Io vorrei accettarmi ,ma non ci riesco del tutto,mi paragono faccio un esempio perche no mi piaccion

23 risposte
Io vorrei accettarmi ,ma non ci riesco del tutto,mi paragono faccio un esempio perche no mi piacciono le mie gambe che sono curve? Perche forse giocando a pallone le ho fatte cosi? E poi associo le gambe diritte di una persona che ho a modello( la perfezione) al fatto che lui è deciso e forte di carattere e quindi è stato con la schiena diritta e ha sviluppato le gambe e la postura diritta,io magari che da piccolo ho avuto delle esperienze di accontentare gli altri mi reputo che sono stato debole
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Dott.ssa Sara Magliocca
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Seregno
Gentile utente, grazie per aver condiviso la sua problematica. Ritengo che l'aiuto di un professionista sarebbe importante per comprendere i suoi vissuti legati alla percezione del suo corpo e come questi condizionano la qualità della sua vita. Un percorso con uno psicologo potrebbe inoltre aiutarla sul fronte dell'autostima. Detto questo sicuramente la morfologia fisica di ciascuno è influenzata dagli aspetti genetici, un pò da quelli ambientali (aver fatto un determinato sport). Gli aspetti individuali più psicologici sono da comprendere caso per caso ma certamente una persona con postura dritta probabilmente comunica una certa sicurezza in sè agli altri.
Dott.ssa Laura Missaglia
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Galbiate
Gentile utente, leggendo quanto ha scritto, mi sembra di capire che la fatica che porta, sia legata all'accettazione di sè, sia dal punto di vista fisico, che emotivo/caratteriale. Sarebbe utile approfondire alcuni aspetti presenti nella sua domanda, come ad esempio che cosa intenda per persona "forte/debole" e quali esperienze l'avrebbero portata ad elaborare un modello di perfezione o a farla sentire "debole", connettendo le caratteristiche emotive con quelle fisiche. Riterrei opportuno partire dalla premessa che una persona possa essere sia forte, che debole, in quanto gli aggettivi che utilizziamo per classificare noi stessi e gli altri vengono appresi durante le nostre esperienze relazionali. Come tutti gli apprendimenti possono però essere modificati, e qualora ritenga necessario lavorare su questo aspetto, le consiglierei di intraprendere un percorso di supporto psicologico, al fine di essere guidato nel cambiamento della percezione di sè, tramite la scoperta di nuove possibilità comunicative e relazionali, con finalità di potenziamento della propria autostima.
Resto a disposizione, anche online.
Dr.ssa Laura Missaglia
Dott.ssa Claudia Margutti
Psicologo, Psicologo clinico
Perugia
Carissimo
Dalle sue parole emerge una forte sofferenza che sembrerebbe collegata ad una bassa autostima ,,
Purtroppo mancano delle informazioni per poter comprendere meglio la sua situazione ed elaborare eventuali dinamiche anche rispetto al fatto di essere stato troppo accondiscendente da piccolo ,,
Rimango a sua disposizione per un eventuale colloquio anche on line
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Margutti
Dott.ssa Beatrice Taveggia
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Arese
Caro Utente, mi dispiace molto per quello che sta passando e la ringrazio per la sua condivisione. Nella richiesta che pone ci sono diversi elementi che meriterebbero senz'altro di attenzione. Potrebbe essere utile e prezioso esplorare il suo vissuto all'interno di un percorso psicologico.
Rimango a disposizione, anche online, e le auguro una buona giornata
Dott.ssa Beatrice Taveggia
Dott.ssa Giusy Solano
Psicologo, Psicologo clinico
Palmi
Gentilissimo
Mi dispiace molto per quanto scritto e posso immaginare il suo dolore… ciò che le posso consigliare è quello di intraprendere un percorso di sostegno psicologico in modo tale che lei riesca ad avere maggior consapevolezza e a vedersi in modo diverso.. con L’aiuto di un professionista potrà sicuramente risolvere il suo problema
Resto a sua disposizione
Dott.ssa solano giusy
Dott.ssa Erica Farolfi
Psicologo, Psicologo clinico
Forlì
Buongiorno, posso o esserci anche cause genetiche della sua postura, ma in ogni caso non è questo il punto su cui giustamente pare voglia concentrarsi. Non è tanto im modello che ha o come è fisicamente, ma come si vede che la fa stare male e sentire inferiore, per questa motivazione è importante affrontare tutto ciò in un percorso psicologico, se vuole rimango disponibile per questo.
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Dott.ssa Antea Viganò
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pessano con Bornago
gentile utente, grazie per la condivisione innanzitutto. Capisco la situazione che descrive, e comprendo le sue fatiche e soprattutto il suo dolore. Quello che potrebbe aiutarla credo che sia l'intraprendere un percorso di terapia, in modo da esplorare e comprendere a fondo le motivazioni ed i pensieri sottostanti il suo malessere.
Resto a disposizione!
AV
Dr. Massimo Montanaro
Psicologo clinico, Psicologo
Crema
Carissimo, il modo in cui guardiamo noi stessi così come l'accettazione di alcuni difetti (reali o presunti) ha molto a che fare con la nostra storia e la nostra autostima. Se questi pensieri negativi e questi sentimenti di svalutazione di sé sono davvero così insistenti e invalidanti le suggerisco di intraprendere un percorso psicologico per approfondire e farsi supportare. Sono a disposizione per qualsiasi cosa, anche da remoto. Cordiali saluti. Dottor Montanaro
Dr. Federico Barzan
Psicologo, Psicologo clinico
Padova
Capisco che lei possa avere difficoltà nell'accettarsi completamente e che si confronti con le caratteristiche fisiche degli altri. È importante ricordare che ciascuna persona è unica e ha le proprie caratteristiche individuali. Le sue gambe curve non definiscono la sua forza o il suo carattere. Lavorare sull'accettazione di sé stessa è un percorso personale che richiede tempo e comprensione. Cerchi di evitare di paragonarsi agli altri e concentriamoci sulla sua crescita personale e sul rafforzamento della sua autostima. Uno psicologo potrebbe essere d'aiuto per sostenerla nel processo di accettazione di sé.
Dott.ssa Alice Fantino
Psicologo, Psicologo clinico
Bra
Buongiorno, mi dispiace per la pesantezza della situazione che riporta. Accettarsi sta alla base del proprio benessere e vale la pena lavorarci su. Partirei dal concetto che la perfezione non esiste, e per questo non possiamo puntare ad essa! Un percorso di supporto psicologico può sicuramente esserle d aiuto.
Le auguro un buon proseguimento
Alice Fantino
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile,

