Buongiorno, sono un genitore di una ragazzina di 15 anni che in prima liceo ha avuto difficoltà rela
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Buongiorno, sono un genitore di una ragazzina di 15 anni che in prima liceo ha avuto difficoltà relazionali con le compagne perché non segue la moda dei suoi coetanei( felpa con cappuccio, cellulare sempre connesso, sigarette elettroniche ecc). La professoressa di italiano le ha dimostrato sensibilità e attenzione. Mia figlia si è finalmente sentita considerata e da qui ha iniziato ad invaghirsi della docente, giovane donna, con aspetto durk, omosessuale. Ora è in seconda liceo, le relazioni con i compagni sono un po migliorate. La docente è stata sostituita. Mia figlia continua a pensare a a lei, scrive pensieri e poesie, la disegna sul diario, è triste perché le manca e si è convinta di essere lesbica . L'anno prossimo potrebbe tornare come nostra insegnate . Come possiamo aiutare nostra figlia ? Cosa dovremmo fare per farle passare questa cotta platonica e fare in modo che per ora non si metta lei stessa delle etichette ?
Buongiorno,
non è semplice rispondere alla sua domanda, l'età in cui si trova sua figlia è delicata e lei si confronta per la prima volta in modo diverso sia nelle relazioni amicali che in quelle più intime.
Le cotte adolescenziali spesso passano da sole, ci vorrà un po' di tempo e sicuramente il fatto di essersi meglio integrata nel suo gruppo classe le sarà d'aiuto, perché non sentirà più le attenzioni che l'insegnante le dava come unica forma di considerazione che riesce ad ottenere: questo non significa che l'attrazione per il genere femminile sia necessariamente una "sbandata" o che il ritorno di questa insegnante nel corpo docenti non possa comunque avere un effetto su di lei.
Quello che potete fare voi in quanto genitori è cercare di farla sentire compresa e considerata e mantenere aperto un confronto rispetto a quello che lei sente; se poi doveste accorgervi (o lei vi dovesse dire) che è in difficoltà nel gestire la sua sofferenza per questa situazione o altre che possano crearsi, valutate (e chiedete a lei se è d'accordo) di farla parlare con un professionista.
Cordialmente
Dott. Giacomo Caiani
non è semplice rispondere alla sua domanda, l'età in cui si trova sua figlia è delicata e lei si confronta per la prima volta in modo diverso sia nelle relazioni amicali che in quelle più intime.
Le cotte adolescenziali spesso passano da sole, ci vorrà un po' di tempo e sicuramente il fatto di essersi meglio integrata nel suo gruppo classe le sarà d'aiuto, perché non sentirà più le attenzioni che l'insegnante le dava come unica forma di considerazione che riesce ad ottenere: questo non significa che l'attrazione per il genere femminile sia necessariamente una "sbandata" o che il ritorno di questa insegnante nel corpo docenti non possa comunque avere un effetto su di lei.
Quello che potete fare voi in quanto genitori è cercare di farla sentire compresa e considerata e mantenere aperto un confronto rispetto a quello che lei sente; se poi doveste accorgervi (o lei vi dovesse dire) che è in difficoltà nel gestire la sua sofferenza per questa situazione o altre che possano crearsi, valutate (e chiedete a lei se è d'accordo) di farla parlare con un professionista.
Cordialmente
Dott. Giacomo Caiani
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Gentile genitore, capisco la sua preoccupazione. Avere un' infatuazione per un insegnante, spesso idealizzato, è molto comune in adolescenza. Ugualmente normale è avere bisogno di riconoscimento e di attenzioni in un'età di passaggio e di ricerca di identità. Non mi preoccuperei della cotta in sé, ma del perchè sua figlia sia così isolata a livello relazionale. E' importante che la ragazza possa esplorare la sua identità, relazionandosi con molte persone, facendo esperienze nuove in cui mettersi alla prova. Aiutatela ad uscire, inserirsi in gruppi o fare esperienze sociali che le facciano gradualmente capire che può riconoscersi ed essere riconosciuta nel gruppo di coetanei. Il suo orientamento sessuale e la sua identità, si potranno sviluppare gradualmente di conseguenza.
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti
Cordiali saluti
Dott.ssa Lorena Menoncello
Resto a disposizione per ulteriori chiarimenti
Cordiali saluti
Dott.ssa Lorena Menoncello
E' molto difficile essere genitori di un'adolescente di 15 anni che sta lottando per scoprire il proprio corpo, definire la sua identità sessuale.
E' ancora più difficile quando i ragazzi tendono all'isolamento dai coetanei.
In questo quadro una ragazza timida, introversa che trova accoglienza e riconoscimento in un'insegnante, è chiaramente propensa ad esaltare e valorizzare la persona che le ha rimandato un'immagine positiva di sè.
Effettivamente in questa fase l'affetto e l'investimento sessuale si possono sovrapporre, qualunque sia il sesso dell'insegnante.
L'etica professionale impone agli insegnanti di mantenere un comportamento composto che non porti a contatti che esulano il rapporto insegnante-allievo, ma allo stesso tempo mantenere il rapporto positivo e cordiale con il ragazzo\a.
Non ci sono pericoli di indurre un'omosessualità per un innamoramento verso un docente, forse potrebbe essere l'occasione per la ragazza di scoprirsi e di riconoscersi sia in senso eterosessuale che omosessuale.
Maria Grazia Antinori, Roma
E' ancora più difficile quando i ragazzi tendono all'isolamento dai coetanei.
In questo quadro una ragazza timida, introversa che trova accoglienza e riconoscimento in un'insegnante, è chiaramente propensa ad esaltare e valorizzare la persona che le ha rimandato un'immagine positiva di sè.
Effettivamente in questa fase l'affetto e l'investimento sessuale si possono sovrapporre, qualunque sia il sesso dell'insegnante.
L'etica professionale impone agli insegnanti di mantenere un comportamento composto che non porti a contatti che esulano il rapporto insegnante-allievo, ma allo stesso tempo mantenere il rapporto positivo e cordiale con il ragazzo\a.
Non ci sono pericoli di indurre un'omosessualità per un innamoramento verso un docente, forse potrebbe essere l'occasione per la ragazza di scoprirsi e di riconoscersi sia in senso eterosessuale che omosessuale.
Maria Grazia Antinori, Roma
Buongiorno, probabilmente l'invaghimento di sua figlia potrebbe avere radici in un tema di accettazione ed essere viste dall'altro. Non va escluso che in questa fase di "sperimentazione" anche emotiva sua figlia possa sentire una maggiore attrazione verso il genere femminile. Le etichette in adolescenza sono un passaggio per la costruzione dell'identità .Come genitori, quello che potete fare è sicuramente approcciarvi a lei con un atteggiamento accogliente anche di questa fase, lasciandole la possibilità di sperimentarsi. La cotta platonica, passerà da sola senza che dobbiate farla passare voi. Se doveste avere bisogno resto disponibile. Buona giornata.
