Ciao io ho commesso una mia cavolata da bambino praticamente a 15 anni per pensare di essere figo sc
20
risposte
Ciao io ho commesso una mia cavolata da bambino praticamente a 15 anni per pensare di essere figo scrivevo sui social di fare risse, e per farmi figo dato che vidi la storia di una sposata con il suo bambolotto che mi fece ridere scrissi di essere fidanzato con un oggetto inanimato mio (non specifico quale) e dissi che secondo me era stupido chi si fidanzava con una persona e era intelligente chi si metteva con un oggetto inanimato, e da lì in poi hanno iniziato a diffondere voci sul mio conto nella città dove sto "piccola" che io scopo gli questo oggetto inanimato e poi ho riscritto ora che sono cresciuto sui social che non era vero nulla di quello che dicevo erano cretinate ravcontate per voler sembrare più simpatico però alcuni continuano ancora a prendermici in giro sopra, io ho una specie di paura a tratti che tutte le persone potranno giudicarmi malamente per una cavolata commessa in passato come questa,ho paura che chi sente queste voci sul mio conto sparse gli passi la voglia di conoscermi e di fare amicizia con me.... A me hanno detto che qualunque voce giri sul mio conto a me non me ne deve importare perché le persone dovranno sempre da criticare e giudicare sia nel bene che nel male e poi persone che mi accetteranno per come sono prima o poi arriveranno nella vita e loro non daranno importanza alle voci che gireranno su di me ... Voi che ne pensate avete consigli su come tollerare queste derisioni? Inoltre a me sembra stupido credere a chi dice (io sono fidanzato con un (qualunque )oggetto inanimato perché si sa che è impossibile fidanzarsi con cose inanimate. Però mi capita ancora che via via trovo gruppi di bulli e rimango ferito dalle prese in giro .però mi hanno detto che a 15 anni possiamo essere ingenui e scrivere su social cose ridicole ma questo non vuol dire che io mi debba giudicare male poiché tutti facciamo errori. E mi da fastidio quando trovo persone che mi dicono "EH PERÒ SE HAI SCRITTO QUESTA COSA DELL'OGGETTO RIDICOLA TE LA SEI CERCATA" ma io non ho parole,questo è uno schiaffo invece che aiuto
Ciao,
quello che racconti è molto comprensibile, e tocca una ferita che tanti, in modi diversi, si portano dietro: la paura del giudizio degli altri per qualcosa che appartiene al passato, specialmente a quell’età in cui cerchiamo ancora di capire chi siamo e cosa vogliamo diventare.
A 15 anni è normale fare sciocchezze, anche solo per attirare attenzione, per sentirsi accettati o semplicemente per gioco. I social poi amplificano tutto, nel bene e nel male, e ciò che è nato come una battuta può diventare una voce difficile da far sparire. Ma questo non definisce chi sei oggi. Non sei più quel ragazzo, e oggi stai mostrando una cosa molto importante: consapevolezza. Ti rendi conto che era una cavolata, e stai cercando di crescere da quell’errore. Questo è maturità.
Purtroppo, ci saranno sempre persone pronte a giudicare, a ridere, a usare le debolezze altrui per sentirsi forti. Ma le persone davvero importanti e valide sanno andare oltre queste cose, sanno ascoltare e capire, non si fermano a ciò che si dice in giro. E sono queste le persone con cui vale la pena costruire legami.
Chi ti dice “te la sei cercata” sta semplicemente spostando la responsabilità su di te, ma in realtà non sta aiutando. Tutti facciamo errori. Il punto non è ciò che hai scritto da ragazzino, ma come hai deciso di affrontarlo oggi: con riflessione, dolore, e voglia di essere accettato per come sei adesso. Questo è ciò che conta.
Per imparare a tollerare meglio la derisione e il giudizio, può essere utile:
Coltivare l’autostima, ricordando i tuoi valori, i tuoi cambiamenti, la tua crescita.
Frequentare persone che ti fanno sentire accettato, e non giudicato.
