Dott. sono da tre settimane con per grave lombosciatalgia destra, dopo una terapia con antinfiammato
26
risposte
Dott. sono da tre settimane con per grave lombosciatalgia destra, dopo una terapia con antinfiammatori, il dolore si è calmato ma mi è rimasta parestesia al piede e parte della gamba destra. Da risonanza lombare è emersa una discopatia serrata in L4L5 con segno di modic oltre ad ernia discale espulsa in L5 S1, che secondo l' ortopedico richiederebbe un intervento chirurgico di artrodesi lombare anteriore e posteriore in virtù della grave lombalgia. Volevo un suo parere, perché la stimo e in passato ho fatto delle sedute da lei, anche se poi ho dovuto comunque operarmi per ernia espulsa l4-l5 e sono stata bene per 6 anni. La ringrazio tanto .
Da quanto descrive, il quadro clinico è complesso: la presenza di una ernia discale espulsa a livello L5-S1, associata a discopatia degenerativa severa in L4-L5 con segni di Modic, giustifica pienamente i sintomi riferiti, in particolare la parestesia persistente alla gamba e al piede destro.
La proposta chirurgica di artrodesi lombare anteriore e posteriore da parte dell’ortopedico si basa presumibilmente sia sulla gravità della degenerazione che sulla sintomatologia resistente ai trattamenti conservativi. È una scelta importante, e comprendo perfettamente il desiderio di valutare tutte le possibilità prima di procedere.
Dal mio punto di vista, come osteopata e fisioterapista, posso dirle che in alcuni casi selezionati si riesce a gestire il dolore e migliorare la funzionalità anche senza ricorrere subito all’intervento, ma è fondamentale valutare dal vivo, con test funzionali e clinici specifici, se ci sono margini per un trattamento conservativo efficace.
Tuttavia, la parestesia persistente, soprattutto se accompagnata da deficit motori o alterazioni dei riflessi, è un segnale che richiede attenzione, e potrebbe indicare una compressione neurologica significativa.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti,
un caro saluto e a presto!
Tiziano Morrocchi
Fisioterapista - Osteopata
La proposta chirurgica di artrodesi lombare anteriore e posteriore da parte dell’ortopedico si basa presumibilmente sia sulla gravità della degenerazione che sulla sintomatologia resistente ai trattamenti conservativi. È una scelta importante, e comprendo perfettamente il desiderio di valutare tutte le possibilità prima di procedere.
Dal mio punto di vista, come osteopata e fisioterapista, posso dirle che in alcuni casi selezionati si riesce a gestire il dolore e migliorare la funzionalità anche senza ricorrere subito all’intervento, ma è fondamentale valutare dal vivo, con test funzionali e clinici specifici, se ci sono margini per un trattamento conservativo efficace.
Tuttavia, la parestesia persistente, soprattutto se accompagnata da deficit motori o alterazioni dei riflessi, è un segnale che richiede attenzione, e potrebbe indicare una compressione neurologica significativa.
Resto a disposizione per eventuali chiarimenti,
un caro saluto e a presto!
Tiziano Morrocchi
Fisioterapista - Osteopata
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Grazie per la fiducia e per aver condiviso con tanta chiarezza la tua situazione. Capisco perfettamente la tua preoccupazione, soprattutto considerando la storia clinica già complessa e il fatto che sei già passata da un intervento.
Ti faccio intanto un piccolo riassunto per orientarmi meglio:
Hai avuto un episodio acuto di lombosciatalgia destra da circa 3 settimane.
Il dolore si è ridotto con antinfiammatori, ma persiste una parestesia alla gamba e al piede.
La RMN ha evidenziato:
Discopatia serrata L4-L5 con segni di Modic (alterazioni dell’osso subcondrale che indicano infiammazione/degenerazione).
Ernia espulsa L5-S1.
L'ortopedico propone un intervento di artrodesi lombare anteriore e posteriore, motivato dalla grave lombalgia.
Ora, ti do un parere articolato, cercando di essere chiaro e onesto:
1. Il dolore sciatico e la parestesia
Il fatto che il dolore si sia calmato è un buon segno: spesso l’ernia espulsa, anche se importante radiologicamente, può migliorare clinicamente senza intervento.
La parestesia (formicolio, perdita di sensibilità) può però persistere per settimane o mesi, anche dopo che la fase acuta è passata. Non sempre è indicativo di un peggioramento.
