Buongiorno sono una ragazza di 26 anni. Scrivo perché ultimamente mi capita di avere delle difficolt
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Buongiorno sono una ragazza di 26 anni. Scrivo perché ultimamente mi capita di avere delle difficoltà, in particolare ho dei momenti in cui mi sento tanto giù e poi dei momenti in cui sto benissimo e inizio mille attività, spendo tanti soldi per corsi e progetti e poi puntualmente non ne inizio nemmeno uno. La cosa difficile è che li per li non me ne rendo bene conto, perché magari se ci ripenso mi ricordo, sì, ok, è vero, ho avuto questi episodi, però sono degli episodi isolati, a cui poi non ripenso, quindi in quel momento credo di stare male, e poi magari mi passa e voglio fare mille cose e sono entusiasta, euforica e non dormo la notte dall’eccitazione. è da un po' che va avanti così, ma è una cosa di cui mi sto accorgendo solo ora, perché le persone intorno a me magari mi dicono che ho le idee confuse, che voglio prima fare una cosa e poi non la voglio fare, e mi vedono un po' instabile. la parte piu difficile è quando sono giu.. mi sento totalmente disperata, settimana dcorsa per esempio guardandomi nello specchio mi sono vista grassa e ho iniziato veramente a disperarmi come una pazza, arrivando anche alle mani con mia mamma (ho sofferto di DCA in passato). Nei momenti in cui ho queste crisi ho pensiero brutti che mi spaventano e sono arrivata anche a farmi del male fisicamente. In questo ultimo periodo mi sento così, come dicevo, mi sento euforica per delle cose, ma poi lascio perdere tutto, non trovo da dove iniziare, ma li per li sono veramente convinta e felice.
Tutto questo mi porta ad avere la mente piena di pensieri che non mi danno tregua. Mi sembra di aver perso la mia identità ma è difficile perche poi quando sto bene me ne dimentico
Tutto questo mi porta ad avere la mente piena di pensieri che non mi danno tregua. Mi sembra di aver perso la mia identità ma è difficile perche poi quando sto bene me ne dimentico
Buongiorno. Capisco ciò che scrive. Il problema ruota attorno alla sua identità specialmente visti i suoi 26 anni e a quella età si inizia a pensare alla domanda chi siamo e che faremo. Ha mai pensato ad un percorso di psicoterapia?
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Buongiorno, grazie per la sua condivisione. Credo che il passo più difficile lo abbia appena fatto: scrivere qui e tirare fuori le sue difficoltà, metterle nero su bianco e condividerle con qualcuno. Credo che questo malessere e questa instabilità abbiano bisogno di essere guardate più da vicino con il supporto di un professionista che possa aiutarla a darci un significato, alla luce delle sue relazioni e della sua storia (un passato con un DCA è importante e va considerato). Il mio suggerimento è di intraprendere un percorso di terapia che possa aiutarla a capire che cosa le sta succedendo, e sviluppata consapevolezza su di sè la aiuti a prendere delle decisioni in modo diverso, per poter recuperare l'equilibrio che merita. Se avesse domande o avesse bisogno di supporto mi trova a disposizione, anche online. Un caro saluto, dott.ssa Elena Gianotti
Il suo comportamento d’instabilità, di alternanza di momenti euforici per cui elabora progetti, iniziative a momenti di ripensamento, di confusione, non riuscendo a concretizzare niente, è una comunicazione di ‘ malessere’ alquanto intenso che non le consente di costruirsi un percorso evolutivo deciso di emancipazione.
I sintomi sono una comunicazione metaforica, spingono per essere presi in considerazione, ma svolgono anche una funzione protettiva.
Le consiglio nella ricerca del significato del suo blocco di farsi seguire da uno psicologo, affinchè sia rispettata la sua disponibilità psicologica ad accogliere questi contenuti e soprattutto che lei sia pronta ad elaborarli perchè sono vissuti emotivamente intensi e non corra il rischio richiudersi in un atteggiamento difensivo.
