27 anni, da quando ho 11 anni soffro di emetofobia, e da quando ne ho 22 soffro di ansia generalizzata e attacchi di panico. Nel corso di questi cinque anni ho cambiato 5 terapeuti, tutti di indirizzo differente. L'ultimo da cui sono stato è quello con cui ho avuto un rapporto più duraturo, tre anni e mezzo circa. Da un anno e mezzo poi sono anche seguito farmacologicamente da una psichiatra, ma dopo 6 mesi di apparente successo, ad oggi sono ritornato ad essere praticamente impermeabile all'effetto dei farmaci, e nel corso del tempo ne abbiamo cambiati quattro. Dopo 5 anni di lotte e sofferenze con questo "mostro", fino ad un annetto fa ero convinto di essere sulla strada giusta per uscirne, dato che iniziavo a stare meglio. Ad oggi, invece, sono ricaduto in un baratro profondissimo: ho l'ansia perenne, attacchi di panico frequenti, le mie fobie e le mie ossessioni sono aumentate, sono sempre stanco e assonnato, dormo male la notte, non ho più stimoli, ho paura di tutto, tutto mi mette ansia e vivo perennemente nell'angoscia. L'unica certezza che avevo poi, quella del terapeuta, mi ha liquidato con quella frase nel periodo peggiore della mia vita. Non vedo via d'uscita, sono disperato, piango un giorno sì ed un giorno no, tra un attacco d'ansia e l'altro. Non so come andare avanti. Ma è davvero così? Non c'è proprio alcuna speranza per me? Condannato a non riuscire a fare anche le cose più stupide per la mia fobia invalidante? Dall'ansia patologica non si può uscire definitivamente?
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei possa proseguire un percorso psicologico per indagare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buonasera, grazie per la sua condivisione, certamente dolorosa. Noto con piacere una grande determinazione da parte sua a non arrendersi. A parer mio, nessuno è spacciato. E proprio questa determinazione le farà trovare la strada giusta per se. Di tutti i lavori psicoterapeutici precedenti, vedrà che non verrà buttato via nulla. Tra i vari orientamenti, ha mai provato L'ipnosi? ( psicoterapia Ipnotica Neo-Eriksoniana. E' una specializzazione quadriennale). credo proprio che potrebbe aiutarla. Usi la sua determinazione per non arrendersi. le verrà reso il sacrificio. Un caro saluto.
Buonasera, le consiglio di riprendere un percorso terapeutico per trovare delle strategie per gestire l’ansia che prova.
Cordiali saluti
Dott.ssa Giulia Proietti
Buona sera, anche io le consiglio di farsi aiutare per cercare quali siano i fattori che mantengono la sua ansia. I percorsi terapeutici hanno degli alti e bassi, non perda la fiducia. Mi sembra di capire che qualche miglioramento lo stava avendo. Ci sono momenti della vita in cui ricadiamo nei soliti comportamenti ma il percorso fin qui fatto non è perduto.
Un saluto,
Dott.ssa Chiara Pavia
Buonasera grazie per averci raccontato la sua esperienza molto faticosa e dolorosa con l'ansia. Capisco lo sconforto e la frustrazione che prova nel non riuscire a vedere dei miglioramenti significativi, ma vedo anche la sua determinazione e voglia di stare bene, questo è molto importante!
Provi a vedere tutto ciò che di buono e costruttivo ha imparato fin ora e continui a lavorare con il suo terapeuta. Eventualmente potrebbe provare anche con il Training Autogeno chieda al suo terapeuta.
Cordiali saluti .
Dott.ssa Verena Elisa Gomiero
Buonasera, avrei bisogno di molti elementi in più per potere esprimere un opinione o fornirle un consiglio.
Probabilmente sono da cambiare alcune dinamiche familiari che mantengono i suoi sintomi.
