Cosa posso fare nel momento del dolore? Posso scappare da tutto senza dover rendere conto a nessuno
20
risposte
Cosa posso fare nel momento del dolore? Posso scappare da tutto senza dover rendere conto a nessuno e stare male in pace (spesso non riesco ne a parlare ne a respirare)? Queste sono le domande che mi pongo per diverse ore della giornata. Soffro di dolore cronico per dispepsia postpandriale. Mi sento solo con una pistola alla tempia che di giorno in giorno cerco di non premere. Non riesco a vivere e non trovo nella società niente che mi aiuti. Farmaci non servono, terapie nemmeno. Non voglio continuare a vivere in questa condizione.
Buongiorno, la ringrazio per aver trovato la forza di scrivere, nonostante il dolore che sta vivendo. Le sue parole esprimono una sofferenza profonda, che va ben oltre i sintomi fisici: si sente solo, esausto e senza vie d’uscita, e questo merita ascolto e rispetto, non giudizio. Quando il dolore è continuo e invalidante, è comprensibile desiderare solo silenzio, tregua, magari anche sparire per un po’. Ma il desiderio di “scappare da tutto” è spesso anche un grido di aiuto, un modo per dire che così non si può più andare avanti.
A volte, più che soluzioni immediate, serve uno spazio in cui poter esprimere liberamente ciò che si prova, senza dover spiegare tutto o sentirsi sbagliati. Un percorso psicologico non elimina il dolore, ma può aiutare a esplorarlo con maggiore consapevolezza, a trovare un senso e, con il tempo, a recuperare una forma di contatto con sé stessi. Resto a disposizione, se e quando sentisse il bisogno di un confronto. Un caro saluto, Dott. Matteo De Nicoló
A volte, più che soluzioni immediate, serve uno spazio in cui poter esprimere liberamente ciò che si prova, senza dover spiegare tutto o sentirsi sbagliati. Un percorso psicologico non elimina il dolore, ma può aiutare a esplorarlo con maggiore consapevolezza, a trovare un senso e, con il tempo, a recuperare una forma di contatto con sé stessi. Resto a disposizione, se e quando sentisse il bisogno di un confronto. Un caro saluto, Dott. Matteo De Nicoló
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Salve. E' vero, il dolore cronico è molto difficile da affrontare e da sopportare, che sia sordo, diffuso o bruciante, di fatto interferisce con la qualità della vita.
Esistono soluzioni efficaci che prevedono approcci multidisciplinari: le suggerisco di rivolgersi presso un centro per il dolore cronico - medicina psicosomatica. Potrà individuarli facilmente sul web cercandoli nella sua zona di residenza. Auguri!
Esistono soluzioni efficaci che prevedono approcci multidisciplinari: le suggerisco di rivolgersi presso un centro per il dolore cronico - medicina psicosomatica. Potrà individuarli facilmente sul web cercandoli nella sua zona di residenza. Auguri!
Quando il dolore sembra insopportabile e tutto appare senza via d’uscita, come lei descrive, è fondamentale non rimanere soli con questi pensieri. La sofferenza cronica, soprattutto se accompagnata da una condizione medica come la dispepsia, può logorare la mente e il corpo. Ma anche nei momenti più bui è possibile ricostruire una connessione con sé stessi e con un senso di vita che oggi forse non si vede, ma che può riemergere.
Non si deve affrontare tutto da soli. Esistono professionisti, spazi protetti e percorsi psicologici specifici per il dolore cronico e per chi si sente in frantumi. A volte, iniziare proprio da questo punto — dal dire “non ce la faccio più” — può essere il primo passo per tornare lentamente a respirare, a piccoli passi.
Se il pensiero di non farcela è presente ogni giorno, la cosa più importante è parlarne subito con uno specialista o rivolgersi a un servizio di emergenza psicologica. Ci sono persone pronte ad ascoltarla, anche quando tutto sembra spento. Non è debolezza: è un atto di coraggio.
Non si deve affrontare tutto da soli. Esistono professionisti, spazi protetti e percorsi psicologici specifici per il dolore cronico e per chi si sente in frantumi. A volte, iniziare proprio da questo punto — dal dire “non ce la faccio più” — può essere il primo passo per tornare lentamente a respirare, a piccoli passi.
