Buongiorno, sono la mamma di una ragazza di 26 anni che fino a poco più di due mesi fa pesava 121 kg

23 risposte
Buongiorno, sono la mamma di una ragazza di 26 anni che fino a poco più di due mesi fa pesava 121 kg – soffre da anni di binge eating disorder – adesso ne pesa 91 kg. Fino a due mesi fa mangiava tantissimo, aveva attacchi di fame che la portavano a mangiare anche 1 kg di gelato in un pomeriggio o mezzo kg di pasta a pranzo (me ne accorgevo perché controllavo tutto). Adesso tutto al contrario. Più che mangiare, assaggia, ma mangia soltanto verdure, pesce e pochissima frutta. 30 kg in due mesi sono troppi, è passata da 5000 kcal a 700 kcal al massimo. Penso sia in una fase di anoressia, anche se ovviamente non si nota perché partiva da una grave obesità. Non si fa seguire da nessuno perché ha avuto brutte esperienze con alcuni psicologi e ha proprio il terrore di andare, non riesco a convincerla. Devo preoccuparmi? Come posso aiutarla? Ci sta di mezzo un ragazzo, penso che la causa scatenante sia questa. Grazie.
Dott.ssa Luisa Catalano
Psicoterapeuta, Psicologo, Psicologo clinico
Torino
Gentile Utente,
credo sia più che comprensibile la sua preoccupazione.
Se sua figlia ha "il terrore" di andare da uno psicologo psicoterapeuta, costringerla potrebbe essere controproducente, in questo momento, ai fini dell'intervento.
In questi casi, sicuramente sarebbe opportuno in ogni caso un lavoro di rete con altri professionisti. Le ha proposto, dunque, un consulto con un professionista specializzato in nutrizione? Forse lavorando sul primo pezzetto (cosa posso mangiare? quanto?) con qualcuno di competente, col tempo potrebbe riuscire ad affidarsi a uno psicoterapeuta per poter fare l'altro fondamentale pezzetto (come mi sento?).
Per quanto riguarda lei, cara mamma, ha pensato che potrebbe essere utile un "pezzettino" anche per sé stessa, anche solo come supporto genitoriale?
Spero possiate trovare presto una soluzione.
Cari saluti,
Luisa

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Dott. Francesco Damiano Logiudice
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Comprende anche il disagio della ragazza.
Ritengo tuttavia fondamentale che lei intraprenda un percorso psicologico per indagare cause origini e fattori di mantenimento dei suoi sintomi e trovare strategie utili per fronteggiare le situazioni particolarmente problematiche onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Creo che un consulto con un terapeuta possa aiutarla ad identificare pensieri rigidi e disfunzionali che impediscono il cambiamento desiderato e mantengono la sofferenza in atto.
Ritengo altresì utile un approccio EMDR al fine di favorire la rielaborazione del materiale traumatico connesso alla genesi della sofferenza in atto.
Resto a disposizione, anche online.
Cordialmente, dott FDL
Dott. Valeriano Fiori
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Roma
Salve, obbligare una persona a intraprendere un percorso psicologico risulterebbe solamente controproducente. Sono d'accordo con la Dott.ssa Catalano, potrebbe dire a sua figlia di confrontarsi prima di tutto con una nutrizionista.
Buona giornata.
Dott. Fiori
Dott.ssa Ilaria Truzzi
Psicologo, Psicologo clinico
Reggio Emilia
Buongiorno, la ringrazio per la condivisione. Mi dispiace per la situazione, posso immaginare la sua preoccupazione. Purtroppo non sarebbe costruttivo obbligare la figlia a intraprendere un percorso.
Ciò che le suggerisco è di cercare di intercettare i servizi territoriali della sua città e provare a chiedere un parere. Nei percorsi dei disturbi alimentari, sono coinvolti diversi professionisti come dietisti, nutrizionisti, TRP, endocrinologi... Partendo dalla parte organica, potrebbe poi successivamente passare a un supporto psicologico. Le consiglierei anche di valutare la possibilità di effettuare un percorso personale, esistono molti gruppi e percorsi rivolti ai genitori per dare suggerimenti e strategie nei confronti dei figli e per un maggior equilibrio familiare.