Mettere dei limiti: se qualcuno ti prende in giro, puoi anche rispondere in modo assertivo o allontanarti. Non sei obbligato a rimanere dove non ti senti rispettato.
Lavorare sul perdono verso te stesso, accettando che tutti hanno un passato con qualche imbarazzo, e questo non annulla il tuo valore.
Se questa situazione continua a pesarti, a farti sentire bloccato o se il giudizio degli altri ti limita nei rapporti o nell'autostima, sarebbe utile e consigliato per approfondire tutto questo rivolgersi ad uno specialista. Un percorso psicologico può aiutarti a dare un senso a ciò che hai vissuto, a lasciar andare il giudizio, e a riscoprire la fiducia in te stesso.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
quello che racconti è molto comprensibile, e tocca una ferita che tanti, in modi diversi, si portano dietro: la paura del giudizio degli altri per qualcosa che appartiene al passato, specialmente a quell’età in cui cerchiamo ancora di capire chi siamo e cosa vogliamo diventare.
A 15 anni è normale fare sciocchezze, anche solo per attirare attenzione, per sentirsi accettati o semplicemente per gioco. I social poi amplificano tutto, nel bene e nel male, e ciò che è nato come una battuta può diventare una voce difficile da far sparire. Ma questo non definisce chi sei oggi. Non sei più quel ragazzo, e oggi stai mostrando una cosa molto importante: consapevolezza. Ti rendi conto che era una cavolata, e stai cercando di crescere da quell’errore. Questo è maturità.
Purtroppo, ci saranno sempre persone pronte a giudicare, a ridere, a usare le debolezze altrui per sentirsi forti. Ma le persone davvero importanti e valide sanno andare oltre queste cose, sanno ascoltare e capire, non si fermano a ciò che si dice in giro. E sono queste le persone con cui vale la pena costruire legami.
Chi ti dice “te la sei cercata” sta semplicemente spostando la responsabilità su di te, ma in realtà non sta aiutando. Tutti facciamo errori. Il punto non è ciò che hai scritto da ragazzino, ma come hai deciso di affrontarlo oggi: con riflessione, dolore, e voglia di essere accettato per come sei adesso. Questo è ciò che conta.
Per imparare a tollerare meglio la derisione e il giudizio, può essere utile:
Coltivare l’autostima, ricordando i tuoi valori, i tuoi cambiamenti, la tua crescita.
Frequentare persone che ti fanno sentire accettato, e non giudicato.
Mettere dei limiti: se qualcuno ti prende in giro, puoi anche rispondere in modo assertivo o allontanarti. Non sei obbligato a rimanere dove non ti senti rispettato.
Lavorare sul perdono verso te stesso, accettando che tutti hanno un passato con qualche imbarazzo, e questo non annulla il tuo valore.
Se questa situazione continua a pesarti, a farti sentire bloccato o se il giudizio degli altri ti limita nei rapporti o nell'autostima, sarebbe utile e consigliato per approfondire tutto questo rivolgersi ad uno specialista. Un percorso psicologico può aiutarti a dare un senso a ciò che hai vissuto, a lasciar andare il giudizio, e a riscoprire la fiducia in te stesso.
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online
Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.
Mostra risultati Come funziona?
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè comprendo il disagio che può sperimentare e quanto sia impattante sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stesso utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Buon giorno, sarebbe interessante sapere quanti anni sono passati da quando ha scritto quelle cose, questo per capire come si è evoluto lei e il contesto intorno.
C'è chi, per diversi motivi tende a sottolineare certi aspetti, soprattutto in certe occasioni.
Qualche incontro con uno psicologo potrebbe aiutarla a sviluppare e rinforzare la stima di sé, ed il modo di affrontare chi ha un atteggiamento svalutante.
Un caro saluto, dottoressa Teresita Forlano
C'è chi, per diversi motivi tende a sottolineare certi aspetti, soprattutto in certe occasioni.
Qualche incontro con uno psicologo potrebbe aiutarla a sviluppare e rinforzare la stima di sé, ed il modo di affrontare chi ha un atteggiamento svalutante.