Buongiorno,
Capisco la vostra preoccupazione per vostra figlia e il desiderio di aiutarla a vivere questa esperienza in modo sereno. A quell’età è comune sviluppare forti ammirazioni o infatuazioni per figure adulte di riferimento, specialmente quando si sente una connessione emotiva e un senso di comprensione. Questo non significa necessariamente che la sua identità sia già definita, ma è importante che si senta libera di esplorare i suoi sentimenti senza pressioni o timori.
Piuttosto che cercare di "farle passare" questa cotta, potrebbe essere più utile accompagnarla nel dare un significato ai suoi vissuti, aiutandola a comprendere che è normale avere momenti di confusione e che l'identità personale e affettiva si costruisce nel tempo. È fondamentale che si senta accolta e ascoltata, senza che percepisca giudizio o il bisogno di affrettare una definizione di sé.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa offrire un supporto adeguato nell'affrontare questa fase con serenità e consapevolezza.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Capisco la vostra preoccupazione per vostra figlia e il desiderio di aiutarla a vivere questa esperienza in modo sereno. A quell’età è comune sviluppare forti ammirazioni o infatuazioni per figure adulte di riferimento, specialmente quando si sente una connessione emotiva e un senso di comprensione. Questo non significa necessariamente che la sua identità sia già definita, ma è importante che si senta libera di esplorare i suoi sentimenti senza pressioni o timori.
Piuttosto che cercare di "farle passare" questa cotta, potrebbe essere più utile accompagnarla nel dare un significato ai suoi vissuti, aiutandola a comprendere che è normale avere momenti di confusione e che l'identità personale e affettiva si costruisce nel tempo. È fondamentale che si senta accolta e ascoltata, senza che percepisca giudizio o il bisogno di affrettare una definizione di sé.
Sarebbe utile e consigliato per approfondire rivolgersi ad uno specialista che possa offrire un supporto adeguato nell'affrontare questa fase con serenità e consapevolezza.
Cordiali saluti,
DOTTORESSA SILVIA PARISI
PSICOLOGA PSICOTERAPEUTA SESSUOLOGA
Buongiorno, sembra che per la ragazza la professoressa è stata la persona che l'ha "vista" rispetto alle sue difficoltà e che questo sia diventato per lei essenziale idealizzando la figura e producendo un innamoramento. a 15 anni l'identità è nel pieno della sua costruzione quindi non mi fossilizzerei troppo sui suoi interessi sessuali quanto sul capire perchè questa ragazza è così bisognosa di cura e attenzioni. Detto questo nell'eventualità in cui la docente riprenda il suo ruolo sarà bene avere un colloquio con lei per capire meglio in che modo si possa tutelare la ragazza, in quanto esistono dei ruoli, alunna e docente che devono rimanere tali per la tutela della minore.
Buon pomeriggio,
capisco la vostra preoccupazione e il desiderio di supportare al meglio vostra figlia in questa fase di crescita.
L’adolescenza è un periodo di profonde trasformazioni, in cui si sviluppano la personalità, l’identità e la consapevolezza delle proprie emozioni. È naturale che, trovando in questa docente un punto di riferimento e di comprensione, vostra figlia abbia sviluppato un’ammirazione intensa che può manifestarsi attraverso pensieri ricorrenti, poesie e disegni. Questo tipo di esperienza è comune e può rappresentare un’occasione di crescita e di esplorazione personale.
Più che cercare di “farle passare” questa cotta o di evitare che si dia delle etichette, potrebbe essere utile accompagnarla nell’ascolto delle proprie emozioni, aiutandola a comprenderle senza fretta né giudizio. L’importante è che si senta accolta e libera di esprimersi, senza la paura di dover rientrare in categorie rigide. Le etichette, se vissute con rigidità, possono limitare; ma se lasciate fluire in modo naturale, possono anche essere strumenti di comprensione e appartenenza.
Se notate che la tristezza legata all’assenza della docente persiste o incide sul suo benessere quotidiano, un supporto psicologico potrebbe aiutarla a elaborare queste emozioni e a sviluppare maggiore sicurezza nelle proprie relazioni. Vostra figlia sta attraversando un percorso di crescita e, con il vostro sostegno, potrà affrontarlo con maggiore serenità.
Resto a disposizione per ulteriori approfondimenti.
capisco la vostra preoccupazione e il desiderio di supportare al meglio vostra figlia in questa fase di crescita.
L’adolescenza è un periodo di profonde trasformazioni, in cui si sviluppano la personalità, l’identità e la consapevolezza delle proprie emozioni. È naturale che, trovando in questa docente un punto di riferimento e di comprensione, vostra figlia abbia sviluppato un’ammirazione intensa che può manifestarsi attraverso pensieri ricorrenti, poesie e disegni. Questo tipo di esperienza è comune e può rappresentare un’occasione di crescita e di esplorazione personale.
Più che cercare di “farle passare” questa cotta o di evitare che si dia delle etichette, potrebbe essere utile accompagnarla nell’ascolto delle proprie emozioni, aiutandola a comprenderle senza fretta né giudizio. L’importante è che si senta accolta e libera di esprimersi, senza la paura di dover rientrare in categorie rigide. Le etichette, se vissute con rigidità, possono limitare; ma se lasciate fluire in modo naturale, possono anche essere strumenti di comprensione e appartenenza.
Se notate che la tristezza legata all’assenza della docente persiste o incide sul suo benessere quotidiano, un supporto psicologico potrebbe aiutarla a elaborare queste emozioni e a sviluppare maggiore sicurezza nelle proprie relazioni. Vostra figlia sta attraversando un percorso di crescita e, con il vostro sostegno, potrà affrontarlo con maggiore serenità.
Resto a disposizione per ulteriori approfondimenti.
Salve! E' comprendibile che la situazione vi sollevi domande e vogliate sostenere vostra figlia nel miglior modo possibile.
Immaginate vostra figlia come un giovane germoglio che sta crescendo in un giardino. Non possiamo sapere che fiore diventerà, di colore avrà i petali o quanto in alto arriverà il suo stelo. Ciò di cui ha bisogno ora non è qualcuno che le dica cosa sarà, ma che il terreno intorno a lei sia fertile, illuminato e che ci sia spazio per crescere seguendo il suo ritmo. Il vostro compito come genitori non è definire il suo sviluppo, ma creare un ambiente sicuro in cui lei possa sbocciare liberamente, con serenità.
L'adolescenza è un periodo di grande trasformazione, in cui l'identità, sia affettiva che sessuale, si costruisce attraverso esperienze, emozioni e relazioni significative. Può succedere che una giovane ragazza sviluppi forte ammirazione o attaccamento speciale verso una figura di riferimento come un'insegnate che l'ha compresa e valorizzata, soprattutto se ciò non avviene nel gruppo dei pari. Ciò non definisce la sua identità e non è una preoccupazione, provate a vederla come un'occasione per esplorare i suoi sentimenti in modo non giudicante senza quindi anticipare o forzare "etichette" che potrebbero risultare imitanti. In questo momento potrebbe essere utile ascoltarla con apertura, accompagnandola nella comprensione di se stessa.
Siete già sulla buona strada... perchè il desiderio di comprendere e sostenere vostra figlia dimostra quanto sia importante per voi il suo benessere emotivo. Se sentite il bisogno di un supporto ulteriore potrebbe essere utile uno spazio di confronto con un professionista.