2. La discopatia con segni di Modic
La presenza di segni di Modic tipo 1 o 2 spesso si associa a dolore lombare cronico, e può effettivamente essere più resistente alla terapia conservativa.
Questo, unito alla recidiva su un tratto già operato, è probabilmente uno dei motivi per cui ti propongono un’artrodesi, ovvero la fusione dei segmenti L4-L5 e L5-S1.
3. L’intervento: quando è davvero necessario?
L’intervento non è obbligatorio solo perché c’è un’ernia espulsa.
Ci sono 3 motivi principali per cui si opera:
Dolore disabilitante cronico, resistente da almeno 6-12 settimane di terapia conservativa.
Deficit neurologici gravi e progressivi (ad es. paresi, incontinenza, perdita di forza muscolare).
Evidente instabilità vertebrale o patologie meccaniche gravi (come discopatia multi-livello con segni di instabilità).
Nel tuo caso, se non ci sono segni di perdita di forza o incontinenza, e se riesci a gestire il dolore, potrebbe valere la pena tentare ancora un ciclo riabilitativo intensivo prima di pensare all’intervento definitivo.
Il mio consiglio:
Aspetterei ancora un po’, monitorando l’evoluzione della parestesia e del dolore.
Fare un consulto neurochirurgico, per avere un secondo parere sull’opportunità e sulla tempistica dell’artrodesi.
Iniziare un programma mirato di fisioterapia e osteopatia, se il dolore lo consente: decompensare la colonna, lavorare su bacino, psoas, respirazione, scarico del sistema nervoso periferico.
Se dopo 4-6 settimane non c’è alcun miglioramento clinico, o se i sintomi peggiorano, allora la chirurgia può diventare una buona opzione, ma come ultima scelta, non la prima.
Se vuoi, possiamo anche costruire un programma insieme per capire se e quanto puoi ancora guadagnare in termini funzionali. Oppure se hai già i referti e vuoi condividerli, posso aiutarti a interpretarli meglio.
Ti mando un grande abbraccio, e resto qui per qualsiasi altra domanda.
Ti faccio intanto un piccolo riassunto per orientarmi meglio:
Hai avuto un episodio acuto di lombosciatalgia destra da circa 3 settimane.
Il dolore si è ridotto con antinfiammatori, ma persiste una parestesia alla gamba e al piede.
La RMN ha evidenziato:
Discopatia serrata L4-L5 con segni di Modic (alterazioni dell’osso subcondrale che indicano infiammazione/degenerazione).
Ernia espulsa L5-S1.
L'ortopedico propone un intervento di artrodesi lombare anteriore e posteriore, motivato dalla grave lombalgia.
Ora, ti do un parere articolato, cercando di essere chiaro e onesto:
1. Il dolore sciatico e la parestesia
Il fatto che il dolore si sia calmato è un buon segno: spesso l’ernia espulsa, anche se importante radiologicamente, può migliorare clinicamente senza intervento.
La parestesia (formicolio, perdita di sensibilità) può però persistere per settimane o mesi, anche dopo che la fase acuta è passata. Non sempre è indicativo di un peggioramento.
2. La discopatia con segni di Modic
La presenza di segni di Modic tipo 1 o 2 spesso si associa a dolore lombare cronico, e può effettivamente essere più resistente alla terapia conservativa.
Questo, unito alla recidiva su un tratto già operato, è probabilmente uno dei motivi per cui ti propongono un’artrodesi, ovvero la fusione dei segmenti L4-L5 e L5-S1.
3. L’intervento: quando è davvero necessario?
L’intervento non è obbligatorio solo perché c’è un’ernia espulsa.
Ci sono 3 motivi principali per cui si opera:
Dolore disabilitante cronico, resistente da almeno 6-12 settimane di terapia conservativa.
Deficit neurologici gravi e progressivi (ad es. paresi, incontinenza, perdita di forza muscolare).
Evidente instabilità vertebrale o patologie meccaniche gravi (come discopatia multi-livello con segni di instabilità).
Nel tuo caso, se non ci sono segni di perdita di forza o incontinenza, e se riesci a gestire il dolore, potrebbe valere la pena tentare ancora un ciclo riabilitativo intensivo prima di pensare all’intervento definitivo.
Il mio consiglio:
Aspetterei ancora un po’, monitorando l’evoluzione della parestesia e del dolore.
Fare un consulto neurochirurgico, per avere un secondo parere sull’opportunità e sulla tempistica dell’artrodesi.
