Buongiorno, vi scrivo perché sono seguita in un percorso dopo bypass gastrico e avrei bisogno di un
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risposte
Buongiorno,
vi scrivo perché sono seguita in un percorso dopo bypass gastrico e avrei bisogno di un vostro parere sia su un episodio che mi è capitato oggi, sia sulla mia alimentazione in generale.
Oggi, in un momento di impulsività, ho mangiato una piadina (tipo piadina farcita “normale”, non dietetica).
Quello che mi ha colpito è che:
• non ho avuto dolori,
• non ho avuto nausea,
• niente sintomi di dumping (sudorazione, tachicardia, malessere forte),
e fisicamente mi sono sentita “normale”.
Questo mi sta creando molta confusione e preoccupazione, perché:
• da una parte mi sembra di “poter mangiare tutto”, visto che il corpo non ha reagito male in quel momento;
• dall’altra ho paura di mettere a rischio il risultato del bypass e di non rispettare le indicazioni nutrizionali.
In generale, faccio ancora un po’ di fatica a:
• seguire con costanza lo schema alimentare,
• gestire la fame nervosa e i momenti di impulsività,
• capire bene cosa è ancora vietato/sconsigliato in questa fase e cosa invece posso reinserire, e in che quantità.
Vi chiedo quindi se possiamo:
• chiarire se è “normale” che dopo un alimento come la piadina io non abbia avuto sintomi;
• capire quali sono i rischi reali di episodi come questo sul medio-lungo periodo;
• rivedere insieme la mia alimentazione attuale, in modo da avere uno schema chiaro e sostenibile, con indicazioni pratiche su cosa fare quando “sgarro” o sento l’impulso a mangiare cibi non adatti.
Il mio obiettivo è proteggere il risultato dell’intervento, imparare a gestire meglio l’alimentazione e non tornare ai vecchi schemi.
Vi ringrazio in anticipo per l’attenzione e resto disponibile per una visita o un confronto.
vi scrivo perché sono seguita in un percorso dopo bypass gastrico e avrei bisogno di un vostro parere sia su un episodio che mi è capitato oggi, sia sulla mia alimentazione in generale.
Oggi, in un momento di impulsività, ho mangiato una piadina (tipo piadina farcita “normale”, non dietetica).
Quello che mi ha colpito è che:
• non ho avuto dolori,
• non ho avuto nausea,
• niente sintomi di dumping (sudorazione, tachicardia, malessere forte),
e fisicamente mi sono sentita “normale”.
Questo mi sta creando molta confusione e preoccupazione, perché:
• da una parte mi sembra di “poter mangiare tutto”, visto che il corpo non ha reagito male in quel momento;
• dall’altra ho paura di mettere a rischio il risultato del bypass e di non rispettare le indicazioni nutrizionali.
In generale, faccio ancora un po’ di fatica a:
• seguire con costanza lo schema alimentare,
• gestire la fame nervosa e i momenti di impulsività,
• capire bene cosa è ancora vietato/sconsigliato in questa fase e cosa invece posso reinserire, e in che quantità.
Vi chiedo quindi se possiamo:
• chiarire se è “normale” che dopo un alimento come la piadina io non abbia avuto sintomi;
• capire quali sono i rischi reali di episodi come questo sul medio-lungo periodo;
• rivedere insieme la mia alimentazione attuale, in modo da avere uno schema chiaro e sostenibile, con indicazioni pratiche su cosa fare quando “sgarro” o sento l’impulso a mangiare cibi non adatti.
Il mio obiettivo è proteggere il risultato dell’intervento, imparare a gestire meglio l’alimentazione e non tornare ai vecchi schemi.
Vi ringrazio in anticipo per l’attenzione e resto disponibile per una visita o un confronto.
Buongiorno,
quello che ha sperimentato è assolutamente normale.
1. Perché non ha avuto dumping o nausea?
Il dumping non colpisce tutti e non dopo ogni alimento “non perfetto”.
Dipende da:
quantità mangiata,
velocità di assunzione,
tipo di farcia,
sensibilità individuale.
