Buongiorno, sono una ragazza molto giovane, mamma di un bimbo di 2 anni e mi sto separando da mio ma

20 risposte
Buongiorno, sono una ragazza molto giovane, mamma di un bimbo di 2 anni e mi sto separando da mio marito anche se non vivo più con lui da novembre.
Quella con lui, non è stata una relazione facile.
Ognuno si faceva la sua vita,lui non aiutava mai in casa e nemmeno nella gestione del figlio e quando c'era, pretendeva: voleva che lo svegliassi, se aveva un impegno ed era tardi, quindi lo chiamavo una seconda volta, lui si rivoltava prendendomi per i polsi, dandomi sberle o spingendomi, altre volte mi aveva presa per il collo sbattendomi a letto dopo che, essendomi accorta della mancanza di alcune banconote dal mio portafoglio gli avevo chiesto di restituirmi i soldi.
Io tutte le volte che succedeva qualcosa telefonavo alla sua migliore amica, per lui come una sorella (provavo qualcosa per lei anche se me ne resi conto solo a dicembre), le raccontavo tutto e lei poi gli dava una strigliata, mi chiedeva scusa, ma il giorno dopo si comportava allo stesso modo.
Una sera di novembre lui venne a prendermi dai miei dopo tre ore che lo aspettavo e ormai il bimbo dormiva (essendo mezzanotte), per 20 minuti (il tragitto fino a casa) lui cominciò ad insultarmi, a dirmene anche riguardo al bimbo. Io gli dissi che non ce la facevo più, che me ne sarei andata via e lui mi disse come le altre volte che se io l'avessi fatto mi avrebbe reso la vita un inferno e mi avrebbe tolto mio figlio perché io sono pazza. Appena si fermò io scesi giù dall'auto e piangendo andai dietro ad una siepe a telefonare alla sua migliore amica, lui mi cercò per tutto in paese ma non mi trovò, rimasi in chiamata un bel po', lei cercò di calmarmi e mi disse "ti verrei a prendere ma adesso davvero non posso, tu però domani te ne vai da lì ", poi mi disse di tornare a casa più che altro per il bambino ma io le chiesi di restare in chiamata. Lui era in cortile ad aspettarmi, come mi vide, riprese ad insultarmi, io con il bimbo andai in casa, lo misi a letto e volli fare lo stesso anch'io senza fargli notare le lacrime, ma lui mi bloccò dicendomi che voleva discutere, io dovevo stare sveglia (erano arrivate le 3) e non aveva senso che io piangessi, poi si accorse che ero in chiamata con la sua migliore amica, mi minacciò di distruggermi il telefono se non avessi messo giù e io per evitare che lo prendesse chiusi la telefonata . Poco dopo cominciò ad offendere i miei parenti compresa mia mamma che ha un DOC, io gli dissi di non parlare cosi di loro, che anche se il piccolo dormiva sentiva comunque, gli dissi che con lui io avevo chiuso e la mattina me ne sarei andata, mi girai per andare in camera, lui in risposta mi rigirò, mi prese sotto alla mandibola facendo pressione anche sul collo e mi prese anche i capelli tirandomi in giù, mi disse di nuovo che se io me ne fossi andata lui mi avrebbe rovinato la vita, intanto io ero lì a supplicarlo perché mi faceva male e non respiravo.
Alla mattina poi, dopo solo tre ore di sonno, mi svegliai, presi due borse, misi dentro l'indispensabile per me e mio figlio, chiamai mia zia, le spiegai tutto e le chiesi di venire a prendermi. Montai il seggiolino nella sua auto e partii chiedendole di lasciarmi dai miei per mettere giù le cose.
