Dopo molto tempo, con un processo iniziato da tempo, dal gg dopo il mio 49 compleanno, mi è preso un

19 risposte
Dopo molto tempo, con un processo iniziato da tempo, dal gg dopo il mio 49 compleanno, mi è preso un crollo, fatto di paure legate a tanti eventi traumatici passati, alla reclusione da covid, alla solitudine con mio padre in ospedale che ha rischiato di morire dandomi un altro quasi trauma, del suo rientro a casa che riscombussolera tutto, della probabile menopausa (non ho completato esami ma è un anno che non ho ciclo). E allo stesso tempo mi sento in una fase di cambiamento, come un click, in cui 48 anni in cui non ho accudito me siano chiusi o semichiusi e ora ci sia il capitolo me e i miei anni. Come se fossi diventata consapevole della donna adulta, seppur io sia stata dai miei adultizzata sin da piccola. Ho fatto in passato terapie psicologiche, ho parlato con una amica psicologa e lei dice che tanto più io sto cambiando, tanto più è forte la paura, la resistenza. E che posso anche provare malessere tipo un po di depressione o confusione. Ecco io non mi sento depressa, ma terrorizzata. Sto facendo dei passi, progetti, per la prima volta da donna adulta e ho una paura incredibile. Dirmelo non abbassa i sintomi che dal 2 maggio gg dopo il mio compleanno, sono fatti di una confusione tremenda, come se la testa si fosse rimpicciolita, come una memoria del PC satura, e di agitazione, tremore, ansia/paura. Avevo imparato che i sintomi sono figli delle emozioni che non riusciamo a sopportare e ogni volta che avevo un momento di panico, accoglievo, facevo fluire e poi riconoscevo le emozioni e il sintomo si affievoliva, questo modus ha funzionato fino al mio compleanno. (I sintomi Sn iniziati post lutto materno 2 anni fa, in mezzo fatta una psicoterapia che mi aveva insegnato questa risorsa). Dal 2 maggio, il click del passaggio, del nuovo capitolo e sintomi a gogò... Ho adottato stessa risorsa ma non funziona. Ho paurissina di tante cose, ma dirmi di accoglierla, non lenisce i sintomi di tremore, confusione, agitazione, rabbia, tachicardia ecc. Io indietro non ci voglio tornare, ora merito di esistere ma devo pagare con tutta questa ansia e paura? Appartengo a chi crede che se cerchi di star bene, poi lo paghi. Questo mi è stato come dire insegnato. Quindi io ho deciso che stavolta non voglio cedere all autosabotaggio, ma devo pagare questo prezzo emotivo? Prendo un ansiolitico ma non ho modo ne soldi per uno psichiatra e comunque non prendo antidepressivi, e mi chiedo se debba però modificare l ansiolitico, il mio medico base non ci capisce. Il punto è che dicono che l ansia/paura aprano porte alla malattia, la gioia fortifichi. Io ora non mi sento contenta, felice, sto in uno tsunami. Mi chiedo se tutto ciò possa pagarlo in termini clinici, tipi mi scoppia la testa, cuore, fegato ecc. Così ho sofferto per 48 anni e non per colpa mia, ora voglio accudire me ma ancora nn ci riesco bene o del tutto e mi ci danneggio pure? Che si fa? Riprendere psicoterapia si... Ma la mia amica sostiene che devo passarci in mezzo alla sofferenza. Io dico si.... Se non mi uccide prima. FRAN
Gentile utente, il processo terapeutico e’ alla base della elaborazione e della desensibilizzazione dei suoi traumi. I sintomi hanno la funzione di proteggerla da qualcosa che una parte del se’ vive come troppo intensa per essere sostenuta. Forse questa parte del se’ la percepisce ancora fragile, piccola.
Si affidi serenamente ad uno psicoterapeuta e accetti di fare il suo percorso nella fiducia di essere acccompsgnata e sostenuta.
La psicoterapia con l’EMDR e’ sicuramente indicata per lei.
Un metodo di ultima generazione, fortemente evidence based, focalizzato sui traumi
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Buonasera. Ognuno è figlio del proprio passato, a patto che vi sia la possibilità di raccontare; altrimenti si vive in un'eterna e angosciante ripetizione. Torni a parlare con qualcuno.