Un saluto a voi!
Immaginate vostra figlia come un giovane germoglio che sta crescendo in un giardino. Non possiamo sapere che fiore diventerà, di colore avrà i petali o quanto in alto arriverà il suo stelo. Ciò di cui ha bisogno ora non è qualcuno che le dica cosa sarà, ma che il terreno intorno a lei sia fertile, illuminato e che ci sia spazio per crescere seguendo il suo ritmo. Il vostro compito come genitori non è definire il suo sviluppo, ma creare un ambiente sicuro in cui lei possa sbocciare liberamente, con serenità.
L'adolescenza è un periodo di grande trasformazione, in cui l'identità, sia affettiva che sessuale, si costruisce attraverso esperienze, emozioni e relazioni significative. Può succedere che una giovane ragazza sviluppi forte ammirazione o attaccamento speciale verso una figura di riferimento come un'insegnate che l'ha compresa e valorizzata, soprattutto se ciò non avviene nel gruppo dei pari. Ciò non definisce la sua identità e non è una preoccupazione, provate a vederla come un'occasione per esplorare i suoi sentimenti in modo non giudicante senza quindi anticipare o forzare "etichette" che potrebbero risultare imitanti. In questo momento potrebbe essere utile ascoltarla con apertura, accompagnandola nella comprensione di se stessa.
Siete già sulla buona strada... perchè il desiderio di comprendere e sostenere vostra figlia dimostra quanto sia importante per voi il suo benessere emotivo. Se sentite il bisogno di un supporto ulteriore potrebbe essere utile uno spazio di confronto con un professionista.
Un saluto a voi!
Buongiorno, capisco che questa situazione possa essere complessa e delicata. Il fatto che vostra figlia stia attraversando un momento in cui esplora la propria identità e le proprie emozioni è naturale durante l'adolescenza, un periodo in cui si pongono molte domande riguardo a sé stessi, alle relazioni e alla sessualità. La cotta per la professoressa potrebbe rappresentare un'esperienza di ammirazione e affetto che, in questo momento, sta vivendo in modo intenso, ma che non necessariamente definisce un orientamento sessuale definitivo.
Il miglior supporto che potete offrirle è ascoltarla senza giudicarla, creando uno spazio sicuro in cui possa esprimere i suoi pensieri senza paura di essere etichettata. È importante anche evitare di minimizzare i suoi sentimenti, pur cercando di aiutarla a comprendere che le emozioni intense che sta vivendo ora potrebbero non essere definitive e potrebbero cambiare nel tempo. Parlate con lei di come sta vivendo questa esperienza, cercando di aiutarla a distinguere tra ammirazione e affetto platonico da un vero e proprio orientamento sessuale. Non mettetela sotto pressione e rispettate i suoi tempi, dando valore alla sua crescita emotiva e relazionale.
Infine, il fatto che la professoressa possa tornare come insegnante non dovrebbe essere motivo di preoccupazione, se sua figlia sentirà che può continuare a relazionarsi in modo sano con la docente. In questo percorso, un sostegno psicologico potrebbe anche essere utile per aiutarla a esplorare in modo più profondo la sua identità in modo sereno e senza ansie.
Il miglior supporto che potete offrirle è ascoltarla senza giudicarla, creando uno spazio sicuro in cui possa esprimere i suoi pensieri senza paura di essere etichettata. È importante anche evitare di minimizzare i suoi sentimenti, pur cercando di aiutarla a comprendere che le emozioni intense che sta vivendo ora potrebbero non essere definitive e potrebbero cambiare nel tempo. Parlate con lei di come sta vivendo questa esperienza, cercando di aiutarla a distinguere tra ammirazione e affetto platonico da un vero e proprio orientamento sessuale. Non mettetela sotto pressione e rispettate i suoi tempi, dando valore alla sua crescita emotiva e relazionale.
Infine, il fatto che la professoressa possa tornare come insegnante non dovrebbe essere motivo di preoccupazione, se sua figlia sentirà che può continuare a relazionarsi in modo sano con la docente. In questo percorso, un sostegno psicologico potrebbe anche essere utile per aiutarla a esplorare in modo più profondo la sua identità in modo sereno e senza ansie.
Buonasera, la ringrazio per aver condiviso con noi la sua storia. E' importante che sua figlia parli con qualcuno, che può essere un parente, un amico/a, ma che chiarisca le sue idee in questo ambito.
Se lo desidera, io sono a disposizione anche online
dott.sa Elena Bonini
Se lo desidera, io sono a disposizione anche online
dott.sa Elena Bonini
Buonasera. È comune che gli adolescenti provino ammirazione o attrazione verso figure di riferimento come insegnanti, amici più grandi, influencer e che questo possa generare confusione.
Se sua figlia si sente attratta dalla sua insegnante è importante capire cosa sta provando: è una vera attrazione romantica, è una forma di ammirazione o è confusione dovuta a una particolare attenzione ricevuta?
A prescindere dalla risposta, il ruolo del genitore (e di un eventuale supporto psicologico che consiglio) dovrebbe essere quello di aiutarla a esplorare le sue emozioni con serenità, senza alcun giudizio o pressione.
Se sua figlia si sente attratta dalla sua insegnante è importante capire cosa sta provando: è una vera attrazione romantica, è una forma di ammirazione o è confusione dovuta a una particolare attenzione ricevuta?
A prescindere dalla risposta, il ruolo del genitore (e di un eventuale supporto psicologico che consiglio) dovrebbe essere quello di aiutarla a esplorare le sue emozioni con serenità, senza alcun giudizio o pressione.
Gentile utente, mi dispiace molto che sua figlia si senta così triste.
Non conosco bene la situazione, per cui non posso esprimermi più di tanto. Ciò che le posso dire, però, è di cercare di andare oltre il voler spegnere questa cotta platonica e comprendere cosa porta vostra figlia a concentrarsi così tanto su questa docente e sulla relazione cui rimane così legata, quasi aggrappata, anche se non ricambiata e chiaramente su due livelli diversi (questo potrebbe dire tanto riguardo la scelta di vostra figlia).
Inoltre, volersi mettere delle etichette può nascere da un normale bisogno di identificazione e di riconoscimento, di validazione, di appartenenza che da come mi descrive forse non aveva ancora ricevuto un riscontro positivo fino a quel momento.
Da qui si denota come non sia tanto il genere sessuale ad aver attratto vostra figlia, ma la persona in se e soprattutto la funzione che svolgeva, in particolare nei suoi confronti.
Quello che potete fare è sicuramente starle accanto e sostenerla in questa fase così delicata, ma senza privarla dei suoi spazi, con un atteggiamento di apertura e che la faccia sentire accolta, amata, accettata nella sua "diversità" ed io preferirei dire: nella sua unicità!
Questo è ciò che sta alla base per poterle essere di aiuto nel vostro ruolo genitoriale.
