Gentili dottori, scrivo per un consulto. Sono un ragazzo di 28 anni e da qualche giorno vivo in uno

23 risposte
Gentili dottori, scrivo per un consulto.
Sono un ragazzo di 28 anni e da qualche giorno vivo in uno stato d'ansia e rimuginazioni.
Non sono vergine, sono stato fidanzato tra i 18 e i 22 anni con una ragazza qualche anno più piccola di me, dopo ho avuto svariati flirt, cotte, innamoramenti non ricambiati, a volte sono stato io a non ricambiare, e qualche anno fa ho avuto il piacere di una storia d'amore estiva, cresciuta in poco tempo nel corso della quale c'è stato praticamente tutto.
Tutto questo è accaduto con ventenni all'incirca (21, 23, 26) e una trentenne.
Nei giorni scorsi mi sono ritrovato a fare del sexting in un sito per adulti con una camgirl. Preso dalla curiosità mi sono lasciato andare per poi pentirmene. Ho riflettuto su quanto fosse irresponsabile affidare ad internet cose tanto intime.
La rimuginazione è andata avanti, chiedendomi come fosse possibile che una pulsione mi abbia spinto ad essere "irresponsabile", nonostante 8 mesi fa sia stato vittima di una sextortion, della quale ho parlato con mio fratello, il quale mi ha rassicurato.
Mi sono posto dei dubbi sulla mia moralità, sulla mia capacità di controllo, fino a chiedermi se sono affetto da qualche perversione e come questa possa essere accettabile nella vita di chi intende fare l'insegnante.
Ho percorso così a ritroso avvenimenti che hanno a che fare con la mia fantasia e le mie pulsioni, soffermandomi sul fatto che due anni fa, nel corso di un tirocinio fatto a scuola, trovandomi in alcune classi di un liceo ( tra il terzo e il quinto anno), ho trovato alcune ragazze carine.
In una classe del quarto anno addirittura le ragazze facevano degli apprezzamenti su di me e su questa cosa la mia collega tirocinante faceva delle battute e una volta mi disse persino "secondo me, finito il tirocinio, una di queste ti cerca".
A dire il vero lo hanno fatto prima, ma io mi sono sempre limitato ad un rapporto di amicizia che continua fino ad ora, dato che qualche volta, attraverso la chat dei social, abbiamo scambiato qualche amichevole battuta.
Sospinto dalle mie rimuginazioni, ho iniziato a consultare intenet, alla ricerca di una qualche diagnosi psicologica.
Mi sono chiesto se sono un efebofilico, se questo può essere ritenuto un disturbo pari alla pedofilia, con tutte le implicazioni morali che ne conseguono.
Il mio problema riguarda la sessualità o è piuttosto un disturbo d'ansia?
A tal proposito dichiaro che all'età di 11 anni circa, dopo un lutto in famiglia, sviluppai una doc: avevo una fissa per la pulizia delle mani, preoccupato che i germi potessero farmi ammalare.
Dopo un po' di tempo il disturbo si ripresentó sotto una nuova forma: mi apprestavo a fare la prima comunione, per la quale mi ritenevo indegno a causa di bestemmie solo pensate.
Vivo in questi giorni un ritorno di quel vecchio disturbo, forse attivatosi a seguito di quel sexting di cui mi sono pentito?
Cordiali saluti.
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, credo che per lei sia importante intraprendere un percorso di psicoterapia per trovare le risposte che cerca. Inoltre, chi le ha diagnosticato il DOC?
Buona serata.
Dott. Fiori

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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, Mi spiace molto per la situazione e del disagio espresso. Ritengo che in una diagnosi di doc il timore della colpa deontologica sia centrale. Ritengo fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico al fine di indagare le cause, origini ed i fattori di mantenimento dei tuoi sintomi. Sarebbe Inoltre opportuno indagare che cosa teme possa accadere Qualora lei violasse un comportamento, una morale, un codice deontologico.