Se il pensiero di non farcela è presente ogni giorno, la cosa più importante è parlarne subito con uno specialista o rivolgersi a un servizio di emergenza psicologica. Ci sono persone pronte ad ascoltarla, anche quando tutto sembra spento. Non è debolezza: è un atto di coraggio.
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa/a utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, la sua condizione è senz’altro causa di grandi disagi.
Le posso solo dare una indicazione.
Esiste la mindfulness, una modalità che viene utilizzata nella riduzione dello stress.
In particolare la forma MBSR nasce proprio per aiutare le persone afflitte dal dolore cronico ad affrontarlo con modalità mentali diverse.
Spesso accade che l’insofferenza crescente che proviamo per il disagio provato non faccia altro che incrementare la percezione del dolore stesso.
Con la mindfulness non si lavora sul dolore in sé ma sull’esperienza psichica modificando l’approccio mentale di base.
Provi ad informarsi meglio, saluti.
Dott.ssa Sandra Petralli
Le posso solo dare una indicazione.
Esiste la mindfulness, una modalità che viene utilizzata nella riduzione dello stress.
In particolare la forma MBSR nasce proprio per aiutare le persone afflitte dal dolore cronico ad affrontarlo con modalità mentali diverse.
Spesso accade che l’insofferenza crescente che proviamo per il disagio provato non faccia altro che incrementare la percezione del dolore stesso.
Con la mindfulness non si lavora sul dolore in sé ma sull’esperienza psichica modificando l’approccio mentale di base.
Provi ad informarsi meglio, saluti.
Dott.ssa Sandra Petralli
Buonasera leggo adesso la sua domanda, la comprendo e nel farlo capisco la sua difficoltà nel sentirsi solo e non sapere da dove iniziare. Ha provato a chiedere aiuto ad uno Psicoterapeuta? O pensa che non le sarebbe di aiuto? Credo che lei abbia fatto il primo passo ascoltandosi e rendendo esplicito ciò che sente. Ora dovrebbe , con l'aiuto di un esperto affrontare ciò che la tiene fermo in questo sentire. Le auguro un bel percorso di crescita. Avrà sicuramente delle resilienze che neanche sapeva di avere che la renderanno orgoglioso di sé stesso.
Buongiorno, è difficilissimo convivere ogni giorno con un dolore che sembra non lasciare via d’uscita, né sollievo. La sensazione di voler scappare, di stare male in pace, è il segnale di una sofferenza che chiede ascolto, non soluzioni immediate.
Anche se ora nulla sembra funzionare, non è detto che tutto sia fallito: forse non ha ancora incontrato uno spazio dove sentirsi davvero accolto, senza dover spiegare o giustificare il suo dolore.
Il semplice fatto che scriva, che ponga domande, è già un gesto vitale. Non è solo. Se vuole, io ci sono.
Un caro saluto, Dott.ssa Violeta Raileanu
Anche se ora nulla sembra funzionare, non è detto che tutto sia fallito: forse non ha ancora incontrato uno spazio dove sentirsi davvero accolto, senza dover spiegare o giustificare il suo dolore.
Il semplice fatto che scriva, che ponga domande, è già un gesto vitale. Non è solo. Se vuole, io ci sono.
