Ciao a tutti, è la seconda volta che scrivo su questo forum e diciamo che dalla prima volta la situa

24 risposte
Ciao a tutti, è la seconda volta che scrivo su questo forum e diciamo che dalla prima volta la situazione è cambiata. Premetto che l'altra volta avevo scritto circa un periodo complicato con il mio ragazzo, dovuto al fatto che i suoi sentimenti per me avevano oscillato per un periodo, e che mi aveva portato ad avere molti dubbi sui miei sentimenti e molta confusione mentale in generale.
Questo suo periodo è finito subito, ma da allora per me è iniziata una sorta di fase di transizione, di ri-equilibrio, nella quale prsticamente ho cercato di ristabilire quel rapporto così fluido e naturale che avevamo una volta e che si era spezzato in me data la forte 'botta emotiva' ricevuta. Ad oggi, lui mi conferma e dà conferme che è assolutamente certo di ciò che prova e innamorato di me. Io non è che non lo sia, ma è come se non fossi più sicura di niente, mai presente a me stessa: innanzitutto passo da periodi in cui sento che vada tutto bene con lui, in cui mi rendo conto che lui mi rende felice ed è perfetto per me, a periodi in cui ogni suo atteggiamento poco 'romantico' mi mette in crisi e genera in me un vortice di dubbi e di disperazione. In questi momenti sento come se l'incantesimo del tornare come prima si fosse rotto, mi sento come se mi raccontassi delle bugie, vivo con un grandissimo dolore dentro e mi chiudo emotivamente a lui e a tutti. Questi periodi durano solitamente dai 3 giorni alla settimana e si alternano, inoltre noi siamo in una relazione a distanza (causa suo studio) ma mi succedono anche dal vivo. In generale, nei momenti sì e in quelli no, mi sento poco presente a me stessa, come se andassi avanti spinta da una corrente e non dalle mie scelte. Questi periodi influiscono anche sulle altre relazioni e sulla scuola: per esempio, sono in quinto e dovrei scegliere che facoltà seguire, e mi sono attestato su un corso che obiettivamente è ciò che fa per me, ma è come se non mi appassionasse. È come se nulla mi appassionasse.
Oggi è uno dei giorni no. Oggi sono andata su internet (su siti di psicologia affidabili) e ho letto qualcosa sul disturbo bipolare ma penso sia troppo 'esagerato' rispetto alla mia situazione. Non vivo male, ma mi sento come un nodo da sciogliere, non so se rendo l'idea, mi sento come se fossi tutta rinchiusa su me stessa anche quando sto bene. Non riesco a stabilire una comunicazione veramente aperta con il mio ragazzo ma anche con gli altri. A volte, infine, mentre parlo con i miei amici e conoscenti mi perdo a guardare i loro volti, come se tutto ad un tratto mi risultasse strani.
Non ho parlato di questo con nessuno. Non so nemmeno io cosa penso effettivamente... mi sento quasi di star impazzendo.
So che queste parole sono molto confuse ma spero possiate aiutarmi.
Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Ciao, grazie per aver condiviso il tuo vissuto con tanta sincerità. Quello che racconti descrive un’esperienza emotiva molto intensa e complessa, che merita attenzione e ascolto. È evidente che stai attraversando un periodo di forte confusione, in cui le tue emozioni sembrano oscillare tra momenti di lucidità e benessere, e momenti di smarrimento, chiusura e sofferenza.

Ciò che hai vissuto nella tua relazione – quel momento di incertezza da parte del tuo ragazzo – ha probabilmente avuto un impatto emotivo molto profondo su di te. A volte anche un evento apparentemente "risolto" può lasciare delle ferite interiori che faticano a rimarginarsi e che continuano a influenzare il nostro modo di vivere le relazioni, generando insicurezze, dubbi e un senso di “disconnessione” da se stessi.

La sensazione di non essere presente a te stessa, di andare avanti “trascinata” più che guidata dalle tue scelte, la mancanza di entusiasmo anche per cose che razionalmente senti adatte a te, il sentirti “chiusa” o come se ti stessi raccontando delle bugie... sono tutte manifestazioni che indicano un bisogno profondo di ritrovare un contatto più autentico con te stessa, di rielaborare ciò che hai vissuto e di dare spazio e significato a ciò che senti oggi. Anche il fatto che tu percepisca a volte gli altri come “strani”, o che ti perda mentre li guardi, può essere una spia di quanto ti senta disorientata nel tuo mondo interno.

Il tuo pensiero sul disturbo bipolare è comprensibile, ma è importante non auto-diagnosticarsi: le oscillazioni emotive che descrivi possono avere molte cause, e spesso non sono riconducibili a un disturbo psichiatrico vero e proprio. Piuttosto, sembrano parlare di una sofferenza emotiva che merita di essere esplorata con delicatezza e profondità.

Parlare di tutto questo con qualcuno, uscire dall’isolamento emotivo che descrivi, potrebbe essere un primo passo fondamentale.

Per questo, sarebbe davvero utile e consigliato approfondire tutto questo rivolgendoti ad uno specialista, che possa accompagnarti con competenza e senza giudizio nel dare senso a ciò che stai vivendo.

DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA

Risolvi i tuoi dubbi grazie alla consulenza online

Se hai bisogno del consiglio di uno specialista, prenota una consulenza online. Otterrai risposte senza muoverti da casa.

Mostra risultati Come funziona?
Dott.ssa Alina Mustatea
Psicologo, Psicologo clinico
Pomezia
Le tue parole, anche se confuse (come dici tu), raccontano molto chiaramente un dolore silenzioso, una ricerca di senso e di stabilità in mezzo a una tempesta emotiva che sembra andare e venire.

Quello che descrivi – questi momenti di vuoto, di dubbio, di chiusura emotiva – non sono rari dopo una scossa affettiva importante. Quando qualcosa si rompe, anche solo per un attimo, dentro di noi può cambiare il modo in cui sentiamo, pensiamo, desideriamo. E ricostruire quel senso di continuità non è immediato.

Non stai impazzendo. Ti stai ascoltando, forse per la prima volta in modo più profondo. Ma farlo fa emergere anche parti confuse, vulnerabili, spaventate. È normale.

Il senso di non essere "presente a te stessa", il vivere tutto come da dietro un vetro, potrebbe essere un modo della tua mente per proteggerti dal dolore, ma alla lunga lascia una grande stanchezza. Non significa che non provi nulla: forse stai solo provando troppo, tutto insieme.

Ti consiglierei di parlarne con qualcuno, davvero, anche solo per iniziare a dare un nome e un posto a ciò che senti. Le etichette diagnostiche non sono sempre utili subito: molto più utile è capire, passo dopo passo, che cosa ti fa sentire così "nodo".

