Buongiorno sono una madre disperata! Vorrei capire i problemi di mia figlia, cerco un buon specialis

28 risposte
Buongiorno sono una madre disperata! Vorrei capire i problemi di mia figlia, cerco un buon specialistica! La ragazza ha 12 anni, difficoltà sociali da sempre, molto timida e vergognosa fuori ma molto aggressiva e prepotente in casa. Purtroppo mente costantemente e nega anche l evidenza fino al punto che mi chiedo se ci possa essere un disturbo di personalità dietro! Rabbiosa, svogliata, quasi apatica, a volte sembra che abbia una mancanza di reazioni a quello che le. Succede, come una rischio bocciatura, una punizione ecc. Da poco sta migliorando il rapporto con le coetanee ma è messa molto male a scuola e non vuole ascoltare nessuno! Polemica, la camera un campo di battaglia! Risponde spesso male non accetta regole ed è molto triste e sensibile. Di Ricente ho notato dei tagli sulle braccia sicuramente autoinflitti che nega!!!! Non volevo dare un brutto quadro di mia figlia ma solo esporre i problemi perché questi comportamenti non credo siano normali e sono molto preoccupata! Cerco chi può intraprendere un percorso e aiutarmi a capire cosa ci può essere dietro
Dott.ssa Sofia Bonomi
Psicologo clinico, Psicologo
Milano
Buongiorno, dalle righe che condivide si deduce una grossa preoccupazione per sua figlia e anche un forte desiderio di capirla ed entrare in relazione con lei che si scontra con la difficoltà ad avvicinarsi senza essere respinta. Sembra che sua figlia, aldilà della normale reazione data anche dalla fase di vita delicata che sta attraversando, possa vivere un malessere che fatica ad esprimere se non attraverso questi agiti aggressivi. Penso sia molto positivo il suo proposito di intraprendere un percorso per essere aiutata ad aiutare e a comprendere sua figlia. Resto a disposizione ( eventualmente online oppure in presenza a Brescia o Milano). Cordialmente, dott.ssa Bonomi

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Dott.ssa Silvia Parisi
Psicoterapeuta, Psicologo, Sessuologo
Torino
Buongiorno,

grazie per aver condiviso con tanta sincerità e preoccupazione ciò che sta accadendo a sua figlia. È comprensibile che, come madre, si senta smarrita e in difficoltà di fronte a comportamenti che sembrano così contrastanti: da un lato la timidezza e la chiusura con il mondo esterno, dall’altro l’aggressività e il rifiuto delle regole in ambito familiare.

L’adolescenza, in particolare intorno ai 12 anni, è un periodo delicatissimo in cui possono emergere disagi che talvolta sono difficili da interpretare e che si manifestano attraverso comportamenti oppositivi, atteggiamenti provocatori, isolamento, scarsa motivazione scolastica, apatia o tristezza profonda.

Il fatto che sua figlia presenti anche segnali preoccupanti come i tagli sulle braccia – che potrebbero essere forme di autolesionismo – indica un disagio interno che merita attenzione e ascolto. Questi comportamenti non vanno sottovalutati: non sono semplici “capricci” o “crisi adolescenziali”, ma possono essere espressione di una sofferenza psicologica più profonda.

La negazione costante, l’apparente indifferenza verso le conseguenze, l’irritabilità e la chiusura sono spesso segnali che qualcosa dentro non riesce a essere comunicato con parole. In certi casi, queste manifestazioni possono essere ricondotte a problematiche emotive, relazionali, o in alcuni casi a disturbi psicologici che vanno valutati con attenzione.

Proprio per questo sarebbe utile e consigliato rivolgersi a uno specialista, come uno psicologo psicoterapeuta esperto in età evolutiva, per una valutazione approfondita del funzionamento emotivo, relazionale e comportamentale di sua figlia, e per intraprendere insieme un percorso che aiuti sia lei che la sua famiglia a comprendere meglio quanto sta accadendo e come affrontarlo.

Con disponibilità e ascolto,
Dottoressa Silvia Parisi
Psicologa Psicoterapeuta Sessuologa








