Buongiorno, Sono una ragazza di 20 anni e da un paio di anni ho la costante necessità di tenere sot
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Buongiorno,
Sono una ragazza di 20 anni e da un paio di anni ho la costante necessità di tenere sotto controllo la mia vita. Questo controllo fino a qualche mese fa lo esercitavo sulla pillola anticoncezionale, il momento dell'assunzione era diventato infatti un vero e proprio "rito" che avevo adirittura iniziato a filmare in quando mettevo continuamente in dubbio le mie azioni. Il controllo sulla pillola è praticamente svanito da quando non sono più nella relazione tossica con il mio ex. Sono stata bene in questo periodo fino a quando da qualche mese il controllo si è spostato su quello che mangio. Ultimamente sto molto bene con me stessa e con il mio corpo, mi alleno ogni giorno e mangio sano, concedendomi un po' di tutto senza problemi, quando però mi capita di mangiare qualcosa di "sconosciuto", su cui non ho il controllo, vado nel panico. Prendendo come esempio un evento recente, ho cucinato della semplice pasta al pomodoro, la cui confezione era aperta da un po'. Mangiandola, sotto i denti sentivo qualcosa di duro, e ho notato la presenza di palline bianche e molto dure all'interno del mio piatto. Non ho la minima idea di cosa potesse essere, probabilmente qualcosa finito nel sacchetto rimasto aperto nella credenza, ma non sapere cosa fosse, mi manda nel panico. Il pensiero che mi agita è appunto l'idea che io possa mangiare una qualche sostanza che possa farmi ingrassare a dismisura, cambiare il mio aspetto, ora che finalmente lo sto accettando. I miei genitori hanno mangiato la stessa pasta e ovviamente non si sono fatti nessun tipo di problema, nonostante la presenza di questa strana cosa all'interno del piatto. Potrebbe esistere un qualcosa che di colpo può modificarmi? Farmi aumentare di peso e cambiarmi totalmente? Il pensiero mi sveglia anche la notte. Sembra assurdo ma ció mi crea davvero una forte angoscia e non so come gestirla.
Distinti saluti
Sono una ragazza di 20 anni e da un paio di anni ho la costante necessità di tenere sotto controllo la mia vita. Questo controllo fino a qualche mese fa lo esercitavo sulla pillola anticoncezionale, il momento dell'assunzione era diventato infatti un vero e proprio "rito" che avevo adirittura iniziato a filmare in quando mettevo continuamente in dubbio le mie azioni. Il controllo sulla pillola è praticamente svanito da quando non sono più nella relazione tossica con il mio ex. Sono stata bene in questo periodo fino a quando da qualche mese il controllo si è spostato su quello che mangio. Ultimamente sto molto bene con me stessa e con il mio corpo, mi alleno ogni giorno e mangio sano, concedendomi un po' di tutto senza problemi, quando però mi capita di mangiare qualcosa di "sconosciuto", su cui non ho il controllo, vado nel panico. Prendendo come esempio un evento recente, ho cucinato della semplice pasta al pomodoro, la cui confezione era aperta da un po'. Mangiandola, sotto i denti sentivo qualcosa di duro, e ho notato la presenza di palline bianche e molto dure all'interno del mio piatto. Non ho la minima idea di cosa potesse essere, probabilmente qualcosa finito nel sacchetto rimasto aperto nella credenza, ma non sapere cosa fosse, mi manda nel panico. Il pensiero che mi agita è appunto l'idea che io possa mangiare una qualche sostanza che possa farmi ingrassare a dismisura, cambiare il mio aspetto, ora che finalmente lo sto accettando. I miei genitori hanno mangiato la stessa pasta e ovviamente non si sono fatti nessun tipo di problema, nonostante la presenza di questa strana cosa all'interno del piatto. Potrebbe esistere un qualcosa che di colpo può modificarmi? Farmi aumentare di peso e cambiarmi totalmente? Il pensiero mi sveglia anche la notte. Sembra assurdo ma ció mi crea davvero una forte angoscia e non so come gestirla.