Ciò che descrive tocca le profondità del nostro essere e dell'immagine che abbiamo di noi stessi. La percezione del nostro corpo è strettamente legata alle emozioni, alle esperienze passate e ai modelli culturali e sociali a cui siamo esposti. Non è raro che associamo particolari caratteristiche fisiche a determinate qualità caratteriali, e che queste associazioni influenzino il nostro senso di autostima.

È importante riconoscere che tali associazioni e percezioni sono costruzioni mentali, e non rappresentano necessariamente la realtà oggettiva. Le gambe curve, ad esempio, non indicano debolezza di carattere, né le gambe diritte denotano forza o determinazione.

Tuttavia, comprendo che queste percezioni possano avere un impatto significativo sulla sua autostima e sul modo in cui si vede. Potrebbe essere utile lavorare su queste convinzioni e su come influenzano la sua percezione di sé. La terapia può offrire uno spazio sicuro in cui esplorare questi sentimenti e costruire una maggiore accettazione di sé.

Sarebbe inoltre utile riflettere sulle origini di queste convinzioni. Da dove nasce questa necessità di paragonarsi ad altri? Quali esperienze passate potrebbero aver influenzato queste percezioni? Questo percorso di introspezione può offrirle chiavi di lettura per comprendere meglio le sue emozioni e lavorare su una maggiore autostima e accettazione.

Vi invito a considerare la possibilità di intraprendere un percorso terapeutico, che possa supportarla nella comprensione e nell'elaborazione di questi sentimenti.