Dr. Giacomo Bonetti
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Gentile mamma, comprendo che sia preoccupata e che non sappia come muoversi. Molti dei comportamenti e atteggiamenti che cita rientrano pienamente nell'adolescenza in cui sua figlia sta entrando in pieno. Dalle sue parole io vedo una ragazzina sofferente e in difficoltà: cerchi un professionista specializzato in età evolutiva che abbia lo studio dalle sue parti e vedrà che saprà aiutarla.
Mi permetto però di aggiungere che, da genitore, il compito che la aspetta non è certamente facile: qualora dovesse sentire che le sue fatiche e preoccupazioni di madre sono tanto elevate e causa di sofferenza, non esiti a rivolgersi lei stessa ad uno psicologo.
Dott. Giacomo Bonetti
Gentile Signora,
La ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità e preoccupazione il vissuto che sta affrontando con sua figlia.
Da quanto descrive, emergono aspetti che meritano sicuramente un ascolto approfondito e uno spazio protetto in cui poter osservare insieme ciò che sta accadendo. Alcuni comportamenti, come le difficoltà relazionali, le oscillazioni emotive, le condotte oppositive e i segnali di disagio più marcati come l’autolesionismo, richiedono attenzione, ma vanno sempre letti all’interno della storia personale, familiare ed evolutiva della ragazza. In adolescenza è frequente che certe manifestazioni assumano una forma intensa e disorganizzata, soprattutto quando il mondo interno è abitato da forti emozioni difficili da comprendere e gestire. Più che “diagnosticare” subito, è importante costruire un percorso di valutazione clinica che possa far luce sui bisogni emotivi e psicologici della ragazza, aiutandola a trovare strumenti più funzionali per esprimere il suo mondo interno.
Mi rendo disponibile, se lo desidera, per un primo colloquio di accoglienza, in cui valutare insieme la situazione e definire i passi successivi più adeguati. In questi casi, un lavoro integrato che coinvolga anche la famiglia può fare una grande differenza.
Resto a disposizione per qualsiasi ulteriore informazione o chiarimento.
Dott.ssa Valeria Silvestri
Dott. Giuseppe Mirabella
Psicologo, Psicologo clinico
Modica
Gentile Signora,
Le emozioni che emergono dalle sue parole — preoccupazione, frustrazione, ma anche desiderio di aiuto — sono assolutamente comprensibili. È evidente quanto lei tenga a sua figlia e quanto stia cercando, con tutte le sue forze, di capire cosa le stia accadendo per poterla sostenere al meglio.
I comportamenti che descrive — difficoltà sociali, forti sbalzi tra timidezza e aggressività, tendenza alla menzogna, rabbia, apatia, rifiuto delle regole, tristezza e possibile autolesionismo — sono segnali che meritano attenzione e che suggeriscono la necessità di un approfondimento psicologico. In questa fase delicata dello sviluppo, come l’età preadolescenziale, è fondamentale offrire alla ragazza uno spazio protetto in cui possa sentirsi ascoltata e accolta senza giudizio.
La presenza di possibili condotte autolesive è un segnale importante da non sottovalutare, anche se viene negato. Questo tipo di comportamento può essere un modo per esprimere un disagio emotivo profondo, non sempre facile da verbalizzare a quest’età.
Le suggerisco di intraprendere un percorso di valutazione psicodiagnostica, che possa chiarire meglio la natura del disagio e fornire indicazioni su un eventuale intervento terapeutico. Lavorare insieme, famiglia e terapeuta, può essere un passaggio decisivo per comprendere i bisogni reali di sua figlia e accompagnarla in un percorso di crescita più sereno.
Dr. Giuseppe Mirabella
Dott.ssa Giovanna Mauro
Psicologo, Psicologo clinico
Ragusa
Gentile Utente,

Ha provato ad interfacciarsi con il padre di Sua figlia su questo tema, per poter fare un discorso alla ragazza tutti insieme seduti attorno a un tavolo? L'adolescenza è un periodo molto turbolento che prevede la messa in dubbio delle regole e dell'autorità nella necessità di strutturare una propria visione del mondo e "staccarsi". Quando il comportamento va troppo lontano, può rivelarsi utile ai genitori sedersi e comunicare all'adolescente che non è sol*, che viene attenzionat*, osservat* e volut* bene nonostante gli scontri in casa e le sfuriate emotive. E, proprio in questo contesto, riconfermare le regole con cui l'adolescente è cresciut*. Ciò mantiene voi genitori come punto fermo essenziale, una boa intorno alla quale l'adolescente continuerà ad intessere la sua personalità.
Il discorso potrebbe essere sviluppato meglio intraprendendo un percorso (per Lei) che possa fungere da conforto e guida.

Buona fortuna e non si scoraggi.
Buongiorno signora, grazie per aver condiviso con tanta sincerità la sua situazione. Comprendo profondamente la sua preoccupazione in quanto mamma: l’adolescenza può essere un periodo complesso e carico di cambiamenti, soprattutto quando il disagio si manifesta in modi così intensi.
Ciò che descrive merita attenzione e ascolto: comportamenti oppositivi, isolamento, rabbia, calo scolastico e autolesionismo sono segnali importanti, che spesso nascondono una sofferenza interiore non sempre facile da esprimere. Un percorso psicologico può essere utile non solo per sua figlia, ma anche per lei genitore, per comprendere meglio il suo mondo emotivo e trovare insieme nuove modalità relazionali.
Resto a disposizione.
Dott.ssa Noemi Anna Savoca
Psicologo clinico, Psicologo
Napoli
Buongiorno,

capisco profondamente la sua preoccupazione e il peso che queste difficoltà di sua figlia stanno portando in famiglia. È normale sentirsi confusi e spaesati davanti a comportamenti così complessi, come l’aggressività in casa, la chiusura emotiva e i segni di autolesionismo.