Iniziare un programma mirato di fisioterapia e osteopatia, se il dolore lo consente: decompensare la colonna, lavorare su bacino, psoas, respirazione, scarico del sistema nervoso periferico.
Se dopo 4-6 settimane non c’è alcun miglioramento clinico, o se i sintomi peggiorano, allora la chirurgia può diventare una buona opzione, ma come ultima scelta, non la prima.
Se vuoi, possiamo anche costruire un programma insieme per capire se e quanto puoi ancora guadagnare in termini funzionali. Oppure se hai già i referti e vuoi condividerli, posso aiutarti a interpretarli meglio.
Ti mando un grande abbraccio, e resto qui per qualsiasi altra domanda.
Buongiorno a lei. Le consiglio un consulto con il Dott. Valerio Cipolloni presso il Power Medical Beauty, chirurgo estremamente bravo e preparato, soprattutto conservativo che opera solo se c'è reale necessità. Non vedendo la RMN ma solamente in base ai sintomi descritti mi sento di suggerirle un altro consulto specialistico. Qualora volesse provare ad alleviare i sintoni dolorosi possiamo fissare un appuntamento per una valutazione. Resto a sua disposizione e Le auguro una pronta guarigione.
Buonasera, le consiglierei una visita neuro chirurgica, in quanto quando sono interessate strutture nervose è maggiormente indicata.
Il persistere della parestesia, se non si prolunga troppo nel tempo può essere normale, dato che si è verificata una sofferenza del nervo, che necessita di un minimo di tempo per ristabilirsi, sicuramente essere valuta e trattata da un osteopata, se questo ritenga che sia il caso, è utile a velocizzare il recupero.
Rimango a disposizione qualora avesse altre domande.
Il persistere della parestesia, se non si prolunga troppo nel tempo può essere normale, dato che si è verificata una sofferenza del nervo, che necessita di un minimo di tempo per ristabilirsi, sicuramente essere valuta e trattata da un osteopata, se questo ritenga che sia il caso, è utile a velocizzare il recupero.
Rimango a disposizione qualora avesse altre domande.
Buongiorno
Ringrazio per la domanda.
da quanto descritto è di competenza neurochirurgica, consiglio di consultare un neurochirurgo, vi sono ad oggi diverse tipologie di interventi anche di protesi discale, ove possibile, consiglio di non trascurare nessuna ipotesi per poter accedere alla migliore per lei. In seconda istanza consiglio di non trascurare la riabilitazione post operatoria.
un caro saluto.
Alessio M.
Ringrazio per la domanda.
da quanto descritto è di competenza neurochirurgica, consiglio di consultare un neurochirurgo, vi sono ad oggi diverse tipologie di interventi anche di protesi discale, ove possibile, consiglio di non trascurare nessuna ipotesi per poter accedere alla migliore per lei. In seconda istanza consiglio di non trascurare la riabilitazione post operatoria.
un caro saluto.
Alessio M.
Salve. Consiglierei di seguire le indicazioni dello specialista. Trattandosi in questo caso di un intervento, chieda un eventuale secondo parere (Neurochirurgo) per conferma. Cordiali saluti
Buonasera, sarebbe da valutare e comunque consiglio nel frattempo l'uso del tutore lombare.
Saluti
Saluti
Buongiorno
Avrei bisogno di avere maggiori informazioni Mi invii il suo numero di telefono su questo sito
Senza impegno economico
Grazie
Avrei bisogno di avere maggiori informazioni Mi invii il suo numero di telefono su questo sito
Senza impegno economico
Grazie
Buongiorno, da quanto leggo la situazione mostrata dalla risnonanza magnetica potrebbe giustificare la parestesia, ma a mio parere non è l'unico aspetto da considerare. Possono esserci altri motivi alla base della sua sintomatologia che andrebbero indagati da un terapeuta che lavori in maniera olistica, considrando tutti i fattori che potrebbero generare tale condizione. Il corpo umano va sempre considerato come un tutt'uno di corpo, mente e spirito dunque le opzioni diagnistiche e di prognosi possono essere molto differenti. Spero di esserle stato di aiuto,
Cordialmente,
Eugenio Mastrelli, Osteopata D.O.
Cordialmente,
Eugenio Mastrelli, Osteopata D.O.