Un caro saluto, dottoressa Teresita Forlano
Ciao, grazie per aver condiviso la tua esperienza: già il fatto che tu riesca a parlarne con tanta sincerità dimostra una grande maturità e voglia di crescere. Quello che racconti è qualcosa che molti vivono: a 15 anni siamo tutti in una fase di sperimentazione, cerchiamo di capire chi siamo e a volte, per sentirci accettati o farci notare, possiamo dire o fare cose che poi non ci rappresentano più. Ma questo non significa che tu sia “sbagliato” o che meriti di essere giudicato per sempre: fa parte del percorso di crescita che tutti attraversiamo.
Può aiutarti ricordare che non sei le parole che hai scritto a 15 anni. Le persone cambiano, imparano, si evolvono. Quei post non definiscono chi sei oggi. Se qualcuno ti giudica ancora solo per quello, sta guardando il “vecchio te” e non la persona che sei diventata adesso. Già il fatto che tu riesca a rifletterci con questa lucidità mostra che sei andato oltre.
È comprensibile provare fastidio o paura quando ti senti al centro di voci o prese in giro: è umano voler essere accettati dal gruppo. Ma le persone che ti conosceranno davvero sapranno andare oltre quelle dicerie e scoprire chi sei veramente. Chi invece si ferma alle voci o ti deride per un errore del passato, sta mostrando i propri limiti, non i tuoi.
E se qualcuno ti dice “eh, te la sei cercata”, sappi che è un commento poco empatico e inutile. Non sei obbligato a portarti addosso per sempre un episodio di immaturità adolescenziale. Puoi lasciar correre o rispondere che allora eri un ragazzino e che ne è passata acqua sotto i ponti.
Qualche strategia per tollerare il giudizio degli altri:
Filtra le voci: non tutte meritano la tua attenzione.
Dai più peso a chi ti conosce e ti rispetta davvero.
Se qualcuno ti prende in giro, prova a non reagire con rabbia: a volte ignorare o rispondere con calma (“era solo una cavolata da ragazzino, ora sono cresciuto”) può spiazzarli.
Cerca di circondarti di persone che ti fanno sentire al sicuro e ti trattano con rispetto.
Con il tempo queste voci perderanno forza e incontrerai chi saprà apprezzarti per quello che sei davvero.
Se ti accorgessi che la situazione è troppo dolorosa e ti crea molto malessere puoi rivolgerti ad uno psicoterapeuta che ti accompagnerà nell'elaborazione del "trauma".
Spero di esserti stata di qualche aiuto e fonte di riflessione.
Può aiutarti ricordare che non sei le parole che hai scritto a 15 anni. Le persone cambiano, imparano, si evolvono. Quei post non definiscono chi sei oggi. Se qualcuno ti giudica ancora solo per quello, sta guardando il “vecchio te” e non la persona che sei diventata adesso. Già il fatto che tu riesca a rifletterci con questa lucidità mostra che sei andato oltre.
È comprensibile provare fastidio o paura quando ti senti al centro di voci o prese in giro: è umano voler essere accettati dal gruppo. Ma le persone che ti conosceranno davvero sapranno andare oltre quelle dicerie e scoprire chi sei veramente. Chi invece si ferma alle voci o ti deride per un errore del passato, sta mostrando i propri limiti, non i tuoi.
E se qualcuno ti dice “eh, te la sei cercata”, sappi che è un commento poco empatico e inutile. Non sei obbligato a portarti addosso per sempre un episodio di immaturità adolescenziale. Puoi lasciar correre o rispondere che allora eri un ragazzino e che ne è passata acqua sotto i ponti.
Qualche strategia per tollerare il giudizio degli altri:
Filtra le voci: non tutte meritano la tua attenzione.
Dai più peso a chi ti conosce e ti rispetta davvero.
Se qualcuno ti prende in giro, prova a non reagire con rabbia: a volte ignorare o rispondere con calma (“era solo una cavolata da ragazzino, ora sono cresciuto”) può spiazzarli.