Cordialmente, Dott. FDL
Dott.ssa Valeria Genduso
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Varese
Gentilissimo utente,
per cominciare la ringrazio di aver voluto condividere con noi la sua sofferenza, legata a temi così complessi e delicati. Da ciò che ci racconta di sé, appare chiaro che il dubbio e la rimuginazione hanno sempre giocato una parte importante nella sua vita, a diversi livelli. Ritengo sia necessario che Lei intraprenda al più presto un percorso di psicoterapia, dove trovare la possibilità di narrare la propria storia e, con l'aiuto di un terapeuta esperto, darne una lettura in termini di senso e significato. Tramite l'analisi delle modalità che attiva in alcuni momenti particolari della sua vita e la comprensione dei sintomi che ne scaturiscono, avrà col tempo la possibilità di capirsi più a fondo e, di conseguenza, superare le proprie modalità disfunzionali trovandone di nuove che possano aiutarla a non cadere più nella trappola del dubbio e nell'eccessivo rimuginio (che, mi immagino, le renderanno la vita non poco difficile e faticosa in alcuni casi!)
A volte il pensiero non è un alleato; pensare troppo diventa qualcosa che ci ostacola, invece che aiutarci. Non si lasci scoraggiare da questo, se si darà la possibilità di lavorarci sopra in un percorso psicoterapeutico troverà sicuramente il modo di superare tutto ciò e ritrovare benessere e serenità nella sua vita presente e in tutto ciò che dovrà affrontare in futuro.
Spero di esserle stata di una qualche utilità con questa risposta, se desidererà approfondire la questione resto a sua disposizione. Forza! Dott.ssa Genduso
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Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera, penso sia importante per lei in questo momento ricevere un supporto psicologico per fare ordine su questi temi importanti. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dott.ssa Ilaria Rasi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buonasera, la invito a contattare uno/a psicologo/a per poter meglio approfondire quanto ha condiviso attraverso questo racconto. Ci sono diverse tematiche importanti per lei, fonte di una sofferenza credo quasi pesante da sostenere, che potrebbe essere meglio comprese ed analizzate in un contesto protetto come quello psicologico. A tal proposito infatti sarebbe prezioso anche comprendere meglio il suo vissuto in merito. Rimango a disposizione, un saluto
Dott.ssa Marianna Genitore
Psicologo clinico, Psicoterapeuta, Psicologo
Roma
Gentile utente, ha descritto molto dettagliatamente i passaggi e gli avvenimenti accaduti. é importante, però, ricordare che una diagnosi non è il frutto della somma di eventi, comportamenti ed esperienze, ma un processo ben più articolato. Affidarsi ad internet non è mai utile in questi casi. Se ha così tante domande su se stesso, forse una psicoterapia potrebbe rappresentare il luogo migliore per esprimerle e una buona occasione per la sua vita.
I mie auguri,
MG
Dr. Ugo Ungaro
Psicologo, Psicoterapeuta
L'Aquila
Gentile Signore dalla sua nota si evidenzia un disagio che merita un maggiore approfondimento. Sicuramente non vive un momento semplice e forse chiedere un consulto con uno specialista in psicoterapia può essere una possibilità da valutare per capire il significato di questi vissuti spiacevoli. Un cordiale saluto
Gentile utente,
Da quello che scrive l'ansia e il rimuginio sono elementi che la accompagnano da tempo. In questo momento le sue difficoltà di gestione delle preoccupazioni e degli aspetti pulsionsli sono riemersi pertanto sarebbe opportuno che lei intraprendesse un percorso psicologico per inquadrare i suoi disagi e comprendere il modo migliore per occuparsene. Lasci stare le diagnosi fai da te che potrebbero aumentare il suo livello di ruminazione . Un caro saluto
Dott.ssa Valentina Sciubba
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile ragazzo,
parenti, amici e quant'altro, per quanto animati dalle migliori intenzioni, difficilmente possono sostituirsi efficacemente ad un professionista psicologo e rischiano pertanto di fare danni, sebbene ovviamente anche gli psicologi possano sbagliare. Il suo malessere sembra originare da tratti di carattere che predispongono a problemi ossessivi. Per la sua tranquillità e benessere pertanto le consiglio di consultare un professionista dal vivo che potrà mitigare questa sua predisposizione.
cordiali saluti
Dott.ssa Giada Bruni
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Firenze
Caro ragazzo, mi colpisce il suo flusso di consapevolezza, l’analisi che fa delle sue esperienze alla ricerca di qualcosa che non funziona in lei, se fosse questo il problema?
La sessualità, il diritto di ognuno di noi di entrare in contatto come meglio crede deve essere armonico, leggero, rispettoso e privo di sensi di colpa.