Salve,
di solito prima di procedere con un intervento, si consiglia di fare un tentativo con ginnastica posturale mirata.
se il sintomo, che è importante, persiste allora si valuta l'intervento chirurgico.
di solito prima di procedere con un intervento, si consiglia di fare un tentativo con ginnastica posturale mirata.
se il sintomo, che è importante, persiste allora si valuta l'intervento chirurgico.
Salve, io le consiglio di fare un'elettromiografia degli arti inferiori, riferendo al medico della parestesia. Dopo aver completato con gli esami e avendo fatto clinica, sara' il chirurgo ortopedico a stabilire se il suo caso, e' di interesse chirurgico o meno. Mi lasci dire che (anche se non sono chirurgo ortopedico), se ha gia' una perdita di forza della gamba oppure e' comparsa la zoppia, le consiglio vivamente di pensare all'intervento chirurgico, senza pensarci 2 volte. Buona giornata
Buongiorno, prima di procedere con l’intervento per l’ernia a livello lombare, le consiglierei di fare dei trattamenti osteopatici e fisioterapia, però le conviene confrontarsi in merito a questo con il suo ortopedico. Cordiali saluti
Salve, capisco bene la tua situazione e la complessità della scelta. Dopo un'ernia espulsa come quella che descrivi, con una discopatia degenerativa importante e segni di Modic (che indicano infiammazione dell'osso vertebrale adiacente), il dolore lombare cronico spesso non si risolve più solo con terapie conservative. Se hai ancora parestesie e instabilità vertebrale, l'indicazione chirurgica che ti hanno dato è corretta e l'artrodesi anteriore e posteriore serve proprio a stabilizzare definitivamente quel tratto di colonna. È normale volerci pensare bene, ma se la qualità di vita è compromessa, rimandare troppo rischia di peggiorare il danno neurologico.
credo che questa domanda non sia publica ma doveva essere diretta ad una specialista preciso.
Le consiglio di contattare lo specialista che l'ha aiutata in passato e che conosce il suo quadro, perchè dalla gravita e dalle informazioni da lei riportate qualsiasi consiglio non avrebbe nessun fondamento
Le consiglio di contattare lo specialista che l'ha aiutata in passato e che conosce il suo quadro, perchè dalla gravita e dalle informazioni da lei riportate qualsiasi consiglio non avrebbe nessun fondamento
Buongiorno, credo si stia rivolgendo a qualcuno in particolare, ma la domanda è pubblica e mi permetto di darle un consiglio. Prenoti una seduta osteopatica per una valutazione ben approfondita del suo caso, sono sicura che con qualche trattamento la sintomatologia si ridurrà e potrebbe anche posticipare l'operazione
Buongiorno, date le indicazioni chirurgiche dell'ortopedico direi che quella è la strada migliore da percorrere. Purtroppo non potendola vedere di persona è difficile darle un parere specifico per la sua situazione perché ogni ernia è diversa da un altra. Eventualmente si potrebbe tentare un primo approccio con delle terapie conservative (osteopatia, fisioterapia e farmaci antinfiammatori) per non ricorrere all'intervento. Tuttavia se non si ottengono risultati definitivi l'ultima spiaggia rimane l'operazione.
Rimango a disposizione per eventuali dubbi.
Rimango a disposizione per eventuali dubbi.
Buongiorno, la situazione che descrive è sicuramente delicata e merita grande attenzione. L’intervento proposto ha una sua logica, soprattutto alla luce della storia clinica e della recidiva erniaria con segni neurologici persistenti. Tuttavia, prima di affrontare un’artrodesi, può essere utile valutare se ci siano ancora margini di miglioramento conservativo, soprattutto per quanto riguarda la parestesia e la meccanica globale del bacino.
Dal punto di vista osteopatico, quando il dolore acuto è sotto controllo, si può lavorare in modo mirato su adattamenti posturali, tensioni fasciali residue e compensi che possono mantenere attivo il sintomo, anche in presenza di un quadro degenerativo. Una valutazione aggiornata potrebbe aiutarci a capire se c’è ancora spazio per evitare o posticipare l’intervento, oppure se può essere di supporto nel percorso pre e post operatorio.
Dal punto di vista osteopatico, quando il dolore acuto è sotto controllo, si può lavorare in modo mirato su adattamenti posturali, tensioni fasciali residue e compensi che possono mantenere attivo il sintomo, anche in presenza di un quadro degenerativo. Una valutazione aggiornata potrebbe aiutarci a capire se c’è ancora spazio per evitare o posticipare l’intervento, oppure se può essere di supporto nel percorso pre e post operatorio.