Intraprendere un percorso psicologico, qualora vostra figlia lo desiderasse, può offrirle uno spazio di amore e cura per se stessa in cui esprimersi per com'è, sentirsi libera e non giudicata nel condividere pensieri, emozioni, sentimenti di cui potrà prendere consapevolezza; far prendere forma a ciò che per il momento può essere confuso o in continua evoluzione o anche mettere in discussione idee più consolidate, nella piena libertà e nel pieno rispetto della sua unicità. Un percorso in cui mettersi in gioco e dare spazio alla relazione con se stessa e con l'altro, valutando anche diverse prospettive e modi di stare con (se stessa e l'altro).
È bello che vostra figlia si esprima attraverso la scrittura, il disegno... questo sicuramente le fa bene e mostra il suo bisogno di comunicare e far prendere forma a ciò che ha dentro. È una risorsa preziosa, da preservare e coltivare.
Ci sarebbero tante considerazioni da dire e contenuti da esplorare.
Mi auguro che vostra figlia continui a coltivare questo aspetto creativo perchè può esserle di grande aiuto e se riuscisse ad estenderlo ad un percorso psicologico dove una persona con i giusti strumenti possa sostenerla e accompagnarla in tutto ciò, sarebbe una bella opportunità per lei.
Spero possiate attraversare questo periodo trovando presto la serenità e superandolo con più forza, consapevolezza e gratitudine per ciò che state costruendo come famiglia.
Resto a disposizione in ogni momento.
Cordialmente,
Dott.ssa Teresa Schillaci
Non conosco bene la situazione, per cui non posso esprimermi più di tanto. Ciò che le posso dire, però, è di cercare di andare oltre il voler spegnere questa cotta platonica e comprendere cosa porta vostra figlia a concentrarsi così tanto su questa docente e sulla relazione cui rimane così legata, quasi aggrappata, anche se non ricambiata e chiaramente su due livelli diversi (questo potrebbe dire tanto riguardo la scelta di vostra figlia).
Inoltre, volersi mettere delle etichette può nascere da un normale bisogno di identificazione e di riconoscimento, di validazione, di appartenenza che da come mi descrive forse non aveva ancora ricevuto un riscontro positivo fino a quel momento.
Da qui si denota come non sia tanto il genere sessuale ad aver attratto vostra figlia, ma la persona in se e soprattutto la funzione che svolgeva, in particolare nei suoi confronti.
Quello che potete fare è sicuramente starle accanto e sostenerla in questa fase così delicata, ma senza privarla dei suoi spazi, con un atteggiamento di apertura e che la faccia sentire accolta, amata, accettata nella sua "diversità" ed io preferirei dire: nella sua unicità!
Questo è ciò che sta alla base per poterle essere di aiuto nel vostro ruolo genitoriale.
Intraprendere un percorso psicologico, qualora vostra figlia lo desiderasse, può offrirle uno spazio di amore e cura per se stessa in cui esprimersi per com'è, sentirsi libera e non giudicata nel condividere pensieri, emozioni, sentimenti di cui potrà prendere consapevolezza; far prendere forma a ciò che per il momento può essere confuso o in continua evoluzione o anche mettere in discussione idee più consolidate, nella piena libertà e nel pieno rispetto della sua unicità. Un percorso in cui mettersi in gioco e dare spazio alla relazione con se stessa e con l'altro, valutando anche diverse prospettive e modi di stare con (se stessa e l'altro).
È bello che vostra figlia si esprima attraverso la scrittura, il disegno... questo sicuramente le fa bene e mostra il suo bisogno di comunicare e far prendere forma a ciò che ha dentro. È una risorsa preziosa, da preservare e coltivare.
Ci sarebbero tante considerazioni da dire e contenuti da esplorare.
Mi auguro che vostra figlia continui a coltivare questo aspetto creativo perchè può esserle di grande aiuto e se riuscisse ad estenderlo ad un percorso psicologico dove una persona con i giusti strumenti possa sostenerla e accompagnarla in tutto ciò, sarebbe una bella opportunità per lei.
Spero possiate attraversare questo periodo trovando presto la serenità e superandolo con più forza, consapevolezza e gratitudine per ciò che state costruendo come famiglia.
Resto a disposizione in ogni momento.
Cordialmente,
Dott.ssa Teresa Schillaci
Ciao, prima di tutto voglio dirti che ho letto con molta attenzione ciò che hai scritto. Quello che hai vissuto è davvero tanto, e capisco quanto possa essere difficile affrontare tutto questo da sola. Il fatto che tu abbia la consapevolezza dei tuoi problemi e stia cercando aiuto è già un grande passo.
Mi sembra che nella tua storia ci siano molte esperienze traumatiche che ti hanno lasciato delle cicatrici profonde, sia fisiche che emotive. La tua relazione con tua madre, i litigi familiari, la solitudine, i disturbi alimentari e il vissuto nella relazione tossica con il tuo ex sono tutte cose che, comprensibilmente, hanno avuto un impatto significativo sul tuo benessere mentale ed emotivo.
Il fatto che tu abbia vissuto in un contesto familiare in cui non ti sei sentita ascoltata o supportata ha alimentato la tua ricerca di affetto e approvazione in modo disfunzionale. Questo ha portato a una dipendenza affettiva nelle tue relazioni, dove probabilmente hai cercato di colmare il vuoto dentro di te con persone che non erano in grado di offrirti l’amore sano e reciproco di cui avevi bisogno.
Le esperienze di derealizzazione, di vuoto emotivo, di depressione e di attacchi di panico sono segnali di un dolore che non è stato affrontato. Questi meccanismi di coping, come l’auto-lesionismo e i disturbi alimentari, sono tentativi di gestire quel dolore, ma sono purtroppo dannosi a lungo termine.
Mi sembra che tu stia cercando di uscire da un ciclo di dolore che ti ha portato a vivere senza emozioni, cercando di sopprimere ciò che provi, ma a un certo punto questa sofferenza esplode in forme di rabbia, frustrazione e vuoto che è difficile da gestire da sola.
Tutto ciò che stai vivendo ora, come la difficoltà a prendere iniziativa, la sensazione di non avere stabilità e la mancanza di motivazione, sono probabilmente il risultato di una lunga serie di eventi che ti hanno portato a sentirti persa e disorientata. Questi periodi in cui il tuo umore cambia improvvisamente o in cui ti senti a terra potrebbero essere parte di un processo che non è stato mai elaborato e che ti ha portato a vivere con una sensazione di instabilità.
Mi sembra che il primo passo per affrontare tutto ciò sia quello di cercare il supporto di un professionista, che possa aiutarti a comprendere meglio te stessa e a trovare modi per affrontare il dolore e le emozioni che hai sopportato per così tanto tempo. La psicoterapia può offrirti gli strumenti per superare la rabbia, il vuoto e la solitudine, per ricostruire la tua autostima e per imparare a prenderti cura di te stessa in modo sano. Non devi affrontare tutto da sola.
Nonostante quello che hai passato, vedo una grande forza in te, una forza che ti ha permesso di arrivare fin qui e di cercare un cambiamento. Quello che stai facendo ora, chiedendo aiuto e cercando di capire cosa ti sta succedendo, è un passo importante. Ricorda che, anche se può sembrare difficile, il cambiamento è possibile, e con il supporto giusto puoi trovare la stabilità e il benessere che meriti.