Le auguro di trovare la strada per amarsi per chi è e non per chi dovrebbe essere.
Un abbraccio.
Giada Bruni
Dott.ssa Paola Giovani
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, mi sembra che lei centri i suoi interrogativi sul suo rapporto con il modo e la frequenza dei suoi rapporti sesuali. Ne tiene una contabilità perfetta. Si preoccupa di elencare le occasioni di incontro, la durata, le età delle donne incontrate. Che cos,'è questo conteggio? Quale senso ha per lei? Queste sono le domande che per adesso posso proporle. Mi auguro che voglia continuare a interrogarsi nell'ambito di un lavoro di analisi, che penso potrebbe essere molto adatto alle sue questioni e che potrebbe aiutarla a trovare il filo di un desiderio possibile. Cordoali saluti.PG
Dott. Gian Piero Grandi
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista clinico
Torino
Gentile utente dalle sue parole si percepisce un buon livello di consapevolezza e buona disposizione a mettersi in gioco per provare a conoscersi meglio. Dalle sue parole si può evincere che siamo nel campo delle perversioni e che può essere importante un accurato lavoro di psicologia individuale che la possa aiutare a conoscersi meglio, individuare le cause del suo disagio ma soprattutto nuove strategie di coping per riuscire a meglio trovare adeguate soluzioni che le permettano di stare meglio. Cordialmente Gian Piero dott. Grandi
Dott.ssa Sara Oltolini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Cogliate
Buongiorno caro utente, mi spiace molto per la sofferenza che sta sperimentando in questo momento. Purtroppo,come già altri colleghi le hanno scritto, è molto difficile poterla aiutare in questo modo. le consiglio di contattare un collega che potrà sicuramente aiutarla a mettere un po' di ordine tra i suoi ricordi,pensieri ed emozioni e tentare di dare un significato ad alcuni suoi comportamenti. Non aspetti che la situazione diventi per lei totalmente ingestibile, a maggior ragione visto i suoi precendenti DOC.
Le auguro un buon percorso e se volesse altre informazioni non esiti a contattarmi.
Buone feste
Dr.ssa Oltolini
Gent.mo, al di là delle eventuali e più o meno plausibili etichette diagnostiche, che più che ampliare un discorso personale rischiano di chiuderlo, mi sembra che lei abbia ben delineato il meccanismo circolare che si ripete spesso nella sua vita. Mi permetto di consigliarle di partire da questa ripetizione, che evidentemente le provoca molto dolore, e di rivolgersi ad un professionista che esercita vicino a lei, così che possa essere un punto di riferimento in presenza con il quale poter riprendere in mano la sua vita, un po' più leggero da pensieri e sensi di colpa, coraggio! un caro saluto, BT
Dott.ssa Daniela Polistina
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Napoli
Caro utente,
ognuno di noi ha, dentro se’, luce ed ombra. Questo non significa essere persone buone o persone cattive, perché seguire una cosa o l’altra è solo questione di scelta. Inoltre la cosa migliore che possiamo fare per noi stessi e, quindi, la cosa migliore che possiamo fare per essere in pieno equilibrio, è proprio quella di integrare le due parti. Questo è il suo caso: riuscire a guardare A fondo questa sua situazione psicologica e spirituale e poi fare le sue scelte, con serenità e consapevolezza.per questo mi associo a quanto dicono i colleghi, e la invito quanto prima ad intraprendere un percorso psicologico. Poiché lei ricerca continuamente l’integrità, certamente l’esito di questo percorso la aiuterà ad essere anche un ottimo insegnante. Le auguro ogni bene per il nuovo anno.
Dr. Davide De Rosa Saccone
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Riccione
Buongiorno, la modalità cognitiva DOC attribuisce elementi di pericolosità alla semplice presenza di alcuni pensieri considerati come intollerabili. Nella nostra mente passano ogni giorno migliaia di pensieri delle più svariate forme e contenuti ma, talvolta, decidiamo che alcuni di questi siano pericolosi e che il solo pensarli ci connoti come persone "brutte" e che renda più probabile il verificarsi del contenuto del pensiero.
Elemento centrale, dunque, non è il pensiero " ho trovato alcune ragazze carine", ma come mi ci approccio.
