Gentilissimi, vi vorrei esternare un mio disagio che va avanti da un po'. Sono stato seguito in c

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Gentilissimi, vi vorrei esternare un mio disagio che va avanti da un po'.

Sono stato seguito in corso d'opera da una amica psicoterapeuta nell'affrontare un rapporto malato con una collega narciborder fidanzata e con una figlia.

Non entro nei particolari solo perché potrei scrivere un libro... passo direttamente al sodo, cosa volevo IO da questa persona? Una semplicissima amicizia che io avevo con altri colleghi/ghe divenut/ie amici/che che sento e frequento nonostante non lavoro più con loro,.

Nonostante ciò non è stato possibile e del ciclo narcisistico non ha saputo farne a meno e l'ha portato a termine nonostante io non ci abbia mai provato, trattata sempre come amica eccetto quando assumeva comportamenti respingenti da cui prendevo le distanze e mi allontanavo. Per lei non dovevo, dovevo sottostare al suo gioco psicopatico come tutti gli altri colleghi, perché "io faccio quello che voglio, se ho voglia ti calcolo se non ho voglia non ti calcolo, tu però mi hai rotto che ti allontani e non mi calcoli e te la fai con le altre".. per finire il programma quando sono andato via con un "hai visto? ogni mese ti ho tolto qualcosa", "non ti sto calcolando più perché ti sto dimostrando che tu non sei nessuno per me, io si che so chiudere i rapporti forte e chiaro (peccato che ha continuato a scrivermi ogni sei sette mesi per problemi familiari manco fosse veramente un'amica intima, finché non mi ha costretto a bloccarla)", o per dirmi "io creo le situazioni e solo io posso distruggerle, e ora (che avevo ottenuto trasferimento per cui non poteva più interagire con me, dunque non le tornavo più utile) mi tocca distruggerti ", insomma ha tolto la maschera di ragazza dolce, inclusiva, altruista che a tutti ha mostrato nel suo teatrino, riuscendoci quasi con tutti.

Sono rimasto ovviamente shockato dalle parole usate, non dalla sua sparizione.. in quanto anche questa gliela preannunciavo io stesso che l'avrebbe fatto, quando davanti a tutti andava sventolando che avrebbero fatto fatica a dimenticarmi, le dicevo tu sarai l'unica che sparirà nel nulla vedrai e infatti così fu... dal giorno dopo il mio trasferimento.

Qual è il problema attuale e che nemmeno la mia paicologa riesce a risolvere? È che nonostante siano trascorsi tre anni da quando l'ho bloccata, non provo più interesse a sentirla, sono CONSAPEVOLE di un problemino mentale da cui stare alla larga, avrebbe potuto prendere pieghe peggiori, io ero sul punto di denunciarla per lo stalking e ll mobbing che mi faceva sul lavoro denigrandomi di continuo (riuscendo ad allontanare alcuni colleghi letteralmente) anche se dicevo a qualcuno "salutami tizia se vai in ufficio" lei interveniva dicendo dovrei ingelosire, ma lo vedete come fa? O se portavo la colazione a un/una collega le andava a riportare che la stavo usando solo per farla ingelosire e se qualche volta la portavo a lei andava dicendo che ci provavo, insomma la gentilezza non era contemplata, era un continuo lei al centro del mondo, persino le insegnanti a detta sua le dissero che la figlia voleva stare sempre al centro delle attenzioni (e lei rideva pure di ciò). Andai a un funerale di una collega in comune e andò dicendo che ero andato anche io (che già ero trasferito) per riallacciare con lei.. nonostante mi sia fermato a un banale ciao. Aveva in testa non so cosa, una vita parallela che non corrispondeva più alla vita reale.

Quel che mi succede sempre più di rado, ma succede purtroppo, è che se rivedo, risento un ex collega in comune mi tornano in mente certi tentativi di manipolazione che mi mettono ansia, paura e rabbia (mi minacciava pure o mi strattonava se rifiutavo di fare un caffe assieme). E ciò mi lascia due tre giorni di "depressione" mi chiudo non parlo per poi riprendermi e tornare a sorridere godendomi il presente avviso e i nuovi colleghi.