Non avere sintomi non significa che si può mangiare tutto liberamente, ma che lo stomaco operato sta gestendo quel pasto.
2. Ci sono rischi per un singolo episodio?
No. Una piadina una tantum non compromette il bypass.
Il rischio nasce solo se episodi del genere diventano frequenti:
rallentamento del dimagrimento,
ricomparsa di fame nervosa,
aumento del volume delle porzioni con il tempo.
3. Cosa fare ora
Sarebbe utile:
rivedere insieme lo schema alimentare,
avere una lista chiara di alimenti sì/no per la fase attuale,
strategie pratiche per gestire gli impulsi,
un piano di recupero dopo gli “sgarri” (senza compensazioni drastiche).
Distinti saluti,
Dr. Luca Agostini
quello che ha sperimentato è assolutamente normale.
1. Perché non ha avuto dumping o nausea?
Il dumping non colpisce tutti e non dopo ogni alimento “non perfetto”.
Dipende da:
quantità mangiata,
velocità di assunzione,
tipo di farcia,
sensibilità individuale.
Non avere sintomi non significa che si può mangiare tutto liberamente, ma che lo stomaco operato sta gestendo quel pasto.
2. Ci sono rischi per un singolo episodio?
No. Una piadina una tantum non compromette il bypass.
Il rischio nasce solo se episodi del genere diventano frequenti:
rallentamento del dimagrimento,
ricomparsa di fame nervosa,
aumento del volume delle porzioni con il tempo.
3. Cosa fare ora
Sarebbe utile:
rivedere insieme lo schema alimentare,
avere una lista chiara di alimenti sì/no per la fase attuale,
strategie pratiche per gestire gli impulsi,
un piano di recupero dopo gli “sgarri” (senza compensazioni drastiche).
Distinti saluti,
Dr. Luca Agostini
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Buongiorno. dovrebbe effettivamente farsi guidare da un/una nutrizionista. Solo con una corretta alimentazione può avere risultati consolidati a lungo termine.
Buondi,
Il fatto che dopo aver mangiato la piadina non abbia avuto sintomi particolari (dolore, nausea, dumping) può rientrare nella normalità: non tutti i pazienti manifestano reazioni evidenti a cibi più ricchi, soprattutto a distanza dall’intervento.
Dal suo messaggio emerge però un elemento rilevante: più che il singolo episodio alimentare, ciò che preoccupa è la sensazione di perdita di controllo, l’impulsività e il timore di mettere a rischio il percorso. Questo aspetto merita attenzione perché, dopo un intervento bariatrico, il lavoro non riguarda solo la scelta dei cibi ma anche il rapporto con l’alimentazione, la gestione degli stimoli e delle emozioni legate al cibo. Ha mai sentito parlare di mindful eating ad esempio? Ad ogni modo, in questi casi è utile:
• definire uno schema alimentare chiaro e sostenibile;
• lavorare sulla gestione degli episodi impulsivi e della fame emotiva;
• stabilire strategie operative per gli “sgarri” senza cadere in rigidità o senso di colpa;
• monitorare nel tempo eventuali ricorrenze, per prevenire recupero del peso o ritorno a vecchie abitudini.
Un episodio isolato non compromette il risultato, ma se dovesse ripetersi con frequenza bisogna analizzarne le cause profonde.
Per questo le propongo una consulenza dedicata in cui valutare insieme il suo attuale piano alimentare, le difficoltà incontrate e gli strumenti pratici da adottare per mantenere il controllo e tutelare il risultato del bypass nel lungo periodo.
Il fatto che dopo aver mangiato la piadina non abbia avuto sintomi particolari (dolore, nausea, dumping) può rientrare nella normalità: non tutti i pazienti manifestano reazioni evidenti a cibi più ricchi, soprattutto a distanza dall’intervento.