I sintomi sono una comunicazione metaforica, spingono per essere presi in considerazione, ma svolgono anche una funzione protettiva.
Le consiglio nella ricerca del significato del suo blocco di farsi seguire da uno psicologo, affinchè sia rispettata la sua disponibilità psicologica ad accogliere questi contenuti e soprattutto che lei sia pronta ad elaborarli perchè sono vissuti emotivamente intensi e non corra il rischio richiudersi in un atteggiamento difensivo.
Le oscillazioni di fasi euforiche alternate a momenti in cui ti senti più giù, possono far pensare ad un disturbo dell'umore. Per una diagnosi e il trattamento è necessario rivolgersi ad un professionista, psicologo/psicoterapeuta o psichiatra.
Buongiorno, La ringrazio per aver condiviso queste informazioni.
Per poter comprendere al meglio la situazione che descrive, sarebbe importante approfondire ulteriormente la sua esperienza, così da evitare valutazioni affrettate che rischierebbero di tralasciare aspetti significativi del suo vissuto personale. La diagnosi, infatti, richiede sempre un’attenta considerazione del contesto emotivo, relazionale e di vita in cui la persona è inserita.
In linea generale, forti stress emotivi possono talvolta generare momenti di altalene emotive. Tuttavia, queste situazioni possono gradualmente riequilibrarsi attraverso un lavoro di consapevolezza che permetta di riconoscere, comprendere e accogliere le emozioni che si stanno vivendo.
Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla a osservare da vicino ciò che sta accadendo dentro di sé, offrendo strumenti per ritrovare un senso di equilibrio e benessere personale.
Le auguro di cuore di poter intraprendere un cammino che la aiuti a stare meglio e a sentirsi più in armonia con sé stessa.
In bocca al lupo per il suo percorso.
Dott.ssa Mariella
Per poter comprendere al meglio la situazione che descrive, sarebbe importante approfondire ulteriormente la sua esperienza, così da evitare valutazioni affrettate che rischierebbero di tralasciare aspetti significativi del suo vissuto personale. La diagnosi, infatti, richiede sempre un’attenta considerazione del contesto emotivo, relazionale e di vita in cui la persona è inserita.
In linea generale, forti stress emotivi possono talvolta generare momenti di altalene emotive. Tuttavia, queste situazioni possono gradualmente riequilibrarsi attraverso un lavoro di consapevolezza che permetta di riconoscere, comprendere e accogliere le emozioni che si stanno vivendo.
Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla a osservare da vicino ciò che sta accadendo dentro di sé, offrendo strumenti per ritrovare un senso di equilibrio e benessere personale.
Le auguro di cuore di poter intraprendere un cammino che la aiuti a stare meglio e a sentirsi più in armonia con sé stessa.
In bocca al lupo per il suo percorso.
Dott.ssa Mariella
Buonasera! Considerato i limiti del contesto e dello strumento, proverò ad offrire un piccolo contributo di pensiero. Sono preoccupato per lei, perché sembra descrivere delle oscillazioni tra i due poli estremi dell’umore (troppo triste oppure troppo euforica). Oscillazioni che una volta si distribuivano in modo casuale, ma che sembrano aver acquisito ciclicità, un ritmo a fasi alterne. “La settimana scorsa guardandomi nello specchio, mi sono vista grassa e ho iniziato a disperarmi come una pazza”… è stata subito seguita da… “In questo ultimo periodo mi sento euforica per delle cose, ma poi lascio perdere tutto, non trovo da dove iniziare, ma lì per lì sono convinta e felice”. Gli altri glielo fanno notare, cosa che prima non accadeva (qualcosa è cambiato). Parla di una certa quota di aggressività agita all’esterno, che si accompagna a fantasie e pensieri autodistruttivi. Andrebbe analizzato l’eventuale legame tra il “precedente” DCA e la situazione attuale. Ha fatto benissimo a scrivere, a dare voce a ciò che prova. La fragilità non è una malattia, ma un diritto. Credo sia indispensabile una valutazione psichiatrica. Qualora non disponesse delle risorse necessarie per un professionista privato, può rivolgersi con fiducia al CSM (Centro di Salute Mentale) a lei più vicino. Troverà colleghi professionalmente preparati e umanamente dotati. Poiché i farmaci funzionano molto bene per alcune cose e meno per altre, il collega con cui farà la consulenza psichiatrica potrà orientarla verso un eventuale psicoterapia. Non tergiversi e non resti sola. Lei è giovane, merita una vita piena e serena. In bocca al lupo
Buongiorno giovane 26enne,
direi che lei ha molte sfaccettature identitarie, occorre farle dialogare per trovare un accordo che le consenta di portare avanti bene certi percorsi.
