Ciao sono un ragazzo di 20 sono sempre stato buono e anche un po timido ed emotivo.... non ho nessun

23 risposte
Ciao sono un ragazzo di 20 sono sempre stato buono e anche un po timido ed emotivo.... non ho nessuna patologia pero è da un po di tempo che soffro di depressione e di manie mi vergognavo a dirlo pero in questi giorni l'ho fatto.
Sono iniziate circa 3 anni fa sono stato molto tempo a casa questo a fatto peggiorare tutto e uscivo poco e durante la quarantena e peggiorata la mia salute mentale speravo che mi venisse coronavirus per morire prima non so perche non so se e una fissa o unastupidaggine
Ora sto davvero male non riesco a controllare i pensieri penso solo ad autodistruggermi vedo tutto nero continuo a pensare a cose unitili e stupide velocemente e perdo le testa non riesco a reagire e poi ci sono certi giorni in cui sto bene magari 4 esco mangio fuori scrivo a qualche ragazza che mi piace e poi boh ci sono in certi momenti penso addirittura che la ragazza la vedo brutta anche se e bella e poi ricominciano e non riesco a capire perche faccio cosi e un dusagio sono diventato cosi fragile addirittura quando qualcuno parla mi da fastidio e parlare e mi ferisce e poi ci penso non riesco a capire perche mi sta accadendo questo non so se e la noia
La mia anima sta soffrendo qualsi cosa mi ferisce boh non so mi succede in certi momenti e poi in certi giorni rido e scherzo
Sto prendendo degli antidepressivi da 3 giorni che mi avevano prescritto 2 anni fa ma stavo molto meglio quindi forse dovrei cambiarlr cercavo accontentarmi ora
Spero di vivere una bella vita lo spero tanto.
Dott.ssa Ilaria Rasi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Caro ragazzo, si percepisce profondamente la sofferenza con cui convivi in questo periodo. Quello che posso consigliarti è di rivolgerti ad un professionista che possa supportarti ed aiutarti a dare voce ai tuoi pensieri e al tuo malessere. Sarebbe infanti importante comprendere meglio la natura della depressione e delle manie di cui scrivi. Rimango a disposizione, un saluto

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Dott.ssa Rebecca Silvia Rossi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Usmate Velate
Caro ragazzo, il tuo messaggio, privo di una richiesta vera e propria, mi pare proprio uno sfogo, un grido d'aiuto generalizzato per trasmettere la tua sofferenza e la tua confusione. Credo che ti sarebbe molto di conforto contattare un terapeuta per riuscire a dire a parole tutto quanto scritto, e trovare un aiuto concreto, di persona. Ti invito a contattarmi direttamente, qualora avessi bisogno di un supporto in questo senso. Un caro saluto
Dott. Alessio Vellucci
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Caro Ragazzo,
mi dispiace del difficile momento che stai attraversando. Capisco il bisogno di star meglio ma la salute è sempre una dimensione delicata, ed assumere farmaci che ti sono stati prescritti anni fa non è una buona soluzione. Lo è invece chiedere aiuto, come stai facendo con noi e come ti invito a fare con uno psichiatra che possa prescriverti una terapia farmacologica aggiornata. Accanto a ciò affianca una psicoterapia, grazie alla quale i benefici dei farmaci potranno essere consolidati e potrai cercare le cause di queste fasi di auto-demolizione che ti capita purtroppo di vivere. Non indugiare, lo star meglio è ad un passo, ed hai la forza di compierlo. Un caro augurio di buona fortuna
Dott.ssa Silvia Pinna
Psicologo, Psicoterapeuta, Tecnico sanitario
Roma
Concordo con il collega: se durante l'incontro con il medico che ti prescrisse i farmaci ti sei sentito ascoltato e capito, è bene che tu ricontatti quel.professionista. Vedrai che si ricorda ancora di te e potra' aiutarti aggiornando il quadro a oggi. Sicuramente un appoggio ti è necessario, leggendo le tue parole, ma senza fiducia non c'è cura
Dott. Stefano Ventura
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Caro ragazzo,
da quello che scrivi si capisce il periodo di confusione e dolore che stai vivendo. Non sottovalutarlo! Questi pensieri così persistenti e intrusivi di rovina, di tristezza, e di scontento per ilm mondo sono sintomi di cui è bene prendersi cura velocemente.
Rivolgiti innanzitutto ad uno psichiatra, o al Centro di Salute Mentale della tua ASL: i farmaci che ti hanno prescritto 2 anni fa non è detto che vadano ancora bene, e occorre verificarlo accuratamente. In quella sede, potrai anche farti indirizzare verso un servizio di psicoterapia, pubblico o privato, perché è importante elaborare e comprendere le ragioni che producono questi pensieri e questa confusa tristezza.

