Gentili dottori, spero di essere il più breve e coincisa possibile per spiegarvi ciò che mi sta acca

20 risposte
Gentili dottori, spero di essere il più breve e coincisa possibile per spiegarvi ciò che mi sta accadendo , con la speranza di ricevere almeno da voi delle risposte esaustive.
Come dicevo è da circa cinque anni che ho letteralmente perso le speranze con tutto nella mia vita, ero una studentessa di scienze e tecnologie alimentari per diventare quello che speravo sarebbe diventata la mia passione e professione ( nutrizionista) ma col tempo mi sono resa conto che ciò che studiavo non mi entrava in testa , per giunta ho anche una diagnosi di dsa. Ho lasciato gli studi e non so letteralmente cosa fare nella mia vita, non conosco le mie propensioni o ciò che mi piacerebbe fare. Ho quasi 24 anni e non ho ancora amici, fidanzato , patente ma soprattutto degli obbiettivi. A volte penso che tanto è meglio non vivere più tanto è inutile la mia vita. Sto diventando sempre più nervosa e apatica con tutto e con tutti, non so se non lo sono mai stata o ci sto diventando non empatica , ma dei problemi altrui non mi importa più nulla. So diventando una persona cattiva, non sopporto i miei genitori, la casa è sempre sporca e in disordine e loro mi dicono che dovrei essere io a pulirla in quanto vivo ancora sotto il loro tetto ed hanno ragione il problema è che non mi importa, così come non mi importa di prendere questa benedetta patente che tutti mi spingono a prendere. Non faccio neanche più attività motoria, non ne vedo più il senso. Anche quando chiedo ai miei di accompagnarmi da uno psichiatra per un consulto per dei eventuali farmaci, si arrabbiano molto e a quel punto io mi arrabbio molto e comincio ad insultarmi e loro me. Sia chiaro che anche a me farebbe paura assumerli , ma mi fanno paura anche i miei pensieri e come mi sento. Mi sento sola e perdonatemi se sembro logorroica o cos'altro. Sono consapevole che non potete fare una diagnosi o darmi degli aiuti, ma vi ringrazio comunque per avermi ascoltata.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Gentile,

dalle sue parole emerge una grande sofferenza interiore, un senso di smarrimento e di vuoto che la accompagnano da diverso tempo e che la portano a percepire la vita come priva di significato. È molto importante il fatto che abbia avuto la forza e il coraggio di esprimere tutto questo: riconoscere e dare voce al proprio disagio è un passo fondamentale.

Le difficoltà che racconta – la perdita di motivazione, la fatica a trovare una direzione, la sensazione di apatia, i pensieri negativi e il conflitto con i genitori – possono essere molto pesanti da affrontare da soli. È comprensibile sentirsi sopraffatti, soprattutto quando anche le piccole cose della quotidianità (come studiare, occuparsi della casa o pensare a prendere la patente) sembrano prive di senso.

La solitudine che descrive e il timore verso i propri pensieri meritano attenzione e cura. Non significa che lei sia "cattiva" o che non valga nulla, ma che sta vivendo un momento di forte sofferenza psicologica che rischia di alimentare questo senso di disconnessione dagli altri e da sé stessa.

Proprio per questo sarebbe molto utile e consigliato per approfondire la situazione rivolgersi ad uno specialista (psicologo o psichiatra), in modo da essere accompagnata in un percorso di comprensione, sostegno e cura.