Un saluto cordiale
DOtt.ssa Marzia Sellini
direi che lei ha molte sfaccettature identitarie, occorre farle dialogare per trovare un accordo che le consenta di portare avanti bene certi percorsi.
Un saluto cordiale
DOtt.ssa Marzia Sellini
Buongiorno, dato che ha consapevolezza di queste oscillazioni dell'umore, che incidono negativamente nella sua quotidianità, rifletta sulla possibilità di iniziare un percorso di psicoterapia.
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità qualcosa di così personale e delicato. Quello che descrive sembra portarle molta sofferenza e confusione, e il fatto che stia iniziando ad accorgersi di questi movimenti interni è già un passaggio importante. Quando si vivono oscillazioni così intense tra momenti di grande entusiasmo e periodi di profonda tristezza, può diventare difficile riconoscere e comprendere ciò che accade dentro di sé. Spesso, dietro questi vissuti, ci sono emozioni, bisogni o parti di sé che faticano a trovare uno spazio, e che chiedono di essere ascoltate e comprese. Un percorso psicoterapeutico può aiutarla proprio in questo: a dare senso a ciò che prova, a esplorare più a fondo le sue emozioni e a ritrovare un contatto con la propria identità, che in questo momento può sembrarle smarrita. È importante che non resti sola in questa fase: chiedere un aiuto psicologico è un gesto di cura verso di sé e verso la propria storia interiore. Le auguro ogni bene, un caro saluto. BM
Buongiorno,
dalle sue parole emerge un importante vissuto di instabilità emotiva, con momenti di grande entusiasmo alternati a fasi di profonda tristezza e sconforto. Questi cambiamenti d’umore, insieme ai pensieri intrusivi e ai comportamenti che descrive, meritano attenzione e un approfondimento accurato.
Le consiglio di rivolgersi a uno specialista — come uno psicologo o uno psicoterapeuta — per comprendere meglio l’origine di questi vissuti e individuare un percorso di supporto adeguato. Un lavoro terapeutico può aiutarla a riconoscere e gestire in modo più efficace le emozioni, i pensieri e i comportamenti che la stanno facendo soffrire.
Un caro saluto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
dalle sue parole emerge un importante vissuto di instabilità emotiva, con momenti di grande entusiasmo alternati a fasi di profonda tristezza e sconforto. Questi cambiamenti d’umore, insieme ai pensieri intrusivi e ai comportamenti che descrive, meritano attenzione e un approfondimento accurato.
Le consiglio di rivolgersi a uno specialista — come uno psicologo o uno psicoterapeuta — per comprendere meglio l’origine di questi vissuti e individuare un percorso di supporto adeguato. Un lavoro terapeutico può aiutarla a riconoscere e gestire in modo più efficace le emozioni, i pensieri e i comportamenti che la stanno facendo soffrire.
