È frustrante aver fatto 4 anni di psicoterapia e una volta finita chiedersi "Ma io cosa ho imparato

20 risposte
È frustrante aver fatto 4 anni di psicoterapia e una volta finita chiedersi "Ma io cosa ho imparato in questi 4 anni?".........
Cosa avrei dovuto imparare?

Leggo tantissime esperienze di psicoterapia molti dicono che andare in terapia non è la stessa cosa di parlare con un amico, ma allora perchè io mi sento come se avessi solo parlato in questi 4 anni?

Anzi di solito gli amici ti aiutano, questa terapeuta invece ascoltava e ogni tanto spiegava dei concetti.
Ma io perchè allora non mi sono sentita aiutata?
Perchè mi sento più confusa di prima?
E se il mio è un problema grave?
Ho paura che la mia terapeuta non sia stata in grado di capirmi nonostante io sia stata sincera con lei, spiegandole tutto.

Ho paura che nessuno sia in grado di capirmi...
Dopo questa psicoterapia ho preso appuntamento con altri terapeuti ma non riesco a fidarmi di nessuno di loro, già a pelle dal primo incontro, mi fanno capire anche involontariamente di non capirmi...

È troppo facile dire cambia, prova...io dopo 4 anni mi sento ancora come all'inizio, come posso credere di poter migliorare, cambiare?
Cioè riraccontarmi, la spesa economica, il tempo, la sofferenza, le difficoltà....chi le fa queste cose al mio posto?
Nessuno...ecco.

La mia psicologa me lo diceva, non era esplicita ma mi diceva "Ti prego se trovi qualcuno capace di guarirti in poco tempo, seguilo e affidati a questo/a..".
Solo alla fine mi ha ammesso di non sentirsi adeguata nell'aiutarmi...ma perchè mi ha fatta star male tutto questo tempo, perchè non me lo diceva sin da subito?

Io non so più cosa fare, dico solo che se fossi stata meno codarda mi sarei tolta di mezzo già nel 2012, purtroppo sono solo pensieri niente di che, ma mi piacerebbe tanto...
La mia psicologa quando le parlavo di questa cosa mi faceva sentire un pò in colpa perchè mi diceva "E poi non ci pensi ai tuoi genitori, al dolore che gli puoi lasciare?"...

Perchè?
Importa a qualcuno se sto bene o male?
Salve, mi dispiace per la situazione che sta vivendo.
Credo che sia opportuno per lei rivolgere queste domande al terapeuta che la segue, cosicché possiate confrontarvi.
Buona giornata.
Dott. Fiori

