causa di un disturbo ossessivo, incentrato sulla paura di sviluppare idee deliranti e di commettere

17 risposte
causa di un disturbo ossessivo, incentrato sulla paura di sviluppare idee deliranti e di commettere azioni autolesive, sto seguendo da otto mesi una terapia farmacologica in parallelo con la a tcc. La sertralina, però, sta influendo pesantemente sulla mia funzionalità sessuale: lo stimolo mentale non si traduce più in una reazione fisica adeguata, tanto che ho ormai difficoltà perfino nell'autoerotismo, oltre ad essere reduce da un inverecondo insuccesso nell'unica occasione amorosa che mi sia capitata in questo periodo, proprio qualche sera fa. Ma già da prima di questo fallimentare incontro avvertivo in me un cambiamento sospetto: da tempo i pensieri legati al sesso si erano fatti molto meno frequenti rispetto a quando non assumevo il farmaco. A seguito del recente flop tra le lenzuola provo un senso di vergogna e umiliazione: mi sembra di dover cambiare il concetto che avevo di me stesso, perché le mie certezze sono venute meno. Fino a un anno fa, avevo piacere ad avvicinarmi alle donne e la prospettiva di una avventura mi caricava di entusiasmo, mentre ora devo rinunciare: non posso più permettermi nemmeno di guardarle ormai... Eliminata questa parte dell'esistenza, cosa mi resta? Vivere mi sembra inutile e penoso; fatico ad accettare questa mia nuova condizione, che mi appare insopportabile. La mia psicologa mi esorta a cercare altri interessi al di fuori del sesso, ma mi accorgo di non avere voglia di fare niente: trascorro le giornate in modo squallido e vuoto, incapace di trovare qualcosa a cui dedicarmi, perché in niente trovo più piacere. Ciò che mi stupisce è che l'antidepressivo, anziché darmi impulso e voglia di fare, mi abbia paradossalmente abbattuto peggio di quando ancora non avevo iniziato a curarmi: mi sento sempre stanco e privo di volontà, come svuotato. Secondo lo psichiatra dovrei aumentare il dosaggio del farmaco: ma ho paura che così facendo perderei anche quel residuo di vitalità sessuale. E in più , da quando ho avuto la prova che a letto non posso più fare niente, sono tornate ad acutizzarsi le ossessioni, che il farmaco teneva come anestetizzate, di pari passo con un repentino tracollo del tono dell'umore, tanto che in questo momento, di ritorno dalla seduta settimanale, mi sento spaventato da alcune angoscianti immagini che mi attraversano involontarie la mente.... Ed ora mi trovo di nuovo in uno stato di paura come sotto la minaccia di un indefinito pericolo. Cosa posso fare?
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Per quanto riguarda il farmaco, lascio la parola ai medici, figure professionali più competenti In materia.
Tenga presente che la letteratura scientifica è concorde nel sostenere che la terapia migliore sia quella combinata ossia costituita da farmaco più intervento psicologico dunque ritengo utile che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL

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Buonasera ,mi dispiace .Le terapie farmacologiche spesso hanno questo effetto sulla sessualità ,ne parli con lo psichiatra ,se questo effetto collaterale è troppo deprimente per lei come sembra . Prosegua il percorso psicologico e parli dei suoi timori e delle sue angosce con la sua terapeuta.Un caro saluto dottssa Luciana Harari
Salve purtroppo molto spesso i farmaci interferiscono con la sessualità. Riporti la problematica allo psichiatra per trovare una soluzione. Continui con la psicoterapia, molto utile è la terapia E.M.D.R. , sul mio sito trova la spiegazione.
Dott.ssa milvia verginelli
Buongiorno
Per la terapia farmacologica e i problemi di umore e di natura sessuali correlati ne parli con lo psichiatra perché possa individuare quei farmaci specifici che abbiano limitati effetti collaterali ma che soprattutto rispondano efficacemente alle sue problematiche.
Continui la psicoterapia
Un approccio EMDR svolto da uno psicoterapeuta specializzato nel metodo, può senza dubbio risolvere gli aspetti traumatici pregressi e sciogliere i sintomi ossessivi.
A sua disposizione

Gentile utente di mio dottore,

per quanto concerne i possibili effetti collettarli derivante dall'assunzione dei farmaci, ne parli con lo psichiatra, potrebbe trovar rimedio dandole dei farmaci comunque performanti ma con meno effetti indesiderati. Aggiungo inoltre quanto sia di fondamentale importanza che continui la psicoterapia, con quest' ultima nel tempo potrà vivere un benessere maggiore e più a lungo termine.

Cordiali saluti
Dott. Diego Ferrara
Salve, concordo con i miei colleghi che essendo già in terapia farmacologica che psicologica debba riportare tutti i suoi dubbi ai medici che la seguono ed al terapeuta di riferimento.
Dott.ssa Camilla Ballerini
Buonasera, credo di averla già risposto nel messaggio precedente. La saluto e ripropongo la possibilità di un confronto. Saluti dott.ssa Maria Lombardo
Buongiorno,
la situazione mi sembra di per sé esasperante.
Una delle prime regole che fornisco ai miei pazienti è la seguente:

"Si dia, senza farmelo sapere, un numero di sedute e se in quell'intervallo non percepisce apprezzabili cambiamenti in positivo, si cerchi un altro terapeuta!".