Distinti saluti
Buongiorno, comprendo il suo malessere. Il controllo rigido può essere talvolta un tentativo di gestirsi spostando la fatica all'esterno. Il come gestire quello che vive in questo momento, diventa ulteriore incremento del controllo stringente. La invito a contattare uno psicologo per esplorare insieme quanto sente al fine di trovare una via utile a lei. Rimango a disposizione, un saluto
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Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Ritengo importante che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Ritengo importante che lei possa richiedere un consulto psicologico al fine di esplorare la situazione con ulteriori dettagli, elaborare pensieri e vissuti emotivi connessi e trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Credo che un consulto possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
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Cordialmente, dott FDL
Cara utente, dalle sue parole arriva forte questa angoscia che la sveglia anche la notte. Le consiglio vivamente di rivolgersi ad uno psicoterapeuta per affrontare questa angoscia che sembra portare dietro da un po' di tempo. Attraverso la terapia potrebbe affrontare i nuclei di questa angoscia, da dove viene e che cosa sta proteggendo con tutto questo controllo. Un saluto
Dott.ssa Antonella Abate
Dott.ssa Antonella Abate
Buongiorno, comprendo il malessere che sta vivendo. Spesso l'ipercontrollo esercitato su una qualsiasi propria azione è controproducente, perchè se inizialmente produce un po' di sollievo, alla lunga rende suscettibili ad ogni minimo imprevisto o modifica della situazione conosciuta, generando intensa paura. In questi casi può essere utile intraprendere un percorso psicologico per comprendere i motivi che la spingono all'ipercontrollo, l'origine del problema, in quali circostanze le capita, i vissuti emotivi associati, al fine di individuare il modo opportuno per affrontare e superare il suo malessere.
Resto a disposizione qualora desiderasse un aiuto psicologico. Un caro saluto e buon anno. Dott.ssa Matilde Ciaccia.
Resto a disposizione qualora desiderasse un aiuto psicologico. Un caro saluto e buon anno. Dott.ssa Matilde Ciaccia.
Buonasera, il tentativo di controllo su tutto ciò che ci circonda può certamente provocare uno stato di malessere in quanto porta a condurre uno stile di vita sempre più rigido e a un continuo stress mentale.
Sarebbe importante lavorare con uno psicologo sulle origini di questo suo bisogno di controllo, sui suoi stati emotivi e sui suoi vissuti. Potrà così trovare modi più funzionali di gestire le situazioni e di conseguenza le sue emozioni, lavorando su se stessa.
Resto a disposizione per qualunque chiarimento, un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Sarebbe importante lavorare con uno psicologo sulle origini di questo suo bisogno di controllo, sui suoi stati emotivi e sui suoi vissuti. Potrà così trovare modi più funzionali di gestire le situazioni e di conseguenza le sue emozioni, lavorando su se stessa.
Resto a disposizione per qualunque chiarimento, un caro saluto dottoressa Paola De Martino
Gentile utente, il racconto degli ultimi tuoi due anni mette in luce come la necessità di tenere sotto controllo e governare la tua vita e ciò che potrebbe accaderti siano diventati fonte di grande stress emotivo e relazionale. Certo sentirsi protagonisti attivi della propria esistenza è importante per avere fiducia in sè e nel proprio futuro, crearsi aspettative e progettare il proprio avvenire; tuttavia l'incertezza nella quale viviamo lascia aperta la porta all'imprevisto e all'imprevedibile, che talvolta sono fonte di piacevole sorpresa, altre volte di forte angoscia. Credo che affidandoti ad un professionista psicologo di tua fiducia, tu possa esplorare questi faticosi vissuti di "perdita di controllo" ed apprendere a "stare nell'incertezza" che caratterizza il nostro momento storico, magari cogliendo anche alcuni aspetti positivi e desiderabili di questa situazione. Rimango a tua disposizione per ogni necessità e ti saluto con calore.
