Gentili dottori, ho passato veramente un periodo buio in passato, ero molto arrabbiato, sentivo un v

12 risposte
Gentili dottori, ho passato veramente un periodo buio in passato, ero molto arrabbiato, sentivo un vuoto e una solitudine, i miei rapporti con le amicizie erano compromessi e con i miei genitori non c'era nessuno legame.
Oggi non è più così, mi sono laureato, sto studiando alla magistrale, ho fatto degli esami, ho fatto amicizia con nuove persone e con i miei genitori va tutto bene.
L'unico problema, chiamiamolo così, resta questa situazione con la mia ex amica.
Mi fa molto male e ho una tensione altissima ogni volta che vado all'università e vedo questa persona. Mi fa male vedere che non ci salutiamo e non ci parliamo più.
Allora sto evitando tutto, evito di salire al piano dove c'è lei tranne che per motivi importanti.
Mi metto fuori a studiare oppure resto a casa così le possibilità di incontrarla si riducono.
Continuo ad avere molta paura, ansia, disagio. Prima c'era tutti e improvvisamente adesso non c'è più niente.
È normale essere in questa confusione e situazione?
Come mai anche se mi sto comportando benissimo permane questa cosa?
Dr. Marco Feola
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Capua
Gentile utente, leggendo le sue parole, la prima cosa che sento di doverle restituire è un grande riconoscimento: passare dal "periodo buio" che descrive a laurearsi e ricostruire i rapporti con i genitori è un'impresa di cui andare molto fiero. Ha dimostrato di avere risorse eccezionali e una grande forza di volontà.
Tuttavia, lei pone una domanda tanto lucida quanto difficile: "Come mai, anche se mi sto comportando benissimo, permane questa cosa?".
La risposta risiede nel fatto che lei sta cercando di risolvere un problema emotivo (il dolore della perdita/rottura) con una soluzione logico-comportamentale (fare gli esami, essere bravo). Ci sono a mio avviso una serie di aspetti del suo mondo interiore che varrebbe la pena approfondire:
1. L'Ex Amica come "Fantasma": Lei descrive un passaggio brusco: "Prima c'era tutto e improvvisamente adesso non c'è più niente". Il fatto che lei eviti di salire al piano o di incrociarla non fa che confermare alla sua mente, ogni giorno, che quella persona è "pericolosa", il meccanismo di evitamento è molto comune nelle fobie. Più la evita, più l'ansia cresce, perché evitandola la nutre e le conferma che quella paura “ha ragione di esistere”. Rimanere a casa o studiare fuori per non vederla sembra la soluzione, ma è la trappola. Ogni volta che evita un luogo per paura di incontrarla, lei sta restringendo il suo mondo e la sua libertà, dando a questa "ex amica" un controllo enorme sulla sua vita, anche se non vi parlate.
2. L'errore della "Brava Persona": Lei si chiede perché sta male anche se si comporta bene. Purtroppo, le emozioni non seguono la meritocrazia. Il suo dolore non è lì perché lei ha sbagliato qualcosa o perché non si impegna abbastanza; il dolore è lì perché quella relazione ha toccato delle corde profonde (forse antiche ferite di abbandono o solitudine di cui parlava all'inizio) che non si sono rimarginate con la laurea, ma che richiedono un’attenzione e una cura specifica.
È assolutamente normale essere confusi in questa situazione, perché la logica razionale non combacia con il vissuto emotivo. Il passo successivo non è "fare di più" o "essere più bravo" all'università, ma lavorare per disinnescare il potere che questa figura ha su di lei. Si tratta di trasformare quel "fantasma" che la terrorizza in un semplice ricordo che non fa più male, permettendole di riprendersi i suoi spazi (fisici ed emotivi) all'università. Se volesse approfondire questo meccanismo, resto a sua disposizione per un primo colloquio conoscitivo gratuito (anche online).
Un saluto, auguri per tutto.

Dottor Marco Feola.