Resto a disposizione, Dott.ssa Ilaria Truzzi
Dott.ssa Giada Piva
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Fossò
Buongiorno, mi dispiace molto per la situazione e le sono molto vicina! Ha detto bene nella sua domanda, non è il peso a fare una malattia e non per forza una persona che soffre di anoressia deve essere magra. Per capire il motivo scatenante di questo comportamento bisognerebbe fare ulteriori approfondimenti. Provi a parlare a sua figlia, può essere che cercando qui, in questo portale, qualcuno le possa ispirare un po' di fiducia. Rimango a disposizione! Un caro saluto, Dott.ssa Giada Piva
Dott.ssa Erica Farolfi
Psicologo, Psicologo clinico
Forlì
Buongiorno. Mi spiace per le brutte esperienze avute in merito da sua figlia. Se ha il sentore che centri il suo nuovo ragazzo sarebbe opportuno indagare in maniera delicata con sua figlia oltre che continuare il monitoraggio che già eseguiva prima, ovviamente non in maniera invadente ed esplicitando le sue preoccupazioni più che legittime. Capendo le motivazioni della scelta di sua figlia potrà comprendere anche il suo nuovo stile di vita e come comportarsi di conseguenza.
Dr. Salvatore Ciro Conte
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Roma
Carissima, grazie della condivisione, la sua preoccupazione per sua figlia è comprensibile. I disturbi del comportamento alimentare sono complessi e possono richiedere diverse professionalità. Nella mia esperienza abbiamo ottenuto i risultati miglio con protocolli integrati che includono oltre al percorso terapeutico psicologico e nutrizionale anche interventi di gruppo che aiutano molto il paziente a non isolarsi con il suo problema. Il consiglio che le posso dare è verificare se nella sua zona ci sono centri che possano seguire sua figlia in modo completo (magari offrendo un percorso di orientamento anche per la famiglia). Un caro augurio
Gentile utente, il terrore degli psicologi potrà essere superato con il tempo ma credo che, in questa fase, sia importante affidarsi a un professionista di cui la ragazza ha più fiducia (nutrizionista). Con la giusta alleanza terapeutica e valutando insieme le motivazioni che spingono sua figlia a modificare così drasticamente il suo stile alimentare, potrebbe darle una mano nel comprendere i principi base per perdere peso rispettando le esigenze del proprio corpo. Saluti. Dott.ssa Campanella
Dott. Luca Pezzano
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Rosignano Marittimo
Succede molto spesso che la dieta di una persona gravemente sovrappeso sia così drastica... Consueto ma pericoloso! Credo che il ragazzo di cui parla abbia un ruolo anche io... Chieda consulto perché non è un tentativo che può esitare con un successo se non è appoggiata da un professionista... Magari parli prima lei con uno psicologo, per sapere come fare? cosa non dire, cosa proporre....
buona fortuna
Dott.ssa Giovannina Marasco
Psicologo, Psicologo clinico
Perugia
Buon pomeriggio, mi spiace molto per la sua situazione e comprendo la sua preoccupazione per sua figlia. Soffrire di un disturbo dell’alimentazione sconvolge la vita di una persona e ne limita le sue capacità relazionali, lavorative e sociali. Per la persona che soffre di un disturbo dell’alimentazione tutto ruota attorno al cibo e alla paura di ingrassare. Cose che prima sembravano banali ora diventano difficili e motivo di ansia. Solo una piccola percentuale di persone che soffrono di un disturbo dell’alimentazione chiedono aiuto. Credo anche possibile che, la presenza di un ragazzo possa sì, aver influito sul "cambio di rotta" repentino di sua figlia. Provare a consigliare un nutrizionista può essere una via più lunga, ma un primo passo date le brutte esperienze passate con gli psicologi. Inoltre, credo che un supporto alla genitorialità per lei, possa supportarla in questo difficile momento che coinvolge sia lei che sua figlia. Collaboro con una nutrizionista e sò che in certi casi un lavoro congiunto può dare i suoi frutti. Resto a disposizione.
Saluti, dott.ssa GM
Dott.ssa Giulia Porfirio
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
L'Aquila
Gentile, situazioni di questo tipo sono molto delicate e comprendo che lei come madre senta l'esigenza di comprendere e aiutare sua figlia. Il fatto di aver avuto esperienze poco piacevoli con psicologi non ha sicuramente aiutato il decorso di questa condizione. Quello che mi sento di dire è che disagi di questo tipo sono sempre espressione di un malessere profondo che deve essere sondato anche e soprattutto a livello familiare, per cui un suo intervento potrebbe essere utile, per quanto allo stesso tempo sarebbe di fondamentale importanza che sua figlia venisse seguita da un professionista per un percorso individuale. Sicuramente il supporto e il percorso psicologico sarebbero di aiuto, in queste situazioni il supporto di un professionista è fondamentale, sia per comprendere le complesse dinamiche di fondo che si sono attivate sia per supportarvi emotivamente nell'affrontare le problematiche. Qualora volesse sono a disposizione, nella mia esperienza ho lavorato a lungo con problematiche di questo tipo.
