Buongiorno, volevamo chiedere un parere riguardo al disturbo bipolare. Siamo il gruppo di amici stre

23 risposte
Buongiorno, volevamo chiedere un parere riguardo al disturbo bipolare. Siamo il gruppo di amici stretti di un ragazzo con DB seguito da psicoterapeuta e psichiatra con terapia farmacologica. Negli ultimi mesi ha smesso di assumere i farmaci in maniera continuativa e ha iniziato ad assumere sostanze eccitanti che amplificano i tratti maniac e nonostante abbia affermato di aver comunicato tutto alla psichiatra non crediamo sia vero a causa delle contraddizioni nei suoi racconti a riguardo. Il suo comportamento è diventato svalutante e indifferente verso i problemi e i bisogni altrui, è estremamente egocentrato, non si rende conto degli spazi che lo circondano, la cura della persona e della casa è ormai inesistente e spesso non dorme per giorni.
Lo vediamo fuori controllo e il supporto da parte nostra sta iniziando a risultare difficile: prende i tentativi di confronto come attacchi personali, minimizza il nostro punto di vista e non accetta pareri diversi dai suoi. Come possiamo creare un dialogo costruttivo senza che lo veda come un complotto contro di lui?
Dott.ssa Alessia D'Angelo
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Milano
Gentile utente, la questione che lei pone è assai delicata e non di facile risoluzione. Sicuramente stargli vicino nel modo che meglio fa al caso suo è l'unica cosa che può fare. Nel caso fosse in contatto con dei familiari stretti del suo amico con cui anche lei ha dei contatti potrebbe comunicare la sua preoccupazione e le sue perplessità così che loro possano fare da tramite con i curanti; o comunque tutti foste sintonizzati su uno stato di possibile allerta. Inoltre condivida con lui la sua preoccupazione per il suo stato di salute, tuttavia se lui non riesce a riconoscere i sui sintomi come problematici non c'è molto altro che lei possa fare. Rimango a sua disposizione Cordialmente Dott.ssa Alessia D'Angelo