So che la strada non è facile, ma non perdere la speranza. Ti incoraggio a fare il primo passo verso il trattamento che può darti gli strumenti per affrontare tutto questo in modo sano. Se hai bisogno di parlare o di condividere altro, sono qui per ascoltarti. Prenditi cura di te.
Mi sembra che nella tua storia ci siano molte esperienze traumatiche che ti hanno lasciato delle cicatrici profonde, sia fisiche che emotive. La tua relazione con tua madre, i litigi familiari, la solitudine, i disturbi alimentari e il vissuto nella relazione tossica con il tuo ex sono tutte cose che, comprensibilmente, hanno avuto un impatto significativo sul tuo benessere mentale ed emotivo.
Il fatto che tu abbia vissuto in un contesto familiare in cui non ti sei sentita ascoltata o supportata ha alimentato la tua ricerca di affetto e approvazione in modo disfunzionale. Questo ha portato a una dipendenza affettiva nelle tue relazioni, dove probabilmente hai cercato di colmare il vuoto dentro di te con persone che non erano in grado di offrirti l’amore sano e reciproco di cui avevi bisogno.
Le esperienze di derealizzazione, di vuoto emotivo, di depressione e di attacchi di panico sono segnali di un dolore che non è stato affrontato. Questi meccanismi di coping, come l’auto-lesionismo e i disturbi alimentari, sono tentativi di gestire quel dolore, ma sono purtroppo dannosi a lungo termine.
Mi sembra che tu stia cercando di uscire da un ciclo di dolore che ti ha portato a vivere senza emozioni, cercando di sopprimere ciò che provi, ma a un certo punto questa sofferenza esplode in forme di rabbia, frustrazione e vuoto che è difficile da gestire da sola.
Tutto ciò che stai vivendo ora, come la difficoltà a prendere iniziativa, la sensazione di non avere stabilità e la mancanza di motivazione, sono probabilmente il risultato di una lunga serie di eventi che ti hanno portato a sentirti persa e disorientata. Questi periodi in cui il tuo umore cambia improvvisamente o in cui ti senti a terra potrebbero essere parte di un processo che non è stato mai elaborato e che ti ha portato a vivere con una sensazione di instabilità.
Mi sembra che il primo passo per affrontare tutto ciò sia quello di cercare il supporto di un professionista, che possa aiutarti a comprendere meglio te stessa e a trovare modi per affrontare il dolore e le emozioni che hai sopportato per così tanto tempo. La psicoterapia può offrirti gli strumenti per superare la rabbia, il vuoto e la solitudine, per ricostruire la tua autostima e per imparare a prenderti cura di te stessa in modo sano. Non devi affrontare tutto da sola.
Nonostante quello che hai passato, vedo una grande forza in te, una forza che ti ha permesso di arrivare fin qui e di cercare un cambiamento. Quello che stai facendo ora, chiedendo aiuto e cercando di capire cosa ti sta succedendo, è un passo importante. Ricorda che, anche se può sembrare difficile, il cambiamento è possibile, e con il supporto giusto puoi trovare la stabilità e il benessere che meriti.
So che la strada non è facile, ma non perdere la speranza. Ti incoraggio a fare il primo passo verso il trattamento che può darti gli strumenti per affrontare tutto questo in modo sano. Se hai bisogno di parlare o di condividere altro, sono qui per ascoltarti. Prenditi cura di te.
È comprensibile che la situazione vi preoccupi, ma è importante affrontarla con delicatezza e senza allarmismi. A 15 anni, l’identità e l’orientamento affettivo possono essere in fase di esplorazione, e non è raro che gli adolescenti sviluppino forti ammirazioni o "cotte" per figure che hanno rappresentato per loro un riferimento emotivo.
La docente, con la sua sensibilità, ha probabilmente offerto a vostra figlia quell’ascolto e quel riconoscimento che le mancavano nei rapporti con i coetanei. Questo ha reso l’attaccamento molto intenso e la sua assenza ora le provoca malinconia. È normale e fa parte dello sviluppo emotivo.
Il modo migliore per aiutarla è ascoltarla senza giudizio, lasciandole spazio per esprimere ciò che prova. Evitare di forzarla a "superare" questa fase o di impedirle di definirsi: il percorso di scoperta personale è suo e deve sentirsi libera di viverlo senza pressioni. Piuttosto, incoraggiatela a coltivare nuove relazioni, interessi e attività che possano ampliare il suo mondo affettivo e sociale.
Se la tristezza dovesse persistere in modo intenso o influenzare il suo benessere, potrebbe essere utile un confronto con uno psicologo, che la aiuti a comprendere e gestire le proprie emozioni in modo sereno.
La docente, con la sua sensibilità, ha probabilmente offerto a vostra figlia quell’ascolto e quel riconoscimento che le mancavano nei rapporti con i coetanei. Questo ha reso l’attaccamento molto intenso e la sua assenza ora le provoca malinconia. È normale e fa parte dello sviluppo emotivo.
Il modo migliore per aiutarla è ascoltarla senza giudizio, lasciandole spazio per esprimere ciò che prova. Evitare di forzarla a "superare" questa fase o di impedirle di definirsi: il percorso di scoperta personale è suo e deve sentirsi libera di viverlo senza pressioni. Piuttosto, incoraggiatela a coltivare nuove relazioni, interessi e attività che possano ampliare il suo mondo affettivo e sociale.
Se la tristezza dovesse persistere in modo intenso o influenzare il suo benessere, potrebbe essere utile un confronto con uno psicologo, che la aiuti a comprendere e gestire le proprie emozioni in modo sereno.
Buonasera credo che il modo migliore sia sostenere sua figlia, qualsiasi cosa senta di provare ed essere. Sminuire la sua cotta o il suo orientamento sessuale di certo non la aiuterà, naturalmente è molto giovane e non è detto che tutto quello che prova rimarrà stabile e immutato, ma questo non vuol dire che quello che prova vada per forza "cancellato". Il vostro stesso desiderio di "farle passare questa cotta platonica" mi sembra abbastanza prepotente e anche un po' sprezzante. Lasciatela tranquilla di vivere quello che sente, si sta affacciando alla vita sentimentale, ha il diritto di vivere le sue cotte, anche platoniche!
Prima di tutto, è importante riconoscere che la situazione che descrivi è completamente naturale nel percorso di crescita di una ragazza di 15 anni. L'adolescenza è un periodo di scoperta, in cui si formano non solo l'identità personale, ma anche l'identità sessuale e relazionale. In questo contesto, la cotta per una figura adulta e stimata, come la professoressa, non è di per sé motivo di preoccupazione, ma piuttosto un aspetto della sua evoluzione emotiva.
Ecco alcuni consigli da psicologa su come affrontare la situazione:
1. Riconoscere e normalizzare i sentimenti: È importante far capire a tua figlia che ciò che sta provando è normale. L'adolescenza è il periodo in cui le emozioni si intensificano, e i legami emotivi che si creano, anche con persone più adulte, fanno parte della ricerca di una propria identità affettiva. Spiegale che il fatto di avere ammirazione o affetto per una persona non implica necessariamente che sia una cotta romantica o che debba essere etichettata come lesbica.