Un caro saluto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa

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Dott. Fabio Romano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Ferrara
Buongiorno! Poche righe che trasmettono tristezza, rabbia, solitudine, senso di colpa. Posso solo provare ad immaginare come si sente. Considerato la delicatezza della situazione e i limiti dello strumento, proverò ad offrire un piccolo contributo di pensiero. Nel leggerla, ho avuto la sensazione che nel suo mondo interno si dibattano fantasie, paure, desideri dal sapore antico. Aspetti di sé che non si sono sentiti accolti, restando inespressi. Come se, da sempre, avesse la sensazione di essere sola anche di fronte al compito evolutivo di scoprirsi, di conoscersi, di presentarsi a sé stessa: “Chi sono… Chi voglio essere… Chi sarò”. Le persone care, posso capirlo, la spronano a fare, a raggiungere obiettivi, a preoccuparsi del futuro, mentre lei sembra dolorosamente impegnata in qualcosa di più profondo. Queste dimensioni apparentemente inconciliabili possono essere integrate, ma è necessario un lavoro molto ben strutturato, faticoso e doloroso, in cui il tempo lungo si pone come fattore essenziale. Le sue parole hanno un sapore intimo, che va riconosciuto e protetto, motivo per cui non me la sento di andare oltre. Mi permetta, però, di darle qualche indicazione pratica. Poiché parla di “sintomi” che possono generalizzarsi, aggravarsi e compromettere la qualità della vita, credo sia importante fare una visita psichiatrica. Nel caso in cui non disponesse delle risorse necessarie per un professionista di fiducia, può rivolgersi al Centro di Salute Mentale più vicino (è sufficiente l’impegnativa del medico di famiglia), troverà personale professionalmente preparato e umanamente dotato. Sarà lo psichiatra a valutare con lei l’eventuale terapia farmacologica oppure la psicoterapia. È molto giovane e merita di vivere una vita piena e serena. In bocca al lupo
Dott.ssa Chiara Ronchi
Psicologo, Psicoterapeuta
Milano
Ciò che descrivi è molto più comune di quanto si pensi, anche se pochi lo dicono ad alta voce. Quando perdiamo un senso di direzione, si sgretolano anche le motivazioni e le emozioni: è come vivere con il motore acceso... ma senza sapere dove andare.

A volte, ciò che sembra “apatia” è in realtà una forma di congelamento emotivo: una risposta della mente che si attiva quando il dolore diventa troppo.

La tua richiesta di aiuto è chiara, e non sei “logorroica” o “cattiva”: stai semplicemente lottando con un carico troppo grande, da sola.
Ti faccio una domanda semplice, ma potente:
Se potessi rallentare per un attimo… quale parte di te avrebbe più bisogno di essere ascoltata adesso?