Le consiglio di intraprendere un percorso psicologico per concettualizzare al meglio il suo funzionamento e comprenderlo.
dott. De Rosa Saccone
Dott.ssa Maria Cristina Giancarli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera, la invito ad affidarsi a un percorso di psicoterapia dove poter entrare in contatto con le proprie paure, le proprie emozioni (anche quelle che le piacciono di meno) e i propri bisogni. Aprirsi alla conoscenza di sè nel setting analitico può aiutarla a non aver più paura di sè e di quello che prova e a scoprire il significato che ha per lei il senso punizione interna che avverte, lasciando spazio a un maggiore senso di serenità e benessere.
Dr. Manuel Marco Mancini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, il DOC le è stato diagnosticato o è frutto di un auto diagnosi.
Contatti un professionista per confrontarsi rispetto ai propri bisogni di contatto emotivo.
Un saluto,
MMM
Dott.ssa Angela Scoppettone
Psicologo, Psicoterapeuta
Padova
Buonasera, mi sento di consigliarle di iniziare un percorso psicoterapeutico. Questo consente di mettere a tema i motivi della difficoltà e a gestirne le conseguenze. L' accompagnamento psicologico permette di identificare i motivi sottostanti al suo comportamento. Naturalmente, il percorso psicologico richiede una posizione attiva, motivata e partecipe da parte della persona. Se può essere il suo caso, contatti uno psicoterapeuta. Cordiali saluti, AS
Dott.ssa Alice Carbone
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,
dalle sue parole emerge un forte vissuto di ansia e preoccupazione.
Proprio per questo motivo mi sento di consigliarle di non cercare risposte e diagnosi su internet: purtroppo spesso non fanno altro che confondere e far preoccupare di più.
Credo che potrebbe esserle invece di aiuto contattare uno psicologo ed intraprendere un percorso terapeutico. In questo modo avrà la possibilità di parlare di tutti questi eventi, vissuti e pensieri e capirne il significato.
Le auguro una buona serata,
Dott.ssa Alice Carbone
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Gentile utente,
capisco quanto questa situazione le stia causando sofferenza e quanto il suo bisogno di chiarezza la stia portando a ripercorrere il passato alla ricerca di risposte. Da quello che scrive, emerge una forte tendenza a rimuginare su pensieri che la turbano, un meccanismo che la spinge a interrogarsi in modo sempre più profondo su aspetti della sua moralità e del suo controllo sulle pulsioni. Questo processo, però, sembra non darle alcuna certezza o sollievo, anzi, alimenta ulteriormente il suo stato d’ansia. È importante soffermarsi su come la sua mente sta trattando queste domande, piuttosto che sul contenuto delle domande stesse. Il bisogno di analizzare e controllare ogni pensiero e comportamento, il senso di colpa associato a episodi vissuti anche anni fa, la ricerca quasi compulsiva di una diagnosi che possa “spiegare” ciò che prova, sono tutti segnali che richiamano il funzionamento tipico di un disturbo ossessivo-compulsivo (DOC), in particolare nella forma del DOC morale o scrupolosità ossessiva. Lei stesso ha già vissuto in passato episodi simili, con paure diverse ma con una dinamica simile: la preoccupazione per la pulizia e i germi da bambino, il timore di non essere degno della comunione a causa di pensieri blasfemi. Ora, questa modalità sembra essersi riattivata su un nuovo tema, legato alla sessualità e alla moralità. Ciò che sta accadendo è che la sua mente sta cercando di darle una risposta assoluta e definitiva su ciò che lei è come persona, come se da questa risposta dipendesse la sua intera identità. Tuttavia, il problema è che il DOC non accetta risposte semplici: ogni volta che trova una possibile rassicurazione, sorge un nuovo dubbio, un nuovo dettaglio che sembra mettere tutto in discussione. Questo la porta a rianalizzare continuamente le sue esperienze passate, a dare un peso enorme a pensieri normali (come trovare attraente qualcuno), a sovrainterpretare azioni che in un altro contesto non le avrebbero mai creato ansia. La sua preoccupazione sul fatto di aver trovato carine delle studentesse durante il tirocinio è un esempio perfetto di come il DOC morale distorce la percezione della realtà. È del tutto naturale, per chiunque, notare