Questi segnali spesso raccontano una sofferenza interiore che i ragazzi non sanno ancora come esprimere o gestire. Per questo un percorso psicologico mirato può essere davvero prezioso: non solo per capire cosa c’è dietro questi comportamenti, ma anche per accompagnare sua figlia a trovare un modo più sereno di comunicare e vivere le sue emozioni.

Sappia che non è sola e che chiedere aiuto è già un grande passo. Se vuole, posso mettermi a disposizione personalmente per accompagnare sua figlia e la vostra famiglia in questo percorso.
Dott.ssa Isabella Mazzocchi
Psicologo, Psicologo clinico
Urbino
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso con tanta apertura la situazione di sua figlia. Comprendo profondamente la sua preoccupazione: è difficile, come genitore, trovarsi di fronte a comportamenti così complessi e sentirsi in difficoltà nel capire come aiutare.
Quello che descrive merita attenzione e credo sia importante effettuare una valutazione approfondita, sia per comprendere meglio cosa sta vivendo sua figlia, sia per individuare il percorso più adatto a sostenerla. Lavoro da tempo con adolescenti e famiglie, e posso accompagnarvi in questo processo, offrendo uno spazio di ascolto e di orientamento. Se desidera, possiamo fissare un primo incontro per iniziare a chiarire la situazione e capire insieme come procedere. Resto a disposizione,
Un caro saluto, Dr ssa Isabella Mazzocchi
Dott.ssa Aurora Maria Calabretto
Psicologo, Psicologo clinico
Rovereto
Buongiorno, non è facile mettere in parole la sofferenza e il senso di impotenza che spesso accompagna situazioni come questa ma il fatto che lei lo stia facendo dimostra quanto sia presente e coinvolta come madre e quanto tenga davvero al benessere di sua figlia. I comportamenti che ha osservato sono certamente segnali che meritano attenzione e ascolto. Lei ha fatto un passo importantissimo cercando di comprendere, senza giudicare, quello che sta succedendo dentro sua figlia. A volte il cambiamento inizia proprio da qui: dalla disponibilità di un genitore a guardare la realtà com'è e a restare accanto anche quando la situazione sembra complessa. Non esiste una risposta semplice o unica a situazioni come questa ma esiste una strada possibile fatta di ascolto autentico, di piccoli passi, di spazi in cui sua figlia possa sentirsi vista e accolta per ciò che è perché la risposta a questi comportamenti e di queste emozioni è nelle mani di sua figlia. Inoltre, anche lei, come madre, merita uno spazio sicuro in cui sentirsi sostenuta, capita e non sola in questo percorso. Se sente che può essere utile, possiamo valutare insieme l’avvio di un percorso terapeutico, dove esplorare con delicatezza e rispetto questa situazione. È importante prendersi il tempo per capire, per dare un nome a ciò che sta succedendo, ma farlo senza fretta, senza etichette e soprattutto con molta cura. Ricevo online. Un caro saluto, dott.ssa Calabretto
Dott.ssa Francesca Torelli
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno,
sicuramente sua figlia ha una grande sofferenza. Probabilmente potrebbe essere utile una psicoterapia individuale per lei, per aiutarla a stare meglio e comprendere cosa le accada quando sta male e parallelamente un percorso di supporto genitoriale per voi genitori, per aiutarvi a gestire al meglio la situazione. L'ideale sarebbero due specialisti diversi che si occupino uno della ragazza e uno dei genitori e che possano poi tra professionisti avere dei momenti di confronto per poter lavorare tutti insieme.
Cordiali saluti,
Dott.ssa Francesca Torelli
Buongiorno Signora,
Capisco profondamente la sua preoccupazione e la sua angoscia di madre. Sentirsi disperati di fronte alle difficoltà di un figlio è un'esperienza molto dura, e il fatto che lei stia cercando aiuto è il primo, importantissimo passo. Ha fatto benissimo a scrivere e a voler capire.