Mai possibile dico io che per uscirne da queste situazioni devo trovarmi costretto a cancellare tutto, oltre lei anche le persone belle di quella mia esperienza del passato? Come posso fare per affrontare questa situazione?
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Gentilissimo,
da quanto scritto, a me sembra che di fronte a degli stimoli che ancora hanno in qualche modo a che fare con la persona in questione, senta nuovamente ed in modo intenso le emozioni che è stato costretto a vivere allora. Cose se quanto accaduto anni fa, si riportasse prepotentemente nel presente. A volte il lavoro di psicoterapia è lungo. Non le viene richiesto di cancellare le persone e le esperienze passate. Piuttosto, il lavoro è quello di ricollocare quanto è accaduto, creando una configurazione interiore che permetta di attenuare il dolore e lasciare spazio per vivere il quotidiano in maniera serena. Sono sicura che con la sua terapeuta sta affrontando questo percorso nel migliori dei modi. Comunque, se avesse bisogno di chiarimenti o di eventuale consulto, mi contatti pure.
Cordiali saluti
Psicologa-Psicoterapeuta Giorgia Tolio
Buongiorno, credo sia opportuno per lei trovare uno spazio ed un tempo protetti in cui lavorare su queste dimensioni di sofferenza che appaiono così pervasive nella sua descrizione. Ritengo che un percorso di psicoterapia le potrebbe essere di aiuto e sollievo. Un caro saluto
Salve, non è la psicologa in se che può risolvere la questione ma è il percorso di psicoterapia, dove lei si riappropria lentamente delle verità che la riguardano, a generare una diversa visione di se nel passato anche alla luce della nuova esperienza di vita concreta che sta vivendo. Abbia fiducia nel percorso che sta facendo e riporti la questione alla sua terapeuta. E' evidente che questo rapporto pur lontano nel tempo tutt'oggi appare soffocante. Deve domandarsi perché? E scavare a fondo nel significato ultimo di tutta questa storia che per come la descrive è stata "quasi traumatica".
Dott.ssa Camilla Ballerini
Buongiorno, a quanto pare per lei la storia è finita, ma ha lasciato dei segni che sembrano indelebili. NON LO SONO! Sicuramente è stato esposto a costanti situazioni stressanti. In tal caso, a lungo andare, il corteo di emozioni che hanno accompagnato le situazioni stressanti potrebbero aver creato dei piccoli "traumi relazionali". Suggerisco un breve percorso di psicoterapia "Eye Movement Desensitization and Reprocessing " (EMDR ) le consentirebbe di elaborare e integrare in maniera adattiva le informazioni disturbanti.

Resto disponibile per ulteriori chiarimenti. Saluti Dott.ssa Silvana Zito
salve, è davvero intensa la situazione che descrive, in fondo sono state minate tutte le tracce di una cordiale spontaneità, di un suo amichevole modo di essere con i suoi colleghi di allora. E' un pò uno sporcare , leggendo le sue parole, la bellezza della capacità che lei aveva di godere della vicinanza dei suoi colleghi..... per far dimenticare certe paure è necessario permettere a se stesso di ascoltare in profondità come si sente quella parte che dentro di lei è stata così maltrattata. permetterle di trovare la capacità di reagire che allora è stata minata e che ora si trasforma nella disperazione della depressione quando risente vecchi colleghi. Provi a contattarne i segnali insieme alla sua terapeuta.
Salve. Del suo vissuto mi colpiscono tante cose ma, in particolare, la sua gentilezza, il bisogno di essere in buoni rapporti con tutti e il dolore di non esserci riuscito con questa collega. Nel suo percorso sarebbe importante non soffermarsi sul rapporto con questa persona che l'ha ferita ma sul perché è stato così ferito dal comportamento di questa persona. Nella mia esperienza, il percorso psicoterapeutico aiuta a vedere le cose sotto diverse prospettive, stimolando la fiducia in sé che permette di liberarsi da meccanismi che agganciano negativamente, a confrontarsi con le proprie fragilità che si trasformano in punti di forza per affrontare la vita con maggiore serenità senza lasciarsi ferire facilmente dal modo di essere degli altri. Distinti saluti
Buonasera, da quello che racconta l'esperienza con la collega ha vissuti traumatici che ancora riaffiorano nella sua mente e sono disturbanti per lei. Può parlare con la terapeuta della possibilità di fare un percorso emdr focalizzato sul trauma, per desensibilizzare i ricordi disturbanti. Molte volte uno psicoterapeuta ed uno psicoterapeuta emdr lavorano in collaborazione. Cordiali saluti dottoressa Adriana Casile
Buonasera,dalla sua descrizione la relazione con questa donna ha avuto caratteristiche per lei equiparabili ad un vero trauma.Ne parli con la sua terapeuta ,prosegua il percorso cercando gradualmente di superare i risvolti traumatici che ancora persistono Un caro augurio Dottssa Luciana Harari
Gentile utente di mio dottore,