Con i migliori auguri,
dr. Ventura
Caro ragazzo, dalle sue parole si evince il suo malessere, che va sicuramente trattato. Quello che le consiglio è di rivolgersi come prima cosa ad uno psichiatra, per allontanare cure dai da te. In seguito potrà affiancare anche una psicoterapia.
Un caro saluto
Dott.ssa Claudia Sposini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Lodi
Buongiorno, prima di tutto si rivolga al medico che gli ha prescritto gli antidepressivi in quanto la cura "fai-da-te" non è il modo ottimale per affrontare i problemi e soprattutto può essere pericolosa. Detto questo, Le consiglio un percorso psicoterapeutico, in quanto da ciò che descrive, il suo mondo è psicologicamente ed emotivamente turbato e a lungo andare questa situazione può generare sempre più frustrazione e malcontento e ripercuotersi sul suo stato psicologico. Un caro saluto Dr.ssa Claudia Sposini
Dott. Alberto Galia
Psicologo, Sessuologo
Milano
Gentile utente, ciò che emerge dal suo racconto è innanzitutto un vissuto di profonda sofferenza, ma anche di invalidazione: sembra quasi pensare che i suoi pensieri non siano "degni di essere pensati", o che non abbiano senso. Se da una parte è caratteristica, tra le altre cose, di uno stato depressivo, è anche vero che questa feroce autocritica non le consente di pensare liberamente, né di sentirsi giustificato in quello che fa. Quando dice «non so se è la noia» sembra quasi confermare tale invalidazione, come a dire "forse mi sto provocando tutto questo per offrirmi una stimolazione". Nessuno è responsabile del proprio dolore, e sono certo che lei per primo non lo desidera, se è qui a parlarcene. A costo di ripetere ciò che le hanno detto i colleghi, è fondamentale richiedere un supporto psicologico; riferisca al medico di base la sua condizione degli ultimi giorni: sarà compito suo inviarla allo specialista più idoneo per il suo caso.
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, per quanto riguarda l'utilizzo dei farmaci si consulti sempre con il proprio medico di base, è importante.
Inoltre, ha mai pensato ad un consulto psicologico?
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dr. Emiliano Spisto
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Caro scrittore, la sua richiesta di aiuto e bisogno di comprensione arriva in modo forte e chiaro, non abbia paura nel chiedere aiuto. Sembra che abbia compiuto un primo passo nell'assumere la terapia farmacologica che le era stata prescritta in passato, tuttavia sarebbe opportuno fissare un nuovo incontro con il medico per verificare che sia ancora la terapia adatta al periodo che sta vivendo. Le ribadisco che un primo passo nel prendersi cura della sua sofferenza lei lo ha compiuto ma sarà opportuno compiere i passi giusti. Una psicoterapia le sarebbe senz'altro d'aiuto per dare un spazio adatto alla sua sofferenza e potersene prendere cura. Con fiducia e con coraggio sono certo compierà i passi giusti. Le faccio i miei migliori auguri per il futuro
Dr. Leonardo Gottardo
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Padova
Buongiorno Ragazzo,
assolutamente importante chiedere aiuto andando da uno psichiatra che può darti una cura farmacologica specifica per la tua situazione.
Poi affiancare un percorso di psicoterapia.
Quello che racconti sono vissuti molto importanti che devono essere approfonditi, elaborati assieme ad un terapeuta, così potrai essere aiutato a stare meglio.
Augurandoti ogni bene.
Dott. Leonardo Gottardo.
Dott. Raffaele Cuomo
Psicologo, Psicologo clinico
Latina
