Ciao. Sono una ragazza di 22 anni e sono iscritta all'ultimo anno della laurea triennale a Firenze.

21 risposte
Ciao. Sono una ragazza di 22 anni e sono iscritta all'ultimo anno della laurea triennale a Firenze. Io sono nata in Romania e ho vissuto fino a 19 anni a Frosinone e poi mi sono trasferita per l'università a Firenze. A Frosinone avevo due migliori amiche e conoscevo abbastanza persone. Poi però una volta che mi sono trasferita a Firenze dopo poco ho perso il contatto con le mie migliori amiche e con tutti gli altri amici. Non ho più scritto a nessuno e mi sono tolta dai social per non vedere nessuno di loro e quando tornavo in città non uscivo e restavo a casa. TUtto perché mi vergognavo di dire che non avevo i soldi per pagarmi l'affitto e che vivevo nella casa dello studente. Non volevo sentirmi giudicata dagli altri e quindi non ho detto nulla a nessuno e non ho più rivisto nessuno. Ora sono passati quasi tre anni da quando non parlo con nessuno d loro. Il problema è che a Firenze non sono riuscita a stringere amicizia con nessuno perché sono molto timida ed introversa e non mi sento sicura. Quando mi trovo vicino a qualcuno non so cosa dire, non so che fare e quindi sono sola da tre anni. Non esco più, non parlo con nessuno, non mi confido con nessuno e questa situazione mi fa stare tantissimo male. Ho più volte pensato di farla finita in qualche modo, ma non ci riuscivo. Non so cosa fare anche perché la pandemia mi ha fatta sentire ancora più sola perché non ho amici con cui condividere quello che sta succedendo.
Salve, credo che sia opportuno per lei intraprendere un percorso di psicoterapia per riuscire a gestire meglio la situazione. Potrebbe comprendere il motivo di questa sua paura.
Buona giornata.
Dott. Fiori

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Buonasera, concordo con il collega: un supporto psicologico potrebbe essere utile per gestire meglio il timore legato al giudizio in quanto poi nella quotidianità risulta essere/ed essere stato molto limitante. Un caro saluto
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso.
Ritengo fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico per indagare cause, origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Cordialmente, dott FDL
Buongiorno cara! Una delle paure più diffuse è proprio la paura del giudizio degli altri. Temiamo di non venire accettati per via del nostro aspetto fisico, del nostro lavoro, delle nostre origini, e così via. Tale timore, in alcuni casi può addirittura trasformarsi in un disturbo psicologico più strutturato. Ci sono diverse strategie che si possono intraprendere, ma prima di tutto occorre comprendere i motivi del disagio che stai provando. Probabilmente è proprio l'occasione giusta per iniziare un percorso di crescita e consapevolezza interiore.
La solitudine, specie in tempi di pandemia, fa male. E' come una prigione dalla quale possiamo uscire se troviamo noi la chiave. Non è facile. Le auguro di trovare amici, magari sarà più facile in futuro tra gli studenti del suo corso. Sarà il caso di riflettere assieme a uno psicoterapia su come superare la sua timidezza? Mi sembra che le pesi tanto e che riducendola la sua qualità di vita migliorerebbe. In bocca al lupo e un abbraccio.
Gentile utente, la situazione che descrive, contornata dalle difficoltà che la pandemia ha acutizzato, mi sembra che possa richiedere un approfondimento per dare un senso e significato ulteriore alla sua storia di vita, a partire dalla “diversità”, il giudizio, la paura, la solitudine di cui parla.
Gentile utente, mi dispiace molto per la sua situazione, aggravata dal contesto di pandemia. Uno degli effetti della pandemia e delle rigorose misure, tese a contenere la propagazione del virus, è proprio la solitudine. La solitudine felice è quella per scelta, consapevole e per questo mai subita. La solitudine sofferta invece è la solitudine non voluta. È quella che distrugge l’animo e fa nascere anche risposte patologiche. Le consiglio un percorso psicologico come fattore protettivo, per riuscire a gestire al meglio la situazione, per superare la paura del giudizio e delle critiche e soprattutto per prendere consapevolezza del fatto, che siamo noi i primi a giudicare noi stessi e non gli altri.
Cordialmente,
dr. Germi Sabrina
Dalle sue parole sembra attraversare un momento davvero particolare e profondamente pesante da sopportare, che meriterebbe di essere condiviso per alleviarne il dolore. I suoi vissuti, così importanti e delicati, necessiterebbero di essere ascoltati e approfonditi in un contesto terapeutico, certamente un percorso psicologico la aiuterebbe a fare chiarezza e ad affrontare questo momento, così difficile per lei. La psicoterapia è prima di tutto un viaggio, un'esplorazione di noi stessi con la compagnia di qualcuno a cui affidarsi e su cui poter contare che può aiutarci a conoscerci meglio, a sondare parti di noi emozioni, pensieri, prospettive ancora sconosciuti che è arrivato il momento di incontrare. Le suggerisco di valutare l'inizio di un percorso di terapia con la compagnia di qualcuno che si sintonizzi al meglio con le sue necessità e aspettative, in caso mi trova disponibile ad riceverla (attraverso la video-consulenza online) e, se mi permette, la invito con piacere a ritagliarsi qualche minuto per leggere la mia descrizione presente su questa piattaforma e farsi una prima idea di me del mio approccio; se la lettura le piacerà e se la motiverà a mettersi in gioco (scegliere di affrontare il nostro dolore è una scelta molto coraggiosa e una scommessa su noi stessi!), mi troverà felice di accoglierla. Resto a sua disposizione e, se vuole, la aspetto. Un gentile saluto
Salve. Se si vergogna di non avere i soldi e di stare alla casa dello studente, è normale che si sia chiusa ed abbia difficoltà di relazioni. La vergogna è un sentimento che impedisce di vivere. Un buon percorso psicoterapeutico, meglio se di tipo psicocorporeo, può essere utile per indagare sulle cause della vergogna, per stimolare la fiducia in se stessa e per alleggerire questo vissuto angosciante di solitudine che sta vivendo. Distinti saluti
Buongiorno,
come già fatto da altri colleghi, anche io le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia.
Su un sito è veramente difficile riuscire a dare consigli in casi come questo, si rischierebbe di essere superficiali.
Nel suo caso, invece, potrebbe essere d'aiuto approfondire la sua storia di vita, per comprendere più a fondo le origini della sua vergogna, della timidezza e della difficoltà a relazionarsi con gli altri.