Buonasera, in virtù dell'esito dell'esame diagnostico da lei effettuato sembra chiara la causa della parestesia all'arto inferiore destro riconducibile all'erniazione del disco intervertebrale L5-S1. Valuterei con un osteopata nella sua zona una strategia di intervento volta alla gestione del dolore potenziale, ma essendo presenti sintomi di natura neurologica, la figura di riferimento rimane l'ortopedico/neurochirurgo.
Buonasera, considerando che ha già eseguito un controllo specialistico per la sua lombosciatalgia sicuramente manterrei la linea terapeutica del Dottore che la ha visitata.. Le più recenti evidenze suggeriscono anche degli approcci conservativi per il trattamento delle erniazioni spinali, eventualmente provi a sentire il suo medico di riferimento per esplorare nuovamente questa possibilità e se può essere adatta a lei.
Gentile paziente,
la ringrazio per la fiducia e per aver condiviso con tanta precisione la sua situazione attuale. Capisco bene la sua preoccupazione: convivere con dolore e sintomi neurologici come la parestesia (formicolio o ridotta sensibilità) può essere molto limitante e impattare fortemente sulla qualità di vita.
Dalla descrizione e dagli esiti della risonanza magnetica, emerge un quadro complesso ma purtroppo non raro: una discopatia degenerativa a livello L4-L5 con alterazioni definite “segno di Modic” (che indicano un'infiammazione dell’osso vicino al disco), associata a una ernia espulsa L5-S1, cioè un'ernia che è uscita completamente dal disco e può comprimere le radici nervose vicine.
Il fatto che lei riferisca parestesia persistente a gamba e piede, anche dopo il miglioramento del dolore acuto, è un segno che la radice nervosa può essere ancora infiammata o compressa. Questo è un punto importante: spesso il dolore migliora prima che i sintomi neurologici si risolvano, ma in certi casi – soprattutto con ernie espulse e recidive. Il recupero può essere lento o incompleto senza un intervento chirurgico.
L’intervento che le è stato proposto, una artrodesi anteriore e posteriore, è una procedura importante che ha lo scopo di stabilizzare la colonna vertebrale e ridurre il rischio che i segmenti vertebrali coinvolti continuino a degenerare o causare infiammazioni e dolore cronico. Vista la sua storia (già operata in L4-L5 con buon esito per 6 anni) e la presenza di una nuova ernia in un altro livello (L5-S1), può essere una proposta ragionevole. Ovviamente, va valutata attentamente, anche in base ai sintomi, alle sue condizioni generali e alle sue aspettative di recupero.
Dal punto di vista osteopatico, in una fase post-acuta come questa, è possibile lavorare con delicatezza per alleviare le tensioni muscolari secondarie, migliorare la mobilità del bacino e del tratto toracico, e favorire una migliore circolazione e drenaggio dell’area interessata. Tuttavia, è importante sottolineare che in presenza di un’ernia espulsa con deficit neurologici, l’osteopatia non può risolvere da sola la causa meccanica, e non si sostituisce all’intervento chirurgico quando questo è necessario.
Il lavoro osteopatico può essere molto utile anche nel post-operatorio, per favorire un recupero più armonico, aiutare il corpo ad adattarsi ai cambiamenti strutturali e ridurre il rischio di sovraccarichi in altri segmenti della colonna.
Le consiglio di confrontarsi ancora con lo specialista ortopedico e, se ha dei dubbi, può essere utile anche un secondo parere neurochirurgico. Nel frattempo, se non ci sono controindicazioni specifiche, si può valutare un trattamento osteopatico di supporto – non invasivo, rispettoso della sua storia chirurgica e mirato al miglioramento generale del benessere.
la ringrazio per la fiducia e per aver condiviso con tanta precisione la sua situazione attuale. Capisco bene la sua preoccupazione: convivere con dolore e sintomi neurologici come la parestesia (formicolio o ridotta sensibilità) può essere molto limitante e impattare fortemente sulla qualità di vita.
Dalla descrizione e dagli esiti della risonanza magnetica, emerge un quadro complesso ma purtroppo non raro: una discopatia degenerativa a livello L4-L5 con alterazioni definite “segno di Modic” (che indicano un'infiammazione dell’osso vicino al disco), associata a una ernia espulsa L5-S1, cioè un'ernia che è uscita completamente dal disco e può comprimere le radici nervose vicine.