Dott.ssa Roberta Sala
Dott.ssa Roberta Sala
Buionasera. Comprendo la difficoltà e la preoccupazione che sta vivendo. Mi sembra che l'elevato controllo sfoci nel pensiero ossessivo. Questo può comportare una difficoltà a vovere pienamente e con felicità la propria vita. Un percorso psicoterapeutico potrebbe essere di grande aiuto.
Salve, sulla base delle indicazioni che condivide nella sua nota potrebbe esserle utile un consulto con uno psicoterapeuta per analizzare con lui la sua attuale situazione e valutare anche altri eventuali aspetti che non sono presenti nella sua nota. Al termine di questa prima attività si potranno valutare le eventuali o ulteriori fasi di lavoro. Quelle che emerge dalla sua nota e che induce a ritenere opportuno un consulto è il disagio che esprime nel suo racconto degli eventi che comunque non può essere valutato solo dalla semplice lettura della sua nota. Un cordiale saluto
Buonasera. Comprendo quanto scrive e capisco quanto complesso sia per Lei gestirsi in questo momento. Ritengo possa esserLe utile contattare uno psicologo per meglio comprendere cosa stia accadendo, quale sia l'origine e trovare insieme delle strategie funzionali per non inficiare la sua quotidianità.
Rimango a disposizione nel caso in cui avvertisse la necessità di un consulto, anche online.
La saluto, dott.ssa Daniela Parisi
Rimango a disposizione nel caso in cui avvertisse la necessità di un consulto, anche online.
La saluto, dott.ssa Daniela Parisi
Buonasera, mi sembra che ci sia stata per lei una progressiva angoscia, che tenta di controllare attraverso un pensiero rigido. Sarebbe importante fermarsi per iniziare a comprendere da dove vengono le sue paure. Le consiglio di concedersi qualche consulto con uno psicoterapeuta che possa aiutarla a trovare un focus di questa ansia opprimente. Considerando casomai i suoi vissuti maturati all'interno della relazione con il suo ex ragazzo. Resto a disposizione per eventuale richiesta di approfondimento. Saluti,
Dr. Vittorio Cameriero
Dr. Vittorio Cameriero
Buonasera. Mi spiace per le preoccupazioni e l'angoscia che sta vivendo legate alla costante necessità che riferisce di tenere sotto controllo la sua vita. Il mio suggerimento è di riflettere sulla possibilità di rivolgersi ad uno/a psicoterapeuta per approfondire ed esplorare maggiormente la sua condivisione, valutando l'eventualità di poter iniziare un percorso psicologico attraverso il quale poter dar voce alle paure ed alle preoccupazioni che descrive, ai propri sentimenti, al bisogno di controllo ecc. al fine di costruire con se stessa un rapporto maggiormente sereno e sicuro, e più centrato sulla fiducia di sé. Un saluto, Dott. Felice Schettini
Gentile Amica,
da quello che scrive, si capisce bene quanto difficile sia diventato per lei condurre una vita "serena" ossia con le "semplici" ansie che riguardano tutti noi. Il suo iper-controllo sembra comprensibile alla luce del danno rovinoso che immagina possa arrecarle qualsiasi modificazione del suo corpo. E come se tutto di lei, della sua vita, dei suoi desideri, dei suoi talenti e dei suoi difetti si concentrasse nell'aspetto del suo corpo, attraverso passa anche l'unico modo di sentirsi "bene con se stessa".
E' davvero così?
E se in lei, nella sua vita, nelle sue relazioni, ci fosse qualcosa oltre l'aspetto del suo corpo e le minacce ad esso? Se i suoi desideri, le sue aspirazioni, i suoi talenti, le sue virtù, le sue idee fossero altrettanto "belle", e potessero renderla altrettanto attraente, e felice?
Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla a riscoprire tutto il complesso mondo della sua esperienza e liberarla dal suo "ipercontrollo".
con i migliori auguri,
dr. Ventura
da quello che scrive, si capisce bene quanto difficile sia diventato per lei condurre una vita "serena" ossia con le "semplici" ansie che riguardano tutti noi. Il suo iper-controllo sembra comprensibile alla luce del danno rovinoso che immagina possa arrecarle qualsiasi modificazione del suo corpo. E come se tutto di lei, della sua vita, dei suoi desideri, dei suoi talenti e dei suoi difetti si concentrasse nell'aspetto del suo corpo, attraverso passa anche l'unico modo di sentirsi "bene con se stessa".
E' davvero così?
E se in lei, nella sua vita, nelle sue relazioni, ci fosse qualcosa oltre l'aspetto del suo corpo e le minacce ad esso? Se i suoi desideri, le sue aspirazioni, i suoi talenti, le sue virtù, le sue idee fossero altrettanto "belle", e potessero renderla altrettanto attraente, e felice?
Un percorso di psicoterapia potrebbe aiutarla a riscoprire tutto il complesso mondo della sua esperienza e liberarla dal suo "ipercontrollo".
con i migliori auguri,
dr. Ventura
Gentile utente, ipercontrollo, ruminazioni, ossessioni e richieste di rassicurazione sono (e solo alcuni) aspetti della stessa difficoltà e pertanto strettamente connessi.
Anche In questa sede chiede una rassicurazione, ponendoci dei quesiti specifici ai suoi dubbi…
Chieda un consulto con uno specialista: saprà riconoscere la sua difficoltà, rimandargliela con cognizione di causa e proporle l’intervento opportuno.
Le suggerisco inoltre uno specialista ad orientamento Cognitivo Comportamentale.
Tanti Auguri!
Anche In questa sede chiede una rassicurazione, ponendoci dei quesiti specifici ai suoi dubbi…
Chieda un consulto con uno specialista: saprà riconoscere la sua difficoltà, rimandargliela con cognizione di causa e proporle l’intervento opportuno.
Le suggerisco inoltre uno specialista ad orientamento Cognitivo Comportamentale.
Tanti Auguri!
Cara ragazza,
i suoi pensieri e le sue angosce sembrerebbero la manifestazione sintomatica di un disturbo ossessivo compulsivo. Come per altri disturbi d’ansia il trattamento indicato in questi casi é quello farmacoterapico congiunto a quello psicoterapico. Il primo servirebbe ad alleviare la morsa dei suoi sintomi sinché si troveranno in una fase acuta, il secondo guarderebbe ad un benessere più a lungo termine consentendole di approfondire il significato dei suoi sintomi e la loro stessa funzione relazionale. Non perda altro tempo e contatti quanto prima uno specialista, vedrà che con il tempo riuscirà a star meglio.
Cordiali saluti
Dottor Diego Ferrara
i suoi pensieri e le sue angosce sembrerebbero la manifestazione sintomatica di un disturbo ossessivo compulsivo. Come per altri disturbi d’ansia il trattamento indicato in questi casi é quello farmacoterapico congiunto a quello psicoterapico. Il primo servirebbe ad alleviare la morsa dei suoi sintomi sinché si troveranno in una fase acuta, il secondo guarderebbe ad un benessere più a lungo termine consentendole di approfondire il significato dei suoi sintomi e la loro stessa funzione relazionale. Non perda altro tempo e contatti quanto prima uno specialista, vedrà che con il tempo riuscirà a star meglio.
Cordiali saluti
Dottor Diego Ferrara
Buongiorno,
capisco il malessere che prova, impegnare costantemente risorse nel controllo è altamente faticoso e pesante.
Quello che racconta è importante, per comprendere ed elaborare a fondo i motivi di questo suo controllo e trovare una soluzione, occorrerebbero calma e più informazioni. Consideri l'opportunità di un consulto psicologico, potrà certamente aiutarla.
Cordialmente, EP
capisco il malessere che prova, impegnare costantemente risorse nel controllo è altamente faticoso e pesante.