Meriti di stare meglio, e non devi farcela da sola.
Un abbraccio.
Dr. Matteo Totaro
Psicologo, Psicoterapeuta
Cavallino
Gentile utente,
la ringrazio innanzitutto per aver condiviso con sincerità e profondità il suo vissuto. Le sue parole trasmettono una sofferenza lucida, un senso di confusione che tuttavia non cancella la sua capacità di osservare ciò che accade dentro di sé.
Quello che descrive – la sensazione di vivere in una sorta di alternanza tra momenti di vicinanza e di distanza emotiva, tra slanci di chiarezza e fasi in cui tutto sembra diventare opaco – non è insolito in alcune fasi del percorso di vita, soprattutto quando ci si trova ad affrontare cambiamenti significativi, come un riassestamento della relazione o scelte di vita imminenti. Il modo in cui il legame con il suo ragazzo si è incrinato, pur avendo poi ritrovato stabilità da parte sua, sembra aver lasciato dentro di lei una ferita ancora aperta, che continua a cercare senso. È come se da quel momento qualcosa in lei avesse smesso di funzionare con la stessa immediatezza di prima, lasciando spazio a una nuova sensibilità – più vigile, ma anche più vulnerabile.
Anche il suo sentirsi “non presente”, trascinata da una corrente, può essere il segnale di un conflitto interno profondo: tra il desiderio di tornare a un’armonia spontanea e la realtà di un mondo interno che ora sembra più complesso, più difficile da decifrare.
In queste circostanze, forse, più che cercare "etichette", può essere utile ascoltare il proprio vissuto unico e irripetibile: cosa sta cercando di dirle questo dolore che va e viene? Quali parti di sé sente escluse o inascoltate quando “va tutto bene” e quali invece emergono nei momenti di crisi?
Il senso di estraneità che a volte prova, anche nei rapporti più intimi o nelle conversazioni quotidiane, potrebbe essere il riflesso di una fatica a mantenere un contatto autentico con sé stessa. È come se qualcosa dentro di lei stesse cercando uno spazio per essere riconosciuto e integrato, ma ancora non riuscisse a trovare parole o immagini per farlo.
Un percorso terapeutico potrebbe forse rappresentare un’opportunità preziosa. Per crearsi un luogo in cui esplorare la complessità dei suoi vissuti, dare voce a ciò che è rimasto silenzioso, e scoprire nuove modalità per stare in relazione con sé e con gli altri.
Un caro saluto, Matteo Totaro.
Dott.ssa Simonetta Cianca
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Carissima, capisco lo stato confusionale difronte al periodo di grande transizione che sta vivendo, dove tutto o niente è sempre dentro o fuori di lei. lascerei stare le diagnosi approssimative lette su internet che non fanno che aumentare la confusione. Ho avuto tra le mie giovani pazienti esperienze mortificanti per aver consultato il web. forse le consiglierei di rivolgersi ad un professionista della salute psicofisica che credo le sia molto di aiuto anche solo per un riallineamento dello stato delle cose e magari con un breve percorso e o colloqui. per ora riesco a darle solo questo consiglio.
le auguro ogni bene.
Simonetta Cianca
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione che descrive poichè capisco quanto questa situazione possa impattare sulla sua vita quotidiana. Ritengo fondamentale innanzitutto che lei faccia chiarezza circa ciò che sente e ciò che prova verso questa persona, ritagliandosi uno spazio d'ascolto per elaborare pensieri e vissuti emotivi legati alla situazione descritta pertanto la invito a richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarla ad identificare quei pensieri rigidi, disfunzionali e maladattivi che le impediscono il benessere desiderato mantenendo la sofferenza in atto e possa soprattutto aiutarla a parlare con se stessa utilizzando parole più costruttive.
Credo che anche un approccio EMDR possa esserle utile al fine di rielaborare il materiale traumatico connesso ad eventi del passato che possono aver contribuito alla genesi della sofferenza attuale.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Elisa Pappacena
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Latina
Salve cara ragazza
a me dispiace per il suo periodo di confusione e disorientamento ma ci sarebbe bisogno di un approfondimento per dare un nome al suo malessere.
Le autodiagnosi non vanno mai bene perchè bisogna guardare da fuori cosa sta succedendo, on essendo troppo emotivamente coinvolti.
E' giovane quindi si faccia aiutare, troverà la sua identità.
Gentilissima, grazie per la condivisione.
Suggerisco di non trarre conclusioni diagnostiche affrettate leggendo delle informazioni sommarie su internet e di provare a considerare che un percorso di supporto psicologico potrebbe aiutarla negli aspetti di sofferenza che emergono dal suo messaggio, come ad esempio il senso di confusione, di estraneità ad alcune situazioni, il dolore quando teme di non essere ricambiata nella sua relazione e la sensazione di sentirsi "rinchiusa" in sé. Mi sembra anche significativo che faccia riferimento a dei nodi da sciogliere, papabilmente da ricondurre ad eventi pregressi che l'hanno condizionata. Resto a disposizione. Un saluto cordiale, Dott.ssa Michelle Borrelli
Dott.ssa Alisea Diroma
Psicologo
Voghera
Buonasera,
Attualmente il suo sguardo sembra ritrovarsi spesso ad osservare il passato nel tentativo di cercare di ricrearlo. È fondamentale in questi momenti trovare il giusto supporto per potersi riposizionare a seguito di un importante cambiamento (o della forte emotività che l’ha travolta come scriveva). La sua sintomatologia andrebbe approfondita ma per come la descrive al momento potrebbe essere il risultato della sua ricerca del passato, quindi come prima cosa le consiglierei di rivolgersi ad uno/a psicologo/a, di modo che il/la collega possa approfondire con lei gli argomenti che ha solo accennato e aiutarla a rivolgere la sua attenzione maggiormente al momento presente.
Salve , dopo aver letto la sua domanda mi sentirei di suggerirle due cose.
