Io ringrazio tutti ma perché tutti per voi o quasi tutti, volete prendano antidepressivi? Io sono an

14 risposte
Io ringrazio tutti ma perché tutti per voi o quasi tutti, volete prendano antidepressivi? Io sono ansiosa non depressa.. Se mi viene fuori un nucleo depressivo ogni tanto è per colpa dell ansia che non va via, perché siamo figli dei nostri genitori.. Ho vissuto tra ansie lutti malattie, ecc ecc ma io amo la vitaaaaa e non voglio medicine che pur se si scalano, non sono bicchieri di acqua. Ovvio che se tremo di agitazione, un quacosa devo prendere.. Ma qualsiasi luminare psicoterapeuta non mi ridarà anni di vita in cui dovevo essere spensierata, figlia e non madre. Non mi darà un uomo capace di essere uomo e non maniaco anaffettivo ecc. Non mi darà un lavoro con cui pagare le sedute o mi dirà di andare gratis per aiutarmi a fare terapia. Io sono incazzata.. Perché gmfaccio tutto per stare meglio ma trovo spesso incompetenza. Il panico è venuto per molteplici insoddisfazioni... Allora non esistono bacchette magiche ok ma ci deve essere una stramaledetta tecnica di gestione di ansia davanti agli insuccessi o insoddisfazioni della vita di chi non ha né ricchezza né fortuna ma si sbatte per non mollare. Non nasciamo col panico ma le condizione in cui ci fanno vivere i ns genitori.. Ci definiscono la vita. Poi se una è caparbia e non molla.. Non vuole antidepressivi né psicofarmaci... Vuole imparare a camminare..non temendo di cadere ma rialzandosi senza stampelle. Cioè psicofarmaci. E se mi percepite aggressiva.. Si lo sono. Basta con ste medicine.....conosco gente che le piglia e sta male comunque. Io mi rifiuto... Farò la fame.. Farò proverò tutti gli approcci o quadri terapeutici ma non mi dite che risolvo o devo risolvere solo con sti odiosi farmaci. Grazie.
Ha ragione, il più grande luminare psichiatra o psicoterapeuta non ci darà indietro gli anni di vita spensierata che sono ormai alle sue spalle. In realtà nessuno, né un prete, ne’ un politico, ne’ un amica, ne’ noi stessi che pure siamo anche noi in parte responsabili del nostro passato. Almeno lo siamo da quando diventiamo adulti. Ed è profondamente giusto, proprio per questo senso di responsabilità, decidere di tener duro come fa lei. L’ansia, l’allarme costante sono sicuramente un segnale che il nostro corpo e la nostra mente vogliono restare vigili, sul pezzo per mantenere il controllo, per evitare un pericolo ( magari quello che ci riaccada ciò che ci ha allarmato tempo fa). Lo fa e continua a farlo nel qui e ora e se l’approccio farmacologico può aiutare, può non essere risolutivo. Fa bene a continuare a cercare. Ci sono approcci molto validi, non necessariamente lunghi che possono essere utilizzati con successo per affrontare ciò che la fa stare in ansia. Nessuno ci potrà mai ridare il passato, ma possiamo finalmente lasciarlo andare e vivere degnamente il nostro presente, costruendo perché no, un nuovo futuro.
Le auguro di riuscire a liberarsi delle sue stampelle per camminare fiera a dritta. Non è mai facile, ma ci si può assolutamente riuscire.
D.ssa Annalia Farina

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Buongiorno, mi soffermerò solo su alcuni aspetti della sua domanda tralasciando (per poi magari parlarne in un secondo momento) l’aspetto relativo ai farmaci. È vero nessuno le ridarà ciò che le è mancato. Questo vale per ogni individuo. La rabbia che esprime potrebbe essere un nucleo da affrontare per rivedere alcune parti di lei, comprenderne il senso e individuare come poter tramutare tutta questa sua rabbia in una aggressività positiva ossia in quella energia che ognuno di noi deve avere per affrontare la vita ogni giorno e deve indirizzare verso i propri obiettivi e desideri, per poterla cioè ‘finalizzare’ a ciò che ci fa sentire realizzati, soddisfatti. Lei scrive che nessuno le dirà di fare una terapia gratis. Su questo aspetto vorrei suggerirle due possibili considerazioni: la prima è che può trovare professionisti in grado di offrire colloqui a tariffe agevolate. Anche io quando ricorrono presupposti lo faccio (anche grazie all’associazione di cui sono socia). La seconda considerazione la pongo attraverso una domanda: “Perché un professionista dovrebbe dirle di fare una terapia completamente gratuita ?”.
La fatica che facciamo per conquistarci qualcosa è già un costo che nella vita ci viene sempre chiesto di pagare (e da cui lei non si tira indietro). Così per trovare una via adatta a noi per raggiungere consapevolezza e pienezza probabilmente dobbiamo accettare di pagare un costo inteso oltre che in senso di fatica, di coraggio e forza di rialzarsi anche in senso economico. Di qui la ragione per cui un professionista non farebbe bene il suo lavoro se le proponesse una terapia completamente gratuita.