Il quadro che descrive di sua figlia è complesso e tocca diverse aree della sua vita: il rapporto con sé stessa, con la famiglia, con i coetanei e con la scuola. È comprensibile che lei si senta sopraffatta e si chieda cosa ci sia dietro questi comportamenti.
Molti dei segnali che lei elenca – la timidezza estrema fuori casa che contrasta con l'aggressività tra le mura domestiche, la menzogna persistente, la rabbia, la svogliatezza, la difficoltà ad accettare le regole, la tristezza e la sensibilità marcata – sono campanelli d'allarme che indicano un disagio emotivo significativo. A 12 anni i ragazzi attraversano una fase di grandi cambiamenti fisici ed emotivi, la preadolescenza, che può essere turbolenta. Tuttavia, l'intensità e la combinazione dei comportamenti che lei descrive, e soprattutto i tagli autoinflitti, richiedono un'attenzione specialistica immediata.
I tagli, in particolare, sono un segnale molto serio. Spesso i ragazzi li usano come un modo per gestire un dolore emotivo che non sanno esprimere a parole, per "sentire qualcosa" quando si sentono vuoti o apatici, o per punirsi. Il fatto che neghi è comune, per vergogna, paura del giudizio o per proteggere questo suo modo, seppur disfunzionale, di affrontare la sofferenza. È cruciale non minimizzare questo aspetto.
Quando lei parla di "mancanza di reazioni" a eventi come una possibile bocciatura o una punizione, questo potrebbe essere legato a quella che lei chiama "apatia" o a un senso di sopraffazione tale per cui la ragazza si "spegne" emotivamente per proteggersi. La menzogna costante, anche di fronte all'evidenza, può essere un meccanismo di difesa, un modo per evitare il confronto, la punizione, o per tentare di controllare una realtà che sente sfuggirle di mano. Non necessariamente indica un disturbo di personalità strutturato (a 12 anni è presto per diagnosi così definitive), ma segnala una grande fatica nel gestire la realtà e le emozioni.
Il fatto che stia migliorando il rapporto con i coetanei è una piccola luce, un segnale che ha delle risorse e una spinta verso la socialità, ma questo non ridimensiona le altre difficoltà.
Cosa fare concretamente?
Rivolgersi a uno specialista dell'età evolutiva: La figura più indicata è uno psicologo o psicoterapeuta dell'età evolutiva (specializzato quindi con bambini e adolescenti) o un neuropsichiatra infantile. Quest'ultimo potrà fare una diagnosi differenziale più ampia.
Lo specialista, attraverso colloqui con sua figlia (in un ambiente protetto e non giudicante) e con voi genitori, cercherà di capire l'origine e il significato di questi comportamenti.
L'obiettivo sarà aiutare sua figlia a trovare modi più sani per esprimere le sue emozioni, a sviluppare strategie per affrontare le difficoltà, a migliorare l'autostima e le capacità relazionali.
Voi genitori sarete coinvolti per capire come supportare al meglio vostra figlia e per migliorare la comunicazione e la gestione delle dinamiche familiari.
Nel frattempo, come genitore potrete sostenere vostra figlia attraverso:
Ascolto empatico: anche se è difficile, provi ad ascoltare sua figlia cercando di capire la sofferenza che si nasconde dietro la rabbia o la menzogna, più che concentrarsi solo sul comportamento sbagliato. Frasi come "Capisco che sei molto arrabbiata/triste in questo periodo, vorrei aiutarti a stare meglio" possono aprire un piccolo spiraglio.
Validare le emozioni (non i comportamenti): può dire "Vedo che sei molto triste" o "Posso immaginare che questa cosa ti faccia sentire frustrata", senza necessariamente approvare il modo in cui lo esprime.
Riguardo ai tagli: affronti l'argomento con calma ma con fermezza, esprimendo la sua preoccupazione per lei e il suo benessere, senza colpevolizzarla. Dica chiaramente che è un segnale che sta soffrendo molto e che insieme troverete un aiuto.
Mantenere le regole: è importante che ci siano regole chiare in casa, ma in questo momento la priorità è capire la sua sofferenza. Questo non significa cedere su tutto, ma forse scegliere le battaglie da fare e cercare un dialogo anche sulle regole, quando possibile.

