Buongiorno, sono in cura x attacchi di panico e depressione da ben 4 anni ogni 15 gg. Da allora no

18 risposte
Buongiorno,
sono in cura x attacchi di panico e depressione da ben 4 anni ogni 15 gg.
Da allora non è cambiato nulla, anzi sono sopraggiunti altri attacchi.
Una psicologa mia amica mi ha riferito che, dopo tutto questo tempo, mi dovrei rivolgere ad una neurologa, se non addirittura ad un neuropsichiatra, che in sinergia con la psicologa, potrebbero iniziare a prescrivermi dei leggeri calmanti in concomitanza di ulteriori attacchi.
Lo suggerisco alla mia psicologa... ma Lei non acconsente assolutamente, dice che è troppo presto!!!!
Dopo 4 anni senza risultati è presto???
Io non mi fido più del suo operato... Sembra quasi che non mi voglia lasciare andare e quindi guarire....
Lo so... mi devo fidare... ma mi stanno assalendo tanti dubbi.....
Grazie e buona giornata
Salve, credo che sia meglio per lei continuare a confrontarsi con la collega che la segue per poi valutare come procedere. Se ha dei dubbi, ne parli con la terapeuta. Eviterei troppi consigli esterni, potrebbero maggiormente confonderla.
Buona giornata.
Dott. Fiori

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Salve, mi spiace molto per la situazione ed il disagio espresso e comprendo quanto possa essere difficile per lei convivere con questa situazione riportata.
Capisco e comprendo le sue perplessità, provi ad esporre in maniera chiara e sincera i suoi pensieri e vissuti emotivi connessi alla situazione da lei riportata per trovare strategie utili per fronteggiare i momenti particolarmente problematici onde evitare che la situazione possa irrigidirsi ulteriormente.
Cordialmente, dott FDL
Buonasera, come hanno esposto sopra i colleghi, è importante parlare in terapia di cosa secondo lei non va, di come si sente a riguardo e di cosa sente mancare.
Per semplificare gli attacchi di panico sono l'esito di due forze contrapposte che soggiornano dentro di noi che potremmo definire come "la voglia di andar via, uscire da una situazione" e "la voglia di restare", questo crea in noi uno stato di confusione, paura, ansia.
Affronti l'argomento con la sua psicologa esponendole il suo vissuto. Cordialmente, Dott.ssa Sara Bisconti
Buon pomeriggio,
per quanto riguarda un supporto farmacologico può parlarne anche col suo medico di medicina generale, tendenzialmente nei casi di ansia e attacchi di panico soprattutto nelle fasi più acute un supporto farmacologico abbinato a un percorso psicologico è di grande aiuto.
Per quanto riguarda i dubbi e i suoi vissuti rispetto al lavoro che sta facendo con la sua terapeuta glie ne parli apertamente per cercare una soluzione.
Cordialmente
Dott. Michele Arnaboldi.
Buona sera, penso sia importante che lei ne possa riparlare con la sua psicologa e capire assieme come meglio procedere. Può confrontarsi anche con il suo medico di base per quanto concerne i farmaci.
Cordiali saluti.
Dott.ssa Verena Elisa Gomiero
Buonasera,
Dal mio punto di vista, al di là dei risultati terapeutici concreti che sono assolutamente importanti, la questione più rilevante è il fatto che lei ora non si fidi più della sua psicologa.
Se manca la fiducia, non si conseguira' alcun tipo di risultato apprezzabile, con o senza supporto farmacologico.
Pertanto le consiglio di condividere questo vissuto di sfiducia con la sua psicologa e cercare di capire con lei se, ed eventualmente come, si possa risolvere.
In bocca al lupo.
Gentile utente, preso atto del fatto che mi spiace molto per questa condizione di vita di sofferenza, inizierei con il dirle che forse parlarne proprio con la sua psicologa potrebbe essere una buona idea, intendo esternarle questo suo pensiero differente è motivato.
Il confronto è sempre gradito e utile.
Ciò detto nulla vieta di interpretare altri professionisti eventualmente.
Rispetto alla questione farmacologica è la figura dello psichiatra quella alla quale rivolgersi.
Sicuramente il lavoro deve esser fatto in sinergia. Quindi sarebbe opportuno un confronto tra il suo psicologo e lo psichiatra, così da calibrare al meglio la terapia eventuale.
I farmaci posso essere un valido alleato, tuttavia personale credo che vada puntato molto sulla terapia psicologa. Serve il giusto professionista, non solo competente, ma che abbia un link, che sappia instaurare con lei un legame di fiducia e che utilizzo un approccio, una metodologia efficace rispetto al suo funzionamento.
Mi rendo disponibile per un consulto.
Cordialmente
AG
Buonasera, mi dispiace per il suo vissuto. Credo sia utile parlare con la sua Psicologa in modo da confrontarsi e far capire lei le sue perplessità. Inoltre la sensazione che mi rimanda credo sia la non fiducia nei confronti della sua terapeuta che sento sia uno degli argomenti da affrontare in terapia.
Gentile utente di mio dottore,

in genere per la problematica di cui parla, psicoterapia e farmacoterapia insieme dovrebbero produrre ottimi risultati. La fatto che dopo tutto questo tempo stia ancora male significa che qualcosa non sta funzionando o nella terapia farmacologica o nel trattamento psicoterapico. La invito ad aprirsi anche ad un altro parere cercando di poter meglio comprendere la sua situazione.