Le consiglierei una psicoterapia sistemico relazionale al fine di prendere in considerazione anche il contesto in cui si manifestano i suoi disagi e malesseri
Buona serata
Dott. Raffaello Di Monte
Dott.sa Luisa Anibaldi
Controcorrente: la mia risposta non ti piacerà. Dai disturbi che hai descritto si guarisce, si può guarire, ma bisogna anche volerlo, senza evitare e senza opporre resistenza (anche ai farmaci): l'alleanza terapeutica - per cui il terapeuta non fornisce le soluzioni, bensì gli strumenti per trovare le soluzioni - è fondamentale. Impara a fidarti, anzichè seguitare a fare "doctor shopping". Nel tuo caso, un approccio integrato tra psicofarmacoterapia e psicoterapia è opportuno, soprattutto in questo momento di sofferenza e di disperazione. Affidati. E resta, per quanto la terapia possa essere dolorosa. Non esiste psicoterapia che non implichi dolore.
Gentilissimo, comprendo che si senta avvilito da questo disturbo, ma non perda la fiducia nella psicoterapia rassegnandosi al disturbo. Questo non si può sentire! Immagini di aver cercato un abito per lei e non aver trovato la misura giusta. Non rimanga nudo davanti al disturbo, cerchi ancora, vedrà che troverà. L'atto o la possibilità di vomitare è associata a una serie di sintomi che lei riporta, ma è associata anche al disgusto, emozione per cui, chiunque esposto a situazioni visive, tattili, olfattive sgradevoli può provare il coito di vomito. Per lei è la paura che questo possa accadere e, se accadesse? Capire la causa che determina la conseguenza sarebbe il primo passo. Saluti dott.ssa Silvana Zito
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Salve. Nella mia lunga esperienza, per liberarsi da un problema, nel suo caso attacchi di panico, bisogna comprendere perché si è presentato e a cosa può essere funzionale. Ogni disturbo, ogni sintomo non va combattuto o gestito ma va indagato e compreso in termini di funzionalità: "da cosa mi ha protetto? Quale conflitto inaccettabile ha risolto? Era l'unico modo per essere visto? ecc." In questo modo si può iniziare a lavorare sul rispetto di sé e delle proprie fragilità, dando spazio ai vissuti emotivi, prevalentemente di rabbia, paura, vergogna, sensi di colpa, ecc., stimolando la fiducia in sé che permetterà di sentirsi in diritto di non essere perfetti e di poter deludere le aspettative proprie e degli altri, potendo pian piano abbandonare il problema, perché non se ne ha più bisogno. Lavoro sull'integrazione psicocorporea, partendo dalle sensazioni e reazioni corporee, con l'aiuto di micromovimenti che permettono di conoscere meglio le modalità reattive differenziandole dalle modalità attive, per attivare il processo di individuazione e affermazione di sé che può mettere a tacere il giudice interiore che rende dipendenti dagli attacchi di panico. Con mia enorme sorpresa, il lavoro funziona benissimo anche on line. Premetto che non è la tecnica in sé a funzionare ma l'intesa, l'alleanza terapeutica che si può creare tra me e la persona che lavora con me, perché il lavoro e il percorso va fatto e costruito insieme. É un percorso profondo, doloroso, lungo ma non lunghissimo. Se ne può uscire, se si entra nell'ottica del rispetto senza forzare, se si mette da parte l'impegno e la buona volontà, che a breve termine aiutano e danno risultati anche abbastanza rapidamente ma a lungo termine diventano ostacoli che bloccano ancora di più, perché fanno perdere la speranza di un cambiamento duraturo nel tempo. Il cambiamento duraturo avviene in modo impercettibile, lentamente, rispettando i propri tempi. Sono disponibile per approfondimenti. Distinti saluti
Gentile utente di mio dottore,

le consiglio di riprendere il percorso terapeutico, potrà trovare nel tempo delle strategie per gestire l’ansia che prova.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve sulla base delle sue indicazioni si possono fare solo alcune ipotesi che comunque vanno convalidate. Se si tratta di un disturbo legato all'ansia, come lei indica, è fondato ritenere che possa essere modificato. Solitamente nella letteratura scientifica si ha riscontro di modifiche anche importanti. E' comunque doveroso ricordarle che il risultato di una terapia di può conoscere solo alla fine e che non sempre si raggiungono i risultati sperati. Nonostante ciò è fondato ritenere che un lavoro di tipo psicoterapeutico può aiutare nel portare a dei cambiamenti. Nel suo breve racconto ci sono degli elementi interessanti come quello legato al numero di terapeuti al tipo di metodologie e tecniche. Si deve comunque mettere in evidenza che una volta iniziato un lavoro è opportuno portalo al suo termine. Se viene interrotto sicuramente c'è un motivo non esplicitato completamente. Arrivare a comprenderlo e analizzarlo è importante per modificare il suo sistema ovvero la sua struttura. Pertanto parli con il suo terapeuta di questi sui pensieri e del fatto che li ha condivisi con altri professionisti in quanto questo è sicuramente un tema importante per il suo e vostro lavoro. Un cordiale saluto
Potrebbe essere uno di quei casi in cui prima di lavorare sul sintomo occorre analizza la resistenza alla terapia. Magari sbaglio ed è una cosa che nei vari tarttamenti che ha descritto è stata già tirata fuori, ma ho il sospetto che se non elabora quella avrà la sensazione di non trovare mai il terapeuta giusto.