Un caro saluto,

mg
Gentile signora, nella sua richiesta si sente tanta sofferenza e smarrimento. Ha vissuto diverse e importanti esperienze traumatiche che come lei stessa afferma, si sono riattivate in questo periodo così critico. La nostra mente ha un suo sistema per elaborare eventi particolarmente stressanti ma purtroppo, a volte questo non accade, e i motivi possono essere diversi.
Eventi traumatici o anche stressanti che si susseguono in breve lasso di tempo possono già causare una difficoltà nell'elaborazione.
Ha elencato diversi momenti critici tra cui il lutto materno che sembrerebbe essere il punto di maggiore criticità, il rischio di perdere suo padre, l'isolamento per il Covid, la fase di passaggio della menopausa, tutti eventi che comportano un lavoro psichico di elaborazione e reintegrazione del loro significato all'interno della sua storia di vita.
Io credo che forse il suo compleanno ha rappresentato per lei come una sorta di presa di coscienza, forse è arrivata ad un bivio e ora si trova smarrita, confusa, spaventata perché se da un lato c'è la via che ha sempre percorso ma che sente di voler abbandonare, dall'altro ne intravede una nuova, diversa, una opportunità che sente più "sua", ma nello stesso tempo è sconosciuta e per questo più insicura.
Le consiglierei di non mollare e di iniziare a muoversi nella "sua" direzione, a piccoli passi, un passo dietro l'altro, magari fermandosi ogni tanto per riprendere fiato.
Sarebbe auspicabile che faccia nel contempo una terapia che l'aiuti ad elaborare i traumi passati e presenti, che le consentirebbe di ridurre se non eliminare la reattività emotiva che la pervade (per questo la terapia EMDR è di grande efficacia ), per poi lavorare su stessa, sui suoi progetti e sui suoi desideri e trovare la serenità che merita.
Un caro saluto
Dr.ssa Patrizia De Sanctis
Buonasera dalle sue parole si capisce che ha molte risorse da mettere in gioco per un nuovo percorso terapeutico. Attraverso i primi i colloqui con un professionista potreste arrivare al punto della situazione, focalizzando i problemi e insieme decidere come procedere, in case agli obiettivi prefissi. In bocca al lupo
Gentile Signora, se vuole eliminare l'autosabotaggio occorre che si affidi ad uno psichiatra per una cura farmacologica efficace . L ' ansiolitico è meno che palliativo. Sarà così più recettiva e pronta per un percorso psicoterapeutico. Cordialità
Nella sua storia sento tanta sofferenza ma anche importanti risorse. È facile che in un periodo come questo la sofferenza si riacutizzi. Secondo me una psicoterapia può aiutarla e non esiti a chiedere questo aiuto. Sta a Lei decidere se ricontattare chi già La conosce o intraprendere una nuova strada. Se le risorse economiche sono limitate può rivolgersi ad un consultorio. In bocca al lupo e buon serata.
Buonasera. Se ha scritto in questo momento a questa comunity è probabile che già un passaggio ci sia stato. Concordo con le colleghe che suggeriscono la ripresa del lavoro psicologico, anche se le resistenze si saranno sicuramente innalzate. Si allei con la parte sana che le fa chiedere questo tipo di ascolto
Buonasera, dalle sue parole emerge che ha molte risorse per un nuovo percorso terapeutico. Le consiglio un percorso di psicoterapia con ipnosi e/o autoipnosi.
Un cordiale saluto Antonella
Buonasera, effettivamente nella sua domanda che ci scrive, è evidente che ha bisogno di elaborare tutti i suoi traumi. La terapia EMDR potrebbe essere positiva per lei tramite la stimolazione oculare lei potrebbe elaborare tutto ciò che le è accaduto durante la sua vita. Nella sua lettera si percepisce una volontà di cambiamento e di modificare molte accadimenti che le sono capitati, sicuramente la sua energia e forza di volontà la potranno aiutare, la saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Gentile signora lei sente che ha bisogno di aiuto. Non lasci andare via la speranza che si può uscire dal tunnel.
Condivido con le persone che hanno risposto sopra che un lavoro psicoterapeutico EMDR è una buona opportunità per elaborare le esperienze traumatiche della sua vita.
Rimango a disposizione.
La saluto con cordialità
Patrizia La Porta
Faccia un bel regalo (tipo una collana di perle) alla sua amica psicologa e invece che "parlare" si faccia seguire in modo organico.
buongiorno, da quello che dice sembra che lei stia vivendo l'effetto di un sistema difensivo psichico al cambiamento anche positivo, di origine post-traumatica, interno ed inconscio, che si attiva, sia a livello somatico che emotivo, in maniera eccessiva, fino a diventare destabilizzante. Sarebbe di aiuto comprendere meglio il funzionamento originario di questo sistema psichico difensivo e differenziare nel suo senso di paura-terrore la componente di richiamo traumatizzante dato dalle esperienze negative recenti dall'insicurezza collegata al cambiamento progettuale, per lei esperienza nuova. Questo potrebbe essere svolto in un percorso psicoterapeutico molto attento e cauto.
Gentile utente, credo che questa fase di passaggio nella sua vita sia una "crisi" nel senso etimologico del termini, cioè una "crescita". I nuclei che secondo me sarebbero da affrontare in psicoterapia mi pare che siano fondamentalmente due: il lutto materno e la capacità di essere adulta pienamente, senza però avere vissuto appieno la sua condizione di figlia. Voglio dire che da ciò che lei ha raccontato, emerge che è sempre stata responsabilizzata, magari fin troppo rispetto all'età che aveva e ciò fa sì che alcune parti di bambina dipendente e accudita non si siano fortificate abbastanza da consentirle ora di potere usare certe autonomie in tutta sicurezza. Spero di essere stata chiara in così poche righe. Rimango a sua disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno, le suggerisco di ripartire con la psicoterapia. Ciò che ha costruito e sperimentato in passato le sarà sicuramente di aiuto ma questa è una nuova fase e sono necessarie risposte inedite.
Saluti.
Daniela Bianchi
Salve, da quello che emerge nel suo racconto sembra esserci un conflitto che ha attraversato le varie fasi del ciclo di vita, tra bisogno di autonomia e paura della libertà, tra la parte di sè forte/adultizzata e quella di bambina/fragile, in cui un percorso di psicoterapia potrebbe essere utile per affrontare il difficile passaggio dal prendersi cura degli altri a diventare adulta e "genitore di sè stessa".