2. Distinguere tra ammirazione e attrazione romantica: Aiutala a riflettere su cosa davvero prova. A volte, quello che percepiamo come un interesse romantico può in realtà essere una profonda ammirazione o un legame di affetto verso una figura di riferimento che ci ha dato sicurezza e comprensione, come la professoressa. Parlate insieme di ciò che la professoressa ha rappresentato per lei e aiutatela a mettere in prospettiva il significato di quella relazione.
3. Evita le etichette prematuri: L'idea di "etichettarsi" come lesbica o eterosessuale in questa fase della vita può essere fuorviante, perché l'orientamento sessuale è qualcosa che si esplora e si comprende nel tempo. Potreste aiutarla a capire che non è necessario definire subito se stessa, ma che è in un processo di scoperta e che le etichette, per quanto possano sembrare rassicuranti, non devono essere una pressione.
4. Sostenere la sua crescita emotiva: Essere presenti e offrire un supporto emotivo aperto è fondamentale. Incoraggiate una comunicazione onesta, dove possa esprimere i suoi pensieri senza sentirsi giudicata. Aiutatela a gestire la tristezza legata alla separazione dalla professoressa, che potrebbe simboleggiare anche una perdita emotiva. Può essere utile suggerire attività che possano aiutarla a canalizzare i suoi pensieri e sentimenti, come scrivere, disegnare, o praticare uno sport.
5. Coinvolgere un professionista se necessario: Se notate che i suoi sentimenti di tristezza e solitudine diventano troppo intensi o che la situazione inizia a influenzare significativamente il suo benessere, potrebbe essere utile parlare con un terapeuta, che potrebbe aiutarla a esplorare meglio i suoi sentimenti e a capire come affrontarli in modo sano.
6. Sostenere le sue relazioni sociali: Visto che le relazioni con i compagni sembrano migliorare, è importante incoraggiare ulteriormente la sua interazione sociale. Le nuove amicizie e il rafforzamento dei legami con i coetanei possono aiutarla a canalizzare l'energia emotiva verso relazioni più equilibrate e appropriate per la sua età.
In generale, è cruciale che tu e tua moglie continuate a mostrarvi comprensivi e a mantenere una comunicazione aperta con vostra figlia. A questa età, il supporto familiare è essenziale per aiutarla a gestire le sue emozioni e a comprendere meglio se stessa, senza sentirsi costretta a dare risposte definitive o etichette che potrebbero non riflettere la sua vera esperienza.
Ecco alcuni consigli da psicologa su come affrontare la situazione:
1. Riconoscere e normalizzare i sentimenti: È importante far capire a tua figlia che ciò che sta provando è normale. L'adolescenza è il periodo in cui le emozioni si intensificano, e i legami emotivi che si creano, anche con persone più adulte, fanno parte della ricerca di una propria identità affettiva. Spiegale che il fatto di avere ammirazione o affetto per una persona non implica necessariamente che sia una cotta romantica o che debba essere etichettata come lesbica.
2. Distinguere tra ammirazione e attrazione romantica: Aiutala a riflettere su cosa davvero prova. A volte, quello che percepiamo come un interesse romantico può in realtà essere una profonda ammirazione o un legame di affetto verso una figura di riferimento che ci ha dato sicurezza e comprensione, come la professoressa. Parlate insieme di ciò che la professoressa ha rappresentato per lei e aiutatela a mettere in prospettiva il significato di quella relazione.
3. Evita le etichette prematuri: L'idea di "etichettarsi" come lesbica o eterosessuale in questa fase della vita può essere fuorviante, perché l'orientamento sessuale è qualcosa che si esplora e si comprende nel tempo. Potreste aiutarla a capire che non è necessario definire subito se stessa, ma che è in un processo di scoperta e che le etichette, per quanto possano sembrare rassicuranti, non devono essere una pressione.
4. Sostenere la sua crescita emotiva: Essere presenti e offrire un supporto emotivo aperto è fondamentale. Incoraggiate una comunicazione onesta, dove possa esprimere i suoi pensieri senza sentirsi giudicata. Aiutatela a gestire la tristezza legata alla separazione dalla professoressa, che potrebbe simboleggiare anche una perdita emotiva. Può essere utile suggerire attività che possano aiutarla a canalizzare i suoi pensieri e sentimenti, come scrivere, disegnare, o praticare uno sport.
5. Coinvolgere un professionista se necessario: Se notate che i suoi sentimenti di tristezza e solitudine diventano troppo intensi o che la situazione inizia a influenzare significativamente il suo benessere, potrebbe essere utile parlare con un terapeuta, che potrebbe aiutarla a esplorare meglio i suoi sentimenti e a capire come affrontarli in modo sano.
6. Sostenere le sue relazioni sociali: Visto che le relazioni con i compagni sembrano migliorare, è importante incoraggiare ulteriormente la sua interazione sociale. Le nuove amicizie e il rafforzamento dei legami con i coetanei possono aiutarla a canalizzare l'energia emotiva verso relazioni più equilibrate e appropriate per la sua età.
In generale, è cruciale che tu e tua moglie continuate a mostrarvi comprensivi e a mantenere una comunicazione aperta con vostra figlia. A questa età, il supporto familiare è essenziale per aiutarla a gestire le sue emozioni e a comprendere meglio se stessa, senza sentirsi costretta a dare risposte definitive o etichette che potrebbero non riflettere la sua vera esperienza.
Buongiorno, nella fase adolescenziale si costruisce anche l’identità sessuale..possono succedere questi dubbi anche solo sotto forma di idealizzazioni.. può essere anche di supporto una terapia supportiva con uno psicoterapeuta.
Cordiali saluti. Dottoressa Versari Debora.
Cordiali saluti. Dottoressa Versari Debora.