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Dott.ssa Stefania Sica
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, dalle sue parole arriva molto chiaramente tutta la preoccupazione e la paura che provate per il vostro amico. Si tratta di una situazione molto delicata nella quale è comprensibile sentirsi impotenti e frustrati, e avere la sensazione di non riuscire a fare concretamente qualcosa per i nostri cari. Da questo punto di vista è importante invece fermarsi e riflettere su quanto utile sia anche solo stare vicino ad una persona in difficoltà, mostrargli tutto il nostro affetto e sostegno. La vicinanza emotiva potrebbe aiutare il vostro amico ad aprirsi in maniera più autentica con voi, lasciandolo libero di decidere se e come coinvolgervi maggiormente nel suo percorso di cura. Qualora sentisse l’esigenza di un supporto per gestire i suoi vissuti e le sue paure, legate anche a questa relazione di vicinanza al suo amico, non esiti a contattarmi. Un caro saluto, dottoressa Stefania Sica.
Dott.ssa Elena Sinistrero
Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentile utente, la sua preoccupazione è comprensibile e molto percepibile, purtroppo come amici avete poco spazio di manovra rispetto alle sue scelte di assunzione dei farmaci o di sostanze. La cosa migliore che potete fare al momento è stargli vicino, senza instaurare troppi dialoghi rispetto ai quali si chiude ma non dimostrando nemmeno approvazione per i suoi comportamenti disfunzionali. Contattare i familiari potrebbe essere utile, anche se, se lui è maggiorenne, lo psichiatra non potrà interfacciarsi direttamente coi parenti, ma almeno verrà informato.
Un caro saluto,
Dott.ssa Elena Sinistrero
Dott.ssa Chantal Cerise
Professional counselor
Verrayes
Buongiorno! che bello avere amici che si prendono cura realmente del rapporto di amicizia!
detto questo, una situazione delicata va analizzata bene. Se ha bisogno di analizzare la situazione e capire alcune dinamiche, lei o il suo gruppo di amici resto a disposizione.
Cordiali saluti
Dottoressa Chantal Cerise
Dr. Luca Francesco Barbieri
Psicologo, Psicologo clinico
Lodi
Buongiorno e grazie per la domanda che ha posto, che indica bene il disagio e le difficoltà che lei e il suo gruppo di amici state sperimentando in un momento così delicato.
Sono dello stesso parere delle mie colleghe che hanno risposto in precedenza: in momenti del genere quello che può fare un amico è semplicemente stare accanto alla persona a cui si vuole bene. Questo comportamento, anche se può apparire come un qualcosa di poco valore, in realtà può agire in maniera estremamente positiva, facendo sì che l'altra persona si senta inserita all'interno di un sistema di relazioni saldo e positivo. In questo modo, la nostra vicinanza e la relazione di amicizia che contribuiamo a creare può agire come risorsa all'interno del percorso di cura dell'amico.
Faccio un grande in bocca al lupo a lei e ai suoi amici e rimango a disposizione qualora avesse necessità.
Buona giornata,
dr. Luca Barbieri
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi dispiace molto per la situazione che descrive perché posso comprendere sia il disagio del ragazzo che le preoccupazioni dei voi amici.è ammirevole da parte sua l’impegno a volerlo aiutare tuttavia, in base a queste poche righe che scrive, già si denota un quadro importante meritevole di attenzione clinica da parte di uno specialista.sicuramente voi amici potete aiutarlo a non peggiorare le cose ed a farsi che il ragazzo possa sentirsi sostenuto tuttavia ritengo che voi possiate dare un aiuto fino ad un certo punto tuttavia il ragazzo credo che abbia bisogno di un aiuto più specialistico su alcuni punti di vista quindi l’indicazione che mi sento di darle e che lui possa rivolgervi Ad un professionista per elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione descritta e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente. Credo che un consulto con un terapeuta cognitivo comportamentale possa aiutarlo ad identificare quei pensieri rigidi e disfunzionali che mantengono in atto la sofferenza impedendogli il benessere desiderato. Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso con la genesi della sofferenza in atto.
resto a disposizione, anche online. Cordialmente, dott FDL
Dott.ssa Erika Antonucci
Psicologo, Psicologo clinico
Cagliari
Gentilissimi, è commuovente il vostro interessamento nei confronti di un amico che soffre e che non vuole (o non riesce) a prendersi cura di sé. Da quello che descrivete, sembrerebbe che lui attualmente si trovi in fase up, pertanto il suo vissuto sarà proprio quello di sminuire le difficoltà, non proteggersi, vivere tutto al massimo, perché va "tutto bene, alla grande", ecc., con tentativi vani per voi. Ciò potrebbe essere in linea con ciò che sente in fase maniacale o ipomaniacale (dipende dalla diagnosi), svalutando appunto e vivendo tutto al massimo. Quando, presto, arriverà la fase down (e qua dovrete fare i conti con il comportamento opposto, depresso, dimesso, fragile, di malessere) forse, in questo frangente, potrà esserci maggiormente uno spiraglio in cui fare breccia, incoraggiandolo a non abbandonare la terapia (sia farmacologica che psicoterapeutica). Nella maggior parte dei casi, sono i pazienti stessi che "tornano" proprio in fase down per stare meglio attraverso il supporto farmacologico e psicologico.
Come amici potete continuare a supportarlo come state facendo, consci del modo che ha lui di funzionare e che, potete fare un bel pezzo ma il volersi curare dipenderà da ciò che lui vuole per sé.