In primis lasciar stare il “dott.Google” in quanto non é possibile autodiagnosticarsi nulla e questo contribuisce solo ad aumentare l’ansia, i dubbi e lo stress.
Inoltre le consiglierei di parlarne con un professionista psicologo per aiutarla a venire a capo della sua situazione , fare chiarezza e lavorare insieme per farla stare nuovamente bene.
Buone cose, dott.Marziani
Dott.ssa Giulia Casole
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Comprendo appieno il suo smarrimento e la sua fatica in questo periodo. Le sue parole, pur descrivendo una grande confusione, arrivano con chiarezza e mi permettono di cogliere la profondità del suo disagio. È evidente che la "botta emotiva" iniziale legata all'incertezza del suo ragazzo ha scosso qualcosa di profondo dentro di lei, e ora si trova in una fase in cui sta cercando di ritrovare un equilibrio, una stabilità che sente di aver perso.
La sensazione di non essere più sicura di niente, di non essere pienamente presente a sé stessa, e questo alternarsi di periodi in cui tutto sembra andare bene e periodi di profonda crisi e disperazione, sono segnali che la sua mente e le sue emozioni stanno attraversando un momento di grande turbolenza. È come se si trovasse su delle montagne russe emotive, dove la gioia e la serenità si alternano rapidamente a dubbi, angoscia e un senso di "incantesimo rotto". Questa oscillazione emotiva, soprattutto in risposta a piccoli eventi o atteggiamenti, è un indicatore di una ipersensibilità che, in questo momento, la rende più vulnerabile e fragile. Si chiude in sé stessa, percepisce un grande dolore e si sente come se si stesse raccontando delle bugie, quasi a voler credere a una realtà che però la sua parte più profonda fatica ad accettare o a raggiungere.
La sua difficoltà a stabilire una comunicazione veramente aperta, sia con il suo ragazzo che con gli amici, e la sensazione di andare avanti spinta da una corrente piuttosto che dalle sue scelte, sono espressioni di questo blocco emotivo e di una disconnessione da sé stessa. È come se la sua energia fosse tutta concentrata nel cercare di risolvere questo "nodo" interiore, lasciandole poche risorse per il resto. Non è un caso che anche le sue passioni, come la scelta universitaria, le appaiano sbiadite. Quando si vive un tale tormento interiore, la capacità di provare entusiasmo e di connettersi con ciò che ci piace può diminuire drasticamente.
La sua preoccupazione per il disturbo bipolare, pur essendo comprensibile data la sua ricerca, è probabilmente eccessiva. La sua situazione, come lei stessa intuisce, sembra più legata a un periodo di forte stress psicologico e a una difficoltà nel rielaborare un trauma emotivo, che l'ha lasciata in uno stato di ipervigilanza emotiva e di insicurezza profonda. La sensazione di "stranezza" nel guardare i volti delle persone mentre parla, o il timore di "stare impazzendo", sono esperienze comuni quando ci si sente così disconnessi da sé stessi e dalla realtà circostante. Sono segnali che il suo sistema nervoso è sotto pressione e che sta cercando di elaborare un sovraccarico emotivo.
Il fatto che lei non ne abbia parlato con nessuno finora rende questo peso ancora più grande. Condividere ciò che prova è il primo passo per iniziare a sciogliere questo nodo. Le consiglio vivamente di cercare il supporto di uno psicologo o psicoterapeuta. Un professionista potrà aiutarla a comprendere le radici di queste sensazioni, a esplorare il modo in cui il trauma iniziale ha influenzato la sua percezione di sé e della relazione, e a sviluppare strategie per ritrovare la sua stabilità emotiva e la sua presenza. Non sta impazzendo, sta solo attraversando un momento di grande sofferenza e confusione, e chiedere aiuto è il gesto più coraggioso che possa fare per ritrovare la sua lucidità e la sua serenità.
Dott.ssa Valentina Scimone
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Cara utente,
ti ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità ciò che stai vivendo. Dalle tue parole emerge un grande bisogno di chiarezza, di stabilità e anche di comprensione profonda di ciò che succede dentro di te — e il fatto che tu riesca a raccontarlo, pur tra mille dubbi e paure, è già un passo molto importante.
Quello che descrivi non è “impazzire”, ma vivere un periodo di profonda confusione emotiva, che può avere molte cause e significati. Le oscillazioni nel rapporto con il tuo ragazzo, la sensazione di essere disconnessa da te stessa, i momenti in cui tutto sembra “spento” o “ovattato”, il nodo interno che non si scioglie… sono vissuti che molte persone attraversano, spesso in momenti di transizione come l’ultimo anno delle superiori, in cui ci si sente chiamati a fare scelte importanti e a “diventare grandi” senza sentirsi davvero pronti o presenti.
Anche l’alternanza tra momenti in cui tutto sembra andare bene e altri in cui precipiti nel dubbio e nel dolore emotivo, fa parte di un movimento interno che non va ignorato, ma ascoltato con delicatezza. Non per forzarti a trovare subito delle risposte, ma per iniziare ad accogliere quello che provi senza giudizio.
È possibile che la ferita aperta da quel momento difficile con il tuo ragazzo abbia lasciato delle insicurezze più profonde, che si sono intrecciate a tue vulnerabilità personali e ora ti portano a vivere tutto con più tensione e meno spontaneità. E questo è molto umano. Quando ci sentiamo feriti, è naturale cercare di “tornare a prima” — ma a volte, invece, si apre un nuovo percorso che va accolto per quello che è, con nuove consapevolezze da costruire, dentro e fuori dalla coppia.
In più, la sensazione di essere “spinta da una corrente” e non dalle tue scelte, la fatica a provare passione per ciò che hai scelto di studiare, il senso di distacco anche nelle relazioni e il guardare le persone come se fossero “strane” o lontane… sono tutti segnali che qualcosa dentro di te chiede spazio e ascolto. Questi sono segnali che indicano una condizione di sovraccarico emotivo e disorientamento, che sarebbe più semplice non affrontare da sola.

