Dipendenza dalla psicoterapeuta, come uscirne? Ne abbiamo già parlato e lei mi ha sempre detto ch

20 risposte
Dipendenza dalla psicoterapeuta, come uscirne?

Ne abbiamo già parlato e lei mi ha sempre detto che la mia non si trattava di una dipendenza, ho deciso di mollare la terapia perchè sentivo che non riuscivo più a fidarmi e a sentirmi compresa. Spesso le scrivevo dei messaggi tramite chat, avevamo deciso insieme che quel metodo mi aiutava ad aprirmi e spiegarmi di più, ma poi mi son fatta prendere la mano, ho esagerato, le scrivevo quasi tutti i giorni...mi sa che l'ho offesa o ferita con le mie idee riguardo la psicoterapia, ho perso fiducia....
Perchè alla fine dipende tutto da me e nessuno può fare le cose al posto mio....
..e allora mi chiedevo in che modo poteva aiutarmi....
Lei si è sentita screditata nel lavoro che svolge e mi dispiace....io ho detto solo quello che sentivo...
Tra noi si era creato un bel legame, lei è l'unica persona che mi conosce davvero....
Ma ho voluto terminare....
Abbiamo parlato di tutto questo, le ho chiesto scusa sia nei messaggi che di presenza ma forse qualcosa si è rotto...ho sempre percepito questa cosa ma volevo nasconderla a me stessa...perchè io le voglio bene, ma allo stesso tempo a volte non mi sentivo capita e aiutata....

Mi sento in colpa, vorrei riscriverle, vorrei ritornare da lei ma non posso, le ho detto che non posso più essere una sua paziente...non so cosa fare adesso...mi sembra di avere un nuovo problema oltre a quello che avevo già, ovvero l'ansia sociale...
Non riesco a smettere di piangere, mi manca e vorrei ricevere un suo messaggio ma so che questa cosa non è possibile....
Mi sento sola e disperata...non so cosa fare.....
Cara utente, dal messaggio che lei ha scritto è chiaro che è molto dispiaciuta per come siano andate le cose alla fine del suo percorso psicoterapeutico. A volte può risultare difficile per i pazienti, specialmente in alcuni periodi, vedere i progressi fatti durante la strada.
Inoltre come lei scrive, “tutto dipende da lei”. Lo psicoterapeuta tuttavia può indirizzarla e aiutarla per rintracciare le risorse a disposizione per attivare un processo di cambiamento e ritrovare il proprio benessere psicologico. Provi a parlarne Nuovamente con la sua psicoterapeuta se ha intenzione di riprendere il percorso.
Altrimenti provi a chiedere nuovamente aiuto.
In bocca al lupo!
Dott.ssa Francesca Tardio

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Buonasera, vale la pena che Si fermi un momento per cercare di fare chiarezza dentro di se prima di decidere come procedere. Desidera proseguire o terminare la psicoterapia? Si fida della sua terapeuta o ha perso la fiducia? La psicoterapeuta non è un’amica, è una professionista e come tale mette le proprie emozioni da parte per accogliere le sue. Quindi se fossi in Lei fisserei un colloquio di chiusura, per chiudere bene la terapia, se desidera terminarla. Se invece desidera proseguire prende appuntamento per una nuova seduta per valutare con la terapeuta se ci sono i presupposti per proseguire insieme. Tranquillamente, senza colpa.
Buonasera. Penso che lei debba valutare per decidere l'importanza che ha avuto il legame terapeutico nel suo percorso. Momenti di frustrazione sono normali in un percorso. Capita che ci siano equivoci incomprensioni. Non è mai una bella esperienza interna concludere la psicoterapia in modo non soddisfacente. Si interroghi se davvero vale la pena buttare tutto alle ortiche. E provi a chiedere un confronto con la sua terapeuta valutando la possibilità di ripresa. Forse ad un certo punto ha smesso di idealizzarla e questo sarebbe un passo avanti non una rottura. Rifletta con calma e valuti senza sensi di colpa. Cari saluti
Gentile utente, Non dev’essere affatto piacevole la sua situazione. Credo che debba chiarirsi con la sua terapeuta, chiarire cosa non ha funzionato nella relazione terapeutica. Solo successivamente potrà valutare se continuare o cambiare terapeuta. Lasciare in sospeso eventuali incomprensioni non è salutare. Le auguro il meglio!
Gentile utente di mio dottore,
Definisca bene la situazione è cerchi di trovare una soluzione attraverso il suo terapeuta mediante il confronto.
Continui il percorso psicoterapico seguendo le indicazioni del suo terapeuta, vedrá che col tempo quello che le sembra inspiegabile in seguito avrà un senso.
Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno. Senza entrare nel merito del suo percorso di terapia, mi limito a chiarire un paio di punti, concernenti il lavoro di cura, nella speranza che possano gettare un poco di luce sull'ombra dei pregiudizi che a volte avvolgono la pratica degli psicoterapeuti.
Il terapeuta pone l'ascolto particolareggiato del paziente e la rilettura di ciò che il paziente dice - a fondamento della sua pratica.
Il terapeuta non fa le veci di un amico o confidente; non si offende; non attribuisce alle affermazioni fatte dal paziente un giudizio; non pensa che la sua persona sia direttamente implicata nella relazione terapeutica. Se una di queste cose accade (a volte accade), le grane sono del terapeuta, che si troverà a riflettere su una propria criticità. In nessun caso le emozioni del terapeuta andrebbero utilizzate a scopo terapeutico; altrimenti il paziente non è in terapia, ma allo specchio.
Detto questo, perché mai la Sua terapeuta avrebbe dovuto offendersi per un'opinione sulla psicoterapia, fosse stata anche la più scorretta? che ne sa, Lei? Forse ciò che presume fa parte della domanda che porta in terapia.
SM