Un caro saluto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa
Salve, lei descrive un vissuto molto intenso e faticoso, che le provoca oscillazioni emotive importanti e la sensazione di non riuscire più a riconoscersi. È comprensibile che si senta confusa, perché momenti di grande entusiasmo alternati a fasi di profonda tristezza possono disorientare e dare l’impressione di non avere più un centro stabile. Considerando anche i pensieri autolesivi e il fatto che si è fatta del male, le suggerisco con urgenza di rivolgersi al più presto a uno psicologo psicoterapeuta o, se dovesse sentire il rischio di farsi ancora del male, di recarsi immediatamente al pronto soccorso o di contattare un servizio di emergenza. Un percorso di cura può aiutarla a comprendere l’origine di questi sbalzi e a ritrovare equilibrio. In una psicoterapia umanistica o attraverso l’EMDR è possibile lavorare sui momenti di vulnerabilità e sulle ferite emotive legate ai disturbi alimentari, mentre la Mindfulness può sostenerla nel restare in contatto con le proprie emozioni senza esserne travolta. Saluti, dott.ssa Sandra Petralli
Buonasera,
quello che descrive, queste oscillazioni emotive intense, i momenti di euforia alternati a periodi di tristezza profonda e di impulsività , può essere molto faticoso da gestire da soli, soprattutto quando si accompagna a pensieri negativi e comportamenti di autolesione.
È importante non restare sola in questa fase e poter esplorare insieme, in un contesto protetto, cosa sta accadendo e come affrontarlo in modo più stabile e sicuro. Le consiglio di considerare un colloquio conoscitivo, anche online, per approfondire insieme la situazione e valutare il percorso più adatto a Lei.
Saluti,
Dott.ssa Greta Pisano
Psicologa e Psicoterapeuta
quello che descrive, queste oscillazioni emotive intense, i momenti di euforia alternati a periodi di tristezza profonda e di impulsività , può essere molto faticoso da gestire da soli, soprattutto quando si accompagna a pensieri negativi e comportamenti di autolesione.
È importante non restare sola in questa fase e poter esplorare insieme, in un contesto protetto, cosa sta accadendo e come affrontarlo in modo più stabile e sicuro. Le consiglio di considerare un colloquio conoscitivo, anche online, per approfondire insieme la situazione e valutare il percorso più adatto a Lei.
Saluti,
Dott.ssa Greta Pisano
Psicologa e Psicoterapeuta
Ciao, grazie per aver condiviso quello che stai vivendo. Da ciò che descrivi, sembra che tu stia attraversando periodi di forte instabilità emotiva, con momenti di euforia e progettualità alternati a fasi di profonda tristezza e sconforto. Queste oscillazioni possono diventare molto pesanti da gestire da sole e meritano attenzione.
Ti consiglierei di rivolgerti a uno psicoterapeuta o a uno psichiatra per una valutazione approfondita: capire insieme cosa sta accadendo è fondamentale per trovare il giusto supporto e, se necessario, impostare un trattamento adeguato. Non devi affrontare tutto questo da sola — chiedere aiuto è già un passo importante verso il tuo benessere.
Ti consiglierei di rivolgerti a uno psicoterapeuta o a uno psichiatra per una valutazione approfondita: capire insieme cosa sta accadendo è fondamentale per trovare il giusto supporto e, se necessario, impostare un trattamento adeguato. Non devi affrontare tutto questo da sola — chiedere aiuto è già un passo importante verso il tuo benessere.
Cara ragazza sicuramente è molto complicato vivere con tutte queste oscillazioni di emozioni da una posizione depressa ad una maniacale. Le chiedo se ha mai iniziato un percorso psicoterapeutico o ha mai preso qualcosa per la stabilizzazione del suo umore per aiutarla e sostenerla nei repentini cambi di cui soffre. Se desidera approfondire può contattarmi.
Dott.ssa Alessandra Domigno
Dott.ssa Alessandra Domigno
la descrizione del quadro è abbastanza chiara, e alternare momento in cui si stà su di giri con altri in cui apatia e pensieri non sempre coerenti con la realtà sono segnali da non sottovalutare. Credo che la prima tappa debba essere rivolgersi ad uno specialista psichiatra in modo da inquadrare il disturbo e se è il caso iniziare una terapia. Occorre sempre aver presente che per moltissimi fattori noi possiamo andare incontro a un disagio ma oggi è molto importante considerare che il corpo e la mente sono una unità che va curata in toto. Inizi dal rivolgersi ad uno specialista ( anche del servizio pubblico o privato) e poi avrà la possibilità di realizzare qualcosa di bello per lei. La prima è prendersi cura di sè.