Quello che racconta è importante, per comprendere ed elaborare a fondo i motivi di questo suo controllo e trovare una soluzione, occorrerebbero calma e più informazioni. Consideri l'opportunità di un consulto psicologico, potrà certamente aiutarla.
Cordialmente, EP
Salve, intanto vorrei ringraziarle per il coraggio dimostrato, per essersi aperta nel raccontare ciò che le causa sofferenza. Sicuramente vivere nella costante angoscia di poter cambiare, in uno stato di allerta e con la continua paura di non riconoscersi nel proprio corpo, comprendo che possa causare molta frustrazione.
Le consiglio di chiedere un consulto psicologico ad un professionista, con il quale potrà affrontare queste dinamiche all' interno di un contesto supportivo e non giudicante, dove potrà sentirsi libera di esprimere le sue emozioni associate a determinati pensieri e sensazioni provate, sarebbe necessario inquadrare meglio le sue esperienze ed i suoi vissuti, partendo dal ripercorrere la sua storia di vita in modo da avere maggiori informazioni e chiarezza.
Rimango a disposizioni per qualsiasi perplessità o dubbio.
Saluti, Dott.ssa Angela Peronace
Le consiglio di chiedere un consulto psicologico ad un professionista, con il quale potrà affrontare queste dinamiche all' interno di un contesto supportivo e non giudicante, dove potrà sentirsi libera di esprimere le sue emozioni associate a determinati pensieri e sensazioni provate, sarebbe necessario inquadrare meglio le sue esperienze ed i suoi vissuti, partendo dal ripercorrere la sua storia di vita in modo da avere maggiori informazioni e chiarezza.
Rimango a disposizioni per qualsiasi perplessità o dubbio.
Saluti, Dott.ssa Angela Peronace
Buonasera, mi dispiace sia così difficile questo momento. Spesso il controllo serve per crearci l'illusione che nulla di negativo possa accadere, un modalità di gestire stati ansiosi. In ogni caso, credo che con il quadro da lei descritto, sia fondamentale rivolgersi quanto prima ad un professionista. Un caro saluto. Dott.ssa Alessandra Morosinotto
Buonasera, credo che il controllo stia aumentando nei confronti di vari ambiti della sua vita, compreso il suo corpo come lei stessa ha scritto. Sarebbe necessario analizzare cosa da cosa sia generato prima che la situazione si aggravi ulteriormente. L'idea che ci possano essere sostanze che possano repentinamente farle cambiare aspetto non sono fondate. Le suggerisco di rivolgersi ad uno psicoterapeuta della sua zona per valutare il da farsi.
Buon pomeriggio, non vi sono sostanza in grado di cambiarla completamente e repentinamente. Il controllo è un bisogno, sarebbe utile indagare cosa faccia nascere questo bisogno. Dott.ssa Sarno
Gentile utente, la sua esperienza mette in evidenza il delicato equilibrio tra il desiderio di controllare aspetti della vita quotidiana e la paura di perdersi, che può manifestarsi in forma di angoscia. L’evoluzione del controllo dalla pillola anticoncezionale al cibo rispecchia una necessità di stabilire punti fissi in un contesto che, sebbene ora più positivo, può comunque apparire instabile. La sua ansia riguardo a ciò che mangia, specialmente quando l'elemento è sconosciuto o non controllato, può rappresentare una forma di difesa contro l’ignoto e la paura di perdere ciò che ha ottenuto in termini di benessere e accettazione del suo corpo. La preoccupazione che un episodio esterno, come il consumo di un cibo potenzialmente problematico, possa in un attimo compromettere la sua stabilità emotiva e fisica è un riflesso dei vissuti di insicurezza che sembrano provenire da esperienze passate. È importante riconoscere che la vera minaccia non proviene da un evento isolato, ma dalla costante vigilanza e dal timore di perdere il controllo. Potrebbe essere utile esplorare queste emozioni con un professionista per sviluppare strategie e strumenti per affrontare e gestire l'ansia, aprendosi gradualmente all'idea che l'imperfezione e l'incertezza sono parte della vita e non necessariamente portano a un esito negativo.