Per quanto concerne la terapia farmacologica, non posso esprimermi se non con una considerazione generale:

qualsiasi terapia non produca i risultati sperati nei tempi previsti, va drasticamente rivista, a maggior ragione se produce ulteriore aggravamento dei sintomi.

Questo è ciò che penso,

La saluto cordialmente.

PS

a volte ce la caviamo con il concetto del Paziente resistente: troppo facile, ogni serratura resiste se usiamo le chiavi sbagliate!

Gentile utente, come già hanno esposto diversi colleghi sarebbe, a mio avviso, utile riferire ciò al suo Psichiatra di riferimento. Le terapie farmacologiche vanno continuamente tarate e monitorate. Sicuramente insieme troverete un buon equilibrio tra remissione dei sintomi e sempre minori effetti collaterali. Per il resto continui il percorso anche il suo Psicoterapeuta. Ne trarrà sicuramente ulteriori benefici. In bocca al lupo. La saluto.
Salve gentile utente! Mi dispiace! Sta scrivendo su questo sito come sfogo? Ha 2 specialisti che la stanno seguendo e deve risolvere le sue questioni con loro anche se ci sono cose che non le vanno bene. Le terapia farmacologiche possono essere sospese, modificate, riviste, sostituite in base alle esigenze della persona. Le vorrei ricordare che lei è una persona nella sua interezza!!!
Salve, la invito a parlarne con la sua psichiatra. Spesso molti farmaci interferiscono con la vita sessuale del paziente ma generalmente sono periodi transitori che si risolvono con il diminuire del dosaggio concordato con il medico oppure, se risultano troppo invalidanti gli effetti collaterali, si opta per un farmaco diverso. Pertanto non viva l'attuale momento come una situazione permanente ma unicamente l'inizio di un percorso che col tempo la condurrà verso una vita migliore. Cordiali saluti. Professor Antonio Popolizio
Buongiorno, avrei bisogno di maggiori elementi per esprimere un parere.
In ogni caso dal mio punto di vista sarebbe utile un approccio psicoterapeutico sistemico relazionale al fine di prendere in considerazione anche il contesto in cui si manifestano i suoi malesseri.
In alternativa sarebbe utile un percorso di E.M.D.R (tecniche di rielaborazione e desensibilizzazione di piccoli e grandi traumi)
Buona giornata
Dott. Raffaello Di Monte
Dott.sa Luisa Anibaldi
Buongiorno, avrei bisogno di un chiarimento: la persona che le ha prescritto la terapia farmacologica è la stessa che la sta seguendo nel percorso di psicoterapia? La mia sensazione è che il filo della matassa invece che sciogliersi si stia ingarbugliando sempre di più, con conseguente grande sofferenza e frustrazione da parte sua. Per quanto ci descrive, il mio punto di vista è che andrebbe reimpostato sia l'approccio farmacologico che quello psicoterapeutico. Non è tardi per recuperare il desiderio sessuale e la voglia di vivere che le appartenevano un tempo. Un caro saluto. Dott.ssa Maria Caterina Boria
Buongiorno, i farmaci antidepressivi ci mettono un pochino ad agire ed inizialmente possono portare ad una sensazione di maggior malessere. Sicuramente è il caso di parlarne apertamente sia col suo psichiatra sia durante la terapia con il professionista che la segue affinchè la possano aiutare ed accompagnare in questo suo percorso nel miglior modo possibile.
Buona giornata
GDM
Salve, le difficoltà che descrive rappresentano senza dubbio un ostacolo importante a uno stile di vita soddisfacente e mi dispiace molto per la sofferenza che sta vivendo. Sono assolutamente in linea con i colleghi, la invito a consultare il suo psichiatra per quanto riguarda gli effetti provenienti dal farmaco che sta osservando, il suo medico può darle indicazioni precise in merito alla sua azione, aiutandola quindi a chiarire i dubbi e le preoccupazioni che stanno emergendo in questo momento. Per quanto concerne la psicoterapia ritengo fondamentale portare alla luce in seduta le difficoltà che sta vivendo, il collega che la segue conosce la storia del problema e può aiutarla a comprendere la natura della sofferenza attuale.

Le auguro il meglio.

Saluti,
Dr.ssa Rebecca Gilmozzi
Buongiorno, mi spiace per il disagio.
A volte, le terapie farmacologiche danno questi effetti collaterali.
È importante riferirli al medico e trovare una soluzione insieme
Per il resto sono disponibile ad affrontare con lei qualsiasi terapia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Laura Francesca Bambara
Gentile utente, valuterei insieme al suo psichiatra la cura che sta facendo. Bene che parli con la psicologa dei sentimenti di vergogna associati all' esperienza avuta nell'ultimo periodo. Il tema della sessualità pesa molto sulla percezione di se stesso, oltre all'oggettiva limitazione che le crea.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi

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