Un percorso di supporto psicologico per sua figlia, e di sostegno per voi genitori, può davvero fare la differenza aiutandovi a capire cosa sta succedendo e a trovare le strategie migliori per affrontare questa situazione.
Non esiti a cercare questo aiuto. È un atto di grande amore per sua figlia.
Le faccio i miei migliori auguri.
Dott.ssa Chiara Barsotti
Psicologo, Psicologo clinico
Lido Di Ostia
Gentile utente, intraprendere un percorso può certamente essere un buon punto di partenza per comprendere meglio cosa sta accadendo e essere di aiuto a sua figlia. La sua domanda non ha una risposta univoca e gioverebbe di uno spazio apposito in cui approfondire la sua esperienza. Un saluto.
Gentile Signora,
le sue parole trasmettono con grande chiarezza non solo la preoccupazione per sua figlia, ma anche il peso emotivo e la solitudine che spesso accompagnano un genitore di fronte a comportamenti difficili da comprendere. La sua è una richiesta autentica di aiuto, ed è già un gesto significativo e responsabile quello di cercare un supporto professionale per affrontare la situazione. Ciò che descrive configura un quadro complesso, che merita attenzione approfondita, ma non allarmismo. L’adolescenza, in particolare quella pre-adolescenziale, è una fase di grande trasformazione e vulnerabilità, in cui la sofferenza può assumere forme disorganizzate, ambivalenti, spesso difficili da decifrare per chi osserva da vicino, soprattutto se coinvolto affettivamente. L’auto-infliggersi dei tagli, come lei segnala, è un segnale che non va sottovalutato. Si tratta di un gesto che può essere legato a una difficoltà nel gestire emozioni intense, come la rabbia o il dolore, e che richiede sicuramente l’intervento di uno specialista. È importante chiarire che non si tratta di "dare un brutto quadro" di sua figlia: al contrario, è un atto di amore e responsabilità voler capire cosa stia accadendo nel suo mondo interno. Le caratteristiche che riferisce non significano necessariamente la presenza di un disturbo di personalità, ma indicano senz’altro un disagio che ha bisogno di essere accolto e compreso, in un contesto clinico adeguato. Il mio consiglio è quello di rivolgersi quanto prima a un’équipe di salute mentale infantile o a uno psicoterapeuta dell’età evolutiva che possa prendersi cura non solo della ragazza, ma anche sostenere lei come madre in questo percorso. Il lavoro con un’adolescente, infatti, spesso include, almeno inizialmente, anche una consultazione con la famiglia, perché il contesto relazionale e affettivo è parte integrante del percorso di cura. Con il giusto tempo, la giusta delicatezza e uno spazio clinico accogliente, sarà possibile iniziare a dare senso a questi comportamenti e restituire a sua figlia la possibilità di esprimere in modo meno distruttivo la sofferenza che, oggi, sembra manifestarsi attraverso l’aggressività, la chiusura o l’autolesionismo. Le auguro di trovare al più presto un professionista qualificato, e le esprimo tutta la comprensione per il difficile momento che sta attraversando. Un saluto
Dott.ssa Alessia Vianello
Psicologo, Psicologo clinico
Mirano
Buongiorno signora, difficile delineare un quadro di personalità a quest'età, in cui i ragazzi vivono a pieno le emozioni e non sanno talvolta distinguerle, sono soprattutto confusi. Sicuramente la figlia ha bisogno di una presa in carico da parte di uno psicologo in modo tale da provare a iniziare a capire quale sia la sofferenza che ci sta dietro a questo suo modo di esprimersi e a cosa può essere ricondotto il dolore. vedrà che se trova la persona giusta, pian piano si inizieranno a vedere i risultati e sua figlia inizierà a stare meglio
Gentile mamma, grazie per aver condiviso con tanto coraggio e sincerità la sua preoccupazione. È evidente quanto lei tenga profondamente a sua figlia e quanto si stia impegnando per cercare di comprendere e affrontare la situazione. Come psicologo, voglio dirle innanzitutto che non è sola: molti genitori si trovano a vivere momenti di grande difficoltà, e chiedere aiuto è un atto di amore e responsabilità. La situazione che racconta è complessa e merita grande attenzione. Alcuni degli aspetti che colpiscono particolarmente sono: Timidezza e disagio sociale all’esterno, che contrastano con comportamenti oppositivi, polemici e aggressivi in casa. Difficoltà scolastiche, svogliatezza e apparente apatia anche di fronte a conseguenze importanti. Mentire in modo ripetitivo e negare l’evidenza, fino a suscitare in lei il dubbio di un possibile disturbo. Presunti episodi di autolesionismo, che non possono e non devono essere sottovalutati. Una personalità che alterna rabbia, chiusura, tristezza e sensibilità, e che sembra in forte sofferenza. Questi segnali non indicano necessariamente un “disturbo di personalità” (diagnosi che non è appropriato fare in età preadolescenziale), ma sono segnali chiari di disagio psicologico e di un funzionamento emotivo che richiede attenzione professionale. Allora Cosa può esserci “dietro”?: A questa età – i 12 anni – sua figlia si trova in un momento di transizione delicatissimo: l’ingresso nell’adolescenza porta con sé profondi cambiamenti biologici, emotivi e relazionali. Quando un ragazzo o una ragazza non riesce a gestire queste trasformazioni, può manifestare il disagio in tanti modi: comportamenti oppositivi, ritiro sociale, bugie, rabbia, chiusura, crisi d’identità, fino all’autolesionismo. Spesso, ciò che vediamo all’esterno (il comportamento difficile) è solo la punta dell’iceberg: sotto ci possono essere paure, confusione, senso di inadeguatezza, oppure vissuti di solitudine o incomprensione. Il fatto che lei noti anche tristezza e sensibilità indica che sua figlia non è "solo arrabbiata", ma anche molto fragile. Quello che può fare adesso è contattare al più presto uno psicologo o psicoterapeuta dell’età evolutiva, esperto in preadolescenti. L’obiettivo sarà comprendere meglio le cause del comportamento di sua figlia e accompagnarla in un percorso di ascolto, espressione emotiva e ricostruzione del sé. Valutare un lavoro parallelo con la famiglia, perché spesso anche il contesto relazionale (senza colpe) può contribuire al disagio. Un sostegno genitoriale può aiutarla a capire come reagire ai comportamenti di sua figlia, come porre limiti efficaci e come mantenere un dialogo aperto. In presenza di autolesionismo, anche solo sospetto, è consigliabile una valutazione più approfondita, eventualmente con il coinvolgimento del pediatra o del neuropsichiatra infantile. Il gesto in sé non va giudicato, ma accolto come segnale di sofferenza che la ragazza fatica a verbalizzare. Nonostante la difficoltà, sua figlia sta chiedendo aiuto – anche se lo fa con rabbia, silenzi o comportamenti oppositivi. Ha bisogno di essere vista, ascoltata, accolta. E ha bisogno di qualcuno, fuori dal contesto familiare, con cui potersi sentire libera di esprimere ciò che sente senza paura di essere giudicata. È importante agire, ma con calma e con uno sguardo empatico. Lei ha fatto il primo passo giusto cercando un aiuto professionale.
Buon pomeriggio,
data l'età della figlia e il quadro dai lei esposto, le consiglio di cercare uno psicoterapeuta nella sua zona di abitazione, in modo da effettuare un percorso di inquadramento diagnostico e nel caso di presa in carico per la ragazza. Credo che la modalità in presenza sia la più indicata!
Le auguro una buona serata
Dott.ssa Ilenia Labranca
Psicologo, Psicologo clinico
Mestre
Gentile signora,