Il fatto che tu abbia scritto è un primo passo. Ti meriti un luogo dove poter essere accolta, non giudicata. E, se ti spaventa chiedere aiuto, ricorda che farlo non è debolezza, ma lucidità.
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Dario Martelli
Psicologo clinico, Psicologo, Psicoterapeuta
Torino
Buongiorno, dalle ri ghe che scrive traspare di sicuro sofferenza e impasse nella sua vita. Certo è come se il suo percorso di crescita e il desiderio e la speranza di futuro si siano interrotti. Il consiglio è che lei in qualche modo chieda aiuto, anche se mi sembra che non sia aiutata in questo dalla sua famiglia. E' importante però che in qualche modo lei lo faccia, anche rivolgendosi ad una struttura pubblica. Mi sembra indispensabile associare in un primo momento una psicoterapia con un intervento farmacologico, questa è la mia sensazione. Se ritiene ne possiamo parlare, anche online dal punto di vista psicoterapeutico la posso aiutare se lei opta per un supporto privato. Saluti Dario Martelli
Dott. Pierluigi Campesan
Psicologo, Psicologo clinico
Verona
Buongiorno, per poter uscire da questo suo momento di apatia lei deve riprendersi in mano e lo deve fare in autonomia, magari seguita da un professionista attraverso un percorso psicoterapeutico. Esistono su territorio, oltre ai professionisti privati, anche delle realtà pubbliche di salute mentale a cui rivolgersi in prima battuta ad esempio centri di ascolto, centri di salute mentale. Essendo lei maggiorenne non c'è bisogno dei genitori per accedere a questo tipo di strutture. E' sicuramente un primo passo che la toglierà dalla apatia che lei ora prova e che può fare in autonomia. Cordiali saluti.
Dott.ssa Alessandra Domigno
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Cara ragazza, mi dispiace molto per quel che sta vivendo e comprendo quanto sia difficile uscire da questa situazione a maggior ragione se non sente sostegno emotivo ma solo l'esortazione continua a fare, fare. Quel che io ritengo possa esserle utile è un percorso combinato di psicoterapia e assunzione almeno nel primo periodo di psicofarmaci (ovviamente prescritti da uno psichiatra). Cerchi di trovare l'energia per raggiungere almeno questo primo obiettivo per avere un sostegno che la accompagni a comprendere cosa le sta accadendo e come gestirlo. Io se desidera sono disponibile per una psicoterapia in presenza o anche online. Cordialità. Dott.ssa Alessandra Domigno
Dott.ssa Grazia Gabriella Fazzino
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Pontedera
gentile, la situazione che lei descrive evidenzia lo stato di disagio che lei vive e che sicuramente richiede un percorso di cura che può prevedere sia un trattamento psicoterapico che una consultazione con uno psichiatra per valutare se puo' esserle di aiuto anche l'assunzione di farmaci specifici per i suoi disturbi. Se , come lei scrive, i suoi genitori rifiutano di accompagnarla lei può decidere di consultare da sola uno specialista, psicologo e/o psichiatra , per ricevere ascolto e avere indicazioni utili per capire che tipo di trattamento può esserle di aiuto per recuperare uno stato di maggiore benessere psico-fisico e affrontare questo periodo difficile della sua vita.
Dott.ssa Giulia Solinas
Psicologo, Psicoterapeuta
Quartu Sant'Elena
provi a iniziare da sè; il consulto di uno psichiatra è importantissimo visto il quadro di grave disagio nel quale oggi versa. I farmaci sono importnatissimi quando il nostro crpo non produce i mediatori chimici utili a supportare una ideazione, una volitività e una affettività normali per la popolazione dei coscritti. Prenda il coraggio e si faccia accompagnare da almeno una persona di fiducia, lei è maggiorenne e le cure giuste le possono far riscoprire questa voglia di riscatto e di realizzazione personale. Si dia tempo ma non lo perda e vada subito anche al servizio pubblico ( centro di salute mentale o altro servizio adatto).
Dott.ssa Daniela Voza
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Carissima, rispetto alle problematiche da lei lamentate e alla sua richiesta, le sarebbe utile intraprendere un percorso di psicoterapia Metacognitiva, un approccio che si colloca nell'ambito della terza generazione delle terapie Cognitivo-Comportamentali e che vanta crescenti evidenze empiriche di efficacia. Rimango a disposizione per ulteriori chiarimenti. Cordiali saluti. Dott.ssa Daniela Voza
Dott.ssa Veronica Conte
Psicologo, Psicoterapeuta
Rimini
Buongiorno, da quello che scrive emerge un grande disagio da cui fatica a uscire. E' consapevole di aver bisogno di aiuto; mi dispiace che non abbia il supporto emotivo dei suoi familiari. Ritengo sicuramente importante che lei possa intraprendere un percorso di psicoterapia in associazione a una terapia farmacologica prescritta da uno psichiatra. Può trovare aiuto attraverso diversi canali: un consultorio, un centro di salute mentale o un professionista privato.
Dott. Salvatore Augello
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Palermo
Salve, grazie per la sua condivisione. Probabilmente il contesto familiare non è positivo per lei e forse non lo è mai stato. Credo sarebbe importante farsi aiutare anche non coinvolgendo i suoi genitori cosi da ricevere l'aiuto che merita. Se comprende che il problema principale è la convivenza con i suoi genitori passare meno tempo con loro o a casa la potrebbe aiutare.
Cordiali saluti
Dott. Marco De Fonte
Psicologo, Psicoterapeuta
Bari
Buongiorno,
grazie per aver condiviso con tanta sincerità ciò che sta vivendo: dalle sue parole emerge tutta la fatica, la frustrazione e il senso di vuoto che la accompagnano ormai da anni. Scrivere quello che sente, con questa lucidità e profondità, è già un segnale importante: significa che dentro di lei c’è ancora una parte che cerca ascolto e spera di stare meglio.

La perdita di motivazione, l’apatia, la rabbia verso se stessa e gli altri, il non riconoscersi più negli interessi che un tempo la animavano, fino ad arrivare ai pensieri sul “non vivere più” sono segnali che meritano attenzione immediata. Non sono un fallimento personale né il segno che lei sia “cattiva”: sono piuttosto il riflesso di una sofferenza psicologica che ha bisogno di essere accolta e trattata.

Alcuni punti chiave:

Non è sola: ciò che prova è più comune di quanto si pensi e ha un nome. Non è “pigrizia” o “cattiveria”, ma sintomi che possono rientrare in un disturbo depressivo, che può e deve essere trattato.

È comprensibile che i suoi genitori non riescano a sostenerla nel modo di cui ha bisogno, ma questo non significa che non ci siano alternative. Può rivolgersi anche da sola al medico di base, a un centro di salute mentale (CSM) della sua ASL o a un consultorio, per chiedere una valutazione psichiatrica e psicologica.