Quello che descrivi, questa alternanza di fasi in cui ti senti piena di energia, entusiasmo e progetti, seguite da momenti di profonda tristezza e sconforto, può essere davvero faticoso da gestire. È come se la tua mente non riuscisse a trovare una linea stabile, e ogni volta ti lasciasse esausta e confusa.
Non sei “incostante” o “confusa” nel senso comune del termine: quello che vivi è un ritmo emotivo che si alza e si abbassa con forza, e che può avere radici più profonde — a volte legate a vulnerabilità dell’umore, ad aspetti impulsivi o a vecchie ferite emotive che si riattivano nei momenti di crisi.
Il fatto che tu riesca a notare questi cambiamenti, e che inizi a mettere insieme i pezzi (“non me ne accorgo subito, ma dopo capisco che succede spesso”), è un segnale importante di consapevolezza. È proprio da qui che può cominciare un percorso di cura.
In questi momenti è essenziale non affrontare tutto da sola. Parlarne con uno specialista può aiutarti a comprendere meglio la natura di queste oscillazioni e a proteggerti, soprattutto nei momenti in cui il dolore diventa ingestibile o si accompagna a pensieri autolesivi.
Ti invito a chiedere un confronto con uno psicoterapeuta o uno psichiatra: non per “etichettarti”, ma per dare un nome chiaro a ciò che stai vivendo e trovare un modo concreto per tornare a sentirti stabile, presente e al sicuro dentro di te.
Un caro saluto
Chiara Campagnano
Non sei “incostante” o “confusa” nel senso comune del termine: quello che vivi è un ritmo emotivo che si alza e si abbassa con forza, e che può avere radici più profonde — a volte legate a vulnerabilità dell’umore, ad aspetti impulsivi o a vecchie ferite emotive che si riattivano nei momenti di crisi.
Il fatto che tu riesca a notare questi cambiamenti, e che inizi a mettere insieme i pezzi (“non me ne accorgo subito, ma dopo capisco che succede spesso”), è un segnale importante di consapevolezza. È proprio da qui che può cominciare un percorso di cura.
In questi momenti è essenziale non affrontare tutto da sola. Parlarne con uno specialista può aiutarti a comprendere meglio la natura di queste oscillazioni e a proteggerti, soprattutto nei momenti in cui il dolore diventa ingestibile o si accompagna a pensieri autolesivi.
Ti invito a chiedere un confronto con uno psicoterapeuta o uno psichiatra: non per “etichettarti”, ma per dare un nome chiaro a ciò che stai vivendo e trovare un modo concreto per tornare a sentirti stabile, presente e al sicuro dentro di te.
Un caro saluto
Chiara Campagnano
Buongiorno,
ti ringrazio per aver scritto con tanta sincerità — già questo è un passo importante, perché mostra che hai iniziato a osservare con consapevolezza qualcosa che dentro di te sta chiedendo ascolto e aiuto.
Quello che descrivi — momenti di profonda tristezza alternati a periodi di grande energia, entusiasmo, difficoltà a dormire e una sensazione di confusione o perdita di direzione — può essere molto faticoso da gestire da sola. In certi momenti può sembrare di non riconoscersi più, o di perdere il controllo su ciò che si prova. Non c’è nulla di “sbagliato” in te: il tuo sistema emotivo sta cercando un nuovo equilibrio, e merita uno spazio sicuro dove poterlo comprendere e regolare.
Ti consiglierei di intraprendere un percorso psicoterapeutico per approfondire ciò che sta accadendo e per una valutazione completa dell’andamento dell’umore. Questo può aiutarti a ritrovare stabilità e a costruire strumenti concreti per affrontare i momenti più intensi.
Se dovessero tornare pensieri negativi o impulsi a farti del male, ti invito a non restare sola: contatta qualcuno di fiducia o recati al pronto soccorso. Non è un fallimento, ma un modo per prenderti cura di te.