Il fatto che lei riferisca parestesia persistente a gamba e piede, anche dopo il miglioramento del dolore acuto, è un segno che la radice nervosa può essere ancora infiammata o compressa. Questo è un punto importante: spesso il dolore migliora prima che i sintomi neurologici si risolvano, ma in certi casi – soprattutto con ernie espulse e recidive. Il recupero può essere lento o incompleto senza un intervento chirurgico.
L’intervento che le è stato proposto, una artrodesi anteriore e posteriore, è una procedura importante che ha lo scopo di stabilizzare la colonna vertebrale e ridurre il rischio che i segmenti vertebrali coinvolti continuino a degenerare o causare infiammazioni e dolore cronico. Vista la sua storia (già operata in L4-L5 con buon esito per 6 anni) e la presenza di una nuova ernia in un altro livello (L5-S1), può essere una proposta ragionevole. Ovviamente, va valutata attentamente, anche in base ai sintomi, alle sue condizioni generali e alle sue aspettative di recupero.
Dal punto di vista osteopatico, in una fase post-acuta come questa, è possibile lavorare con delicatezza per alleviare le tensioni muscolari secondarie, migliorare la mobilità del bacino e del tratto toracico, e favorire una migliore circolazione e drenaggio dell’area interessata. Tuttavia, è importante sottolineare che in presenza di un’ernia espulsa con deficit neurologici, l’osteopatia non può risolvere da sola la causa meccanica, e non si sostituisce all’intervento chirurgico quando questo è necessario.
Il lavoro osteopatico può essere molto utile anche nel post-operatorio, per favorire un recupero più armonico, aiutare il corpo ad adattarsi ai cambiamenti strutturali e ridurre il rischio di sovraccarichi in altri segmenti della colonna.
Le consiglio di confrontarsi ancora con lo specialista ortopedico e, se ha dei dubbi, può essere utile anche un secondo parere neurochirurgico. Nel frattempo, se non ci sono controindicazioni specifiche, si può valutare un trattamento osteopatico di supporto – non invasivo, rispettoso della sua storia chirurgica e mirato al miglioramento generale del benessere.
Buon pomeriggio, vista la sua situazione clinica, sarebbe opportuno effettuare un’osservazione della sua struttura per comprendere meglio la postura e il funzionamento della deambulazione. Avendo già avuto un’ernia con successivo intervento chirurgico, e considerando le nuove problematiche emerse, è importante valutare attentamente la postura e la modalità con cui si distribuiscono le forze nel corpo. Molto spesso, infatti, la formazione delle ernie è legata ad alterazioni posturali che modificano la meccanica della colonna vertebrale, sollecitandola in modo non corretto. A questo si aggiunge la presenza della cicatrice chirurgica dell’intervento per l’ernia espulsa, che, se non trattata adeguatamente, può aumentare la rigidità della zona, limitandone ulteriormente la mobilità. Le consiglio di rivolgersi a un osteopata: attraverso un’anamnesi approfondita e la valutazione dei suoi referti, potrebbe essere possibile intervenire per ridurre il dolore e migliorare la funzionalità.
L’intervento chirurgico che le è stato proposto è molto invasivo: valuti l’opportunità di considerarlo solo come ultima opzione.
Resto a disposizione.
Giulia Capitoni – Osteopata D.O.
L’intervento chirurgico che le è stato proposto è molto invasivo: valuti l’opportunità di considerarlo solo come ultima opzione.
Resto a disposizione.
Giulia Capitoni – Osteopata D.O.
Mi spiace della sua condizione fisica ma purtroppo non ci sono grosse possibilità al di là dell'operazione per un'ernia espulsa. Non esistono terapie manuali che curano questa situazione: la ernia una volta espulsa non può rientrare in sede in alcun modo se non con l'operazione chirurgica quindi le consiglio, se il dolore che la affligge è così intenso, di procedere in tal senso.
Dott. Guido Olivieri
Dott. Guido Olivieri
Buongiorno,
la ringrazio innanzitutto per la stima e per la fiducia nel condividere la sua situazione attuale.
La sua condizione, come già ben inquadrata dagli esami e dai colleghi specialisti, è sicuramente complessa: una discopatia serrata con segno di Modic e un’ernia espulsa in L5-S1 possono effettivamente causare sintomi come parestesie persistenti e limitazioni funzionali, anche dopo il miglioramento del dolore acuto.
