Buongiorno sono quel ragazzo che vi diceva di 20 anni ..volevo dire che è un anno che non tocco una

23 risposte
Buongiorno sono quel ragazzo che vi diceva di 20 anni ..volevo dire che è un anno che non tocco una sigaretta però quando fumavo (2/3 sigarette al giorno neanche tutti i giorni e non sento la necessità) però mi ricordo che avevo il vizio di nasconderle per casa nei cassetti e come vedo dei cassetti o tasche mobili custodie mi vengono in mente le sigarette in maniera ossessiva da 4/5 giorni che in realtà non esiste.. volevo sapere cosa mi potreste consigliare voi professionisti per dimenticare una fissazione che non esiste nella realtà. Grazie spero di essermi spiegato meglio
Dott. Alessio Vellucci
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Caro Ragazzo,
non trovandoci di fronte ad una necessità che senti di dover soddisfare (quella di fumare), mi sembra che il problema sia legato alla persistenza di questo pensiero nella tua mente, e nella facilità con la quale trova agganci per innescarsi. Potrebbe essere importante capire cosa di questo pensiero ti preoccupi maggiormente, così come capire se e quanto tu riesca a portare la mente su altro una volta che il pensiero delle sigarette si affaccia. Ad ogni modo, sono tutti pezzi di un ipotetico intervento che andrebbe pianificato in un colloquio vis a vis con uno psicoterapeuta, nel quale tracciare i confini di questa difficoltà che appaiono un poco sfumati. Resto a disposizione per eventuali informazioni al riguardo. Un caro saluto

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Dott. Stefano Minelli
Psicoterapeuta, Psicologo clinico, Psicologo
Roma
Buongiorno, non è chiaro il perché nascondesse le sigarette: è un elemento importante, a mio avviso. Ad ogni buon conto se non fuma più, non vi sono più sigarette nascoste, ma un pensiero tuttavia insiste, significa che la sua questione non riguarda le sigarette, ma qualcosa a cui le sigarette e il loro occultamento rimanda.
E' una domanda, la sua, che può portare molto lontano in un percorso psicoterapeutico. Ci pensi. SM
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, sono d'accordo con il collega, la questione non è la sigaretta, ma cosa rappresenta per lei la sigaretta. Potrebbe trovare la risposta tramite la psicoterapia.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dr. Sara De Felice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Buongiorno, l'unica cosa possibile da fare è rivolgersi ad un* psicolog* per approfondire la situazione. in genere ciò che descrive sono dei segnali da ascoltare e comprendere.
Mi sono occupata per anni di pazienti e gruppi di adulti che volevano smettere di fumare. Ritengo che per lei sia opportuno un accompagnamento che ripercorra una disassuefazione al fumo che in realtà non è venuta completamente.
Dott.ssa Elisa Galantini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Gentile utente, le sigarette sembrano catalizzare un significato che attinge ad altri elementi della sua vita. L’importanza attribuita a questi oggetti, anche nell’assenza, rimanda a un pensiero che non può svincolarsi. Sarebbe utile poter approfondire il senso di questa sua idea attraverso un percorso psicoterapeutico, affinché questa ricerca e questo nascondere, assumano per Lei un significato, oltre che un bisogno. Un cordiale saluto Dott Elisa Galantini
Dott.ssa Susanna Nuti
Psicoterapeuta, Psicologo
Firenze
Si trovi una trasgressione diversa! Inizi a fare qualcosa di sano che non ha mai fatto! Sarebbe una bella trasgressione per uscire dai soliti schemi! Tiri fuori tutte le sue risorse.....
Dott.ssa Ilaria Rasi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Bologna
Buonasera, non credo si tratti di una fissazione che non esiste quanto piuttosto di un significato attribuito alla sigaretta che dovrebbe essere meglio compreso. Importante è anche contestualizzare la richiesta: come mai a distanza di un anno ricordi quanto facevi quando fumavi? Che cosa in questo momento ha attivato il pensiero? E questo potrebbe appunto aiutarti a comprendere che ruolo avesse la sigaretta.
Dott.ssa Silvia Pinna
Psicologo, Psicoterapeuta, Tecnico sanitario
Roma
Buonasera. Andrà compreso meglio non tanto il sintomo quanto perché compare proprio oggi, ovvero se anziché un sintomo si.tratti di una intrusione su base ansiosa
Dr. Ugo Ungaro
Psicologo, Psicoterapeuta
L'Aquila
Gentile Signore le spiegazioni che si possono ipotizzare sono molte. Se il pensiero legato alle sigarette continua ad essere insistente e invasivo forse è utile capirne il significato. Dal suo racconto sembra che sia molto ricorrente e che le crei un certo disagio. Se è così forse sarebbe una buona possibilità contattare uno psicologo. Un cordiale saluto
Dott.ssa Chiara Pavia
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Milano
Gentile utente, è interessante capire perchè proprio ora compare questo pensiero e cosa questo le provoca, quali conseguenze dal punto di vista emotivo? cosa fa? . Per questo le consiglio un aiuto professionale che potrebbe aiutarla a capire, quanto ho scritto sopra. In più le posso dire che in genere la nostra mente associa vari stimoli. In questo caso avrà associato cassetto/tasche e sigarette, si potrebbe fare un lavoro di tipo comportamentale per ricreare una nuova associazione, che non richiami alla mente le sigarette. Per concludere volevo farle notare che 1 anno senza fumare è un ottimo arrivo, sicuramente dovrà consolidare quanto ha fatto, in genere un cambiamento ha bisogno di tempo. Per qualsiasi cosa, rimango a disposizione e se lo desidera potrà contattarmi. Saluti e buona giornata.
Dr. Manuel Marco Mancini
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve,
sembra opportuno domandarle cosa rappresenta per lei la sigaretta ...
Un saluto,
MMM
Dr. Leonardo Gottardo
Psicologo, Sessuologo, Psicoterapeuta
Padova
Buongiorno,
i cassetti in qualche modo le fanno ricordare le sigarette e probabilmente anche le eventuali sensazioni passate.
Da approfondire quanto e come il fumo di sigaretta sia presente dentro di sè.
Cordiali saluti
Dott. Leonardo Gottardo
Dott. Marco Faravelli
Psicologo, Psicologo clinico
Rozzano
Buongiorno, sicuramente sarebbe importante approfondire perchè compare questo pensiero proprio ora. Inoltre il fatto che non fumi più in questo momento e che non ci siano più sigarette nascoste, porta l'attenzione al perchè questo pensiero continua a tormentarti. Sicuramente un percorso più completo potrebbe aiutarti a capire come si sia innescato un pensiero di questo tipo e magari anche a trovare la soluzione per gestirlo.
Per ogni evenienza può contattarmi.
Buona giornata
M.F.
Dott. Lorenzo Cruciani
Psicologo, Psicoterapeuta
Fermo
Gent.mo, la dipendenza da sostanze spesso è difficile da "scardinare" poiché a volte utilizziamo tali molecole per soddisfare numerosi bisogni che possono essere più o meno impliciti.Consideri che lo strutturarsi di un pensiero ripetitivo potrebbe essere dovuto a tali necessità. Sarebbe utile rivolgersi ad uno specialista psicoterapeuta esperto in dipendenze, che la possa aiutare a lavorare sugli aspetti appena citati. Cordialmente.
Dott.ssa Chiara Ripa
Psicologo, Psicologo clinico
Bologna
Caro, innanzitutto congratulati con te stesso per i buoni risultati raggiunti: smettere di fumare non è semplice e l’insinuarsi di pensieri intrusivi è normale quando si esce da una dipendenza. Ciò che potresti fare è innanzitutto non percepire l’intrusione di questi pensieri come segno di debolezza, quanto piuttosto come parte integrante di un normale processo di cambiamento ed evoluzione. Non spaventarti per l’arrivo di questi pensieri, e prova a trattarli come qualsiasi altro pensiero si palesi nella tua mente durante l’arco della giornata: arriva, rimane in mente per un po’, ma poi piano piano se ne va, se non ci si aggancia ad esso con altri pensieri rimuginativi. Se però il problema dovesse persistere e dovesse crearle disagio, contatta un terapeuta che possa aiutarti a gestire la problematica.
Un caro saluto.

