Ho 37 anni, un buon lavoro, un bravo marito e una splendida bambina di 5 anni e mezzo che è l'amore

23 risposte
Ho 37 anni, un buon lavoro, un bravo marito e una splendida bambina di 5 anni e mezzo che è l'amore della mia esistenza.
Da circa un anno ho uvuto una diagnosi di depressione maggiore che sto curando dia con la psicoterapia che con i farmaci (dumirox).
Le cose erano molto migliorate fino all'inizio delle festività quando i sintomi, seppur in maniera minore si sono ripresentati in concomitanza con lo scalare del farmaco.
Non so come spiegare il mio malessere se non dicendo che sono ossessionata da mia figlia, la amo troppo tanto da star male, mi fanno paura il suo crescere e i suoi progressi e il pensiero di doverla iscrivere a scuola mi fa tremare perché è passato il tempo ed io penso che avrei potuto fare tutto meglio e invece ho fatto tanti errori.
La bambina mi ama ed è felice ma io sento di non essere abbastanza e il passato che non c'è più mi ossessiona perché so che non tornerà ed io avrei potuto godermi di più e meglio la mia bambina e mi trovo a rimuginare di continuo su eventuali errori fatti.
Non guardo mai vecchie foto perché mi fa soffrire e spesso mi trovo a guardarla privando una tenerezza dolorosa.
Non riesco ad essere razionale e vivere con serenità la mia maternità.
Spero possiate darmi un consiglio.
Grazie
Dott.ssa Minerva Medina-Diaz
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Salve signora, sarebbe molto importante per aiutare proprio sua figlia, che lei si facesse seguire da uno psicoterapeuta per mettere a fuoco ed elaborare tutte queste emozioni cosi forti legate alla maternità e la depressione.  Sarebbe il migliore aiuto che lei potrebbe fare a sua figlia.
 I farmaci possono dare un piccolo aiuto temporaneo, ma non sono mai la soluzione. I migliori genitori non sono quelli  premurosi e perfetti, sono quelli aperti a mettersi in discussioni, perché  sono questi ultimi quelli che riescono a risolvere le loro inevitabili difficoltà che sempre  tutti ci incontriamo.

Forza, Ne vale la pena.
Se ha bisogno di me ci sono.