Cordiali Saluti
Dott. Diego Ferrara
Buongiorno, quattro anni sono tanti e credo che la sua sfiducia e il peggioramento della sintomatologia siano indicativi di qualcosa che non funziona in questo rapporto terapeutico. Ha già detto di aver fatto delle richieste alla sua Psicologa che però non sono state ascoltate. Può riprovare a pararne con Lei ma credo che un cambiamento sia necessario. Provi a rivolgersi al suo medico di base o a fare una ricerca di un professionista specializzato nel trattamento specifico degli attacchi di panico. E' un suo diritto chiedere un altro consulto e verificare se ci sono delle alternative a ciò che sta facendo da quattro anni.
Cordialmente
Dott.ssa Loredana Luise
Si deve fidare ma non troppo. Se le affermazioni della terapeuta non sono più in linea con i suoi bisogni dovrebbe iniziare a pensare di poterla mettere in discussione. 4 anni di terapia senza risultati sono decisamente troppi. Già nel primo anno (per le terapie che durano di più) bisognerebbe fare già qualche considerazione in merito.
Buonasera, sicuramente il collega sa cosa sta facendo ma in un percorso di psicoterapia ciò che è altrettanto importante è il senso di soddisfazione del paziente e se lei non si sente soddisfatto può esprimere il suo parere ma anche se vuole cambiare approccio. L'incontro tra un terapeuta e un paziente non è a priori 'funzionante'. Mi faccia sapere un caro saluto
Gentile Amica,
quattro anni di disagio con attacchi di panico sono davvero molti. Capisco i suoi dubbi. Tenga presente che l'integrazione tra farmaci (in particolare gli SSRI) e la psicoterapia è ben documentata per gli attacchi di panico, e per molti altri disturbi. Lei è libera di scegliere se interrompere un rapporto nel quale non ripone più fiducia e cercare altrove, o continuare.

con i migliori auguri,
dr. Ventura
Buongiorno, mi spiace per la situazione e il suo sconforto.
Le consiglio di parlare in maniera trasparente con la sua psicologa, spiegando tutti i dubbi che la assalgono. In questo modo sarà più semplice anche per la professionista valutare insieme quale sia il percorso più adatto a lei, in equilibrio tra la problematica e quelle che sono le sue esigenze.
Resto a disposizione, dottoressa Giovanna Volpe
Salve,
Quello che posso dirle è che comunicare questi dubbi e preoccupazioni alla sua terapeuta è indice di una buona alleanza. Non conosco il suo caso specifico, ma sicuramente ogni persona ha bisogno dei suoi tempi di terapia e non esistono dei limiti specifici.
Al momento Potrebbe chiedersi come mai ora si sente scontenta del percorso che sta facendo, se davvero non è cambiato niente da quando ha iniziato e capire se i suoi obiettivi e motivazioni di anni fa oggi sono cambiati. Cerchi in sintesi di capire i suoi bisogni e ascoltarsi di più e farsi meno condizionare da pareri esterni. Parli onestamente di questo alla sua terapeuta.
Posso dirle infine che esistono diversi approcci alla psicoterapia e di conseguenza, è sempre possibile sperimentare e provare a contattare altri specialisti, specialmente se dovesse continuare a vivere con questi dubbi il percorso attuale. Spero di esserle stata utile, dott.ssa Michela Zibellini
Gentile utente, mi sembra evidente e di urgenza un confronto con la sua attuale psicologa, ha diritto di sapere perché secondo la collega l’ausilio farmacologico non è necessario e ha diritto di dire che non sente di star andando avanti nel percorso, cosa che le sta facendo perdere motivazione e fiducia nel proseguire.
Potrebbero esserci mille cose che non stanno andando ed é cura della collega cambiare il piano terapeutico, il feedback deve però giustamente partire dal paziente.
Se poi non ci sarà modo di mettersi d’accordo con la collega senza dubbio potrà valutare di interrompere questa terapia e cominciarne una nuova con un altro collega, l’importante é che sia una decisone frutto di riflessione e non di sconforto del momento.

Se sente il bisogno non esiti a contattarmi.

Dottor Mauro Simonetti

Buongiorno, eventualmente potrebbe pensare anche ad un supporto farmacologico ma prima valuti se proseguire o meno con chi la segue. Se non sente fiducia nel suo operato qualcosa non va. Può provare a parlarne con lei, ma dopo 4 anni senza nessun risultato, qualcosa da rivedere c'è. Inoltre non capisco perché la frequenza è ogni due settimane. A mio parere va riservata a chi ha già migliorato qualcosa, si tratta di una frequenza da sostegno e non da terapia.
Cordiali saluti
Dott.ssa Valeria Randisi
Gentile utente, la ringrazio per aver condiviso i suoi dubbi con noi. Comprendo le sue difficoltà e le sue preoccupazioni, e mi dispiace per i vissuti negativi che queste le provocano. Qualora dovesse ritenerlo opportuno o necessario, mi rendo disponibile a cominciare con lei un percorso , che potrebbe tornarle utile per esplorare ed approfondire le sue emozioni, esperienze e valori al fine di trovare una strada percorribile e ritrovare la serenità.
Tenga a mente che il benessere mentale è una priorità, e trovare il professionista giusto può fare la differenza.
Qualora dovesse avere dubbi, domande, o perplessità riguardo al mio lavoro non esiti a contattarmi.
Un caro saluto, dott. Daniele D’Amico
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