Buongiorno. Dalle tue parole, scritte di getto, si percepisce la tua sofferenza, ma anche dei vissuti di impotenza e una sensazione di essere "intrappolato" in una situazione senza via di uscita. La descrizione del tuo umore, che ciclicamente "va giù, poi torna sù e poi torna di nuovo giù" è chiara e fa comprendere ulteriormente il malessere descritto. Rivolgersi allo specialista che le somministrò degli anti depressivi è, secondo me, il primo passo da compiere per affrontare questo stato di crisi. Successivamente prenda contatti con uno Psicologo con il quale fronteggiare, in uno spazio terapeutico, le fragilità emotive che affiorano dal suo resoconto. I periodi di difficoltà si superano e potrà "vivere una bella vita", ma alle volte c'è bisogno di una mano. Aiuti sé stesso, facendosi aiutare. Cordialmente, dott. RC
Dr. Manuel Marco Mancini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buonasera,
si consulti con il medico che le ha prescritto la terapia farmacologica.
Dopodichè inizia un percorso per comprendere il suo vissuto emotivo.
Un saluto, MMM
Dott.ssa Maria Francesca Russo
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Buongiorno,
io sento molto forte la tua richiesta di aiuto, credo sia importante per te comprendere fino a che punto vuoi uscire da questa situazione e farti aiutare.
Una buona terapia psicologica, insieme al consulto con il medico che ti ha prescritto i farmaci, credo siano una buona strada per te.
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Dott.ssa Silvia Rondi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Terapeuta
Brescia
Gentile, i pensieri intrusivi non andrebbero mai sottovalutati in quanto veicolano sempre significati profondi o comunque sono in grado di darci informazioni importanti sul dinamismo psichico attuale. La sua narrazione, con l'alternanza descritta di stati emotivi opposti e la presenza, nei momenti più difficili, di pensieri autodistruttivi dovrebbe orientare - come già le hanno consigliato altri colleghi - verso uno specialista psichiatra, anche allo scopo di valutare o rivalutare la terapia farmacologica che autonomamente ha deciso di riprendere ad assumere. Fondamentale, un contestuale percorso psicologico/psicoterapeutico che possa aiutarla a dare significato a quanto le sta accadendo e a ritrovare una dimensione di maggiore serenità ed equilibrio. Le faccio i miei migliori auguri.
Dr. Davide De Rosa Saccone
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Riccione
Buongiorno. Innanzitutto complimenti per essere riuscito ad aprirsi e a parlare di temi così difficili e emotivamente forti: questo è il primo e fondamentale passo in un percorso di guarigione.
La sua domanda fornisce una finestra sulla modalità di pensiero che riferisce. La sensazione è quella di un treno di pensieri concatenati che le risulta difficile (o impossibile) controllare e che lasciano un'attivazione emotiva decisamente importante.
Un percorso psicologico può aiutarla a capire da un lato i contenuti e i temi di questi pensieri e analizzarli insieme, dall'altro può fornirle strategie per poter gestire al meglio questo "treno" e imparare come distaccarsene.
Una valutazione con un professionista psicologo o psichiatra la indirizzerà sicuramente verso un approccio psicoterapico o psicoterapico e farmacologico integrato.
dott. De Rosa Saccone
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per il disagio espresso. Mi colpisce il pensiero che ha avuto in merito al vantaggio di morire in seguito al covid. Per quanto riguarda la cura farmacologica, le consiglio di consultare il medico che gliel'ha prescritto ma, in primis, l'avvio di un percorso psicologico volto a conoscere origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi.
Cordialmente, dott. FDL
Buongiorno,