Dott.ssa Maria Lombardo
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Meta
Buonasera, non c'è cosa più disarmante che sapere come in questo caso che una ragazza di 26 anni ha avuto "brutte esperienze con gli psicologi", mi scuso tanto per ciò che le è successo. Se desidera sua figlia può scorrere la piattaforma e guardare chi può esserle di supporto.Siamo in tanti! Non si arrenda i tempi sono cambiati, ognuno ha diritto di essere seguita da chi vuole ed oggi giorno si può anche organizzare con terapie in remoto. Spero di essere stata illuminante. Saluti dott.ssa Maria Lombardo
Dott. Diego Ferrara
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Quarto
Buongiorno,
i disordini alimentari vanno seguiti a 360 gradi, sia da un punto di vista psicologico che psichiatrico, inoltre nel caso di ragazzi giovani necessitano di una presa in carico anche familiare. Ci sono delle strutture in Italia specifiche che si occupano di questo, potreste orientarvi per una scelta di questo tipo al fine di poter meglio affrontare la situazione guardando il problema partendo dalle radici. Nella speranza con queste poche righe di aver orientato la sua domanda.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Dott. Emiliano Perulli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Lecce
Buongiorno,
data la delicatezza della situazione, sarebbe opportuno un intervento di rete che coinvolga psicoterapeuti, medici e nutrizionisti.
Valuti la possibilità di rivolgersi presso una struttura specializzata nel trattamento dei disordini alimentari.
Cordialmente, EP
Dott.ssa Claudia Castellani
Psicologo, Psicoterapeuta
Forte dei Marmi
Buonasera

E ‘ necessaria la presa in carico di sua figlia da parte di un equipe di professionisti ( psicoterapeuta , medico generale , nutrizionista ) per poter gestire il problema . L’intervento tempestivo e ‘ di fondamentale importanza.
La saluto
Dott.ssa Claudia Castellani
Dott.ssa Eleonora Donatelli
Psicologo, Psicologo clinico, Psicoterapeuta
Torino
Cara utente, la questione che ci porta è molto delicata e la ringrazio per averla condivisa. Nella maggior parte dei casi i percorsi terapeutici per avere esito positivo hanno bisogno come prima cosa di essere supportati da una buona motivazione intrinseca, per cui obbligare sua figlia non sarebbe costruttivo. Credo che la cosa più utile possa essere contattare i servizi territoriali che si occupano di questo tipo di difficoltà e chiedere loro come muoversi. Di solito i percorsi che lavorano sui disturbi alimentari prevedono la collaborazione tra diversi professionisti che si occupano in prima istanza dello stato di salute fisica delle persone,come endocrinologi e nutrizionisti, per poi passare a prendere in carico anche gli aspetti psicologici coinvolti. Oltre a questo, come hanno suggerito altri colleghi anche io le consiglierei di valutare un percorso personale. Dott.ssa Eleonora Donatelli
Dott.ssa Claudia Solfanelli
Psicologo, Psicologo clinico
Firenze
Buon pomeriggio, lo scenario che riporta è molto delicato e credo sia più che comprensibile la sua preoccupazione. Data la reticenza di sua figlia nell'andare da uno psicologo, forzarla potrebbe essere controproducente. Condivido il pensiero dei colleghi sulla possibilità di fare in primis un consulto con uno specialista specializzato in nutrizione, che possa con il tempo far emergere il bisogno in sua figlia di comprendere cosa c'è sotto il suo stile alimentare. Anche lei, come madre, potrebbe trarre beneficio da un percorso di sostegno alla genitorialità. Resto a disposizione. Claudia S.
Dott.ssa Cristina Mitola
Psicologo, Psicologo clinico
Bari
Buongiorno, una consulenza con un nutrizionista sarebbe d'obbligo nel caso di un dimagrimento così estremo, si, ovviamente.
La convinca parlandole della salute della pelle, che, con l andare della perdita di chili, sicuramente si farà cadente e non soda.
Le diete fai da te non regalano bellezza.