Ti suggerisco di iniziare un percorso psicologico con una persona competente che possa accompagnarti, senza giudicarti, a esplorare queste sensazioni e ritrovare un contatto più profondo con te stessa.
In questo momento non serve “capire tutto” o avere subito risposte definitive, ma iniziare a costruire un dialogo più gentile con ciò che senti.

Non sei sbagliata. Non sei debole. Hai solo bisogno di aiuto, come ogni persona quando attraversa una fase difficile e carica di domande.

Ti mando un caro saluto,
Dott.ssa Psicologa Valentina Scimone
Dott. Luca Vocino
Psicologo clinico, Psicologo
Trezzano Rosa
Buongiorno gentile Utente, grazie per aver condiviso con così tanta sincerità una parte così complessa e delicata del suo vissuto. Le parole che ha utilizzato raccontano bene uno stato interno fatto di oscillazioni, di confusione e di quella sensazione faticosa di non riuscire ad “abitarsi” pienamente, come se ci fosse una distanza costante tra lei e se stessa. È una condizione che, da come la descrive, non solo la mette alla prova nel suo rapporto di coppia, ma si estende anche ad altri ambiti della sua vita, come la scuola, le amicizie, le scelte personali.

Le alternanze tra momenti in cui percepisce con chiarezza affetto, fiducia e coinvolgimento, e altri in cui tutto sembra vacillare, in cui si sente chiusa, distante, persa nei pensieri e nelle paure, possono certamente creare un senso di sfinimento mentale. Non è raro che, dopo una ferita relazionale importante, anche se apparentemente “risolta”, qualcosa dentro resti in sospeso, come se una parte di sé non riuscisse più a fidarsi pienamente, o come se cercasse costantemente conferme per riempire quel vuoto di sicurezza che si è aperto.