Un caro saluto, Dott.ssa Violeta Raileanu
Buonasera, comprendo il senso di disperazione per una condizione che la tormenta ogni giorno. Non conosco il suo quadro clinico né ciò che ha fatto, sia come esami, sia come terapie. Le posso dire però che oggi le possibilità di cura ci sono. Sia agendo sul fisico come trattamenti di osteopatia, di analisi del microbiota intestinale... E tanto altro. Se si trattasse di manifestazioni psicosomatiche sicuramente ci sono diversi approcci di psicoterapia che potrebbero aiutarla. Senza un quadro specifico non si può dire nulla, ma non demordere e tentare strade alternative è sempre possibile.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Buongiorno,
ha mai pensato di parlare di questi suoi pensieri e di queste sue sensazioni all'interno di uno spazio protetto come la psicoterapia? Affidarsi ad uno specialista potrebbe aiutarla a guardare alla sua condizione da angolazioni differenti, senza che quest'ultima schiacci completamente le sue risorse e la sua condizione esistenziale in toto. Si dia la possibilità chiedere aiuto, credo che la sua vita meriti ancora delle possibilità.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
ha mai pensato di parlare di questi suoi pensieri e di queste sue sensazioni all'interno di uno spazio protetto come la psicoterapia? Affidarsi ad uno specialista potrebbe aiutarla a guardare alla sua condizione da angolazioni differenti, senza che quest'ultima schiacci completamente le sue risorse e la sua condizione esistenziale in toto. Si dia la possibilità chiedere aiuto, credo che la sua vita meriti ancora delle possibilità.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, mi dispiace molto per il dolore che sta provando.
Le consiglio vivamente di rivolgersi ad un professionista.
Cordiali saluti
Le consiglio vivamente di rivolgersi ad un professionista.
Cordiali saluti
Per potere convivere col dolore cronico gli interventi di Mindfulness funzionano molto bene, contatti in insegnante di Mindfulness (anche online).
Buongiorno, mi dispiace per la.sua sensazione. Immagino, da quello che scrive, che abbia già provato farmaci e terapie.
Per lo stomaco prende farmaci?
Sono dell'idea che questi disturbi siano psicosomatici, avendo io un approccio psicocorporeo.
Le.consiglio di fidarsi e di cercare aiuto, non vale la.pena continuare a stare così male, invece vale la.pena.tentare di tutto per vivere bene!
Un saluto
Claudia m
Per lo stomaco prende farmaci?
Sono dell'idea che questi disturbi siano psicosomatici, avendo io un approccio psicocorporeo.
Le.consiglio di fidarsi e di cercare aiuto, non vale la.pena continuare a stare così male, invece vale la.pena.tentare di tutto per vivere bene!
Un saluto
Claudia m
Gentile utente
mi dispiace molto per il suo disagio. Non ci ha spiegato a cosa è dovuta la sua dispepsia post-prandiale, come è comparsa e che tipo di trattamenti ha fatto.
Chi le ha fatto la diagnosi e perchè? ha già chiesto un aiuto psicologico?
Purtroppo se non ci fornisce queste informazioni non possiamo dare risposte piu' specifiche.
Mi sembra piu' che giusto che occorre trovare un rimedio.
Attendo la sua risposta. Buon pomeriggio
mi dispiace molto per il suo disagio. Non ci ha spiegato a cosa è dovuta la sua dispepsia post-prandiale, come è comparsa e che tipo di trattamenti ha fatto.
Chi le ha fatto la diagnosi e perchè? ha già chiesto un aiuto psicologico?
Purtroppo se non ci fornisce queste informazioni non possiamo dare risposte piu' specifiche.
Mi sembra piu' che giusto che occorre trovare un rimedio.
Attendo la sua risposta. Buon pomeriggio
Buongiorno, dalle sue parole traspare tutto il malessere che questo dolore cronico le sta causando. Esistono dei protocolli terapeutici di comprovata efficacia per il trattamento del dolore cronico, finalizzati a modificare l'approccio psicologico al dolore e a migliorarne la gestione. Tra questi il MBSR (Mindfulness-base Stress Reduction) e l'EMDR per il dolore. Provi a considerare queste possibilità rivolgendosi ad un/una professionista che la possa aiutare ad esplorarle e a trarne il massimo beneficio.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Buongiorno, immagino la su grande difficoltà. ma ormai ci sono dinamiche di cura ingrata tra psicoterapia e psicofarmacologia che danno grandi miglioramenti se non che risolvono definitivamente la situazione. Sono quasi certa lei possa riprogrammare un novo ed efficace programma di cura.
Le auguro ogni bene.
Chiara Barbasio
Le auguro ogni bene.