Dal suo messaggio emerge però un elemento rilevante: più che il singolo episodio alimentare, ciò che preoccupa è la sensazione di perdita di controllo, l’impulsività e il timore di mettere a rischio il percorso. Questo aspetto merita attenzione perché, dopo un intervento bariatrico, il lavoro non riguarda solo la scelta dei cibi ma anche il rapporto con l’alimentazione, la gestione degli stimoli e delle emozioni legate al cibo. Ha mai sentito parlare di mindful eating ad esempio? Ad ogni modo, in questi casi è utile:
• definire uno schema alimentare chiaro e sostenibile;
• lavorare sulla gestione degli episodi impulsivi e della fame emotiva;
• stabilire strategie operative per gli “sgarri” senza cadere in rigidità o senso di colpa;
• monitorare nel tempo eventuali ricorrenze, per prevenire recupero del peso o ritorno a vecchie abitudini.
Un episodio isolato non compromette il risultato, ma se dovesse ripetersi con frequenza bisogna analizzarne le cause profonde.
Per questo le propongo una consulenza dedicata in cui valutare insieme il suo attuale piano alimentare, le difficoltà incontrate e gli strumenti pratici da adottare per mantenere il controllo e tutelare il risultato del bypass nel lungo periodo.
grazie per aver condiviso con tanta sincerità ciò che è accaduto. Capisco bene la confusione e la preoccupazione che possono nascere quando si vive un episodio come questo dopo un intervento di bypass gastrico, soprattutto quando il corpo “sembra non reagire” come ci si aspetterebbe.
Cerco di rispondere ai tuoi dubbi:
Può essere assolutamente normale non avere sintomi
Il bypass non garantisce che ogni alimento “non ideale” scateni automaticamente dumping o fastidi:
• la risposta varia da persona a persona,
• dipende dal contenuto della piadina (quantità di grassi, zuccheri, tipo di farcitura),
• dipende dal momento della giornata, dalla velocità con cui si mangia, dalla fase del percorso post-operatorio.
Il fatto che tu non abbia avuto sintomi non significa che “puoi mangiare tutto” o che l’intervento abbia perso efficacia. Significa solo che in quel frangente specifico il tuo corpo non ha manifestato reazioni acute.
Un singolo episodio non compromette il risultato del bypass.
Il rischio non è l’errore in sé, ma la possibile ripetizione costante nel tempo:
• aumento dell’introito calorico oltre la capacità ridotta dello stomaco → rischio di stop al calo ponderale o ripresa del peso;
• reintroduzione abituale di alimenti ad alta densità energetica;
• ricomparsa di vecchie abitudini impulsive o emotive.
Quindi l’attenzione non deve essere sull’episodio isolato, ma su come gestire quello che è successo per prevenire che diventi un pattern.
Quello che descrivi non è un “fallimento”, ma un segnale:
• stai affrontando ancora impulsività alimentare e fame emotiva;
• hai bisogno di una guida più strutturata su cosa è permesso, cosa no, e in quali quantità;
• forse lo schema attuale non è ancora sufficientemente chiaro o sostenibile per la tua quotidianità.
E questo è normale: dopo un bypass l’alimentazione non si regola “da sola”, va accompagnata.
Si può e a mio avviso si deve lavorare su tre aspetti:
capire
• in che fase del post-operatorio sei,
• quali alimenti puoi reintrodurre,
• come farlo in sicurezza,
• come leggere le tue reazioni senza interpretarli come “via libera”.
Rinforzare gli aspetti nutrizionali
• schema settimanale pratico e sostenibile,
• porzioni, frequenze, distribuzione dei macronutrienti,
• opzioni rapide per quando hai poco tempo,
• cosa fare quando senti arrivare un impulso (strategie pratiche).
Lavorare sulla parte emotiva e impulsiva
Gli episodi di fame nervosa non sono “mancanza di volontà”:
sono pattern appresi che possono essere rimodellati con strumenti specifici.
In questi casi è molto importante farsi seguire da un terapeuta perché i problemi relativi ad una scorretta gestione del cibo non si risolvono con l’intervento, purtroppo.
Quindi, bisogna rivedere
• il tuo percorso post-bypass,
• la tua alimentazione attuale,
• le difficoltà emotive collegate,
• una strategia chiara e personalizzata.