Dott.ssa Chiara Ripa
Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi dispiace per il disagio espresso. Ci sono diversi punti meritevoli di attenzione clinica ad esempio la sintomatologia ansiosa, la mancanza di stimoli, le idee ossessive, la necessità di nascondere le sigarette ecc..
Ritengo che, essendo la situazione arrivata ad un punto tale da creare per lei disagio, l'avvio di un percorso di supporto possa aiutarla a chiarire i fattori scatenanti e di mantenimento dei sintomi da lei esposti.
Cordialmente, dott. FDL
Dott.ssa Floriana Abate
Psicologo
Torregrotta
Gentile utente, è molto difficile rispondere alla sua domanda con le sole informazioni che ha fornito; una consultazione psicologia certamente può aiutarla ad affrontare la questione in maniera più esaustiva e soddisfacente.
In bocca a lupo!
Dott. Alessandro D'Agostini
Psicologo, Psicoterapeuta
Roma
Buongiorno, sono d'accordo con alcuni colleghi, è preliminarmente importante capire cosa rappresenta per lei la sigaretta. Potrebbe trovare la risposta tramite la psicoterapia. Un saluto, Dott. Alessandro D'Agostini
Dott. Luca Ferretti
Psicologo, Psicoterapeuta
Livorno
Buongiorno, fisiologicamente è impossibile fermare il flusso di pensieri. Non si può non pensare sarebbe come voler fermare il corso di un fiume. Però possiamo impedire che questi pensieri abbiano qualche effetto su di noi ( Il fatto che le pensi alle sigarette questo non l’obbliga hai ricominciato a fumare)Le consiglio di intraprendere un percorso con il terapeuta al fine di imparare a a gestire i pensieri per la loro semplice natura di pensieri lasciando lei nella più totale consapevolezza e libertà di seguirli oppure no.
Cordiali saluti Dottor Luca Ferretti
Dott. Gianluigi Torre
Psicologo clinico, Psicologo
Terracina
Gentile, piuttosto che parlare di dimenticare parlerei di comprenderne il significato.
Più cerca di "dimenticarla" più sarà presente.