Saluti
Dott.ssa Erika Antonucci
Dott.ssa Federica Moro
Psicoterapeuta, Psicologo
Ravenna
Gentile utente, la vostra preoccupazione è comprensibile. La situazione mi pare complessa e di difficile gestione. L'unico consiglio che mi sento di dare è quello di condividere con il vostro amico la vostra preoccupazione per il suo stato di salute e di essere molto sinceri con lui piuttosto che fare con lui delle "discussioni" o dare dei "consigli" su cosa dovrebbe fare secondo voi.
Il vostro amico è già seguito da un terapeuta e da uno psichiatra, il resto è responsabilità sua. Purtroppo il vostro amico potrebbe non vedere questi sintomi come problematici e voi potete fare ben poco in questo caso.
Spero che la situazione possa risolversi al più presto, per voi e soprattutto per il vostro amico.
Dott.ssa Federica Moro

Dott.ssa Martina Orzi
Psicologo, Psicologo clinico
Collegno
Buongiorno, la vostra preoccupazione è comprensibile e denota quanto ci tenete a lui. Non conoscendo la persona in questione, la sua storia e il suo quadro clinico, è difficile dare un parere.
Mi sento di suggerivi di rispettare e aspettare i suoi tempi rispetto ad un eventuale possibilità di confronto.
Nella fase maniacale probabilmente non avrà molto accesso alle capacità metacognitive che permettono di stare nella relazione e nello scambio con gli altri. Quindi non riuscirà ad esempio a decentrarsi, a riflettere sugli stati mentali e i bisogni degli altri se pur importanti nella sua vita.
In fase maniacale, soprattutto se non trattata con i farmaci, c’è un’attivazione neurochimica che gli rende difficili anche stare in una situazione di confronto e di autoriflessività.
Quindi un modo per stargli vicino è condividendo con lui la vostra preoccupazione, ma allo stesso la vostra disponibilità quando lui se la sentirà.
A volte bisogna provare solo a stare.
Se possibile avvisate i familiari.
Un caro saluto, dott.ssa Martina Orzi
Dr. Federico Barzan
Psicologo, Psicologo clinico
Padova
Buongiorno a voi, il disturbo bipolare è una condizione complessa che può portare a una serie di sintomi, tra cui quelli che avete descritto. In particolare, la mancata assunzione dei farmaci e l'assunzione di sostanze eccitanti possono portare a un peggioramento dei sintomi maniacali, con comportamenti come quello che avete descritto.
È importante sottolineare che il disturbo bipolare è una malattia cronica che richiede un trattamento continuativo. La terapia farmacologica è fondamentale per stabilizzare l'umore e prevenire le ricadute. La psicoterapia, invece, può aiutare il paziente a sviluppare strategie di coping per gestire i sintomi e migliorare la qualità della vita.
Nel caso del vostro amico, è evidente che la sua condizione sta peggiorando. È importante che lui sia consapevole dei rischi che sta correndo e che si impegni a seguire il trattamento.
Per quanto riguarda il vostro ruolo di amici, è importante che continuiate a offrirgli il vostro supporto. Tuttavia, è anche importante che rispettiate i suoi confini e che non lo sforziate a fare qualcosa che non vuole.
Ecco alcuni consigli per creare un dialogo costruttivo con il vostro amico:
Scegliete un momento in cui lui è calmo e lucido.
Evitate di accusarlo o di criticarlo e siate empatici e comprensivi.
Concentratevi sui suoi bisogni e non sui vostri.
Offritegli il vostro supporto e la vostra disponibilità.
Se il vostro amico non è disposto a collaborare, è importante che vi rivolgiate al suo terapeuta o psichiatra. Loro potranno fornirvi ulteriori consigli e supporto.
Vi auguro di trovare una soluzione positiva per la situazione del vostro amico.