Chiara Barbasio
Gentile utente, non scappi. È sufficiente anche quel poco, da dire, la parola mette in moto il corpo, lo muove, lo sposta. La parola e il proprio racconto, davanti a un altro, muovono il dolore, lo riducono a sensazione, lo lavorano. Ne parli, di questo suo dolore. È un modo per poterci fare qualcosa, per comprenderne una traccia, per vedere cosa si è tracciato là. Solamente, ne parli. Il momento del dolore ci insegna, di noi. Non resti solo con questa pistola alla tempia. Se ha scritto, ha scritto a un altro, a tanti altri. Cerchi qualcuno, ci vada, a trovarlo, con il corpo. vada là e si faccia ascoltare, dia voce al suo dolore. La voce è un suono, ha una modulazione, trasporta tonalità, stati d’animo. La voce è un oggetto, lo porti altrove, inizierà il suo viaggio verso qualcosa di insolito, che riguarda il suo corpo e che ancora non ha conosciuto, ma che le mostrerà che non necessariamente il dolore è un tiranno, né il corpo lo è. Lo abitiamo, possiamo sforzarci di ascoltarlo, e attraverso la nostra voce, farlo ascoltare.
Mi dispiace profondamente per quello che stai vivendo. Il dolore cronico, specie quando si unisce a un senso di solitudine e impotenza, può diventare insopportabile. Non sei debole, sentirsi così è umano. Anche se ora ti sembra tutto inutile, è importante che tu non resti solo con questo peso. Parlare con uno psicoterapeuta esperto in dolore cronico può aiutarti a trovare modi diversi per affrontare la sofferenza, anche solo per respirare un po’. Chiedi aiuto: c’è sempre una via per soffrire un po’ meno, anche quando non sembra. E tu meriti di trovarla.
Buongiorno. La maggior parte delle condizioni cliniche che portano ad un problema fisico possono avere una etiologia multifattoriale. Nel caso della condizione in questione, una delle cause, potrebbe essere lo stress che in realtà potrebbe essere causa e conseguenza del problema. A tal proposito, quando il dolore è forte e non gestibile in alcun modo, lo stress e l'ansia conseguente che il problema porta a sentire potrebbe aumentare i fastidi e con esso la sequela psichica. Potrebbero essere utili delle tecniche di rilassamento (come il training autogeno) oltre ai consulti medici. Per quanto riguarda la condizione psicologica di cui parla sarebbe consigliabile un supporto psicologico. Spero di averle risposto. Grazie. Un saluto.
Salve,
ha fatto bene a scrivere, anche solo per provare a tirare fuori il peso di quello che sta vivendo. Spesso chi soffre di dolore cronico, sia fisico che emotivo, sente di non avere via d’uscita e si trova a convivere con la tentazione di “scappare da tutto”, per cercare almeno un po’ di pace. Voglio dirle però che il dolore, per quanto sembri insostenibile, non è qualcosa da cui dobbiamo necessariamente fuggire, ma piuttosto un aspetto della vita che – anche se sembra assurdo – può essere accolto e integrato.
Le faccio una piccola metafora: il pugile non vince scappando dai colpi, ma imparando ad affrontarli, a restare sul ring anche quando è difficile. Il dolore, così, può diventare un insegnante severo, ma anche prezioso, che – se affrontato con il giusto supporto – può insegnarci qualcosa su noi stessi e sulla vita.
Non voglio negare la sua sofferenza, né semplificare ciò che sta vivendo: quello che descrive è una forma di depressione molto dolorosa, resa ancora più pesante dal dolore fisico. È normale sentire di non farcela, pensare che niente funzioni, neanche i farmaci o la terapia. Ma le assicuro che, anche nei momenti più bui, un piccolo spazio per il cambiamento può esserci.
Un passo utile può essere provare a riscoprire – anche solo per pochi minuti al giorno – ciò che per lei ha valore. Un interesse, un legame, una passione, anche qualcosa di piccolo: aiutare qualcuno, prendersi cura di un animale, scrivere, ascoltare musica, guardare il tramonto. A volte, paradossalmente, il dolore non si supera combattendolo, ma imparando a conviverci e a costruirsi intorno una vita che abbia comunque un senso, anche se piccolo.