Hai già fatto un primo passo importante scrivendo qui. Con il giusto sostegno, questo può diventare l’inizio di un percorso di maggiore equilibrio e serenità.
Un caro saluto!
Dott.ssa Cinzia Pirrotta
ti ringrazio per aver scritto con tanta sincerità — già questo è un passo importante, perché mostra che hai iniziato a osservare con consapevolezza qualcosa che dentro di te sta chiedendo ascolto e aiuto.
Quello che descrivi — momenti di profonda tristezza alternati a periodi di grande energia, entusiasmo, difficoltà a dormire e una sensazione di confusione o perdita di direzione — può essere molto faticoso da gestire da sola. In certi momenti può sembrare di non riconoscersi più, o di perdere il controllo su ciò che si prova. Non c’è nulla di “sbagliato” in te: il tuo sistema emotivo sta cercando un nuovo equilibrio, e merita uno spazio sicuro dove poterlo comprendere e regolare.
Ti consiglierei di intraprendere un percorso psicoterapeutico per approfondire ciò che sta accadendo e per una valutazione completa dell’andamento dell’umore. Questo può aiutarti a ritrovare stabilità e a costruire strumenti concreti per affrontare i momenti più intensi.
Se dovessero tornare pensieri negativi o impulsi a farti del male, ti invito a non restare sola: contatta qualcuno di fiducia o recati al pronto soccorso. Non è un fallimento, ma un modo per prenderti cura di te.
Hai già fatto un primo passo importante scrivendo qui. Con il giusto sostegno, questo può diventare l’inizio di un percorso di maggiore equilibrio e serenità.
Un caro saluto!
Dott.ssa Cinzia Pirrotta
Gentile utente, la ringrazio per il coraggio nel raccontare la sua storia e la ricchezza dei dettagli. Dalle informazioni che ha fornito, si intuisce che ha riflettuto molto sui suoi comportamenti e cambiamenti di umore; le sue parole denotano una buona consapevolezza, accorgendosi della ciclicità che alterna i periodi in cui ha molta energia e fa “mille cose” con quelli dove ha pensieri brutti e il suo umore cala. Sono tutti elementi che meritano un contesto psicoterapeutico per essere approfonditi adeguatamente. Mi sento di suggerirle di cogliere questo “ultimo periodo” in cui percepisce un maggior entusiasmo per individuare un professionista dell’ascolto nella sua zona a cui sottoporre la sua storia e valutare insieme come favorire il suo benessere. Le faccio i migliori auguri per ritrovare la serenità quanto prima. Cordialmente, dottor Andrea Marinelli
Buongiorno,
Non mi è chiaro se si sia mai rivolta ad uno psicoterapeuta o psichiatra.
I suoi sbalzi di umore sembrano renderle la vita complicata, i passaggi da euforia alla depressione immagino siano frustranti. Ogni volta che prova a costruire, poi distrugge. Quanta fatica! Si rivolga ad uno specialista e chieda aiuto possibilmente con un incontro in presenza e non on line.
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Non mi è chiaro se si sia mai rivolta ad uno psicoterapeuta o psichiatra.
I suoi sbalzi di umore sembrano renderle la vita complicata, i passaggi da euforia alla depressione immagino siano frustranti. Ogni volta che prova a costruire, poi distrugge. Quanta fatica! Si rivolga ad uno specialista e chieda aiuto possibilmente con un incontro in presenza e non on line.
Un caro saluto
Dott.ssa Cristina Villa
Buongiorno e grazie per il suo messaggio.
Si percepisce quanto quello che sta vivendo sia intenso e faticoso, e quanto si trovi a oscillare tra momenti di grande energia e momenti di profonda caduta. Queste alternanze, che sembrano sorprenderla ogni volta come se accadessero “fuori controllo”, hanno probabilmente un senso, ma è un senso che non si lascia afferrare subito — come se qualcosa nel suo modo di sentire e di pensare si disfacesse e si ricomponesse di continuo.