Distinti saluti,
Ilaria.
Dott.ssa Silvia Marcelletti
Psicologo, Psicologo clinico
Parma
Gentile utente, buonasera.
La ringrazio per aver esposto la sua problematica.
Purtroppo quando si parla di corpo si deve fare sempre riferimento alla percezione che noi abbiamo di esso.
Percezione e realtà molto spesso non vanno mai d’accordo e il nostro occhio tende sempre a vedere il minimo difetto, quello che agli occhi degli altri è impercettibile.
Innanzitutto mi permetto di dirle che ciò che lei definisce “perfezione” inizi a pensare che in realtà non esiste.
Molto spesso tendiamo a confrontarci con modelli “di bellezza”
Perché imposti da degli stereotipi creati dalla società.
Le sue gambe deve pensare che vanno bene così come sono, le permettono di correre, giocare, camminare e arrivare anche in cima ad una montagna se vuole.

Sono a disposizione per un consulto.
Dott.ssa Silvia Marcelletti
Dott.ssa Adele De Giuli
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentilissimo, leggo da ciò che scrive una forte sensazione di sconforto. Mi sembra che questo suo sentirsi "non all'altezza", la costringa poi in un pensiero di debolezza che la fa soffrire. Credo che, se lei ne avesse voglia, intraprendere un percorso psicologico o psicoterapico, potrebbe risultarle utile per la comprensione di sé, delle proprie modalità di azione e delle sue scelte, lavorando sulla necessità di accettazione che esprime.
Rimango a disposizione qualora desiderasse avere approfondimenti.
dott.ssa Adele De Giuli
Dr. Edoardo Bunone
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, emerge una sensazione di tristezza e difficoltà ad affrontare questa situazione. E' importante concentrarsi sulla costruzione della sua identità personale, basata sui valori, passioni e ciò che vuole realizzare per la sua vita. Le consiglio di prendere contatti con uno/una psicologa per approfondire alcune tematiche.

Cordiali Saluti
Dott. Edoardo Bunone
Dott.ssa Linda Trogi
Psicologo
Viareggio
Caro Utente, innanzitutto vorrei ringraziarla per aver condiviso con noi la sua storia e la sua sofferenza. Quando si tratta di questioni, argomenti psicologici (che si tratti di rapporti sociali, disagi personali, o dei disturbi, autostima, motivazione etc..) dare risposte con così poche informazioni su di una piattaforma web, è difficile. Ognuno di noi è diverso e per comprenderlo fino in fondo bisogna ascoltarlo attentamente e porre le giuste domande.
Detto questo, le consiglio di rivolgersi a uno psicologo con il quale riesca ad entrare in sintonia e intraprendere un percorso di sostegno o supporto psicologico così da poter indagare a fondo le sue emozioni, i suoi pensieri e il suo modo di percepire sé stesso e il mondo circostante. In questo modo è possibile raggiungere quel benessere che ognuno di noi si merita.
Rimango in attesa per eventuali chiarimenti.
Dott.ssa Linda Trogi
Dott.ssa Elena Gianotti
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Buongiorno, la ringrazio per la sua condivisione. Credo che sia importante imparare ad accettarci per quello che siamo, imparando a valorizzare i nostri punti di forza e abbracciare le nostre debolezze, sganciandoci da modelli ideali e irraggiungibili di "come dovremmo essere per essere perfetti". La perfezione non esiste. Credo che un percorso potrebbe aiutarla a riconoscersi, accettarsi e abbracciarsi per come è, nella sua unicità e insostituibilità. Se avesse bisogno di ulteriore supporto o chiarimenti resto a disposizione, anche online. Un caro saluto, Dott.ssa Elena Gianotti
Dott.ssa Simona Vanetti
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Grazie per aver condiviso come ti senti.
Piccolo spoiler… quasi nessuno si accetta mai del tutto completamente, c’è sempre qualche piccola parte di noi che vorremmo fosse differente e che vorremmo assomigliasse a quella di qualcuno che consideriamo migliore. Ciononostante, si può apprendere come vivere bene lo stesso. Si può imparare ad ammorbidire il giudizio di noi stessi, così come focalizzarci su ciò che ci rende unici, comprese le parti che poco ci piacciono, anche con un pò di autoironia. Gli strumenti sono tanti e se la percezione di malessere data dalle tue gambe un pò storte ti conduce su un percorso di miglioramento di te stesso, allora benvenute gambe un pò storte! Conoscendoti meglio, anche grazie eventualmente un percorso con un professionista, puoi davvero fare di un limite la possibilità di volare.
Ti auguro il meglio
Dott.ssa Simona Vanetti
Dott.ssa Laura Lanocita
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno,