Cerca di circondarti di persone che ti fanno sentire al sicuro e ti trattano con rispetto.
Con il tempo queste voci perderanno forza e incontrerai chi saprà apprezzarti per quello che sei davvero.
Se ti accorgessi che la situazione è troppo dolorosa e ti crea molto malessere puoi rivolgerti ad uno psicoterapeuta che ti accompagnerà nell'elaborazione del "trauma".
Spero di esserti stata di qualche aiuto e fonte di riflessione.
Quello che racconta è molto più comune di quanto si pensi: in adolescenza si possono dire o scrivere cose impulsive, esagerate, perfino assurde, nella speranza di essere notati, apprezzati o semplicemente per sembrare “più grandi”. È parte della crescita, e tutti, in forme diverse, ci siamo passati.
Il problema è che oggi, con i social, le parole restano e possono essere usate fuori contesto o diventare motivo di derisione, specialmente in ambienti piccoli. Questo però non definisce il suo valore come persona. Non è ciò che ha scritto a 15 anni a raccontare davvero chi è oggi.
La ferita più grande, forse, non è tanto la derisione in sé, ma la sensazione che nessuno abbia colto il suo bisogno autentico: essere visto, ascoltato, capito. E ha ragione a sentirsi ferito quando qualcuno le dice “te la sei cercata”. Dire questo è un modo per non vedere la sua sofferenza e non riconoscere che ogni ragazzo ha il diritto di sbagliare senza essere marchiato a vita.
È vero: chi le vuole davvero bene saprà guardare oltre. Ma capisco che, nel frattempo, il dolore causato dal giudizio degli altri può essere pesante. In questi casi, lavorare con un professionista può aiutarla a rinforzare l’autostima, distinguere la voce degli altri dalla propria, e imparare a rispondere dentro di sé con dignità e forza.
Ciò che conta oggi è che lei ha preso consapevolezza, ha riconosciuto l’errore, lo ha rielaborato e ha voglia di andare avanti con rispetto per sé stesso. Questo, se me lo permette, è un segno di grande maturità.
Un caro incoraggiamento. Merita di essere conosciuto per quello che è, non per quello che ha scritto da ragazzo.
Il problema è che oggi, con i social, le parole restano e possono essere usate fuori contesto o diventare motivo di derisione, specialmente in ambienti piccoli. Questo però non definisce il suo valore come persona. Non è ciò che ha scritto a 15 anni a raccontare davvero chi è oggi.
La ferita più grande, forse, non è tanto la derisione in sé, ma la sensazione che nessuno abbia colto il suo bisogno autentico: essere visto, ascoltato, capito. E ha ragione a sentirsi ferito quando qualcuno le dice “te la sei cercata”. Dire questo è un modo per non vedere la sua sofferenza e non riconoscere che ogni ragazzo ha il diritto di sbagliare senza essere marchiato a vita.
È vero: chi le vuole davvero bene saprà guardare oltre. Ma capisco che, nel frattempo, il dolore causato dal giudizio degli altri può essere pesante. In questi casi, lavorare con un professionista può aiutarla a rinforzare l’autostima, distinguere la voce degli altri dalla propria, e imparare a rispondere dentro di sé con dignità e forza.
Ciò che conta oggi è che lei ha preso consapevolezza, ha riconosciuto l’errore, lo ha rielaborato e ha voglia di andare avanti con rispetto per sé stesso. Questo, se me lo permette, è un segno di grande maturità.
Un caro incoraggiamento. Merita di essere conosciuto per quello che è, non per quello che ha scritto da ragazzo.
Hai perfettamente ragione, a 15 anni a volte si fanno cose per apparire, farsi notare, attirare l'attenzione, spesso senza dargli importanza e senza immaginare le conseguenze. Questo non definisce chi sei oggi. Oggi puoi lavorare sull'autostima, magari anche con l’aiuto di uno psicologo. Le persone giuste sapranno andare oltre e conoscere il vero te. Non sei il tuo passato, sei la persona che stai diventando. E questo vale molto.