Nel caso di ernie espulse associate a compromissioni neurologiche, come parestesie o perdita di forza, la valutazione chirurgica è corretta, soprattutto se il quadro non migliora con il trattamento conservativo.
Detto questo, l’approccio osteopatico può ancora rappresentare un valido supporto integrativo, sia pre che post-intervento, per migliorare la mobilità globale, ridurre eventuali compensi posturali e facilitare il recupero.
Ogni caso merita comunque una valutazione individuale, approfondita e aggiornata alla situazione attuale.
Se desidera, sarò felice di rivederla per un confronto diretto e per valutare insieme il percorso migliore da intraprendere, nel rispetto delle indicazioni ortopediche già ricevute.
Resto a disposizione.
la ringrazio innanzitutto per la stima e per la fiducia nel condividere la sua situazione attuale.
La sua condizione, come già ben inquadrata dagli esami e dai colleghi specialisti, è sicuramente complessa: una discopatia serrata con segno di Modic e un’ernia espulsa in L5-S1 possono effettivamente causare sintomi come parestesie persistenti e limitazioni funzionali, anche dopo il miglioramento del dolore acuto.
Nel caso di ernie espulse associate a compromissioni neurologiche, come parestesie o perdita di forza, la valutazione chirurgica è corretta, soprattutto se il quadro non migliora con il trattamento conservativo.
Detto questo, l’approccio osteopatico può ancora rappresentare un valido supporto integrativo, sia pre che post-intervento, per migliorare la mobilità globale, ridurre eventuali compensi posturali e facilitare il recupero.
Ogni caso merita comunque una valutazione individuale, approfondita e aggiornata alla situazione attuale.
Se desidera, sarò felice di rivederla per un confronto diretto e per valutare insieme il percorso migliore da intraprendere, nel rispetto delle indicazioni ortopediche già ricevute.
Resto a disposizione.
Credo che lei purtroppo debba ripetere l'intervento
Buonasera, dalla descrizione e dal referto della risonanza, la situazione sembra piuttosto delicata: una discopatia serrata in L4-L5 con segni di Modic indica un processo degenerativo attivo, mentre l’ernia espulsa in L5-S1 con parestesia alla gamba e al piede suggerisce una sofferenza neurologica significativa.
La proposta di intervento chirurgico di artrodesi anteriore e posteriore non è una scelta leggera, ma in alcuni casi può essere indicata per prevenire un peggioramento della sintomatologia e migliorare la qualità di vita, soprattutto se il dolore è severo e persistente, e se i segni neurologici (come la parestesia) non migliorano.
Detto questo, prima di arrivare all’intervento, sarebbe utile valutare attentamente la funzionalità residua, la mobilità della colonna, e l’eventuale presenza di compensi che possono essere trattati per ridurre la sintomatologia e capire se c’è margine per un approccio conservativo. Tutto questo anche al fine di preparazione all'intervento.
Se desidera, posso vederla in studio per un consulto approfondito, valutare insieme lo stato attuale e offrirle il mio parere su un eventuale percorso osteopatico di supporto, anche pre- o post-operatorio nel caso si procedesse con l’intervento.
Resto a disposizione per dubbi o chiarimenti.
Rina Binni - osteopata D.O
La proposta di intervento chirurgico di artrodesi anteriore e posteriore non è una scelta leggera, ma in alcuni casi può essere indicata per prevenire un peggioramento della sintomatologia e migliorare la qualità di vita, soprattutto se il dolore è severo e persistente, e se i segni neurologici (come la parestesia) non migliorano.
Detto questo, prima di arrivare all’intervento, sarebbe utile valutare attentamente la funzionalità residua, la mobilità della colonna, e l’eventuale presenza di compensi che possono essere trattati per ridurre la sintomatologia e capire se c’è margine per un approccio conservativo. Tutto questo anche al fine di preparazione all'intervento.
Se desidera, posso vederla in studio per un consulto approfondito, valutare insieme lo stato attuale e offrirle il mio parere su un eventuale percorso osteopatico di supporto, anche pre- o post-operatorio nel caso si procedesse con l’intervento.
Resto a disposizione per dubbi o chiarimenti.
Rina Binni - osteopata D.O
Buongiorno, le consiglio di effettuare un trattamento Osteopatico in modo da poter valutare col terapista la miglior strategia per alleviare i sintomi e risolvere il suo problema.
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.