mi dispiace per la situazione che sta vivendo. Mi sembra che Sua figlia stia vivendo una sofferenza anche se non esplicitata da lei stessa. Da quello che Lei scrive, sarebbe riduttivo darle una risposta senza aver fatto un'anamnesi più approfondita della situazione pertanto, Le consiglio di rivolgersi ad un/a collega psicologo/a che si occupi di età evolutiva sul Vostro territorio.

Restando a disposizione per ulteriori dubbi e/o chiarimenti,
La saluto cordialmente
Dott.ssa Ilenia Labranca
Cara mamma,
grazie per il coraggio e la lucidità con cui hai scritto questo messaggio. È evidente quanto tu tenga profondamente a tua figlia e quanto tu stia cercando di comprenderla, nonostante la fatica, la preoccupazione e la confusione che stai vivendo. Sei una madre attenta e presente, anche se ora ti senti "disperata".

Prima di tutto, voglio dirti con chiarezza: **non sei sola**, e sì, **è importante e giusto che tu chieda aiuto professionale in questo momento**. I comportamenti che descrivi — l'aggressività in casa, la chiusura sociale, la svogliatezza, la negazione della realtà, i tagli autoinflitti, la difficoltà a scuola e l’instabilità emotiva — **non devono essere ignorati**, e meritano attenzione clinica. Non significa che tua figlia abbia "qualcosa di grave" in modo definitivo, ma certamente sta **soffrendo** e non riesce a esprimere il proprio disagio in modo sano.

Cosa puoi fare subito:

1. **Contatta uno psicologo o psicoterapeuta dell’età evolutiva**, meglio se specializzato in preadolescenza/adolescenza. Anche un neuropsichiatra infantile può essere utile per un primo inquadramento diagnostico, soprattutto per escludere (o identificare) eventuali disturbi più strutturati.

2. **Non affrontare tutto da sola.** È fondamentale anche per te come genitore ricevere uno spazio di supporto e guida. Un buon percorso di psicoterapia, oltre ad aiutare tua figlia, può includere **incontri con i genitori per accompagnarvi nel modo più adeguato**.

3. **Non sottovalutare i tagli autoinflitti.** Anche se li nega, il solo fatto che ci siano va preso molto seriamente. Il taglio può essere un modo per **esprimere un dolore interno che non riesce a verbalizzare**, o per cercare controllo su un’emozione che la travolge. Non colpevolizzarla, ma osserva e agisci con fermezza e dolcezza. È un segnale chiaro che chiede aiuto.

4. **Sii una base sicura.** Anche quando è aggressiva, oppositiva, distante. Dentro di lei, probabilmente si agita un mondo di **insicurezze, paure e dolore** che ancora non sa nominare. Continua a mostrarle che ci sei, anche quando ti respinge.

Da un punto di vista clinico:
Non è possibile "diagnosticare" nulla senza un colloquio approfondito, ma **i comportamenti che descrivi sono compatibili con un disagio evolutivo importante**. Potrebbe trattarsi di un disturbo della regolazione emotiva, o qualcosa che rientra nell’area dell’ansia, della depressione giovanile, o di un disturbo della condotta. Ma più che un'etichetta, ora serve una **presa in carico seria e tempestiva**, che aiuti tua figlia a dare senso a ciò che prova.

Un consiglio finale:
Spesso i ragazzi che sembrano "difficili", "distaccati" o "ribelli", in realtà sono quelli **che sentono di più**. Ma non sanno come reggere quel dolore. In questi casi, **una buona alleanza terapeutica può fare la differenza**, e spesso, quando iniziano a sentirsi visti e ascoltati davvero, iniziano anche a cambiare.

Se vuoi, posso aiutarti a trovare le figure giuste nella tua zona, oppure spiegarti come muoverti nel sistema pubblico (es. consultori, ASL, servizi di neuropsichiatria infantile) o privato.