Dr.ssa Cristina Mitola
Dott.ssa Valeria Randisi
Psicologo, Psicoterapeuta, Psicologo clinico
Casalecchio di Reno
Buongiorno, mi dispiace tantissimo per la situazione. Vedere una figlia e non sapere cosa e come fare per aiutarla è davvero difficile. La causa del ragazzo è una come tante, nel senso che sua figlia soffre, molto probabilmente, di disturbi del comportamento alimentare. Non so se sia o meno il disturbo primario perché occorrerebbe una valutazione. Può provare a consigliarle una nutrizionista che lavora in equipe con chi si occupa di tali problematiche. Se riuscisse ad acquisire nuova fiducia, forse accetterebbe da tale figura estranea, un invio ad uno psicoterapeuta.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Dott.ssa Laura Raco
Psicologo, Psicologo clinico
Milano
Buongiorno, mi dispiace per questa situazione. E’ molto bello che lei voglia fare qualcosa per aiutare sua figlia. Ovviamente la cosa migliore per la sua salute è accettare l’aiuto di professionisti che la possano seguire e darle gli input giusti. Sicuramente il controllo eccessivo rispetto a quello che sua figlia fa non è d’aiuto, anche se è comprensibile il fatto che nasca da una preoccupazione. Cerchi semplicemente di essere presente qualora sua figlia abbia bisogno e richieda il suo sostegno emotivo. Dr.ssa Laura Raco
Dott.ssa Chantal Danna
Psicologo, Psicologo clinico
Aosta
Buongiorno,
Probabilmete lo ha già fatto ma provi a parlare apertamente con lei del fatto che è preoccupata per questa situazione, le faccia capire esplicitamente che lei c'è, cercando di non dare giudizi su sua figlia o sul momento che sta passando. Magari al momento non se la sente di ricominciare psicologico ma almeno potrebbe pensare di aprirsi un minino con la mamma.
A disposizione per ulteriori chiarimenti.
Dott. Ssa Danna Chantal
Gentile utente,
la sua preoccupazione per quanto sta accadendo a sua figlia è del tutto comprensibile e legittima. Una perdita di 30 kg in due mesi, unita a un apporto calorico così ridotto, rappresenta un cambiamento importante, che merita attenzione sia dal punto di vista medico che psicologico. Sua figlia sembra attraversare una fase di profonda trasformazione nel modo in cui si relaziona al cibo: da un comportamento alimentare caratterizzato da impulsi difficili da gestire (come nel binge eating), a una forma di controllo molto rigida e restrittiva, che lei stessa associa a condotte anoressiche.
Sarebbe importante osservare questi comportamenti non come semplici “sintomi”, ma come risposte adattive che sua figlia crea nel tentativo di fronteggiare qualcosa di più profondo: una sofferenza, una difficoltà relazionale, un cambiamento interno o ambientale. In quest’ottica, anche il comportamento alimentare può raccontare qualcosa del mondo interno di sua figlia e del significato che lei stessa dà a ciò che sta vivendo.
Mi ha colpita quando ha scritto di accorgersi del quantitativo di cibo mangiato da sua figlia poichè controllava tutto. Mi chiedo, e le chiedo, come si sente lei nella relazione con sua figlia e cosa crede stia dicendo, questa esperienza, non solo di sua figlia, ma anche del vostro legame in questo momento?
Per quanto riguarda la sua domanda su come poterla aiutare, l’invito è quello di provare ad esserle accanto con ciò che c’è ora, senza forzarla a cambiare o a fare scelte immediate. Rendersi disponibile ad ascoltarla, ad accoglierla senza giudizio, può essere il primo passo per creare uno spazio in cui sua figlia possa tornare a fidarsi e, forse, a chiedere aiuto.
Infine, la invito a prendersi cura anche di sé: ciò che sta vivendo è faticoso e coinvolgente, e potrebbe esserle utile avere uno spazio di ascolto psicologico tutto per lei, dove poter elaborare i propri vissuti e trovare un modo più sostenibile di affrontare questa situazione.
Dr. Massimo Montanaro
Psicologo clinico, Psicologo
Crema
Buongiorno, se il peso scende sotto una certa soglia è chiaro che si possono verificare problemi per la salute del corpo e della mente, ragione per cui credo possa essere utile riprovare a convincere sua figlia a incontrare un professionista, uno/a psicoterapeuta, che abbia esperienza nei problemi legati ai disturbi del comportamento alimentare. Forse non siete stati fortunati in precedenza ma in giro ci sono anche molti professionisti validi per competenze ed approccio umano. Resto a sua disposizione per qualsiasi cosa, anche da remoto, qualora lei lo desiderasse. Cordiali saluti. Dottor Massimo Montanaro

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