Salve,
credo che sia il caso di riprendere la psicoterapia che l'aiuti ad elaborare tali vissuti, fatti anche di dolore e di sofferenza, e se il collega lo riterrà opportuno integrare la psicoterapia con una terapia farmacologica.
Saluti.
Gentile Utente, lascia intendere di avere alle spalle una storia di sofferenza di origine antica, un lutto materno, un lutto temuto per l'ammalarsi di suo padre, e un'isolamento di quasi 60 giorni che è andato a terminare proprio il giorno successivo al suo compleanno. Un mix micidiale, del quale provare a ponderare il peso dei vari fattori sarebbe solo un esercizio intellettuale, tutti loro hanno concorso. Ha una buona dose di consapevolezza, che l'ha portata a comprendere che evitare le emozioni dolorose salva nell'immediato, ma non libera. Tuttavia, con una storia di importante traumatizzazione come quella che racconta, da "autodidatta" potrà gestire le emozioni più tollerabili, non quelle più profonde che la porteranno a vivere incessanti ripetizioni di un passato mai davvero passato. Riprenda con coraggio e fiducia un percorso psicoterapeutico, è lì che potrà davvero mettere mano alla sua sofferenza. Un caro augurio di buona fortuna
Cara FRAN,
nella Sua lettera si cela anche la risposta (probabile) alla Sua condizione, Lei scrive "Appartengo a chi crede che se cerchi di star bene, poi lo paghi. Questo mi è stato come dire insegnato. Quindi io ho deciso che stavolta non voglio cedere all'auto sabotaggio, ma devo pagare questo prezzo emotivo?" I meccanismi di lealtà ed appartenenza che acquisiamo in tenera età sono legati ai sistemi di sicurezza per la sopravvivenza (impossibile da bambini esercitare critiche verso le figure genitoriali, si può solo assimilare la regola implicita e farla propria, costi quel che costi. Lei ha già intrapreso un percorso di riconoscimento ed accoglienza, eppure parla di auto sabotaggio.Inviti ulteriormente la "sabotatrice" riconosca che per lei crescere è un pericolo inaccettabile. Riprenda il percorso terapeutico da questo punto e scopra che solo Lei può occuparsi del terrore di questa piccola bambina che DEVE credere se sta bene, poi, la paga. Riviva con lei ogni piccola o grande decisione che l'abbia vi abbia fatto crescere , ne apprezzi gli sforzi ed i costi emotivi che abbiano comportato crescita e successo. Se fatti in un percorso sicuro come una psicoterapia è meglio. Cordialmente, Ivano Ancora
Buonasera,
da come scrive sembra che si senta quasi ad un giro di boa. E questo le crea ansia. Si, forse è il caso di riprendere la psicoterapia e vedere come stare più comoda possibile in questo momento. é vero che la sofferenza va attraversata, ma a volte abbiamo bisogno di qualcuno che ci accompagni, e non basta un amico, serve un professionista. Ha bisogno di esprimere tutto ciò che è ancora lì, ha bisogno di dar voce a tutte le sue parti interne, probebilmente di aleborare dei traumi, di prendersi cura della sua bambina interna. Ricontatti la sua terapeuta (se si era trovata bene), altrimenti ne cerchi un'altra. Gli ansiolitici andrebbero prescritti con cognizione di causa e come sostegno ad un altro percorso, non dati solo per azzittire un sintomo. Tutto ciò che le sta succedendo, lè venuto per dirle qualcosa. Lo ascolti, non lo metta a tacere. Anzi, gli dia uno spazio dove può venire ascoltato.
Un caro saluto
Dott.ssa Silvia Polizzi Andreeff

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