Diverso come le dicevo è trovare un accordo per rendere la terapia sostenibile dal punto di vista economico.
Mi auguro di aver suscitato riflessioni utili essendo mia intenzione rivolgermi alla sua voglia di imparare a camminare senza stampelle. La forza che esprime mi fa avvertire che non è lontana dal farlo. A volte siamo a un passo dall’intuire e attuare ciò che è meglio per noi. Se lo riterrà mi chieda pure di fare insieme altre riflessioni. Ne sarò lieta. Un cordiale saluto. Dott.ssa Daniela La Porta
Salve, o letto attentamente la sua lettera, non credo che nessun psicoterapeuta la potrà mai obbligare a prendere dei farmaci, anche perché noi né possiamo obbligare e né prescriverli al limite possiamo consigliarli nei casi necessari. Per quanto riguarda gli psichiatri è chiaro che se un paziente dimostra dei determinati disturbi, consigliano tramite il farmaco cercare di alleviare i sintomi ma non credo obbligare, cmq se lei pensa che non ha piacere di prenderli è giusto che lei non li prenda. Per quanto riguarda il costo della terapia, capisco che non tutti possono permettersela, quindi potrebbe, come ha detto la mia collega, chiedere presso delle cooperativo che fanno delle parcelle a basso costo, oppure nei centri d'igiene mentale, però dovrà pagare il ticket, inoltre potrà, sicuramente, trovare dei professionisti che offrono la prima seduta gratis, ma eseguire un intero percorso psicologico gratis non credo che sarà possibile. Spero che lei trovi la strada giusta per lei ed una terapia breve per poterla aiutare, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Cara Signora è vero lei è arrabbiata ! Ed ha tutte le ragioni per esserlo la sua vita ha un valore come quella di ogni essere umano, la sua domanda meriterebbe una risposta molto molto lunga e articolata ma spero che le mie parole le arrivino forte e chiaro: questa rabbia ha un senso ed è la sua spinta motrice a riappropriarsi della sua vita se la indirizza bene con un intervento combinato di psicoterapia abbinata al farmaco usato solo come “ponte” per permetterle di saltare il “ burrone” dell’ansia ... non sia sfiduciata ci sono molti validi professionisti tra noi ! lei forse deve trovare quello che ritiene giusto per lei è deve anche crederci intensamente di poter uscire vincente dalla sua sofferenza! Altrimenti nessuno sarà adeguato ai suoi occhi ... Coraggio prosegua determinata ma con costanza. Rimango disponibile. Dottssa Guzzino
Buongiorno signora, apprezzo moltissimo la sua determinazione nel rifiutare il farmaco come soluzione al problema, d'altro canto non specifica quali e quanti terapie ha già provato, quindi non posso escludere che il farmaco possa coadiuvare, almeno in fase iniziale, una psicoterapia. La sua grinta e la sua spinta conservatrice sono di per sè contagiosi e stimolanti. Non si arrenda e vedrà che troverà il giusto terapeuta per lei, la motivazione è uno dei predittori di maggior riuscita di qualsiasi terapia e lei ne ha vendere.
A disposizione per qualsiasi informazione.
Francesca
Buonasera,evidentemente la consapevolezza che dimostra fa parte di un percorso o parti di percorsi già intrapresi. Bisognerebbe riflettere a parte il dato concreto economico sul perché non si riesce a mantenere una certa continuità anche trovando jn accordo quando possibile con il terapeuta. Sarebbe secondo me particolarmente positivo per lei un percorso di gruppo molto utile sinergico e potente. Se vuole mi contatti in privato. Saluti
Dott.ssa Manuela Pacifici
Buongiorno, mi sento di consigliarle innanzitutto di rivolgersi al CPS della sua zona , se non lo ha già fatto. Si tratta del un centro psicosociale convenzionato del ssn. Ho operato per molti anni in un CPS di Milano e posso assicurarle che troverà professionisti esperti in grado di aiutarla e offrirle un supporto sia per la psicoterapia che per l'eventuale aspetto farmacologico, senza spendere grandi cifre. Concordo con lei rispetto al fatto che il farmaco possa essere utile se ci sono sintomi importanti da risolvere, tipo il tremore. Il psicofarmaco infatti può ridurre il sintomo ma la causa alla base rimane. È quindi opportuno intraprendere un percorso di psicoterapia per indagare da cosa il sintomo o il malessere sia generato. Ci sono tecniche specifiche per l'ansia all'interno dei diversi approcci psicoterapici, ma a mio avviso, sono tutte valide. L'efficacia della terapia non è tanto nella tecnica ma dipende da molteplici fattori tra cui la relazione tra terapeuta e paziente e il ruolo attivo del paziente nel prendersi cura del suo percorso. La rabbia di cui parla può essere una buona spinta all'evoluzione personale se è consapevole e costruttiva, ma può rivelarsi una gabbia soffocante se invece la trattiene in uno stato di insoddisfazione e vittimismo verso gli altri, verso se stessa e più in generale verso la vita. La psicoterapia può aiutarla a scoprire come essere la protagonista della sua vita e l'unica a decidere cosa fare e come sentirsi. Un cordiale saluto Dr.ssa Dalia Segre'
Credo che lei abbia perfettamente ragione, inoltre anche accettando di assumere psicofarmaci, questi andrebbero associati a un percorso psicologico che puo' essere utile anche a ridurne il dosaggio e a poterne fare a meno.