la sua riflessione tocca questioni profonde riguardo all'accettazione di sé e alla formazione dell'identità personale. È comune confrontarsi con modelli di perfezione che spesso sembrano irraggiungibili e si possono generare sensazioni di inadeguatezza. Il fatto che associ la bellezza della postura e delle gambe diritte a qualità come decisione e forza di carattere riflette una connessione tra l’immagine corporea e l’autopercezione del proprio valore. È importante riconoscere come queste associazioni possano derivare da esperienze passate, in particolare quelle in cui ha cercato di soddisfare le aspettative altrui. Questo comportamento può creare una narrativa interiore che limita la capacità di vedere il proprio valore intrinseco. Iniziare a esplorare queste convinzioni e comprensioni di sé può aiutarla a capire che il valore non risiede solo nell’aspetto esteriore, ma anche in come vive e si sente riguardo a se stessa. Potrebbe essere utile approcciare la sua autovalutazione con gentilezza, cercando di scoprire ciò che apprezza di sé al di là di questi confronti. Se desidera discuterne più a fondo e lavorare su questo percorso di accettazione, non esiti a contattarmi.
Cordiali saluti,
Dottoressa Laura Lanocita
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, immagino quanto possa essere difficile convivere con questa sensazione di insoddisfazione verso il proprio corpo e con il continuo paragone con gli altri. Il desiderio di accettarsi è qualcosa che molte persone condividono, ma spesso è ostacolato da pensieri automatici negativi e da associazioni che facciamo senza rendercene conto. Nel suo caso, sembra che le gambe curve siano diventate un simbolo di qualcosa di più profondo: non solo un aspetto fisico che non le piace, ma un riflesso della percezione che ha di sé stesso, della sua storia e del suo modo di affrontare la vita. Il nostro cervello tende a creare connessioni tra elementi che, in realtà, non sono direttamente collegati: ad esempio, lei associa le gambe dritte di questa persona a caratteristiche di determinazione e forza, mentre nel suo caso vede le gambe curve come il risultato di una postura di accondiscendenza, quasi a suggerire che il suo corpo sia una prova visibile di una debolezza caratteriale. Questa associazione, però, è una costruzione della mente e non un dato oggettivo. Le gambe curve non significano che lei sia stato "debole", così come le gambe dritte non significano che una persona sia automaticamente "forte". Il rischio di questi pensieri è che diventino autosabotanti: più li rinforza, più tenderà a credere che siano veri, alimentando un senso di insoddisfazione che non dipende realmente dal suo aspetto, ma dalla narrazione che ha costruito intorno ad esso. Una strategia che potrebbe aiutarla è iniziare a mettere in discussione questi pensieri. Quando si trova a dire a sé stesso: "Le mie gambe sono curve perché non sono stato abbastanza forte", potrebbe chiedersi: "Questa è una verità assoluta o è solo una mia interpretazione?" Probabilmente, se guardasse con obiettività, vedrebbe che ci sono molte persone con gambe dritte che non sono affatto determinate, così come ci sono persone con gambe curve che hanno grande forza di carattere. Un altro aspetto importante è spostare il focus dal confronto con gli altri all'accettazione di sé stesso. Il paragone è naturale, ma diventa tossico quando porta a svalutarsi. Provi a chiedersi: "Se una persona a cui voglio bene avesse gambe come le mie, le direi che è debole o inadeguata?" Spesso siamo molto più severi con noi stessi di quanto lo saremmo con gli altri. Dal punto di vista comportamentale, potrebbe essere utile lavorare sull'esposizione e sull'abitudine a vedere le sue gambe in modo neutro. Più evitiamo di guardarci o più ci focalizziamo solo sugli aspetti negativi, più il disagio cresce. Un esercizio potrebbe essere quello di osservare le sue gambe ogni giorno, senza giudicarle, cercando di descriverle in modo oggettivo, senza etichette emotive. Potrebbe anche sperimentare piccoli passi di autoaccettazione, come indossare vestiti che le permettano di sentirsi più a suo agio senza nascondersi, e notare se il disagio cambia nel tempo. Lavorare sull’autostima e sull'accettazione di sé è un percorso, non un punto di arrivo immediato. Ma più inizia a trattarsi con gentilezza e a mettere in discussione questi pensieri, più sarà in grado di vedere che il suo valore non dipende da un dettaglio fisico, ma dalla persona che è nel suo insieme. Cari saluti, Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Federica Giudice
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
La tua riflessione sulle tue gambe e sul paragone con gli altri è un buon punto di partenza per esplorare ciò che senti.
È comune, in effetti, mettersi a confronto con gli altri, soprattutto quando vediamo qualcuno che percepiamo come un modello di "perfezione". Ma spesso, il paragone non ci aiuta a valorizzare le nostre peculiarità, che invece sono uniche e fanno parte di ciò che siamo. Quello che descrivi riguardo alle tue gambe curve e al legame che fai con le esperienze passate, come il gioco del calcio o il desiderio di accontentare gli altri, potrebbe essere il risultato di aspettative interne che hai sviluppato nel tempo, magari come tentativo di adattarti alle necessità esterne, piuttosto che un'espressione autentica del tuo essere.
Il percorso psicologico che ti propongo si concentrerebbe su due aspetti principali: l'autoconsapevolezza e l'accettazione di sé. Accettarsi è un processo che richiede tempo e pazienza, ma ogni passo che fai verso l’accettazione di te stesso ti avvicina sempre di più alla pace interiore. Se decidi di intraprendere questo percorso, avrai la possibilità di imparare a volerti bene così come sei, con tutte le tue caratteristiche uniche, senza dover raggiungere un ideale imposto dagli altri.
Dr. Domenico Pianelli
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Grazie per aver condiviso questo pensiero così profondo.