La paura dei farmaci è normale, ma ricordi che non sono “un’etichetta” né una condanna: possono essere un sostegno temporaneo per darle le energie necessarie a ritrovare un equilibrio, se lo specialista lo riterrà opportuno.

La psicoterapia, soprattutto se combinata a un percorso farmacologico quando necessario, è molto efficace nel ridare direzione e motivazione, aiutando a ricostruire un senso di sé e a trovare obiettivi più realistici e sentiti.

Il passo più importante adesso è non restare ferma in questo dolore. Non deve fare tutto da sola, ma è fondamentale chiedere aiuto a chi può davvero prendersene cura.

Lei non è “sbagliata”: sta solo vivendo un momento di grande sofferenza che offusca le sue risorse, ma che può essere affrontato.

Un incoraggiamento sincero: chieda supporto concreto a un professionista della sua zona, anche attraverso i servizi pubblici. È il modo migliore per uscire da questa solitudine e dare un nuovo senso alla sua vita.
Dott.ssa Sandra Petralli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Pontedera
Salve, il fatto che lei abbia deciso di scrivere e condividere tutto questo è un atto importante, non solo perché esprime il suo disagio, ma anche perché rivela una parte di sé che sta ancora cercando una via per uscire dal buio. Ciò che descrive, compresi i pensieri di autosvalutazione e inutilità della vita, merita un’attenzione immediata e concreta. Le suggerisco di rivolgersi con urgenza a uno psicologo psicoterapeuta o, se i pensieri autolesivi diventassero più intensi o difficili da gestire, di recarsi al pronto soccorso o contattare il medico curante. Non è debolezza chiedere aiuto, è un atto di responsabilità e di cura verso sé stessi. La sua storia parla anche di un percorso scolastico difficile, appesantito dalla diagnosi di DSA e da una scelta accademica che forse non ha rispecchiato fino in fondo la sua autenticità. In momenti come questi, l'approccio della psicoterapia umanistica può essere particolarmente utile, perché si concentra sul recupero del significato, sull’ascolto profondo del proprio mondo interiore e sul contatto con i bisogni reali della persona, al di là delle aspettative sociali o familiari. L’apatia, l’irritabilità e la mancanza di motivazione possono essere sintomi legati a una depressione, ma anche a un'esperienza di forte disconnessione da sé. L'analisi bioenergetica, lavorando anche sul corpo e sull’energia vitale bloccata, potrebbe aiutarla a ritrovare uno spazio in cui sentire e muovere ciò che adesso sembra congelato. Comprendo quanto sia frustrante sentire che anche le richieste di aiuto verso la propria famiglia non vengono comprese, ma le consiglio, nonostante tutto, di insistere nel cercare uno spazio personale di ascolto e cura. Se dovesse valutare l’uso di farmaci, solo uno psichiatra potrà accompagnarla in modo sicuro e competente in questo passaggio.Non è una persona “cattiva” perché è esausta, è una persona ferita, e anche la perdita di empatia verso gli altri può essere una forma di difesa per non crollare. Può tornare a sentirsi viva, ma è necessario che si prenda cura di sé con l’aiuto giusto.
Non è sola. Ci sono percorsi come l’EMDR che aiutano ad elaborare i blocchi emotivi profondi, e la Mindfulness può essere utile per ritrovare una relazione più compassionevole con i propri pensieri e stati d’animo. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buonasera,
dalle sue parole emerge tutta la fatica di sentirsi ferma mentre tutto attorno sembra andare avanti. Mi colpisce che lei si descriva come “apatica” e allo stesso tempo molto arrabbiata: è più difficile vivere senza desideri o convivere con una rabbia che sembra non trovare sfogo?
Lei parla di “non importarsene più di nulla”: ma se davvero nulla le importasse, avrebbe cercato un confronto qui? Forse la vera domanda è se vuole continuare a soffocare ciò che sente o iniziare a darle un senso diverso.
E mi chiedo: per lei sarebbe più liberatorio capire “chi è” oggi o iniziare a costruire “chi può diventare” domani?
Rimango a disposizione per ulteriori dubbi o chiarimenti.
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Dott.ssa Letizia Simonelli
Psicoterapeuta, Psicologo
Cesena
Gentilissima,
la ringrazio per aver condiviso i suoi vissuti in questo spazio.