Buongiorno. Il mio suggerimento è di continuare ad impegnarsi nel proprio percorso di cambiamento personale, riprendendo la terapia personale o con il precedente terapeuta, se lo ritiene opportuno, data il buon rapporto che se ho ben capito si era creato prima dell'interruzione (in questo caso sarebbe importante riprendere il lavoro partendo da un confronto con il precedente terapeuta sulla restituzione che riporta in questa condivisione), o iniziando con un/a nuovo/a terapeuta, proseguendo inoltre nel lavoro con il suo psichiatra. La mia indicazione in definitiva è di non scoraggiarsi e di continuare ad impegnarsi per il miglioramento del proprio benessere e della propria vita. In bocca al lupo e un saluto, Dott. Felice Schettini
Buongiorno,
comprendo il momento difficile e sconfortante che sta vivendo.
Nel suo caso l''approccio combinato psicoterapia e farmacologia è la linea corretta e più efficace. L'ansia c'è in ognuno di noi quotidianamente ma il percorso terapeutico serve ad imparare gradualmente a riconoscerla, accettarla (più che bloccarla) ed infine gestirla. La gestione degli aspetti ansiosi e fobici è solo l'ultimo step, dopo un duro percorso di riconoscimento e accettazione che rappresenta la parte più importante. Gli strumenti per la gestione esistono e si possono acquisire in un secondo momento all'interno di un clima sereno e di una relazione terapeutica in cui ci si sente accolti e validati.
In bocca al lupo
Gentilissimo comprendo da quello che scrive quanto possa essere estenuante quello che vive, non so a quanto tempo fa risale il messaggio e spero che nel frattempo abbia potuto sperimentare un alleviamento della sofferenza. Mi rendo conto che quando si attraversa l'acme del problema si può essere indotti a credere che si rimanga imprigionati all'interno di quell'empasse ma esiste evidentemente una situazione che determina l'ingravescenza che merita di essere compresa. Da quello che racconta la lunga presenza del disturbo segnala come questo sia stato co-determinato da una serie di fattori relazionali e non dimentichiamo che il sintomo per quanto pernicioso rappresenta una forma di adattamento ed ha un suo significato. Le consiglio di riprendere la terapia e non darsi pervinto, questa è la sua sfida...Per qualsiasi domanda o richiesta rimango a disposizione.
Dott.ssa Chiara Bevilacqua
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Ciao
hai mai provato a vedere la tua ansia come un'alleata piuttosto che come una nemica nonostante tutto il malessere che ti sta provocando? Spesso cercando di cambiare il punto di vista, le persone riescono a sbloccare pensieri e reazioni disfunzionale e riacquisire potere sul nostro benessere psicofisico.
Se hai altre domande, curiosità o approfondimenti nel merito, non esitare a contattarmi, sarò felice di poterti aiutare.

dott.ssa Letizia Muzi
Buongiorno, sì che c'è sempre speranza e sono convinta che più che lottare contro i sintomi è importante ascoltarli e trovare una relazione terapeutica accogliente e nutritiva. Provi ancora a cercare una persona con la quale si senta accolto e compreso.
Vedrà che i risultati non tarderanno ad arrivare. Ha già sperimentato dei benefici che poi sono andati persi, mi chiederei quali eventi l'abbiano nuovamente abbattuto. Sono però elementi da valutare in sede di colloquio con uno specialista.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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