Da un punto di vista psicologico, quello che stai vivendo è un processo di autoaccettazione bloccato da paragoni e giudizi interiorizzati. Non è tanto un problema delle tue gambe, ma del significato che gli attribuisci: le colleghi a una storia di debolezza e a un’immagine ideale che ti sembra irraggiungibile.

Confrontarti con un modello “perfetto” e legare il tuo corpo a idee come forza o debolezza è qualcosa che nasce più dalla tua esperienza emotiva che da una realtà oggettiva. Hai imparato, forse crescendo, che dovevi “andare bene” agli altri, e ora fai fatica a vedere il tuo valore se non corrisponde a un modello esterno.

Accettarsi non significa piacersi in ogni dettaglio, ma riconoscere che il proprio valore non dipende da paragoni o difetti. È un percorso di consapevolezza, non un traguardo fisico.

Lavorare su questo con uno psicologo può aiutarti a spezzare questo schema di pensiero e a costruire un’immagine di te più autentica e compassionevole. La tua riflessione è già un primo passo importante.
Grazie per aver scritto con tanta onestà e per aver condiviso una riflessione che denota coraggio e consapevolezza.
E' molto interessante il modo in cui collega l'immagine di se stesso - in questo caso le sue gambe - a temi come la forza di carattere, la debolezza e le esperienze passate di accontentare gli altri. Questa associazione può rivelare che il suo disagio riguarda non solo (e non tanto) la forma fisica, quanto la sua idea di identità e valore personale.
Questa sua situazione di disagio non può (e non deve) essere risolta con una risposta o un consiglio personale, ma richiede un'esplorazione attenta, personalizzata per lei, che l'aiuti a capire, sia dov'è la radice, ma soprattutto come poter stare meglio.
Per fare ciò, è necessario uno spazio protetto e non giudicante, uno spazio di terapia in cui, insieme ad un professionista che l'accompagni in questo percorso, può dedicarsi finalmente a sé stesso e al ritrovamento del suo equilibrio personale.

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