Buongiorno, capisco la sua preoccupazione di genitore e il desiderio di voler sostenere sua figlia nel migliore dei modi. L'adolescenza è una fase complessa, caratterizzata da cambiamenti profondi sia sul piano emotivo che identitario, e spesso questi cambiamenti si manifestano attraverso infatuazioni intense e momenti di esplorazione personale. Sua figlia sembra aver trovato nella sua ex docente un punto di riferimento, qualcuno che l’ha fatta sentire vista, compresa e accolta in un momento in cui probabilmente si sentiva in difficoltà nelle relazioni con i coetanei. È normale che, dopo un’esperienza di esclusione o di difficoltà nell’integrazione sociale, un adolescente possa sviluppare un forte attaccamento verso chi l’ha fatta sentire valida e riconosciuta. Non si tratta necessariamente di un’infatuazione romantica nel senso adulto del termine, ma può essere una forma di ammirazione profonda, un riconoscimento di qualità che la ragazza apprezza e che magari vorrebbe anche per sé. Il fatto che sua figlia esprima questi pensieri attraverso poesie, disegni e riflessioni non è preoccupante di per sé, anzi, è un segnale che sta cercando di elaborare ciò che sente. L’adolescenza è un periodo di esplorazione dell’identità, anche in termini di orientamento affettivo e sessuale. Spesso i ragazzi e le ragazze si interrogano su chi sono e su cosa provano, e in alcuni casi si attribuiscono etichette che poi, nel tempo, possono confermarsi o cambiare. Non c’è nulla di strano in questo processo, e ciò che conta di più è che si sentano liberi di esplorare le proprie emozioni senza sentirsi giudicati o costretti in definizioni rigide. Come genitori, il ruolo più importante che potete avere è quello di accompagnarla in questo percorso con apertura e ascolto, evitando di farle percepire che i suoi sentimenti debbano essere "corretti" o "superati". Cercare di farle “passare” questa cotta potrebbe indurla a chiudersi e a non sentirsi compresa, aumentando il rischio che si isoli o che viva con disagio i propri sentimenti. Invece, è fondamentale trasmetterle il messaggio che qualunque emozione provi è valida e che, con il tempo e l’esperienza, avrà modo di capire meglio se stessa senza la necessità di affrettare risposte definitive. Se in futuro la professoressa dovesse tornare a insegnare nella sua classe, potrebbe essere utile affrontare la questione con delicatezza, aiutandola a gestire il possibile riemergere delle emozioni senza ansia o vergogna. Potreste aiutarla a concentrarsi sul rafforzare il suo senso di sé al di là di questa relazione, incoraggiandola a investire nelle amicizie, negli interessi personali e nel suo sviluppo individuale. Piuttosto che preoccuparvi di farle cambiare idea sulle etichette che si dà, potrebbe essere più utile aprire un dialogo sereno in cui possa sentirsi libera di esprimere i suoi dubbi e le sue emozioni senza il timore di essere fraintesa o giudicata. Potreste chiederle cosa prova davvero per questa insegnante, cosa ammira di lei, cosa rappresenta per lei questa figura. Questo può aiutarla a comprendere meglio se stessa, senza la pressione di dover già avere risposte definitive sulla sua identità. L’adolescenza è una fase di scoperta e trasformazione, e ogni esperienza (anche le infatuazioni, anche i momenti di dubbio) fanno parte di un percorso di crescita. L’importante è che vostra figlia sappia di poter contare su di voi come un porto sicuro, un luogo di accoglienza e comprensione. Essere presenti senza giudicare, ascoltare senza imporre, lasciare che trovi da sé le sue risposte con il tempo: è questo il modo migliore per aiutarla a costruire una solida consapevolezza di sé. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Buongiorno, ma glielo ha condiviso sua figlia di essere "invaghita" della sua ex docente?
Proverei a proporle uno spazio di supporto psicologico, se può esserle utile e lasciando a lei la scelta se accettare o meno.
Rimango a sua disposizione.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
Proverei a proporle uno spazio di supporto psicologico, se può esserle utile e lasciando a lei la scelta se accettare o meno.
Rimango a sua disposizione.
Un caro saluto, Dott.ssa Martina Orzi
gentile genitore,
la situazione raccontata da lei nella vignetta meriterebbe un ulteriore e approfondito esame. Ci sono alcuni punti da contestualizzare sia nel quadro della storia di sviluppo di sua figlia, sia nel quadro del periodo di vita in cui si trova lei e voi di conseguenza, cioé l'adolescenza di una figlia. Mi colpiscono, e glie le propongo come suggestioni, alcuni punti: non seguire la moda e avere difficoltà relazionali potrebbero essere elementi descrittivi di una più complessa sofferenza di sua figlia in questo momento della sua vita? l'essersi finalmente sentita considerata attraverso la professoressa di liceo fa riferimento al rapporto con i pari o con gli adulti? come mai fa riferimento al "farle passare questa cotta platonica", perché dovrebbe passarle così rapidamente?
L'investimento sul rapporto con la professoressa e la tristezza potrebbero essere sintomatici di un movimento proiettivo nel rapporto con la professoressa di elementi differenti e confusamente mischiati a livello psichico, ma andrebbe fatta una osservazione diagnostica più lunga e approfondita. Le suggerirei di provare a proporre a sua figlia di fare qualche colloquio con una psicoterapeuta donna, assicurandovi di trovare una specialista che sia esperta nel lavoro con gli adolescenti.
Cordialmente
la situazione raccontata da lei nella vignetta meriterebbe un ulteriore e approfondito esame. Ci sono alcuni punti da contestualizzare sia nel quadro della storia di sviluppo di sua figlia, sia nel quadro del periodo di vita in cui si trova lei e voi di conseguenza, cioé l'adolescenza di una figlia. Mi colpiscono, e glie le propongo come suggestioni, alcuni punti: non seguire la moda e avere difficoltà relazionali potrebbero essere elementi descrittivi di una più complessa sofferenza di sua figlia in questo momento della sua vita? l'essersi finalmente sentita considerata attraverso la professoressa di liceo fa riferimento al rapporto con i pari o con gli adulti? come mai fa riferimento al "farle passare questa cotta platonica", perché dovrebbe passarle così rapidamente?
L'investimento sul rapporto con la professoressa e la tristezza potrebbero essere sintomatici di un movimento proiettivo nel rapporto con la professoressa di elementi differenti e confusamente mischiati a livello psichico, ma andrebbe fatta una osservazione diagnostica più lunga e approfondita. Le suggerirei di provare a proporre a sua figlia di fare qualche colloquio con una psicoterapeuta donna, assicurandovi di trovare una specialista che sia esperta nel lavoro con gli adolescenti.
Cordialmente
Buongiorno gentile Utente, comprendo la sua preoccupazione e il desiderio di aiutare sua figlia a vivere questa esperienza in modo sereno e senza rigidità. L’adolescenza è un periodo di esplorazione, in cui emozioni e identità si intrecciano in un percorso di scoperta personale. L’infatuazione per una figura adulta, in particolare un’insegnante che ha mostrato attenzione e sensibilità, è un’esperienza piuttosto comune in questa fase di crescita. È naturale che sua figlia provi ammirazione e idealizzi questa persona, specialmente se ha rappresentato un punto di riferimento in un periodo di difficoltà.
Più che concentrarsi sul “farle passare” questa cotta o sul timore di un’etichetta, potrebbe essere utile accompagnarla con ascolto e apertura, senza minimizzare né drammatizzare i suoi sentimenti. Se si è convinta di essere lesbica, questo non è necessariamente un punto definitivo, ma nemmeno qualcosa da cui proteggerla. L’orientamento sessuale è un aspetto che può emergere con il tempo e il modo migliore per affrontarlo è darle lo spazio per esprimersi senza sentirsi giudicata o spinta in una direzione specifica.
Può essere utile aiutarla a esplorare il senso di questa attrazione: è solo un’ammirazione profonda? È un bisogno di sentirsi accettata? È un primo segnale della sua identità affettiva? Qualunque sia la risposta, ciò che conta è farle sentire che i suoi sentimenti sono validi e che non c’è nulla di sbagliato nel provare quello che prova. Se nel tempo dovesse sentire il bisogno di confrontarsi con un esperto, uno psicologo potrebbe offrirle uno spazio neutro in cui elaborare al meglio le proprie emozioni.