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Dott.ssa Valentina Della Vecchia
Psicologo, Psicologo clinico
Rocca Massima
Buongiorno, la depressione presenta una componente cognitiva che produce anche i pensieri che lei ha riportato. Ha detto di avere una vita abbastanza soddisfacente sul piano relazionale, lavorativo e familiare. Inoltre, riporta che ama sua figlia e sua figlia ama lei. Pertanto, il mio consiglio è soffermarsi sul presente e pensare al futuro, in un'ottica di progressivo cambiamento e miglioramento, evitando così di pensare al passato e di rimuginare.
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, credo che lei debba lavorare principalmente sul suo vissuto emotivo. Scrive di essere ossessionata dalla relazione con sua figlia, quali paure si innescano in lei? Credo che è un percorso psicologico posso aiutarla a trovare le risposte che cerca.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dott. Antonello Medas
Psicoterapeuta, Psicologo
Cagliari
Buongiorno Signora, nella descrizione che lei riporta relativamente al suo disagio depressivo, comunica di essere attualmente in terapia sia farmacologica che psicologica. Immagino che quest'ultima possa fare riferimento ad un percorso individuale, finalizzato alla comprensione di quelle dinamiche interiori, cognitive ed emotive, capaci di condizionare negativamente il suo stato generale, con tutte le conseguenze che ne derivano.
Credo sarebbe opportuno, al momento, proseguire con le attuali modalità terapeutiche, psico - farmacologiche, tenendo conto che la calibrata diminuzione del farmaco potrebbe inizialmente provocare un leggero scompenso umorale, che comunque dovrebbe potersi riassestare nel breve periodo. Se, diversamente, dovesse rendersi conto del perdurare degli aspetti depressivi ed ossessivi, potrebbe prendere in considerazione l'ipotesi di una terapia familiare, al fine di approfondire quelle dinamiche agite nella sua attuale famiglia, derivanti da vissuti, non consapevoli, riferibili ad elementi di vita nel suo nucleo familiare di origine, in particolare legati ai ruoli di madre e di figlia. Cordialmente. A. Medas
Dott.ssa Pamela Cornacchia
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, il rapporto madre-figlia attiva reazioni emotive molto forti, non sempre piacevoli e facili da gestire, come lei stessa sta sperimentando. Una cura psicofarmacologica può aiutarla nel gestire i vissuti depressivi, ma è soprattutto attraverso la psicoterapia che può venire a contatto con le dinamiche più profonde e inconsce che nutrono il rapporto con sua figlia. Pertanto, le consiglio di continuare il percorso già iniziato.
Dott.ssa Pamela Cornacchia
Buonasera, ha parlato con la sua terapeuta di tutti questi pensieri e rimuginii che riporta qui?! Dire "genitori non si nasce, ma si diventa" è vero: nessuno è perfetto, gli errori sono umani e naturali. Ma dagli errori possiamo imparare e utilizzarli per migliorarci. Forse ha troppe aspettative su di sé?! Forse vede l'errore come imperdonabile e un fallimento?! È importante che lei lavori proprio sul modo di vivere gli errori e se stessa rispetto a sua figlia, ma forse anche rispetto agli altri in generale. Parli con la persona che la segue di tutto ciò che la turba, perché solo così potrà davvero aiutarla a comprenderla e a farla stare meglio.
Resto a disposizione per qualunque chiarimento, un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Gentile Amica,
la depressione è il dolore di guardare al passato cercando senza riuscire di guarire il presente. Ce lo descrive molto bene, quando ci parla della sua "ossessione" per la sua bambina.
Ci sono molte domande che il suo racconto mi suscita: da quanto tempo ha assunto i farmaci? e perché proprio ora li sta scalando? Cosa significa che sua figlia cresca? Ma soprattutto, chi sente di essere, lei, oltre essere una mamma?
La tristezza e la depressione cresce sui rapporti e le relazioni, e ha sempre a che fare con la considerazione che abbiamo di noi stessi. Una considerazione che ci siamo formati proprio a partire da questi rapporti.
Ne parli con il collega che la segue, e se lo desidera, sono a disposizione per approfondire insieme a lei.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Dott. Massimiliano Trossello
Psicologo, Terapeuta, Psicologo clinico
Leinì
Buongiorno, l'apporto psicofarmacologico è indispensabile nel quadro che riferisce, ma è altrettanto importante continuare il percorso terapico per gestire la dimensione emotiva, così complessa.