Il suo riferimento al non sentirsi appassionata a nulla, al sentirsi “guidata dalla corrente”, e perfino al guardare i volti altrui come se fossero estranei, potrebbe indicare un momento di disconnessione emotiva e identitaria. Non è detto che ci si trovi di fronte a qualcosa di patologico, ma senz’altro è un segnale che qualcosa dentro di lei sta chiedendo attenzione, ascolto e cura. Sentirsi “come un nodo da sciogliere” è un’immagine molto potente, e dà l’idea chiara di un bisogno di integrazione, di ricostruzione del senso di sé, della propria direzione e dei propri sentimenti.

È anche comprensibile che, leggendo in autonomia alcune informazioni online, abbia provato a dare un nome a ciò che sta vivendo. Tuttavia, è importante evitare di spaventarsi con autodiagnosi: non serve pensare subito a quadri clinici complessi. Quello che invece può aiutarla davvero è cominciare un dialogo con un professionista, qualcuno che possa accompagnarla in un percorso in cui tornare a sentire una continuità, a riconoscere e dare un significato stabile alle sue emozioni, ai suoi pensieri e ai suoi desideri.

Non sta impazzendo. Sta probabilmente vivendo un passaggio difficile della sua crescita personale, in cui alcuni equilibri si stanno ridefinendo e le chiedono un ascolto profondo, che da sola, comprensibilmente, fatica a dare. Il fatto che stia cercando un confronto, che stia ponendo delle domande e che lo faccia con tale lucidità e delicatezza, è già un segno importante di consapevolezza.

Se dovesse avere bisogno di ulteriori informazioni o di intraprendere un percorso mi trova a disposizione,
Dott. Luca Vocino
Dott.ssa Alessandra Ronza
Psicologo, Psicologo clinico
Aversa
Quello che descrivi – questa alternanza tra momenti di chiarezza e di smarrimento, la difficoltà nel sentirti presente a te stessa, la fatica nel comprendere i tuoi sentimenti e nel comunicare davvero con gli altri – merita attenzione e ascolto, senza giudizio. Non sei sola in tutto questo e non stai “impazzendo”: il tuo malessere ha un senso e può essere esplorato con calma e rispetto.

Se senti che hai bisogno di capire meglio cosa stai vivendo, posso aiutarti con un supporto psicologico individuale, in un luogo sicuro in cui ritrovare ordine, spazio e direzione.

Quando vuoi, possiamo parlarne insieme.
Dott.ssa Arianna Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno cara, grazie per aver condiviso con così tanta sincerità quello che stai vivendo. Prima di tutto, voglio dirti che quello che descrivi non è “impazzire”, al contrario, è segno che stai ascoltando il tuo mondo interiore e stai cercando di dare un senso a ciò che provi. Questo è il primo passo verso la consapevolezza e il cambiamento. Si percepisce un forte desiderio di capire te stessa e la volontà di essere presente nella tua vita, anche se ora non ti senti così. Quando il tuo ragazzo ha attraversato quel momento di incertezza, è come se si fosse aperta una crepa nella sicurezza affettiva che sentivi nel vostro legame. Da quel momento in poi, il tuo sistema emotivo ha probabilmente iniziato a funzionare in uno stato di allerta: ogni piccolo segnale, ogni parola non detta, ogni gesto poco affettuoso, diventa un possibile “pericolo”, una fonte di dubbio. Questa reazione potrebbe venire da un'esperienza emotiva precedente destabilizzante e anche se razionalmente sai che lui è innamorato e presente, emotivamente potresti non riuscire più a sentirti "tranquilla". È come se le sensazioni corporee non fossero sintonizzate con la parte razionale di te e viceversa. Quello che descrivi – sentirti assente, andare avanti “trascinata”, perdere interesse per le cose, come se nulla ti appassionasse davvero – può essere associato a uno stato emotivo di lieve distacco da sé, spesso legato a stress prolungato, confusione emotiva o ansia latente. Potrebbe essere un segnale da ascoltare con attenzione, soprattutto se questa sensazione ti accompagna anche in altri ambiti (scuola, amicizie, scelte per il futuro). Una domanda che spesso emerge in situazioni come la tua è: "Sono io ad avere un problema o la mia relazione non mi fa più stare bene?" In realtà, le due cose non si escludono. Potresti avere dentro di te un bisogno di ricostruire fiducia e sicurezza, prima ancora di poter sentire se questa relazione è davvero nutriente o se qualcosa è cambiato. Senza questa chiarezza interiore, tutto appare incerto, anche quando “dovrebbe andare tutto bene”. Sei senza dubbio in un momento complesso della tua crescita emotiva, ma quello che provi ha un senso, anche se lo devi ancora trovare. Queste sono solo ipotesi basate su quanto hai condiviso e non possono sostituire in alcun modo un percorso di esplorazione con un professionista qualificato per ritrovare equilibrio e benessere. Quello che puoi fare ora è darti tempo e spazio per ascoltarti e riconoscere i segnali che il tuo corpo, le tue sensazioni e le tue emozioni ti danno, accogliendole senza giudizio. Se senti che questo malessere persiste o diventa troppo pesante da gestire da sola, cercare un supporto psicologico è segno di cura verso se stessi. Un caro saluto
Dott.ssa Mariapaola Anania
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, grazie per aver condiviso questo periodo delicato della tua vita nel nostro forum. Da ciò che scrivi mi sembra di capire che stai vivendo un periodo di stress dovuto anche ai cambiamenti che dovrai affrontare a breve ( scelta della facoltà universitaria, passaggio dalle superiori all’università). Rispetto alla relazione con il tuo ragazzo pensa che tu sia un po’ confusa, provi emozioni contrastanti ( questi cambiamenti che avverranno a breve, ti hanno destabilizzata). Ti consiglierei di intraprendere un percorso psicologico, uno spazio tutto tuo, dove poter approfondire tematiche personali con l’aiuto di una persona qualificata. Tu sei giovanissima ed è normale alla tua età avere delle incertezze, dei dubbi, provare paura per il futuro, per qualcosa che ancora non conosciamo. Resto a tua disposizione per eventuali informazioni e nel caso volessi prenotare una consulenza psicologica. Ti ricordo che sono disponibile sia online sia in presenza. In bocca al lupo.
Dott.ssa Mariapaola Anania, psicologa e psicosessuologa clinica, psicoterapeuta cognitivo-comportamentale in formazione.
Dott.ssa Sonia Zangarini
Psicologo, Professional counselor, Psicologo clinico
Napoli
Ciao,
ti ringrazio per aver trovato il coraggio di scrivere e condividere qualcosa di così intimo. Nonostante la confusione che descrivi, dalle tue parole emerge una grande lucidità e profondità nel modo in cui ti osservi e cerchi di capire cosa ti sta accadendo.