Ciò che davvero può aiutarla è sapere che ha genitori che la accolgono e la sostengono, senza pressioni o timori eccessivi. L’importante è che si senta libera di essere se stessa, qualunque sia il percorso che sceglierà di intraprendere.
Dott. Luca Vocino
Più che concentrarsi sul “farle passare” questa cotta o sul timore di un’etichetta, potrebbe essere utile accompagnarla con ascolto e apertura, senza minimizzare né drammatizzare i suoi sentimenti. Se si è convinta di essere lesbica, questo non è necessariamente un punto definitivo, ma nemmeno qualcosa da cui proteggerla. L’orientamento sessuale è un aspetto che può emergere con il tempo e il modo migliore per affrontarlo è darle lo spazio per esprimersi senza sentirsi giudicata o spinta in una direzione specifica.
Può essere utile aiutarla a esplorare il senso di questa attrazione: è solo un’ammirazione profonda? È un bisogno di sentirsi accettata? È un primo segnale della sua identità affettiva? Qualunque sia la risposta, ciò che conta è farle sentire che i suoi sentimenti sono validi e che non c’è nulla di sbagliato nel provare quello che prova. Se nel tempo dovesse sentire il bisogno di confrontarsi con un esperto, uno psicologo potrebbe offrirle uno spazio neutro in cui elaborare al meglio le proprie emozioni.
Ciò che davvero può aiutarla è sapere che ha genitori che la accolgono e la sostengono, senza pressioni o timori eccessivi. L’importante è che si senta libera di essere se stessa, qualunque sia il percorso che sceglierà di intraprendere.
Dott. Luca Vocino
Gentile papà,
credo sia importante riconoscere la sua sensibilità e attenzione a recepire tutti questi piccoli segnali che , soprattutto in adolescenza, è importante cogliere.
Da quello che scrive penso che la docente abbia rappresentato per sua figlia una prima figura importante di accoglimento, riconoscimento, sensibilità e attenzione al di fuori dalle mura domestiche, in una situazione così delicata di difficoltà nel relazionarsi con i pari che, soprattutto in adolescenza, dovrebbero rappresentare il gruppo in cui è possibile sperimentare la propria personalità in divenire, sperimentare e superare i propri conflitti interiori anche riconoscendo i pari e i loro valori come modelli da perseguire o, per contro, ai quali opporsi, verso la crescita personale. Bisognerebbe capire più approfonditamente i motivi per cui sua figlia incosapevolmente sta sovrainvestendo di energie libidiche e psicologiche oltreché sovraidealizzando la figura della docente. Le consiglio di pensare alla possibilità di iniziare un percorso psicoterapico che vada ad approfondire questa tematica e ad accompagnare sua figlia nel processo di costruzione della sua identità sessuale e personale; egualmente, a mio avviso, sarebbe utile un percorso genitoriale con una figura diversa da quella che seguirebbe sua figlia, in modo da accogliere le preoccupazioni genitoriali e sostenervi in questa fase delicata.
credo sia importante riconoscere la sua sensibilità e attenzione a recepire tutti questi piccoli segnali che , soprattutto in adolescenza, è importante cogliere.
Da quello che scrive penso che la docente abbia rappresentato per sua figlia una prima figura importante di accoglimento, riconoscimento, sensibilità e attenzione al di fuori dalle mura domestiche, in una situazione così delicata di difficoltà nel relazionarsi con i pari che, soprattutto in adolescenza, dovrebbero rappresentare il gruppo in cui è possibile sperimentare la propria personalità in divenire, sperimentare e superare i propri conflitti interiori anche riconoscendo i pari e i loro valori come modelli da perseguire o, per contro, ai quali opporsi, verso la crescita personale. Bisognerebbe capire più approfonditamente i motivi per cui sua figlia incosapevolmente sta sovrainvestendo di energie libidiche e psicologiche oltreché sovraidealizzando la figura della docente. Le consiglio di pensare alla possibilità di iniziare un percorso psicoterapico che vada ad approfondire questa tematica e ad accompagnare sua figlia nel processo di costruzione della sua identità sessuale e personale; egualmente, a mio avviso, sarebbe utile un percorso genitoriale con una figura diversa da quella che seguirebbe sua figlia, in modo da accogliere le preoccupazioni genitoriali e sostenervi in questa fase delicata.
Buongiorno,
Come mai per lei è un problema che sua figlia "si metta delle etichette"? Per sua figlia lo è? Se non lo è, come mai lo è per lei?
Se si fosse invaghita di un professore, sarebbe stato diverso? E in tal caso, come mai?
Succede a molti adolescenti di avere delle cotte per i propri docenti, in tal caso la docente si è dimostrata attenta a lei da quel che dice, dunque questo può aver attivato qualcosa in sua figlia. Come mai la preoccupa questa situazione? Rifletterei su questo.
Spero di esserle stata d'aiuto :)
Come mai per lei è un problema che sua figlia "si metta delle etichette"? Per sua figlia lo è? Se non lo è, come mai lo è per lei?
Se si fosse invaghita di un professore, sarebbe stato diverso? E in tal caso, come mai?
Succede a molti adolescenti di avere delle cotte per i propri docenti, in tal caso la docente si è dimostrata attenta a lei da quel che dice, dunque questo può aver attivato qualcosa in sua figlia. Come mai la preoccupa questa situazione? Rifletterei su questo.
Spero di esserle stata d'aiuto :)
Buongiorno,
grazie per aver condiviso la situazione. A 15 anni è normale sviluppare forti idealizzazioni verso adulti che hanno rappresentato un punto di riferimento, come è accaduto con la docente. La “cotta” che vostra figlia prova è un’esperienza tipica dell’adolescenza e non definisce necessariamente il suo orientamento: è importante che possa esplorare ciò che sente senza pressioni né etichette.
Per aiutarla può essere utile ascoltarla senza giudizio, rassicurarla sul fatto che non deve definirsi ora e favorire relazioni e interessi più ampi. Inoltre è possibile valutare un sostegno psicologico se la tristezza o l’idealizzazione diventano troppo forti.
La possibile presenza futura della docente si potrà gestire con calma, aiutandola a mantenere confini chiari tra scuola ed emozioni.
Resto a disposizione per eventuali approfondimenti.
grazie per aver condiviso la situazione. A 15 anni è normale sviluppare forti idealizzazioni verso adulti che hanno rappresentato un punto di riferimento, come è accaduto con la docente. La “cotta” che vostra figlia prova è un’esperienza tipica dell’adolescenza e non definisce necessariamente il suo orientamento: è importante che possa esplorare ciò che sente senza pressioni né etichette.
Per aiutarla può essere utile ascoltarla senza giudizio, rassicurarla sul fatto che non deve definirsi ora e favorire relazioni e interessi più ampi. Inoltre è possibile valutare un sostegno psicologico se la tristezza o l’idealizzazione diventano troppo forti.
La possibile presenza futura della docente si potrà gestire con calma, aiutandola a mantenere confini chiari tra scuola ed emozioni.
Resto a disposizione per eventuali approfondimenti.
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