Saluti

MT
Dott.ssa Marina Bonadeni
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, il diventare genitori, riattiva una serie di problemi-ferite legati al proprio percorso di sviluppo e in particolare alle dinamiche di attaccamento con le proprie figure genitoriali, oltre al fatto che possono sussistere fattori organici ereditari predisponenti i Disturbi dell'Umore. Comunque sia, è importante il percorso psicoterapeutico che ha intrapreso, al fine di riparare tali problemi-ferite e di arricchire di significati il suo sentire attuale. Inoltre potrà essere sostenuta nel suo ruolo di madre, magari con un parent-training per comprendere meglio i bisogni di sua figlia. Un Cordiale Saluto
Dott.ssa Marina Bonadeni
Prenota subito una visita online: Consulenza online - 60 €
Per prenotare una visita tramite MioDottore, clicca sul pulsante Prenota una visita.
Dott.ssa Daniela Iagulli
Psicologo clinico, Psicologo
Salerno
Salve signora, avverto la sua preoccupazione. E' chiaro che sta vivendo un momento molto delicato. Nello stesso tempo sarebbe utile per lei e per la relazione con sua figlia, trovare uno spazio all'interno del quale lei si senta protetta e libera di aprirsi al fine di far emergere elementi utili che possano farle comprendere cosa c'è davvero dietro tutto questo. Non si dia addosso rimproverandosi, piuttosto si concentri sul presente e sulla qualità della relazione con la bambina "interna", quella che era lei un tempo, cercando uno spazio neutro che possa aiutarla a far luce. Resto a sua disposizione anche per consulenze on line.
Buona giornata,
Dott.ssa Daniela Iagulli
Dott.ssa Irene Buzzoni
Psicologo, Psicologo clinico
Mussolente
Cara 37enne, ti ho compresa! Mi domando quanto ci sia del tuo, cioè quanto siano presenti tuoi elementi irrisolti, personali, e che ora si legano al rapporto con tua figlia ma che non hanno a che fare con lei.
Lo spazio terapeutico è fondamentale nel tuo caso.
Trovane uno in cui ti senti a tuo agio e approfondisci. Ti auguro il meglio per tutto.
A disposizione anche online.
Dott.ssa Irene Buzzoni
Dott. Andrea Brumana
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera e grazie per aver portato alla nostra attenzione la situazione che sta vivendo. Penso che lei abbia descritto con grande sincerità la sofferenza che sta provando e per questo penso che la cosa migliore che le si possa consigliare sia di continuare ad avere fiducia nel lavoro che sta svolgendo tramite la psicoterapia ed il supporto farmacologico. Parli con i professionisti a cui si è affidata e di cui si è fidata e penso e mi auguro che insieme possiate trovare la soluzione migliore per lei e, di riflesso, pe chi le sta attorno e, come ha detto, la ama profondamente. Augurandole il meglio, spero che le mie parole le siano state utili. Cordialmente, dott. Andrea Brumana
Dott.ssa Camilla Ballerini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, il percorso che ha intrapreso per prendersi cura di sé è la via giusta. Proprio perché il tempo scorre e generiamo il passato man mano che andiamo avanti, impegnarsi nel presente, per esempio nel rapporto con sua figlia in modo equilibrato e sereno è l'unica via per guardarsi poi indietro e sentirsi soddisfatta con se stessa. Abbia fiducia in se stessa, sua figlia le darà la forza di farcela, i bambini hanno questo straordinario potere.
Le auguro di trovare il giusto equilibrio.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Dott.ssa Francesca Gigliarelli
Psicologo clinico, Psicoterapeuta
San Benedetto del Tronto
Buonasera, mi spiace molto leggere quanto sta soffrendo. Sicuramente il suo psichiatra di riferimento la sta supportando su un piano farmacologico ma ritengo opportuno in queste situazioni introdurre anche uno specifico percorso di psicoterapia perché i farmaci svolgono un ruolo importante ma non risolutivo della problematica in questione. Vedrà che se si rivolge ad un professionista valido acquisirà le strategie adeguate per curare la sua depressione. Le faccio i miei miglio auguri
Dott. Saber Sassi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Bologna
Buongiorno. Lei descrive molto bene i risvolti cognitivi della depressione, dove i pensieri sono la rappresentazione intangibile di un umore deflesso. Considerando che sta già svolgendo un percorso psicoterapico e che tali vissuti sono relazionati alla crescita di sua figlia, mi permetto di consigliarle di porre la lente di ingrandimento su queste difficoltà e cercare di esplorarne i significati personali. Mi spiego meglio facendo un esempio da prendere con le pinze, ovviamente; potrebbe essere che dietro la paura di aver fatto errori si celi una qualche forma di vulnerabilità al distacco e magari portandola a galla ci si potrebbe lavorare per renderla funzionale.
Nella speranza di esserle stato utile, le faccio i migliori auguri. Dott. Saber Sassi
Dott. Andrea De Lise
Psicologo, Neuropsicologo, Psicoterapeuta
Napoli
Da quello che riferisce, è seguita tanto da uno psichiatra quanto da uno psicoterapeuta. Le consiglio di approfondire la questione con entrambi, soprattutto lo psicoterapeuta, ponendo loro tutti i suoi dubbi e le domande del caso. Mi auguro tanto che insieme ai professionisti che la seguono lei riesca a trovare la soluzione migliore per star meglio.
I miei migliori auguri, dott. Andrea de Lise
Prof. Antonio Popolizio
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, estremamente complicato darle una risposta perché ha sottoposto molti temi. Tuttavia la depressione a volte può innescare questo tipo di sentimento e sensi di colpa immotivati. Leggo che è in terapia e le consiglio di seguire le indicazioni del suo psicologo continuando il percorso che a volte può essere particolarmente complicato. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Dott.ssa Erika Castagneri
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Buongiorno Signora, grazie per aver condiviso questi suoi vissuti.
Mi spiace molto per questa sua enorme sofferenza, lo scalare del farmaco può far riemergere alcuni sintomi in maniera più evidente, per questo motivo è importante continuare la psicoterapia al fine di mantenere uno spazio in cui può prendersi cura dei suoi vissuti emotivi, del suo rimuginare e delle sue paure.
Cordiali saluti
Dottoressa Erika Castagneri
Dott.ssa Aurora Quaranta
Psicologo, Psicologo clinico
Vimodrone
Innanzitutto, grazie per aver condiviso con me una parte così intima della tua vita. È evidente quanto tu tenga alla tua bambina e quanto tu desideri offrirle il meglio di te. Ciò che descrivi — questo intenso amore per tua figlia, misto a un senso di colpa e nostalgia — è una reazione più comune di quanto si pensi in molte persone, soprattutto in chi vive momenti di vulnerabilità emotiva.