come prima cosa ritengo sia fondamentale inquadrare la natura di questi suoi sintomi di disagio psicologico e pervenire ad un inquadramento diagnostico.

Le suggerisco dunque di contattare uno psichiatra per un contenimento farmacologico che la aiuterà ad attenuare i sintomi destabilizzanti.

E anche di affiancare alla farmacoterapia il prima possibile un lavoro di psicoterapia per comprendere ciò che deve essere compreso e reagire nel modo più opportuno, in linea anche con la sua indole mite di cui ci ha parlato

Auguri sinceri, dottoressa Mariagrazia Fanciulli
Dott.ssa Alice Carbone
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno,
ha fatto bene a scrivere ed aprirsi, è un primo passo per cercare di stare meglio ed affrontare questi problemi. Mi dispiace molto per la sofferenza che provo.
Credo sia importante che lei consulti uno psicoterapeuta, per poter iniziare un percorso psicologico. Per quanto riguarda i farmaci, le consiglio di consultare il medico che glieli ha prescritti o uno psichiatra, con il quale potrete parlare anche di come si sente in questo ultimo periodo.
Sinceri auguri,
Dott.ssa Alice Carbone
Dott. Luca Ferretti
Psicologo, Psicoterapeuta
Livorno
Buongiorno, mi dispiace per il suo disagio. In primo luogo le consiglio di consultare un medico al fine di valutare se sussistono cause organiche fisiologiche Al suo disagio (Le sconsiglio di autodiagnosticarsi patologie o di utilizzare Farmaci prescritti da due anni senza avere consultato di nuovo in tempi recenti un medico specialista potrebbe arrecare danno alla sua salute)
Accertato che non ci siano cause organiche o fisiologiche Al suo disagio Le consiglio di intraprendere un percorso con un professionista al fine di valutare i fattori scatenanti del disagio che vive ( da quanto tempo si manifesta c’è stata una particolare situazione un particolare pensiero che lo ha innescato?) fattori di mantenimento (in quali stazioni si manifesta questo disagio? Quali pensieri ho in quel momento? Quali conseguenze teme che potrebbero accadere?)
Un percorso con un professionista può aiutarla a comprendere meglio il suo disagio Ed affrontarlo nel miglior modo possibile. Cordiali saluti Dottor Luca Ferretti
Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buonasera, penso che al momento attuale, rivolgersi ad uno psicologo potrebbe esserle di aiuto per fare chiarezza e avere maggiore comprensione del periodo e della difficoltà che sta vivendo. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Grazie per aver trovato il coraggio di raccontare una parte così intima e delicata della sua esperienza. Già solo scrivere ciò che sente e condividerlo è un primo passo importante, e questo va riconosciuto. Da quello che ha scritto emerge tutta la sua fatica, ma anche una profonda sensibilità, un forte desiderio di capire e di stare meglio. In fondo, anche se il dolore sembra prendere il sopravvento, il fatto che lei speri di vivere una bella vita dimostra che dentro di sé ha ancora una parte viva, che vuole rinascere. Le emozioni che descrive (il senso di smarrimento, l’alternanza tra momenti di buio profondo e altri in cui torna un po’ di luce, i pensieri autodistruttivi, la difficoltà a concentrarsi o a percepire chiaramente ciò che ha intorno) sono comuni in chi sta attraversando una fase depressiva, soprattutto quando questa si intreccia con periodi di isolamento, come quelli che ha vissuto durante la pandemia. Essere rimasti tanto tempo da soli, chiusi in casa, ha lasciato un segno profondo in molte persone. La mente, privata di stimoli positivi e di connessioni umane, può cominciare a chiudersi in un circolo di pensieri negativi che diventano sempre più difficili da gestire. Non è una colpa, non è una debolezza. È un effetto della sofferenza psicologica che, come qualsiasi forma di malessere, merita cura e attenzione. Lei dice che si sente fragile, che si vergognava a parlarne, ma la fragilità che esprime è proprio