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Gentile Utente,
Mi dispiace che nell’esperienza della terapia non abbia sentito quella comprensione e quell’aiuto che chiunque vorrebbe. Soprattutto in condizioni di grande sofferenza come quelle che ci racconta. La terapia, al di là dei ruoli e della tecnica, è prima di tutto l’incontro tra due menti, e ciascuno porta all’interno della relazione il suo sguardo sul mondo e la sua storia. Sente di non essere stata davvero capita, al netto di un ascolto che invece ha sentito esserci. Cosa dunque sente che la sua terapeuta, e gli psicologi successivi, le ha fatto mancare? Quali caratteristiche sente dovrebbe avere l’ascolto dell’Altro, per essere percepito davvero di aiuto e supporto? Queste domande non hanno lo scopo di mortificare i suoi sentimenti, quanto di fare breccia nella coltre di solitudine che la terapia ha generato in lei, e che sembra spegnere la speranza di un aiuto; per permetterle, con fiducia, di riportare i suoi dubbi e il suo dolore nella relazione terapeutica: che sia la precedente collega, o qualcuno successivo poco importa. Un caro saluto
Salve.
Cosa vorrebbe imparare da una psicoterapia?
Non è mica come andare a scuola?
È un percorso di crescita, dove è importante incontrare la persona con la quale si può creare un'alleanza terapeutica. Un percorso dove il terapeuta possa accompagnarla nella conoscenza profonda di se stessa e, in tutto questo, non c'è niente da imparare. Il cambiamento può avvenire non perché si diventa diversi ma perché si accetta di essere così come si è, cambiando il modo di confrontarsi con la vita e gli altri. Continui a cercare la persona con la quale riuscire a stabilire un'alleanza terapeutica. Distinti saluti
Buona sera
la sua sofferenza sembra così intensa da desiderare di " togliersi di mezzo da anni" e quindi mi chiedo se ha mai pensato di abbinare al percorso di psicoterapia anche aiuti medici/farmacologici ...un approccio integrato a 360%( stile di vita, farmaci, psicoterapia, supporto su altre aree ecc) forse potrebbe aiutarla ?
Cara utente, posso capire il suo bisogno di porsi questa domanda ad un certo punto del suo percorso ma è importantissimo condividerlo con la sua terapeuta, l'unica a conoscere i dettagli del vostro percorso e che quindi può aiutarla a chiarire il suo percorso di cambiamento o accettazione. Può aiutarla darsi degli obiettivi terapeutici.
Le auguro il meglio
dott.ssa Maria Lucia Dimaglie
Salve, un percorso psicoterapeutico è come dice la definizione stessa un percorso, in cui si è per un tratto della vita accompagnati ad una scoperta più autentica di sé. Questo implica anche confrontarsi su questioni spinose, come quella da lei proposta. La invito a confrontarsi con chi la segue in modo da chiarire e dal confronto scegliere come proseguire il suo cammino.
Saluti
Massimiliano
Gentile Utente, non posso entrare nel merito del percorso fatto con la collega, ma posso esprimerle che essendo quello della psicoterapia un percorso, non è possibile capire se vi saranno risultati immediati o più a lungo termine, perchè questo dipende da un insieme di fattori. A volte non è facile affidarsi, e a volte non si crea la giusta sintonia, o per meglio dire alleanza tra paziente e psicoterapeuta, nel qual caso bisogna portare in seduta questo tema fondamentale e finchè non si è sviscerato e risolto non si può procedere oltre in questo percorso. Le auguro di potersi affidare nuovamente e poter creare la giusta alleanza terapeutica con lo/la psicoterapeuta alla quale si rivolgerà.
Buongiorno Gentile Utente,
Mi spiace per il suo vissuto,
Ritengo che il percorso della psicoterapia non sia mai semplice.
E importante avere obiettivi chiari e condivisi ma ancor prima capire quali sono le aspettative.
Un saluto
dott.sa Federica Meloni
Gentile utente di mio dottore,
in ogni percorso psicoterapico che si intraprende, vengono definiti degli obiettivi della terapia stessa.
Cosa sente di aver preso da questo percorso dopo quattro anni?
Sente di non aver raggiunto gli obiettivi che si era posta?
Cosa l’ha spinta a rivolgersi ad altri terapeuti?
Ha avuto modo di fermarsi e riflettere sul percorso che ha seguito e soprattutto su cosa sta cercando adesso, in una nuova relazione terapeutica?
Sento tanta confusione nelle sue parole.
Resto a sua disposizione per qualsiasi chiarimento.
Saluti,
Dottore Diego Ferrara

Gent.le Utente,
ciò che sta provando non deve essere affatto piacevole come ogni qualvolta facciamo un bilancio delle aspettative più o meno disattese dei legami che costruiamo durante la nostra vita . Il legame con il proprio terapeuta è sicuramente uno dei più significativi per cui, come le hanno già suggerito i miei colleghi, varrebbe la pena esternare tutto quello che ci ha raccontato al suo terapeuta, certa del fatto che, se alla base del vostro rapporto vi è una solida alleanza terapeutica avrete modo di dare un significato a tutto il suo vissuto emotivo mettendo in discussione gli obiettivi che vi eravate prefissati e quelli che avete raggiunto. La relazione terapeutica è costituita da terapeuta e paziente motivo per cui è fondamentale che ci sia un dialogo costruttivo che possa permettere ad entrambe di mettersi in discussione. Fin quando non si porta in terapia un tema così importante come quello dell'alleanza terapeutica e della fiducia è difficile che si possa andare avanti in un percorso per raggiungere degli obiettivi e sentirsi "soddisfatti" o "di aver imparato qualcosa". Sarebbe poi utile capire quali sono le sue aspettative dalla sua psicoterapia e quali sono i significati che attribuisce ad essa per non incorrere in false aspettative o aspettative "magiche". Si dia questa possibilità in nome del tempo che ha investito nella terapia e poi prenderà tutte le decisioni del caso.
Resto a sua disposizione.
Un cordiale saluto
Dott.ssa Marianna Parente
Cara utente, mi dispiace molto per il suo vissuto. La psicoterapia spesso richiede tempo e la possibilità di poter lavorare su di sé per attuare un processo di cambiamento. Tutto questo lavoro, si fa all'interno della relazione terapeutica. Mi dispiace che il suo percorso precedente non sia andato a buon fine. Purtroppo può capitare. Tuttavia si dia la possibilità di andare oltre il primo incontro con gli altri colleghi e provi a portare proprio questa difficoltà che la spinge a non affidarsi all'altro.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Francesca Tardio
Buongiorno,non si scoraggi.Qualcosa non ha funzionato ,sarebbe importante capire quello che è accaduto in questo percorso e nella vostra relazione.Non sono in grado di dare valutazioni , ovviamente,ma non perda fiducia..mi rendo conto che attualmente le è difficile "affidarsi "a qualcuno..Confido nel superamento di questa fase deludente,e le consiglio di riprovare cautamente.Non si attribuisca colpe,e non perda autostima nelle sue personali risorse.Disponibile le invio un caro saluto dottssa Luciana Harari
Buonasera, una buona relazione terapeutica è la base per poter pensare un cambiamento e un miglioramento. Non è responsabilità di una sola delle due parti ma va costruita insieme e la dove non esistono i presupposti si deve poter cambiare. A volte bastano poche sedute per capire in quale posto poter restare. Resta fiduciosa nella possibilità di stare meglio. Anche noi terapeuti siamo umani e come tali possiamo sbagliare o non andare bene per tutti.
Gentilissima frustrata,