La depressione, in particolare, può accentuare le emozioni, rendendo molto più difficile interpretare i pensieri in modo oggettivo. La tua preoccupazione per tua figlia e per come stai vivendo la maternità potrebbe essere in parte influenzata dai sintomi depressivi, che spesso portano a rimuginare su eventi passati, a giudicarsi con durezza e a percepire il futuro con ansia. In questo contesto, le difficoltà nell’elaborare serenamente il passare del tempo e il desiderio di “fare di più” con tua figlia sono pensieri che tante madri, anche senza depressione, provano, ma che in te possono essere esasperati dalla condizione attuale.

Ecco alcuni suggerimenti che potrebbero esserti d’aiuto per iniziare a guardare questa situazione in modo diverso:

Prova a riscrivere la tua narrativa personale: anziché concentrarti sugli errori, considera di focalizzarti sui tuoi successi come madre, che pure ci sono e probabilmente sono tanti. La tua bambina è felice e ti ama, come tu stessa dici: questa è una prova concreta di quanto amore le hai donato e continui a donarle.

Riconosci il valore del presente: quando sei con lei, cerca di portare l'attenzione al momento attuale, anche solo con piccoli gesti. Potrebbe aiutarti a ridurre il rimuginare, riportandoti al presente, e a godere del tempo che passate insieme.

Abbraccia la consapevolezza del cambiamento: il fatto che tua figlia stia crescendo è naturale, ma è anche positivo. Ogni fase porta con sé nuovi modi di vivere la relazione, di cui lei avrà sempre bisogno. Anche quando diventerà più indipendente, avrai molte occasioni per stare con lei e costruire nuovi ricordi, perché il rapporto madre-figlia è fatto di continue evoluzioni.

Parlane con la tua terapeuta: esprimere queste paure potrebbe essere un buon modo per lavorare su di esse. Se non l’hai già fatto, racconta questi sentimenti in modo che la tua terapeuta possa guidarti verso un’elaborazione che ti porti sollievo e una maggiore serenità.

Considera un supporto per la ruminazione: attività che favoriscono una mente calma e che migliorano il rapporto con il presente — come la meditazione o gli esercizi di mindfulness — potrebbero aiutarti a liberare gradualmente la mente dalle ossessioni e a gestire i pensieri ricorrenti.

Prendi piccoli impegni verso di te: dedicare tempo anche a te stessa, non solo a tua figlia, è importante. Senti il peso della maternità e della perfezione che desideri, ma prendersi cura anche di te stessa ti farà sentire più energica e meno centrata sui pensieri di colpa o di insoddisfazione.

Ricorda che la perfezione non esiste, ma il tuo amore per tua figlia è autentico e prezioso. Lei ha bisogno di te così come sei e non ti giudica per i tuoi “errori”. Riconoscere e accettare questa realtà può aiutarti a sentire più pace interiore e a vivere con più serenità il presente.