Di li a poco però cominciarono i suoi messaggi stressanti di scuse. Non lo vidi per un po' e lui non mi cercò, poi a gennaio, lui mi accusò di non averlo mai fatto stare con il figlio dalla sua nascita e si rivolse all'avvocato, quando la realtà era un'altra. Così, per evitare problemi cominciai a lasciargli il piccolo un pomeriggio ogni due settimane, lui veniva a prenderlo a casa e cercava sempre di baciarmi e abbracciarmi prendendomi nonostante i miei rifiuti tanto che una volta si mise in mezzo pure mia mamma dicendogli "lasciala se ha detto no è no dopo quello che hai fatto poi" e un'altra volta c'era pure la sua migliore amica nascosta in camera dei miei che ha sentito tutto e avrebbe voluto menarlo ma non poteva.
Adesso lui vede il bimbo tre pomeriggi alla settimana su sua richiesta però come fin da sempre non se ne occupa lui, lo lascia agli amici oppure a sua mamma e lui va a divertirsi, poi me lo riporta anche un'ora prima senza avvisarmi e dicendomi "sono sotto casa tua apri" e se sono fuori casa si arrabbia pure. Ogni volta che deve venire a prenderlo mi viene male, penso a quando stavamo insieme io e lui, a cosa faceva, ogni volta ho paura per mio figlio, però lui mi ha detto che se dico all'avvocato che mi ha messo le mani addosso più volte lui mi rovina la vita e io ho paura.
Adesso sto insieme alla sua (ormai ex) migliore amica, vivo insieme a lei da marzo, anche per lei è una situazione difficile però insiste nel dirmi che devo dire tutto all'avvocato (che mi segue da maggio) perché tanto mio marito non può farmi niente e nemmeno togliermi il figlio.
Non so davvero come comportarmi eppure se penso a tutto questo sto male, ma non posso parlarne con nessuno perché a parte i miei, mia zia e (ormai) la mia ragazza, non lo sa nessun altro, sì, ci sono i suoi, ma credono a lui e dicono che è impossibile.
Come devo agire?
Vi ringrazio
Cara ragazza, la situazione che hai vissuto e stai vivendo è davvero dolorosa e complessa. Il momento della separazione è molto delicato in relazioni di questo tipo. Ti consiglio di raccontare quanto accaduto all'avvocato che ti sta seguendo, così potrà guidarti dal punto di vista legale. Penso anche che intraprendere un percorso psicologico ti permetterebbe di avere una visione più completa di questa esperienza, poterla comprendere fino in fondo e superare nel modo migliore possibile. Un caro saluto, dott.ssa Beatrice Aisa

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Carissima, concordo con la collega: la situazione che vivi è molto complicata ed al tempo stesso delicata. La nuova compagna è senz'altro un punto di riferimento positivo in questo vissuto turbolento ma come tu stessi scrivi non basta: è importante comunicare con l'avvocato ed affidarti a lui nella tutela e protezione sia di te stessa che del tuo bimbo. Potresti anche considerare la possibilità di un sostegno psicologico per dare spazio alla tua futura serenità. Un abbraccio
Mi spiace leggere della situazione che hai vissuto e che stai vivendo. Credo anch'io che sarebbe buona cosa parlarne con il tuo avvocato. Ma credo anche che tu abbia bisogno di poter condividere le tue paure con uno psicoterapeuta. Questo potrà aiutarti a gestire meglio l'ansia della situazione oltre che ad affrontare con maggiore fiducia il futuro..Ti auguro di poter trovare la serenità che meriti. Un caro saluto
Buonasera. Emergono numerose riflessioni e non si possono rielaborare così in breve , come se tutto fosse normale amministrazione. La situazione è molto complessa, il bambino deve essere al centro di ogni vostra azione (intendo sua, del padre del bambino e della sua nuova compagna) e credo sia fondamentale consultare anche un terapeuta esperto
Buonasera, deve prendersi coraggio e andare da un legale per tutelare se stessa e suo figlio. Per quanto riguarda, invece, le dinamiche psicologicheLe consiglio un percorso psicoterapeutico dove potrà elaborare le sue ferite e trovare una maggiore serenità. Un caro saluto, Dr.ssa Claudia Sposini
Salve, credo che nel suo caso sia meglio consultare un legale, per tutelare se stessa e chi la circonda.