credo sia opportuno per lei continuare lavorare su queste dimensioni di sofferenza che appaiono così pervasive nella sua descrizione. Continui il lavoro terapeutico cominciato, vedrà che con il tempo ne potrà trarre beneficio.

Cordiali Saluti
Dottor Diego Ferrara
Gentile Utente di MioDottore, l'interruzione traumatica di relazioni intime, a volte, si configura come un lutto. Non è chiaro se sta facendo una psicoterapia o se ha una buona amica psicoterapeuta. Resto a disposizione per valutare l'opportunità di un intervento EMDR. Cordialmente, dr.ssa M. Di Iorio.
Salve,
dal suo profluvio di parole si deduce che è stata una relazione significativa, ha lasciato tracce che ancora oggi ha bisogno di "elaborare" attraverso episodi depressivi. In un percorso terapeutico queste tracce saranno portate alla luce e il riverbero allontanerà il buio della depressione. Quest'ultima è stata evocata da quella persona, il vissuto è suo! Superare questa prova le permetterà di trasformare quella pietra grezza nella scultura che la sua esistenza rivelerà. Buon viaggio
Buongiorno,
direi che il problema sta nella sua prima affermazione. Una terapeuta non può essere sua amica, ciò le lega a doppio nodo la cravatta, rischiando di divenire un nodo al cappio.
Un saluto cordiale
Marzia Sellini
Buona sera. Sicuramente il suo vissuto è stato molto forte ed è complesso lasciar andare alcune emozioni. Nel percorso di terapia dovrebbe approfondire come mai queste emozioni le fanno da gancio, probabilmente sono da analizzare in modo più profondo.
Saluti Anna Massaro
Gentile utente, la ringrazio per averci contattato e per averci raccontato la sua storia. Quello che mi sentirei di suggerirle è di intraprendere un percorso individuale di psicoterapia, in modo da comprendere le motivazioni legate alla sua difficoltà nel porre dei confini con la sua collega. Emergono, infatti, dei suoi vissuti che potrebbero essere legati alla sua personale storia di vita che necessitano di uno spazio di elaborazione con un professionista. Vedrà che con la psicoterapia riuscirà a gestire meglio la situazione senza dover interrompere legami o contesti di vita legati in qualche modo alla sua collega. Le auguro ogni bene. Resto a disposizione per un consulto, Cordiali Saluti.
Salve, ricordo la sua storia a cui risposi nelle settimane scorse. Le rinnovo tutto ciò che scrissi in quella occasione. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Gentile utente, sì è possibile che lei associ determinate persone a qualcosa che l'ha ferito. Lavorare quelle emozioni, renderla più forte è un possibile obiettivo terapeutico. Potrà poi, gradualmente, ridare il valore meritato alla persone che ritiene adeguate, senza far riaffiorare antichi e sgraditi sentimenti. Non ho però ben capito il rapporto con l'amica psicologa. Mi auguro che lei possa continuare la cura intrapresa, o farlo al più presto.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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