Ti mando un grande incoraggiamento,
**una psicologa**
Dott.ssa Martina Breda
Psicologo
San Vendemiano
Buonasera signora
Ci sono molti segnali che indicano che sua figlia stia chiedendo aiuto, anche se a modo suo, e l’aiuto migliore che potete darle è ascoltare e accogliere tali richieste senza giudicarla ma tendendole la mano: il supporto di uno specialista potrebbe davvero fare al caso vostro.
Non disperate , mettetevi all’ascolto, alle volte basta veramente poco , bisogna riuscire “solo” a trovare il giusto canale di comunicazione, non è facile con gli adolescenti e mi rendo conto che spesso ci mettono a dura prova, ma le ribadisco che non deve mollare , probabilmente avrà bisogno di lei ora più che mai ! Buona fortuna
Dott.ssa Martina Mancusi Betunio
Psicologo, Psicologo clinico
Brusciano
Gent. Signora buongiorno.
Il quadro che descrive andrebbe sicuramente analizzato con molta attenzione e seguendo due strade parallele.
Innanzitutto sarebbe importante una valutazione psicologica approfondita per indagare le cause delle difficoltà sociali e comportamentali che riporta essere presenti sin dalla prima infanzia.
In itinere andrebbe avviato un percorso psicoterapeutico dando voce ad un malessere che sembra evidentemente inespresso, tanto da sfociare in atti di autolesionismo.
Restando a disposizione per ulteriori chiarimenti, la saluto cordialmente.
Dott.ssa Maria Spalletta
Psicologo, Psicologo clinico, Terapeuta
Albignasego
Grazie per aver condiviso con tanta sincerità la situazione di sua figlia. Quello che sta vivendo come madre è estremamente delicato e comprensibilmente angosciante. Il suo messaggio trasmette non solo preoccupazione, ma anche un profondo amore e un forte desiderio di aiutarla – ed è proprio da qui che può iniziare un cambiamento. I comportamenti che descrivi – la chiusura sociale, l’aggressività in famiglia, la tristezza, la fatica nel rispettare le regole, i tagli sulle braccia – sono segni che non vanno ignorati, perché esprimono un disagio che merita attenzione. A 12 anni è prematuro parlare di un disturbo. Tuttavia, questo non significa che non ci siano aspetti della sua personalità o del suo sviluppo emotivo che abbiano bisogno di attenzione e di una valutazione professionale. Potrebbe trattarsi di un disagio legato all’età evolutiva, a difficoltà relazionali, affettive o emotive e a una fase transitoria della vita nella quale sua figlia sta iniziando a costruire la sua identità. Un percorso terapeutico può aiutare: sua figlia a comprendere e dare un nome al proprio malessere, sviluppando strumenti per affrontarlo;
voi genitori a leggere meglio i segnali che vi sta mandando e a trovare strategie educative più efficaci, senza sentirvi impotenti o soli. Anche se il quadro che descrive è complesso, non è senza speranza. Con il giusto supporto, molti ragazzi e famiglie riescono a ritrovare un equilibrio e a trasformare una crisi in un’occasione di crescita. Rimango a disposizione per approfondire la questione in sede di colloquio.
Buongiorno, dalle sue parole emerge che la ragazza sta manifestando segni di malessere significativi, che è importante, come lei stessa ha compreso, vengano attenzionati da uno specialista della salute mentale. A tale proposito lei vorrebbe rivolgersi al pubblico (UONPIA, consultori familiari, centri convenzionati) o al privato?
Dott.ssa Barbara Severi
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Pesaro
Non si può rispondere i questo luogo. L'unica cose che posso dire è che la ragazza ha sicuramente un disagio e no lo dico per la camera in disordine o per l'andamento scolastico. I TAGLI, questi sono una nota importante in quello che lei racconta della ragazza, sopratutto perchè dice che nega. Fa bene a cercare qualcuno che la aiuti, avrebbe bisogno di una psicoterapia, meglio se ad indirizzo analitico. Ha tanto da dire, da tirare fuori.
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, comprendo profondamente il suo stato d’animo e la sua preoccupazione per sua figlia. Essere genitore di un’adolescente che manifesta comportamenti così complessi può essere molto difficile e doloroso, soprattutto quando si percepisce una distanza crescente e una mancanza di comunicazione serena. È importante riconoscere che l’adolescenza è una fase delicata e complessa della vita, caratterizzata da cambiamenti fisici, emotivi e sociali intensi, ma ciò non significa che i segnali che lei descrive debbano essere sottovalutati o lasciati irrisolti. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, ciò che lei racconta suggerisce una sofferenza emotiva significativa e un modo di esprimere il malessere che può manifestarsi sia all’esterno, con aggressività e oppositività, sia all’interno, con la tendenza a chiudersi, alla tristezza e all’autolesionismo. Il fatto che sua figlia mostri difficoltà sociali e timidezza all’esterno, ma atteggiamenti aggressivi in famiglia, potrebbe indicare un conflitto interno molto forte, un modo di gestire la frustrazione e l’ansia che le risulta difficile verbalizzare. La menzogna frequente e la negazione sono spesso strategie di difesa per evitare di affrontare emozioni che possono risultare troppo dolorose o spaventose. I tagli autoinflitti sono un segnale importante e serio, che indica un disagio profondo. Questi gesti non sono un semplice modo per attirare attenzione, ma spesso rappresentano un tentativo di scaricare tensioni emotive troppo intense o di gestire un senso di vuoto o sofferenza interiore. È fondamentale affrontare questa problematica con delicatezza e senza giudizio, cercando di instaurare un dialogo che permetta a sua figlia di sentirsi ascoltata e compresa, senza sentirsi ulteriormente giudicata o punita. Il fatto che lei stia cercando un professionista è un passo molto importante e coraggioso. Un percorso psicologico con uno specialista esperto in adolescenza può aiutare sua figlia a sviluppare strumenti più funzionali per gestire le emozioni, migliorare le sue relazioni sociali e familiari e affrontare le difficoltà scolastiche. Allo stesso tempo, anche per lei come madre può essere utile un supporto per comprendere meglio i meccanismi emotivi di sua figlia e trovare strategie efficaci per sostenerla, senza sentirsi sopraffatta. Non è detto che ci sia un disturbo di personalità dietro questi comportamenti, ma è importante fare una valutazione approfondita con uno psicologo o uno psichiatra per capire cosa sta succedendo e quali interventi siano più appropriati. I disturbi di personalità si diagnosticano solo dopo una valutazione accurata e sono molto diversi dai comportamenti problematici legati a momenti di crisi o a difficoltà emotive tipiche dell’adolescenza. Il percorso sarà senza dubbio impegnativo, ma con il giusto aiuto e la giusta guida è possibile vedere dei miglioramenti significativi, sia per sua figlia che per tutta la famiglia. La invito a non perdere la speranza e a cercare un professionista con cui instaurare un rapporto di fiducia, perché questo è il primo passo verso il cambiamento. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Rossella Carrara
Psicologo, Psicologo clinico
Bergamo
Buongiorno, le consiglio di rivolgersi alla Neuropsichiatria iInfantile della sua zona, per un consulto. Cordiali saluti.
Buongiorno,
leggere le sue parole mi ha molto colpita, perché trasmettono tutta la sua preoccupazione e l'amore che ha per sua figlia. Quello che descrive è un quadro complesso, fatto di segnali che meritano attenzione e che non devono essere ignorati.