Grazie per aver condiviso qualcosa di così delicato. Ci vuole coraggio per parlare con sincerità del proprio passato e del dolore che ne è derivato come hai fatto tu.
Capisco quanto possa pesare il giudizio degli altri, soprattutto quando nasce da un errore commesso in adolescenza, in un’età in cui spesso si agisce per farsi notare o sentirsi accettati. Ma commettere ingenuità a 15 anni non definisce chi sei oggi. Non sei il tuo errore: sei la persona che oggi lo riconosce, lo guarda in faccia e cerca di andare oltre.
Spesso le ferite e le esperienze più imbarazzanti possono diventare occasioni di crescita e trasformazione. Il dolore che provi oggi è reale, e merita accoglienza, non giudizio. Ma non sei condannato a restare legato a quel passato. Le persone che contano davvero sono quelle che scelgono di conoscerti nel presente, non quelle che si aggrappano a una vecchia voce per deriderti.
Bisogna coltivare il rispetto per sè stessi, anche (e soprattutto) nei momenti in cui ci si sente fragili.
Si potrebbe valutare di iniziare un percorso per rafforzare la tua identità, trasformare le ferite in forza, e smettere di credere che valga più il giudizio degli altri della tua verità interiore.
Con stima e accoglienza
Ubaldo Balestriere
Capisco quanto possa pesare il giudizio degli altri, soprattutto quando nasce da un errore commesso in adolescenza, in un’età in cui spesso si agisce per farsi notare o sentirsi accettati. Ma commettere ingenuità a 15 anni non definisce chi sei oggi. Non sei il tuo errore: sei la persona che oggi lo riconosce, lo guarda in faccia e cerca di andare oltre.
Spesso le ferite e le esperienze più imbarazzanti possono diventare occasioni di crescita e trasformazione. Il dolore che provi oggi è reale, e merita accoglienza, non giudizio. Ma non sei condannato a restare legato a quel passato. Le persone che contano davvero sono quelle che scelgono di conoscerti nel presente, non quelle che si aggrappano a una vecchia voce per deriderti.
Bisogna coltivare il rispetto per sè stessi, anche (e soprattutto) nei momenti in cui ci si sente fragili.
Si potrebbe valutare di iniziare un percorso per rafforzare la tua identità, trasformare le ferite in forza, e smettere di credere che valga più il giudizio degli altri della tua verità interiore.
Con stima e accoglienza
Ubaldo Balestriere
Salve, mi dispiace per il disagio che prova. Si può comprendere come soffra a causa delle derisioni che subisce. Se comprende di aver bisogno di un supporto contatti un terapeuta, potrebbe aiutarla.
Cordiali saluti
Cordiali saluti
Buongiorno, penso che debba fortificare la sua capacità di difendersi da queste accuse e comprendere come queste la facciano sentire. Non può cambiare gli altri, ma può cambiare come lei vive gli eventi che la circondano.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Salve, capisco quanto possa essere doloroso convivere con episodi passati che, sebbene nati da impulsività adolescenziale, continuano a condizionare la percezione che ha di sé e delle relazioni.
Desidero rassicurarla: ciò che ha scritto a 15 anni non definisce il valore che ha oggi. Lei sta già dimostrando maturità, autoreflessione e capacità di crescita. Le prese in giro che riceve ora dicono più dei limiti altrui che dei suoi. Per affrontarle, può essere utile lavorare su:Accettare di aver cambiato e di crescere continuamente. Consolidare l’autostima e l’autocompassione.
Orientarsi verso relazioni rispettose e autentiche.
Sviluppare la resilienza nel gestire giudizi e critiche legate alla sua storia passata.
È ingiusto che qualcuno le dica che “se l’è cercata”: questa è una forma di vittimizzazione implicitamente colpevolizzante. Lei non merita di essere etichettato permanentemente per un comportamento adolescenziale. Le assicuro che non è solo in questo percorso. Se il disagio continua a interferire con il suo benessere e le sue relazioni, un percorso psicoterapeutico può aiutarla a costruire fiducia in se stesso e negli altri. La psicoterapia umanista potrebbe fare al caso suo, si impegni per recuperare autostima.