Salve,
la sua psicoterapeuta non è una sua amica, quindi non si è sicuramente offesa per la sua scelta di lasciare la psicoterapia. Ciò che le è successo è che lei ha sicuramente proiettato, all'interno della relazione terapeutica, delle modalità, delle dinamiche che inconsciamente mette in atto anche in altre relazioni. Pertanto credo sia utile parlarne con la sua terapeuta e spiegare i meccanismi che l'hanno portata a scegliere di abbandonare la terapia, in modo da lavorarci su, così come sull'ansia sociale che riferisce di provare attualmente. Nel caso in cui non riesce può sempre contattare un altro professionista.
Saluti.
Gentile utente, sarebbe importante capire cosa le abbia detto la sua terapeuta. Avete analizzato questa dinamica che potrebbe essere transferale? È stata la sua terapeuta a dirle che era il caso di chiudere il percorso? Se così non fosse, si faccia coraggio e le scriva una email o un messaggio. Forse un testo scritto è più semplice da comunicare. In bocca al lupo
Dott.ssa Valeria Randisi
Cara utente, mi arriva chiaramente la sua confusione. Prima di capire come procedere deve riuscire a riflettere con calma su ciò che sente, sui suoi bisogni e sui suoi desideri....vuole chiudere la terapia o sente che ne ha ancora bisogno? La sua terapeuta sarà pronta a raccoglierla se lei sceglierà questa strada ma sarà anche capace di lasciarla andare se necessario. Lei cosa sceglie? Si prenda del tempo di qualità per rifletterci su.
Dott.ssa Federica Leonardi
Salve,
Innanzitutto emergono dalla sua risposta due importanti aspetti, il suo senso di colpa e una gestione tp mal gestita. Mi spiego meglio. Innanzitutto non vorrei sembrare troppo diretta e se lo fossi , mi scuso in anticipo , non conoscendola rispondo in maniera molto esplicita ...primo quesito , la terapeuta a mio modesto parere ha sconfinato nel gestire la terapia, in una fase iniziale comprendo che ad un messaggio abbia risposto poi però avrebbe dovuto chiederle di incontrarvi per chiarire quanto la vs relazione tp /pz stava trasformandosi al punto da non essere più di aiuto x entrambe. Il ns lavoro di tp non consiste nel diventare amiche del pz piuttosto di essere una figura di fiducia e di riferimento per guidarvi nel trovare le risposte che cercate, noi tp dobbiamo essere in grado di aiutarvi e consigliarvi al meglio e di interrompere una terapia nel caso il rapporto dovesse mostrare dipendenze nociv, noi abbiamo questo compito non voi che siete la parte debole. La tp in questione non poteva fare altro che interrompere questo processo malsano, per se stessa, in quanto non stava più svolgendo la funzione di tp e per lei che mostrava già da tempo Segnali di inquietudine. La situazione stava talmente degenerando e L’ interruzione della tp non poteva che essere L unica soluzione ... forse la mia collega c ha provato a spigarle, ma lei non accettato tale chiusura , considerata L insistenza dei messaggi Da lei inviati ??? ... ... Quanto al suo senso di colpa, questa situazione le stando L opportunità di Iniziare proprio da questo punto un nuovo percorso , dalla sua incapacità di affrontare Una chiusura e dal suo senso di colpa; si rivolga ad un’ altro/a professionista con fiducia. Guardi avanti e lasci andare ciò che è stato, con coraggio si può .. .. cordialmente ...
Gent.ma, scrive come se la relazione dipendesse da lei e non da due persone. Credo che sia sano viversi questo momento, la frustrazione che ne consegue e che farà tesoro di tutta questa esperienza. Per ora credo che non debba fare altro più
Gentile utente, quello che mi sento di dirle è questo: la fine di una terapia non è qualcosa che si decide in due/tre sedute, ma è una decisione presa insieme al terapeuta, che inizia un lavoro sulla separazione che dura il tempo necessario all'elaborazione della perdita ; a volte ci vogliono mesi. Il processo di separazione/individuazione è un momento di crescita psicologica fondamentale, inizia sin da piccoli con la separazione dalla figura materna e continua tutta la vita. Interrompere un rapporto, senza elaborarlo, crea solo dipendenza. Ci rifletta . In bocca al Lupo!
Parli con la sua terapeuta e le esprima tutti il suo disagio, la sua diffidenza e la sofferenza che ciò ha comportato sicuramente starà meglio e troverà le risposte che cerca. Auguri