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Dott.ssa Iolanda Esposito
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Firenze
Ciao, elaborare la fine di una relazione è un processo emotivo che ha bisogno dei suoi tempi, può essere d'aiuto rivolgersi ad un esperto per un supporto specifico, soprattutto se a distanza di tempo dalla fine della relazione le emozioni sono ancora così intense e ti condizionano.
Un saluto
Dott.ssa Caterina De Galitiis
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Pescara
Salve,
da quello che racconta emerge con chiarezza quanta strada lei abbia fatto: ha attraversato un periodo molto buio e oggi è riuscito a ricostruire diversi aspetti della sua vita, personali, relazionali e familiari. Questo non è affatto scontato e, proprio per questo, è comprensibile che questa unica “zona irrisolta” faccia così male: quando molto si rimette in ordine, ciò che resta sospeso tende a farsi sentire ancora di più.
Tuttavia, più che evitare tutto ciò che potrebbe farle incontrare questa persona, forse sarebbe importante darsi il tempo e lo spazio per trovare un significato a ciò che è accaduto e a ciò che prova oggi. L’evitamento è una risposta comprensibile, ma in questo modo la paura, il dolore, la delusione — o qualunque emozione questa relazione abbia lasciato — non trovano uno spazio per essere attraversate e rielaborate, continuando così ad avere effetto su di lei.
Se sta già facendo un percorso, questo è un tema importante da portare in seduta così com’è: la paura, l’imbarazzo, il desiderio di normalità, ma anche la rabbia e la tristezza per ciò che non c’è più. Non per tornare indietro, ma per poter stare finalmente nel presente senza che quella presenza continui a farle così male.
Non c’è nulla di “sbagliato” in lei: sta semplicemente facendo i conti con qualcosa che ha avuto un peso importante nella sua vita e che ha bisogno di tempo e spazio per essere davvero elaborato.
Dr. Bruno De Domenico
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Buona sera cara utente, evitare l'amica e per estensione tutto ciò che ha a che fare con lei è una piega pericolosa, perché se continuerà l'evitamento continuerà e si estenderà.
Spero ci rifletta. La invito a scrivermi, mi farà piacere.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Gentile utente,
da ciò che racconta emerge con chiarezza quanto lavoro interiore lei abbia già fatto: è riuscito a uscire da un periodo molto difficile, ha costruito nuove relazioni, ha raggiunto traguardi importanti e ha ritrovato un legame con i suoi genitori. Tutto questo parla di risorse, impegno e crescita personale.

La sofferenza che descrive rispetto alla sua ex amica è comprensibile e, sì, è normale trovarsi in una situazione di confusione emotiva come questa. Quando un legame significativo si interrompe bruscamente, soprattutto senza una vera elaborazione o chiarimento, il dolore può rimanere “attivo”, anche se razionalmente la vita sta andando avanti. Il fatto che lei stia evitando i luoghi e le situazioni in cui potrebbe incontrarla è una strategia di protezione dall’ansia, ma allo stesso tempo mantiene la tensione e la paura, perché l’emozione non viene mai davvero affrontata ed elaborata.

Il motivo per cui questa sofferenza permane, nonostante lei “si stia comportando benissimo”, è che le emozioni non seguono sempre la logica o la volontà. Non basta fare tutto “giusto” nella vita perché un dolore relazionale si risolva da solo: spesso serve tempo, ascolto e uno spazio in cui dare senso a ciò che è accaduto, al vuoto lasciato da quella relazione e a ciò che oggi rappresenta per lei.

Il disagio, l’ansia intensa e la paura che prova non indicano un fallimento, ma un nodo emotivo ancora aperto che merita attenzione. Proprio perché ha già dimostrato di saper prendersi cura di sé, potrebbe essere molto utile approfondire questa situazione con uno specialista, per comprendere meglio cosa si è attivato in lei e trovare modalità più efficaci per ridurre la sofferenza e tornare a vivere l’università con maggiore serenità.

Un caro saluto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Dott.ssa Joanna Magdalena Niemiec
Psicologo, Psicoterapeuta
San Nicola la Strada
Sì, è una reazione comprensibile e frequente. Quando un legame significativo si interrompe bruscamente, il dolore emotivo può persistere anche se, razionalmente, molti aspetti della vita stanno migliorando.
Dal punto di vista psicologico, l’ansia è mantenuta soprattutto dall’evitamento: evitare i luoghi o le situazioni legate a questa persona riduce il disagio nel breve termine, ma impedisce una reale elaborazione emotiva, facendo sì che la tensione resti alta.
Inoltre, la mente continua a reagire come se la perdita fosse una minaccia attuale e non un evento passato. È quindi normale che, nonostante i progressi fatti, questa difficoltà permanga.
In sintesi, non c’è nulla di “sbagliato”: si tratta di una ferita relazionale ancora attiva, che ha bisogno di tempo e di essere gradualmente affrontata, non solo controllata o evitata.
Dott. Luca Ballerin
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Varese
Buongiorno potrebbe valutare un confronto di sostegno psicologico per affrontare la situazione.
Dott.ssa Samuela Carmucco
Psicologo, Psicoterapeuta
Palermo
Salve,
non conosco il motivo per cui faccia una fatica invalidante ad incontrare la sua ex amica, ma questo potrebbe certamente comunicare qualcosa in più di se stesso, e non della relazione amicale.
E' frequente concentrare su una persona un disagio che non è direttamente su quella relazione, ma su ciò che quest'ultima suscita e riattiva.
Dott.ssa Luisa Zaccarelli
Psicoterapeuta, Psicologo
Modena
Quello che descrivi è molto comprensibile. Hai attraversato un periodo difficile, hai fatto un lavoro importante su di te e oggi la tua vita mostra molti segnali di crescita e stabilità. Proprio per questo può risultare ancora più destabilizzante sentire che un solo legame continua a far male così tanto.