Un saluto, dott.ssa Sandra Petralli
Desidero rassicurarla: ciò che ha scritto a 15 anni non definisce il valore che ha oggi. Lei sta già dimostrando maturità, autoreflessione e capacità di crescita. Le prese in giro che riceve ora dicono più dei limiti altrui che dei suoi. Per affrontarle, può essere utile lavorare su:Accettare di aver cambiato e di crescere continuamente. Consolidare l’autostima e l’autocompassione.
Orientarsi verso relazioni rispettose e autentiche.
Sviluppare la resilienza nel gestire giudizi e critiche legate alla sua storia passata.
È ingiusto che qualcuno le dica che “se l’è cercata”: questa è una forma di vittimizzazione implicitamente colpevolizzante. Lei non merita di essere etichettato permanentemente per un comportamento adolescenziale. Le assicuro che non è solo in questo percorso. Se il disagio continua a interferire con il suo benessere e le sue relazioni, un percorso psicoterapeutico può aiutarla a costruire fiducia in se stesso e negli altri. La psicoterapia umanista potrebbe fare al caso suo, si impegni per recuperare autostima.
Un saluto, dott.ssa Sandra Petralli
Buongiorno,
lei qui porta un tema molto delicato che potrebbe meglio esser sviscerato in uno spazio di ascolto più ampio che solo un percorso psicologico potrebbe fornirle. Pensi alla possibilità di affidarsi ad uno specialista, la aiuterà a trovare le risposte che cerca.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
lei qui porta un tema molto delicato che potrebbe meglio esser sviscerato in uno spazio di ascolto più ampio che solo un percorso psicologico potrebbe fornirle. Pensi alla possibilità di affidarsi ad uno specialista, la aiuterà a trovare le risposte che cerca.
Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, è vero che a 15 anni di sciocchezze se ne fanno, ma il punto è che si deve andare avanti e non fare costantemente conto con un errore commesso in gioventù, anche perché pensarci e rimuginarci sopra non aiuta a trovare l'energia per gestire più proficuamente la propria vita. Se questo suo problema lo dovesse sentire in modo disfunzionale, ossia il pensarci e l'ansia sociale del giudizio degli altri, essere troppo pesante e intrusiva le consiglio di intraprendere un percorso psicologico con un professionista. Cordiali saluti.b
Buon pomeriggio, potrebbe essere utile un lavoro psico-corporeo e l'approccio psicoterapeutico fornito dall'analisi bioenergetica che ti aiuti a rilasciare le memorie corporee collegate ad eventi traumatici che ti portano ansia e rimuginio, al fine di restituirti ritrovata energia e vitalità. Resto a disposizione per eventuali specifiche anche online. Dr. Maria Tiziana Maricchiolo
Buongiorno. Quello che accade nel passato ( a volte in adolescenza quando è praticamente impossibile, almeno nella maggioranza dei casi, capire le conseguenze future delle proprie azioni) non dovrebbe etichettare nessuno.
Bisogna concentrarsi su se stessi e dare poco o per niente adito alle considerazioni altrui specie se di questo genere che suonano come giudizi.
Nessuno può e dovrebbe giudicare qualcuno in quanto dovremmo essere solo giudici di noi stessi.
Viviamo in un mondo di "proiezioni" in cui quando qualcuno funge da specchio per noi, e quello che vediamo non ci piace, allora diventiamo dei giudici seriali.
Mi chiedo se lei ha mai lavorato sulla sua autostima.
Bisogna concentrarsi su se stessi e dare poco o per niente adito alle considerazioni altrui specie se di questo genere che suonano come giudizi.
Nessuno può e dovrebbe giudicare qualcuno in quanto dovremmo essere solo giudici di noi stessi.
Viviamo in un mondo di "proiezioni" in cui quando qualcuno funge da specchio per noi, e quello che vediamo non ci piace, allora diventiamo dei giudici seriali.