Nel frattempo, ti rassicuro: l’episodio della piadina non mette a rischio il tuo intervento.
Cerco di rispondere ai tuoi dubbi:
Può essere assolutamente normale non avere sintomi
Il bypass non garantisce che ogni alimento “non ideale” scateni automaticamente dumping o fastidi:
• la risposta varia da persona a persona,
• dipende dal contenuto della piadina (quantità di grassi, zuccheri, tipo di farcitura),
• dipende dal momento della giornata, dalla velocità con cui si mangia, dalla fase del percorso post-operatorio.
Il fatto che tu non abbia avuto sintomi non significa che “puoi mangiare tutto” o che l’intervento abbia perso efficacia. Significa solo che in quel frangente specifico il tuo corpo non ha manifestato reazioni acute.
Un singolo episodio non compromette il risultato del bypass.
Il rischio non è l’errore in sé, ma la possibile ripetizione costante nel tempo:
• aumento dell’introito calorico oltre la capacità ridotta dello stomaco → rischio di stop al calo ponderale o ripresa del peso;
• reintroduzione abituale di alimenti ad alta densità energetica;
• ricomparsa di vecchie abitudini impulsive o emotive.
Quindi l’attenzione non deve essere sull’episodio isolato, ma su come gestire quello che è successo per prevenire che diventi un pattern.
Quello che descrivi non è un “fallimento”, ma un segnale:
• stai affrontando ancora impulsività alimentare e fame emotiva;
• hai bisogno di una guida più strutturata su cosa è permesso, cosa no, e in quali quantità;
• forse lo schema attuale non è ancora sufficientemente chiaro o sostenibile per la tua quotidianità.
E questo è normale: dopo un bypass l’alimentazione non si regola “da sola”, va accompagnata.
Si può e a mio avviso si deve lavorare su tre aspetti:
capire
• in che fase del post-operatorio sei,
• quali alimenti puoi reintrodurre,
• come farlo in sicurezza,
• come leggere le tue reazioni senza interpretarli come “via libera”.
Rinforzare gli aspetti nutrizionali
• schema settimanale pratico e sostenibile,
• porzioni, frequenze, distribuzione dei macronutrienti,
• opzioni rapide per quando hai poco tempo,
• cosa fare quando senti arrivare un impulso (strategie pratiche).
Lavorare sulla parte emotiva e impulsiva
Gli episodi di fame nervosa non sono “mancanza di volontà”:
sono pattern appresi che possono essere rimodellati con strumenti specifici.
In questi casi è molto importante farsi seguire da un terapeuta perché i problemi relativi ad una scorretta gestione del cibo non si risolvono con l’intervento, purtroppo.
Quindi, bisogna rivedere
• il tuo percorso post-bypass,
• la tua alimentazione attuale,
• le difficoltà emotive collegate,
• una strategia chiara e personalizzata.
Nel frattempo, ti rassicuro: l’episodio della piadina non mette a rischio il tuo intervento.
Buongiorno, grazie per aver scritto in modo così chiaro e onesto.
Capisco bene la confusione che sta provando, ma la cosa più importante è questa: **il fatto di non aver avuto sintomi dopo la piadina può essere del tutto normale** e non significa automaticamente che “vada tutto bene” mangiando liberamente, né che abbia compromesso il percorso per un singolo episodio.
### 1) È normale non avere dumping o disturbi?
Sì, può esserlo. Dopo bypass gastrico:
* **il dumping non si manifesta sempre**, e non con tutti gli alimenti o in tutte le situazioni;
* la risposta può variare in base a **quantità, velocità con cui si mangia, composizione del pasto** (più grassi vs più zuccheri), idratazione e tolleranza individuale;
* con il tempo alcune persone hanno **meno segnali immediati** anche su cibi meno adatti.
Quindi l’assenza di sintomi **non è un “via libera”**, ma neppure un segnale di fallimento.