A 12 anni, nel pieno della preadolescenza, possono emergere grandi cambiamenti nel comportamento e nell'umore. Tuttavia, quando le difficoltà diventano così pervasive — nei rapporti familiari, scolastici, sociali e nell’immagine di sé — è importante fermarsi e chiedere aiuto, proprio come sta facendo lei.

Alcuni comportamenti che ha descritto (l’aggressività in casa, la tendenza alla negazione, l’apatia, i possibili atti di autolesionismo) potrebbero essere espressione di un disagio profondo, non necessariamente legato a un disturbo di personalità, ma piuttosto a una sofferenza interiore che ha bisogno di essere ascoltata e accolta con cura.

Un percorso psicologico può essere molto utile sia per comprendere meglio quello che sta succedendo, sia per aiutare sua figlia a dare voce al suo mondo interno in modo più sano, imparando a gestire le emozioni e a costruire relazioni più positive.

Lavoro con preadolescenti e adolescenti e, se lo desidera, posso offrirvi uno spazio protetto, anche online, dove cominciare insieme a fare chiarezza. Anche il sostegno alla famiglia è fondamentale, perché i genitori non devono sentirsi soli in questo percorso.

Le auguro di trovare al più presto la guida giusta per voi,
un caro saluto,
dott.ssa Annalia Rossi
Dott.ssa Lisa Cerri
Psicologo clinico, Psicologo
Soiano del Lago
Buongiorno,
la ringrazio per aver condiviso con tanta sincerità e preoccupazione la situazione di sua figlia. Capisco quanto possa sentirsi smarrita e quanto amore e attenzione stia mettendo nel cercare un aiuto per lei.

Dalla descrizione che ha fornito, emerge una situazione complessa che merita sicuramente ascolto, comprensione e un supporto professionale adeguato. Alcuni comportamenti, come la chiusura, la rabbia, il rifiuto delle regole e soprattutto l’autolesionismo, sono segnali che non vanno trascurati e che possono avere diverse origini emotive.
Un percorso psicologico può aiutare non solo sua figlia ad affrontare le sue difficoltà, ma anche lei come madre a sentirsi più supportata e meno sola.

Se desidera, possiamo valutare insieme come intraprendere questo cammino: esistono percorsi pensati specificamente per preadolescenti e per i genitori, che lavorano sia sulle difficoltà comportamentali sia sulle dinamiche familiari.

Resto a disposizione,
un caro saluto.

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