Dott.ssa Luana Di Giovanni
Psicologo clinico, Psicologo, Professional counselor
Pescara
Gentile utente, è un gesto nobile quello di cercare un confronto per poter aiutare un amico affetto da un tale disturbo mentale. Il maggior bene per il vostro amico, relativamente al disturbo da cui è affetto, è che segua la terapia farmacologica e il suo percorso di psicoterapia. Dunque i referenti del suo benessere mentale sono lo psichiatra e lo psicoterapeuta. Per potergli stare vicino come amici suggerisco di proseguire a offrirgli il vostro supporto, la vostra presenza, il vostro affetto. Delle volte può capitare di sentirsi ed essere effettivamente impotenti quando si ha a che fare con qualcosa che non dipende da noi come una patologia mentale di un nostro amico a cui vogliamo bene e che desideriamo proteggere. Tuttavia l'unica cosa che possiamo fare per quell'amico, nel più dei casi, è rispettarlo. Potrebbe essere protettivo per lui, intanto, avvisare i familiari se possibile, oltre ai referenti della sua salute mentale. Mi auguro che la situazione possa risolversi presto e che il vostro amico prosegua nella cura e che la situazione non peggiori. Un cordiale saluto
Dr. Massimo Montanaro
Psicologo clinico, Psicologo
Crema
Buongiorno. è una domanda molto difficile a cui rispondere senza tra l'altro conoscere altre caratteristiche della persona interessata a parte il suo disturbo. Io credo si possa cercare di portare al vostro amico, ogni volta che lui apre uno spiraglio, uno spazio di comunicazione, la vostra preoccupazione; quindi non tanto un rimprovero o una presa di posizione rigida quanto una preoccupazione carica di affetto, la stessa che traspare chiaramente dalla domanda posta. Resto a disposizione per qualsiasi cosa. Cordiali saluti. Dottor Montanaro
Il disturbo bipolare è una condizione estremamente seria e di difficile trattamento, spesso i pazienti non riconoscono la malattia o non la accettano. Il trattamento è principalmente farmacologico, con supporto psicoeducativo. È fondamentale che il suo amico assuma stabilizzatori dell’umore, non prenda sostanze psicotrope e faccia regolari controlli dallo psichiatra…tuttavia è realisticamente Difficile che vi presti ascolto quando in fase maniacale/ipomaniacale, specialmente se assume sostanze eccitanti.
Allertate i genitori/parenti, sollecitatelo sempre a prendere i farmaci (anche se si spazientisce) ed alzate la guardia, in modo da poter intervenire tempestivamente (non escludendo l’intervento dei sanitari) in caso di acuzie maniacali o depressive. Purtroppo non c’è molto che potete fare.
Mgf
Dott.ssa Ambra Bongiovanni
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
La situazione che hai descritto è complessa e richiede molta delicatezza nell'approccio. Sostenere un amico con disturbo bipolare che sta attraversando un periodo di instabilità può essere difficile, ma è importante cercare di creare un dialogo aperto e costruttivo.
E' tanto importante che il vostro amico possa contare su una cerchia di amici così coinvolti e disponibili ma purtroppo la situazione è delicata e non esistono facili ricette. A volte il compito più difficile spetta proprio agli amici e consiste nell'essere presente nella difficoltà del momento dovendo gestire la frustrazione del non poter migliorare le cose velocemente ed efficacemente. La sola presenza e vicinanza senza offrire consigli è spesso il miglior modo di stare vicino alle persone care.
Vi propongo una breve lista di piccoli suggerimenti che magari possono esservi d'aiuto come amici.