Mi chiedo se lei ha mai lavorato sulla sua autostima.
Ciao, ti sei trovato a portare sulle spalle delle parole scritte a 15 anni che oggi non ti rappresentano più. È doloroso quando gli altri usano il passato per ferirci, ma non sei definito da ciò che hai fatto allora.
Un’idea pratica: ogni volta che la paura del giudizio riemerge, prova a scrivere su un foglio due frasi:
“Questo è un pensiero degli altri.”
“Questa è la persona che sono oggi.”
E sotto la seconda frase elenca 3 cose reali che ti descrivono adesso (può essere una qualità, una passione, un impegno). Questo serve a ricordarti che tu non sei più quel ragazzo che scriveva per farsi notare, ma una persona che cresce e cambia.
Ti chiedo: se oggi potessi parlare a quel quindicenne, cosa gli diresti con la consapevolezza che hai adesso?
Un’idea pratica: ogni volta che la paura del giudizio riemerge, prova a scrivere su un foglio due frasi:
“Questo è un pensiero degli altri.”
“Questa è la persona che sono oggi.”
E sotto la seconda frase elenca 3 cose reali che ti descrivono adesso (può essere una qualità, una passione, un impegno). Questo serve a ricordarti che tu non sei più quel ragazzo che scriveva per farsi notare, ma una persona che cresce e cambia.
Ti chiedo: se oggi potessi parlare a quel quindicenne, cosa gli diresti con la consapevolezza che hai adesso?
Salve paziente anonimo
Le storie a lungo termine possono attraversare periodi di crisi.. Diciamo meglio di crescita
Ma di solito quando compaiono terze persone c'è qualcosa nel rapporto che non va
Consiglio di guardarvi onestamente negli occhi e dirvi cosa succede
Potere sempre farvi aiutare da un terapeuta della coppia che potrebbe approfondire anche il calo del desiderio
In bocca al lupo per tutti
Dott.ssaLorenzini Maria Santa psicoterapeuta
Le storie a lungo termine possono attraversare periodi di crisi.. Diciamo meglio di crescita
Ma di solito quando compaiono terze persone c'è qualcosa nel rapporto che non va
Consiglio di guardarvi onestamente negli occhi e dirvi cosa succede
Potere sempre farvi aiutare da un terapeuta della coppia che potrebbe approfondire anche il calo del desiderio
In bocca al lupo per tutti
Dott.ssaLorenzini Maria Santa psicoterapeuta
Sentirsi ridicolizzati e giudicati per qualche ragazzata commessa in passato, che ci sembra diventare quasi un marchio, deve essere molto faticoso, soprattutto in realtà piccole come quella che descrivi.
Credo che potrebbe farti bene confrontarti con un professionista, che sia estraneo a tutto ciò, e che ti aiuti a esprimere ciò che provi e al contempo a fare chiarezza e a contenere, su un piano di realtà, le preoccupazioni riguardo a questi (pur fastidiosi) giudizi, senza lasciare che essi ti definiscano. Per esempio, potrete collocare l’episodio nella tua storia, capire che cosa risuona dentro di te quando vieni preso in giro, e potrai imparare a proteggerti senza sentirti colpevole.
Al di là dell’episodio che racconti, lavorare sul tema della permeabilità al giudizio altrui, forse potrebbe essere prezioso per te. È possibile che questa situazione vada a toccare un nodo più profondo, una piu generale paura di essere giudicato male, escluso, non accettato. Lavorare insieme su questi temi, dar loro significato e collocazione, ti aiuterà a gestirli, ridimensionarli, e non restarne intrappolato; per sentirti più libero per il tuo presente e per il tuo futuro. Un caro saluto, dott.ssa Bossi
Al di là dell’episodio che racconti, lavorare sul tema della permeabilità al giudizio altrui, forse potrebbe essere prezioso per te. È possibile che questa situazione vada a toccare un nodo più profondo, una piu generale paura di essere giudicato male, escluso, non accettato. Lavorare insieme su questi temi, dar loro significato e collocazione, ti aiuterà a gestirli, ridimensionarli, e non restarne intrappolato; per sentirti più libero per il tuo presente e per il tuo futuro. Un caro saluto, dott.ssa Bossi
Il nucleo della sua sofferenza non riguarda più ciò che ha scritto da ragazzino, ma il modo in cui queste parole sono rimaste “incollate” a lei sotto forma di voci e derisioni. Se oggi il racconto dominante intorno a lei è ancora legato a quell’episodio, capisco che possa sentirsi intrappolato in un’immagine che non la rappresenta più.