Scappare sembra dare sollievo, ma alla lunga rischia di lasciarla ancora più sola. So bene quanto sia difficile, ma la invito – se può – a cercare uno spazio (anche in terapia, anche solo per un confronto) dove poter raccontare tutto questo e, piano piano, lavorare sull’accoglienza di sé, senza giudizio e senza colpevolizzarsi per ciò che sente.
Non si giudichi per ciò che prova. La sua vita vale la pena di essere vissuta, anche nelle difficoltà. E se oggi non riesce a crederci, provi a concedersi tempo: anche solo un piccolo passo può fare la differenza.
Tifo per lei, e le auguro che – con il tempo – possa ritrovare un po’ di pace e senso, senza dover più “scappare da tutto”, ma imparando pian piano a stare con se stesso, con tutte le sue parti, anche quelle che oggi sembrano troppo dolorose da accettare.
Un caro saluto,
Federico Rossi
ha fatto bene a scrivere, anche solo per provare a tirare fuori il peso di quello che sta vivendo. Spesso chi soffre di dolore cronico, sia fisico che emotivo, sente di non avere via d’uscita e si trova a convivere con la tentazione di “scappare da tutto”, per cercare almeno un po’ di pace. Voglio dirle però che il dolore, per quanto sembri insostenibile, non è qualcosa da cui dobbiamo necessariamente fuggire, ma piuttosto un aspetto della vita che – anche se sembra assurdo – può essere accolto e integrato.
Le faccio una piccola metafora: il pugile non vince scappando dai colpi, ma imparando ad affrontarli, a restare sul ring anche quando è difficile. Il dolore, così, può diventare un insegnante severo, ma anche prezioso, che – se affrontato con il giusto supporto – può insegnarci qualcosa su noi stessi e sulla vita.
Non voglio negare la sua sofferenza, né semplificare ciò che sta vivendo: quello che descrive è una forma di depressione molto dolorosa, resa ancora più pesante dal dolore fisico. È normale sentire di non farcela, pensare che niente funzioni, neanche i farmaci o la terapia. Ma le assicuro che, anche nei momenti più bui, un piccolo spazio per il cambiamento può esserci.
Un passo utile può essere provare a riscoprire – anche solo per pochi minuti al giorno – ciò che per lei ha valore. Un interesse, un legame, una passione, anche qualcosa di piccolo: aiutare qualcuno, prendersi cura di un animale, scrivere, ascoltare musica, guardare il tramonto. A volte, paradossalmente, il dolore non si supera combattendolo, ma imparando a conviverci e a costruirsi intorno una vita che abbia comunque un senso, anche se piccolo.
Scappare sembra dare sollievo, ma alla lunga rischia di lasciarla ancora più sola. So bene quanto sia difficile, ma la invito – se può – a cercare uno spazio (anche in terapia, anche solo per un confronto) dove poter raccontare tutto questo e, piano piano, lavorare sull’accoglienza di sé, senza giudizio e senza colpevolizzarsi per ciò che sente.
Non si giudichi per ciò che prova. La sua vita vale la pena di essere vissuta, anche nelle difficoltà. E se oggi non riesce a crederci, provi a concedersi tempo: anche solo un piccolo passo può fare la differenza.
Tifo per lei, e le auguro che – con il tempo – possa ritrovare un po’ di pace e senso, senza dover più “scappare da tutto”, ma imparando pian piano a stare con se stesso, con tutte le sue parti, anche quelle che oggi sembrano troppo dolorose da accettare.
Un caro saluto,
Federico Rossi
Buongiorno, mi dispiace per il suo dolore ,credo fortemente che nel dolore bisogna entrare per guarire ma so anche che da soli non è facile ,questo glielo dico per esperienza lavorativa, spesso c'é il bisogno e il sostegno di una tribù per migliorare
perché non prova ad entrare in gruppi di sostegno o quelli di empowerment?
Se vuole le posso dare qualche suggerimento .
Cordialmente
Dr. Jasmine Scioscia
perché non prova ad entrare in gruppi di sostegno o quelli di empowerment?
Se vuole le posso dare qualche suggerimento .
Cordialmente
Dr. Jasmine Scioscia
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.