Buongiorno a lei,
mi pare che la sua sofferenza attuale dipenda da un fraintendimento del ruolo della sua terapeuta, la quale non è una amica, ma una professionista. La differenza è che il setting definisce una giusta distanza emotiva fra lei a e la psicoterapeuta: distanza che è garante del buon proseguimento del trattamento. Sembra che questa distanza in qualche maniera si sia incrinata. Le suggerisco perciò di fissare un nuovo appuntamento con la sua terapeuta, in modo che in sede di colloquio possa dirle quello che sta dicendo ora su MioDottore. Senza timori di essere giudicata: una professionista non giudica, ma accoglie e comprende la sofferenza del paziente, al fine di trovare assieme una soluzione al problema. Le auguro pertanto di chiarire, un caro saluto. Dott.ssa Margherita Maggioni.
Buonasera, dalla sua lettera mi sembra che ci sia stata della confusione nel vostro rapporto i vostri ruoli non sono ben definiti, lei è la paziente e l'altra la psicoterapeuta. Quindi faccia chiarezza dentro di lei ed anche ne rapporto con la psicoterapeuta se vuole continuare e tutti i suoi accadimenti vanno elaborati in seduta e non si mandano messaggi continui. Se poi vuole chiudere si chiede un incontro e si definisce il rapporto con un ultima seduta. La saluto cordialmente, dott. Eugenia Cardilli.
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Gentilissima, dal suo messaggio traspare molta confusione sia rispetto alla relazione con la sua terapeuta che sulle sue esigenze. Si prenda del tempo innanzitutto per vivere la fatica e il dolore che sta sperimentando, chiedendosi se vuole essere aiutata a stare meglio oppure no; di fatto è questo ciò che lo psicoterapeuta fa, ci guida nella ricerca del nostro benessere. A quel punto potrà pensare di ricontattare la sua terapeuta e capire se ci sarebbe un'utilità nel riprendere il percorso, ridefinendo insieme a lei i reciproci ruoli, gli obiettivi del vostro percorso, le caratteristiche e regole del setting; oppure se possa essere più utile chiudere il percorso con un'ultima seduta che la lasci con un senso di chiarezza rispetto al percorso fatto insieme e al lavoro ancora da fare. Le auguro il meglio
Buona sera, in situazioni di forte disagio nonchè durature nel tempo sarebbe importante rivolgersi ad uno specialista per poter meglio comprendere ed elaborare questa sua problemtica. Preferibilmente le consiglierei di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta così che possa intraprendere un percorso di terapia anche in videochiamata WhatsApp. Cordiali saluti, Dott.ssa Beatrice Planas. Psicologa psicoterapeuta per consulenze online
Gentile utente, immagino quanto possa sentirsi persa e confusa in questo momento! Le consiglio vivamente di contattare la sua terapeuta per valutare assieme cosa fare: se chiudere definitivamente la terapia o riprendere. Solo attraverso un confronto diretto, nel quale dovrà però cercare di trasmettere tutta la sua frustrazione e sfiducia che qui ha scritto, potrà fare chiarezza sul momento. Saluti
Gentile ragazza, forse il rapporto che ha instaurato con questa psicoterapeuta è stato viziato sin dall'inizio da aspettative incongrue. Lo psicoterapeuta è e rimane un professionista della salute a cui si ricorre per avere dei benefici, come avviene similmente con un medico. Benché lo psicoterapeuta sia la figura professionale più simile alle figure di supporto familiare e la più idonea pertanto a colmarne le carenze e/o facilitare corretti rapporti con esse, e debba coltivare le doti dell'ascolto, dell'empatia, del genuino interesse e scrupolosa applicazione per la salute del paziente, resta pur sempre un professionista che è cercato per ottenere dei risultati e la cui opera pertanto si presume sia vincolata a degli obiettivi da perseguire in determinati tempi. cordiali saluti
Gentile utente,
sono anch'io dell' idea di contattare un' altra volta la dott.ssa che la seguiva. Nel caso in cui non fosse più possibile le consiglio di rivolgersi ad un altro terapeuta per comprendere e esplorare i significati della sua "dipendenza".
Un augurio
Dott.ssa Riso

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