Se desidera approfondire ulteriormente queste dinamiche e trovare modi per alleviare la sua angoscia, non esiti a contattarmi.
Prevedo condizioni agevolate per il percorso dei giovani pazienti che, come Lei, condividono una seria e strutturata domanda.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Se desidera approfondire ulteriormente queste dinamiche e trovare modi per alleviare la sua angoscia, non esiti a contattarmi.
Prevedo condizioni agevolate per il percorso dei giovani pazienti che, come Lei, condividono una seria e strutturata domanda.
Cordialmente, dottoressa Laura Lanocita.
Buonasera, quella che sta descrivendo è un’esperienza di grande ansia legata al bisogno di controllo, un meccanismo che sembra aver assunto diverse forme nel corso del tempo. Prima si manifestava attraverso la pillola anticoncezionale, ora si è spostato sull’alimentazione, con un’attenzione intensa a ciò che introduce nel suo corpo e alla possibilità di perdere il controllo su di esso. Questa preoccupazione, accompagnata da pensieri intrusivi e da una forte angoscia, sembra occupare molto spazio nella sua mente, al punto da svegliarla di notte. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, è possibile che il suo bisogno di controllo sia una strategia che il suo cervello ha sviluppato per gestire l’ansia. Quando viviamo situazioni incerte o difficili, come una relazione tossica, il controllo può apparire come un’ancora di salvezza: avere la certezza di aver assunto la pillola nel modo corretto, filmare il momento, verificare più volte le proprie azioni sono comportamenti che le davano una sensazione temporanea di sicurezza. Ora che la relazione è finita e si sente meglio con il suo corpo, il bisogno di controllo non è scomparso, ma si è spostato su un altro ambito della sua vita, ossia l’alimentazione. Il fatto che abbia paura che qualcosa di sconosciuto possa cambiare drasticamente il suo aspetto e il suo peso suggerisce che il suo cervello sta reagendo in modo iperprotettivo. È come se la sua mente, per proteggerla da un’eventuale perdita di controllo sul corpo e sull’accettazione di sé, amplificasse il pericolo e la facesse focalizzare su dettagli minimi, facendole vivere una paura sproporzionata rispetto alla realtà. È importante notare che non esiste nessuna sostanza che, assunta una volta, possa improvvisamente modificarla in modo irreversibile. Questo pensiero, anche se razionalmente potrebbe sembrare irrazionale, per lei è estremamente reale e angosciante. Uno dei modi per affrontare questo meccanismo è iniziare a riconoscere che il bisogno di controllo e i pensieri che ne derivano non sono la realtà, ma una costruzione della sua mente per gestire l’ansia. Quando si trova in situazioni che scatenano questa paura, potrebbe essere utile fermarsi un attimo e chiedersi: "Questa paura è basata su fatti reali o è un’interpretazione amplificata dalla mia ansia?". Allo stesso tempo, potrebbe provare a ridurre progressivamente i comportamenti di controllo, come analizzare eccessivamente il cibo o cercare rassicurazioni continue. Esporsi gradualmente a ciò che teme, senza fuggire immediatamente dall’ansia, può aiutarla a rendersi conto che il pericolo che percepisce non si verifica realmente. Un altro aspetto fondamentale riguarda i suoi pensieri notturni. Se questi pensieri la svegliano, significa che il suo cervello è in uno stato di iperattivazione. Potrebbe essere utile sviluppare una routine serale che la aiuti a rilassarsi e a ridurre la sua attività mentale prima di dormire, come scrivere i pensieri su un diario, praticare esercizi di respirazione o ascoltare qualcosa di rilassante. Il fatto che sia consapevole di questa difficoltà e che voglia affrontarla è un passo molto importante. Se sente che l’ansia e il bisogno di controllo stanno influenzando in modo significativo la sua quotidianità, potrebbe essere utile confrontarsi con uno psicologo per lavorare su questi aspetti in modo più approfondito. L’obiettivo non è eliminare completamente il bisogno di controllo (che in certe dosi è normale e sano), ma imparare a gestirlo in modo che non prenda il sopravvento e non condizioni la sua serenità. Resto a disposizione, Dott. Andrea Boggero
Buongiorno,
quello che racconti sembra essere legato a una forma di ansia che si manifesta attraverso il bisogno di controllo, prima su aspetti relazionali e poi sul corpo e sull’alimentazione. Quando non riusciamo a controllare qualcosa, la mente può iniziare a generare pensieri catastrofici che, anche se irrazionali, ci fanno sentire in pericolo. Il tuo timore che una sostanza possa modificarti all’improvviso non è fondato, ma capisco quanto possa sembrarti reale in quei momenti. La terapia cognitivo-comportamentale lavora proprio su questi pensieri e sulle emozioni che generano, per aiutarti a riconoscerli, ridimensionarli e affrontarli senza evitare o controllare in modo eccessivo. Il fatto che tu sia consapevole di questo meccanismo e che stia cercando aiuto è un ottimo punto di partenza per iniziare un percorso di cambiamento.