Buongiorno, esistono diverse tecniche ed approcci che funzionano con gli attacchi di panico e l’ansia.
Non mi soffermo sulla sua storia o sui farmaci perché i colleghi le hanno già dato notevoli delucidazioni.
Personalmente lavoro con tecniche come l’ipnosi e l’Emdr che hanno dato notevoli risultati ovviamente utilizzate all’interno di un percorso psicodinamico.
Potrebbe provare a cercare nella sua zona un collega che utilizzi le medesime tecniche e intraprendere un percorso di questo tipo.
Resto a disposizione per eventuali domande.
Cordiali Saluti
E.M.
Per esperienza personale se si tratta di attacchi di panico (è una delle diagnosi più abusate, quindi bisogna prestare attenzione), nella stragrande maggioranza dei casi se ne esce, completamente, senza farmaci. In alcuni casi il farmaco può essere d'aiuto nella fase iniziale, ma allo stesso modo delle tecniche mirate possono funzionare in maniera più rapida ed efficace, senza effetti collaterali.
Sento dire spesso che il panico vada gestito: non sono d'accordo. Il panico va estirpato, perchè non è una condizione naturale. Non bisogna imparare a gestire le proprie reazioni di paura quando si va al supermercato, bisogna addestrarsi affinchè andare al supermercato diventi una cosa normale.
Purtroppo la psicoterapia non è una soluzione "facile" come può essere prendere una pillola. Richiede impegno e soldi. In genere maggiore è l'impegno richiesto, minore sarà il denaro necessario riuscendo ad ottenere risultati anche in breve tempo.
Gent. Sig.ra,
ciò che permea la sua lettera è un grande attaccamento alla vita e la grinta necessaria a non farsi abbattere. Per questo lei ce la farà, nonostante le difficoltà e gli ostacoli che ha incontrato. Dolore che l’ha resa consapevole e l’ha fatta crescere in ogni caso. Al bivio del dolore lei ha scelto di vivere la vita, malgrado tutto, è questa la sua vera ricchezza.
Vi sono terapie non farmacologiche per ansia e depressione, se può si affidi ad un bravo psicoterapeuta, lei ha bisogno di contenere la sua rabbia attraverso una buona alleanza terapeutica che traspormi in positivo la sua carica umana notevole. In bocca al lupo, mia cara
Salve. Il mio pensiero è che gli psicofarmaci nei casi come il suo debbano considerarsi un aiuto ma non una soluzione definitiva. Ha parlato dell'influenza che ha avuto la sua famiglia su di lei: "Non nasciamo col panico ma le condizione in cui ci fanno vivere i ns genitori.. Ci definiscono la vita". Ecco, al di là dell' effetto negativo assoluto su di noi che può avere un trauma come un lutto, è importante il modo in cui noi lo gestiamo, e questo dipende in gran parte dalle condizioni in cui siamo cresciuti e in cui viviamo nel presente (in primis il contesto familiare). Perciò penso che sia utile per lei riflettere su queste "condizioni" insieme ad uno psicoterapeuta.
Dott. Stefano Polidori
Salve, i farmaci sono solo una stampella utile nel momento più critico ma non risolutiva, su questo ha ragione da vendere, e io da medico di farmaci ne prescrivo. Troverà però molti altri colleghi che le diranno quello che le sto dicendo io, non siamo tutti uguali. Faccia della sua collera una forza e trovi chi sappia aiutarla, anche alcuni Csm sono molto validi e offrono ottime psicoterapie.
Saluti
Marta Calderaro
Gentile signora, certo la determinazione e la ricerca di autonomia che lei vuole perseguire è un 'ottima strada, ma non preclude, in momenti di crisi che tutti passano, poter guardare al meglio dentro di sè in modo da seguirla seriamnte la spinta autonoma. Il passato può esere ri-compreso, prendendo le distanze. Le consiglio si di andare per la sua strada ma magari sapere che c'è chi può darle una mano a livello psicolcogico, anche per un semplice sostegno o consulenza.Sono convinta che la sua determinazione la aiuerà molto e il percorso sarebbe più contenuto ma occorre affrontarsi anche a livello relazionale, prorpio su quest'ansia che non le passa. Rimango a disposizione anche con interventi via Skype o via wa.

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