l’aspetto di una persona, indipendentemente dall’età. La differenza sta nel modo in cui si reagisce a quel pensiero. Nella sua esperienza, non c’è stato alcun comportamento inappropriato, nessun tentativo di oltrepassare un limite. Eppure, la sua mente sta ripescando questi episodi per sottoporli a un’analisi minuziosa, con il solo scopo di trovare una risposta certa su di sé. Allo stesso modo, il fatto di aver fatto sexting e poi essersi pentito non è di per sé un segnale di “irresponsabilità” o di mancanza di controllo. Piuttosto, è un’esperienza che ha innescato in lei una forte autocritica, portandola a rimettere in discussione non solo quell’episodio, ma anche altri eventi del passato. Questo bisogno di revisione continua è tipico dell’ansia ossessiva: non è tanto il contenuto dei pensieri a essere rilevante, quanto la paura di non riuscire a “essere una persona giusta”, di non avere il controllo assoluto su se stesso. Credo sia importante, per lei, provare a cambiare prospettiva: non si tratta di trovare una risposta definitiva alla domanda “sono una persona moralmente accettabile?”, perché questa domanda non ha una risposta univoca e rassicurante per il DOC. Piuttosto, si tratta di lavorare sulla sua relazione con questi pensieri, imparando a tollerare l’incertezza e a non dare a ogni pensiero o ricordo un valore assoluto. Per fare questo, potrebbe essere molto utile un supporto psicologico specifico, soprattutto con un terapeuta cognitivo-comportamentale, che la aiuti a riconoscere questi meccanismi e a interrompere il ciclo di rimuginazione. Il lavoro potrebbe concentrarsi sull’esposizione con prevenzione della risposta, una tecnica che aiuta a ridurre la necessità di rassicurarsi continuamente, e sulla ristrutturazione cognitiva, che permette di mettere in discussione le distorsioni del pensiero. La cosa più importante che voglio dirle è che non è solo. Questi meccanismi sono comuni e trattabili. La sua sofferenza non è il segno di un problema morale, ma di un’ansia che sta cercando di gestire nel modo sbagliato, alimentandola invece di ridurla. Con il giusto aiuto, può imparare a convivere con queste incertezze senza che prendano il controllo della sua vita.
Cari saluti
Dott. Andrea Boggero
Dr. Riccardo Sirio
Psicologo, Psicologo clinico
Trofarello
Buongiorno,
Quello che descrive sembra riflettere un momento di forte attivazione emotiva legata a dubbi, insicurezze e senso di colpa. A volte, esperienze che ci mettono in contatto con parti intime o impulsive di noi stessi possono generare disagio, soprattutto se toccano valori personali profondi. Ripensare in modo ricorrente a certi episodi, interrogarsi sulla propria moralità o identità non è raro in situazioni di stress o vulnerabilità. Potrebbe essere utile parlarne con un professionista in uno spazio protetto, per comprendere meglio cosa si muove dentro di te e trovare un equilibrio più sereno. Rimango a disposizione.
Dr. Simone Gagliardi
Psicologo, Psicologo clinico
Brescia
Buongiorno,
emerge come il punto non sia tanto la moralità in sé dei suoi pensieri o delle sue pulsioni, quanto il modo in cui esse si sono intrecciate a un bisogno di controllo e di purezza che appare radicato nella sua storia. Già da bambino, di fronte a eventi angoscianti, lei ha reagito cercando di tenere a bada l’inquietudine attraverso forme ossessive di regolazione — prima la pulizia, poi la colpa religiosa, oggi il rimuginio morale legato alla sessualità.

L’episodio del sexting sembra aver riattivato questo antico circuito: un impulso che irrompe, seguito dal pentimento e dalla necessità di riparare, di “capire se è sbagliato”. Ma l’angoscia non nasce tanto dal contenuto dell’atto, quanto dal fatto che esso mette in crisi l’immagine di sé come soggetto controllato e moralmente integro. È in questo scarto tra desiderio e ideale che si genera il sintomo.

Non si tratta quindi di un disturbo “sessuale”, né di una perversione, ma di un ritorno dell’antico conflitto tra pulsione e controllo. Il lavoro utile sarebbe comprendere cosa rappresenti per lei questo bisogno di purezza e come il suo desiderio — invece di essere represso o giudicato — possa essere integrato, riconosciuto, e reso meno minaccioso per la sua identità.

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