Esprimete le vostre preoccupazioni con empatia: Quando parlate con il vostro amico, fatelo con empatia e preoccupazione per il suo benessere. Evitate di giudicare o criticare. Concentratevi sui comportamenti che avete notato e sul loro impatto sul suo benessere.

Utilizzate "Io" dichiarazioni: Invece di affermazioni accusatorie come "stai facendo tutto sbagliato", utilizzate "Io" dichiarazioni, ad esempio "Sento di preoccuparmi per te quando vedo che non stai seguendo il piano di trattamento" o "Mi sento triste quando vedo che stai avendo difficoltà a gestire la tua salute".

Dite al vostro amico che siete lì per lui e che il vostro interesse principale è il suo benessere. Potete offrire il vostro aiuto nella gestione delle terapie.

Il disturbo bipolare può portare a cambiamenti d'umore e comportamenti impulsivi. Siate pazienti e comprensivi nei confronti del vostro amico, anche se sembra rifiutare il vostro aiuto o le vostre osservazioni.

Se vedete che il vostro amico è in uno stato di mania o depressione intensa, evitate di affrontarlo in quel momento. Attendete un momento più stabile per affrontare le questioni.

Se possibile, coinvolgete la famiglia del vostro amico per garantire un sistema di supporto più ampio.

Confrontatevi con gli specialisti che lo hanno in carico. Siete parte della rete di supporto del vostro amico, il vostro contributo potrebbe essere prezioso se i professionisti lo riterranno opportuno. Potrebbero darvi dei suggerimenti più specifici ed appropriati.

Ricordatevi che è importante prendervi cura di voi stessi mentre supportate il vostro amico. La situazione può essere stressante, quindi cercate il vostro sostegno e il vostro benessere emotivo.
Dott.ssa Giulia Faccioli
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buonasera e grazie per la domanda. Le persone con DB spesso proseguono per molti mesi pensando di non avere un problema. In questi casi consiglierei di coinvolgere la famiglia immediatamente per offrirgli un aiuto "corale". Un plauso a voi e al vostro essere così partecipi della vita di un amico. Vi fa onore. Cordiali saluti,
Dott.ssa Silvia Marcelletti
Psicologo, Psicologo clinico
Parma
Caro utente buongiorno.
È molto rincuorante sapere che ci sono persone come lei e il suo gruppo che stiano vicino, nonostante tutto, a persone che purtroppo soffrono di questo tipo di disturbi di personalità.
Quello che le posso dire è di non prendersela qualora metta in atto comportamento svalutanti verso i vostri bisogni, perché quel tipo di comportamento lì è dettato dal disturbo che il vostro amico ha.
Un modo per “aiutarlo” può essere, qualora ne abbia, di metttersi in contatto con qualche familiare stretto e far emergere la vostra preoccupazione. Purtroppo più di quello non so quanto possiate fare, giustamente non avete strumenti adatti e necessari per andare fino in fondo.
A disposizione
Dott.ssa Silvia Marcelletti
Dott.ssa Ilaria De Pretto
Psicologo, Psicologo clinico
Roma
È molto difficile affrontare la situazione di un amico che sta vivendo un disturbo bipolare e sta rifiutando la terapia e l'uso dei farmaci. E' importante affrontare la situazione con sensibilità e comprensione. Ecco alcune linee guida su come gestire questa situazione e creare un dialogo costruttivo:

Cercate il momento giusto: Scegliete un momento in cui vostro amico sembri più calmo e disponibile a parlare. Evitate di affrontare la questione quando è in uno stato maniacale o sotto l'influenza di sostanze.
Usate un linguaggio rispettoso e non accusatorio: Parlate con rispetto e preoccupazione, evitando di accusare o giudicare. Utilizzate frasi come "Sono preoccupato per te" invece di "Stai facendo tutto sbagliato".
Ascoltate attentamente: Date a vostro amico l'opportunità di esprimere i suoi pensieri e sentimenti. Ascoltatelo senza giudizio e cercate di comprendere il suo punto di vista.
Offrite supporto emotivo: Fategli sapere che siete lì per lui e che vi preoccupate per la sua salute e il suo benessere. L'empatia e il supporto possono fare la differenza.
Parlate dei fatti osservabili: Concentratevi sui comportamenti e sulle azioni che avete notato senza fare diagnosi o dare giudizi medici. Ad esempio, potete dire "Abbiamo notato che non hai dormito per giorni e che non stai seguendo la terapia come in passato."
Condividete i vostri sentimenti: Parlate dei vostri sentimenti e delle vostre preoccupazioni in modo aperto ma non accusatorio. Ad esempio, potreste dire "Mi sento preoccupato quando ti vedo in questo stato perché so quanto sia importante per te la tua salute mentale."
Proporrete un'alternativa: Invece di criticare il suo comportamento, potreste suggerire alternative che potrebbero aiutarlo a gestire meglio la situazione, come parlare con il suo psichiatra, tornare a seguire la terapia o cercare il sostegno di gruppi di supporto.
Coinvolgete il professionista: Se avete una relazione di fiducia con il suo terapeuta o psichiatra, potreste considerare di contattarli per condividere le vostre preoccupazioni. Tuttavia, dovreste farlo solo con il consenso del vostro amico, rispettando la sua privacy.
Prendete in considerazione un intervento professionale: Se vostro amico è in uno stato critico o rappresenta un pericolo per se stesso o per gli altri, potrebbe essere necessario coinvolgere un professionista della salute mentale o addirittura il servizio di emergenza.
Tenete presente che non potete controllare le decisioni di vostro amico, ma potete offrire il vostro sostegno e la vostra preoccupazione. Il disturbo bipolare può essere difficile da gestire, ma con il supporto adeguato e la collaborazione con i professionisti della salute mentale, c'è la possibilità di migliorare la situazione.
Dott.ssa Giulia Scalesse
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Arzano
Salve, mi verrebbe da dire che il suo amico non può essere interessato ai bisogni e problemi altrui, fatica a comprendere anche i propri.
Relativamente alle cure psicologica e psichiatrica, possono funzionare solo se la persona si impegna nel percorso, desidera guarire. Mi rendo conto di quanto possa essere difficile restare accanto ad una persona con difficoltà come quelle del suo amico, ma non esistono risposte preconfezionate nel prendersi cura dell'altro, c'è una relazione. Può provare a coltivarla, tenendo conto delle problematiche e di ciò che comportano
Dott.ssa Francesca Gottofredi
Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
È comprensibile la vostra preoccupazione per il vostro amico. Per creare un dialogo costruttivo, mostrate empatia e sostegno senza giudicare. Esprimete le vostre preoccupazioni in modo non accusatorio, evidenziando l'importanza del suo benessere. Suggerite di coinvolgere la psichiatra o psicoterapeuta per una valutazione più accurata della situazione. Il supporto unito alla professionalità potrebbe aiutarlo a percepire il vostro intervento come un atto di cura genuino.