Da quello che riporta, credo stia vivendo una situazione di impasse, in cui fatica anche a percepire le sue risorse.
Un percorso di psicoterapia, eventualmente supportato da una terapia farmacologica, potrebbe aiutarla ad affrontare questo periodo e a far chiarezza sui suoi obiettivi, considerando anche la ripresa degli studi oppure un progetto alternativo. Inoltre può essere importante condividere con i suoi genitori il disagio che sta provando, attraverso un dialogo più sereno e aperto, evidenziando l’importanza di un loro sostegno.
Un caro saluto,
Dott.ssa Simonelli
Dott.ssa Giuliana Galise
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Napoli
Ciao, quando tutti gli ambiti della propria esistenza sembrano andare a rotoli, come nel tuo caso , ci si sente davvero smarriti e non si sa da dove cominciare. A prescindere dall 'assunzione di farmaci , penso che affidarti ad uno psicoterapeuta possa servirti a mettere ordine , a dare priorità , a ritrovare un senso per riprendere in mano la tua vita . Innazitutto te lo suggerisco come sostegno, esortazione ed incoraggiamento. Vedrai che poi riuscirai a lavorare su di te , ed un passo alla volta a darti una mano!!
Dr. Stefano Golasmici
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Gent.ma,
descrive una condizione di sofferenza per la quale è opportuno possa chiedere un aiuto specialistico: durante una prima consultazione è possibile farsi un’idea migliore di quanto racconta e della sua esperienza personale, valutando diverse prospettive di cura psicoterapeutica ed eventualmente anche farmacologica. È importante possa cercare un aiuto terapeutico che la accompagni a ritrovare un orientamento nella sua vita, lasciandosi col tempo alle spalle queste sofferenze. SG
Dott.ssa Livia Sterza
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno e grazie per la sua condivisione. Dalle sue parole emerge una sofferenza profonda, che si è radicata nel tempo e che oggi sembra condizionare molti aspetti della sue vita: il senso di vuoto, la mancanza di motivazione, l’apatia, l’isolamento, l’irritabilità e quel senso di distacco emotivo dagli altri e da se stessa non sono segnali da sottovalutare.
Anche la difficoltà nel portare avanti piccoli gesti quotidiani, come prendersi cura di sé o dell’ambiente in cui si vive, così come i pensieri ricorrenti di inutilità o di “non farcela”, possono essere espressioni di un malessere che ha bisogno di essere accolto con attenzione e accompagnato con delicatezza.
Il momento complesso che sta attraversando richiede cura, ascolto e uno spazio protetto in cui poterlo esplorare. In quest’ottica, un percorso psicoterapeutico potrebbe rappresentare un primo passo fondamentale per comprendere cosa sta accadendo dentro di se, da dove nasce questo dolore, che significato ha questo blocco e soprattutto come riattivare risorse che al momento sembrano andate perdute.
Comprendo la paura di una terapia farmacologica, eventualmente questa può essere valutata insieme ad uno specialista, tenendo a mente che i farmaci possono essere degli "alleati" in momenti in cui la sofferenza si fa troppo pesante.
Resto a disposizione,
Dottoressa Livia Sterza
Dott.ssa Giovanna Ferrentino
Psicologo, Psicoterapeuta
Bracigliano
Ciao, grazie per aver condiviso con tanta sincerità quello che stai vivendo. Dalle tue parole emerge quanto questo periodo sia stato pesante e confuso per te: sentirsi senza direzione, svuotati di energie e speranza può far pensare di essere “sbagliati” o “cattivi”, ma in realtà sono segnali di una sofferenza che merita ascolto e cura, non giudizio.

Quello che provi non è una colpa e non sei sola. Parlare con uno psicoterapeuta in uno spazio sicuro e riservato può aiutarti a dare un senso a tutto questo, a ritrovare energia e direzione e ad affrontare questi pensieri così dolorosi. Ti invito a prendere in considerazione l’idea di fissare un appuntamento: il primo passo può sembrare difficile, ma è spesso quello che apre alla possibilità di stare meglio. Non devi affrontare tutto questo da sola: chiedere aiuto è un atto di coraggio, non di debolezza. Vivere una vita degna di essere vissuta in linea con i propri valori è uno degli obiettivi più importanti che una persona possa porsi, e se hai perso la "bussola", insieme ad un professionista potrai ritrovarla.

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