Dott.ssa Laura Lanocita
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, è evidente che il suo profondo amore per sua figlia sia accompagnato da una serie di emozioni complesse e contraddittorie, che riflettono la sua lotta interiore tra la gioia materna e la paura di non essere all'altezza. La sensazione di ossessione per i progressi della sua bambina, insieme al rimuginare sugli errori passati, può essere vista come un modo per cercare di controllare ciò che è intrinsecamente incontrollabile, ovvero il processo di crescita e cambiamento della vita di un bambino. È comprensibile che la nostalgia per momenti passati, unita all'ansia per il futuro, crei un malessere che intralcia il suo godimento nel presente. Questo potrebbe indicare una difficoltà a vivere l’immediatezza delle esperienze, bloccata dalla paura di non aver fatto abbastanza. È importante riconoscere che la maternità è intrinsecamente imperfetta e che ogni genitore affronta momenti di dubbio e rimpianto. Per aiutarla a riportare la sua attenzione nel presente e a godere di momenti con sua figlia, potrebbe essere utile esplorare queste paure in terapia, consentendo a lei di rielaborare le emozioni legate a questi vissuti. Accettare che la crescita e il cambiamento sono naturali e che ogni fase della vita porta con sé opportunità uniche di legame può offrirle un nuovo modo di vivere la maternità.
Se desidera un confronto più approfondito su queste tematiche, non esiti a contattarmi. Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Dott.ssa Simona Spiezia
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Gentile utente, con la diagnosi che ha avuto sta seguendo una terapia adatta. Il percorso di guarigione non è sempre lineare, ci possono essere degli ostacoli ma attestano che si sta andando avanti. Dal momento che identifica il momento dell'incremento dei sintomi con il periodo in cui ha iniziato lo scalaggio dei farmaci le suggerisco di parlarne con lo psichiatra che la sta seguendo in modo da avere spiegazioni oppure riprogrammare la terapia. Inoltre è molto importante condividere questi pensieri di colpa e rimorso con il suo terapeuta in modo da poterci lavorare insieme. Nessun genitore è perfetto e ciò che si è fatto in passato è importante perché è la nostra storia ma ciò che si fa nel presente per costruire il futuro è ancora più importante. Cordiali saluti, Dott.ssa Simona Spiezia
Dott.ssa Valentina Costanza
Psicologo, Psicologo clinico
Aversa
Buonasera! Dalle sue parole si percepisce il dolore e l'angoscia che sta provando. Ciò che riferisce, la paura per il futuro e del distacco, possono essere considerati senz'altro timori comuni fra i genitori, ma probabilmente la sua condizione amplifica queste emozioni e può distorcerle. Quello che mi sento di consigliarle oggi è senz'altro di continuare il percorso di terapia, parlando con il suo terapeuta della riacutizzazione dei sintomi ed esplorare insieme l'origine di tutto ciò che sta provando ora. In bocca al lupo, dott.ssa Valentina Costanza
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buonasera, le sue parole arrivano con grande intensità e mostrano quanta profondità e autenticità ci sia nel suo modo di amare. Si percepisce un affetto immenso per sua figlia, un legame viscerale che rappresenta per lei una parte fondamentale della vita. È comprensibile che provi paura al pensiero che cresca, che cambi, che alcuni momenti non torneranno più. L’amore di un genitore, soprattutto di una madre, spesso porta con sé anche il timore della perdita, il rimpianto per ciò che si pensa di non aver fatto abbastanza bene, e la nostalgia per i momenti che sembrano sfuggire troppo in fretta. Il dolore che descrive nasce probabilmente proprio da questo amore grande, ma anche da una forma di rigidità interiore che la porta a giudicare sé stessa con troppa severità. Quando dice di non essere abbastanza, sembra guardarsi attraverso una lente spietata che non le concede la possibilità di essere umana, con le inevitabili imperfezioni e fragilità che ogni genitore ha. Ma la realtà che lei stessa racconta – una bambina felice, serena e piena d’amore – è una testimonianza concreta del fatto che, al di là dei suoi dubbi e delle sue paure, lei ha saputo esserci in modo profondo e affettuoso. A volte, quando si vive un periodo di fragilità emotiva, i pensieri iniziano a girare su sé stessi in un ciclo continuo di rimuginazione, e il passato diventa un luogo in cui si torna di continuo con la mente. È come se la mente volesse trovare una spiegazione o un modo per rimediare, ma questo la tiene intrappolata in una spirale di dolore e senso di colpa. In questi momenti può essere utile provare a riportare l’attenzione sul presente, su ciò che c’è ora: sua figlia che cresce, che la guarda con amore, che ha bisogno della sua presenza, anche se non perfetta. Nessun genitore riesce a fare tutto come vorrebbe, ma l’amore sincero che lei prova è già la cosa più importante e ciò che sua figlia sente davvero. Può essere un esercizio prezioso, anche se difficile, imparare a lasciar andare l’idea di dover “riparare” il passato e a dare valore invece a quello che può vivere oggi. Ogni momento trascorso insieme, anche il più semplice, è un nuovo inizio, un modo per costruire altri ricordi belli, senza il peso di ciò che non è stato come desiderava. La invito a essere gentile con sé stessa, a riconoscere che la tenerezza e la sensibilità che sente sono una parte preziosa del suo essere madre. La paura che prova è il segno di un legame autentico, non di una mancanza. Forse la strada, ora, è imparare ad accogliere questo amore senza farsene travolgere, lasciando spazio anche alla leggerezza e alla fiducia che sua figlia continuerà a crescere bene proprio perché ha accanto una madre che si interroga, che ama, che si prende cura. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.