Quando una relazione significativa si interrompe senza una vera elaborazione, il sistema emotivo può restare “in allerta”, anche se razionalmente sappiamo di stare meglio. L’ansia, la paura e l’evitamento che descrivi non indicano che tu stia regredendo o che ti stia comportando male: sono segnali di un dolore non ancora integrato, non di un fallimento.

Evitare i luoghi o le situazioni che riattivano la ferita è una strategia di protezione molto comune, ma a lungo andare può mantenere la tensione invece di ridurla. È per questo che, anche se “fai tutto bene”, la sensazione non passa da sola.

Sì, è normale sentirsi confusi in una situazione come questa, soprattutto quando il passato e il presente sembrano dire cose diverse. Lavorare su ciò che questa relazione rappresenta per te può aiutarti a ridurre l’ansia e a tornare a vivere l’università con maggiore libertà.

Se senti che questa difficoltà sta limitando la tua serenità quotidiana, puoi prenotare una visita: insieme possiamo capire cosa mantiene attiva questa sofferenza e trovare modalità più efficaci per affrontarla.
Dott.ssa Rosella M.B. Mastropietro
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Buonasera forse sarebbe opportuno capire insieme cosa sta accadendo
Sia online che in presenza se sei nella mia stessa città.
Dott.ssa Rosella
Dott.ssa Arianna Moroni
Psicoterapeuta, Psicologo
Trieste
Gentile utente, è normale vivere confusione, ansia e dolore dopo la rottura di un legame significativo, anche quando il resto della vita sta andando bene. Dal punto di vista terapeutico, ciò che descrive assomiglia a un lutto relazionale non elaborato. La mente ha compreso che la relazione è finita, ma il corpo e le emozioni reagiscono ancora come se la perdita fosse attuale. L’evitamento (cambiare piani, luoghi, abitudini) riduce l’ansia nel breve termine, ma nel lungo la mantiene. Il fatto che “si stia comportando benissimo” non basta perché le emozioni non si risolvono con la volontà, ma hanno bisogno di tempo, elaborazione e significato. La tensione che prova all’università sembrerebbe una risposta appresa, legata a dolore, paura del rifiuto e senso di vuoto.
Un percorso di supporto psicologico può aiutarla a ridurre l’evitamento, regolare l’ansia e chiudere interiormente la relazione. Cordialmente, AM
Dott.ssa Aurora Brancia
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Aversa
Gentile utente,
da ciò che descrive emerge con chiarezza quanta strada lei abbia fatto, ed oggi si trova in una fase diversa della sua vita, migliore. Questo è senza ombra di dubbio un cambiamento importante.

È comprensibile però che, nonostante questi miglioramenti, la situazione con la sua ex amica continui a farle molto male. Quando un legame significativo si interrompe in modo improvviso o doloroso, il corpo e la mente possono reagire come se quella ferita fosse ancora “aperta”, soprattutto se la persona è presente nella quotidianità, come nel suo caso all’università. L’ansia, la tensione, l’evitamento dei luoghi e la paura dell’incontro non sono segnali di un fallimento o di una regressione, ma reazioni emotive frequenti quando una relazione importante non è stata ancora elaborata fino in fondo.

Il fatto che lei oggi “si comporti benissimo”, studi, lavori su di sé e cerchi di proteggersi non significa automaticamente che il dolore debba sparire. Alcune esperienze hanno bisogno di tempo, ascolto e di uno spazio dedicato per essere comprese e integrate. Spesso l’evitamento aiuta nel breve periodo, ma nel lungo termine può mantenere viva l’ansia, perché il nodo emotivo resta irrisolto.

Potrebbe essere utile, se non lo sta già facendo, parlarne in modo approfondito con un professionista, per dare un senso a questa perdita, comprendere cosa rappresentava quel legame per lei, ma anche per capire come mai tende ad attivare l'evitamento quando c'è la fine di una relazione, e magari trovare modalità più sostenibili per affrontare la presenza dell’altra persona senza che questo condizioni così fortemente la sua vita.
Un caro saluto,
Dott.ssa Aurora Brancia

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