un cordiale saluto
dott.ssa Morreale Ilenia
quello che racconti sembra essere legato a una forma di ansia che si manifesta attraverso il bisogno di controllo, prima su aspetti relazionali e poi sul corpo e sull’alimentazione. Quando non riusciamo a controllare qualcosa, la mente può iniziare a generare pensieri catastrofici che, anche se irrazionali, ci fanno sentire in pericolo. Il tuo timore che una sostanza possa modificarti all’improvviso non è fondato, ma capisco quanto possa sembrarti reale in quei momenti. La terapia cognitivo-comportamentale lavora proprio su questi pensieri e sulle emozioni che generano, per aiutarti a riconoscerli, ridimensionarli e affrontarli senza evitare o controllare in modo eccessivo. Il fatto che tu sia consapevole di questo meccanismo e che stia cercando aiuto è un ottimo punto di partenza per iniziare un percorso di cambiamento.
un cordiale saluto
dott.ssa Morreale Ilenia
Ciao, da quello che scrivi emerge una grande sofferenza legata al bisogno di controllare. Spesso, quando il controllo diventa così rigido, non è tanto una questione di “peso” o di “cibo”, ma del rapporto con il proprio senso di sé, con la possibilità di fidarsi delle proprie percezioni e scelte.
Può darsi che, in questo momento, tu senta il bisogno di ancorarti a qualcosa di tangibile per non perdere il contatto con te stessa.
Ti suggerirei di rivolgerti a un professionista: non tanto per “eliminare” il controllo, ma per capire da dove nasce, cosa rappresenta per te, e come poter ritrovare fiducia nel tuo sentire. In uno spazio di ascolto continuativo potresti dare voce a ciò che oggi si esprime attraverso il corpo e il controllo, e da lì iniziare a costruire un rapporto più libero con te stessa.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Giulia Saso
Può darsi che, in questo momento, tu senta il bisogno di ancorarti a qualcosa di tangibile per non perdere il contatto con te stessa.
Ti suggerirei di rivolgerti a un professionista: non tanto per “eliminare” il controllo, ma per capire da dove nasce, cosa rappresenta per te, e come poter ritrovare fiducia nel tuo sentire. In uno spazio di ascolto continuativo potresti dare voce a ciò che oggi si esprime attraverso il corpo e il controllo, e da lì iniziare a costruire un rapporto più libero con te stessa.
Rimango a disposizione,
Dott.ssa Giulia Saso
Salve,
quello che racconti descrive con grande chiarezza una forma di ansia legata al bisogno di controllo, che spesso nasce dal tentativo di rassicurarsi quando ci si sente vulnerabili. Hai attraversato una relazione tossica, e probabilmente in quel periodo hai imparato – quasi per difenderti – a trovare sicurezza nel controllo delle piccole cose: la pillola, l’orario, il rituale, ogni dettaglio che ti faceva sentire padrona della situazione. Quando la relazione è finita, è rimasta però quella modalità appresa: il bisogno di “certezza” si è solo spostato su un altro ambito, ora quello dell’alimentazione.