Inoltre, le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia, per elaborare il tutto.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Gentile utente, la sua storia è molto complessa e dolorosa. Andrebbe affrontata su vari piani: legale, psicologico e si sostegno sociale anche. Potrebbe provare a cercare un centro che si occupa di questi casi per entrare in contatto con le figure professionali che potranno sostenerla in questo difficile passaggio. Non demorda, questo bambino e lei stessa meritate la chance di una vita serena e libera. Un caro saluto Dottsa Elisa Galantini
Gentile Utente, prima di tutto le voglio dire brava! In una situazione del genere non è assolutamente facile agire come ha fatto lei, tutelando il benessere suo e del suo bambino. Nonostante tutto è stata capace di utilizzare le risorse e il supporto che ha trovaro nella sua rete sociale per allontanarsi da questo uomo che sicuramente ha delle problematiche relazionali importanti. Ora deve però fare un passo ulteriore e cioè rivolgersi a un legale per essere tutelata lei e suo figlio dal punto di vista giuridico, soprattutto perché un professionista potrà illustrarle sia cosa prevede realmente la legge in tali situazioni che come muoversi nel modo più adatto. Mi sento di ricordarle che il bene primario che dovete perseguire sia lei che il suo ex è il benessere del bambino e per questo sarebbe veramente importante che si rivolgesse a uno psicologo e psicoterapeuta esperto in materia. Esistono anche nel pubblico servizi specifici per questo, ad esempio potrebbe rivolgersi al consultorio della sua zona per avere un percorso in tal senso. È auspicabile che si riesca a coinvolgere anche il papà che risulta piuttosto sguarnito di strumenti emotivi per affrontare la situazione e per rapportarsi in modo sereno al figlio.
Inoltre anche lei dovrebbe giovarsi di un percorso psicoterapico per inquadrare i suoi vissuti e comprendere l'origine di certe dinamiche che l'hanno coinvolta e forse permangono tutt'ora.
Un caro saluto
Dott.ssa Piantelli
Salve,
credo che debba parlare di questo suo vissuto con uno psicoterapeuta, in modo da esserle di sostegno in questa fase di cambiamento della sua vita.
Saluti.
salve,
la sua storia è davvero dolorosa, e la prima cosa che credo dovrebbe fare è rivolgersi ad un avvocato, specializzato in diritto di famiglia e con esperienza nel'abuso domestico. spesso le associazioni del settore sono ottimi punti da cui partire, e che potranno darle una mano.
Contemporaneamente sarebbe bene che intraprenda un percorso terapeutico: di nuovo si lasci consigliare dalle associazioni sul territorio, perché la sua situazione è grave, e deve trovare tutto l'aiuto che può.
con i migliori auguri
dr. Ventura
Buongiorno, l'esperienza di cui racconta deve essere stata molto dolorosa; anche in funzione della sua giovane età, che tuttavia mi sembra però averla messa nelle condizioni di farle sentire che un cambiamento può esserci. In questo momento sarebbe molto utile farsi accompagnare sia a livello giuridico che psicologico da professionisti competenti. Soprattutto per essere aiutata a gestire nel miglior modo possibile il rapporto tra suo figlio e il padre.
Buongiorno, ciò che descrive è molto intenso e preoccupante. Ciò che ritengo opportuno è sicuramente consigliarsi con il suo avvocato in prima istanza, visti i trascorsi di violenza psicologica e fisica nonché economica, il suo ex marito è di fatto pericoloso, lei deve proteggersi in ogni modo ed in ogni caso. La protezione individuale va in primo piano rispetto a qualunque altro discorso. Proprio per questo vanno considerati bene gli aspetti legali attorno al quale lei e il suo ex marito dovete muovervi e per questo il suo avvocato deve essere informato ed ogni cosa deve essere nota: orari di visite per il piccolo, luoghi, mantenimento. In seconda istanza non meno importante e che si interseca con il discorso della protezione individuale, le consiglio caldamente di farsi seguire psicologicamente :ci sono centri anti violenza che offrono consulenze psicologiche, e qui sul portale può trovare terapeuti adatti al suo caso. Ciò che ha vissuto lascia profonde tracce di sofferenza che vanno curate, così che possa di nuovo vivere al meglio.