Cari saluti,

dott.ssa Irene Onnis psicoterapeuta a Milano
Cara Utente, forse dovrebbe darsi la possibilità di comprendere in modo più approfondito le ragioni di tale vergogna. Cosa è successo nella sua vita passata e presente da aver causato una chiusura in se stessa al punto tale da perdere le sue amicizie? E inoltre il periodo in cui viviamo sicuramente non sono stati di aiuto. Provi ad approfondire con un professionista su quali sono le vere cause che l’hanno portata a chiudersi sempre di più in se stessa. Un caro saluto Floriana Guccione
Salve,da quanto ha espresso ritengo sia importante che intraprenda dei colloqui psicologici per comprendere l'origine di queste insicure e questo auto isolamento. In quanto, la solitudine è quel volontario allontanamento (inconsapevole) da qualsiasi persona, per motivi di raccolta nella propria intimità o a causa di una totale mancanza di affetti, sostegno e conforto.
Rimango a sua disposizione per ulteriori interrogativi
Cordialmente Dottoressa Martina Cecconi
Gentile utente la pandemia ha sicuramente esasperato condizioni già in essere per molte persone. Soprattutto non ha favorito le relazioni sociali. Si dia la possibilità attraverso un percorso di terapia di comprendere meglio l'origine della sua introversione e di trovare gli strumenti necessari per affrontarla.
Le mando un caro saluto
Dott.ssa Anna Tomaciello
Gentilissima,
Chieda aiuto di persona così come ha fatto in questa mail. Se ha ancora difficoltà economiche a Firenze come in ogni città universitaria ci sono i servizi di assistenza psicologica rivolta agli studenti. Vengono fatte tariffe agevolate e i pazienti hanno la possibilità di fare una valutazione con un medico e i no psicologo. Infine se sente troppa fatica e fa troppo brutti pensieri riguardo al voler togliersi di torno non esiti, vada al pronto soccorso più vicino a lei.
Trovi il coraggio. Si può stare meglio.
I miei più sinceri auguri
Dssa Riso
Gentile Utente,
chiedere una consulenza psicologica può aiutarla ad uscire da questo isolamento. Indagare ciò che prova e il significato del suo malessere può aiutarla a trovare un maggior benessere.
In momenti particolarmente critici può rivolgersi anche al pronto soccorso.
Rimango disponibile in caso di necessità,
Buona continuazione,
Dott.ssa Valeria Marino
Salve, la sua difficoltà nelle relazioni mi sembra vada oltre la semplice timidezza e pare si sia man mano trasformata in ritiro sociale. Visto poi che fa brutti pensieri e non riesce ad uscire da sola da questa situazione, ha bisogno di aiuto. Questo che ha fatto è un primo passo, ma valuti la necessità di fare un percorso psicoterapeutico per ritrovare la serenità che merita e uscire da tanta solitudine. Un caro saluto
Buongiorno. Questa che lei definisce timidezza, e che le ha imposto un ritiro sociale per tre anni, potrebbe essere analizzata in sede di colloquio psicologico per aiutarla a capire i motivi di tale atteggiamento che le causa una importante sofferenza. Inoltre, risulta difficile, alla lunga, vivere rispecchiandosi negli occhi degli altri e temere di mostrarsi senza maschere. Per questo motivo può essere molto importante intraprendere un percorso psicoterapeutico per stare nuovamente bene con sè stessa e con gli altri. Un caro saluto, dott.ssa Valentina Maccioni
Gentile Utente, mi dispiace molto per il disagio che vive. Il fatto che abbia scelto di esprimerlo magari indica una forza inaspettata, che va oltre l'insicurezza e l'introversione di cui scrive. Un supporto psicologico diventerebbe lo spazio in cui parlare senza essere e sentirsi giudicata, dove esplorare le sua modalità di comunicazione e sperimentare strategie più efficaci. Resto a sua disposizione e le porgo i miei saluti. Dott.ssa Valentina Cecchi
Salve, purtroppo questa pandemia ha amplificato il suo senso di solitudine. Se ci ha scritto, evidentemente a qualche livello vuole cercare di uscirne...
Per qualsiasi supporto, non esiti a contattarmi. Per cambiare, da qualche parte bisogna iniziare, nonostante la paura. Un caro saluto.
Dott. ssa Rosaria Bertuccelli
Buonasera gentile utente, volevo in primo luogo ringraziarla per aver condiviso con noi questi vissuti molto dolorosi, dalle sue parole traspare l'enorme sofferenza che sta provando da tanto tempo. Come hanno scritto sopra i miei colleghi, le consiglio di iniziare un percorso di psicoterapia, all'interno del quale potrà sentirsi libera di esprimere questi pensieri ed emozioni che la tormentano, senza paura di essere giudicata, lavorare sul senso di solitudine e sulle difficoltà relazionali che ne sono derivate. Un caro saluto, Dott.ssa Liguori Sara Nargis
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini

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