E' vero! La psicoterapia NON è come parlare ad un amico (a questo bastono gli amici, quelli che sanno ascoltare).
Mi spiace che ci siano voluti 4 anni per uscire da una terapia palesemente inefficace, specialmente se è stata la terapeuta a "scaricarLa".
Il carico di sfiducia è palese, non è altro che un modo di difendersi da ulteriori "abbandoni".
Dipende da noi terapeuti superare il suo sacrosanto fuoco di sbarramento.
Mi auguro che quanto prima Lei possa incontrare un/una terapeuta che possa accoglierLa non solo a parole, ma con tutta una serie di proposte attive e concrete che superino quella che viene chiamata la "Talk Therapy" (terapia che privilegia la comunicazione verbale.
Io non ho mai guarito nessuno! Poiché, a mio modesto modo di vedere, la terapia è un percorso in cui il terapeuta aiuta il/la paziente ad entrare in contatto con i propri innati processi di autoguarigione.
Cordialmente.
Si trovi uno psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico per lavorare sui suoi aspetti inconsci non ancora risolti (o forse neanche sfiorati) dalla precedente psicoterapia. Buona domenica!
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare e pesante da sopportare, che meriterebbe di essere condiviso per alleviarne il dolore. I suoi vissuti, così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un nuovo percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento, così difficile per lei. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto

Gentile utente, mi spiace per la sua storia, i percorsi di terapia sono sempre delicati perché hanno come obiettivo quello del cambiamento e per quanto si possa essere motivati a farlo, non è mai facile affrontare le proprie paure, i propri disagi. mi colpisce molto la parola che ha scelto di usare: "codarda". Non la conosco ma dal suo breve racconto, dal suo modo d'interrogarsi e anche d'interrogarci mi sembra tutt'altro che codarda: hai chiesto aiuto e lo hai fatto più volte, ti sei esposta e nonostante le frustrazioni stai cercando il modo per venirne fuori, per stare meglio! Questo ti fa onore. Tuttavia, nonostante gli sforzi, sei ancora nel limbo. Spero tu scelga di non mollare. Continua a cercare un riferimento che possa accoglierti e sostenerti, e prova ad iniziare il tuo percorso (magari lo hai già fatto) "affidando" a chi ti seguirà, la "tua paura di affidarti". Resto a disposizione, un caro saluto Dott.ssa Agrosì Daniela
Probabilmente lo specialista non era quello adatto a te, spesso il primo specialista che incontriamo non è il "nostro". Questo però non lo imputarei a te, piuttosto a un errore dello specialista che si sarebbe dovuto accorgere che la psicoterapia non aveva gli effetti desiderarti.

Ti consiglio di provare qualcun altro e dopo la prima visita riflettere su questo, oltre che parlare di queste cose soprattutto in psicoterapia, lo specialista potrebbe avere, e aver avuto il tuo, una visione diversa dalla tua e se non porti onestamente tutti i tuoi dubbi e incertezze sul percorso lui potrebbe non sapere
Gentile utente, da ciò che scrive mi pare che il suo problema di base sia la sfiducia. Può parlare con la terapeuta che l ha seguita per vedere quali passi in avanti lei abbia già fatto. Spesso capita di non ricordarsene o di non riuscire più a vederli. Non so il motivo della consultazione e qui è relativamente importante. Il punto è che per cambiare nel profondo bisogna strutturare anche un nuovo modo di vedere le cose, partendo dalla cura di vecchie relazioni passate che si riattualizzano nella relazione terapeutica.
Spero di averle dato alcuni spunti di riflessione.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online

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