È quindi naturale che lei senta dolore di fronte all’esclusione o alle prese in giro, perché toccano uno dei bisogni più profondi, quello di appartenenza. Il problema non è tanto “smettere di importarsene” — perché è illusorio pensare di non sentire nulla — ma imparare a ridurre il potere che questi episodi hanno sul senso che lei dà a se stesso.
è possibile che proprio questo episodio, se elaborato, diventi un punto di forza: la capacità di comprendere quanto il giudizio altrui possa ferire e, al tempo stesso, quanto sia possibile ricostruire la propria immagine con chi saprà conoscerla per ciò che è oggi. La sfida che lei ha davanti è imparare a tollerare il fastidio delle prese in giro senza che queste diventino la misura del suo valore. Questo si impara gradualmente, rafforzando la fiducia in sé e la capacità di distinguere tra la voce di chi deride e la voce di chi riconosce.
È quindi naturale che lei senta dolore di fronte all’esclusione o alle prese in giro, perché toccano uno dei bisogni più profondi, quello di appartenenza. Il problema non è tanto “smettere di importarsene” — perché è illusorio pensare di non sentire nulla — ma imparare a ridurre il potere che questi episodi hanno sul senso che lei dà a se stesso.
è possibile che proprio questo episodio, se elaborato, diventi un punto di forza: la capacità di comprendere quanto il giudizio altrui possa ferire e, al tempo stesso, quanto sia possibile ricostruire la propria immagine con chi saprà conoscerla per ciò che è oggi. La sfida che lei ha davanti è imparare a tollerare il fastidio delle prese in giro senza che queste diventino la misura del suo valore. Questo si impara gradualmente, rafforzando la fiducia in sé e la capacità di distinguere tra la voce di chi deride e la voce di chi riconosce.
Buongiorno,
ragazzo che sta prendendo sempre coscienza di quella che si chiama la "reputazione sociale", per uscire da questa afflizione morale, dagli errori del passato (che tutti fanno, chi in un ambito che in un altro, più o meno rilevanti, in base a quel che si sa o ignora), occorre dotarsi di strumenti e competenze oggi.
Se vuoi, puoi contattarmi e vediamo insieme come si fa.
Un saluto cordiale
dott.ssa Marzia Sellini
ragazzo che sta prendendo sempre coscienza di quella che si chiama la "reputazione sociale", per uscire da questa afflizione morale, dagli errori del passato (che tutti fanno, chi in un ambito che in un altro, più o meno rilevanti, in base a quel che si sa o ignora), occorre dotarsi di strumenti e competenze oggi.
Se vuoi, puoi contattarmi e vediamo insieme come si fa.
Un saluto cordiale
dott.ssa Marzia Sellini
Ciao! Ma forse si tratterebbe ora di mostrarsi in una luce diversa, ad esempio cominciando a scrivere cose diverse sui social: qualche tuo pensiero sull'amicizia, sui rapporti umani, sul mondo che ti circonda, sulle cose insomma che ti incuriosiscono e suscitano interesse.
In questo modo dimostreresti nei fatti che quel burlone che si divertiva a scrivere quelle stupidaggini appartiene ormai al passato e che al suo posto sta emergendo un ragazzo simpatico ed interessante.
Buona giornata!
In questo modo dimostreresti nei fatti che quel burlone che si divertiva a scrivere quelle stupidaggini appartiene ormai al passato e che al suo posto sta emergendo un ragazzo simpatico ed interessante.
Buona giornata!
Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.