Quello che stai vivendo non è "quasi impazzire", ma può essere una fase delicata di cambiamento: l'ultimo anno di scuola, la relazione a distanza, la delusione emotiva vissuta con il tuo ragazzo, la scelta del futuro… sono tutti eventi che mettono in movimento tante parti di te, e che spesso rendono difficile restare “connessi” con sé stessi e con gli altri.

La sensazione di alternanza tra momenti in cui va tutto bene e altri in cui tutto sembra crollare, il senso di distacco, di chiusura, il nodo che descrivi… sono segnali che meritano ascolto e accoglienza, non giudizio.

A volte, quando le emozioni diventano troppo intense o contraddittorie, è difficile riuscire a parlarne con chi ci sta vicino. In questi casi, un percorso con un professionista può offrire uno spazio sicuro per dare voce a tutto questo, per sciogliere quel nodo, per ritrovare un senso di presenza e chiarezza.

Un caro saluto,
Dott.ssa Sonia Zangarini
Psicologa / Counselor
Dott.ssa Rita Scognamiglio
Psicologo, Professional counselor
Mozzo
Gentile,
quando ci troviamo in un periodo di confusione, abbiamo la possibilità di entrare in riflessione e sentire se le scelte che abbiamo fatto le confermiamo, oppure vorremmo rivederle.
Spesso è possibile esplorare ciò all'interno di un percorso personale, dove il dialogo con un professionista aiuta a riordinare ciò che è confuso e quindi aiuta a ritrovarsi.
Se lo desidera può prenotare direttamente on line una prima consulenza.
Cordali Saluti,
Dott. Ssa Scognamiglio Rita
Dott.ssa Claudia Quaglieri
Psicologo, Psicologo clinico, Professional counselor
Lido Di Ostia
Gentilissima, leggendo il suo messaggio, rimango positivamente sorpresa dalla bella analisi che Lei fa su se stessa. Dice che, anche se la relazione con il suo fidanzato si è apparentemente ripresa e lei riceve conferme dell'essere amata, di tanto in tanto ritornano dei dubbi, come un essere fuori dalla sua vita e guardare da fuori senza troppa passione. Inoltre questo le accade anche in altre sfere della sua vita come quella della scelta della facoltà universitaria. Leggendo le caratteristiche del sidturbo bipolare, le è sembrato di poter escludere questa possibilità.
Nonostante anche da parte mia l'impressione sia la stessa, riamne importante sottolineare come non sia possibile diagnosticare un disturbo basandosi su questi pochi elementi. Nello stesso tempo ciò che voglio rimandarle è una frase che Lei usa, la quale mi è sembrata molto significativa del suo racconto: "...mi sento come un nodo da sciogliere..". Ecco, inizierei ad esplorare in quale sfera della sua vita sente che un nodo vada sciolto. Un caro saluto. Dott.ssa Claudia Quaglieri
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso con tanta apertura il suo vissuto. È evidente quanto lei stia cercando di comprendere profondamente ciò che le sta accadendo, e questa consapevolezza, per quanto possa sembrare confusa ora, è in realtà un primo passo prezioso per cominciare a fare chiarezza dentro di sé. Quello che descrive sembra essere un momento di grande vulnerabilità emotiva, in cui si intrecciano diversi elementi: una relazione importante che ha vissuto un momento di instabilità, l’alternanza di stati d’animo che la spiazzano, la sensazione di non riconoscersi fino in fondo nei propri sentimenti, un generale senso di estraniamento da sé e dagli altri, e infine un importante bivio nella sua vita scolastica. In situazioni simili, è perfettamente normale sentire di non avere punti fermi, di non sapere cosa si prova o si pensa con chiarezza, e di mettere in discussione anche ciò che prima sembrava certo. In ottica cognitivo-comportamentale, diremmo che lei si trova in una fase in cui i suoi pensieri automatici, soprattutto quelli legati al controllo e alla ricerca di conferme interne, sono molto attivi. Il fatto che cerchi di “sentire” qualcosa con sicurezza e coerenza (come ad esempio la certezza dei suoi sentimenti, della scelta universitaria, o dell’essere allineata con sé stessa) è un segnale della sua profonda esigenza di controllo, che può però diventare una trappola mentale. Più si cerca di controllare le emozioni, più queste sfuggono. Più si cerca di sentirsi appassionati, più l’apatia può crescere. Questo accade perché la mente, sotto stress, attiva una modalità di protezione che può portare a un certo intorpidimento emotivo e a una difficoltà di connettersi pienamente con ciò che si vive. L’instabilità emotiva che racconta, l’alternarsi di momenti in cui tutto sembra andare bene a momenti di forte crisi, è qualcosa che nella nostra prospettiva può avere a che fare non tanto con un disturbo severo come il disturbo bipolare (che come lei stessa ha intuito, ha caratteristiche molto diverse e più marcate) quanto piuttosto con una reattività emotiva aumentata in contesti relazionali significativi. La rottura, seppur temporanea, della fiducia e della sicurezza nel rapporto con il suo ragazzo può aver attivato una ferita, una parte di lei che fatica a rilassarsi, a fidarsi di nuovo, e che resta in uno stato di allerta emotiva. Così, anche piccoli segnali vengono letti come minacciosi, e si innesca una spirale di dubbi e chiusura. La sensazione di “essere rinchiusa in sé stessa”, o di vedere i volti degli altri come strani, può essere collegata a momenti dissociativi lievi, che si manifestano in stati di ansia, stress emotivo o sovraccarico cognitivo. È come se la mente, per difendersi da un’eccessiva stimolazione o da emozioni difficili da tollerare, prendesse le distanze dalla realtà esterna. Anche in questo caso, pur trattandosi di un’esperienza spaventosa, non si tratta di un segno che sta “impazzendo”, ma di un sintomo da leggere e comprendere nel suo contesto. In questo quadro complesso ma non insolito, è importante che lei non si senta sola e che possa iniziare a dare un nome a ciò che prova. L’aiuto di uno psicologo può accompagnarla a fare ordine, a ridurre il peso dei pensieri intrusivi e a lavorare sulla sua capacità di riconnettersi con le sue emozioni in modo graduale, senza pretese di controllo assoluto. Un percorso cognitivo-comportamentale potrebbe aiutarla a riconoscere gli schemi mentali che alimentano il suo disagio, a imparare a tollerare l’incertezza emotiva e a sviluppare modalità più sane e compassionevoli verso sé stessa. Lei scrive che sente di essere come un nodo da sciogliere: ecco, il mio suggerimento è proprio questo. Provi a darsi il tempo e lo spazio per ascoltare quel nodo, senza cercare subito di sbrogliarlo tutto insieme. Lo faccia con gentilezza, con curiosità, senza giudicarsi per ciò che prova o per ciò che non riesce a provare. Anche l’apparente confusione ha un senso, se la si accoglie. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Gentilissima probabilmente il periodo di confusione del tuo ragazzo è stato registrato a livello emotivo come un evento molto gravoso e ancora oggi non sei riuscita bene a uscirne o comunque a metabolizzarlo. Non c'è nulla di male, ma è importante che te sia presente a te stessa e che trovi il modo per mettere bene in parole cosa senti, o cosa hai provato in quei momenti, prima con te stessa e poi con lui. Se te la senti magari potrebbe aiutarti un percorso psicologico, anche breve, che possa indirizzarti in modo sano su quali cose focalizzarti. Prenditi cura di te!
Dott.ssa Martina Rossi
Psicologo, Psicologo clinico
San Biagio di Callalta
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso la sua esperienza con sincerità e apertura. Da ciò che leggo sembra che lei stia vivendo un periodo di confusione caratterizzato da sentimenti contrastanti, dubbi sulla sua relazione e sulle scelte che riguardano il suo futuro e una difficoltà a provare piacere o interesse nelle cose.
Credo che il suo vissuto meriti attenzione e ascolto, l'immagine del "nodo da sciogliere" sembra richiamare il desiderio di dare un senso a ciò che sta vivendo. Mi sembra che lei stia attraversando un periodo delicato e forse anche un passaggio di crescita importante, come può essere la scelta universitaria.
La incoraggio caldamente a valutare un percorso psicologico dove potrà esplorare le emozioni che sta vivendo in uno spazio sicuro e non giudicante. A volte parlare con qualcuno che sa come ascoltarla può fare una grande differenza.
Un caro saluto.
Dott.ssa Maria El Asmar
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Buonasera, i contenuti che riporti sembrano indicare la possibile presenza di un Disturbo Ossessivo-Compulsivo da Relazione (DOC-R). I dubbi ricorrenti sui tuoi sentimenti, la tendenza a monitorare costantemente le emozioni e il bisogno continuo di conferme rappresentano manifestazioni tipiche di questa condizione. Le ruminazioni ossessive, inoltre, generano un circolo vizioso di pensieri ripetitivi che alimentano ansia, confusione e vissuti dissociativi, come la sensazione di distacco da sé o dall’ambiente.