Gentile Signora è mia abitudine non esprimere valutazioni diverse da quelle che rientrano nel mio ambito di psicoterapeuta pur avendo visto situazioni simili alla sua in ambito peritale. Sicuramente lei avrà dei buoni motivi per comportarsi in questo modo in relazione alle questioni legali. Diversamente le questioni di ordine psicologiche meritano una maggiore attenzione. Visto che è uscita allo scoperto continui ed approfondisca la conoscenza di se stessa, una maggiore consapevolezza delle questioni che racconta è sicuramente utile. Un cordiale saluto.
Gentile utente, comprendo sia spaventata dall'idea che parlando con l'avvocato il suo ex marito "possa renderle la vita un inferno", credo però che sia importante farlo, per tutelare a livello legale sia lei che il suo bambino. E' già stata molto determinata e coraggiosa decidendo di andare via da casa, credo possa trovare la forza per fare questo ulteriore passo per il benessere suo e del suo piccolo. Inoltre le consiglierei di rivolgersi ad uno psicoterapeuta, che la possa aiutare ad affrontare questo momento così delicato della sua vita.
In bocca al lupo. Un cordiale saluto.
Salve,
le consiglio un buon sostegno psicologico per far fronte a tutti questi vissuti dolorosi e trovare quindi le sue risorse interne.
Un saluto,
MMM
Salve, la questione è complessa in quanto coinvolge anche aspetti legali. Ritengo comunque necessario l'avvio di un percorso psicologico per accompagnarla e sostenerla in questa difficile esperienza di vita.
Cordialmente, dott. FDL
Gentile ragazza, ho letto con attenzione il suo doloroso racconto. Andando oltre aspetti legali su cui non ho né competenze per darle consigli, vorrei rispondere alla domanda che ha esplicitato: "Come devo agire?". Deve agire come si sente di fare, non come le dicono di fare (anche se le viene detto con ottime intenzioni). A questo punto, se non ha la chiarezza, o la fiducia di basarsi sulle sue sensazioni, è necessario creare una consapevolezza riguardo i suoi bisogni. Quando avverrà questo, saprà perfettamente come agire. Per creare questa consapevolezza le consiglio di intraprendere un percorso di psicoterapia.
Buongiorno,
la situazione in cui sta vivendo è estremamente dolorosa e mi dispiace per quello che ha dovuto vivere e sta vivendo.
Le consiglio di rivolgersi al 1522, il numero nazionale gratuito contro la violenza e lo stalking. Sapranno indirizzarla al centro antiviolenza più vicino a lei e supportarla anche da un punto di vista legale.
Le consiglio anche di contattare uno psicologo: una situazione come quella che ha vissuto e sta vivendo lei, lascia dei pesanti strascichi. Credo che abbia diritto ad uno spazio di ascolto sicuro e protetto, con una persona che la sostegna, la accolga e la comprenda.
Per qualsiasi cosa, sono disponibile.
Un saluto affettuoso,
Dott..ssa Alice Carbone
Buonasera. La situazione è complessa e difficilmente trattabile qua. Penso ci siano due livelli nella vostra separazione, uno giuridico ed uno psicologico, da trattare ed affrontare con i rispettivi professionisti. Penso che uno supporto psicologico in questo momento potrebbe esserle di aiuto. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Buongiorno, mi dispiace tantissimo per la sua situazione capisco che è molto dolorosa e difficile. Le consiglio di raccontare il tutto all’avvocato che la potrà seguire e tutelare da un punto di vista legale Sia lei che suo figlio.
Ti consiglio anche di intraprendere un percorso psicologico al fine di riuscire ad affrontare questa situazione nel migliore dei modi
( un percorso con un professionista (con una relazione Sul suo stato psicologico e su come vivere questa situazione) potrebbe essere anche importante se dovesse affrontare delle cause legali)
Cordiali saluti Dottor Luca Ferretti

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