In psicoanalisi, non cerchiamo tanto di classificare questi stati come “alti” o “bassi”, ma di comprendere da dove si originano, quale parola o mancanza li sostiene. Forse, quando si sente euforica, cerca di colmare un vuoto, di coprire qualcosa che, nei momenti di caduta, ritorna sotto forma di disperazione o di dolore per il suo corpo. Il corpo, in queste fasi, sembra diventare il luogo dove si scrive ciò che non trova voce: quando non riesce a dire, il corpo parla per lei, a volte anche facendole male.
Ha scritto che si sente come se avesse “perso la sua identità”. In psicoanalisi, questo può essere il segno che qualcosa della sua immagine di se — di chi pensa di essere per gli altri — si è incrinato. È una crisi, ma anche un’occasione: quella di cominciare a chiedersi chi lei è al di là di ciò che gli altri vedono o si aspettano da lei.
Il fatto che lei abbia scelto di scrivere, di raccontare, è già un movimento importante. È il segno che una parte di lei vuole capire, non solo “stare meglio”. In un percorso analitico, potrebbe iniziare a dare parola a questi passaggi, a mettere in sequenza ciò che ora le sembra frammentato. A volte, è proprio nel luogo della parola — nel racconto che prende forma poco a poco — che si riduce l’urgenza di agire o di punirsi.
La invito, se non lo sta già facendo, a rivolgersi a un professionista per cominciare a parlare in uno spazio che non giudica, dove ogni oscillazione, ogni gesto, ogni eccesso, possa trovare il suo posto. Ciò che oggi le appare come “confusione” può, nel tempo, diventare un discorso che le appartiene.
Nel frattempo, provi a non colpevolizzarsi per queste variazioni: sono il modo in cui, forse, la sua soggettività cerca di dirsi. Non c’è un’identità da ritrovare, ma una parola da costruire.
Si percepisce quanto quello che sta vivendo sia intenso e faticoso, e quanto si trovi a oscillare tra momenti di grande energia e momenti di profonda caduta. Queste alternanze, che sembrano sorprenderla ogni volta come se accadessero “fuori controllo”, hanno probabilmente un senso, ma è un senso che non si lascia afferrare subito — come se qualcosa nel suo modo di sentire e di pensare si disfacesse e si ricomponesse di continuo.
In psicoanalisi, non cerchiamo tanto di classificare questi stati come “alti” o “bassi”, ma di comprendere da dove si originano, quale parola o mancanza li sostiene. Forse, quando si sente euforica, cerca di colmare un vuoto, di coprire qualcosa che, nei momenti di caduta, ritorna sotto forma di disperazione o di dolore per il suo corpo. Il corpo, in queste fasi, sembra diventare il luogo dove si scrive ciò che non trova voce: quando non riesce a dire, il corpo parla per lei, a volte anche facendole male.
Ha scritto che si sente come se avesse “perso la sua identità”. In psicoanalisi, questo può essere il segno che qualcosa della sua immagine di se — di chi pensa di essere per gli altri — si è incrinato. È una crisi, ma anche un’occasione: quella di cominciare a chiedersi chi lei è al di là di ciò che gli altri vedono o si aspettano da lei.
Il fatto che lei abbia scelto di scrivere, di raccontare, è già un movimento importante. È il segno che una parte di lei vuole capire, non solo “stare meglio”. In un percorso analitico, potrebbe iniziare a dare parola a questi passaggi, a mettere in sequenza ciò che ora le sembra frammentato. A volte, è proprio nel luogo della parola — nel racconto che prende forma poco a poco — che si riduce l’urgenza di agire o di punirsi.
La invito, se non lo sta già facendo, a rivolgersi a un professionista per cominciare a parlare in uno spazio che non giudica, dove ogni oscillazione, ogni gesto, ogni eccesso, possa trovare il suo posto. Ciò che oggi le appare come “confusione” può, nel tempo, diventare un discorso che le appartiene.
Nel frattempo, provi a non colpevolizzarsi per queste variazioni: sono il modo in cui, forse, la sua soggettività cerca di dirsi. Non c’è un’identità da ritrovare, ma una parola da costruire.
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