il segno che ha ancora un contatto con sé stesso, che sente, che si pone domande. E questo, in un percorso cognitivo-comportamentale, è un ottimo punto di partenza. La psicoterapia di questo orientamento aiuta a identificare i pensieri automatici negativi, quelli che nascono quasi senza rendersene conto e che influenzano in modo potente il nostro umore e il nostro comportamento. Quando lei scrive, ad esempio, che in certi giorni le ragazze le sembrano brutte anche se oggettivamente sono belle, o che qualunque parola degli altri la ferisce, sta parlando proprio di come i pensieri, quando sono distorti dalla depressione, modificano il modo in cui si percepisce il mondo. Non è colpa sua. È la lente con cui, in questo momento, la sua mente guarda la realtà. E questa lente può essere cambiata, con pazienza, tempo e l’aiuto giusto. Il fatto che abbia iniziato a prendere di nuovo degli antidepressivi è un altro passo importante, ma tenga presente che queste terapie impiegano diverse settimane prima di fare effetto. Inoltre, se le erano stati prescritti anni fa e oggi le sensazioni sono diverse, potrebbe essere utile parlarne con uno psichiatra per valutare se sia ancora il farmaco più adatto per lei. La terapia farmacologica, per funzionare al meglio, deve essere personalizzata, così come la psicoterapia. E il farmaco da solo spesso non basta: ha bisogno di essere affiancato da un lavoro psicologico che aiuti a modificare quegli schemi mentali che mantengono il malessere. Lei non è solo. Ci sono professionisti pronti ad ascoltarla, a camminare con lei in questo percorso. E, cosa ancor più importante, c’è una parte di lei che non si è arresa, che si aggrappa alla speranza di una vita migliore. Coltivi questa speranza. È preziosa. La invito, se non lo ha ancora fatto, a contattare uno psicologo per intraprendere un percorso terapeutico mirato. Insieme potrete esplorare i pensieri che la fanno stare male, allenare nuove modalità di interpretare le situazioni, imparare a riconoscere le emozioni e a gestirle in modo più funzionale. È un lavoro impegnativo, ma può cambiare radicalmente la qualità della sua vita. Lei ha già iniziato il percorso più importante: ha chiesto aiuto. E questo è un segnale forte di desiderio di guarigione. Le auguro di cuore di continuare a coltivare questa luce, anche quando sembra flebile. Non è solo un sogno, ma un obiettivo reale e raggiungibile. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Ciao,
da quello che scrivi si sente quanta fatica stai vivendo e quanta voglia hai, allo stesso tempo, di stare meglio. Quello che descrivi — pensieri molto negativi, momenti di disperazione alternati a fasi in cui ti senti più sereno — non è una “stupidaggine”: è una forma di sofferenza profonda che merita ascolto e aiuto concreto.

È importante che tu non resti da solo in questo momento. Ti invito a fare subito due cose:

Contatta il tuo medico di base o uno psichiatra per parlare del farmaco che hai ripreso. Non va mai riassunto da soli dopo anni: va rivalutato e, se necessario, sostituito o aggiustato con il supporto medico.

Cerca un colloquio psicologico o psicoterapeutico, anche nei centri pubblici (Consultorio giovani o CSM): è il posto giusto per iniziare a comprendere cosa sta succedendo e per ritrovare stabilità emotiva.

I pensieri di voler morire o di autodistruggerti sono segnali di sofferenza estrema, ma non significano che vuoi davvero farlo: spesso esprimono il desiderio di smettere di soffrire in quel modo. Parlane subito con un professionista o con una persona di fiducia: condividere ciò che senti è già un passo verso la guarigione.

Nei momenti più bui, ricordati che non sei solo e che queste oscillazioni non definiscono chi sei: sono sintomi, e i sintomi si curano. Hai dentro di te la parte che “spera di vivere una bella vita”, ed è quella che ora va protetta e sostenuta.

Dott.ssa Sara Petroni

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