### 2) Quali sono i rischi reali di episodi così?
**Un episodio isolato non rovina l’intervento.**
Il rischio vero nasce se questi episodi diventano frequenti o si trasformano in:
* **spiluccamento/grazing** durante la giornata,
* scelta ripetuta di cibi molto densi di calorie,
* graduale riduzione delle proteine e dei pasti strutturati.
Nel medio-lungo periodo questo può favorire:
* rallentamento del calo,
* **ripresa di peso**,
* peggiore controllo della fame,
* maggiore difficoltà nel mantenimento.
### 3) Come rendere lo schema più chiaro e sostenibile
Senza conoscere la sua fase post-operatoria e il suo diario alimentare, le lascio alcuni riferimenti pratici molto utili in generale:
**Priorità quotidiane**
1. **Proteine a ogni pasto** (sono la “protezione” del bypass):
pesce, uova, carni magre, latticini proteici, legumi ben tollerati.
2. **Pasti regolari e semplici** (evitare salti lunghi che aumentano l’impulsività).
3. **Verdure** se tollerate, e carboidrati in porzioni misurate.
4. **Bere lontano dai pasti** (se questo è previsto dalle sue indicazioni post-chirurgiche).
**Struttura minima che spesso funziona bene**
* Colazione + pranzo + cena
* 1-2 spuntini programmati se utili
L’obiettivo è ridurre le “zone grigie” in cui la fame nervosa prende spazio.
### 4) Cosa fare quando sente l’impulso
Qui non serve forza di volontà “eroica”, serve una strategia.
Può provare una **scala in 3 passaggi**:
1. **Pausa breve** (2-5 minuti): respiro, acqua, cambiare ambiente.
2. **Alternativa protettiva** già pronta:
* yogurt greco o skyr
* ricotta/fiocchi di latte
* uovo
* bresaola o tonno
* una piccola porzione di legumi
3. Se l’impulso resta, **una porzione piccola e consapevole**, seduta a tavola, evitando di trasformarlo in “giornata rovinata”.
### 5) Come gestire lo “sgarro” senza effetto valanga
Una regola molto efficace è:
* **non compensare con digiuni punitivi**,
* ma **tornare subito al pasto successivo equilibrato e proteico**.
Questo protegge sia il metabolismo sia il rapporto con il cibo.
---
### Messaggio chiave
Lei sta facendo una cosa molto positiva: **sta osservando, riflettendo e chiedendo aiuto**.
La difficoltà con la fame nervosa dopo chirurgia bariatrica è comune e non è un problema “di carattere”: è un tema che si affronta bene con:
* **schema pratico personalizzato**,
* strategie comportamentali,
* e se necessario un supporto psicologico mirato (spesso molto utile in parallelo).
---
Se desidera, in visita possiamo:
* capire **in che fase post-intervento si trova**,
* rivedere porzioni e tolleranze reali,
* costruire uno **schema sostenibile** con alternative concrete per momenti di impulsività,
* e impostare un piano di prevenzione del “grazing”.
Resto a disposizione per un confronto: con pochi aggiustamenti mirati si può rendere il percorso molto più sereno e stabile.
Capisco bene la confusione che sta provando, ma la cosa più importante è questa: **il fatto di non aver avuto sintomi dopo la piadina può essere del tutto normale** e non significa automaticamente che “vada tutto bene” mangiando liberamente, né che abbia compromesso il percorso per un singolo episodio.
### 1) È normale non avere dumping o disturbi?
Sì, può esserlo. Dopo bypass gastrico:
* **il dumping non si manifesta sempre**, e non con tutti gli alimenti o in tutte le situazioni;
* la risposta può variare in base a **quantità, velocità con cui si mangia, composizione del pasto** (più grassi vs più zuccheri), idratazione e tolleranza individuale;
* con il tempo alcune persone hanno **meno segnali immediati** anche su cibi meno adatti.
Quindi l’assenza di sintomi **non è un “via libera”**, ma neppure un segnale di fallimento.
### 2) Quali sono i rischi reali di episodi così?
**Un episodio isolato non rovina l’intervento.**
Il rischio vero nasce se questi episodi diventano frequenti o si trasformano in:
* **spiluccamento/grazing** durante la giornata,
* scelta ripetuta di cibi molto densi di calorie,
* graduale riduzione delle proteine e dei pasti strutturati.