Il fatto che tu abbia già in precedenza scritto su questo forum può essere un segnale di bisogno di supporto. Per acquisire maggiore consapevolezza rispetto a ciò che stai vivendo e per affrontare più efficacemente questi meccanismi, è fortemente consigliato intraprendere un percorso psicologico strutturato. Un intervento mirato potrebbe aiutarti a ritrovare stabilità emotiva e chiarezza nelle tue relazioni e scelte personali.
Saluti
Dott.ssa Maria Murciano
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Buongiorno,
da quello che posso leggere nelle sue parole, mi sembra di capire che in merito alla relazione con il suo ragazzo c'è stato precedentemente un qualcosa che le abbia fatto perdere completamente la fiducia nella vostra relazione e soprattutto la fiducia in lui. Bhè, se così fosse è normale che ora non sia semplice fidarsi ciecamente! Mi sembra di capire che lei abbia deciso di ridare una possibilità a questa relazione e questo ha sicuramente bisogno di TEMPO per ricostruire.
Se avesse voglia o sentisse il bisogno di approfondire o semplicemente di essere ascoltata, io sono diponibile per un colloquio e un supporto on-line.
Dott.ssa Sara Petroni
Psicologo clinico, Psicologo
Tarquinia
Ciao,
quello che descrivi non è un segno di “pazzia”, ma di sovraccarico emotivo: dopo un periodo di forte stress affettivo e di incertezza, la mente fatica a ritrovare equilibrio e coerenza, e alterna momenti di lucidità e connessione ad altri di confusione, distacco o perdita di interesse. È una reazione frequente dopo una “botta” emotiva come quella che hai vissuto.

Le oscillazioni che senti — tra il sentirti innamorata e il sentirti vuota, tra entusiasmo e apatia — non significano necessariamente che ci sia un disturbo, ma che la tua energia psichica è ancora impegnata a riparare una ferita, e questo rende difficile percepire stabilità, anche nelle relazioni o nelle scelte.

Il distacco o la sensazione di “guardare tutto da fuori”, come se i volti delle persone ti sembrassero strani, può capitare nei momenti di ansia, stanchezza o derealizzazione, e di solito si riduce man mano che ritrovi sicurezza e calma.

In questo momento non serve etichettarti: ti serve spazio per rimettere ordine, capire cosa senti davvero e riappropriarti del tuo centro. Parlare con uno psicologo potrebbe aiutarti molto — non per “curarti”, ma per imparare a riconoscere e gestire questi stati senza spaventarti.

Nel frattempo, prova a:

rallentare, dormire e mangiare con regolarità;

dedicare tempo a cose concrete che ti fanno sentire “nel corpo” (camminare, ascoltare musica, disegnare, cucinare…);

non forzarti a capire tutto subito, ma accettare che il nodo si scioglierà un po’ per volta.

Hai espresso molto bene quello che provi — ed è già un primo passo per ritrovare contatto con te stessa.

Dott.ssa Sara Petroni

Stai ancora cercando una risposta? Poni un'altra domanda

  • La tua domanda sarà pubblicata in modo anonimo.
  • Poni una domanda chiara, di argomento sanitario e sii conciso/a.
  • La domanda sarà rivolta a tutti gli specialisti presenti su questo sito, non a un dottore in particolare.
  • Questo servizio non sostituisce le cure mediche professionali fornite durante una visita specialistica. Se hai un problema o un'urgenza, recati dal tuo medico curante o in un Pronto Soccorso.
  • Non sono ammesse domande relative a casi dettagliati, richieste di una seconda opinione o suggerimenti in merito all'assunzione di farmaci e al loro dosaggio
  • Per ragioni mediche, non verranno pubblicate informazioni su quantità o dosi consigliate di medicinali.

Il testo è troppo corto. Deve contenere almeno __LIMIT__ caratteri.


Scegli il tipo di specialista a cui rivolgerti
Lo utilizzeremo per avvertirti della risposta. Non sarà pubblicato online.
Tutti i contenuti pubblicati su MioDottore.it, specialmente domande e risposte, sono di carattere informativo e in nessun caso devono essere considerati un sostituto di una visita specialistica.