Rimango a disposizione per ulteriori informazioni. Dott.ssa Francesca Gottofredi.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Capisco quanto sia difficile per voi vedere un amico affrontare questa situazione e sentire di non riuscire a comunicare con lui in modo efficace. È evidente che tenete molto a questa persona e desiderate offrirgli supporto senza peggiorare la situazione. Purtroppo, la combinazione di un disturbo bipolare non trattato e l'uso di sostanze eccitanti può amplificare i sintomi maniacali e rendere particolarmente complessa la relazione e il dialogo. La prima cosa importante è accettare che, in uno stato maniacale o ipomaniacale, il suo modo di percepire la realtà può essere alterato. Questo lo porta a interpretare i vostri tentativi di aiuto come critiche o attacchi, il che rende difficile avvicinarlo con modalità che normalmente funzionerebbero in altre circostanze. Per creare un dialogo costruttivo, cercate di avvicinarvi a lui con un approccio che eviti il confronto diretto o i giudizi. Ad esempio, invece di dirgli ciò che non sta facendo o cosa dovrebbe cambiare, provate a esprimere i vostri sentimenti in modo personale e non accusatorio. Potreste dire qualcosa come: "Ci preoccupiamo molto per te e vorremmo sapere come possiamo esserti d'aiuto in questo momento. Notiamo che stai vivendo un periodo intenso e vogliamo capire meglio cosa stai provando." Questo tipo di messaggio, focalizzato sulla vostra preoccupazione e sul desiderio di capire, può risultare meno minaccioso rispetto a un approccio basato su critiche o consigli non richiesti. Un altro elemento importante è cercare di creare un contesto in cui si senta ascoltato e rispettato. Potete provare a rimandargli quanto dice senza giudizio, usando frasi del tipo: "Se capisco bene, mi stai dicendo che smettere di prendere i farmaci è stata una scelta che hai fatto perché pensavi fosse meglio per te in quel momento. Mi piacerebbe sapere come ti senti al riguardo adesso." Questo tipo di ascolto attivo può aiutarlo a percepirvi come alleati anziché come oppositori. Riguardo al suo rapporto con lo psichiatra e alla veridicità delle sue affermazioni, vi invito a essere prudenti. Anche se avete dubbi legittimi sul fatto che comunichi tutto al medico, accusarlo direttamente potrebbe inasprire ulteriormente la situazione. Potreste invece incoraggiarlo a mantenere un dialogo aperto con il suo specialista, sottolineando quanto sia importante per la sua salute. Ad esempio: “Siamo felici che tu abbia uno psichiatra di riferimento. Ci sembra importante che tu possa condividere tutto con lui, perché la terapia funziona meglio quando c'è una buona comunicazione." Infine, ricordate che il vostro supporto ha un limite: non potete sostituirvi ai professionisti che lo seguono, né obbligarlo a prendersi cura di sé. Se il suo comportamento diventa estremamente disfunzionale o rischioso per sé o per gli altri, potreste valutare di contattare un familiare o un suo referente medico per esprimere le vostre preoccupazioni in modo rispettoso ma chiaro. Prendersi cura di qualcuno in queste condizioni può essere molto faticoso per voi, quindi non dimenticate di tutelare anche il vostro benessere. Sostenere un amico è importante, ma altrettanto lo è riconoscere i vostri limiti e cercare aiuto se la situazione diventa troppo gravosa. Cari saluti. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Francesca Casolari
Psicologo, Psicologo clinico
Modena
Bisogna prendere le distanze per un periodo così capisce che se lui ha fatto determinate scelte poi ha delle conseguenze , i farmaci vanno presi tutta la vita con il dusturbo bipolare quindi non credo che lo psichiatra lo sappia grazie
Francesca
Dott. Nunzio Raciti
Psicologo, Psicologo clinico
Misterbianco
Buonasera. Credo che la questione sia piuttosto delicata. Se, da come si evince dal suo racconto, il suo amico è entrato in una fase maniacale, può essere molto complicato stabilire un dialogo, in quanto eventuali tentativi volti a limitare comportamenti a rischio verso sé stesso o verso altri, potrebbe essere interpretato negativamente. In una fase maniacale, venendo meno un'adeguata valutazione di sé e degli altri, nonché della realtà esterna, ogni tentativo di riportare il soggetto alla "ragione", risulta praticamente inutile e, per di più, potrebbe dare luogo a reazioni più o meno violente. Credo si dovrebbero evitare tentativi diretti di opposizione. Probabilmente sarebbe il caso di contattare lo psichiatra presso cui è in cura il suo amico e tentare una triangolazione; lo psichiatra essendo collocato in una posizione che non è quella di un amico, potrebbe riuscire a far assumere nuovamente la corretta terapia farmacologica. Saluti.
Cari ragazzi, è molto bello che vi interessiate e vogliate aiutare il vostro amico, che vi mettiate in gioco al riguardo. Un bell'atto di amore. Purtroppo però, chi soffre di un disturbo invalidante come quello bipolare, se non si sottopone a terapia psicofarmacologica, rischia di scompensarsi e perdere il contatto con la realtà, quindi amici, lavoro e relazioni familiari sono costantemente a rischio. Non credo ci sia modo di avere un dialogo costruttivo con lui, in questa fase. Però, se pensiate che sia a rischio vita o che possa mettere a repentaglio la vita propria o di altri, potreste pensare di chiamare il 118 o, in alternativa, potete provare a contattare i suoi curanti (psicologo e psichiatra), tenendo presente che lui verrà informato di questo.
Mi spiace per il vostro senso di impotenza e frustrazione. Resto a disposizione anche sui miei canali social per qualunque cosa.
Un caloroso abbraccio,
Dott. Rebecca Volpes

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