È importante sottolineare che non esiste nessuna sostanza “misteriosa” o alimento che possa, da solo e in modo improvviso, modificare il corpo o far ingrassare in maniera incontrollata. Il pensiero che qualcosa di esterno possa cambiare il tuo aspetto di colpo nasce da un forte stato d’allerta, non da un reale rischio fisico. Quello che stai vivendo è un pensiero intrusivo, un po’ come un’allerta del cervello che si attiva anche quando non c’è un pericolo concreto. Succede quando la mente si è abituata a monitorare tutto per evitare imprevisti, e ogni piccolo dubbio diventa un segnale di “rischio”.
Ciò che descrivi – l’angoscia, il bisogno di controllo e la difficoltà a fidarti di ciò che non puoi verificare – non è assurdo, è piuttosto il linguaggio con cui la tua mente esprime un’ansia profonda. Il fatto che tu lo riconosca, e che ne parli con lucidità, è già un grande passo. Ora sarebbe importante lavorare su questo meccanismo in uno spazio sicuro, dove tu possa imparare a distinguere tra il “controllo protettivo” e la paura che inganna. Un percorso psicologico potrebbe aiutarti a capire da dove nasce quel bisogno, a ridurlo gradualmente e a ritrovare fiducia nelle sensazioni del tuo corpo e nei tuoi gesti quotidiani.
Ti saluto con calore, e se lo desideri, possiamo costruire insieme un percorso personalizzato per aiutarti a ritrovare la serenità nel vivere le cose semplici – anche un piatto di pasta – senza che la mente ti riporti sempre nel terreno della paura.
quello che racconti descrive con grande chiarezza una forma di ansia legata al bisogno di controllo, che spesso nasce dal tentativo di rassicurarsi quando ci si sente vulnerabili. Hai attraversato una relazione tossica, e probabilmente in quel periodo hai imparato – quasi per difenderti – a trovare sicurezza nel controllo delle piccole cose: la pillola, l’orario, il rituale, ogni dettaglio che ti faceva sentire padrona della situazione. Quando la relazione è finita, è rimasta però quella modalità appresa: il bisogno di “certezza” si è solo spostato su un altro ambito, ora quello dell’alimentazione.
È importante sottolineare che non esiste nessuna sostanza “misteriosa” o alimento che possa, da solo e in modo improvviso, modificare il corpo o far ingrassare in maniera incontrollata. Il pensiero che qualcosa di esterno possa cambiare il tuo aspetto di colpo nasce da un forte stato d’allerta, non da un reale rischio fisico. Quello che stai vivendo è un pensiero intrusivo, un po’ come un’allerta del cervello che si attiva anche quando non c’è un pericolo concreto. Succede quando la mente si è abituata a monitorare tutto per evitare imprevisti, e ogni piccolo dubbio diventa un segnale di “rischio”.
Ciò che descrivi – l’angoscia, il bisogno di controllo e la difficoltà a fidarti di ciò che non puoi verificare – non è assurdo, è piuttosto il linguaggio con cui la tua mente esprime un’ansia profonda. Il fatto che tu lo riconosca, e che ne parli con lucidità, è già un grande passo. Ora sarebbe importante lavorare su questo meccanismo in uno spazio sicuro, dove tu possa imparare a distinguere tra il “controllo protettivo” e la paura che inganna. Un percorso psicologico potrebbe aiutarti a capire da dove nasce quel bisogno, a ridurlo gradualmente e a ritrovare fiducia nelle sensazioni del tuo corpo e nei tuoi gesti quotidiani.
Ti saluto con calore, e se lo desideri, possiamo costruire insieme un percorso personalizzato per aiutarti a ritrovare la serenità nel vivere le cose semplici – anche un piatto di pasta – senza che la mente ti riporti sempre nel terreno della paura.
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