Nel medio-lungo periodo questo può favorire:
* rallentamento del calo,
* **ripresa di peso**,
* peggiore controllo della fame,
* maggiore difficoltà nel mantenimento.
### 3) Come rendere lo schema più chiaro e sostenibile
Senza conoscere la sua fase post-operatoria e il suo diario alimentare, le lascio alcuni riferimenti pratici molto utili in generale:
**Priorità quotidiane**
1. **Proteine a ogni pasto** (sono la “protezione” del bypass):
pesce, uova, carni magre, latticini proteici, legumi ben tollerati.
2. **Pasti regolari e semplici** (evitare salti lunghi che aumentano l’impulsività).
3. **Verdure** se tollerate, e carboidrati in porzioni misurate.
4. **Bere lontano dai pasti** (se questo è previsto dalle sue indicazioni post-chirurgiche).
**Struttura minima che spesso funziona bene**
* Colazione + pranzo + cena
* 1-2 spuntini programmati se utili
L’obiettivo è ridurre le “zone grigie” in cui la fame nervosa prende spazio.
### 4) Cosa fare quando sente l’impulso
Qui non serve forza di volontà “eroica”, serve una strategia.
Può provare una **scala in 3 passaggi**:
1. **Pausa breve** (2-5 minuti): respiro, acqua, cambiare ambiente.
2. **Alternativa protettiva** già pronta:
* yogurt greco o skyr
* ricotta/fiocchi di latte
* uovo
* bresaola o tonno
* una piccola porzione di legumi
3. Se l’impulso resta, **una porzione piccola e consapevole**, seduta a tavola, evitando di trasformarlo in “giornata rovinata”.
### 5) Come gestire lo “sgarro” senza effetto valanga
Una regola molto efficace è:
* **non compensare con digiuni punitivi**,
* ma **tornare subito al pasto successivo equilibrato e proteico**.
Questo protegge sia il metabolismo sia il rapporto con il cibo.
---
### Messaggio chiave
Lei sta facendo una cosa molto positiva: **sta osservando, riflettendo e chiedendo aiuto**.
La difficoltà con la fame nervosa dopo chirurgia bariatrica è comune e non è un problema “di carattere”: è un tema che si affronta bene con:
* **schema pratico personalizzato**,
* strategie comportamentali,
* e se necessario un supporto psicologico mirato (spesso molto utile in parallelo).
---
Se desidera, in visita possiamo:
* capire **in che fase post-intervento si trova**,
* rivedere porzioni e tolleranze reali,
* costruire uno **schema sostenibile** con alternative concrete per momenti di impulsività,
* e impostare un piano di prevenzione del “grazing”.
Resto a disposizione per un confronto: con pochi aggiustamenti mirati si può rendere il percorso molto più sereno e stabile.
Buongiorno,
la ringrazio per il messaggio e per come ha descritto la situazione. Quello che è successo con la piadina può essere del tutto normale: dopo il bypass non sempre compaiono dolore, nausea o dumping, e il fatto che non abbia avuto sintomi non significa che l’intervento “non funzioni” o che ora possa mangiare di tutto senza conseguenze.
Un singolo episodio come questo, da solo, non compromette il risultato del bypass; ciò che conta è cosa succede nel tempo, cioè la frequenza di questi episodi e come vengono gestiti fame nervosa e impulsività.
Saluti
la ringrazio per il messaggio e per come ha descritto la situazione. Quello che è successo con la piadina può essere del tutto normale: dopo il bypass non sempre compaiono dolore, nausea o dumping, e il fatto che non abbia avuto sintomi non significa che l’intervento “non funzioni” o che ora possa mangiare di tutto senza conseguenze.
Un singolo episodio come questo, da solo, non compromette il risultato del bypass; ciò che conta è cosa succede nel tempo, cioè la frequenza di questi episodi e come vengono gestiti fame nervosa e impulsività.
Saluti
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