Questo può farlo con un professionista.

Saluti
Dott. Andrea Boggero
Psicologo, Psicologo clinico
Genova
Buongiorno, la ringrazio per aver condiviso questo vissuto con tanta chiarezza e sincerità. Le sue parole trasmettono una consapevolezza preziosa: ha smesso di fumare da un anno, non sente più un reale bisogno della sigaretta, eppure si trova a combattere con un pensiero ricorrente, quasi ossessivo, legato all'abitudine del passato. È molto significativo che lei riesca a distinguere ciò che accade nella realtà da ciò che accade nella sua mente, ed è proprio da questa consapevolezza che possiamo partire per comprendere meglio cosa sta succedendo. Quello che descrive è una forma di pensiero intrusivo, tipico di molte situazioni in cui la mente, per varie ragioni, si ancora a un’abitudine passata. Anche se non c’è più il comportamento (il fumare, il cercare sigarette), può persistere una traccia mentale che si attiva in modo automatico, specialmente in presenza di stimoli che prima erano associati al rito del fumo: i cassetti, le tasche, le custodie. Questo accade perché il nostro cervello, in modo del tutto naturale, tende a creare associazioni tra oggetti, luoghi, emozioni e comportamenti. Quando qualcosa viene ripetuto, anche per un tempo relativamente breve, queste associazioni possono diventare molto forti e durature. È come se certi stimoli, anche solo visivi o tattili, facessero da "innesco" a un ricordo o a un impulso, anche se non c'è più una reale volontà di agire su quell’impulso. Dal punto di vista cognitivo-comportamentale, questo processo ha un nome: condizionamento. La buona notizia è che, proprio perché si tratta di un’associazione appresa, è anche qualcosa che può essere “disinnescato” e modificato. Quello che lei sta vivendo in questi giorni, dove il pensiero si presenta con insistenza nonostante non ci sia una reale necessità di fumare, è probabilmente un momento di maggiore sensibilità emotiva, o di stress, in cui la mente riattiva schemi mentali vecchi, per quanto superati. È una sorta di “eco” del passato che si riaffaccia, ma non significa che stia tornando indietro. Anzi, il fatto che lei stia osservando questi pensieri senza agire su di essi è già un segnale chiaro di cambiamento e di autonomia. Cosa può fare, quindi, in concreto? Una prima strategia è proprio quella di imparare a tollerare la presenza di questi pensieri senza cercare di combatterli o scacciarli con forza. Più cerchiamo di non pensare a qualcosa, più la mente ce lo ripropone. È il paradosso del pensiero: combatterlo lo rinforza. Una tecnica utile è quella dell’"accettazione consapevole", che significa riconoscere la presenza del pensiero senza attribuirgli un significato minaccioso. Può dirsi qualcosa come: “Questo pensiero è solo un riflesso del passato, non ha il potere di controllarmi”. Così facendo, diminuisce l’impatto emotivo del pensiero e, nel tempo, anche la sua frequenza. Un altro aspetto importante è lavorare sul comportamento. Ogni volta che si trova di fronte a uno di quei “trigger”, cioè gli oggetti che le ricordano la sigaretta, può provare a introdurre un piccolo gesto alternativo, che vada a interrompere l'associazione. Per esempio, può aprire un cassetto e, invece di controllare se vi siano sigarette, compiere un'azione simbolica che rappresenti il suo presente: inserire un bigliettino con una frase che la motiva, o semplicemente prendere fiato e fare un passo indietro dicendosi che quel gesto oggi non ha più alcuna utilità. Questo tipo di “decondizionamento” comportamentale è molto efficace nel lungo termine. Infine, se dovesse accorgersi che questi pensieri diventano più invasivi o se iniziano a interferire con il suo benessere quotidiano, può essere utile parlarne direttamente con uno psicologo cognitivo-comportamentale. In un percorso guidato si possono approfondire le cause di fondo di questa fissazione e lavorare su tecniche personalizzate per gestirla in modo ancora più efficace. Si è spiegato molto bene, e il suo messaggio mostra una notevole capacità di introspezione. Ha già fatto un passo importante superando il comportamento del fumo. Ora si tratta semplicemente di accompagnare anche la mente a consolidare questa libertà ritrovata. Resto a disposizione. Dott. Andrea Boggero
Dott.ssa Alessia Autore
Psicologo, Psicologo clinico
Napoli
Hai fatto un grande passo smettendo di fumare, e ora stai affrontando un piccolo “eco” del passato. Non sei solo, e non c’è nulla di strano in quello che provi. Con pazienza, consapevolezza e qualche strategia, puoi superare anche questa fase.
Saluti

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